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Ragazzi e tecnologia, la scuola è impreparata: che dicono i dati - 1 views

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    Attraverso questo articolo, l'autore Paolo Ferri cerca di portare uno spunto di riflessione sull'impatto della pandemia da Covid-19 sull'uso della tecnologia digitale dei bambini tra i 0 e i 10 anni, e soprattutto delle loro principali figure educative, come maestri e genitori. La maggior parte di questi ultimi rientrano nella generazione dei cosiddetti millenials, persone nate tra il 1980 e la metà degli anni '90, che anche se non si possono definire "nativi digitali" come i loro figli, hanno conosciuto in età adolescenziale la tecnologia, la comunicazione e il web: tutti elementi che hanno scandito sempre di più la loro quotidianità fino a diventarne oggi una parte integrante. La ricerca "Bambini e lockdown" presentata nell'articolo, condotta dalla Società Italiana delle Cure Primarie Pediatriche con la collaborazione di un gruppo di ricercatori dell'Università di Milano-Bicocca e della spin-off dell'Università di Milano-Bicocca "Bambini Bicocca", si pone l'obiettivo di indagare i ritmi, le regole, le routine, l'esperienza educativa e didattica e gli stati emotivi dei bambini e dei genitori durante il lockdown, utilizzando dati raccolti in due indagini (2020, 2021) attraverso questionari. Attraverso l'approfondimento dei risultati, l'autore cerca di consapevolizzare il pubblico sull'importanza di formare insegnanti e genitori ad educare i piccoli a un uso ponderato e creativo dei dispositivi digitali e del web. In particolare, dai dati presentati si evince come le famiglie con bambini tra 0 e 10 anni, siano attrezzate dal punto di vita del possesso di device e di connessione internet, con un numero di strumenti tecnologici che tende a crescere con l'aumentare dell'età dei bambini, i quali non solo nel 2021 hanno trascorso più tempo davanti allo schermo rispetto all'anno precedente, ma sono anche sempre più spesso gli unici possessori ed utilizzatori delle loro periferiche digitali. L'autore ha voluto più v
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    [continua] L'autore ha voluto più volte rimarcare l'importanza di intendere i dati e i relativi risultati, come generati all'interno di un processo di "naturalizzazione" della vita sullo schermo dei bambini nelle opinioni dei genitori, che porterebbe a delle distorsioni nella loro percezione dell'effettivo tempo di utilizzo di questi dispositivi. Nella seconda parte della ricerca, emerge l'evidenza di una generalizzata carenza di strutture e formazione metodologica sulla didattica aumentata dalle tecnologie. Infatti, il tempo impiegato in attività di DAD/DDI è aumentato nel 2021, ma nonostante ciò, le metodologie impiegate non sembrano aver avuto alcuna evoluzione o adattamento alle nuove esigenze dei bambini e delle loro famiglie. Il principale problema, segnalato anche dai genitori, sembra essere l'ostinazione nell'adottare un approccio trasmissivo e nozionistico, tipico delle classiche lezioni frontali in presenza, che lascia poco spazio all'interazione e all'interattività, e che rischia di appesantire ulteriormente il carico cognitivo del bambino, di limitarne le capacità di attenzione e di comprometterne l'apprendimento. L'autore alla fine evidenzia la presenza di una correlazione negativa tra il titolo di studio dei genitori e il tempo di utilizzo dei device, prima di concludere rimarcando l'importanza di un'educazione all'utilizzo creativo, critico e costruttivo delle tecnologie digitali, che deve necessariamente passare per i genitori e gli insegnanti e quindi le istituzioni, per poter essere davvero efficace ed influenzare l'interazione quotidiana dei propri figli con la tecnologia.
ferdinando57

Tv, proposta di legge M5s: "Stop alla pubblicità nei programma per bambini" -... - 5 views

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    Stop alla pubblicità nei programmi per bambini. E' questa la proposta di legge dei deputati M5s Roberto Fico, Dalila Nesci e Mirella Liuzzi. Il ddl composto da due articoli, che andrebbe a sostituire le parti relative nel testo unico dei servizi di media audiovisivi e radiofonici, vuole vietare "a tutte le emittenti televisive, pubbliche e ... Mie considerazioni: Tutti siamo influenzabili dai media, sia adulti che bambini, ma dotarsi di un senso critico, abituarsi a riflettere e ragionare ci aiuta a difenderci dal continuo e costante bombardamento mediatico. Questo però, richiede esperienza e maturazione. I bambini sono diventati un appetibile target da parte dell'industria mediatica sulla commercializzazione di prodotti. Una volta si agiva sull'adulto per giungere anche ai bambini (mercato dei bambini ritenuto poco importante), mentre oggi si punta al bambino per raggiungere anche l'adulto. E necessario un approccio diverso a difesa dei bambini, un approccio che gli dia tempo, che gli permetta di costruirsi quelle capacità critiche e di analisi che gli consentiranno di discernere tra migliaia d'input. L'obbiettivo dei "manipolatori" (i media commerciali) e di convincerci facendo leva sulle emozioni, facendoci sentire inadeguati, inculcandoci delle insicurezze, scatenando, specie nei bambini, il tormento (nag factor) sui genitori verso acquisti, a volte anche dannosi (es. cibo spazzatura), mode e opinioni per essere parte di un gruppo, la competizione tra ragazzi per le griffe (zaini, abiti…) ne è un esempio. Credo che l'articolo vada al di là della proposta politica e punta a regolamentare un aspetto poco chiaro delle attuali regolamentazioni in merito. Ma, fatta la legge i genitori avranno la sensibilità di rispettare le fasce orarie protette?
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    Quella sulle fasce protette è una bella domanda.Più che altro...come sceglierle? Al momento anche gli orari di lavoro dei genitori sono così vari che il tempo dedicato ai figli si riduce drasticamente e ci sono genitori così stanchi che necessitano di attività passive come la televisione al rientro a casa,il che finisce inevitabilmente per trovarsi mescolato con il tempo da dedicare ai bambini.Forse sarebbe da rivedere un po' lo stile di vita attuale oppure trovare il modo di spiegare (o tentare) la pubblicità ai bambini.Non ho una risposta in merito,il tuo è veramente un bel quesito che porta a un ragionamento molto vasto comprensivo di più ambiti.
marcom1982

