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denisedesio

iGeneration: l'impatto delle nuove tecnologie su bambini e adolescenti - 9 views

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    Sebbene siano noti gli aspetti positivi della tecnologia digitale e le loro trasformazioni in particolare sulla Generazione Z; bisognerebbe insegnarla maggiormente nelle scuole alle nuove generazioni per diminuire il rischio degli effetti negativi che tali strumenti possono apportare e per ottimizzare il loro utilizzo. Giovani sempre più multitasking, problem solver, creatori attivi della loro conoscenza tramite procedimenti non lineari, veloci e rapidi che vivono internet e non semplicemente ci navigano; rischiano, a causa anche della non conoscenza approfondita degli stessi item, di sperimentare fenomeni di apatia, di mancanza di attenzione profonda ( "in internet si tende a passare da un rubinetto di informazioni all'altro ") di analfabetismo emotivo e di relazioni superficiali.
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    L'articolo è stato pubblicato il 5 aprile del 2017, dalla Dott.ssa Giulia Radice, psicologa psicoterapeuta cognitivo comportamentale, iscritta all'ordine degli psicologi della Lombardia dal 12/03/2015. Nell'esercizio della sua professione si occupa di ansia e panico, depressione, disturbi di personalità, trauma, lutti e separazioni, difficoltà relazionali e sociali. L'autrice nata tra il 1980 e 1990 si attribuisce l'appellativo di nativa digitale riproponendo in bibliografia l'articolo di Prensky "Digital Natives, Digital Immigrants" del 2001, dove egli identifica con questo termine gli individui che hanno vissuto a contatto con i mezzi di comunicazione digitale. All'interno dello studio, 1985 è la data che segna il passaggio cruciale dovuto alla diffusione di massa del computer, le persone nate prima di questa data che si sono poi approcciate al linguaggio digitale in una fase successiva sono definiti immigrati digitali da Prensky. L'autrice si interroga sul modo in cui le tecnologie digitali stanno trasformando le nostre vite, le nostre abitudini, le nostre abilità cognitive e i nostri comportamenti, interrogativo che genera il titolo dell'articolo: "come le nuove tecnologie ci stanno cambiando: la iGeneration". L'autrice presenta inizialmente l' Igeneration o generazione z, gli iperconnessi di cui molto ha scritto la docente Twenge , psicologa alla San Diego University, autrice di saggi ed articoli sull'adolescenza dove ha proposto un'analisi accurata della iGeneration attraverso il confronto con le generazioni che l'anno preceduta (Baby boomers 1946-1964, Generazione X 1965-1979 e i Millenials 1980-1994) individuandone otto tendenze che la definiscono: immaturità, iperconnessione, incorporeità, instabilità, isolamento e disimpegno, incertezza e precarietà e inclusività. Degli articoli e dei saggi della Dott.ssa Twenge non vi è traccia in bibliografia, così come di una parte della posizione di Cesare Rivoltella, che
aleale2022

Apprendimento Internazionale e Pedagogia Partecipativa per mezzo dei Social Media - 7 views

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    L'articolo, pubblicato sull' Italian Journal of Health Education, Sports and Inclusive Didactics a cura delle Dott.sse universitarie Gabriella Rodolico, Neeraja Dashaputre, Rhona Brown e Abimbola Abodunrin, espone i risultati di uno studio condotto sull'impatto dei social media nell'applicazione dell'innovativo modello di internazionalizzazione e apprendimento collaborativo online "COIL" (Collaborative Online International Learning). I feedback dei partecipanti ai workshops basati su tale modello, realizzati per consolidare la collaborazione tra quattro istituti formativi, due scozzesi e due indiani, nell'ottica di un progetto di potenziamento (STEM), hanno mostrato come i social media (nello specifico WhatsApp, Zoom, e-mail e Google Classroom) siano efficaci nel migliorare la comunicazione e nell'incentivare la partecipazione attiva facilitando lo scambio di conoscenze in contesti interculturali. L'accessibilità e fruibilità dei media ha permesso una diffusione trasversale delle conoscenze e competenze tra gli istituti, aprendo al dialogo e aumentando la consapevolezza sull'importanza delle esperienze di apprendimento positive. Tuttavia lo studio ha riscontrato anche alcune difficoltà nella sperimentazione di tale modello legate alle limitazioni imposte dai diversi governi all'utilizzo delle piattaforme online (p.e. Meet, Teams, WhatsApp, Facebook,...). La tecnologia dunque offre molti vantaggi nella collaborazione internazionale anche in ambito formativo ma diverse questioni pratiche, etiche e legali devono essere gestite al meglio per poterne sfruttare a pieno le potenzialità.
cimpina

