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sarinaarmati

Child protection online | Educating 21st Century Children: Emotional Well-being in the ... - 1 views

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    La OECD (Organisation for Economic Co-operation and Development) è un'organizzazione internazionale che da 60 anni lavora con Governi, legislativo e cittadini per trovare soluzioni a sfide sociali, economiche e ambientali. Il capitolo 10 "Child protection online" tratto dalla pubblicazione "Educating 21st Century Children: Emotional Well-being in the Digital Age" del 01.10.2019, si focalizza sui rischi che i bambini incontrano online (bullismo, razzismo, predatori sessuali, ecc.) e sulla necessità che sviluppino skill adatte a riconoscerli. Nel 2017 la OECD ha condotto un sondaggio tra 34 paesi per verificare se le raccomandazioni riguardo la sicurezza online per i bambini del 2012 fossero ancora attuali. Questo capitolo analizza le seguenti tipologie di rischio: rischi legati alle tecnologie di Internet (pornografia, sexting, cyber-grooming e cyber bullismo), rischi legati al consumatore (frode e marketing online) e rischi riguardo le informazioni, la privacy e sicurezza (diverse tipologie di condivisione dei dati personali consapevole e/o inconsapevole). Per ognuno di questi rischi sono presentati esempi legislativi di diversi paesi (anche in risposta al sondaggio del 2017) che spesso si limitano al loro approccio nella vita reale e non alla estensione online e pertanto i Governi negli ultimi anni si sono mossi in tal senso. Di fatto tutti questi rischi, in cui incorrono i bambini in particolare, sono costantemente in evoluzione e sono la trasposizione online di quelli già esistenti nella vita reale, ma che in Internet trovano un ambiente in cui agire, vasto, iperconnesso e spesso indisturbato da sguardi indiscreti.
giannib71

Adolescenti - 2 views

Adolescenti Il mondo degli adolescenti e' sempre stato in movimento, cangiante ma negli ultimi anni con l'avvento delle nuove tecnologie questa accelerazione e' diventata ancora più dirompente. Il ...

started by giannib71 on 17 Mar 21 no follow-up yet
denisedesio

iGeneration: l'impatto delle nuove tecnologie su bambini e adolescenti - 9 views

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    Sebbene siano noti gli aspetti positivi della tecnologia digitale e le loro trasformazioni in particolare sulla Generazione Z; bisognerebbe insegnarla maggiormente nelle scuole alle nuove generazioni per diminuire il rischio degli effetti negativi che tali strumenti possono apportare e per ottimizzare il loro utilizzo. Giovani sempre più multitasking, problem solver, creatori attivi della loro conoscenza tramite procedimenti non lineari, veloci e rapidi che vivono internet e non semplicemente ci navigano; rischiano, a causa anche della non conoscenza approfondita degli stessi item, di sperimentare fenomeni di apatia, di mancanza di attenzione profonda ( "in internet si tende a passare da un rubinetto di informazioni all'altro ") di analfabetismo emotivo e di relazioni superficiali.
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    L'articolo è stato pubblicato il 5 aprile del 2017, dalla Dott.ssa Giulia Radice, psicologa psicoterapeuta cognitivo comportamentale, iscritta all'ordine degli psicologi della Lombardia dal 12/03/2015. Nell'esercizio della sua professione si occupa di ansia e panico, depressione, disturbi di personalità, trauma, lutti e separazioni, difficoltà relazionali e sociali. L'autrice nata tra il 1980 e 1990 si attribuisce l'appellativo di nativa digitale riproponendo in bibliografia l'articolo di Prensky "Digital Natives, Digital Immigrants" del 2001, dove egli identifica con questo termine gli individui che hanno vissuto a contatto con i mezzi di comunicazione digitale. All'interno dello studio, 1985 è la data che segna il passaggio cruciale dovuto alla diffusione di massa del computer, le persone nate prima di questa data che si sono poi approcciate al linguaggio digitale in una fase successiva sono definiti immigrati digitali da Prensky. L'autrice si interroga sul modo in cui le tecnologie digitali stanno trasformando le nostre vite, le nostre abitudini, le nostre abilità cognitive e i nostri comportamenti, interrogativo che genera il titolo dell'articolo: "come le nuove tecnologie ci stanno cambiando: la iGeneration". L'autrice presenta inizialmente l' Igeneration o generazione z, gli iperconnessi di cui molto ha scritto la docente Twenge , psicologa alla San Diego University, autrice di saggi ed articoli sull'adolescenza dove ha proposto un'analisi accurata della iGeneration attraverso il confronto con le generazioni che l'anno preceduta (Baby boomers 1946-1964, Generazione X 1965-1979 e i Millenials 1980-1994) individuandone otto tendenze che la definiscono: immaturità, iperconnessione, incorporeità, instabilità, isolamento e disimpegno, incertezza e precarietà e inclusività. Degli articoli e dei saggi della Dott.ssa Twenge non vi è traccia in bibliografia, così come di una parte della posizione di Cesare Rivoltella, che
tugleairina

