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antonellasip

Social media literacy protects against the negative impact of exposure to appearance id... - 1 views

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    Questo studio analizza l'impatto dei social media sulla soddisfazione sul proprio corpo in giovani donne e uomini. Si tratta di uno studio sperimentale pubblicato sulla rivista scientifica "Body Image" del 2018. Lo studio ha incluso 187 donne e 187 uomini tra i 18 e 30 anni. Ai partecipanti sono stati somministrati diversi strumenti, tra cui il VAS, per la valutazione della soddisfazione/percezione del proprio corpo, il SML (social media literacy), un test per valutare il livello di media literacy, che analizza il pensiero critico e lo scetticismo nei confronti dei media, e il SATAQ per analizzare il grado di approvazione e interiorizzazione degli ideali di bellezza. Il gruppo sperimentale è stato esposto a stimoli visivi di pubblicità sull'alcol con protagoniste celebrità che incarnano l'ideale di bellezza attuale. Dai risultati emerge che le donne con bassi livelli di social media literacy (calcolata con il SML) hanno avuto una diminuzione significativa della soddisfazione sul proprio corpo dopo l'esposizione, al contrario delle donne con alti livelli di social media literacy. Tale effetto protettivo non è stato registrato negli uomini. Da questo studio, dunque, emerge che la media literacy può rappresentare un fattore protettivo all'esposizione dei social media commerciali. Questo risultato è coerente con studi precedenti sui media tradizionali che hanno rilevato che alti livelli di alfabetizzazione mediatica, in particolare il pensiero critico, sono in grado di moderare l'effetto negativo dell'esposizione a immagini che mostrano ideali di bellezza stereotipata. In conclusione, questi risultati mettono in luce l'importanza di implementare strategie di intervento di alfabetizzazione ai social media in un'ottica preventiva, per contrastare i problemi di immagine corporea negli adolescenti e i conseguenti disturbi alimentari, derivanti dal sempre crescente uso dei social media.
vianimartina

La Media Literacy nella prospettiva finlandese, nordica ed europea - 5 views

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    Il concetto di "media" è stato utilizzato per riferirsi alla tecnologia ( alla sua funzione e al so significato sociale); mentre con il concetto di literacy si intende, in primis, la capacità di una persona di leggere e scrivere ed è legato alla sopravvivenza di un individuo nella società. In svedese il concetto di media literacy dunque può essere tradotto con due concetti: il primo si riferisce alla capacità di comprendere i messaggi mediali, il secondo indica invece una abilità pratica. Mentre in finlandese lo possiamo interpretare come "sapere leggere i media". Ma secondo due autori, Kupiainen e Sintonen, la media litaracy è considerata come pratica focale che richiede cose fisiche o mentali attorno cui gli individui si raccolgono e creano contesti sociali. Inoltre con la media literacy facciamo riferimento anche al concetto di competenza, cioè capacità e abilità che l'individuo attua nelle prestazioni professionali. Però nei siti dell'Unione europea, non è stato utilizzato solo il concetto di media literacy, ma viene anche utilizzato il concetto di digital literacy distinguendosi con nuovi e vecchi media, ad ogni modo, i requisiti che vengono citati nei vari lavori riguardando il comprendere, il valutare e l'agire. Comunque nel marzo del 2010 la Commissione europea ha lanciato la Strategia Europea 2020 per preparare l'economia dell'unione europea a tutte le possibili sfide dei prossimi decenni, questa è stata proposta per definire il ruolo chiave che le tecnologie dell'informazione e della comunicazione (ICT) svolgeranno. L'Agenda digitale dunque, mira a realizzare un'economia digitale di successo entro il 2020 e a valorizzare il potenziale delle ICT.
veliadauria

Media Education- Sensibilizzare all'uso consapevole dei mezzi di comunicazione - 3 views

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    Slides tratte dalla conferenza "Meeting DV & 12.0" del 14 Aprile 2018 a Roma
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    Tali slides che spiegano quanto detto durante la conferenza "Meeting DV & 12.0" svoltasi a Roma il 14 Aprile 2018 introducono alla Media Education superando il malinteso ad essa associato facendo una distinzione tra l'Educazione ai Media e l' Educazione con i Media. Descrive cos'è un medium e cio' che la Media Education produce,ovvero, la Media Literacy. che, non rispecchia affatto una competenza digitale. La Media Literacy viene trattata nell'ambito dell'Unione Europea e viene spiegato di quali competenze si serve tale prodotto della Media Education ed individua le professioni a cui prepara. Spiegano come hanno cambiato il nostro modo di vivere dando una nuova forma al nostro intrattenimento e modificando il nostro modo di acquisire cultura. Ci si concentra anche sulla dimensione sociale abbracciando il tema dei social network. Successivamente, viene affrontata la problematica della diffidenza verso l'utilizzo della Media Education, in quanto, tale strategia,per molti, non riguarda un'educazione ai media, ma con i media e poi perchè essa non fa altro che veicolare messaggi commerciali ed estetici. Ci si preoccupa inoltre della valutazione del percorso con la Media Education.
mariagraziano

Media Education a scuola: perché è importante insegnare i media a scuola - 7 views