La media education a scuola: buone pratiche e strategie didattiche - 13 views

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    I nuovi media occupano gran parte del nostro tempo sociale e sono fortemente presenti, ed utilizzati, anche a scuola da bambini e adolescenti. Spesso e purtroppo, però, li utilizziamo in modo spropositato ed errato e ciò può avere gravi conseguenze per le persone e per la società. Ora più che mai è importante parlare delle nuove tecnologie: solo così sarà possibile conoscerle, comprenderle, per utilizzarle in modo consapevole, critico e cosciente. Ciò deve avvenire sia a scuola che in famiglia, allo stesso modo e nello stesso tempo, per educare i bambini e gli adolescenti alla cosiddetta Media Education. In questo articolo viene approfondita la Media Education tra formazione e scuola, offrendone un primo sguardo, un'introduzione, focalizzando l'attenzione sui suoi aspetti teorici.L'educazione ai media deve essere intesa come insegnamento di tipo trasversale, in quanto non vuole ottenere un posto a sé nel programma scolastico, questo è il punto predominante dell'articolo. La tecnologia deve essere un uso pratico, coinvolgente e diretto . I media possono, e devono, essere pensati come trasversali al programma, come elementi imprescindibili e come dimensione aggiuntiva, valorizzante e ispiratrice. I bambini sono continuamente esposti ed influenzati dalle informazioni che ottengono dalle nuove tecnologie e ciò può portare a conseguenze molto negative, anche al cyberbullismo. Educare bene alla tecnologia non favorendo l'indipendenza della stessa aiuta il bambino ad emergere e saper usare notevolmente i media come risorsa e non come opera distruttiva.
  • ...1 more comment...
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    Giulia Piazza scrisse l'articolo in questione esaminando alcune possibili strategie didattiche da usare per proporre l'educazione dei media a scuola. Ci spiega perché è importante insegnare la media education a scuola e il ruolo delle influenze sociali nella comprensione del mondo e nella costruzione del senso di identità, così come l'importanza del prestare attenzione all'influenza che i bambini ottengono dalle nuove tecnologie. L'approccio pedagogico della media education valorizza alcuni principi per l'educazione quali l'apprendimento centrato sul bambino, l'apprendimento trasversale ecc. approccio dunque non autoritario, che favorisce la motivazione e aiuta i bambini a indagare e riflettere da soli. Ci spiega quali sono le buone pratiche dell'educazione ai media e l'importanza dell'argomento di analisi del testo e del contenuto, quali sono quindi le tecniche utili per insegnare i media tramite analisi testuale e di contenuto così da sviluppare una conoscenza della grammatica mediale. Vengono presi in esame anche il case study e la simulazione, quindi l'uso del gioco di ruolo e della sfida che agiscono sulla motivazione e sulla conoscenza proprio come l'aiuto dello studio di un caso specifico vada ad incoraggiare gli studenti a condurre ricerche approfondite. L'articolo inoltre sottolinea uno degli aspetti centrali e indispensabili della Media Education: la produzione, che comporta l'uso pratico, coinvolgente e diretto delle tecnologie, avendo un valore educativo importante in quanto va a garantire comprensione e critica del linguaggio mediale.
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    L'articolo discute l'importanza dell'educazione ai media nelle scuole. L'autore sostiene che i mezzi di comunicazione sono una parte fondamentale dell'ambiente culturale di ciascun individuo, compresi i bambini e gli adolescenti. Ciò significa che la media education è importante per aiutare i giovani a decostruire i testi mediali e a comprendere i valori trasmessi. Inoltre, l'articolo sostiene che l'educazione ai media valorizza alcuni principi fondamentali per l'educazione, come l'educazione alla cittadinanza e alla partecipazione attiva, l'apprendimento centrato sul bambino, l'imparare ad imparare e l'apprendimento di tipo trasversale. L'articolo sottolinea che la media education promuove un esercizio critico da parte dei bambini, aiuta i bambini ad imparare a imparare e cerca di generare l'atteggiamento interrogativo, accompagnato dal dialogo e dal pensiero critico. L'autore conclude sostenendo che l'educazione ai media dovrebbe essere inclusa come curricolo trasversale a tutte le discipline di insegnamento, per incrementare e migliorare l'insegnamento e l'educazione. L'articolo fornisce alcune "buone pratiche" per la realizzazione dei percorsi di Media Education, come la costituzione di un gruppo docenti e la collaborazione tra pedagogisti, educatori, insegnanti e genitori.
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    Il testo parla dell'importanza dell'insegnamento della Media Education per aiutare i bambini e gli adolescenti a comprendere i messaggi mediatici e sviluppare una comprensione critica dei media. L'approccio pedagogico della Media Education si basa su principi come l'educazione alla cittadinanza, l'apprendimento centrato sul bambino, l'imparare ad imparare e l'apprendimento di tipo trasversale. L'educazione ai media deve essere sistematica e continua, e il curriculum dovrebbe essere considerato trasversale a tutte le discipline di insegnamento. Le buone pratiche dell'educazione ai media includono la collaborazione tra pedagogisti, educatori, insegnanti e genitori, la definizione chiara dei tempi e degli spazi per le attività, la documentazione e la valutazione dell'esperienza, la condivisione con i genitori e la creazione di un prodotto di comunicazione da condividere con la comunità scolastica. L´ autrice infine descrive alcune tecniche utili per l'insegnamento dei media, come l'analisi del testo e del contenuto, il case study, la simulazione e la produzione.
francescazanoni

