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noemigitau

Can media literacy education increase digital engagement in politics? - 7 views

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    L'articolo di Joseph Kahne e Benjamin Bowyer esplora come la media literacy education possa influenzare positivamente l'engagement politico online nei giovani. Attualmente, piattaforme digitali e social media rappresentano dei centri cruciali per le attività politiche, in modo particolare per i giovani. Queste attività includono la raccolta fondi, i dibattiti politici, la mobilitazione di individui e gruppi e la pressione su governi, aziende e organizzazioni non profit. Tale partecipazione si svolge all'interno di un'ecologia mediale caratterizzata da una cultura partecipativa, dove i giovani sono spesso innovatori e protagonisti principali. Nel testo si evidenzia come molti giovani siano coinvolti nelle attività politiche online, ma come al contempo emerga una significativa disconnessione dalla vita civica e politica per la maggior parte di essi, non risultando infatti partecipanti attivi. Gli autori utilizzano un sondaggio per valutare se gli sforzi educativi volti a promuovere tali competenze possano aumentare l'impegno politico online dei giovani. I risultati analizzati indicano che gli sforzi educativi in questo senso sono da considerare efficaci. Gli educatori che promuovono la media literacy riescono ad aumentare l'engagement politico dei giovani, migliorando la loro partecipazione alle politiche partecipative e la loro capacità di esercitare pressioni mirate su governi, aziende e organizzazioni non profit. L'articolo, in sintesi, sottolinea l'importanza di integrare la media literacy education nei programmi scolastici al fine di preparare i giovani ad una cittadinanza attiva e ad una partecipazione efficace alla vita politica digitale.
eva_magon

Possibile quadro di riferimento di alfabetizzazione all'intelligenza artificiale - 2 views

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    L'articolo apparso sulla rivista Computers abd Education Open nel mese di giugno 2024 è frutto dello studio della Prof.ssa Stolpe e del Prof. Hallström, entrambi docenti presso l'Università svedese di Linköping. L'obiettivo dello studio svolto è quello di fornire un quadro di riferimento a docenti e ricercatori per integrare l'alfabetizzazione dell'Ai all'interno dell'alfabetizzazione tecnologia. Questo tipo di alfabetizzazione è necessaria soprattutto per gli studenti di oggi che devono sviluppare capacità, conoscenze e ragionamenti etici legati a tecnologie destinate a rimanere a lungo. Nello studio vengono analizzati e confrontati cinque quadri di riferimento per l'AI literacy presenti in letteratura attualmente e poi messi in relazione con l'alfabetizzazione tecnologica, per fornire un modello di alfabetizzazione specifica dell'intelligenza artificiale. Il quadro formulato appare completo, secondo i due autori, anche se attualmente necessita di prove empiriche sul campo. Ne emerge comunque che l'alfabetizzazione sull'IA per gli studenti è collegata alla conoscenza scientifica tecnologica, anche se risulta comunque difficile definire le competenze tecniche "pure" relative all'intelligenza artificiale. Tale studio risulta comunque utile non solo per gli studenti ma anche per ricercatori, politici, dirigenti scolastici e insegnanti in un'ottica di intreccio sempre più fitto tra uomo e tecnologia.
nehelee

An Analysis of Media Literacy Messages in Popular Children's Television - 3 views

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    I bambini negli Stati Uniti consumano abitualmente almeno quattro ore di media al giorno. Questa esposizione influenza significativamente la loro comprensione di vari aspetti della vita, tra cui casa, famiglia, amici, scuola e comunità. Di conseguenza, i bambini ricevono principalmente messaggi legati ai media direttamente dai media stessi. Questi messaggi, a causa del consumo ripetuto, hanno un'influenza considerevole. Come definito dalla National Association for Media Literacy Education (NAMLE), l'alfabetizzazione mediatica implica "la capacità di accedere, analizzare, valutare, creare e agire utilizzando tutte le forme di comunicazione". Purtroppo, l'alfabetizzazione mediatica non è un corso o un argomento obbligatorio nell'istruzione statunitense, il che porta a un'educazione formale inconsistente e spesso inesistente sull'argomento. Lo studio di ricerca ha analizzato l'integrazione dei concetti di alfabetizzazione mediatica in quattro programmi televisivi per bambini molto apprezzati di Nickelodeon e Disney Channel; diverse serie hanno rivelato 196 momenti di alfabetizzazione mediatica, variabili per complessità e profondità. Sebbene i contenuti mediatici per bambini sfruttano con successo il loro interesse per i media come trama, esiste l'opportunità di migliorare l'educazione all'alfabetizzazione mediatica e al pensiero critico nella vita dei bambini.
Manuela

