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massimomoretti

L'innovazione tecnologica nella scuola italiana. Per un'analisi critica e storica - 8 views

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    L'articolo, pubblicato nel 2016, evidenzia la rilevanza dell'introduzione delle tecnologie nella scuola italiana, processo che si è sviluppato negli ultimi quarant'anni. Inizialmente molti insegnanti furono influenzati dalle innovazioni modificando atteggiamenti e metodologie; tuttavia, a mano a mano che l'introduzione delle ITC nella scuola si andava affermando, emersero criticità e contraddizioni provocate da problemi tecnici, incompatibilità, mancanza di tempo e carenza di preparazione degli insegnanti. L'esperienza del passato, a fronte delle difficoltà verificate, rischia di passare in second'ordine o - addirittura - di essere dimenticata, unitamente al portato teorico e didattico caratterizzante la fase precedente. S'impone pertanto una riflessione critica attraverso la presentazione di alcuni lineamenti della storia dell'introduzione delle ITC nella scuola, delle concezioni che l'hanno accompagnata e dei rapporti che spesso, anche all'insaputa degli innovatori, si mantengono tra passato e presente. La tecnologia informatica fu introdotta ufficialmente nella scuola italiana nel 1985 (primo Piano Nazionale Informatica - PNI 1), affiancata agli insegnamenti di matematica e fisica del primo biennio della scuola superiore. Il PNI 1 nacque dall'idea che l'alfabetizzazione informatica costituisse l'unica via d'accesso alla società dell'informazione e dalla fiducia nella possibilità per gli strumenti e le tecniche dell'informatica di favorire lo sviluppo cognitivo degli studenti. In seguito, l'introduzione del linguaggio di programmazione, dei videogiochi e degli ambienti di scrittura indussero a ritenere il computer uno strumento di supporto per l'apprendimento, capace di dilatare la conoscenza e il processo per acquisirla, favorendo l'autonomia e la creatività, secondo un approccio cognitivistico-costruttivista. Negli anni Novanta, con l'avvento dell'ipertestualità, la tecnologia venne accolta nella scuola
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    con lo scopo di avvicinarla alla realtà vissuta dagli studenti a casa e in altri ambienti, contraddistinta dall'interazione tra parola orale, testi scritti, suoni e immagini. Le più recenti iniziative ministeriali da un lato spingono verso limiti più avanzati l'idea della partecipazione sociale, dall'altro sembrano riscoprire il valore di pratiche già sperimentate negli anni Ottanta e in parte dimenticate dalla scuola. L'articolo, in particolare, pone l'accento sulla pratica del coding, vale a dire sul processo finale di programmazione, quello della scrittura del codice attraverso l'uso di un determinato linguaggio. In sostanza, questa analisi storico-critica mette in evidenza come nel nostro Paese la normativa che regola l'introduzione del digitale nella scuola insegua l'innovazione tecnologica, tentando di stare al passo con questo processo fluido, rapido e costante.
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    FORM@RE - Open Journal per la formazione in Rete L'innovazione tecnologica nella scuola italiana. Per un'analisi critica e storica Technological innovation in the Italian school. A critical and historical analysis Camilla Moricca - Università degli Studi di Firenze, camilla.moricca@unifi.it Abstract L'introduzione tecnologica nella scuola è caratterizzata da ondate che si succedono conservando scarsa consapevolezza e ricordo della fase precedente. Il lavoro ripercorre in modo sintetico le principali iniziative istituzionali e le più note teorie di riferimento che le hanno accompagnate nell'ottica di favorire una consapevolezza storico-critica su ciò che l'esperienza ci può aver insegnato. Nell'ultima parte ci si sofferma su riferimenti oggi in voga, quali il coding e la robotica, chiedendoci se siano davvero nuovi e se poggino su criteri pedagogici fondati. Parole chiave: tecnologie dell'educazione; analisi storica; coding; robotica. Abstract Technological introduction into school takes place in the form of innovations that maintaining low awareness and memories of the previous phases. The work recalls briefly the main institutional initiatives and best-known theories of reference in order to foster a historical-critical awareness of what the experience may have informed us. In the last part we focus on references in vogue, such as coding and robotics, wondering if they are really innovations and if they are based on valid educational criteria. Keywords: educational technology; historical analysis; coding; robotics. 1. Introduzione L'introduzione delle tecnologie nella scuola ha rappresentato un avvenimento rilevante negli ultimi quarant'anni e il processo che l'ha accompagnata ha coinvolto direttamente molti insegnanti, influenzando i loro atteggiamenti e le loro concezioni metodologiche. Sembra quindi ragionevolmente importante soffermarsi a riflettere su questo percorso per comprenderne meglio la natura. Tuttavia sono carenti i lavori
valeee