Rischi di Internet: una panoramica della vittimizzazione nel cyberbullismo, abuso di ap... - 2 views

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    È stato condotto uno studio analitico e trasversale con 3212 partecipanti (46,3% maschi) provenienti da 22 scuole spagnole. Sono stati utilizzati strumenti di valutazione con adeguati standard di affidabilità e validità. Attraverso i media digitali, gli adolescenti costruiscono e co-costruiscono i loro ambienti, collegando i loro mondi online e offline. Il crescente possesso di smartphone, e il loro maggiore uso quotidiano, è la porta d'accesso a potenziali rischi che influenzano negativamente il benessere bio-psico-sociale, e questi possono avere esiti gravi. I ragazzi speso presentano problemi interiorizzanti ed esternalizzanti, perdita della qualità della vita. Il cyberbullismo è un atto violento intenzionale che viene eseguito ripetutamente, per un lungo periodo di tempo, attraverso l'uso delle nuove tecnologie, da una persona diretta contro un 'altra persona che ha difficoltà a difendersi. Il sexting si riferisce all'atto di inviare fotografie o video con un certo livello di contenuto sessuale, scattati o video registrati del protagonista, attraverso l'uso di media digitale. I risultati di questo studio suggeriscono l'esistenza di comorbilità tra i diversi rischi di Internet, con la vittimizzazione del cyberbullismo che è il rischio singolo più diffuso.
Margherita Miotti

Digital civility, italiani più consapevoli dei pericoli in Rete. Ma il Covid ... - 2 views

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    Il digital civility index elaborato da Microsoft (edizione 2022 che analizza le attitudini e le percezioni delle persone rispetto all'educazione civica digitale e sicurezza online) ci vede in recupero di due posizioni nella classifica a 22 paesi in cui ci classifichiamo decimi. Questo miglioramento è stato stimato solo sui maschi, le donne sono più esposte ai rischi online. C'è da tenere conto che il 40% degli utenti segnalano un peggioramento dei comportamenti nelle interazioni online durante la pandemia che ha spinto all'hate speech. Sono state stimate percentuali più alte della consapevolezza online. Molti sono d'accordo sul fatto che occorre portare avanti programmi di educazione e formazione sui corretti comportamenti da tenere online. Inoltre sono importanti appuntamenti come il safer internet day.
claudiaangelino

Come proteggere i nostri bambini dal cyberbullismo - Psiconet.it - 1 views

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    Il centro Psiconet nasce a Roma nel 2010 per offrire un aiuto psicologico professionale a bimbi,adolescenti, adulti, coppie e famiglie. In questo articolo affrontano il tema del cyberbullismo ed è rivolto ai genitori che intendono supportare e soprattutto insegnare ai propri figli ad usare in maniera costruttiva i media digitali, poichè questo è un tema molto importante ed attuale. Il cyberbullismo è una forma di attacco continuo e ripetuto messo in atto da una persona o da un gruppo, contro un' altra persona, attraverso l'uso di tecnologie digitali. Spesso i genitori hanno difficoltà ad individuare questo tipo di violenza, perchè avviene in maniera poco evidente ( attraverso l'uso di telefoni, pc , tablet o social media) quindi è importante osservare con attenzione il comportamento dei propri figli, e promuovere con essi un dialogo attivo su i rischi ai quali potrebbero essere esposti se per esempio decidessero di condividere online un qualcosa di personale, incoraggiare il bimbo a parlare con gli adulti riguardo messaggi o immagini online che li hanno fatti sentire feriti, ed infine controllare le loro attività sui social media in modo tale da accorgersi subito se diventano vittime di bullismo o se c'è qualche segnale di comportamenti di bullismo nei confronti di altri bambini.
elisamaesano

