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patrizia1

Come sarà la scuola dei veri Nativi Digitali? Il futuro nella flipped classroom - 6 views

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    come cambia l'insegnamento attraverso l'utilizzo della banda larga attraverso l'utilizzo di piattaforme dedicate: l'utilizzo "tematico" da parte dei docenti sfrutta ambienti virtuali di apprendimento consentendo nuove forme di apprendimento attraverso i metodi del problem solving ed imparando secondo il "learning by doing" sfruttando appieno le capacita' dei cosidetti nativi digitali.
caraale

LA DIDATTICA SECONDO LA FLIPPED CLASSROOM - 4 views

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    La didattica capovolta, conosciuta come Flipped Classroom, è così chiamata perché capovolge le normali dinamiche per l'apprendimento; è un nuovo approccio all'attività di insegnamento che si discosta dal classico metodo condotto con lezioni frontali. L'idea è nata da due professori statunitensi i quali si accorsero dell'apprezzamento da parte dei propri studenti per le videolezioni caricate su YouTube per gli assenti. Decisero così di registrare in anticipo tutte le lezioni e di assegnare la visione come compito a casa in modo da sfruttare al meglio il tempo a scuola. Di recente anche le scuole primarie stanno adottando questo metodo: l'insegnante introduce l'argomento; segue poi la fase di fruizione che avviene a casa grazie alla condivisione di materiali all'interno di un "ambiente virtuale": sono materiali che affrontano lo stesso argomento in modi diversi, così da permettere allo studente di scegliere il metodo migliore per l'apprendimento. Questi "spazi di affinità" rappresentano dei veri e propri ambienti d'apprendimento e permettono ai ragazzi di partecipare attivamente motivandoli ad acquisire nuove conoscenze e competenze. Oltre all'impiego del tempo scuola in modo più razionale e proficuo, uno dei vantaggi principali del metodo è l'alto grado di personalizzazione dei percorsi.
massimomoretti

L'innovazione tecnologica nella scuola italiana. Per un'analisi critica e storica - 8 views