Ragazzi e tecnologia, la scuola è impreparata: che dicono i dati - 1 views

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    Attraverso questo articolo, l'autore Paolo Ferri cerca di portare uno spunto di riflessione sull'impatto della pandemia da Covid-19 sull'uso della tecnologia digitale dei bambini tra i 0 e i 10 anni, e soprattutto delle loro principali figure educative, come maestri e genitori. La maggior parte di questi ultimi rientrano nella generazione dei cosiddetti millenials, persone nate tra il 1980 e la metà degli anni '90, che anche se non si possono definire "nativi digitali" come i loro figli, hanno conosciuto in età adolescenziale la tecnologia, la comunicazione e il web: tutti elementi che hanno scandito sempre di più la loro quotidianità fino a diventarne oggi una parte integrante. La ricerca "Bambini e lockdown" presentata nell'articolo, condotta dalla Società Italiana delle Cure Primarie Pediatriche con la collaborazione di un gruppo di ricercatori dell'Università di Milano-Bicocca e della spin-off dell'Università di Milano-Bicocca "Bambini Bicocca", si pone l'obiettivo di indagare i ritmi, le regole, le routine, l'esperienza educativa e didattica e gli stati emotivi dei bambini e dei genitori durante il lockdown, utilizzando dati raccolti in due indagini (2020, 2021) attraverso questionari. Attraverso l'approfondimento dei risultati, l'autore cerca di consapevolizzare il pubblico sull'importanza di formare insegnanti e genitori ad educare i piccoli a un uso ponderato e creativo dei dispositivi digitali e del web. In particolare, dai dati presentati si evince come le famiglie con bambini tra 0 e 10 anni, siano attrezzate dal punto di vita del possesso di device e di connessione internet, con un numero di strumenti tecnologici che tende a crescere con l'aumentare dell'età dei bambini, i quali non solo nel 2021 hanno trascorso più tempo davanti allo schermo rispetto all'anno precedente, ma sono anche sempre più spesso gli unici possessori ed utilizzatori delle loro periferiche digitali. L'autore ha voluto più v
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    [continua] L'autore ha voluto più volte rimarcare l'importanza di intendere i dati e i relativi risultati, come generati all'interno di un processo di "naturalizzazione" della vita sullo schermo dei bambini nelle opinioni dei genitori, che porterebbe a delle distorsioni nella loro percezione dell'effettivo tempo di utilizzo di questi dispositivi. Nella seconda parte della ricerca, emerge l'evidenza di una generalizzata carenza di strutture e formazione metodologica sulla didattica aumentata dalle tecnologie. Infatti, il tempo impiegato in attività di DAD/DDI è aumentato nel 2021, ma nonostante ciò, le metodologie impiegate non sembrano aver avuto alcuna evoluzione o adattamento alle nuove esigenze dei bambini e delle loro famiglie. Il principale problema, segnalato anche dai genitori, sembra essere l'ostinazione nell'adottare un approccio trasmissivo e nozionistico, tipico delle classiche lezioni frontali in presenza, che lascia poco spazio all'interazione e all'interattività, e che rischia di appesantire ulteriormente il carico cognitivo del bambino, di limitarne le capacità di attenzione e di comprometterne l'apprendimento. L'autore alla fine evidenzia la presenza di una correlazione negativa tra il titolo di studio dei genitori e il tempo di utilizzo dei device, prima di concludere rimarcando l'importanza di un'educazione all'utilizzo creativo, critico e costruttivo delle tecnologie digitali, che deve necessariamente passare per i genitori e gli insegnanti e quindi le istituzioni, per poter essere davvero efficace ed influenzare l'interazione quotidiana dei propri figli con la tecnologia.
gcolombini

Tecnologia digitale: i rischi, più o meno noti, per la società odierna - 1 views

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    Questo articolo ci porta a capire che siamo ancora lontani dalla conoscenza delle conseguenze che le nuove tecnologie hanno sulla nostra società. Nell'immediato si può intuire che la tecnologia ha permesso un evoluzione della nostra società in termini di sviluppo, conoscenza, comunicazione, evoluzione; dall'altra si riscontra una crescente dipendenza dalle tecnologie. I vari studi riportati in questo articolo riguardano gli effetti dei media digitali su varie capacità funzionali delle persone (attenzione,dipendenza,lettura,ecc) ma da tutto questo si evince che non sono i media in quanto tali ad assere negativi ma rimandano alla responsabilità delle persone nell'utilizzo qualitativo degli stessi e della conseguente necessità di un educazione all'utilizzo dei media, ad iniziare dai più giovani.
orlandovaleria

Infanzia Digitale - 9 views

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    Questo documento "riassume" il punto di vista di David Buckingham riguardo la media education. Buckingham ci parla della situazione nella scuola inglese e del digital divide che esiste tra scuola e ragazzi. Risulta essere particolarmente interessante soprattutto per quegli studenti che hanno da poco iniziato gli studi di media education
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    L'uso delle tecnologie nella scuola e' attualmente "arretrato" rispetto al modo in cui i ragazzi usano le tecnologie al di fuori della scuola. Un numero sempre piu' alto di studenti trova che l'uso delle tecnologie a scuola sia limitato, noioso e inutile,in particolare se paragonato al modo loro stessi in cui usano la tecnologia nel tempo libero.I media educator devono lanciare una sfida all'uso strumentale della tecnologia, all'idea cioè che la tecnologia sia semplicemente uno strumento per il "trasferimento" di informazioni. Bisogna definire e promuovere nuove forme di "alfabetizzazione digitale", estendendo e forse ripensando il nostro consueto approccio critico ai nuovi media,come i computer e Internet. La scuola è rimasta relativamente inalterata dall'avvento della tecnologia digitale, non si può certo dire lo stesso della vita dei bambini al di fuori del contesto scolastico.L'avvento delle tecnologie digitali ha prodotto alcuni significativi cambiamenti nelle esperienze medianiche dei bambini. Alcuni autori hanno sostenuto che i media moderni stanno realmente distruggendo l'infanzia,stanno confondendo i confini tra infanzia, giovinezza e età adulta, e che i tradizionali valori morali devono essere riaffermati.
amynapoleoni