Mediamente-progetto di media education - 2 views

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    Gli obiettivi del progetto "MediaMente" sono: avvicinare gli adulti a tematiche sconosciute e aumentare le competenze degli adolescenti. Vengono coinvolte 11 classi.,per un totale di 850 studenti della scuola primaria e secondaria. Le tematiche trattate durante gli incontri spaziano dal cyberbullismo al sexting, dalla privacy all'adescamento online, dalla web reputation all' assuefazione in rete. Si e' proceduto per prima cosa all'alfabetizzazione di base per poi passare alla produzione di elaborazioni digitali. Cio' al fine di descrivere il proprio rapporto con i media ( io e il mio rapporto con i media). Nella realizzazione del progetto e' stato fondamentale il supporto dei peer educator. Di certo un progetto di questo tipo giova ai nostri giovani e ancor piu' alle famiglie che spesso non conoscono i rischi della rete. Infatti, attuatosi il passaggio dalla modernita' alla post-modernita' e dai mass media ai digital media si e' andati incontro a problematiche sconosciute ai piu'. La sensibilizzazione e la conoscenza possono dunque rappresentare l' unica soluzione per valorizzare cio' che di buono i personal nedia sanno offrirci, tenendo lontani i rischi che essi comportano.
saramucedola

Diritto all'educazione e nuove tecnologie. Sulla necessità di un approccio co... - 4 views

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    L' articolo vuole mostrare come l'avvento dei nuovi media e la grande distribuzione tra i giovani di nuove tecnologia debbano andare di pari passo, per quanto possibile, con gli ambienti e i processi educativi ed istruttivi. L'autore mette in risalto i pregi di delle nuove tecnologie come ad esempio l'e-learning e di come la tecnologia favorisca l'affermazione di un livello di didattica personalizzata oltre che permettere a milioni di individui di accedere ad un'esperienza ritagliata sulle proprie esigenze; cosi' come la possibilita' di avere una memoria ''esterna'', online e come questa memoria esterna possa favorire un approccio troppo frettoloso alle informazioni difettando l' attivita' di ricerca e di come le nuove tecnologie vadano ad influenzare i processi mentali ed il pensiero. Seppur vi sono dei rischi quali appunto quello di non allenare la memoria, e' anche vero che nessun sapere puo' chiudersi esclusivamente all'uso delle nuove tecnologie. L'educazione digitale rimane un terreno di dibattito e confronto che separa non solo insegnanti ed educatori ma anche giuristi, informatici e sociologi che provano ad orientarsi tra le possibili minacce e i vantaggi di cui i new media dispongono. Urge quindi un approccio ponderato ed equilibrato: il primo compito degli educatori e' quello di non affidare il controllo totale ai mezzi tecnologici omettendo di vigilare sui linguaggi, divulgazioni e contenuti, ciò che conta è cercare di favorire un'apertura consapevole verso le ICT, mantenendosi fedeli ai principi educativi e, al contempo, scongiurando l'adozione di atteggiamenti troppo ingenui oppure esageratamente critici. Emerge l'importanza di un'educazione che sappia guardare al digitale e che, al contempo, sia capace di farsi essa stessa digitale. L'informazione rispetto ai pericoli legati all'uso improprio dei mezzi e delle strumentazioni possono concretizzarsi solo nel caso in cui l'educatore si sottragga al
tugleairina

https://www.mdpi.com/1660-4601/15/11/2471 - 5 views

È stato condotto uno studio analitico e trasversale con 3212 partecipanti (46,3% maschi) provenienti da 22 scuole spagnole. Sono stati utilizzati strumenti di valutazione con adeguati standard di a...

media education ; cyberbullismo abuso di appuntamenti informatici; sexting; uso problematico di Internet

started by tugleairina on 20 Aug 23 no follow-up yet
maurosolimano

Dipendenze comportamentali dal gioco: Quando il gioco si trasforma in sofferenza - 4 views