Sir Ken Robinson: Porta la rivoluzione nell'apprendimento! - 2 views

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    Questo discorso è stato presentato in una conferenza TED ufficiale nel febbraio del 2010, eppure lo trovo ancora più attuale che mai. Parla Sir Ken Robinson, un educatore britannico, che spiega l'esigenza di passare radicalmente dalle scuole standardizzate all'apprendimento personalizzato, creando le condizioni in cui i talenti naturali dei bambini possano prosperare. Secondo l'autore, abbiamo costruito i nostri sistemi educativi sul modello del fast food. Dobbiamo passare a un modello basato più sui principi dell'agricoltura. Dobbiamo riconoscere che la fioritura umana non è un processo meccanico; è un processo organico. Al centro della sfida, la necessità di ricostituire il nostro senso di abilità e di intelligenza.
francescaaruna

Bambini tecnologici - Rapporto con i media - 8 views

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    L'articolo, preso dal giornale la Repubblica, tratta l'argomento, attuale, del rapporto tra giovani e media, attraverso l'intervista allo psicologo Giuseppe Riva, docente di psicologia dei nuovi media di Milano , che spiega quanto è delicato il legame tra i vari supporti high tech e il cervello dei nostri figli e di come gestire al meglio il rapporto dei minori con Internet . Inoltre apre una discussione sui vantaggi e svantaggi dell'utilizzo dei computer e dei social, da parte dei giovani. Senza demonizzare l'uso dei social e internet è importante per i giovani poter avere sempre lo stimolo dalla famiglia a relazionarsi in modo diretto con la realtà e i propri coetanei.
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    Da una ricerca condotta da Lenzi e coll. presso l'Università di Padova nel giugno del 2015 intitolata ' Facebook ha lo scopo informativo di favorire l'impegno civico negli adolescenti?' dimostra l'associazione tra siti di social networking e l'impegno civile sono mescolati. Il presente studio si propone di valutare un modello teorico che collega l'uso informativo di Internet-based social media (in particolare, Facebook) con competenze civiche e le intenzioni per il futuro impegno civico, tenendo conto del ruolo di mediazione delle discussioni civili con la famiglia e gli amici e la condivisione della news online.I partecipanti sono stati 114 gli studenti delle scuole italiane di età compresa tra 14-17 anni (57% maschi). Il percorso di analisi è stato utilizzato per valutare il modello teorico proposto. I risultati hanno mostrato che lo scopo informativo di Facebook è stato associato con livelli più elevati competenza percepita di azione civica in età adolescenziale, sia direttamente che tramite la mediazione di discussione civica con i genitori e gli amici (offline).Livelli più elevati di competenze civiche, poi, sono stati associati con un intento più forte di partecipare al dominio civico in futuro. I nostri risultati suggeriscono che Facebook può fornire agli adolescenti ulteriori strumenti attraverso i quali possono imparare attività civiche o sviluppare le competenze necessarie per il futuro.
ellegiesse

L'università entra nel metaverso: alla Federico II di Napoli le prime sperime... - 10 views