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    L'articolo, pubblicato nel 2016, evidenzia la rilevanza dell'introduzione delle tecnologie nella scuola italiana, processo che si è sviluppato negli ultimi quarant'anni. Inizialmente molti insegnanti furono influenzati dalle innovazioni modificando atteggiamenti e metodologie; tuttavia, a mano a mano che l'introduzione delle ITC nella scuola si andava affermando, emersero criticità e contraddizioni provocate da problemi tecnici, incompatibilità, mancanza di tempo e carenza di preparazione degli insegnanti. L'esperienza del passato, a fronte delle difficoltà verificate, rischia di passare in second'ordine o - addirittura - di essere dimenticata, unitamente al portato teorico e didattico caratterizzante la fase precedente. S'impone pertanto una riflessione critica attraverso la presentazione di alcuni lineamenti della storia dell'introduzione delle ITC nella scuola, delle concezioni che l'hanno accompagnata e dei rapporti che spesso, anche all'insaputa degli innovatori, si mantengono tra passato e presente. La tecnologia informatica fu introdotta ufficialmente nella scuola italiana nel 1985 (primo Piano Nazionale Informatica - PNI 1), affiancata agli insegnamenti di matematica e fisica del primo biennio della scuola superiore. Il PNI 1 nacque dall'idea che l'alfabetizzazione informatica costituisse l'unica via d'accesso alla società dell'informazione e dalla fiducia nella possibilità per gli strumenti e le tecniche dell'informatica di favorire lo sviluppo cognitivo degli studenti. In seguito, l'introduzione del linguaggio di programmazione, dei videogiochi e degli ambienti di scrittura indussero a ritenere il computer uno strumento di supporto per l'apprendimento, capace di dilatare la conoscenza e il processo per acquisirla, favorendo l'autonomia e la creatività, secondo un approccio cognitivistico-costruttivista. Negli anni Novanta, con l'avvento dell'ipertestualità, la tecnologia venne accolta nella scuola
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    con lo scopo di avvicinarla alla realtà vissuta dagli studenti a casa e in altri ambienti, contraddistinta dall'interazione tra parola orale, testi scritti, suoni e immagini. Le più recenti iniziative ministeriali da un lato spingono verso limiti più avanzati l'idea della partecipazione sociale, dall'altro sembrano riscoprire il valore di pratiche già sperimentate negli anni Ottanta e in parte dimenticate dalla scuola. L'articolo, in particolare, pone l'accento sulla pratica del coding, vale a dire sul processo finale di programmazione, quello della scrittura del codice attraverso l'uso di un determinato linguaggio. In sostanza, questa analisi storico-critica mette in evidenza come nel nostro Paese la normativa che regola l'introduzione del digitale nella scuola insegua l'innovazione tecnologica, tentando di stare al passo con questo processo fluido, rapido e costante.
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    FORM@RE - Open Journal per la formazione in Rete L'innovazione tecnologica nella scuola italiana. Per un'analisi critica e storica Technological innovation in the Italian school. A critical and historical analysis Camilla Moricca - Università degli Studi di Firenze, camilla.moricca@unifi.it Abstract L'introduzione tecnologica nella scuola è caratterizzata da ondate che si succedono conservando scarsa consapevolezza e ricordo della fase precedente. Il lavoro ripercorre in modo sintetico le principali iniziative istituzionali e le più note teorie di riferimento che le hanno accompagnate nell'ottica di favorire una consapevolezza storico-critica su ciò che l'esperienza ci può aver insegnato. Nell'ultima parte ci si sofferma su riferimenti oggi in voga, quali il coding e la robotica, chiedendoci se siano davvero nuovi e se poggino su criteri pedagogici fondati. Parole chiave: tecnologie dell'educazione; analisi storica; coding; robotica. Abstract Technological introduction into school takes place in the form of innovations that maintaining low awareness and memories of the previous phases. The work recalls briefly the main institutional initiatives and best-known theories of reference in order to foster a historical-critical awareness of what the experience may have informed us. In the last part we focus on references in vogue, such as coding and robotics, wondering if they are really innovations and if they are based on valid educational criteria. Keywords: educational technology; historical analysis; coding; robotics. 1. Introduzione L'introduzione delle tecnologie nella scuola ha rappresentato un avvenimento rilevante negli ultimi quarant'anni e il processo che l'ha accompagnata ha coinvolto direttamente molti insegnanti, influenzando i loro atteggiamenti e le loro concezioni metodologiche. Sembra quindi ragionevolmente importante soffermarsi a riflettere su questo percorso per comprenderne meglio la natura. Tuttavia sono carenti i lavori
marydelucma2

Verso la blended education. Riflettendo su immaginari, media e apprendimento - 4 views

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    Fino all'avvento della rete la situazione era definita; da una parte la cultura ufficiale e istituzionale, veicolata dai media della stampa (una cultura fatta di astrazione, analisi, riflessione ) e dall'altra la cultura sociale, fatta di abitudini, credenze (una cultura fatta di azione, partecipazione, condivisione), veicolata dai media dell'audiovisione. Con l'avvento del digitale queste distinzioni saltano. Il sapere che porta alla luce la tecnologia digitale è fatto di partecipazione e di astrazione, di analisi/riflessione e di azione. Da qui nasce la necessità di modificare il paradigma dell'educazione che deve considerare, come protagonista, il soggetto che acquisisce le conoscenze prodotte e accumulate attraverso l' esperienza personale della ricerca di senso tramite lo scambio con gli altri. In questo contesto, l'articolo mette in evidenza l'importanza della relazione fra educazione e immaginari/media. Vengono citate alcun esperienze positive di flipped classroom in cui il docente che assume un ruolo di "guida", per incuriosire gli studenti, deve partire da ciò che fa parte del loro immaginario di riferimento e dai media che utilizzano per poi costruire insieme teorie e analisi più astratte.
erikatonelliutiu