Bambini e tecnologie digitali - 6 views

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    L'autore dell'articolo è Donata Ripamonti, il contesto di cui tratta è i bambini e le tecnologie digitali e quali sono i rischi e i benefici che si hanno interagendo con le tecnologie digitali tipo smartphone tablet a partire dai nativi digitali. Nell'articolo si parla di persone cresciute in una società «multischermo», che considerano le tecnologie come un elemento naturale e non provano disagio nel manipolarle e nell'interazione con esse. Eugene A. Geist (2012) ha condotto una ricerca allo scopo di studiare, attraverso osservazioni partecipate, le interazioni spontanee tra bambini di età compresa fra i 2 e i 3 anni e il tablet che avvenivano in contesti sia familiari che educativi. Dallo studio emerge innanzitutto il fatto che i bambini interagiscono facilmente e naturalmente con l'interfaccia touch screen, ricorrendo a modalità che ricordano quelle utilizzate con altri giocattoli e come l'intervento dell'adulto per fornire indicazioni è risultato minimo. Sulla base delle osservazioni riportate negli studi si può affermare che i bambini hanno imparato a utilizzare le app osservando i coetanei più esperti, l'adulto e provando attraverso tentativi ed errori. Al termine dell'articolo lo studioso afferma che provare a limitare l'accesso e l'uso delle tecnologie da parte di questi bambini, che cresceranno e vivranno in una società tecnologica, equivarrebbe a nuotare contro la marea. In controtendenza rispetto alle dichiarazioni provenienti da più parti, che esortano i genitori a tenere lontano i bambini dai touch screen nei primi anni di vita, è anche lo studio condotto da Karmiloff-Smith (2015), secondo il quale giocare con lo schermo non solo non danneggia le abilità sociali dei bambini, ma stimola anche il loro cervello molto di più rispetto a quanto potrebbe fare un libro.
alelost93

Pratiche digitali e abilità di bambini al di sotto di 6 anni - 2 views

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    È interessante prendere in considerazione questo articolo pubblicato nell'anno 2017 perché riporta un lavoro di ricerca fatto in una università di Lisbona che cerca di comprendere le abilità digitali dei bambini al di sotto dei 6 anni. Alcune famiglie con bambini sono state intervistate e osservate, venendo scelte in base al livello socio-economico. Ci si interroga su che tipo di capacità possano sviluppare i bambini che utilizzano i media digitali e i risultati della ricerca hanno riportato che un alto numero di bambini usa le tecnologie in modo autonomo, senza l'aiuto dei genitori, soprattutto familiarizzano facilmente con tablet e cellulari. I bambini già da piccoli sono molto abili e precoci; quando non sanno ancora leggere e scrivere sono in grado di installare applicazioni sul telefono, usano il sistema di ricerca vocale e archiviano dati. Arrivano addirittura a cambiare la configurazione utente per entrare in siti che i genitori hanno bloccato. Bambini di 2 anni tramite queste tecnologie hanno imparato a scrivere su youtube il nome di personaggi dei cartoni animati per poterne vedere i video. I benefici dello sviluppo di queste competenze digitali in tenera età favorisce la capacità di risolvere problemi e prendere decisioni. Conseguenza molto importante è che i bambini diventano più collaborativi e sviluppano le loro capacità motorie grazie alla stimolazione cognitiva che ne deriva
faithmost