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    L'articolo pubblicato su Forbes è del novembre 2021. Il giornalista Sergio Argante racconta come all'Università Federico II abbia preso il via un progetto di didattica ibrida, partecipata e laboratoriale, all'interno dei propri corsi di laurea.A valle del pesante tributo pagato dal settore dell'istruzione durante la pandemia, anche il mondo dell'education ha cercato soluzioni, tra cui per esempio la creazione e successiva massiccia diffusione di piattaforme educative, Attraverso questo potenziamento della digitalizzazione, la Federico II ha, primo tra gli atenei italiani, deciso di avviare la sperimentazione della Hybrid Learning Spaces, soluzione sviluppata da Hevolus Innovation e Microsoft Italia, attraverso la quale il metaverso è entrato nella propria didattica sia scientifica che umanistica.Si tratta di un modello basato su vere e proprie aule virtuali immersive che consentono di introdurre un nuovo modello educativo fruibile sia da remoto che in presenza, attraverso lezioni e supporto ai laboratori olografici dando vita a percorsi innovativi e soprattutto a immersioni esperienziali che possono rivelarsi decisive nei processi di apprendimento e che pongono le basi per una futura rivoluzione accademica.
isabella63

Educazione e tecnologie digitali al tempo del Covid. un ossimoro o un'opportu... - 1 views

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    Questo articolo affronta una questione cruciale nell'ambito dell'istruzione e dell'educazione, soprattutto in relazione all'uso delle nuove tecnologie durante il periodo del lockdown e oltre. Esso evidenzia come le nuove tecnologie, specialmente attraverso i programmi a distanza, siano diventate fondamentali durante la pandemia, ma siano allo stesso tempo oggetto di critiche e resistenze, con alcuni che le vedono come una minaccia all'esperienza educativa in presenza. suggerisce che un'analisi più approfondita e contestuale potrebbe portare a un modello educativo integrato che combina elementi di istruzione in presenza e a distanza. Questo approccio potrebbe capitalizzare sulle potenzialità delle nuove tecnologie senza rinunciare ai vantaggi dell'interazione faccia a faccia e dell'esperienza diretta. Per quanto riguarda il contributo degli Enti di Terzo Settore, in particolare delle cooperative sociali, essi possono giocare un ruolo significativo nell'implementare questo modello integrato. Le cooperative sociali, con il loro impegno per il bene comune e la solidarietà sociale, possono sviluppare programmi educativi che sfruttano le nuove tecnologie in modo responsabile e creativo, adattandoli alle esigenze specifiche delle comunità cui servono. Nel contesto dei nidi e delle scuole dell'infanzia, l'idea di un'educazione integrata con le nuove tecnologie potrebbe essere vista come un'opportunità piuttosto che un ossimoro. Le nuove tecnologie possono essere utilizzate in modo mirato per arricchire l'esperienza educativa dei bambini piccoli, ad esempio attraverso applicazioni educative interattive o strumenti di comunicazione che coinvolgono le famiglie nel processo educativo.
paolacosentino

How to Make Learning as Addictive as Social Media | Luis Von Ahn | TED - 0 views

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    Nel TED Talk "How to Make Learning as Addictive as Social Media" Luis von Ahn, fondatore di Duolingo, esplora come rendere l'apprendimento coinvolgente utilizzando le stesse tecniche impiegate dai social network. Originario del Guatemala e cresciuto con un'educazione di alta qualità grazie ai sacrifici familiari, von Ahn ha voluto creare un'app per rendere l'istruzione accessibile a tutti, indipendentemente dalle risorse economiche. Ciò è stato reso possibile dal modello freemium che consente agli utenti paganti che non vogliono ricevere pubblicità, e che provengono soprattutto dagli Stati Uniti e dal Canada, di finanziare lo stesso servizio per chi non può permettersi un abbonamento, garantendo così un'educazione di qualità per tutti. Duolingo adotta tecniche psicologiche simili a quelle dei social media, come la gamification, la personalizzazione dell'apprendimento grazie alla grande interazione con i contenuti, presentati in maniera accattivante e l'uso strategico delle notifiche. L'app sfrutta gli "streaks" cioè i punteggi che premiano la continuità di uso per monitorare i giorni consecutivi di utilizzo e invia notifiche 24 ore dopo l'ultimo accesso per incoraggiare il ritorno degli utenti sulla piattaforma. Se l'utente rimane inattivo per sette giorni, riceve una notifica finale con un approccio quasi passivo-aggressivo, simile a un ultimatum materno. Inoltre l'impiego di giochi di difficoltà crescente permette la definizione di obiettivi specifici, misurabili, raggiungibili, motivanti e vincolati al tempo (S.M.A.R.T.), per trasformare l'apprendimento in un'esperienza gratificante e orientata alla crescita personale. Questo modello offre stimoli interessanti per il mondo della scuola e dell'alta formazione.
tonettimartina

