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marziachecchini

Etica hacker - Wikipedia - 3 views

  • Etica hacker Da Wikipedia, l'enciclopedia libera. Jump to navigation Jump to search Con l'espressione etica hacker si fa riferimento all'etica emersa nelle prime comunità virtuali o "cyber communities", dedite alla programmazione informatica. Indice 1 Etimologia e storia 2 L'etica hacker 2.1 Condivisione 2.2 L'imperativo: "Hands on!" 2.3 "Community" e collaborazione 3 I "veri hackers" secondo Levy 4 L'opera di Himanen 5 Altri lavori 6 Un caso italiano 7 Note 8 Bibliografia 9 Voci correlate 10 Collegamenti esterni Etimologia e storia
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    ho postato quest'articolo di wikipedia che ho ritenuto interessante perchè fornisce una visione alternativa della definizione di hacker che non conoscevo e che, come tante persone, interpretavo solamente nell'accezione negativa del termine di distruttore di sistemi e diffusore di virus informatici. Tra i principi fondamentali dell'etica hacker riportati in quest'articolo, c'è invece il miglioramento del mondo e delle condizioni di vita dell'essere umano attraverso la liberta', la passione e la coscienza sociale. Aggiungo anche che l'hacking è utilizzato spesso nel testare la sicurezza di programmi e la tutela della riservatezza di dati sensibili come trattato da Jon Erickson nella sua pubblicazione "l'arte dell'hacking"
anonymous

La nuova etica del web | Nova - 1 views

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    L'articolo di Derrick De Kerchove fa riflettere su come è prioritario nell'era della trasparenza, di essere preparati e ricevere una corretta educazione ed alfabetizzazione perché niente vieta niente in rete. Infatti il problema che viene sottolineato, al di là dell'uso etico delle tecnologie, è che la tecnologia cambia l'etica propia, l'etica della persona individuale diviene quella della persona sociale.
veliadauria

1- MED Introduzione alla MediaEducation. Conduce Maria Ranieri - YouTube - 1 views

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    Video esplicativo sulla Media Education
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    La ME, ovvero, il processo di insegnamento/apprendimento centrato sui media, ha come risultato la Media Literacy, cioè, il saper leggere e scrivere i media. Obiettivi di tale strategia sono lo sviluppo di capacita' di comprensione critica e partecipazione attiva permettendo chi apprende di imparare ad utilizzare le piattaforme digitali in modo consapevole. L'insegnamento della Media Education libera il campo da un'interpretazione sbagliata di tale strategia educativa, in quanto, essa non insegna ad utilizzare le strumentazioni,ma ad apprendere tramite il loro utilizzo perche' costituiscono un aiuto all'acquisizione della conoscenza. Ci si interessa quindi di aspetti culturali e non tecnici. Le origini di tale metodo partono addirittura dagli anni '30, ma negli anni '60 si ha una resistenza verso i media. Negli anni '70- '80 essi vengono rivalutati in chiave culturale per poi assumere negli anni '90 un carattere di empowerment incoraggiandone l'utilizzo. La ME affronta quindi le dimensioni di etica, tecnologia e cognizione, in quanto, l'etica è correlata all'uso consapevole degli strumenti, la tecnologia riguarda l'uso corretto di queste ultime e la cognizione è la capacita' di comprensione dei contenuti mediali. Altro aspetto etico riguarda i social network, i quali hanno fatto sollevare la problematica di difesa della propria identita' e di protezione dal fenomeno del cyberbullismo. Si interroga quindi dell'ambito relazionale e patologico connesso alle piattaforme sociali.
ester93

Social network e minorenni, 'I need like': se non sei social, non esisti - 3 views