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    La Media Education (o educazione ai media) è il processo d'insegnamento e apprendimento centrato sui media. La Media Literacy è saper leggere e scrivere i media. Questo articolo tratta di quanto sia importante l'insegnamento della Media Education nelle scuole in quanto come sosteneva D. Buckingham la M.E dovrebbe configurarsi come un metodo per esplorare la conoscenza, critico e creativo. Molte scuole creano un giornalino scolastico su cui poi verrà effettuata un'analisi fatta in classe e questo rappresenta un ottimo esempio di attività per costruire un progetto di media education. Anche se alcune scuole ancora non organizzano laboratori con editori ed esperti del settore che invece aiuterebbero moltissimo per una maggiore comprensione. L'insegnamento che viene fatto è di tipo trasversale in quanto può essere applicato sia alla letteratura quanto alla storia e alla scienza è importante inoltre insegnare ai bambini il ciclo delle notizie. Questo argomento riguarda tutte le età non solo i bambini ma anche adulti in quanto attraverso delle bufale presenti su diversi siti sono stati imbrogliati per questo è bene che questo insegnamento sia aperto a tutti, quindi non c'è miglior modo di insegnare già dall'infanzia ai bambini questo tipo di informazioni cosicché raggiungano anche i loro genitori. Quindi per concludere possiamo dire che quel pensiero critico-creativo obiettivo della media education deve essere insegnato con abilità ed ingegno.
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    Nell'era della generazione 3.0 diventa sempre più indispensabile inserire la media education in ambito scolastico. Puntare attraverso la scuola all'acquisizione di competenze mediali consente di avere già in età scolare maggiore consapevolezza e responsabilità nell'uso dei media sviluppando il senso critico verso tutte le informazioni con cui vengono in contatto.I messaggi mediali hanno sempre più capacità di influenzare il nostro pensiero e il nostro comportamento, basti vedere l' impatto e gli effetti psicologici delle cosidette bufale o fake news che assumono valenza sulla base del mezzo di comunicazione usato. Attraverso la media education i bambini possono essere educati a verificare le fonti, e la qualità dei contenuti per una corretta elaborazione dei messaggi. Apprendere lo stile comunicativo dei media consente non solo la giusta lettura ma consente di possedere adeguate competenze per crearne di nuovi in corrispondenza agli scopi.
mariagraziano

La Media Education nelle scuole, ecco perchè è importante - MIUR Istruzione - 20 views

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    I media fanno parte della nostra società. Capire come "leggere" le notizie veicolate dai media e come interagirci è una competenza fondamentale, In particolare l'avvento del così detto Web 2.0, dei social network ha creato grandi occasioni di comunicazione.
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    Nell'articolo viene evidenziata l'importanza della Media Education come materia di insegnamento che dovrebbe trovare grande spazio nelle scuole non solo per quanto riguarda i "new media" ma tutti i media. La Media Education, nasce e si sviluppa allo scopo di fornire ai ragazzi tutti gli strumenti idonei a comprendere meglio le dinamiche e i messaggi offerti dai media e a rielaborarli autonomamente, in maniera critica. La fruizione di internet in modo praticamente illimitato consente infinite potenzialità di apprendimento e sperimentazione ma anche dei rischi connessi ad un uso "superficiale di strumenti potentissimi"; sopratutto gli adolescenti (nativi digitali) sono sottoposti ai rischi maggiori dovuti ad una grande abitudine e dimestichezza con i dispositivi ma che se non guidata e formata opportunamente può provocare seri danni, si pensi solo per fare qualche esempio al Cyber bullismo. La Media Education, se applicata ad internet, può essere d'aiuto per muoversi meglio in rete (da google a Facebook), tanti sono i consigli che potrebbero essere dati ai ragazzi, ma anche a genitori e docenti che dovrebbero essere opportunamente formati per affrontare questi cambiamenti. Insegnare ai ragazzi a gestire meglio il rapporto con i social costituisce uno dei punti cruciali della materia, considerato il ruolo preponderante che questi canali hanno assunto nella quotidianità di molti adolescenti: ad esempio educare e formare su "cosa e come postare" o a riconoscere le "fake news". Una buona competenza mediale (media literacy) è ciò che questa disciplina intende offrire ai propri allievi. L'articolo riassume quali competenze mediali un media educator dovrebbe contribuire a trasmettere.
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    l'educazione svolge una funzione essenziale e che la scuola debba essere all'avanguardia nelle competenze e nelle conoscenze dei nuovi strumenti digitali. La neccesita di imparare ed educare a districarsi tra i vari linguaggi dei media ed imparare ad approcciarli in maniera corretta. Sviluppare negli studenti la capacità di comprendere i diversi media e le varie tipologie di messaggi, utilizzarli correttamente, saper interpretare in maniera critica il messaggio, essere in grado di generare un messaggio e quindi usare in maniera propositiva i media. La neccesita della prevenzione dello sviluppo del cyberbullismo e la dipendenza e varie patalogie come nomofobia
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    In questo articolo viene definito bene il concetto di Media Education e il ruolo che dovrebbe avere nelle scuole allo scopo di fornire ai ragazzi tutti gli strumenti idonei a comprendere meglio le dinamiche e i messaggi offerti dai media e a rielaborarli autonomamente, in maniera critica. Anche se si tratta di un articolo del 2017 si evidenziano punti importanti quali le modalità di utilizzo di tali mezzi e la necessità di educare sia i ragazzi, utenti finali, che chi ha la funzione di tutore di questi, quindi genitori, scuola ecc… Attraverso lo studio ed il trasferimento d'informazioni ai ragazzi i docenti potranno insegnare a questi a gestire meglio il rapporto con i social e far comprendere che questo rappresenta una dei punti cruciali della materia, considerato il ruolo preponderante che questi canali hanno assunto nella quotidianità di molti adolescenti (educare e formare su "cosa e come postare" o a riconoscere le "fake news" per esempio). Saper discernere le notizie, filtrarle e comprendere quali informazioni e fonti siano più autorevoli di altre. Altro messaggio importante che vuole essere da monito a tutti, politici, ministero, dirigenti scolastici, è che la scuola non può rimanere indietro su queste tematiche ed è fondamentale pensare a percorsi per i docenti e genitori di adolescenti e pre-adolescenti.
macrillocarmela169