Apprendere ed insegnare nell'era degli ecosistemi digitali intelligenti: pratiche didat... - 1 views

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    Gli autori, Salvatore Messina, Cristina Gaggioli e Chiara Panciroli, descrivono i risultati preliminari di uno studio investigativo volto ad esplorare le preferenze degli studenti nell'affrontare specifici compiti con particolare attenzione all'impatto potenziale dell'ambiente esterno sulla determinazione delle scelte strategiche e analizzare l'influenza delle piattaforme digitali e dell'IA sul panorama educativo attuale. La ricerca ha l'obbiettivo di comprendere quali sono i metodi di studio, le strategie adottate dagli studenti nell'affrontare specifici compiti, sviluppare metodi didattici che possano potenziare tali strategie e infine proporre modalità per ottimizzare i processi di organizzazione delle conoscenze. I risultati preliminari offrono uno sguardo approfondito sulle dinamiche di apprendimento evidenziando la coesistenza di pratiche tradizionali e una crescente apertura alle potenzialità delle tecnologie digitali soprattutto quando queste offrono un approccio visivo globale e intuitivo. Secondo gli autori riveste grande importanza rendere gli studenti consapevoli della possibilità di ottimizzare il tempo di studio e migliorare l'efficacia del proprio apprendimento attraverso l'utilizzo di strumenti tecnologici interattivi.
Alina Ghioldis

LEVERAGING MEDIA EDUCATION TO ENHANCE EMPLOYEE ENGAGEMENT AND PERFORMANCE By Eyesiere E... - 1 views

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    L'articolo, pubblicato da Eyesiere Essien parla dell''educazione ai media come uno strumento che può essere sfruttato per migliorare le prestazioni e il coinvolgimento dei dipendenti all'interno delle organizzazioni, caratteristiche fondamentali per il raggiungimento del successo, portando a un miglioramento della produttività. L'educazione ai media aiuta a comprendere meglio il mondo che li circonda da parte dei dipendenti, la loro capacità di pensare in modo critico e di prendere decisioni ragionate (Hui 2019). I social network emulano e promuovono il processo di interazione con strumenti che consentono di connettersi con una rete molto più ampia di persone come parte della loro esperienza di apprendimento. L'educazione ai media si concentra su come apprendere, valutare e analizzare varie forme di media. Di questo processo fa parte l'alfabetizzazione mediatica, l'alfabetizzazione digitale e la produzione mediale .Viene insegnata la responsabilizzazione per creare, consumare e criticare i media. È uno strumento per diventare cittadini attivi e responsabili dell'era digitale tenendo sempre conto dei vantaggi e dei svantaggi che questo comporta.
atapparelli

L'importanza dei nuovi media nella valorizzazione del patrimonio culturale pe... - 4 views

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    L'articolo prende in considerazione la relazione tra nuovi media (in particolare il digital storytelling), educazione e la valorizzazione del patrimonio culturale, al fine di creare e supportare una cittadinanza attiva, partecipativa ed inclusiva. Il digital storytelling è un metodo che combina la narrazione (sotto svariate forme) con i nuovi media digitali. Nell'ambito della promozione del patrimonio culturale ciò si traduce in: mostre in realtà virtuale (VR), realtà aumentata (AR), applicazioni digitali (web e mobile), videogiochi, condivisione, ecc. Emerge che occorre riflettere sulle condizioni che rendono tutto ciò esperienze di apprendimento e che permettono la maturazione del soggetto affinché da membro competente possa contribuire al benessere della comunità. Il digital storytelling viene utilizzato come strumento per educare e per formare fin dall'età prescolare fino all'università, adattandolo alle varie esigenze, ma spesso manca una formalizzazione della progettazione e anche un'integrazione tra istituzioni culturali ed educative, come invece ci si auspicherebbe che fosse (un sistema formativo integrato). L'obiettivo infatti sarebbe quello di creare competenze trasversali, basate su uguaglianza, partecipazione e decisione al fine di formare cittadini attivi e responsabili, quindi comunità empowerment e favorire culture partecipative. E' uno strumento che favorisce la creatività, il pensiero critico e abilità sociali come relazionali, che permette sia di capire meglio noi stessi sia aprire un dialogo con le altre culture.
anonymous