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    In questo articolo tratto dalla rivista online Educare.it , scritto dalla Dott.ssa Bevelacqua e il Dott. Chiapasco ,viene evidenziato quando il gioco online e il gioco d'azzardo da semplici svaghi si trasformino in sofferenza. Al pari di altre dipendenze quali la tossicodipendenza, la dipendenza per lo Shopping, per il sesso, per le relazioni, la dipendenza dal gioco può portare l'individuo ad innescare comportamenti ossessivi compulsivi, che possono sfociare in un atteggiamento patologico. La dinamica comportamentale vissuta da queste persone sembra avere sempre lo stesso riscontro. Al inizio il giocatore online adotta questa modalità come pratica sociale, o svago, poi diventa parte integrante della vita, nella quale la persona si rifugia da traumi o eventi che con difficoltà riesce ad affrontare nella realtà. Questi tipi ti comportamenti hanno esiti sempre negativi, portano la persona a disinteressarsi del lavoro, della famiglia e ad avere sostanziosi problemi economici. Gli autori di quest'articolo pongono l'enfasi sulla prevenzione e l'informazione dei rischi per gioco online, soprattutto nei giovani. Incoraggiano prima i genitori ad adottare un atteggiamento responsabile verso le nuove tecnologie (ormai indispensabili nella vita quotidiana). Suggeriscono inoltre, di monitorare con attenzione eventuali segnali problematici da parte dei ragazzi e di promuovere attività sociali non solo tecno-mediate.
crileone

Zygmunt Bauman: "Il futuro non esiste, va creato" - 3 views

"Devo deludervi, non sono un guru", ha esordito Zygmunt Bauman, aprendo il suo intervento milanese a Meet The Media Guru: "non vi dirò come condurre la vostra vita". La conferenza di Bauman, uno de...

Guru Futuro Social Network Relazioni Conoscenza Media education

started by crileone on 24 Mar 15 no follow-up yet
gpinzuti

Social network, scuole e famiglie: una revisione della letteratura scientifica - 4 views

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    L'articolo espone l'importanza del ruolo della famiglia e della scuola "nella guida e nel controllo delle relazioni offline e online degli adolescenti nell'uso dei social network". Il testo analizza, in un range di 43 articoli di letteratura scientifica, il rapporto non privo di difficoltà e di ostacoli che i giovani presentano con i social network. Questo articolo mi ha indotto ad una valutazione. La rete dei social network, così perfetta e letale al tempo stesso, ha attratto negli anni un numero sempre maggiore di bambini, adolescenti e adulti e causato danni più o meno rilevanti in ambito pedagogico, psicologico ed educativo (come il cyberbullismo). Sono proprio i genitori e la scuola che dovrebbero difendere l'adolescente ed educarlo ai rischi ai quali può incorrere, semplicemente chattando con altri o inviando file ad altri, in questo "doppio potere" esercitato dai social network. In tal senso è estremamente importante il ruolo della mediazione: è evidente che in un momento in cui la convergenza mediatica è così forte e profonda, forme inefficaci di School Mediation e Parental Mediation, troppo restrittive nell'educazione digitale dei giovani, possono irrimediabilmente deteriorare i rapporti e provocare un pericoloso isolamento. Al contrario se genitori e scuola adottassero (consapevolmente e criticamente) una mediazione attiva, collaborativa e condivisa con l'adolescente - nativo digitale, si riuscirebbe a contrastare, o comunque a ridurre, episodi discriminatori e fare in modo che la distanza tra online e offline per i ragazzi non sia più così fragile.
gasaparo

Educazione e nuovi media - diritti e responsabilità verso una cittadinanza di... - 9 views