Media Education: Literacy, Learning and Contemporary Culture - David Buckingham - Googl... - 3 views

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    Questo articolo Media Education: Literacy, Learning and Contemporary Culture Di David Buckingham del 26 giugno 2013, esamina i recenti cambiamenti nell'educazione ai media e nella vita dei giovani e fornisce una serie accessibile di principi su cui dovrebbe basarsi il curriculum mediatico, con una chiara logica per la pratica pedagogica. La media literacy (alfabetizzazione ai media) ne è il risultato, ed è la conoscenza e la competenza che i ragazzi acquisiscono in tema di mezzi di comunicazione. E' una forma di alfabetizzazione critica che implica capacità di analisi e di riflessione critica e prevede un'ampia comprensione dei contesti sociali, economici e istituzionali della comunicazione e di come tutto ciò incide sull'esperienza e sulla vita delle persone. Bisogna però fare attenzione a non confondere la media education con l'insegnamento che avviene attraverso i media (elearning) e con l'uso delle tecnologie educativ Nella media literacy viene suggerita una didattica che consideri una dimensione cognitiva e una sociale. Cosa significa? se insegniamo i media non possiamo non considerare il loro potere sociale e socializzante, la formazione che si basava su aule o spazi chiusi non sono adatti ad affrontare questo nuovo campo di studi, occorre quindi una teoria sociale dell'alfabetizzazione: nel momento che in un'aula entra una lavagna multimediale interattiva (connessa ad internet) lo spazio delle quattro mura si apre e entrano in gioco altre forme di interazioni educative.
ggiovanetto

Digital literacy e università alla prova del lockdown - nuove sfide per il fu... - 21 views

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    Lo sviluppo della "società della conoscenza" implica trasformazioni sociali che coinvolgono i cittadini, sollecitandoli a dotarsi di abilità e competenze nuove. La "media literacy", come concetto che ricomprende ogni campo ed ogni competenza relativa ai media, richiede che gli individui siano dotati delle competenze tecniche di utilizzo delle tecnologie per l'uso delle informazioni e delle comunicazioni - in una parola, la "digital literacy" - unita alle capacità pratiche e teoriche per sviluppare appieno sé stessi all'interno della società dell'informazione. La pandemia ed i lockdown generalizzati che hanno interessato il pianeta nel corso del 2020 hanno imposto ai sistemi educativi di confrontarsi con molteplici cambiamenti dirompenti, cambiamenti che hanno inevitabilmente toccato anche la "digital literacy" sia dei docenti che dei discenti. Al fine di analizzare in quale modo le istituzioni universitarie in particolare si siano mosse per fronteggiare le sfide emerse in questo periodo, gli autori della ricerca qui proposta "Digital Literacy and Higher Education during COVID-19 Lockdown: Spain, Italy, and Ecuador" hanno compiuto uno studio che ha coinvolto 376 studenti di tre università, rispettivamente nelle città di Barcellona, Torino e Machala, nell'arco temporale marzo-maggio 2020. Basandosi sulle linee guida del quadro di riferimento europeo DigCompEdu in materia di "digital literacy", il disegno di ricerca ha evidenziato questi risultati: 1) la necessità per le università di ripensare e reinventare gli ambienti di apprendimento, al fine di sfruttare pienamente le potenzialità delle tecnologie digitali e 2) incrementare e rafforzare le competenze digitali dei docenti come obiettivo da affiancare agli investimenti tecnologici, in modo che questi due aspetti - competenze dei docenti e strumenti digitali - supportino efficacemente le nuove sfide dell'apprendimento.
joevar