Come la tecnologia ci ha cambiato la vita! - 5 views

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    L'articolo sopraindicato, riporta un'intervista a un famoso psicologo e psicoterapeuta, al quale vengono poste delle domande interessanti riguardo la tecnologia e come questa possa aver cambiato e cambierà ancora la percezione del mondo circostante. Il futuro riserverà tante innovazioni, proprio perché le tecnologie sono in continua evoluzione e per questo, non si sa a cosa porteranno e a quale stadio di evoluzione gli uomini si troveranno anche solo fra 50 anni, o forse meno, data la rapida mutazione avvenuta a livello sociale, economico, politico, personale, in tutti gli ambiti, avvenuta appunto da 50 anni a questa parte. Un segmento però di questa evoluzione ha portato, purtroppo, a fare un passo indietro nell'essere civile, con nemmeno troppa immaginazione. Alcuni fatti di cronaca dei quali tratta anche il Prof. Cantelmi, suscitano le medesime sensazioni che si provavano leggendo dai libri di Storia, le pratiche utilizzate nelle torture medievali. Forse i videogames violenti, hanno mutato in qualche modo anche la percezione della morte, facendo credere nella possibilità di vivere due o più volte, nella stessa epoca. Forse i giochi che si conoscevano non molto tempo fa, inducevano in comportamenti meno violenti, ma forse erano meno violenti i tempi, o forse le persone non ne erano a conoscenza del tutto, come avviene oggi grazie o a causa dei social network. Le Psicotecnologie, considerate estensioni della mente e dei processi cognitivi, sembrano aver penetrato qualsiasi attività quotidiana, anche la più intima. Il web ha prodotto un cambiamento "colossale", per usare un termine del Prof. e ha portato da una parte a preoccuparsi di quella che è definita web reputation, dall'altra a non pensare proprio al mantenimento di una reputazione quanto meno accettabile. Si fa riferimento alla "tecnofobia", ed effettivamente leggendo almeno la prima parte dell'articolo sarebbe facile svilupparla, comprendendo le sole prime tre righe. Ma non si puÃ
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    PARTE MANCANTE Ma non si può screditare completamente qualsiasi innovazione, sarebbe distruttivo. I ragazzi non possono essere considerati tutti plagiati dai new-media, e questi ultimi non posso essere considerati solo portatori di effetti negativi, sposando automaticamente la linea protezionista vigente negli anni Sessanta-Settanta. Bisogna considerare quanto di buono si è fatto e si può fare con i Social Network, con le community online e con tutte le potenzialità appartenenti a quelle che sono definite Culture Partecipative, basti pensare a quella che è stata definita "La Primavera Araba". Il Prof. Cantelmi cita l'attuale Papa, Papa Francesco, Egli stesso utente attivo su uno dei Social Network più usati al mondo ossia Facebook. E quando anche un'Eminenza del genere, capisce le potenzialità del XXI secolo, appare assolutamente riduttivo e fuorviante trattare di culture digitali esclusivamente in senso negativo. Tuttavia, nessun monitor, con una mela morsicata su di una parte, potrà sostituire l'odore della carta, dei libri, dei manoscritti, dei romanzi e delle encicliche. Forse fra 50 anni, si proverà nostalgia, per le vecchie stanze dei nonni, in cui si poteva trovare, in un angolo, un quaderno Pigna ingiallito e sfogliandolo veloce si poteva avere la sensazione di trovarsi in una vecchia biblioteca del Vaticano. O forse no, perché qualsiasi "luminare" della tecnologia e di quella che è definita Media Education ossia Educazione ai media, raccomanda di non mettere da parte le tradizionali forme di scrittura, ma di integrarle con le nuove. Non che si debba scrivere con la piuma, ma che si abbia sempre la possibilità di avere una calligrafia personale, che non sia Times New Roman per tutti.
samuele11