Tecnologie digitali e apprendimento attivo - 4 views

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    L'articolo esplora come le tecnologie possano favorire un apprendimento attivo, coinvolgente e orientato alla costruzione di competenze concrete. Partendo da esperienze innovative come l'uso di applicazioni per lo studio della fisica attraverso simulazioni e modelli virtuali, si evidenzia il potenziale dei nuovi media nel rendere l'apprendimento più dinamico e significativo. Un punto interessante dell'articolo è il legame tra l'utilizzo delle tecnologie e l'approccio attivo alla conoscenza, che supera il modello tradizionale e passivo della lezione frontale. L'apprendimento attivo, infatti, permette di consolidare le conoscenze teoriche tramite esperienze pratiche che stimolano i sensi e coinvolgono direttamente lo studente. Estendere questo approccio oltre le discipline scientifiche potrebbe rivoluzionare l'intero sistema educativo. Per esempio, immagino l'utilizzo di applicazioni e simulatori immersivi che consentano agli studenti di discipline come storia o letteratura di "vivere" le epoche studiate attraverso ambienti virtuali, o agli studenti nell'abito del diritto di partecipare a processi simulati. In un contesto più pratico, queste tecnologie potrebbero essere sviluppate per creare una sorta di "alternanza scuola-lavoro virtuale" che venga valutata esattamente come un test o una interrogazione. Questi strumenti consentirebbero agli studenti di sviluppare un pensiero critico, poiché li costringerebbero a prendere decisioni e valutarne le conseguenze in un ambiente protetto, inoltre prepara i giovani al mondo del lavoro. Questo richiede formazione per gli insegnanti, progettazione pedagogica che tenga conto delle reali esigenze formative e la alla creazione di applicazioni interattive ad hoc che permetterebbero agli studenti di simulare mansioni specifiche dei loro futuri ambiti lavorativi.
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    L'articolo in questione evidenzia come le tecnologie possano favorire un apprendimento attivo e coinvolgente. Lo scenario educativo attualmente viene attraversato da una profonda trasformazione, alimentata dall'evoluzione delle tecnologie digitali; emerge infatti l'esigenza di rivalutare le metodologie didattiche tradizionali, orientandosi verso approcci che promuovano un apprendimento attivo, coinvolgente e focalizzato sullo sviluppo di competenze e partecipazione attiva. Un esempio ritenuto fondamentale in questa trasformazione è rappresentato dall'integrazione e dall'utilizzo di strumenti digitali nello studio di discipline scientifiche quali la matematica o la fisica. L'utilizzo di simulazioni interattive e modelli virtuali offrono agli studenti la possibilità di visualizzare concetti astratti e di sperimentare attivamente. Questo approccio si allontana dal modello passivo della lezione frontale, in cui l'apprendimento è spesso confinato alla ricezione di informazioni tramite un apprendimento meccanico, ripetitivo di nozioni, ritenuto spesso più veloce ma anche poco efficace nel lungo periodo. Il vero punto di svolta si basa quindi, nel legame tra l'impiego delle tecnologie e l'utilizzo di una didattica attiva. L'apprendimento attivo si fonda sull'esperienza diretta e sul coinvolgimento multisensoriale dello studente attraverso l'utilizzo di strumenti, la manipolazione virtuale o/e la risoluzione di problemi. Gli studenti in questo modo non solo acquisiscono informazioni, ma costruiscono attivamente la propria comprensione del mondo, imparano "come" e non "cosa". Questo approccio risulta molto potente e si estende in diversi ambiti, ad esempio, attraverso l'utilizzo di applicazioni e simulatori per consentire agli studenti di storia e letteratura di "immergersi" virtualmente in epoche passate o in contesti narrativi, vivendo in prima persona gli scenari studiati. Inoltre, le tecnologie digitali potrebbero essere sfruttate per colmare
rominamura