ATTIVITÁ DI MEDIA EDUCATION NELLA SCUOLA DELL'INFANZIA - 6 views

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    In questo articolo è descritto il progetto di media education attuato in una scuola dell'infanzia italiana e poi ripetuto in un altro istututo in tempi diversi tenendo conto del contesto socio-economico del territorio e delle fasce d'età dei bambini coinvolti. E' emerso che a tre anni è opportuno lavorare con le immagini e le fotografie (la funzione espressiva, la dimensione etica, l'importanza del sé e della propria immagine), a quattro anni con la televisione (selezione dei contenuti, tempi di visione, problemi di proiezione e identificazione) e a cinque anni con il tablet attraverso specifiche attività. Inoltre è risultato cruciale il coinvolgimento collettivo delle famiglie (meeting, questionari, lavori di gruppo) per la discussione e la riflessione sui problemi correlati alla gestione degli strumenti digitali. Presupposto che il livello di civiltà di una società è direttamente proporzionale all'importanza e la cura dell'aspetto educativo-formativo delle nuove generazioni, considerando il fortissimo impatto che lo sviluppo tecnologico e la media education hanno su di esse, si ritiene auspicabile una corretta declinazione della stessa, al fine di perseguire il suddetto obbiettivo formativo. Considerando l'evidente difficoltà del sistema scolastico ad essere all'unisono con lo sviluppo e l'utilizzo tecnologico, nonostante i progressi degli ultimi anni, e considerando anche la differenza tra i contenuti a cui i bambini sono esposti quando sono a casa e quelli affrontati in classe, è fondamentale comunque che ci sia una volontà di miglioramento, con un atteggiamento di critica e di costruttivo orientamento della funzione e dell'utilizzo della media education. Pertanto essendo il sistema scolastico un sistema complesso, è evidente che possa mostrare delle criticità nell'adeguamento immediato ai tempi dello sviluppo tecnologico, è però fondamentale che come struttura formativa non rinunci alla propria funzione educativa e di orientamento consapevole de
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    L'articolo illustra un'esperienza di ME in un'ottica di curriculum digitale verticale, svolta presso due scuole d'infanzia in due comuni del varesotto, durante gli A.S. 2017/18 e 2018/19. Essa nasce dalla consapevolezza che i bambini in età pre-scolare sono già immersi nelle nuove tecnologie e le utilizzano spesso in maniera impropria, mentre i genitori sembrano poco consapevoli dell'importanza di dare loro delle regole. La sfida è stata quella di intraprendere un simile progetto con bambini così piccoli, coinvolgendo le famiglie attraverso attività pratiche che li aiutino a ragionare e a dare loro consigli utili per un'educazione digitale adeguata da impartire ai loro figli. Le finalità sono: sviluppare una cittadinanza digitale attiva e realizzare specifici obiettivi di apprendimento come saper riconoscere il valore di una foto; prendere consapevolezza della necessità di tutelare la propria immagine e rispettare quella altrui; dare valore al tempo che si dedica ai dispositivi tecnologici e limitare l'uso dei media; ecc.. Il metodo didattico sperimentato è l'EAS di Rivoltella. Il lavoro svolto con i bambini e con i loro genitori è stato significativo; dalla riflessione nei gruppi è stato possibile trarre spunti rilevanti, che sono stati tradotti in un decalogo digitale.
rachelenardelli

Tecnologie digitali e bambini : un'indagine sul loro utilizzo nei primi anni di vita - 3 views

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    L'articolo è un'indagine a cura del Centro per la Salute del Bambino onlus e dell'Associazione Culturale Pediatri sull'utilizzo delle tecnologie digitali nei primi anni di vita: è la prima in Italia ad aver esplorato le abitudini di utilizzo dei dispositivi digitali nelle famiglie italiane con bambini al di sotto dei sei anni. Infatti, in questa fase dello sviluppo, il cervello dei bambini è particolarmente plastico e le conseguenze (sia positive che negative) derivanti da qualsiasi esposizione ambientale sono massimizzate; quindi, dal momento che i genitori sono i mediatori principali del rapporto dei più piccoli con le tecnologie digitali, è molto importante che gli operatori e i professionisti che si occupano di infanzia e hanno rapporti continui con i genitori, abbiano conoscenze adeguate di "Media Literacy". L'aspetto interessante riportato nell'articolo è che i benefici derivanti dall'utilizzo delle tecnologie digitali dipendono dall'età in cui i bambini iniziano a usarle, dal modo in cui vengono utilizzate, per quanto tempo e dalla qualità delle applicazioni: visto che le informazioni riguardanti l'utilizzo delle tecnologie digitali da parte dei bambini al di sotto dei sei anni sono scarse, questo articolo riporta la ricerca fatta sulle attitudini e le pratiche dei genitori per quanto riguarda i bambini in questa fascia di età. I dati raccolti, nel loro complesso, dimostrano che i bambini iniziano a maneggiare e utilizzare i dispositivi digitali in età molto precoce, in proporzioni che fino a pochi anni fa erano attribuite a bambini di età ben superiore: i risultati dimostrano la necessità di un maggior impegno da parte di tutte le persone che si occupano di infanzia, non solo in ambito sanitario ma anche educativo, per supportare i genitori con adeguate informazioni e consigli sin dai primi mesi dopo la nascita, al fine di intervenire in tempo utile per evitare usi inappropriati e dannosi delle tecnologie digitali.
marmandi