Why teachers should embrace digital devices in the classroom - 3 views

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    Questo articolo, scritto da Scott Lingley dell'università di Alberta, sostiene la necessità di utilizzare le nuove tecnologie digitali nell'educazione scolastica. Queste considerazioni vengono fatte riprendendo gli studi di Suzanna Wong e Linda Laidlaw. In particolare, la Wong ritiene sia necessario un "cambiamento mentale" degli insegnanti, orientato all'apprendimento collaborativo con gli studenti, integrando nell'apprendimento in classe i modi efficaci sviluppati dai bambini con l'utilizzo quotidiano dei dispositivi digitali. La funzionalità multimediale di questi dispositivi consente delle "espressioni di apprendimento multimodali". Relativamente alle preoccupazioni di alcuni educatori sulla dipendenza dai dispositivi mobili, la Wong concorda ritenendola una preoccupazione legittima, ma afferma che i benefici educativi sono superiori. Inoltre, si evidenzia la necessità di una "alfabetizzazione critica", mediante la quale l'apprendimento scolastico può aiutare lo sviluppo del pensiero critico negli studenti, necessario per reperire informazioni affidabili dalla rete.
geraldavitale

Sergio Vastarella, "Perché è importante il digitale a scuola?" - Yo... - 7 views

shared by geraldavitale on 16 Feb 20 - No Cached
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    Sergio Vastarella presenta una concreta testimonianza di come non viene utilizzato nell'educazione le Lim nelle scuole, spesso poco capaci di usarle i docenti, spesso il timore di non essere all'altezza del sapere degli studenti, spesso non è sufficiente il server del polo scolastico. Insomma molto frequente un pannello presente nelle classi inutilizzato. Invece con le lezioni con Classroom sono molto utili per strutturare un metodo di studio all'avanguardia nel 2020, gli insegnanti presentano il programma attraverso la Lim, collegandosi ad una classe solo per gli alunni e gli stessi, visualizzare materiale di studio, immagini e mappe concettuali, utilizzando magari lo smarphon o tablet, confrontarsi con i compagni di classe, preparare elaborati da affrontare poi in classe, così il professore può dare una valutazione di impegno costante e interesse dei ragazzi, volendo senza più affrontare interrogazioni frontali. Si avrebbe un'educazione sul reale utilizzo della tecnologia a disposizione, possibilità eccezionali per aiutarsi nello studio, si utilizzerebbero i sensi visivo e uditivo e molto ancora. La sua osservazione è poi realistica nel dire che una volta le scuole incuriosivano gli studenti per materiali, progetti, ambiente… Ora a parte la Lim trovano classi vecchio stampo, professori che non sfruttano al meglio quanto hanno a disposizione, vecchi schemi che non vogliono cambiare, questo crea diffidenza e disinteresse negli studenti. Vastarella in collaborazione Università cattolica, insieme al Professor Rivoltella determina di valutare il formale ed informale del bambino con la scuola, cioè formale: ciò che trova e vive nella scuola; informale: ciò che trova fuori con genitori super tecnologici, amici con game e varie apparecchi super tecnologici, qui il bambino deve essere allineato per non arrivare in classe senza più nulla di ciò, annoiatissimi, dispersivi in pensieri e atteggiamento. Mentre trovando gli stessi mezzi potrebbero dare davvero mol
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    Sergio Vastarella è un insegnante di scuola primaria , ricercatore e docente nel Laboratorio delle Tecnologie dell'Istruzione all'Università Cattolica.Questo video tratta l'importanza dell'introduzione delle tecnologie digitali a scuola, al fine di instaurare una didattica innovativa e divertente, vicina agli interessi digitali dei ragazzi. Si distingue una educazione formale attuata a scuola da una educazione informale relativa alle relazioni e attività extrascolastiche. Esiste una frattura tra le 2 realtà e la scuola è rimasta indietro rispetto alla realtà digitale che i discenti vivono a casa.Le poche Lim presenti a scuola molto spesso non vengono usate dagli insegnanti, poco competenti in campo informatico. La Lim è uno schermo tattile di un computer che modifica oggetti digitali, permette di navigare in Internet, vedere video su Youtube,condividere sapere con i ragazzi. La scuola italiana è ancora poco attrezzata, poco competente nella tecnologia digitale.
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    Mio Comento.
danisusan