Exploring News Media Literacy and its Dimensions - 1 views

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    L'articolo esamina l'impatto della competenza mediatica sulla partecipazione civica e democratica, concentrandosi sulla motivazione intrinseca, lo scetticismo nei confronti dei media e il locus of control mediatico come componenti chiave. Lo studio è stato condotto con studenti di quarta superiore di una scuola superiore privata filippina utilizzando un questionario in due parti che includeva un test di conoscenza dei media e un test self-report sul livello di alfabetizzazione ai media.
frauni

Digital media, lo spazio di lotta per i diritti delle donne - 1 views

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    L'articolo è una riflessione complessiva su come i social media hanno dato un importante contributo alla lotta contro la violenza di genere dando visibilità agli invisibili e innescando veri e propri movimenti di emancipazione globali. Attraverso un excursus a volo d'aquila sulle singole aree geografiche (America Latina, Asia, USA, Europa, Iran, Gaza), ciascuna afflitta dalle proprie specifiche problematiche culturali di genere, la giornalista porta esempi di come i social media hanno aperto la strada alla denuncia "social" fratturando quelle bolle mediatiche che le istituzioni locali creano per il controllo informativo verso l'interno e l'offuscamento informativo verso l'esterno.
dadrew

Storia dei mass media in Italia - 2 views

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    Il testo, anche se non aggiornato e turbato da qualche refuso ortografico, narra in modo semplice, intuitivo, ma soprattutto trasversale (svariando cioè nella politica, nella storia contemporanea, nell'economia) la storia e l'evoluzione dei mass media nel nostro Paese, ovviamente anche con richiami ad altre realtà occidentali (Usa, UK, Europa occidentale). Una storia esaltante, che ha contribuito a modellare il nostro Paese in maniera capillare, dalle classi sociali più agiate a quelle più popolari, ed a renderlo come è oggi, con tanti, tantissimi momenti salienti. Dagli albori della radio si passa al periodo della dittatura fascista, alla guerra ed alla ripresa post-bellica, alla nascita della televisione, che è a mio avviso l'unica vera rivoluzione vissuta in Italia, alla crisi petrolifera, ai mondiali di calcio, lo sbarco sulla luna, l'avvento delle private, il berlusconismo ed il sistema politico/mediatico della seconda repubblica, fino ad arrivare all'avvento di Internet, delle tv via satellite (al momento della stesura ancora non diffusissime ma già comunque affermate) e di quelle via cavo. Il link non contiene ovviamente una storia completa e dettagliata, perché questa forse non entrerebbe nemmeno in un libro di duecento pagine, ma l'autore si sforza di toccare un po' tutti i punti, cercando di non tralasciare quelli che, con linguaggio aeronautico, definiremmo waypoint dell'argomento. Vengono fornite statistiche sulla composizione dei programmi televisivi nei vari decenni ed in breve si ha un compendio, una sorta di "Bignami" della storia della radiotelevisione italiana, oggi ancora molto celebrata dalla tv stessa ma anche da tanti siti (si pensi ad es. RaiPlay, Mediaset Infinity, Teche RAI, ecc.). Sinceramente mi sarebbe piaciuto molto contribuire alla stesura di questo testo, integrandolo con statistiche e con i numerosi (ahimé) ricordi personali.
jelenaferri

I principali social network utilizzati da Gen Z e Alpha nell' istruzione formale - 1 views

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    Questo articolo scientifico analizza l'uso dei social network sites (SNSs) nell'ambito dell'istruzione, concentrandosi sulle generazioni Z e Alpha, che sono cresciute con i social media. Attraverso una revisione sistematica di otto articoli pubblicati tra il 2019 e il 2023, l'articolo valuta l'impatto di piattaforme come WhatsApp, Twitter, Instagram e TikTok sulla scuola secondaria di secondo grado, esaminando aspetti quali motivazione, collaborazione, creatività e risultati. Si evidenzia la possibilità di integrare l'educazione informale tramite i social network con l'istruzione formale, offrendo una panoramica su come incorporare le comunità virtuali di pratica nei processi di insegnamento e apprendimento. Si sottolinea anche come le tecnologie digitali, incluso l'uso dei social media, stiano influenzando profondamente le abitudini e gli stili di vita delle generazioni Z e Alpha. Si menziona che, nonostante la pandemia da COVID-19 abbia accelerato l'adozione delle tecnologie mobili nella scuola, esiste ancora una certa resistenza nell'integrare i social media nell'ambiente educativo. Tuttavia, si riconosce che questi possono facilitare la formazione di comunità online dinamiche e collaborative, contrastando fenomeni negativi. L'articolo propone di colmare il divario nella ricerca scientifica sui social media come ambienti di apprendimento, esplorando metodologie come Media Education, Social Learning Network, Mobile Learning, e-learning, Microlearning e Distance Learning per identificare pratiche efficaci nell'istituire comunità di apprendimento virtuali tra studenti e docenti delle generazioni Z e Alpha.
isabella63