Le prospettive della democrazia digitale in Europa - 3 views

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    Secondo l'indice di partecipazione digitale delle Nazioni Unite (ONU, 2016), la partecipazione digitale si sta diffondendo in tutto il mondo. L'indice misura la partecipazione digitale secondo un modello che si articola su tre livelli e include: 1) l'informazione digitale (le informazioni fornite su Internet), 2) la consultazione digitale (l'organizzazione di consultazioni pubbliche online) e 3) il processo decisionale digitale (il coinvolgimento diretto dei cittadini nei processi decisionali) (ONU, 2016: 54). Nella presente relazione, il termine "partecipazione digitale" è riservato a tutte le forme di partecipazione politica che utilizzano i media digitali, compresi sia i meccanismi formalmente istituzionalizzati sia l'impegno civico informale. Gli elementi trainanti alla base della partecipazione digitale sono la digitalizzazione, lo sviluppo di strumenti digitali che possono essere utilizzati per coinvolgere i cittadini (media sociali, software deliberativo, sistemi di voto elettronico, ecc.) e l'accesso sempre più diffuso a Internet. Nei paesi europei, in particolare quelli che si collocano nei primi 50 posti in termini di risultati, i cittadini hanno sempre più opportunità di far sentire la loro voce nel governo e nella politica. Secondo le Nazioni Unite, la percentuale maggiore di iniziative di partecipazione digitale riguarda l'accesso garantito dall'amministrazione centrale e dalle amministrazioni locali a informazioni del settore pubblico e le consultazioni pubbliche tramite strumenti digitali. Di recente è cresciuta l'attenzione nei confronti del coinvolgimento dei cittadini nel processo decisionale, sebbene i progressi registrati finora in questo settore siano modesti.
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    La relazione stilata dal EPRS mette in luce la stretta necessità di costruire una reale partecipazione attiva del cittadino europeo all'interno del sistema politico sovranazionale. Il mezzo utile a veicolare l'intervento della cittadinanza è internet. Le sperimentazioni sin'ora condotte hanno riguardato la possibilità di voto elettronico e le petizioni online, sta di fatto che esiste ancora il muro che impedisce il la comunicazione, lo scambio tra i rappresentanti della politica europea e i cittadini, sarebbe invece auspicabile un dialogo bidirezionale tra cittadini e istituzioni costituito da interventi attivi con formulazione di quesiti, scambio di opinioni, dibattiti, osservazioni sull'operato degli organi competenti in Europa, nonché una relazione di carattere più umano, utilizzando appieno le potenzialità della rete internet e la sua capacità di annullare le distanze. Necessita promuovere la media literacy con particolare attenzione alle fasce di popolazione meno propense ad acquisire nuove nozioni. Occorre andare oltre i social network, strutturando una comunità dotata di infrastrutture pienamente utilizzabili, che sia informata, partecipativa, e che sia co-autrice della vera e propria democrazia digitale.
dorinalombardo

Italian teachers and Technology-Knowledge training | Di Blas | Form@re - Open Journal p... - 2 views