Via la cattedra! Ribaltare i paradigmi dell'apprendimento con la classe capov... - 8 views

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    Ho cercato per giorni in Internet un articolo originale che potesse creare interesse, sono passata dal visionare i siti cyber-tecnologici più in voga alle riviste on-line, per poi scegliere un articolo che centra in pieno (a mio parere) il problema dell'attenzione, dell'apprendimento, della tecnologia e della didattica. Era lì…semplice e chiaro, in una simpatica presentazione con esempi, illustrazioni ed esperimento esplicativo. Parla della "flipped classroom", una tecnica di insegnamento che sta prendendo campo anche nelle nostre strutture didattiche. Riprende un articolo pubblicato da Chiara Spalatro sulla rivista pedagogica Docenti attenti.
alessandra123

View of PREVENZIONE DEL CYBERBULLISMO: L'USO DEL BLOG PER EDUCARE I RAGAZZI A... - 4 views

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    In questo articolo pubblicato su "Media Education" - Edizioni Centro Studi Erickson Spa , si racconta un progetto di cittadinanza digitale, svolto dalla classe seconda C dell'IPSSEOA di Polignano a Mare (BA) nell'ambito dell'attività di prevenzione e contrasto al cyberbullismo. Il progetto ha il merito di aver orientato gli alunni verso un'educazione al digitale e di aver puntato a renderli cittadini digitali consapevoli. Interessante e innovativo si è dimostrato l'uso della social classroom e del blog come luoghi per sperimentare le modalità corrette di approccio ai social network e al web e promuovendo un linguaggio adeguato contro ogni forma di cyberbullismo e ogni forma di discorso d'odio. I ragazzi, a conclusione del percorso, hanno anche realizzato un video dal titolo "Le parole fanno più male delle botte. Ma a voi non fanno male?"
draghici

Pandemia, controllo digitale e democrazia: un\'esperienza DaD di Filosofia e Media educ... - 5 views

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    L'articolo è stato pubblicato da '' Firenze University Press'' nel mese di Dicembre del 2020. L'esperienza sulla: Pandemia, controllo digitale e democrazia. L'articolo appartiene a: Media Education: studi, ricerche, buone pratiche. Lo studio è stato svolto da: Lia De Marco al liceo '' G. Bianchi Dottula'' a Bari con due classi : 5A e 5B nei mesi di Marzo- Aprile 2020 attraverso l'esperienza di didattica a distanza(DAD), per il periodo di lockdown a causa di emergenza COVID-19, con la combinazione dei metodi della ricerca -azione che consiste nella trattazione di tematiche filosofiche in un ottica trasversale attraverso l'approccio DAD con altri ausili come: Google Classroom, Meet, Rai scuola ed altri. L'articolo presenta le domande che i ragazzi delle classi si sono poste: la pandemia e l'uso dei big data cambieranno la partecipazione e la democrazia?
trinca

Emotions in Media Education: How media based emotions enrich classroom teaching and lea... - 1 views

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    Articolo vuole confermare come le emozioni legate agli oggetti di apprendimento basati sui media possono aumentare la concentrazione, l'interesse e persino l'impegno e i legami sociali degli studenti, migliorando così la loro motivazione intrinseca a impegnarsi con l'argomento. Inoltre, i media sembrano influenzare la durata e l'intensità dell'esperienza di apprendimento s generando così non solo interesse ma anche un senso di coinvolgimento (diversi esempi riportati nell articolo. buona lettura
aleale2022