Educazione e tecnologie digitali al tempo del Covid. un ossimoro o un'opportu... - 1 views

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    Questo articolo affronta una questione cruciale nell'ambito dell'istruzione e dell'educazione, soprattutto in relazione all'uso delle nuove tecnologie durante il periodo del lockdown e oltre. Esso evidenzia come le nuove tecnologie, specialmente attraverso i programmi a distanza, siano diventate fondamentali durante la pandemia, ma siano allo stesso tempo oggetto di critiche e resistenze, con alcuni che le vedono come una minaccia all'esperienza educativa in presenza. suggerisce che un'analisi più approfondita e contestuale potrebbe portare a un modello educativo integrato che combina elementi di istruzione in presenza e a distanza. Questo approccio potrebbe capitalizzare sulle potenzialità delle nuove tecnologie senza rinunciare ai vantaggi dell'interazione faccia a faccia e dell'esperienza diretta. Per quanto riguarda il contributo degli Enti di Terzo Settore, in particolare delle cooperative sociali, essi possono giocare un ruolo significativo nell'implementare questo modello integrato. Le cooperative sociali, con il loro impegno per il bene comune e la solidarietà sociale, possono sviluppare programmi educativi che sfruttano le nuove tecnologie in modo responsabile e creativo, adattandoli alle esigenze specifiche delle comunità cui servono. Nel contesto dei nidi e delle scuole dell'infanzia, l'idea di un'educazione integrata con le nuove tecnologie potrebbe essere vista come un'opportunità piuttosto che un ossimoro. Le nuove tecnologie possono essere utilizzate in modo mirato per arricchire l'esperienza educativa dei bambini piccoli, ad esempio attraverso applicazioni educative interattive o strumenti di comunicazione che coinvolgono le famiglie nel processo educativo.
giovanni59

La Cittadinanza Onlife e il contrasto alla 'povertà educativa digitasle' - 7 views

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    Dal 2021 (CREMIT) l'Università Cattolica ha utilizzato un nuovo costrutto: "povertà educativa digitale" per ampliare il concetto di "digital divide" legato alla privazione di tecnologie di accesso alla Rete, questo concetto si riferisce alla carenza di competenze digitali, ovvero carenza educativa, intese come nuovi alfabeti necessari nella società post-mediale per analizzare e fruire dei diversi contenuti digitali da parte degli "spettautori" del social Web e "cittadini onlife". Gli autori hanno presentato vari testi su questo costrutto (Pasta, Rivoltella, 2022), basandosi su uno strumento di rilevazione di dati su 1.976 studenti di 112 classi in 39 scuole secondarie di I grado di tutta Italia (Marangi, Pasta, Rivoltella, 2022). Né è nato un progetto triennale "Connessioni digitali" (2021-24) realizzato dal Cremit, Save the Children e la Cooperativa Edi Onlus e che coinvolge 100 scuole secondarie di I grado per un totale di 6.000 studenti e 400 insegnanti. Il progetto inserito nella didattica biennale di educazione civica basandosi su quanto teorizzato dagli autori, in merito alla povertà educativa digitale, si è strutturato in quattro newsroom (Scrittura online, Podcast, Digital Storytelling, Marketing sociale). Seguirà alla conclusione del primo anno didattico una valutazione di quanto realizzato dalle classi coinvolte rilevando la creatività e la capacità di produrre narrative e prodotti comunicativi per contrastare la povertà educativa digitale, utilizzando le quattro dimensioni di uso del digitale: l'accesso, l'analisi, la valutazione e la produzione. Infine, si valuterà come l'acquisizione di competenza digitale, sia un processo che consente il passaggio a future competenze per l'ambito lavorativo, che si attiva solo se si è capaci di trasformare le competenze individuali in pratiche sociali e nella costruzione di un vero e proprio design interpretativo e produttivo.
jessicaazzalini