Il punto di vista dei genitori sull' uso dei media da parte dei bambini durante la pand... - 2 views

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    La chiusura delle scuole ha portato i bambini a trascorrere più tempo davanti ai media rispetto al passato, anche a causa della didattica a distanza. L'obiettivo di questa ricerca, è quello di capire come i genitori hanno affrontato questa nuova situazione e come percepiscono il consumo dei media da parte dei loro figli. La pandemia covid-19 ha portato profondi cambiamenti e i genitori si ritrovano a ricoprire il ruolo di "insegnanti" dei loro bambini.. Gli autori di questo studio Petra Ambrožová, Petra Eisenkolbová, Iva Junová, Leona Stašová svolto presso University of Hradec Králové (REPUBBLICA CIECA), hanno esaminato 191 genitori con bambini di età compresa tra 6-15 anni. I genitori si differenziavano in base all' età, al livello di istruzione, al tipo di lavoro. La ricerca è stata effettutata durante il periodo del primo lockdown (marzo 2020). I risultati dimostrano che l'87% dei genitori dedicano più tempo ai bambini, grazie al lockdown, l' 81% dei genitori è convinto che il tempo che i propri figli spendono nell'uso dei media sia aumentato, il 43% aiuta i propri figli ogni giorno nell'apprendimento online indipendentemente dal tipo di lavoro, il 57% dei genitori non ha modificato l' utilizzo dei media durante il lockdown e le regole con i propri figli e infine per quanto riguarda il tempo libero, il 60% delle famiglie preferisce passarlo all'aria aperta o passeggiando. In conclusione, l'articolo è molto interessante e dimostra l'importanza dell'educazione ai media. I genitori devono essere in grado di combinare al meglio il lavoro con la cura quotidiana dei loro bambini. I genitori devono diventare " insegnanti efficaci". Bisogna educare e sostenere le famiglie verso una partecipazione attiva nell' influenzare la produzione e la diffusione di programmi di qualità per tutte le età, in modo da rendere l'uso dei media da parte dei bambini, il più proficuo e responsabile possibile.
cristinafore

BAMBINI E TECNOLOGIE DIGITALI: OPPORTUNITÀ, RISCHI E PROSPETTIVE DI RICERCA - 9 views

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    L'articolo mette in evidenza come i bambini di oggi, siano esposti ad un uso precoce delle tecnologie e in particolar modo dei dispositivi touchscreen. Partendo dai dati scientifici di alcune ricerche, l'articolo sottolinea gli effetti dell'uso di strumenti, come tablet e smartphone, sullo sviluppo cognitivo, emotivo, linguistico e sociale, nei primi anni del bambino. L'uso prolungato e passivo di queste tecnologie può portare a una trasformazione, in negativo, della relazione bambino- adulto, bambino con altri bambini, nella capacità e desiderio di esplorazione del mondo, ridotta capacità nel ragionamento di tipo induttivo, ecc. Ma, gestita in modo corretto e consapevole da parte del genitore, l'alfabetizzazione digitale, può essere una grande opportunità e una risorsa preziosa.
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    Smartphone, tablet, notebook, sono esempi che caratterizzano la nuova epoca digitale. Ma la diffusione di tanta tecnologia in che modo influisce lo sviluppo dei bambini? Il compito dei ricercatori e degli educatori è quello di conoscere gli stili di esplorazione, di uso, di relazione che il mondo tecnologico suscita in loro e di creare contesti di apprendimento equilibrati, in cui i soggetti più piccoli possano crescere in modo armonico tra rischi e potenzialità.
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    L'articolo, scritto dalla pedagogista Donata Ripamonti, compare sul portale riviste-erickson.it. l'autrice, attraverso una review della letteratura recente inerente le nuove tecnologie digitali, in particolare i media touchscreen, vuole evidenziare come queste ultime, sempre più accessibili grazie ad un sistema immediato e intuitivo ai bambini al di sotto dei tre anni, abbiano determinato una vera rivoluzione dalla quale genitori, educatori e ricercatori non possono sottrarsi. Questo porta ad interrogarsi sulle modalità degli approcci dei bambini con tablet, smartphone ecc, e su come questi strumenti digitali possono essere impiegati nell'educazione e nella formazione dei nativi digitali attraverso delle app che attivano la modalità "mind-on" e stimolano le interazioni sociali.
paola3333