I giovani e le nuove tecnologie: cosa c'è di buono da prendere? - 1 views

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    Mentre leggevo questo articolo trovato su internet ,mi sono accorto che faccio parte dell'ultima generazione cresciuta prima di questa esplosione nel mondo sociale della tecnologia . Le nuove tecnologie , sviluppatesi dopo i vari step di informazioni di massa , come la stampa, la radio , la tv , ora sono presenti nel nostro mondo quasi come una necessità per la nostra realtà,il nostro mondo . Ma quanto è giusto o sbagliato lo sviluppo così veloce e persuasivo della tecnologia nella nostra società ? Vari autori hanno espresso il proprio concetto a riguardo , come Postman , contrario a questo a boom tecnologico , favorevole si valori tradizionali e autorevoli oramai in parte decentralizzati dall'utilizzo sbagliato della tecnologia nei confronti dei bambini, giovani . A pro di questo aspetto è invece Tapscott , favorevole al cambiamento in quanto porta all'arricchimento dei giovani , come idee, come accessibilità alle info , creatività . Quindi la tecnologia non esprime solo aspetti ludici e sociali ma anche offrono opportunità di accessibilità e di accrescimento rapido di informazioni del mondo reale , passato, presente e futuro . È importante che si faccia il giusto utilizzo affinché porti aspetti, idee e comportamenti antisociali nei giovani .
carmelinagalati

RIVOLUZIONE 5G ALLE PORTE - PRESTO ANCHE IN ITALIA - YouTube - 2 views

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    Il 5G è la nuova tecnologia su cui si baseranno i nuovi media. Condivido questo video di HDblog che, anche se datato a fine 2017, spiega semplicemente ma senza mancare di professionalità, come dovrebbe fare ogni buon contenuto di divulgazione scientifica, la tecnologia 5G: gli step di implementazione a partire dagli esperimenti iniziali all'accensione della rete nel 2019 fino al completamento previsto nel 2020. Questa nuova tecnologia serve per sopperire alla crescita esponenziale del traffico di rete. Il 5G permetterà una serie di servizi come smart cities, internet of things, automobili sempre connesse con possibilità di guida autonoma e garanzie di maggior sicurezza.
leonardialessia

Chi sono i nativi digitali, gli immigrati digitali e tardivi digitali? I diversi punti ... - 3 views

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    L'articolo di seguito si pone di identificare le differenti tipologie di persone che si approcciano ai nuovi media e alla media education. Vengono analizzate infatti le prime definizioni create da Prensky nel 1946 dove si distinguevano i nativi digitali e gli immigrati digitali. Prendendo spunto da queste due prime suddivisioni, il tema è stato approfondito tracciando i profili generazionali di tre tipologie di persone che si approcciano ai nuovi media e alla media education: i nativi digitali, sono coloro che si ritrovano circondati dal digitale fin dalla nascita, per cui l'utilizzo di media nel contesto comunicativo ed educativo rappresentano la normalità; gli immigrati digitali sono invece coloro che sono nati e cresciuti in un'era non digitale, ma che poco alla volta si sono dovuti adattare alle tecnologie, seppure in età avanzata; infine si evidenziano i tardivi digitali, coloro che sono vissuti in un'epoca con una totale assenza di tecnologia, che viene guardata con con diffidenza e si nota un difficile adattamento ai nuovi dispositivi. Risulta infatti di notevole importanza, tra questi tre profili, non tanto la capacità di approcciarsi alla tecnologia quanto le modalità sottostanti il pensiero da loro attuato e le modalità di apprendimento utilizzate. Si nota come gli strumenti utilizzati per l'apprendimento siano differenti, infatti se gli immigrati e i tardivi digitali utilizzano una logica deduttiva/induttiva e strumenti cartacei (che implicano un notevole approfondimento), i nativi digitali utilizzando strumenti tecnologici e si ritrovano a disposizione un'ampia gamma d'informazioni che favorisce una logica abduttiva. L'articolo continua inoltre delineando il profilo del nativo digitale dal punto di vista di diversi autori, il quale vivendo a contatto con i social network, ha bisogno di mostrarsi sempre, deve far parlare di sè, mettendo in pericolo la propria privacy. Viene successivamente posta l'attenzione su come in questo modo si rischia di cre
agiovanelli

''CyberPlant": tra natura e tecnologia - 3 views

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    Il 3 novembre 2015 presso "Technotown", la ludoteca tecnologico-scientifica di Villa Torlonia, è stata inaugurata la sala "CyberPlant", uno spazio per i ragazzi dedicato interamente a natura e biodiversità con sei percorsi ludico-didattici. Diverse strutture hanno partecipato alla creazione: l'Accademia Nazionale delle Scienze, il Dipartimento Scienze della Vita dell'Università di Trieste, il Dipartimento di Biologia Ambientale della Sapienza Università di Roma e l'Anisn-sezione Lazio, nel contesto della Infrastruttura Europea LifeWatch. Lo scopo del progetto è unire natura e tecnologia, due mondi così distanti che complici possono garantire una maggiore comprensione del mondo e dei suoi aspetti naturali. Bambini e ragazzi entrano in contatto con la natura attraverso giochi, attività e strumenti tecnologi. Si tratta di una modalità differente rispetto alle tradizionali lezioni sulla flora del pianeta perché è possibile sperimentare e toccare con mano come funziona il ciclo vitale di una pianta o il suo nutrimento. Ciò stimola e incoraggia comprensione ed apprendimento. Inoltre viene utilizzato Twitter per monitorare just in time il corso della vita di una pianta. Il fatto di rimanere in contatto con il centro, oltre ad essere importante per lo specifico progetto, contribuisce ad educare i ragazzi all'utilizzo dei social-network non esclusivamente per divertimento ma come modalità di sensibilizzazione e condivisione del benessere globale. CyberPlant non è l'unico progetto creato da Technotown. Esistono numerose attività dedicate a scuole e famiglie che possono essere visionate nel website sotto riportato: http://www.technotown.it/
fabriziaburgio