Educare ai media - 4 views

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    Puntata del programma TV Generazione Digitale dedicata al tema dell'educazione ai media con la presenza di Massimiliano Andreoletti (Università Cattolica), Nadia Moioli (docente scuola secondaria) e Mario Morcellini (mediologo). Nonostante la puntata sia del 2014 vengono discussi principi tutt'ora validi sull'approccio alla media education come le competenze da acquisire, gli strumenti, i rischi di un uso negativo dei media e i vantaggi della media education per contrastare il cyberbullismo. Tramite il dialogo con i ragazzi presenti in studio sono sollevate possibili obiezioni all'uso di videogiochi come strumento di apprendimento e le risposte. Sono inoltre presentati due casi studio di licei italiani sull'uso dei media per promuovere l'apprendimento della matematica e per spiegare i processi di creazione di un videogioco.
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    La rubrica Rai scuola - Generazione digitale, dedica una puntata al tema 'Educare ai media' nel corso della quale viene presentata un'introduzione chiara, semplice e autorevole alla Media education ovvero ai processi educativi necessari per consentire agli utenti, e in particolare ai giovani, di fruire correttamente e in maniera produttiva delle innumerevoli risorse che si possono trarre dai media. Partecipano alla trasmissione i professori Massimiliano Andreoletti (Università Cattolica del sacro cuore, Nadia Amaroli (Istituto tecnico Valeriani di Bologna) e Mario Morcellini (Università La Sapienza Roma) e alcuni studenti. Tra i temi trattati: Come è possibile educare con i media attraverso un uso consapevole e sicuro; Obiettivo: governarli senza subirli; Organizzazione e dispositivi; Video, apps, videolezioni, videogiochi e al riguardo: pregiudizi e reali potenzialità didattiche educative, sviluppo di molteplici competenze e uso di diverse conoscenze. Funzione stimolatrice, cognitiva ed emotiva (specie se mediata dalla scuola). Nuove dinamiche relazionali tra docenti e studenti. I rischi di cyberbullismo e possibili sopravvalutazioni. Il bullismo, come sostiene il Prof. Morcellini, sembra diminuito da quando ci sono esperimenti di scuola digitale. Viene presentato un esempio di insegnamento della matematica utilizzando i media attraverso il Progetto 'We're ready for the future' - realizzato dagli studenti del Liceo scientifico Francesco Redi - che prevede la partecipazione diretta al processo di formazione. Il coinvolgimento degli studenti nella creazione di contenuti, videolezioni, applicazioni ha determinato una decisa svolta nei risultati didattici. Viene inoltre affrontato il tema del passaggio da una logica sequenziale, tipica del passato, a una ipertestuale sollecitata dall'uso dei media e in particolare dalla necessità di gestire numerose finestre aperte.
fferri5

Inclusività culturale nella Media Education - 7 views

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    L'articolo "Rethinking the Concept of Mediatization: A Framework for Future Research" di Çiğdem Bozdağ, pubblicato il 28/12/22 su "Inclusive Media Literacy Education for Diverse Societies", discute l'importanza dell'educazione alla media literacy in contesti scolastici culturalmente diversi. L´autrice propone un approccio pedagogico centrato sullo studente, volto a sviluppare l'autonomia critica nell' interazione con i media, evitando una visione sovra-culturale o cieca alla cultura. Il progetto di ricerca partecipativa è stato condotto in una scuola secondaria in Germania, in cui gli alunni sono stati coinvolti nella preparazione di una presentazione sul loro influencer preferito, che ha dimostrato come le diverse origini culturali abbiano plasmato i contenuti che venivano consumati sui social media. L'articolo discute i benefici e le sfide di progettare un approccio più inclusivo e partecipativo all'educazione ai media nel contesto di scuole culturalmente diverse e sostiene l'importanza di adottare metodi di insegnamento basati sui progetti che consentano agli studenti di portare le proprie prospettive ed esempi. L´autrice sottolinea l'importanza di un approccio bottom-up all'educazione alla media literacy, in cui si possa portare i propri esempi e diventare protagonisti del proprio apprendimento, creando nuovi spazi di riflessione e trasformando le prospettive degli insegnanti e degli studenti stessi.
chinellato

IS MEDIA LITERACY STILL ONE OF THE PRIORITIES FOR POLICY MAKERS? - 5 views

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    L'intervista di Norbert Vrabec, professore dell'Università di Ss. Cirillo e Metodio di Trnav in Slovacchia, ai colleghi David Buckingham, insigne pubblicista, esperto di Media Education e Prof. emerito dell'Università di Loughborough del Regno Unito, ed a Alexander Fedorov, scienziato russo, specializzato in educazione ai media, critico cinematografico, insegnante presso l'istituto statale di Pedagogia di Taganrog della Federazione Russa, offre due punti di vista importanti rispetto al ruolo che la Media Literacy ha per il mondo politico dei rispettivi paesi di appartenenza. L'intervista è stata prodotta in occasione della conferenza internazionale sulle tendenze e sui media tenutasi il 19-20 Aprile 2016 nel Castello di Smolenice in Slovacchia. Nell'intervista emerge una sostanziale convergenza rispetto al ruolo della Media Education e sulla posizione dei politici che non spingono per lo sviluppo della educazione ai media e del pensiero critico, ma piuttosto per la competenza digitale e tecnologica. Questo conviene probabilmente ai politici perché preferiscono confrontarsi con cittadini facilmente influenzabili. Mancano così sia politiche adeguate a formare i docenti che programmi di insegnamento appropriati a fronteggiare la sfida. Questa mancanza di progettualità e qualità si avverte anche da parte dei produttori di media, compresi quelli a capitale pubblico, che spesso realizzano prodotti di scarsa qualità. La via verso l'educazione ai media, e quindi ad una cittadinanza più consapevole e competente, risulta perciò in salita e non priva di avversità.
sarracino