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    Questo documento, realizzato con il supporto dell'Ufficio Comunicazione di Save the Children Italia, "si propone di offrire agli insegnanti strumenti didattici per intraprendere con i propri alunni, bambini ed adolescenti, un percorso verso la consapevolezza dei propri diritti online nell'utilizzo delle più recenti tecnologie, in particolare Internet e cellulari". Ho ritenuto giusto postare questo testo, per due motivi:innanzitutto perché riassume brevemente dei punti-chiave del corso Educazione e nuovi media, poi perché nella seconda parte sono illustrati i motivi per cui Save the Children si occupa di Media e dell'approccio basato sui diritti e gli strumenti utilizzati. Inoltre, nell'appendice sono presenti il testo della Convenzione ONU sui diritti dell'Infanzia e dell'Adolescenza (1989) e una possibile carta dei diritti online per l'infanzia. Quello che viene sottolineato in questo documento, e che anch'io vorrei evidenziare, è che "il problema della "sicurezza", associato all'utilizzo dei Nuovi Media da parte dei giovani, non è riconducibile esclusivamente all'esistenza in sé di alcuni rischi, ma anche alla possibilità che l'utilizzo di tali strumenti tecnologici cominci a prevalere a scapito di spazi di aggregazione concreti, di attività sociali, ricreative, sportive". Guardando alle "nuove generazioni" si può notare che i ragazzi sono sempre più plasmati dalle celebrità e dal loro mondo, attenti più ad apparire che ad essere. Per citare il politologo Sartori, l'uomo è diventato "Homo Videns", una nuova specie generata dalla televisione, che si limita a vedere; "Il bambino, la cui prima scuola è la televisione, è un animale simbolico che riceve il suo "imprinting", il suo stampo formativo, da immagini di un mondo tutto centrato sul vedere. E questo atrofizza la capacità di capire". Ecco che nasce la necessità di andare oltre ciò che si vede, di "rendere estraneo ciò che è familiare", come dice Buckingham, e cercare di far c
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    Da diversi decenni, prima nel resto d'Europa e poi anche nel nostro Paese, la Media Education si è proposta come strumento attraverso cui l'educazione possa tutelare i diritti dei più giovani, ad oggi rappresentando strumento di potenziamento dei soggetti che si propone lo sviluppo di consapevolezza e di pensiero critico, creando le condizioni affinchè il bambino si possa difendere da sé. Un approccio che mira a controllare il rapporto tra media e i suoi destinatari e che delinea tre caratteristiche pedagogicamente rilevanti di questa svolta digitale: portabilità, interattività e generatività. La Rete e il telefonino sono migrati nelle nostre vite, le costituiscono dall'interno, sono parte del nostro essere cittadini. Come tali vanno considerati resistendo alla tentazione di farli depositare all'ingresso della scuola (nella speranza mal celata di chiudere furoi, con essi, il problema) e conferendo alla Media Education lo status di educazione civica del Nuovo Millennio
camillasbrocca

I nuovi media e il rischio del cyberbullismo: quali segnali? - 2 views

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    La diffusione delle tecnologie e di Internet stanno modificando la nostra vita, ad esempio computer e telefono hanno trasformato le nostre abitudini quotidiane, come il modo di comunicare e di lavorare. Nonostante i nuovi media offrano nuove possibilità per tutti noi, l'altra faccia della medaglia è rappresentata da diversi rischi, legati all'utilizzo improprio di questi strumenti. Il rischio principale è il cyberbullismo, ovvero l'uso delle nuove tecnologie per intimorire, molestare o mettere in imbarazzo le altre persone, attraverso diverse modalità, come telefonate, messaggi e social network. Questo pericoloso fenomeno riguarda soprattutto i giovani, perché, attraverso i social network, possono nascondere la loro identità dietro lo schermo di un pc. Oggi, per i ragazzi, la distinzione tra vita virtuale e vita reale è davvero minima, infatti le attività che svolgono online hanno conseguenze anche nella loro vita. Il cyberbullismo è caratterizzato, ad esempio, da pettegolezzi, immagini o video imbarazzanti, costruzione di falsi profili e minacce. Queste aggressioni possono rimanere comportamenti solo online o possono far seguito a veri e propri episodi di bullismo. Sono tante le notizie che ascoltiamo al telegiornale o che leggiamo sui quotidiani, che riguardano atti di violenza tra ragazzi nelle scuole o nei loro luoghi di ritrovo o, addirittura, che riguardano il suicidio, come estrema conseguenza delle continue minacce virtuali da parte dei coetanei. Spesso i veri deboli sono proprio gli aggressori, vittime della propria ignoranza e dell'incapacità di farsi valere in altri modi, a causa di famiglie assenti, che non li educano ad un adeguato approccio a internet. La spiacevole diffusione del cyberbullismo ha indotto diversi autori a studiare questo fenomeno, ad esempio Smith e i suoi collaboratori proposero una definizione di cyberbullismo in relazione diretta con il bullismo.
paamthurnax

Empowerment e prevenzione per un Internet migliore: con Happy Onlife si impara giocando - 5 views