Tecnologia a scuola, Ocse: se è troppa, peggiora l'apprendimento - 4 views

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    Il digitale oggi ci permette di comprendere che l'apprendimento è un processo complesso, che consente di sfruttare l'integrazione tra vari linguaggi: non solo la lingua scritta, ma anche l'audio, il video, l'immagine. La tecnologia può produrre risultati eccezionali se applicata adeguatamente nella scuole con funzioni strumentali, ma troppa peggiora l'apprendimento. La scrittura è un'attività assolutamente necessaria a migliorare lo studio dello studente costringendo a elaborare il pensiero per arrivare a ragionamenti logici e strutturati, mentre la sostituzione con la tastiera impedisce questo apprendimento. Dunque un uso sproporzionato della tecnologia può provocare una seria difficoltà di coordinare e strutturare il pensiero che si trasforma in conseguenti problemi nell'acquisizione di conoscenze.
chiarapensavalli

La vita online degli adolescenti: tra sperimentazione e rischio - 3 views

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    Nell'articolo vengono evidenziati i risvolti relativi alla mutazione antropologica nella quale ci troviamo, causata dalle relazioni tecnomediate. La digitalità ha messo in risalto la crisi della relazione interpersonale. Nelle comunicazioni in Internet (tramite le chat, i social network, i blog) spesso non viene esposto il volto tantomeno le emozioni: si è "protetti" da uno schermo e la comunicazione tra le parti è quindi mediata. Quello che sta succedendo all'uomo di oggi è una vera e propria mutazione antropologica: un cambiamento d'epoca. Esiste uno stretto rapporto tra tecnologia e il sistema cervello-mente, cosi come sottolineato anche dal Prof Cantelmi, il primo in Italia ad occuparsi dell'impatto della tecnologia digitale sulla mente umana, che sta cambiando il nostro modo di essere, il nostro cervello, il concetto della socializzazione virtuale. La vera grande rivoluzione sono i social network. I ragazzi pensano che avere successo nella vita significhi essere popolari e rappresentarsi bene sui social. Essi si compiacciono di avere tanti amici e godono del fatto di poter esibire in rete pensieri, foto, video maturando così l'illusione di essere importanti e al centro dell'attenzione. Vivono le loro esperienze attraverso i commenti e i like ricevuti dagli altri. Ne deriva quindi una continua ricerca di un'immagine di sé grandiosa, perfetta e vincente, che ha bisogno di continue conferme da parte degli altri. Il tema della popolarità diventa, quindi, fondamentale: il focus identitario si sposta dal dentro al fuori. Si corre allora il rischio di smettere di guardare ai propri pensieri e sentimenti per concentrarsi solo sulla superficie. Proprio in virtù di tutto questo, la tecnologia, che può apportare cambiamenti sia dal punto di vista cognitivo, che emotivo-affettivo, non può essere più vista solo come uno strumento ma come un ambiente reale, un mondo da abitare, e quindi da sperimentare e conoscere con accuratatezza.
lballarin

The Impact of Technology on People with Autism Spectrum Disorder - 3 views

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    Questo articolo è una ricerca evidence-based, che tratta di come la tecnologia possa dare accesso alle persone nello spettro autistico a differenti modi di apprendimento in una maniera più confortevole e più dimensionata al loro tipo di funzionamento. Oltre a dare una spiegazione di base su cosa sia l'autismo, e su quali sono le percentuali di incremento delle diagnosi di autismo negli Stati Uniti negli ultimi anni, spiega come il mondo cibernetico e in particolare quello dei videogames siano un ambiente particolarmente adatto ed apprezzato dalle persone (bambini ragazzi e adulti) nello spettro autistico. Considerato questo, pone in luce i diversi metodi di approccio dall'e-learning classico al gaming, che sfrutta i simboli e i sistemi tipici della tecnologia di intrattenimento (videogames) e il tipo di script usato per quel determinato media per insegnare attraverso di esso alcune specifiche situazioni reali. Quindi eseguono varie ricerche attraverso questionari di gradimento e ricerche su tags nei motori di ricerca per evidenziare le risposte al quesito "quanto la tecnologia contribuisce all'apprendimento e allo sviluppo di determinate abilità in soggetti ASD". Sono poi stati evidenziati, come risultanti di questi tipi di ricerca basati sull'analisi fattoriale e di interviste, che vi sono vari livelli di sviluppo e apprendimento a seconda del media utilizzato: performance migliori rispetto all'utilizzo classico dei sistemi scolastici, sviluppo di capacità di regolazione cognitivo emotiva appreso dal sistema di gaming e riportato nella realtà, apprendimento di abilità di programmazione informatica. In conclusione la ricerca mostra che la tecnologia è molto autistic-friendly, sia perché ben si adatta alle funzionalità delle persone ASD sia perché riesce a colmare alcuni gap che nelle strutture scolastiche classiche restano di difficile accesso. Si pone quindi maggiore attenzione sui punti forza e non sui deficit.
eleonoracascone