media education e scuola - 1 views

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    Nella metà dell'ottocento " alfabetizzazione" voleva significare saper scrivere il proprio nome e cognome; circa 50 anni fa l'UNESCO ha considerato alfabetizzazione la capacità di leggere e scrivere un breve testo del proprio vissuto. Oggi alfabetizzazione è un processo sempre più esteso ed implica la conoscenza di una seconda lingua, scrivere non solo con carta e penna ma anche con lo strumento informatico e si avvale sempre più di tutte le forme digitali di letto-scrittura. I media hanno modificato il nostro stile di vita ,coinvolgono l'intera dimensione umana dagli affetti alla salute dal lavoro alla socialità e sono facilmente accessibili; si affiancano alle tradizionali agenzie fanno parte del nostro mondo, della nostra cultura per questo vanno studiati e dunque abbiamo " l'educazione ai media" : media education . I media sono considerati come "strumenti" utili alla didattica, ad esempio per la visione di filmati nelle aule; per collegamenti internet mediante anche LIM , (lavagne multimediali ) presenti in aula; ma sono studiati anche come "veri e propri oggetti culturali ", dunque "educare ai media " implica il coinvolgimento del mondo delle comunicazioni, ad esempio comprendere le modalità tecniche della produzione di un telegiornale oppure come funziona una pubblicità. L'ingresso dei media education nelle classi ha prodotto diversi effetti. Gli alunni delle scuole dell'infanzia e primaria passano da stati di eccitazione a stati di ansia se devono attivarsi per interagire, gli alunni delle scuole secondarie hanno la possibilità di aperture di nuovi orizzonti, possono accedere ai saperi velocemente e in qualsiasi luogo e soprattutto con semplici modalità. Gli insegnanti devono , a mio parere, essere in grado di presentare i media, sia nella considerazione di strumenti ma soprattutto nell"educazione ai media ", in modo competente e motivante. Gli insegnanti soprattutto non più giovanissimi dovrebbero avere la
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    (chiedo scusa errore "tecnico" ) ....continuo.... Gli insegnanti soprattutto non più giovanissimi dovrebbero avere la possibilità di seguire una formazione per poter insegnare ad educare ai media, poiché spesso accade che nelle nostre scuole o non ci sono gli strumenti ( mancanza di fondi) oppure il corpo docente non possiede le abilità necessarie per insegnare in modo interattivo.
dodomartini

Comunicazione digitale e nuovi media: una sfida per l'educazione. - 4 views

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    Interessante articolo di Teresa Doni, docente di Teorie Sociali della Comunicazione e Animazione della Cultura e della Comunicazione presso la Facoltà di Scienze della Comunicazione sociale dell'Università Pontificia Salesiana, che ripercorre la storia della Media Education in Italia e nel mondo, per poi immaginare una New Media Education, in grado di confrontarsi e dialogare con la cultura digitale delle giovani generazioni.
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    AUTORE: TERESA DONI - Docente di Teorie Sociali della Comunicazione e Animazione della Cultura e della Comunicazione presso la Facoltà di Scienze della Comunicazione sociale dell'Università Pontificia Salesiana di Roma. FONTE: "Rassegna CNOS 1/2015 * - Pagg. 185-196" [*CNOS-FAP / Centro Nazionale Opere Salesiane - Formazione e Aggiornamento Professionale. Erogazione servizi al lavoro. Autorizzato dal Ministero del Lavoro Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali] QUALITÀ DELLA FONTE: Primaria A - -. Sito di una Fondazione (autorevole) che riproduce un capitolo molto interessante e completo, ma estratto da un lavoro più vasto, del quale non sono citati in modo compiuto i dati per identificarlo (13doni_Cinema 22/06/15 ??) AUTOREVOLEZZA della fonte: Primaria (Docente universitaria) - ONG affermata. Bibliografia: completa. STRUTTURA: Abstact in italiano e in inglese. Scrittura scorrevole. Impostazione scientifica / universitaria. CONTENUTO: Breve storia della Media Education in Italia e nel mondo; illustrando i suoi contenuti e la sua ragion d'essere prospetta una definizione di una New Media Education, utile per confronto e dialogo con la cultura digitale delle giovani generazioni.
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    Articolo interessante "storico del 2015" dove l'autrice la Professoressa Teresa Doni, ripercorreremo in breve il suo CV :docente presso la Facoltà di Scienze della comunicazione sociale e la Facoltà di Teologia dell'UniversitàPontificia Salesiana e presso la Facoltà di Scienze sociali della Pontificia Università san Tommaso (Angelicum) di Roma. Affronta con approfondimenti i cinquant'anni dalla Media-Education alla New-Education, descrivendo molto brevemente anche l'esperienza Italiana della Media Education . In grado di confrontarsi e dialogare con la cultura delle nuove generazioni sopratutto per i nativi digitali con fonti attendibili e bibliografia. Producendo informazione di qualità a sostegno e la conoscenza dei MEDIA-EDUCATION. Vi auguro una buona lettura.
fabiogibaldo

Paper, Pen and Phone: un esempio di progetto didattico e di Media Education. - 3 views