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    Questo articolo cerca di rispondere alla domanda "Come i docenti italiani si formano alle competenze tecnologiche", nel quadro di riferimento del modello TPACK , secondo il quale una varietà di supporti e fonti agisce in un contesto d'apprendimento. La discussione si basa sui dati raccolti attraverso un questionario erogato a più di 1300 docenti in servizio; il focus è in particolare sui docenti di scuola secondaria inferiore e superiore. I risultati mostrano come i docenti fruiscano di una pluralità di fonti, prediligendo quelle "informali".
minabertele

Facebook: emotività, atteggiamenti e comportamenti degli adolescenti - 4 views

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    Interessante studio sugli adolescenti e l'uso dei Social Network dal quale emerge che il modo in cui un adolescente sceglie di presentarsi su una piattaforma come Facebook dipende da tante variabili personali, come il suo livello di narcisismo o la sua personalità. In tale studio sono indagati gli aspetti e i costrutti che gravitano intorno alle emozioni e ai comportamenti più frequenti di una determinata popolazione di utenti in relazione all'uso dei Social Network.
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    Facebook è il social network più utilizzato dagli adolescenti e dai giovani; a tal proposito negli ultimi anni sono state condotte diverse ricerche da numerosi studiosi per comprendere le emozioni, gli atteggiamenti, comportamenti e modalità di apprendimento legati all'utilizzo di questo strumento. L'articolo presenta una sintesi di quanto rilevato dalle numerose ricerche, le evidenze più importanti sono focalizzate sostanzialmente sulle motivazioni che spingono i giovani all'utilizzo del social network ovvero il bisogno di appartenenza riconducibile al bisogno di accettazione e di supporto da parte dei pari e all'autopresentazione attraverso la quale vengono comunicati interessi e preferenze. Gli studi hanno inoltre evidenziato la correlazione positiva tra il modello di personalità del Big Five e le modalità di interazione utilizzate
rosamaria62

Apprendimento significativo mediato dalla tecnologie - 7 views

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    Il presente articolo si propone di andare ad analizzare il modello di apprendimento significativo come un percorso percorribile soprattutto nel contesto formativo e scolastico, al fine di avviare nel discente la competenza del saper costruire da se le proprie conoscenze, tale concetto è visto come un è un processo di costruzione di significato da parte del soggetto, che rielabora in maniera personale. Il soggetto è visto come soggetto attivo e propulsore del proprio apprendimento, qui viene introtto anche il concetto di cooperazione, l'insegnante, non più visto come trasmettitore di conoscenza, adesso assume un ruolo secondario, diventa un tutor (supporto) al processo di costruzione di conoscenza. Le tecnologie in questa nuova prospettiva giocano un ruolo importantissimo, la classe diventa knowledge-building community, dove i diversi membri interagiscono attivamente grazie all'utilizzo di queste e arricchiscono il loro personale bagaglio così da apprendere attraverso la ricerca.
nrinaldi1

Le nostizie della strage di hillsborough - 4 views

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    L'indiscriminata strumentalizzazione mediatica su un evento tragico di carattere nazionale e non solo poiché interessa uno sport comune nel mondo occidentale. Ecco come "le fake news" producono audience e sottolineano l'importanza dello studio dei media. Un articolo decisamente importante per quanto riguarda l'importanza dello studio dei media. Per assurdo presenta la possibilità di un unico soggetto a poter imporre un modello di giudizio generale acritico verso tutto ciò che riguarda il nostro quotidiano. Non solo l'opinione verso le celebrità, un prodotto ma anche a fornire entro quali limiti ci si potrebbe esprimere nel giudicare un politico o la politica di un partito. Aggiungerei, cosa diremmo sull'attività di un importante marchio? Quanto sono influenti i media in un ambiante con notevole disparità tra i suoi fruitori distinguendo i nativi digitali e quelli acquisiti? Proprio perché i media sono costruiti per essere largamente fruibili ed arrivare, anche in forma altamente persuasiva, ai loro fruitori definisce il perché è necessario avere un educazione ai media. L'articolo prende in esempio "la strage" dello stadio di Hillsborough dove un tabloid inglese cavalcò ingiustamente l'accusa nei confronti dei tifosi del Liverpool quando in realtà le responsabilità vere furono altre. L'esigenza del tabloid era di vendere copie del giornale e quindi la pubblicità. Non si preoccupò neanche di confezionare notizie sulla presunta urina versata sui cadaveri dei tifosi morti da parte di mostruosi supporters del Liberpool. Con questo articolo si rimarca l'importanza dell'avere una visione critica sui media proprio perché la nostra contemporaneità, partendo da un avvenimento accaduto molto tempo fa, è satura di media.
daya46