In che modo le relazioni sentimentali influiscono sul nostro uso dei Social Media? - St... - 1 views

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    L'articolo descrive una ricerca condotta da L. Fejes Vékássy, A. Ujhelyi, e L. Faragó nell'università dell'Ungheria, con l'obiettivo di valutare in che modo lo stato della relazione sentimentale influisca nell'uso quotidiano dei Social Media, in particolare di Instagram. Oggi è molto frequente, sia negli influencer più affermati sia nei comuni users osservare e condividere su Instagram, mediante post o storie le relazioni sentimentali. Lo studio descritto nell'articolo spiega in che modo le persone, raggruppate in base alla scala di gelosia e di soddisfazione del rapporto utilizzano gli spazi online. Si è dimostrato che spesso le persone per attirare l'attenzione di una persona in particolare tra i follower, sono molto attivi, pubblicando molte foto di loro stessi aspettando di ricevere like o messaggi. Nella maggior parte delle relazioni in fase iniziale non si sente l'esigenza di condividere l'altro sui Social Media poiché ci si concentra sull'attenzione all'altro e sulla fase di innamoramento. Dopo alcuni mesi, quando la relazione è in una "fase di stabilità" le coppie si comportano diversamente in base alla personalità ed al carattere degli interessati: generalmente coloro che sono più insicuri ed insoddisfatti del rapporto tendono a pubblicare di più perché necessitano approvazione sociale e attenzioni dall'esterno. Più frequente è l'uso dei social dopo la rottura: dal campione di soggetti studiati si evince che le persone coinvolte pubblicano più selfie e immagini di loro stessi oppure immortalano più attività che svolgono per comunicare indirettamente con l'ex. L'articolo qui citato descrive quindi i comportamenti generalizzati dei soggetti nelle loro relazioni sentimentali, mettendo in luce che il nostro Sé Reale, ovvero come ci sentiamo all'interno della relazione influenza ilSé Sociale, promuovendone o riducendone l'attività su uno tra i Social Media più utilizzati oggi, Instagram.
silviachi1

L'insostenibile pesantezza dell'apparire: influenze socioculturali e immagine corporea ... - 7 views

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    L'articolo, pubblicato nel luglio 2023, parla di quanto l'immagine corporea abbia assunto un ruolo molto importante, soprattutto nelle culture occidentali e per le giovani donne. Nel contesto socioculturale attuale le donne sono sottoposte ad una forte pressione a raggiungere degli standard ideali di perfezione fisica e attraenza. Questo porta ad alti livelli di insoddisfazione corporea che possono avere impatti negativi sulla loro salute. Tutto ciò porta anche a considerare la chirurgia per motivazioni estetiche e, qualsiasi intervento chirurgico non è immune da rischi. Le variabili socioculturali sono coinvolte nello sviluppo dell'insoddisfazione per il proprio corpo e le tre principali fonti di influenza sono i pari, la famiglia e i nuovi media. Queste fonti agiscono sull'immagine corporea attraverso due processi di mediazione: l'interiorizzazione degli ideali socioculturali di bellezza e la tendenza ripetuta al confronto sociale del proprio corpo. Il ruolo dei social networks (SNs) è rilevante. Nei SNs il desiderio di apparire più attraenti ha portato all'aumento dell'utilizzo di strumenti per l'editing digitale che portano a modificare la propria immagine corporea per renderla più aderente agli standard proposti, falsando la realtà. È importante intervenire per attenuare gli effetti deleteri che questo utilizzo dei SNs ha sulla percezione dell'immagine corporea. Sono particolarmente utili interventi di social media literacy, body compassion e functionality appreciation. Attraverso la media literacy si può incrementare lo scetticismo degli utenti dei SNs rispetto al realismo dei contenuti proposti, sollecitando quindi un pensiero critico sugli stimoli a cui sono sottoposti e con cui interagiscono. La body compassion riguarda l'atteggiamento di gentilezza e accettazione delle inadeguatezze percepite rispetto al proprio corpo e la funcionality appreciation è la modalità di rapportarsi al proprio corpo avendo riguardo a ciò che esso
maspao