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    Happy Onlife è un gioco interattivo sviluppato per conto della Commissione Europea, finalizzato allo sviluppo di competenze digitali attraverso l'acquisizione della consapevolezza su rischi e opportunità legati ai media online. È un mix tra Gioco dell'oca e Quiz, rivolto alla fascia 8-12 anni, che consente di partecipare come singolo o due giocatori/squadre. È il risultato di una ricerca partecipativa che ha permesso agli sviluppatori di calibrare divertimento e coinvolgimento dei ragazzi e di studiare quesiti all'interno di scenari realistici, realizzando così uno strumento ludico-educativo capace di stimolare interesse e al contempo di affrontare tematiche sensibili (interazioni onlife/online, social network, modalità comunicative, fake news, cyberbullismo, protezione dati, ecc). Il videogioco, aggiornato con nuovi contenuti nel Febbraio 2020, è il risultato di studi condotti da vari teams di ricerca a partire dal 2014, sotto un comune progetto europeo (sono reperibili le pubblicazioni tecnico-scientifiche nella sezione "Publications" del menù, al seguente link: https://web.jrc.ec.europa.eu/happyonlife/publications_en.html). Attraverso il gioco, si presenta l'occasione di elaborare esperienze, scambiare opinioni, riflettere criticamente in una cornice co-costruita di apprendimento significativo. In questo clima di partecipazione e reciprocità, la mediazione di genitori e insegnanti può contribuire ad avvalorare l'apprendimento informale, accrescendo l'empowerment di una comunità digitale più responsabile e rispettosa.
alexaballarin

Minori ed internet educazione ad un uso consapevole del web - Net Reputation - 18 views

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    Internet è uno strumento indispensabile e a disposizione di tutti, minori compresi. Qualche spunto per una educazione ad un uso consapevole del web e dei social network. Sempre più le vicende di cronaca rendono fondamentale affrontare le questioni dell'educazione ai nuovi strumenti di comunicazione (e fruizione dell'informazione) che internet ci mette a disposizione. Siamo connessi h 24 grazie a Smartphone che per prestazioni (velocità CPU, memorie, dimensioni schermo) e per connettività (spesso in Italia le connessione ad internet da cellulare risultano anche più veloci delle "adsl normali") sono molto più potenti dei "vecchi pc" e ci consentono di fare acquisti, chattare, leggere, comunicare, cercare musica online, formarci ecc. ecc. Questi processi cambiano il nostro modo di pensare, il nostro modo di relazionarsi agli altri, di acquistare, di studiare ecc. E' quindi necessario un "supporto" che vada in tante direzione, non solo tecnico informatico (come si usa un determinato software o un determinato dispositivo) ma più profondo, "olistico", che possa andare in profondità, per esempio spiegando come funzionano davvero i social, quali sono i meccanismi che sottintendono alla pubblicità e al marketing sui social network e sul web, come individuare una fonte attendibile ed evitare "fake news" e bufale, come utilizzare in sicurezza un motore di ricerca, le regole da tenere in ambito social, comprendere le dinamiche dietro al "gaming" e alle chat nei giochi online ecc. In questo processo di comprensione non devono esser coinvolti solo i ragazzi ma è fondamentale coinvolgere anche i docenti ed i formatori e i genitori.
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    Gli adolescenti devono imparare ad essere critici nei confronti del materiale che trovano su internet, ma devono essere anche creativi. Poichè i ragazzi, di tutte le età, passano sempre più tempo davanti al loro smarthphone, gli adulti (genitori, docenti e formatori) sono tenuti ad agire come "interpreti": devono saper comunicare la molteplicità della realtà , rendere pubblico il pericolo nascosto dietro la community. I giovani sono sempre più esposti, tramite l'accesso alla rete, ad immagini di violenza, sesso, droga. I confini tra infanzia ed età adulta diventano sempre più confusi ed i ragazzi non sempre sono pronti ai cambiamenti repentini proposti dalla rete. In un tempo come il nostro, dove