Media education: the european propositions and the brazilian environment - 3 views

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    In questo documento viene valutata la possibilità di inserire in un contesto di istruzione scolastica brasiliana il modello della Media Education europeo. Precisamente si discute il kit proposto dall'UNESCO con l'obiettivo di ridurre alcune discussioni essenziali nel contesto dei programma multimediale all'interno delle scuole brasiliane. Viene citata "l'idea di protezione" di bambini e giovani, in relazione agli effetti dei messaggi dei mass media, (Buckingham 2007) prima con la negazione poi con la selezione e che la maggior parte delle caratteristiche del XX secolo convivono con altre prospettive dove la prospettiva di "protezione" è sostituita dal concetto di "preparazione". Viene precisato che l'alfabetizzazione ai Media implica sia la possibilità che la disponibilità di utilizzare supporti tecnologici. Educomunicazione,che si avvicina in alcuni punti di vista di Buckingham come l'accento sulla cultura autonoma sviluppata dai giovani con il contatto con i Media ed i loro coetanei, ha alcuni fattori che possono essere problematici per il contesto brasiliano. Ad esempio l 'accelerata espansione in termini di attrezzature tecnologiche non è direttamente proporzionale alla preparazione dei professori per l uso della tecnologia e quindi, in una realtà come il brasile, prevale ancora una "auto-educazione" di insegnati e studenti ed il volontarismo di azioni scolastiche. Quindi per applicare il kit di Media Education Europeo in una realtà scolastica brasiliana è necessario una preparazione sistematica nelle scuole, con tempistiche più lunghe ma soprattutto cambiare il peso politico sull'argomento
raffarusso

New Media nel contesto educativo: speranze, difficoltà e il caso danese. - 7 views

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    Questo articolo parla della media education nel contesto educativo e delle difficoltà che può incontrare un insegnante.Con gli anni la multimedialità e l'apprendimento cercano di diventare inscindibili: l'insegnante non è più esclusivamente un dispensatore di cultura e il discente non è più un soggetto che riceve passivamente tutte le nozioni. Nella nuova ottica di apprendimento learner centered intesa a promuovere l'autonomia dello studente, si assiste al cambiamento dei ruoli tradizionali. Nasce nel nuovo millennio una nuova figura, il tutor, una nuova figura che unisce competenze didattiche e metodologiche a conoscenze informatiche.La Danimarca ha quindi avviato un piano per garantire un'efficace integrazione delle ICT nell'educazione. Prima si è mirato all'ingresso del computer e del software educativo in tutti i curricula, è stato realizzato un piano nazionale per assicurare a tutte le scuole l'accesso a Internet ad alta velocità e successivamente il Ministero dell'Educazione si è concentrato sulla formazione degli insegnanti, affinché entrassero in possesso di competenze omogenee e adeguate. Il modello della Pedagogical ICT License ha aiutato lo sviluppo di questo piano.
orchidea72

Tutoring con le nuove tecnologie per ridurre l'insuccesso scolastico e favorire l'appre... - 4 views