Strategie di autopresentazione di giovani studentesse sui social media - 3 views

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    In questo articolo, pubblicato il 27 giugno del 2022, vengono presentati i risultati tramite interviste semistrutturate di 10 trampoliniste universitarie di età compresa tra i 19 e i 24 anni. Il presente studio ha esplorato il modo in cui le giovani donne che competono negli sport estetici adottano strategie di auto-presentazione sui social media. I dati sono stati analizzati attraverso un'analisi tematica riflessiva e sono stati generati sei temi: 1. Autoanalisi: Le partecipanti hanno dimostrato un forte bisogno di presentare il loro "meglio di sé". L'incapacità di farlo si traduce nella paura del giudizio, nell'estrema autocritica e successivamente, nella post-prevenzione. 2. Il meglio di te: Le giovani donne cercano di presentarsi in modo favorevole, spesso selezionando gli aspetti più positivi di sé stesse. 3. Conseguenze emotive: L'auto-presentazione influisce sul benessere emotivo. La mancanza di conformità all'ideale desiderato può portare a sentimenti negativi. 4. Giudizio: La paura del giudizio sociale è un fattore significativo nell'auto-presentazione online. 5. Percezioni sui social media: Le partecipanti utilizzano i social media per presentarsi, ma spesso si confrontano con gli altri. 6. Accettazione: La necessità di alterare l'auto-presentazione per adattarsi agli standard sociali e di bellezza. Questo studio contribuisce alla letteratura sull'immagine corporea dimostrando una comprensione più dettagliata di come i social media influenzano la percezione di sé e la necessità di adattare la propria auto-presentazione
friccio1

Advancing meaningful learning in the age of AI - Oregon State Ecampus News - 0 views

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    L'intelligenza artificiale generativa sta entrando sempre di più nella nostra quotidianità, attraverso un gran numero di applicativi accessibili ad un numero sempre più vasto di utenti. Nel campo dell'educazione, numerosi software integrano ormai diverse funzioni dell'intelligenza artificiale fornendo a studentesse e studenti a diversi livelli di effettuare ricerche, generare testi e immagini attraverso semplici richieste inserite in un prompt. Le preoccupazioni dell'impatto di questa tecnologia sulle capacità e sulla qualità dell'apprendimento sono molte, oltre alla validità delle risposte generate dall'intelligenza artificiale. Una prima prospettiva, prevalentemente pessimistica, vede l'AI come uno strumento di cui possa essere facile abusare, in grado di trovare le soluzioni al posto dei discenti, impattando così negativamente l'apprendimento. Ma esistono anche altri punti di vista. L'AI non è uno strumento che sancisce fine dell'apprendimento significativo, ma è un'ulteriore occasione per riflettere sui processi e ambienti di apprendimento. Un team dell'Oregon State University Ecampus ha recentemente revisionato la tassonomia di Bloom inserendo le funzioni che gli strumenti di intelligenza artificiale stanno o potrebbero svolgere, considerando anche i modi in cui i discenti già utilizzano l'AI nei processi di apprendimento. L'obiettivo della piramide di Bloom aggiornata è mettere a disposizione degli insegnanti uno strumento, una bussola per valutare le facoltà umane distintive, per enfatizzarle, così come riconoscere i compiti che possono essere assolti dalla tecnologia, di modo da guidare una revisione ponderata delle attività e delle valutazioni di ogni processo di apprendimento.
alessiaromagna

From the Cradle to the Web: The Growth of "Sharenting"-A Scientometric Perspective - 3 views

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    L'articolo si concentra sul fenomeno dello "sharenting" - neologismo che deriva dalla fusione dei termini "sharing" e "parenting" ovvero la pratica di condividere online informazioni e contenuti dei propri figli da parte dei genitori - e sulle possibili implicazioni nella media education. L'obiettivo dello studio descritto è quello di analizzare i rischi e i benefici associati a questa pratica. La metodologia di indagine utilizzata si avvale di un approccio "scientometrico" che raggruppa le pubblicazioni in base a domini di ricerca comuni, rivela le aree coperte dalla letteratura e le lacune ancora presenti e identifica gli articoli che hanno contribuito in modo significativo alla letteratura. Se la letteratura attuale si concentra quasi esclusivamente sulle questioni di tipo etico, legate principalmente alla violazione della privacy dei minori coinvolti, l'articolo, attraverso l'analisi dei dati raccolti sottolinea l'importanza di una comprensione delle implicazioni psicologiche del fenomeno come ad esempio le motivazioni che spingono i genitori a pubblicare e le possibili conseguenze emotive negative per i figli esposti. Nonostante il fenomeno sia già noto dal 2013, sono ancora poche le indagini che hanno approfondito le conseguenze dello sharenting nelle relazioni offline all'interno dell'ambiente familiare. Lo studio può rivelarsi utile per definire linee guida educative per interventi informativi, fornendo strumenti utili ai genitori, con la finalità di sviluppare consapevolezza delle cause e delle conseguenze della condivisione pubblica di contenuti mediali che riguardano i propri figli.
saretta78