entrambi i genitori lavorano, i ragazzi passano parecchio tempo da soli, imparando ad usare i media attraverso l'esplorazione ed il gioco, anche attraverso gli errori. La scuola, tramite gli insegnanti, dovrebbe insegnare agli alunni a sviluppare il proprio senso critico, a prendere coscienza della complessità dei media, della diversità offerta, per poter agire secondo la propria coscienza ed i propri valori. Ma è difficile per le istituzioni scolastiche formare i ragazzi se non si hanno a disposizione, nelle proprie strutture, gli strumenti necessari (computer, LIM, ecc.): solo lavorando a contatto coi giovani, sulla rete, si possono valutare insieme caratteristiche, pregi e difetti. Gli insegnanti dovrebbero essere più formati al mondo digitale, spesso troviamo insegnanti che non hanno mai visto un computer, che utilizzano un cellulare di vecchia generazione e quindi trovano difficoltà a trasmettere nozioni che non hanno!
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    Si tratta di un articolo scritto da Marco Pini, formatore e consulente web, pubblicato da Net Reputation, del cui team Pini fa parte. Il link di questo post è suggerito da MiurIstruzione.it, nell'ambito dell'articolo:" La Media Education nelle scuole, ecco perchè è importante". L'accento è posto sulla centralità di un supporto in ambito educativo, genitoriale e scolastico, nell'utilizzo dei media. Questo supporto deve andare in tante direzioni, e non deve essere solo tecnico informatico ma più profondo e "olistico". Non serve reprimere o censurare, ma FORMARE e la scuola deve essere all'avanguardia nelle competenze e nelle conoscenze dei nuovi strumenti digitali. Sono inseriti , all'interno di questa presentazione, anche due video e delle interviste sul bullismo e sul cyber bullismo, più la possibilità di scaricare gratuitamente un e-book sullo stesso argomento. Inoltre troviamo il link di un interessante video " della Stampa sulla reputazione digitale e sul recruitment e un link che collega alla traduzione dall'inglese di una lettera/contratto su cui troviamo 18 regole sull'utilizzo del primo smartphone, scritte, come biglietto di accompagnamento al regalo, da una madre al figlio tredicenne. Per concludere troviamo un video del Garante per la protezione dei dati personali dal titolo: Social network: quando ti connetti, connetti anche la testa!
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    L'articolo pone l'evidenza sull'utilizzo del web da parte dei minori, essendo internet uno strumento di conoscenza ormai indispensabile per la vita di tutti i giorni è necessario farne la sua conoscenza e, soprattutto è importante utilizzare con consapevolezza tutti i dispositivi che ci permettono di essere connessi h24. Il Web viene fruito dai minori tramite dispositivi mobili che aumentano la portata e la possibilità di navigare sulla rete in occasioni diverse ed alle volte, fuori dal controllo di un adulto. Ad oggi si parla spesso di cyberbullismo , una forma di bullismo digitale ma comunque reale; inoltre molto frequente è la nomofobia, una patologia che si manifesta come la paura di restare disconnessi dal proprio cellulare. Quindi, la conoscenza è la miglior soluzione per un utilizzo intelligente e consapevole del Web. Tuttavia, dai giovani, non viene ancora concepito come uno spazio reale al 100% , ma come un luogo privo di regole grazie al quale è possibile sfogarsi. L'educazione ai nuovi media è quindi indispensabile e l'articolo elenca una serie di consigli (legati soprattutto al rispetto della privacy), per imparare ad utilizzarli.
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    Questo articolo si propone di Marco Pini (formatore, divulgatore, consulente Seo) di dare consigli utili e pratici alle famiglie per educare i minori ad un uso consapevole del web. Da una prima infarinatura di cos'è la media education, quali sono i rischi ma anche i tanti vantaggi per l'apprendimento. Alla fine, parte che ho trovato molto interessante, mette a punto una serie di consigli pratici per poter aiutare le famiglie ad indirizzare i propri figli nella direzione dell'utilizzo consapevole del web.
ilariagiuseppini