Mass-media e bambini. Bambini e televisione. - 5 views

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    La televisione, può essere un bene o un male, dipende da chi la usa e da come la si usa. I genitori dovrebbero informarsi sui programmi prima che siano visualizzati dai bambini. Films, dibattiti, cartoni, dovrebbero essere conosciuti dai genitori che possano così mediare l'informazione che passa in televisione ed arriva al bambino. Un'eccessiva fruizione della televisione può incorrere in vari problemi: problemi di vista, obesità da scarso movimento, consumo di cibi non sani durante i programmi televisivi, disturbi del sonno, attivazione di meccanismi ormonali surrenalici (reazione d'attacco/fuga) in caso di scene particolarmente forti. I bambini dovrebbero usufruire della televisione solo qualche ora al giorno e giocare all'aria aperta, per fre sport, divertirsi con gli amichetti, sviluppando la socialtà e il contatto con la natura.
bettydemicheli

Il veliero: un browser gratuito a misura di bambini - 8 views

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    Ho trovato questo articolo molto interessante e lo consiglio soprattutto a chi ha bambini piccoli. Sono piacevolmente sorpresa nel leggere che si studiano e si realizzano browser a misura di bambini avendo la sensibilità di capire che i pericoli mediatici alla portata dei piccoli sono molti. I bambini sempre più presto si avvicinano al mondo informatico e alla rete ed è quindi importante che lo facciano in sicurezza aiutati dai genitori che a loro volta devono essere educati ad educare. Nell'articolo si evidenziano alcune caratteristiche del browser che ne garantiscono la sicurezza e si rimanda ad una lettura più approfondita e puntuale sul sito dedicato: http://www.ilveliero.info/ Questa iniziativa mi sembra socialmente molto importante e credo andrebbe pubblicizzato magari in televisione nella "pubblicità progresso".
matragno

"Child 2.0" and media education - by Pekka Mertala - 1 views

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    Il link riporta a uno studio qualitativo condotto su giovani educatori partecipanti a un corso universitario intitolato "Digital Media in Learning and Teaching", obbligatorio per l'insegnamento "prescolare" in Finlandia. Il focus del corso è la conduzione in una scuola materna di un esperienza di produzione di una storia filmata allo scopo didattico di far acquisire ai bambini consapevolezza dell'intertestualità dei prodotti mediatici evidenziando quella contenuta nelle loro stesse creazioni, obiettivo in generale non centrato. I dati rilevati riportano a 3 aspetti problematici: 1. L'enfasi sull'educazione centrata sui bambini in cui l'educatore viene visto solo come facilitatore di un processo a cui non prende parte. 2. Il fatto che l'evidente capacità operativa dei bambini venga vissuta come saggezza generalizzata alla comprensione del mezzo digitale rispetto agli adulti 3. Il fatto che la scarsa familiarità con i testi "noti" ai bambini si traduca in una insicurezza nella propria capacità di educare ai media. In risposta l'autore suggerisce un'educazione iniziata dai bambini (ossia basata sulla loro esperienza), in cui l'interazione con l'insegnante è centrale, e indica perché ritiene un falso limite la differenza culturale tra bambini nativi digitali e adulti rispetto alle competenze richieste nella media education.
adrieldistasio

I media interattivi - tra i favoriti per l'apprendimento dei bambini - 2 views

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    Il seguente articolo, che costituisce una rassegna di studi sull'apprendimento infantile, è stato redatto da Heather Kirkorian, professore di sviluppo associato e studi di famiglia presso l'Università del Wisconsin, Madison. L'articolo è stato pubblicato sulla rivista americana, la 'Child Development Perspectives', appartenente alla 'Society for Research in Child Development'. Il tema affrontato riguarda l'apprendimento infantile attraverso i media, in particolare i media interattivi. Questi ultimi, secondo la ricerca, si sono dimostrati i migliori soprattutto tra i bambini più piccoli. A differenza dei bambini prescolari, infatti, i più giovani sfruttano l'interattività dei nuovi media, favorendo così l'apprendimento attivo, dove il bambino non è più solo destinatario delle informazioni, ma anche utilizzatore: apparentemente, fin dalla più tenera età, i piccoli riescono a comprendere quel che vedono sullo schermo e questo fa sì che i media tradizionali, come la TV, siano sì comunque fonte di informazioni, ma non soddisfano completamente i bisogni d'apprendimento dei bambini di oggi. Questo è dato dal fatto che il contatto ravvicinato coi nuovi media abitua fin da subito il bambino ad un'elaborazione di informazione ed un successivo uso di quest'ultima che la televisione non garantisce. Naturalmente, ogni infante è diverso, perciò il conseguente apprendimento non sarà da meno. Ciò non toglie, però, che i media non interattivi stiano lentamente per essere messi in secondo piano rispetto ai media interattivi e questo porrebbe nuove basi e nuovi traguardi per l'apprendimento di cui ancora non si conosce completamente la portata. Sia media interattivi che non, contribuiscono alla formazione dell'identità sociale del bambino, del suo comportamento e del suo giudizio.
ornelladelcore