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    L'articolo descrive il Progetto di tutoring ,realizzato dal Comune di Torino e dall' Università di Torino con l'ausilio delle nuove tecnologie, quali una piattaforma integrata sia con un ambiente di calcolo evoluto che consente anche l'autovalutazione,sia con sistemi di tutorato a distanza, per ridurre l'insuccesso scolastico e favorire l'apprendimento della matematica nella scuola secondaria. Questo modello,come rilevano le analisi e la valutazione dei questionari finali, si è rivelato efficace e di notevole sostegno soprattutto nel periodo particolarmente delicato che corrisponde con la fine della scuola secondaria di primo grado e l'inizio di quella di secondo grado.In questa fase adolescenziale e di transizione infatti, i ragazzi tendono ad avere un calo nella motivazione allo studio,ad essere poco interessati e spesso sfiduciati, fino a decidere molto spesso di abbandonare la scuola.
maxuni

Guidebooks on designing modern and learning-rich learning environments - 3 views

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    La bellezza della scuola non dovrebbe risiedere nella sua architettura, intesa come luogo fisico ma bensì si dovrebbe basare in un ricco apprendimento che tenga conto del contesto digitalizzato in cui viviamo. Il modo in cui la tecnologia e Internet sta attualmente cambiando anche la vita sociale, influisce sul modo in cui gli spazi educativi sono ridefiniti. Il riordino del sistema di apprendimento deve prevedere un ristrutturazione del modello attuale, in uno che tenga conto del cambiamento tecnologico e che si concretizza in progetti che servono ad aggiornare le scuole della nuova società industriale (informatizzata). Nell'ambito dei nuovi progetti la comunità europea promuove nuove idee di progettualità basate su una serie di guide come quello che indico nel link. Si possono scaricare i riferimenti alla guida intitolata Virtual and Technological Learning Environments.
loredanapilati

The Textbook Is Dying. Meet the Artificially Intelligent Software That's Replacing It. - 4 views

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    L'articolo presenta una tipologia di strumenti di apprendimento per un verso affascinanti, per altri versi forse discutibili o che perlomeno invitano a un'attenta riflessione: un modello di apprendimento esclusivamente 'di flusso' e interattivo, privo di risorse di apprendimento che svolgano il ruolo di punto di riferimento stabile e condiviso, e la figura di docente limitata alla funzione di tutoraggio individuale, è davvero l'ideale? Comunque merita la (lunga) lettura.
manuelademauri

Educazione ai nuovi media in Val di Non: un progetto per dire stop al cyberbullismo - 5 views

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    L'articolo presenta il progetto "Percorsi educativi sui nuovi media", che prendera' il via da gennaio 2016 nella Comunità della Val di Non. Il progetto che verra' attuato nelle classi degli istituti comprensivi di Cles, Revò e Tuenno, si prefigge di educare i ragazzi ad un utilizzo sicuro di internet, coadiuvando l'intervento formativo anche attraverso azioni rivolte a genitori ed insegnanti. I temi trattati saranno internet sicuro, utilizzo consapevole e responsabile della rete e prevenzione del cyberbullismo. Il progetto verra' attuato dalla comunita' della Val di Non, assessorato alle Politiche sociali, Distretto Famiglia e Pari opportunità in collaborazione con la cooperativa EDI onlus. La Cooperativa Sociale E.D.I. Onlus nasce nel 2012 con l'intento di creare un polo di eccellenza nella formazione sui Diritti dell'Infanzia e dell'Adolescenza su iniziativa di alcuni professionisti della formazione e progettazione che da anni collaborano con Save the Children su queste tematiche. Il modello e la cultura della cooperativa sono strettamente collegati a quelli di Save the Children per cui E.D.I. rappresenta il partner privilegiato nella progettazione ed esecuzione di attività formative. Il progetto "Percorsi educativi sui nuovi media", vuole di fatto essere una risposta concreta alla necessità' sempre piu' impellente di fornire ai ragazzi strumenti idonei per un utilizzo appropriato e sicuro dei " Nuovi media", che permeano oramai la quotidianità della nostra società.
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