Cittadini in Crescita numero unico del 2013-Raccolta di approfondimenti a cura del Cent... - 3 views

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    Questa pubblicazione del Centro Nazionale di Documentazione e Analisi per l'Infanzia e l'Adolescenza raccoglie una serie di contributi significativi sul tema bambini, adolescenti e nuovi media. In particolare la prima parte (fino a pag. 42) riporta: esperienze di innovazione in campo scolastico grazie all'introduzione e utilizzo di media e tecnologia; l'utilizzo di tecnologie e media a supporto di bambini e ragazzi con DSA; punti di vista diversi, supportati da ricerche scientifiche, sul rapporto tra i giovani e i media (in particolare social network); la trasformazione che dovrebbero subire la scuola e il metodo di insegnamento per integrare e sfruttare le possibilità offerte da tecnologia e media; progetti di ricerca-intervento realizzati, volti all'utilizzo responsabile e consapevole della rete da parte dei ragazzi, con attenzione ai rischi connessi; l'azione "Cl@ssi 2.0" promossa dal Miur con lo scopo di portare la tecnologia nelle aule formando il personale docente e coinvolgendo vari attori sul territorio.
anonymous

Social Media Literacy in Crisis Context: Fake News Consumption during COVID-19 Lockdown - 1 views

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    L'evoluzione esponenziale e graduale delle fake news e la frequenza di utilizzo, i rischi connessi per la democrazia, l'affidabilità di notizie nei media di pubblico utilizzo, hanno aumentato la necessità di intraprendere ricerche accademiche sulle fake news inserite in questo articolo. Questo studio si concentra su un corpus di 186 persone (essenz.giovani) raggiunte con sondaggio online. Mentre si cerca di comprendere il grado di proliferazione delle fake news in un contesto di crisi epidemica, questa ricerca indaga sulla dipendenza delle persone dai social media durante il loro periodo di "confinamento". L'uso dei social media è un meccanismo che aiuta a ridurre lo stress e la solitudine delle persone confinate durante le grandi crisi. È anche uno spazio di espressione aperto che consente alle persone di rimanere costantemente in contatto con i loro cari. Il suo utilizzo è cresciuto in modo da indurre alcuni utenti a utilizzarlo come canale di consumo e diffusione delle informazioni e questo studio ha dimostrato che i social media sono un vero mezzo di democratizzazione dell'informazione e che il consumo di false notizie attraverso queste piattaforme aumenta notevolmente nei contesti di crisi. La Social Media Literacy (SML) può essere un particolare insieme di abilità pratiche, intellettuali ed emotive richieste agli utenti dei social media per creare contenuti o rilevare post di notizie false, che va oltre la comprensione in un contesto di crisi pandemica di COVID-19. Lo studio dimostra che le persone con un livello più alto di stress in quarantena adottano reazioni spontanee irrazionali nel condividere informazioni false, senza prestare molta attenzione alla loro accuratezza, approntando un approccio meno critico e analitico. In un contesto di crisi globale, fattori socio-emotivi e psicologici giocano un ruolo significativo nella propagazione di fake news, facilitando di fatto la diffusione attraverso le piattaforme dei social media.
eleonorazirone

L'impatto dei social media sulla salute mentale dei giovani: rischi e benefici - 6 views

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    I social media giocano un ruolo centrale nella vita dei giovani: le statistiche suggeriscono che il 95% degli adolescenti statunitensi ha accesso ad uno smartphone. Ma quali sono le conseguenze dei social media sulla salute mentale dei giovani? L'articolo sottolinea il fatto che ci sia una correlazione tra uso dei social media e aumento dei disturbi mentali tra i giovani ,ma anche che abbiano introdotto numerosi benefit. Essi, infatti, promuovono il senso di appartenenza e supporto tra pari, danno l'opportunità di prevenzione e sensibilizzazione e permettono screening e trattamento online
alex0078

Un approccio della media education sull'uso dell'intelligenza artificiale nell'istruzione - 5 views

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    Un articolo di maggio 2023 dove Buckingham si approccia all'utilizzo delle intelligenze artificiali nell'ambito dell'istruzione.Cita una lettera scritta da un gruppo di dirigenti scolastici pubblicata sul Times, dove questi mettono in guardia sui possibili rischi che software quali ChatGPT, la più conosciuta intelligenza artificiale del momento, possono rappresentare per l'istruzione.Nella lettera viene chiesto al governo che sia istituita al più presto una commissione indipendente che stabilisca cosa sia "bene" e cosa sia "male" nell'utilizzare le IA, il cui recente e sempre più veloce sviluppo viene descritto come "sconcertante" da Sir Anthony Seldon, scrittore e principale artefice della lettera. Buckingham spiega l'attuale ambito di utilizzo delle IA: generazione di immagini, motori di ricerca, piattaforme di condivisione di file e sistemi di recensione dei rivenditori.Cita la recente vittoria al Sony World Photography Awards di Boris Eldagsen che ha partecipato con un'immagine creata con un'intelligenza artificiale per portare all'attenzione il problema della difficoltà di "smascherare" contenuti creati con le IA. Continuando a parlare di ChatGPT, evidenzia che il plagio è da sempre esistito e per quanto esistano software online per rilevarlo, adesso diventa molto difficile se non impossibile smascherarlo.Parlando poi, di come crea i contenuti, mette in evidenza quanto "costi" in risorse ambientali far funzionare un tale software. In chiusura dell'articolo scrive come possa essere usata L'IA nell'insegnamento e cita Umberto Eco: "se vuoi usare i media per insegnare a qualcuno, devi prima insegnargli come capire i media. L'educazione ai media non riguarda principalmente l'insegnamento con o attraverso i media, ma l'insegnamento dei media: non deve essere confuso con i media educativi o la tecnologia educativa". L'istruzione ha sempre usato dei media,per esempio il libro, quindi starà agli insegnanti capire come utilizzare al meglio questa nuova tecnologia.
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