Action Video Games Make Dyslexic Children Read Better - ScienceDirect - 2 views

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    La dislessia, la discalculia, la disortografia sono disabilità dell'apprendimento che influenzano la capacità di processo scritto e talvolta anche parlato. Colpisce circa il 10% dei bambini, indipendentemente dalla loro intelligenza. Una delle principali sfide è essere in grado di identificare la dislessia nei bambini in età prescolare. È quindi cruciale ottenere presto diagnosticare e aiutare i bambini colpiti il prima possibile. In generale, la dislessia viene diagnosticata utilizzando difficoltà di lettura come primo indicatore; quindi, non prima del secondo o addirittura terzo anno della scuola primaria, a seconda della lingua. Invece, essere in grado di identificare e trattare questo problema anche negli anni prescolari garantirebbe una migliore possibilità di limitare il suo impatto e aiutare la capacità di lettura futura del bambino. Simone Gori, Sandro Franceschini, Milena Ruffino, Maria Enrica Sali,Massimo Molteni, Andrea Facoetti sono solo alcuni dei ricercatori di diverse università impegnati in questo e per questo scopo hanno sviluppato una serie di giochi seri . I giochi sono stati creati con un approccio multipiattaforma in modo da generare, in un unico sforzo, versioni di giochi per piattaforme mobili e il Web. Inoltre sono stati progettati per essere adeguatamente stimolante e divertente per i loro utenti target, oltre che efficace.I giochi sono progettati così come per allenare l'attenzione spaziale visiva, il suono vocale rapido identificazione e discriminazione, nonché visual-to-speechsound (cross-modal) mapping, mentre i bambini fanno terapia si divertono giocando. In questo contesto, i giochi hanno il vantaggio di mantenere alto motivazione e attenzione nei bambini, riducendo così il tasso di abbandono. La scuola potrebbe vedere nel futuro bimbi impegnati con videogame specifici e terapeutici.
ntistarelli

L'algoritmo di YouTube che cattura i bambini - 4 views

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    L'articolo, originariamente scritto da Adrienne LaFrance per The Atlantic e qui tradotto da Andrea Sparacino, descrive l'utilizzo di YouTube da parte dei bambini in età prescolare e cerca di spiegare da dove scaturisce il fascino inusitato che questa piattaforma è in grado di esercitare sui più giovani. Per rispondere alle esigenze di questa fascia di pubblico, YouTube ha predisposto una sua versione ridotta, chiamata YouTube Kids, che attraverso un algoritmo filtra i contenuti più adeguati e che sulla base delle ricerche effettuate dall'utente propone altri video correlati. L'articolo mette in evidenza come i dati registrati da YouTube possano fare emergere alcune caratteristiche della psicologia dei bambini, come la tendenza a focalizzarsi sempre sugli stessi contenuti e a prediligere video di brevissima durata, e si interroga sul valore dell'interattività e di YouTube Kids come strumento educativo, nonché sulle strategie attuate dai videomaker per assicurarsi il maggior numero di visualizzazioni possibili da parte di questa fascia di pubblico particolarmente redditizia.
albertini882

Il web (sicuro) spiegato ai bambini - 4 views

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    "Un'applicazione realizzata dal Cnr insegna agli alunni della scuola primaria che cos'è internet, e come si naviga senza pericoli" L'articolo parla di un progetto rivolto agli alunni delle scuole primarie, ideato dall'Istituto di informatica e telematica del Consiglio nazionale delle ricerche di Pisa (Iit-Cnr). Nell'articolo si sottolinea come i bambini utilizzino nella quotidianità telefonini e tablet, potendo accedere con estrema facilità ad internet. Per i bambini il web può costituire un' opportunità di apprendimento e di conoscenza ma allo stesso tempo rappresentare una fonte di potenziali rischi. L'Istituto di informatica e telematica del Consiglio nazionale delle ricerche di Pisa (Iit-Cnr) ha realizzato un'applicazione, scaricabile gratuitamente, rivolta proprio ai più piccoli che con una interfaccia semplice, internetopoli, permette loro di comprendere le opportunità e i rischi offerti dalla rete. Internetopoli è stato adottato anche dalla Questura di Genova per insegnare la navigazione sicura sul web per la campagna 'Una vita da social'.
loredana73

Media education - La media education - 1 views

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    Francesco Cambi approfondisce il tema della media education nel libro"Media education tra formazione e scuola. Principi, modelli, esperienze". I mass media sono in crescita e penetrano sempre più nella vita quotidiana. Le tecnologie della comunicazione sono entrate, negli anni 80/ 90 in una nuova fase. Dalla tv scatola ingombrante, fissa e a senso unico, si è passati all'uso del telecomando e, in seguito, a quello del videoregistratore, delle pay tv per giungere a internet; in tal modo da una fruizione monodirezionale passiva si è giunti all'uso dell'universo di immagini disponibili in rete in modo bidirezionale. Tale rivoluzione dei media, a cui si aggiungono i cellulari e il loro uso, i computer e i videogiochi, ha prodotto effetti significativi nelle abitudini di vita, sui processi cognitivi, sul rapporto col mondo, nelle relazioni interpersonali. Il testo tratta della fruizione della tv da parte del pubblico infantile. Cambi fa presente che, malgrado questi cambiamenti, guardare la TV risulta ancor oggi una delle attività prevalenti cui si dedicano i bambini e gli adolescenti nel loro tempo libero. L'autore avanza l'ipotesi che i nuovi media (internet e cellulare) si aggiungano ai quelli vecchi (Tv e radio) ma non li sostituiscono, almeno non completamente. Ciò che motiva maggiormente l'esposizione alla televisione è il potere di disporre di una compagnia contro la noia e la solitudine. Ne è la riprova il fatto che quando i bambini hanno alternative preferiscono impegnarsi in altre attività piuttosto che guardare la Tv. Il tempo che i bambini dedicano alla Tv è una misura della carenza di offerte culturali e di divertimenti loro proposti. I bambini di oggi sono sempre più tecnologici e multimediali ma non hanno rinunciato ad altre attività più tradizionali. Pare, al contrario, che l'utilizzo combinato di vari mezzi, sia tradizionali (tv, cinema, radio) che newmedia (pc, internet, cellulare), si autoalimenti. Nonostante l'avvento dei
massimomoretti