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    Il progetto educativo PPP (Pen, Paper and Phone) è un esempio di didattica improntata agli assunti teorici della Media Education e dell'Apprendimento Significativo. Si tratta di un insieme di pratiche il cui fine è quello di abilitare gli studenti allo sviluppo di new media literacies e digital literacies, attraverso il "potenziamento" di literacies tradizionali, riconosciute come presenti ma "attenuate" nei "nativi digitali" in genere: lettura, scrittura, ricerca di informazioni, analisi critica dei testi mediali. La comprensione critica e concettuale è funzionale a tale scopo: gli argomenti prescelti per lo studio e la ricerca da parte degli studenti, sono concepiti come "strumenti", veri e propri pretesti per fornire opportunità di sviluppo di un set di abilità sociali e competenze culturali che predispongono ad un "lifelong learning" e, in ultima analisi, alla piena partecipazione alla Cittadinanza Digitale, democratica e attiva. Gli insegnanti sfruttano la congenialità con i media (nella fattispecie smart phones), utilizzati o meglio vissuti dagli studenti sempre più come "sistema dei media" e vero e proprio "ambiente di vita", al fine di predisporre ambienti di apprendimento informale e cooperativo. Gli autori del progetto muovono dalla consapevolezza che la semplice didattica fondata sull'impiego di media elettronici e digitali, come meri supporti didattici, conduca a forme di apprendimento superficiale e meccanico, se non sostenuta da un protocollo di lavoro ad hoc e da un adeguato apparato teorico e metodologico di ricerca. Da qui lo sviluppo di una propria Metodologia di ricerca didattica e l'individuazione di obiettivi e strategie valutative (mappatura concettuale) per poter misurare l'efficacia dell'intervento.
barbi750501

Scuola, alfabetizzazione digitale e cittadinanza attiva. Verso un'educazione alla democ... - 6 views

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    Nell'ambito della collana 'Sapere pedagogico e pratiche educative' coordinata dall'Università del Salento il saggio di V.Domenici e A.Buonauro mette a fuoco il ruolo centrale che i media digitali e la Media Literacy hanno per la costruzione e l'esercizio di una cittadinanza attiva e consapevole, volta alla crescita della dimensione critica. L'ambiente digitale non è un mondo solo virtuale, ma è una realtà aumentata in cui confluiscono dinamiche e contrasti culturali e sociali. A volte questo porta i nuovi media a divenire una cassa di risonanza in cui si alimentano forme di odio, di pregiudizio e di intolleranza. Sono le nuove generazioni che trovano nel mondo virtuale uno dei principali luoghi di interazione ed è per questo che il saggio evidenzia come sia necessario un ripensamento complessivo delle finalità sociali dell'educazione ai media. La Media Literacy diventa strumento fondamentale per educare a servirsi in modo autonomo e consapevole dei media digitali, purchè essa li consideri non più solo come strumenti, ma contesti in cui si vive, si comunica, si fa esperienza dell'alterità sociale e culturale. La loro natura partecipativa ha reso sempre più urgente una dimensione etica e sociale della Media Literacy. «La cittadinanza digitale, in altri termini, dovrebbe declinarsi, nella pratica, in un dialogo con l'alterità che si fondi innanzi tutto sul riconoscimento dell'autonomia dell'altro e sul rispetto reciproco». Attraverso la riflessione su questi cambiamenti, l'articolo ripercorre il cammino che il nostro paese ha fatto su questi temi attraverso i Piani Nazionali per la Scuola Digitale, e ribadisce la necessità che la pedagogia contemporanea e le Istituzioni si carichino del compito di nuovi tipi di alfabetizzazioni digitali per adempiere al loro obiettivo primario: promuovere competenze per lo sviluppo della persona e delle sue potenzialità e il pieno inserimento nel cotesto sociale.
luanasam

Is your school district in Rhode Island teaching media literacy? - The Boston Globe - 2 views

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    La reporter Alexa Gagosz in questo recente articolo scritto per il Boston Globe nella rubrica settimanale "Innovators", solleva un'importante questione diretta alla comunità del Rhode Island, U.S.A. "Is your school district in Rhode Island teaching media literacy?" Il suo articolo è basato su un resoconto rilasciato dal Media Education Lab della Rhode Island University guidata dal direttore Renee Hobbs, che attesta la mancanza di una educazione nell'alfabetizzazione mediatica nella scuola elementare e secondaria, seppur nel 2017 sia stata emanata una legge, approvata dall'Assemblea generale del Rhode Island, che impone al dipartimento dell'istruzione statale di considerare l'inclusione dell'alfabetizzazione mediatica nel piano di istruzione di base dello stato. Nell'articolo vengono riportati diversi studi tra cui uno del professore della Massachusetts Institute of Technology, David, G., Rand che provano come Toxic News, disinformazione e incomprensione dei media possono influenzare il benessere economico, sociale e politico aumentando la discrepanza nel giudizio tra ciò che è vero e ciò che non lo è. La reporter conclude l'articolo con una serie di domande rivolte alla Hobbs, direttore della RI University, riguardo la ricerca. L'articolo riporta inoltre, in forma completa di 28 pagine, la Statewide Survey di Renee e colleghi sponsorizzata dalla Social Science Institute for Research Education and Policy (SSIREP)
anonymous

Social Media Literacy in Crisis Context: Fake News Consumption during COVID-19 Lockdown - 1 views