Tecnologia, "lingua morta" della scuola italiana: da dove ripartire | Agenda Digitale - 3 views

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    In questo articolo del 4 settembre 2020 Lorenza Saettone, filosofa specializzata in Epistemologia e Cognitivismo, affronta alcune importanti questioni sulla DAD utilizzata durante l'emergenza Covid-19. Gli entusiasmi iniziali dovuti alla DAD hanno lasciato il posto ai dati registrati in questi mesi, dai quali è emerso come un elevato numero di studenti italiani non abbia preso parte alle lezioni .Ciò ha posto l'attenzione sul divario socio economico esistente tra gli alunni . Il Word Wild Web , nato per essere gratuito ed accessibile a tutti, purtroppo ancor oggi non è precluso ai ragazzi meno abbienti. Un altro spunto di riflessione nasce dalla mancata preparazione degli insegnanti a svolgere DAD e, quindi la necessità di formare docenti e studenti. Ad oggi la tecnologia appare come "inapplicabile " nella scuola italiana.
anonymous

I Social Network e i cambiamenti nel cervello. Pericolo o Evoluzione? - 6 views

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    La scelta dell'articolo nasce dalla continua sensibilizzazione verso le conseguenze dell'esposizione esagerata e senza controllo all'uso dei social network, dagli studi emerge che l'esposizione massiccia verso questi media digitali produrrebbe cambiamenti nei circuiti cerebrali riducendo attenzione, interagendo negativamente sulle emozioni e sulle relazioni che risultano essere vissute in modo sempre più virtuale e sempre meno reale. Nell'articolo si mette in evidenza che il cervello dei giovani è danneggiato perché non viene più impegnato in attività nelle quali gli uomini si sono impegnati per millenni, in quanto tutto oramai viene mediato da internet, tutto è di facile e immediato accesso, senza bisogno di grande impegno e utilizzo di strategie attive e partecipative della persona. Pur considerando media e social media mezzi che possono favorire positivamente processi di apprendimento e di educazione, ritengo che lo sviluppo e l'apprendimento non possano prescindere dall'interazione sociale che solo i rapporti reali possono garantire. È vero che le epoche di cambiamento segnano nel loro passaggio sempre perplessità e difficoltà di accettazione, così come avvenne nel passaggio dall'oralità alla scrittura che qualcosa ha tolto ma tanto ha concesso, sicuramente non si può fermare il progresso e l'evoluzione dei media, ma si può intervenire sulla buona educazione all'uso di questi mezzi, attraverso una maggiore consapevolezza e capacità critica. L'articolo si conclude con uno spunto di riflessione importante, riferito al fatto che i social non sono per forza responsabili di una regressione nel funzionamento del cervello dei giovani, ma potrebbero anche migliorarne il funzionamento, ancora questo non lo possiamo sapere in quanto gli studi sono ancora aperti.
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    Esatto, come ci sono evidenze scientifiche che la #tecnologia della scrittura ha stimolato l'evoluzione della #coscienza nella mente bicamerale degli esseri umani, probabilmente i Social Network porteranno a nuove #evoluzioni. Bibliografia Jaynes, J. (2000). The origin of consciousness in the breakdown of the bicameral mind. Houghton Mifflin Harcourt. Kuijsten, M. (Ed.). (2013). Reflections on the dawn of consciousness: Julian Jaynes's bicameral mind theory revisited. Julian Jaynes Society. Kuijsten, M. (2016). Gods, Voices, and the Bicameral Mind. Wile, L. (2018). The Jaynes Legacy: Shining New Light Through the Cracks of the Bicameral Mind. Andrews UK Limited. Cavanna, A. E., & Nani, A. (2019). Were Babylonians Self-Conscious?. Elenco evidenze a supporto della teoria di Julian Jaynes (1920-1997) https://www.julianjaynes.org/supporting-evidence.php
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    Nell'articolo di Francesca Fiore, riportato sul sito "State of Mind" ( Il giornale delle scienze psicologiche), viene affrontato un tema molto importante, in cui esamina i cambiamenti che porterebbero i Social Network nei giovani, riducendo la loro attenzione e facendoli regredire verso uno "Stadio infantile". L'autrice dell'articolo, fa riferimento ad un articolo della Greenfield in cui risponde a delle domande riguardanti il "Vivere online". La Greenfield parla degli effetti negativi che i nuovi media sono in grado di produrre, quest'ultimi generano difatti profondi cambiamenti nel cervello dei giovani come ad esempio una riduzione dell'attenzione, incoraggiando così la gratificazione istantanea e azzerando le relazioni umane reali. Diversi studi confermano che i nuovi strumenti multimediali sono una delle preoccupazioni più grandi di genitori e insegnanti, i quali notano che la dipendenza creata da questi strumenti, tende ad eliminare la comunicazione e le relazioni interpersonali, creando delle realtà virtuali (Come Facebook o Twitter) in cui gli adolescenti instaurano una vita parallela e a cui purtroppo dedicano la maggior parte del loro tempo. Sempre la Greenfield afferma che la ripetuta esposizione ai nuovi media porterebbe ad un vero e proprio "rewiring" (Ricablaggio) delle connessioni cerebrali, dando vita così a nuove connessioni tra aree cerebrali diverse. L'articolo si focalizza principalmente sulla regressione che queste tecnologie porterebbero, sul come le persone dipendenti dai media si comportano come i bambini piccoli che sono attratti da rumori e luci brillanti, perché quest'ultimi sono dotati di scarse capacità attentive e intellettive. Sui vari Social Network si è attratti da curiosità o esibizionismo, mentre quando si parla di agonismo virtuale, ci si riferisce ai video games. Gli psicologi confermano che la tecnologia cambia il modo in cui ragioniamo, è emerso che gli adolescenti passano al computer piÃ
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    L'articolo descrive le interazioni fra i social e la struttura del cervello ponendo l'accento su come sia fondamentale l'educazione all'uso di tali strumenti specialmente in età giovanile. Uno spunto, ben documentato, di riflessione su un tema attuale.
c2018reduzzi