Apprendimento Internazionale e Pedagogia Partecipativa per mezzo dei Social Media - 7 views

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    L'articolo, pubblicato sull' Italian Journal of Health Education, Sports and Inclusive Didactics a cura delle Dott.sse universitarie Gabriella Rodolico, Neeraja Dashaputre, Rhona Brown e Abimbola Abodunrin, espone i risultati di uno studio condotto sull'impatto dei social media nell'applicazione dell'innovativo modello di internazionalizzazione e apprendimento collaborativo online "COIL" (Collaborative Online International Learning). I feedback dei partecipanti ai workshops basati su tale modello, realizzati per consolidare la collaborazione tra quattro istituti formativi, due scozzesi e due indiani, nell'ottica di un progetto di potenziamento (STEM), hanno mostrato come i social media (nello specifico WhatsApp, Zoom, e-mail e Google Classroom) siano efficaci nel migliorare la comunicazione e nell'incentivare la partecipazione attiva facilitando lo scambio di conoscenze in contesti interculturali. L'accessibilità e fruibilità dei media ha permesso una diffusione trasversale delle conoscenze e competenze tra gli istituti, aprendo al dialogo e aumentando la consapevolezza sull'importanza delle esperienze di apprendimento positive. Tuttavia lo studio ha riscontrato anche alcune difficoltà nella sperimentazione di tale modello legate alle limitazioni imposte dai diversi governi all'utilizzo delle piattaforme online (p.e. Meet, Teams, WhatsApp, Facebook,...). La tecnologia dunque offre molti vantaggi nella collaborazione internazionale anche in ambito formativo ma diverse questioni pratiche, etiche e legali devono essere gestite al meglio per poterne sfruttare a pieno le potenzialità.
dianarestina

DIDATTICA DIGITALE: LA SCUOLA CAMBIA CON LA SOCIETÀ - 8 views

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    L'articolo descrive l'importanza di una didattica digitale nelle scuole, più adatta ai tempi che stiamo vivendo, rispetto a un'educazione tradizionale. Le Organizzazioni Internazionali, compresa l'Unione Europea, spingono verso un'educazione di questo tipo, mirando all'acquisizione di competenze specifiche attraverso un insegnamento interattivo che permetta agli studenti di sentirsi partecipi e attivi nel processo di apprendimento. Alcuni ricercatori, a tal proposito, individuano tre dimensioni generali di competenze da acquisire: competenze tecniche, etiche e cognitive. La diffusione del digitale ha avuto conseguenze fisiologiche sullo sviluppo del cervello umano: ad esempio nella capacità di prendere decisioni e nell'abilità di filtrare le informazioni. Per gli studenti con speciali bisogni educativi, certi strumenti possono permettere di compensare le problematicità e facilitare quindi anche l'inserimento sociale. Nell'articolo viene sottolineata l'importanza della figura dell'insegnante come mediatore nell'acquisizione di certe competenze, che ha il ruolo, non solo di trasmettere certe conoscenze, ma di fornire linee guida per l'apprendimento, di controllare i processi per la sicurezza degli studenti e rendere i sistemi multimediali funzionali all'apprendimento di tutti. Gli studi in merito all'apprendimento hanno concluso che, a verificare l'effettiva comprensione di certi argomenti c'è una "costruzione di significato", ovvero le informazioni che si ricevono vengono collegate a conoscenze preesistenti e, con l'integrazione di queste, viene ricostruita una nuova conoscenza più ampia e dettagliata. Bruner già nel 1986 parlava di tre caratteristiche fondamentali per l'apprendimento: Costruttiva; Socio culturale (dove c'è attenzione al contesto); Situato (legato a una situazione ottenuta dalla realtà). Nel documento "Raccomandazione 2006/962/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 18 dicembre 2006, rel
anonymous