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    L'evoluzione esponenziale e graduale delle fake news e la frequenza di utilizzo, i rischi connessi per la democrazia, l'affidabilità di notizie nei media di pubblico utilizzo, hanno aumentato la necessità di intraprendere ricerche accademiche sulle fake news inserite in questo articolo. Questo studio si concentra su un corpus di 186 persone (essenz.giovani) raggiunte con sondaggio online. Mentre si cerca di comprendere il grado di proliferazione delle fake news in un contesto di crisi epidemica, questa ricerca indaga sulla dipendenza delle persone dai social media durante il loro periodo di "confinamento". L'uso dei social media è un meccanismo che aiuta a ridurre lo stress e la solitudine delle persone confinate durante le grandi crisi. È anche uno spazio di espressione aperto che consente alle persone di rimanere costantemente in contatto con i loro cari. Il suo utilizzo è cresciuto in modo da indurre alcuni utenti a utilizzarlo come canale di consumo e diffusione delle informazioni e questo studio ha dimostrato che i social media sono un vero mezzo di democratizzazione dell'informazione e che il consumo di false notizie attraverso queste piattaforme aumenta notevolmente nei contesti di crisi. La Social Media Literacy (SML) può essere un particolare insieme di abilità pratiche, intellettuali ed emotive richieste agli utenti dei social media per creare contenuti o rilevare post di notizie false, che va oltre la comprensione in un contesto di crisi pandemica di COVID-19. Lo studio dimostra che le persone con un livello più alto di stress in quarantena adottano reazioni spontanee irrazionali nel condividere informazioni false, senza prestare molta attenzione alla loro accuratezza, approntando un approccio meno critico e analitico. In un contesto di crisi globale, fattori socio-emotivi e psicologici giocano un ruolo significativo nella propagazione di fake news, facilitando di fatto la diffusione attraverso le piattaforme dei social media.
catiagrandi

La promozione della salute nelle scuole: obiettivi di insegnamento e competenze comuni - 1 views

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    Tenendo ben presente che esiste una distinzione tra educazione ai media e educazione attraverso i media (utilizzo dei media per l'insegnamento), l'educazione ai media è un processo di insegnamento e apprendimento centrato sui media che cerca di far sviluppare negli individui una comprensione critica e una partecipazione attiva interpretando e offrendo giudizi consapevoli sia in qualità di consumatori che in veste di produttori di media. Tale processo viene definito alfabetizzazione ai media (media literacy). Essendo finalizzata a sviluppare le potenzialità critiche creative dei soggetti ha a che fare con l'insegnamento e l'apprendimento. Comprende lo studio dell'uso e della valutazione dei media, del loro ruolo nella società, del loro impegno sociale, delle implicazioni che derivano dalla comunicazione, dalla partecipazione e dalla modificazione delle modalità di percezione che essi comportano, nonchè dell'accesso e del lavoro creativo che con essi si può svolgere (Ranucci, 1994). Aiuta gli individui a sviluppare una comprensione critica e informata della natura dei massmedia, delle tecniche che essi utilizzano e dell'impatto che tali tecniche comportano. I suoi riferimenti teorici si trovano nella semiotica, da cui ricava soprattutto la metodologia di analisi dei testi, nella sociologia, nella scienza della comunicazione e nella ricerca pedagogica. In sintesi, l'educazione ai media insegna a cogliere le metodiche di persuasione utilizzate e ad avere un atteggiamento critico nei confronti di ciò che viene proposto da giornali, telegiornali, trasmissioni e informazioni via cavo o via stampa, a ricercare il reale motivo di un messaggio, a "vedere quello che non si vede". La televisione offre, infatti, divertimento, educazione, informazione vendendo al suo spettatore i prodotti pubblicizzati dagli spot che interrompono i programmi televisivi. Aiuta a comprendere come la frase "Questo programma vi è offerto da…." deve essere interpreta
inesgio

MEDIA, ETHICAL NORMS AND MEDIA LITERACY EDUCATION | Ljajić | Facta Universita... - 4 views

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    L'articolo tratta la tematica legate alle norme etiche relative ai nuovi media e alla necessità forte di applicare una educazione ai media e promuoverne l'alfabetizzazione. Il punto di vista dell'articolo è estremamente interessante, ricalca sicuramente tutti quelli che sono dubbi e complessità affrontate dalla "sfida etica" ai nuovi media. Lo affronta sia da un punto di vista giornalistico e dunque dalla necessità di creare delle linee guida basate sul rispetto della proprietà intellettuale, dell'identità, alla moralità, alla competenza e al buon senso proprio perchè come abbiamo visto il veloce avvento dei media e la loro diffusione non ha permesso uno sviluppo altrettanto veloce di quelle norme che ne permettessero un utilizzo sicuro e anche facilitato. Da Habemas, Klippers, Giles fino a White abbiamo un excursus di analisi e ricerche che basandosi sulla necessità profonda di avere linee guida precise e chiare che possano indirizzare non solo gli enti e lo stato ma anche il singolo cittadino esposto e più "fragile" alla potenza di canale mediatico che è utilizzato anche dallo Stato, come in passato, come strumento di propaganda e diffusione di concetti precisi, ove più egualitari ove meno (ad esempio nei reggimi autoritari dove si attua censura e propaganda politica). In linea di massima, l'alfabetizazione digitale è l'unica soluzione praticabile e possibile che permetta llo sviluppo di quello spirito critico del singolo che gli permetta di discriminare sia in termini di notizie (fake news ecc) sia in termini di maggiore consapevolezza nell'utilizzo dei nuovi media anche in un ottica più sicura per se stessi e per gli altri. Evitando le derive anche patologiche a cui ci sta abituando proprio l'informazione mediatica e permettere un utilizzo sano e ottimale. Iniziare quindi nelle scuole permettendo proprio ai bambini, i più fragili, di sviluppare quella competenza critica sin dall'infanzia che non li renda manipolabili è soggetti pass
diego1968