Validità del criterio di activPAL TM e ActiGraph per la valutazione dei tempi... - 3 views

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    L'articolo, pubblicato nel 2016, evidenzia l'efficacia e l'accuratezza di due dispositivi atti a valutare i tempi di seduta e di riposo dei bambini, nonché le posizioni seduto/sdraiato e in piedi assunte dagli alunni in un'aula scolastica. Il primo dispositivo, denominato accelerometro GTX3 di ActiGraph (AG) è preposto alla stima temporale (1° target); il secondo, detto activPAL (aP), valuta le posture dei piccoli soggetti (2° target). I risultati dell'applicazione dei due strumenti, confrontata con l'osservazione diretta (DO), hanno mostrato, in particolare, che l'interruzione del sedentarismo nei bambini di 7-11 anni porta ad una migliore funzionalità metabolica a breve termine. Gli studi condotti hanno pertanto evidenziato scientificamente l'importanza di chiarire i rischi per la salute associati con l'inattività rispetto alla sedentarietà.
serafinagreco

Mobile and Interactive Media Use by Young Children: The Good, the Bad, and the Unknown - 3 views

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    L'uso degli schermi interattivi come smartphone e tablet è in rapido aumento tra i bambini. Le raccomandazioni per l'uso di tali dispositivi da parte di neonati, bambini piccoli e bambini in età prescolare sono particolarmente cruciali per gli esiti che il tempo trascorso davanti agli schermi può avere sullo sviluppo. Lo scopo di questo articolo è di rivedere la letteratura esistente, discutere le direzioni future di ricerca e proporre linee guida preliminari per le famiglie. Tra le altre cose, quello che ho notato di particolarmente interessante in questo articolo è che la capacità degli schermi di "distrarre" e di "divertire" i bambini, catturandone completamente l'attenzione, ha conseguenze positive in certi contesti, ma potenzialmente dannosi in altri.
mariagraziano

Media Education a scuola: perché è importante insegnare i media a scuola - 7 views

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    La Media Education (o educazione ai media) è il processo d'insegnamento e apprendimento centrato sui media. La Media Literacy è saper leggere e scrivere i media. Questo articolo tratta di quanto sia importante l'insegnamento della Media Education nelle scuole in quanto come sosteneva D. Buckingham la M.E dovrebbe configurarsi come un metodo per esplorare la conoscenza, critico e creativo. Molte scuole creano un giornalino scolastico su cui poi verrà effettuata un'analisi fatta in classe e questo rappresenta un ottimo esempio di attività per costruire un progetto di media education. Anche se alcune scuole ancora non organizzano laboratori con editori ed esperti del settore che invece aiuterebbero moltissimo per una maggiore comprensione. L'insegnamento che viene fatto è di tipo trasversale in quanto può essere applicato sia alla letteratura quanto alla storia e alla scienza è importante inoltre insegnare ai bambini il ciclo delle notizie. Questo argomento riguarda tutte le età non solo i bambini ma anche adulti in quanto attraverso delle bufale presenti su diversi siti sono stati imbrogliati per questo è bene che questo insegnamento sia aperto a tutti, quindi non c'è miglior modo di insegnare già dall'infanzia ai bambini questo tipo di informazioni cosicché raggiungano anche i loro genitori. Quindi per concludere possiamo dire che quel pensiero critico-creativo obiettivo della media education deve essere insegnato con abilità ed ingegno.
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    Nell'era della generazione 3.0 diventa sempre più indispensabile inserire la media education in ambito scolastico. Puntare attraverso la scuola all'acquisizione di competenze mediali consente di avere già in età scolare maggiore consapevolezza e responsabilità nell'uso dei media sviluppando il senso critico verso tutte le informazioni con cui vengono in contatto.I messaggi mediali hanno sempre più capacità di influenzare il nostro pensiero e il nostro comportamento, basti vedere l' impatto e gli effetti psicologici delle cosidette bufale o fake news che assumono valenza sulla base del mezzo di comunicazione usato. Attraverso la media education i bambini possono essere educati a verificare le fonti, e la qualità dei contenuti per una corretta elaborazione dei messaggi. Apprendere lo stile comunicativo dei media consente non solo la giusta lettura ma consente di possedere adeguate competenze per crearne di nuovi in corrispondenza agli scopi.
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