THE CONCEPT OF MEDIA COMPETENCE OF THE FUTURE INFORMATICS TEACHER AND THE METHODOLOGICA... - 2 views

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    Il XXI secolo è stato caratterizzato dalla crescente influenza dei mezzi di comunicazione di massa sulla comunità mondiale, aprendo la strada all'era dell'informazione globale. La formazione di una società dell'informazione globale è stata alimentata dalle tecnologie dell'informazione e della comunicazione, con Internet come elemento fondamentale per le relazioni sociali delle giovani generazioni. L'educazione ai media è stata definita come il processo attraverso il quale le persone sviluppano competenze attraverso i mezzi di comunicazione di massa. Secondo i documenti dell'Unione Europea, l'educazione ai media promuove un atteggiamento critico e riflessivo verso i mezzi di comunicazione al fine di formare cittadini responsabili capaci di esprimere opinioni informate. Questo tipo di educazione si focalizza su vari tipi di media (stampa, grafica, elettronica, ecc.) e diverse tecnologie, incoraggiando l'analisi critica, la comprensione e la creazione di testi mediatici. L'educazione ai media offre agli individui la capacità di interpretare e creare messaggi mediatici, scegliendo i mezzi di comunicazione più appropriati. Essa permette alle persone di esercitare il loro diritto all'informazione, contribuendo alla crescita personale e aumentando la partecipazione e l'interattività sociale. Inoltre, prepara le persone per una cittadinanza democratica e una comprensione politica più profonda. L'obiettivo finale dell'educazione ai media è aumentare il livello di competenza e alfabetizzazione mediatica. La competenza mediatica è multidimensionale e richiede una vasta gamma di conoscenze. Essa incoraggia un approccio critico e analitico all'interpretazione dei media, consentendo agli individui di sviluppare una distanza critica rispetto alla cultura di massa e di resistere alla manipolazione mediatica.
sarinaarmati

Child protection online | Educating 21st Century Children: Emotional Well-being in the ... - 1 views

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    La OECD (Organisation for Economic Co-operation and Development) è un'organizzazione internazionale che da 60 anni lavora con Governi, legislativo e cittadini per trovare soluzioni a sfide sociali, economiche e ambientali. Il capitolo 10 "Child protection online" tratto dalla pubblicazione "Educating 21st Century Children: Emotional Well-being in the Digital Age" del 01.10.2019, si focalizza sui rischi che i bambini incontrano online (bullismo, razzismo, predatori sessuali, ecc.) e sulla necessità che sviluppino skill adatte a riconoscerli. Nel 2017 la OECD ha condotto un sondaggio tra 34 paesi per verificare se le raccomandazioni riguardo la sicurezza online per i bambini del 2012 fossero ancora attuali. Questo capitolo analizza le seguenti tipologie di rischio: rischi legati alle tecnologie di Internet (pornografia, sexting, cyber-grooming e cyber bullismo), rischi legati al consumatore (frode e marketing online) e rischi riguardo le informazioni, la privacy e sicurezza (diverse tipologie di condivisione dei dati personali consapevole e/o inconsapevole). Per ognuno di questi rischi sono presentati esempi legislativi di diversi paesi (anche in risposta al sondaggio del 2017) che spesso si limitano al loro approccio nella vita reale e non alla estensione online e pertanto i Governi negli ultimi anni si sono mossi in tal senso. Di fatto tutti questi rischi, in cui incorrono i bambini in particolare, sono costantemente in evoluzione e sono la trasposizione online di quelli già esistenti nella vita reale, ma che in Internet trovano un ambiente in cui agire, vasto, iperconnesso e spesso indisturbato da sguardi indiscreti.
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