I nuovi media come possibili strumenti di «alfabetizzazione» per i tempi moderni - 14 views

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    numero monografico rivista
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    il "mondo" dell'infanzia e dell'adolescenza sia stato e sarà sempre di più profondamente influenzato anche dall'uso delle nuove tecnologie (Buckingham). Dagli studi effettuati da David Buckingham e presentati nel testo Media Education emerge infatti non solo quanto facilmente i mezzi tecnologici siano oggigiorno accessibili anche a bambini e adolescenti, ma anche come vi sia stata una integrazione e globalizzazione delle industrie dei media: esistono pochi brand globali che propongono una 'cultura comune', soprattutto tra i giovani. Spesso questi media sono cross mediali (integrano cioè più media tra loro), ma non per questo sono omogene i e sono suddivisi in settori specifici che permettono la creazione e la diffusione di communities che vanno oltre i confini nazionali. Non è un caso, infatti, se Buckingham e Sefton-Green evidenziano come la recente «ricerca sulle culture giovanili ha focalizzato l'attenzione sui modi in cui i giovani si appropriano di forme di espressione di cultura popolare con lo scopo di costruire le loro identità sociali. Da questo punto di vista, i media sono risorse simboliche che i giovani usano per dar senso alle loro esperienze, in relazione agli altri e per organizzare la loro vita quotidiana» Come emerso in numerose ricerche sembra infatti che le nuove tecnologie entrino in maniera decisiva a far parte proprio dell'esperienza quotidiana degli educandi d'oggi. Grazie alle caratteristiche principali dei nuovi media questi mezzi sono divenuti veicoli e allo stesso tempo testimoni privilegiati dei vissuti dei ragazzi e delle ragazze contemporanei. Considerando gli studi effettuati da gli esperti del settore sopraindicati e, nello specifico, i dati riscontrati nel Rapporto di ricerca europeo può notare infatti quanto l'uso della tecnologia si a capillare tra la popolazione più giovane. In particolare, Internet risulta essere utilizzato da una volta al giorno a una volta a settimana dal 93% dei ragazzi tra i nove e
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    Negli ultimi anni i nuovi Media sono stati in grado di influenzare tutti i settori del vivere quotidiano, e come afferma Roger Silverstone "nel quotidiano che si inseriscono le dimensioni culturali e funzionali dei media". Infatti proprio nei contesti quotidiani questi strumenti poliedrici hanno avuto la loro influenza maggiore, coinvolgendo appieno la sfera educativa e pedagogica, tanto che alla scuola viene richiesto di saper fronteggiare delle sfide sempre più complesse. Gli insegnanti dovrebbero accettare la necessità di un cambiamento culturale (in cui si riprogettino i curricula intorno ai media). Quindi una delle sfide è il passaggio dall'alfabetizzazione tradizionalmente intesa, ad una forma più aggiornata che sviluppi negli studenti nuove competenze e capacità critiche in merito all'uso e alla partecipazione attiva ai nuovi media.
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    Questo articolo vuole sottolineare quanto sia importante assumere una nuova prospettiva educativa e pedagogica, una pedagogia che sia costantemente in cammino, un campo aperto a nuove esperienze pedagogiche, come per esempio quelle offerte dai nuovi media. L'orientamento pedagogico dovrebbe togliere il timore che gli strumenti digitali possano impoverire il livello culturale dei più giovani, trasformandoli, come spesso si dice, in quasi degli analfabeti. Invece, grazie ad un utilizzo adeguato delle nuove tecnologie in ambito educativo, si può offrire a tutti gli studenti conoscenze, abilità e risorse per essere "alfabetizzati" anche rispetto ad una delle literacy emergente, quella appunto legata ai nuovi media, rendendoli così in grado di «afferrare» la realtà. E se la realtà vissuta, rappresentata, immaginata dai giovani d'oggi è fortemente influenzata anche dalle nuove tecnologie, ogni educatore consapevole del valore e della responsabilità insiti nella propria professione, dovrebbe essere in grado di offrire alla persona con la quale lavora non solo gli strumenti per «leggere la parola» ma anche per «leggere il mondo».
annafoga

Fake news: is media literacy the answer? | David Buckingham - 2 views

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    David Buckingham affronta il delicato tema delle fake news, e sottolinea come la maggior parte delle persone non è in grado oggi di distinguere le notizie false da quelle vere, sostenendo come la Media literacy può essere sì la soluzione, ma si tratta di una soluzione individualistica e non è sufficiente oggi, da sola.
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