Rete 5G, rischi e opportunità per le connessioni del futuro. I medici di ISDE... - 3 views

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    Il seguente articolo riporta l'intervista fatta al dott. Agostino Di Ciaula (internista Asl Barletta-Andria e Trani nonche' Segretario Scientifico e Presidente del Comitato Scientifico ISDE) circa i rischi o meno dell'introduzione della tecnologia 5G. La rete 5G verra' definitivamente commercializzata in larga scala in larga scala mentre la sperimentazione e' gia' iniziata in diversi paesi d'Europa e non nel 2017, infatti ad esempio negli USA molte associazioni ambientaliste e di consumatori hanno gia' chiesto limitazioni a livello locale. La 5G sara' la base su cui si sviluppera' l'intera nuova rete mobile. Essa consentira' connessioni sempre piu' veloci , qualita' di servizio maggiore e sara' la base dell'Internet of Things. Il problema e' verificare se i timori di potenziali danni alla salute connessi a questa innovazione siano fondati o meno. La rete 5G registra una frequenza delle onde elettromagnetiche molto piu' elevata rispetto alle precedenti tecnologie arrivando fino alle decine di gigahertz (GHz)e siccome tali onde hanno meno capacita' rispetto alle tecnologie attuali di penetrare attraverso aria, vegetazione o attraverso le pareti degli edifici avranno bisogno di un numero maggiore di micro-ripetitori per Km quadrato (circa un milione). 170 scienziati di 37 paesi diversi hanno chiesto all'UE di bloccare lo sviluppo della tecnologia 5g fino ad accertamento dei rischi e la medesima linea e' stata tenuta anche dall'ISDE Italia. La sperimentazione sino ad oggi ha gia' rilevato notevoli problemi quali l'alterazione dell'espressione genica con conseguenti danni metabolici, effetti sulla cute, effetti circa esi di proteine e sui processi infiammatori , ovviamente come per l'utilizzo prolungato dei cellulari anche il rischio di tumori , effetti dovuti alle esposizioni croniche oltre a quelli biologici e persino il rischio dell'aumento dell'antibiotico-resistenza. Ma anche rischi che colpiscono l
veliadauria

1- MED Introduzione alla MediaEducation. Conduce Maria Ranieri - YouTube - 1 views

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    Video esplicativo sulla Media Education
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    La ME, ovvero, il processo di insegnamento/apprendimento centrato sui media, ha come risultato la Media Literacy, cioè, il saper leggere e scrivere i media. Obiettivi di tale strategia sono lo sviluppo di capacita' di comprensione critica e partecipazione attiva permettendo chi apprende di imparare ad utilizzare le piattaforme digitali in modo consapevole. L'insegnamento della Media Education libera il campo da un'interpretazione sbagliata di tale strategia educativa, in quanto, essa non insegna ad utilizzare le strumentazioni,ma ad apprendere tramite il loro utilizzo perche' costituiscono un aiuto all'acquisizione della conoscenza. Ci si interessa quindi di aspetti culturali e non tecnici. Le origini di tale metodo partono addirittura dagli anni '30, ma negli anni '60 si ha una resistenza verso i media. Negli anni '70- '80 essi vengono rivalutati in chiave culturale per poi assumere negli anni '90 un carattere di empowerment incoraggiandone l'utilizzo. La ME affronta quindi le dimensioni di etica, tecnologia e cognizione, in quanto, l'etica è correlata all'uso consapevole degli strumenti, la tecnologia riguarda l'uso corretto di queste ultime e la cognizione è la capacita' di comprensione dei contenuti mediali. Altro aspetto etico riguarda i social network, i quali hanno fatto sollevare la problematica di difesa della propria identita' e di protezione dal fenomeno del cyberbullismo. Si interroga quindi dell'ambito relazionale e patologico connesso alle piattaforme sociali.
robertobrunelli