Social privacy, educare ai tempi del web 3.0 - 3 views

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    Alberto Fornasari, professore ed esperto in comunicazione, ha proposto una riflessione sulla rapida evoluzione della nostra società globalizzata e cosmopolita con riferimento al concetto di privacy e alle sue modificazioni. Il Censis ha definito quella che stiamo vivendo l'era dell'esibizione del sè digitale, un'era in cui l'oversharing si è imposto come predominante a discapito di una sempre meno evidente riservatezza nei confronti della propria immagine e delle informazioni che diamo di noi in rete. Diminuisce il digital divide ma aumenta esponenzialmente il press-divide. Goleman ha parlato di analfabetismo emotivo: la mancanza di consapevolezza e controllo delle emozioni e dei comportamenti, specialmente di quelli altrui, che rende le relazioni interpersonali sempre più difficoltose e meno empatiche. Le relazioni sono sempre più mediate e sempre meno dirette, soprattutto per i nativi digitali che vivono in simbiosi con i propri dispositivi. Dunque i bisogni che i giovani cercano di soddisfare attraverso l'uso della rete sono quelli di sicurezza, autorealizzazione, associazione (Maslow) e questi, nel web 3.0, si esprimono attraverso autobiografismo e narcisismo (l'uso del selfie per veicolare una certa idea di sè). L'utilizzo dei media in misura massiccia crea una condizione abitudinaria che ci rende sempre meno consapevoli dei rischi presenti a livello di privacy: paradossalmente i dati che le aziende sono in grado di reperire sul nostro conto sono stati "pubblicati" da noi stessi in quello che possiamo identificare come self-disclosure. La creazione della figura del Garante per la tutela dei dati personali avvenuta in Italia rappresenta un importante passo in avanti, tuttavia rimane fondamentale avviare percorsi di educazione ai media che guidino al loro utilizzo e che coinvolgano i genitori, e soprattutto i docenti. La scuola si sta lentamente avvicinando al mondo dei media attraverso l'integrazione dei dispositivi tecnologici nell'a
mayasinclair

An Interview Study of German Teachers' Views on the Implementation of Digital Media Edu... - 4 views

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    L'articolo redatto da Johanna Dittmar e Ingo Eilks dell'Università di Brema, pubblicato nel 2019 nella rivista "International Journal of Education in Mathematics, Science and Technology" tratta l'implementazione dell'insegnamento dei media digitali con un'enfasi sui forum in internet nelle lezioni di scienze. Questi rappresentano una fonte di risorse didattiche per gli insegnanti e un repertorio di informazioni per gli studenti. Internet fornisce diversi forum, da generali a dominio-specifici. L'articolo si interroga su quanto i docenti delle scuole tedesche siano preparati ad usare questi forum di internet nella didattica. Uno studio fatto su 16 insegnanti di scienze indica un'apertura teorica all'uso dei forum da parte dei docenti, ma uno scarso utilizzo concreto nelle lezioni. Tra gli ostacoli vengono menzionati limiti di tempo, concetti mancanti, scarse infrastrutture, mancanza di fiducia e competenza, resistenza al cambiamento. E' stato rilevato che per un uso responsabile dei media, non è rilevante solo il contenuto, ma anche comprensione dei meccanismi e delle persone coinvolte nei forum. Si deve fare attenzione a quale forum selezionare, chi può offrire informazioni nel forum in questione e chi commenta i post del forum. Per quanto riguarda l'uso dei forum a scuola, non deve avere un ruolo solo l'accuratezza dell'informazione, ma anche come un'informazione è generata e fornita. Perciò è importante che gli insegnanti abbiano abilità di alfabetizzazione ai media che possano trasmettere agli studenti in classe. Sono state fatte interviste supportate da questionari per valutare l'atteggiamento degli insegnanti a tal proposito. Le interviste hanno rilevato che la maggior parte degli insegnanti richiede un supporto professionale, sotto forma di esempi pratici e materiale didattico. Tuttavia, è necessaria ulteriore ricerca. Ad esempio, gli insegnanti sono aperti all'innovazione e alla promozione dell'alfabetizzazione mediale, ma hanno problemi a gestire c
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