Tradizione e innovazione: anche i giochi da tavolo diventano digitali - 6 views

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    Il mondo digitale sta sempre più trasformando i nostri modi di vivere, di pensare e perchè no anche di giocare. Eravamo abituati a concepire i giochi da tavolo come un evento da effettuare tra le mura domestiche, intorno ad un tavolo, con un limitato numero di amici. Con questa evoluzione la platea si amplia, si ha la possibilità di giocare con persone sconosciute, l'unica priorità è che ci sia una connessione alla rete. Attraverso l'aiuto di App. e tecnologia si ricreano tabelloni virtuali anche animati trasformando il gioco in gioco digitale. Naturalmente l'articolo si rivolge a persone che si interessano di tecnologia ed elenca una lista dei vari giochi disponibili, ma rimane fiducioso che da questa spiegazione possano essere interessati anche nuovi partecipanti.
Angelica Petillo

I mille volti della dipendenza da internet e social network: dal cyberbullismo all'isol... - 4 views

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    In questa intervista rilasciata dal Professor F. Tonioni docente dell'Università Cattolica di Roma e responsabile del primo ambulatorio che si occupa della dipendenza da internet e social network presso il Policlinico; si trovano molti spunti di riflessione che mettono in luce come il mondo di internet possa essere uno strumento vantaggioso ma anche pericoloso se utilizzato nella maniera scorretta. Al giorno d'oggi assistiamo sempre più ad episodi di cyberbullismo negli adolescenti, essere presi di mira attraverso la pubblicazione di foto, video, post su un sito come Facebook può genere nella "vittima" un sentimento di oppressione in quanto non sente di avere una via d'uscita a questo problema, siccome tutti gli elementi compromettenti che lo riguardano si trovano in rete senza la possibilità di essere rimossi in maniera definitiva. Come viene spiegato nell'intervista, gli adolescenti sono i soggetti maggiormente colpiti dalla dipendenza da internet e social network, le emozioni vengono annullate, preferiscono una conversazione in chat piuttosto che di persona, sentono il bisogno di pubblicare quasi in modo compulsivo foto e video che li riguardano, ma anche che riguardano gli altri, sono alla ricerca di notizie che alle volte hanno l'intento di deridere un compagno di scuola. I genitori assenti o una situazione familiare complessa possono aumentare questo bisogno degli adolescenti di rifugiarsi in questo mondo virtuale, cercando delle attenzione fittizie, mostrando foto di se stessi in varie situazioni alle volte anche esagerate, come il mostrarsi in intimo oppure in costume. Sono elementi che fanno riflettere a come l'evoluzione della tecnologia e la diffusione continua di Social Network come Facebook, possano essere strumenti dannosi per le persone creando una dipendenza che porta gli adolescenti ad un isolamento, all'inibizione delle emozioni, all'incapacità di allontanarsi dagli strumenti tecnologici che permettono una connessione ad internet; tutto ciò p
ilariagiuseppini

Cittadini in Crescita numero unico del 2013-Raccolta di approfondimenti a cura del Cent... - 3 views

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    Questa pubblicazione del Centro Nazionale di Documentazione e Analisi per l'Infanzia e l'Adolescenza raccoglie una serie di contributi significativi sul tema bambini, adolescenti e nuovi media. In particolare la prima parte (fino a pag. 42) riporta: esperienze di innovazione in campo scolastico grazie all'introduzione e utilizzo di media e tecnologia; l'utilizzo di tecnologie e media a supporto di bambini e ragazzi con DSA; punti di vista diversi, supportati da ricerche scientifiche, sul rapporto tra i giovani e i media (in particolare social network); la trasformazione che dovrebbero subire la scuola e il metodo di insegnamento per integrare e sfruttare le possibilità offerte da tecnologia e media; progetti di ricerca-intervento realizzati, volti all'utilizzo responsabile e consapevole della rete da parte dei ragazzi, con attenzione ai rischi connessi; l'azione "Cl@ssi 2.0" promossa dal Miur con lo scopo di portare la tecnologia nelle aule formando il personale docente e coinvolgendo vari attori sul territorio.
filomenatarsi

Giochi di scuola: videogiochi, un' idea di percorso didattico - Scuola e Tecnologia (BLOG) - 3 views

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    L'articolo che è postato da un'insegnante fa parte del blog 'Scuola e Tecnologia' in cui vengono postati consigli, commenti, articoli per delle migliori soluzioni tecnologiche per la scuola. La qualità della fonte è secondaria, perchè non ci sono casi studi che vadano a validare l'idea, ma supposizioni, idee per migliorare. Si parla della possibilità d'inserire i videogiochi come giochi di scuola per intraprendere un percorso didattico per apprendere. I videogiochi andrebbero a produrre i percorsi narrativi e contenutistici e a creare nuove grammatiche e nuove sintassi oltre che sviluppare il "pensiero parallelo", che garantisce l'acquisizione di una pluralità di fonti e di stimoli in grado di implementare la flessibilità intellettuale e l'autonomia. Il videogioco permette di affiancare apprendimento e gioco (apprendimento per ricerca o per problemi). In questo articolo vengono approfondite le modalità di creazione del percorso didattico che verrà sviluppato in classe.
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