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    Secondo me è necessaria ed anche urgente una rivoluzione etica. Chi ha capito quello che non va in queste nuove tecnologie dovrebbe ribellarsi e spingere alla ribellione ed alla resistenza; ribellarsi e resistere all'abuso ed al cattivo uso di cose che non sono indispensabili per essere qualcuno. Essere "uomini" vuol dire tutt'altro che "apparire" su facebook, socializzare e piacere in rete, copiando quello che tutti fanno. Ci si può raccontare anche attraverso internet, ma conservando e rispettando la base di vera e profonda umanità che dovrebbe caratterizzare ognuno di noi. I genitori, la scuola e gli educatori in genere dovrebbero educare prima se stessi e poi insistere nel fornire un'educazione etica a tutti e in particolare ai bambini,fin dalla loro tenera età.
mariagraziano

La PASTORALE DIGITALE secondo la prospettiva - 3 views

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    Questo articolo scritto nel 2016 da don Alessandro Palermo prende spunto dal libro di M.Padula e F.Ceretti sull'Umanità mediale. Vuol essere una riflessione sul cambiamento della relazione uomo-media. I media non sono più dispositivi staccati dall'uomo, non sono protesi esterne come affermava Mc Luan. Oggi il primo medium è l'uomo che proietta nella tecnologia la propria esistenza. La meducazione si propone di educare l'uomo in quanto media affinchè egli possa sviluppare le potenzialità comunicative/rappresentative dei media generando pensieri qualitativamente superiori sia dal punto di vista cognitivo che etico ed estetico. Il web non è solo l'ambiente in cui l'uomo opera ma riflette la sua qualità etica, per tale ragione la meducazione si propone di "formare" l'uomo che diviene centro di ogni intervento educativo. In questa prospettiva anche la pastorale cambia adeguandosi all'umanità mediale e diviene "pastorale digitale" per entrare in contatto con i pensieri e idesideri dell'uomo.
martytro

TikTok? una risorsa educativa. - 3 views

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    La creatività insieme allo spirito critico è una delle 10 life skills che l'OMS ha indicato come fondamentali. Entrambe sono parte del focus della media education e fulcro del lavoro del Centro Studi dell'Università Cattolica che guidato dal prof Piercesare Rivoltella ha aperto un canale su TikTok nelle scorse settimane. Nello stesso periodo in cui il nuovo social è stato messo sotto accusa per via dei risvolti tragici legati al suo utilizzo, il Centro di Ricerca sull'Educazione ai Media all'Innovazione e alla Tecnologia ha dato vita al canale @cremit_ presentando esplicitamente Tiktok come risorsa educativa. Michele Marangi, membro del Cremit, docente di Media e Intercultura in Cattolica ed esperto di media education spiega i motivi che hanno portato alla decisione di esporsi sul nuovo social. Apparentemente "leggero", caratterizzato da contenuti brevi, balletti e coreografie di pochi secondi, è riuscito in pochi anni a catalizzare l'attenzione di milioni di bambini e ragazzi. Il Prof. Marangi ne sottolinea l'immensa possibilità offerta: oltre la sperimentazione di nuovi linguaggi anche la mediazione medieducativa di starci in maniera etica, consapevole e critica fondendo il tutto con la dimensione estetica e di coinvolgimento. Sempre il Prof. Marangi inoltre sottolinea come sulla piattaforma non si trovino solo balletti ma anche espressioni di creatività pura. L'idea di fondo è "non posso dirti tutto in pochi secondi ma ti offro lo spunto per approfondire". Il vero protagonista del processo comunicativo è il fruitore, non l'attore. Un contenuto per funzionare deve essere "coinvolgente" che è uno dei parametri più importanti dell'efficienza comunicativa. Ancora una volta i media si dimostrano uno strumento educativo se usati in modo consapevole e vissuti dall'interno grazie ad processo di preparazione ed meducazione adeguato.
inesgio

MEDIA, ETHICAL NORMS AND MEDIA LITERACY EDUCATION | Ljajić | Facta Universita... - 4 views

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    L'articolo tratta la tematica legate alle norme etiche relative ai nuovi media e alla necessità forte di applicare una educazione ai media e promuoverne l'alfabetizzazione. Il punto di vista dell'articolo è estremamente interessante, ricalca sicuramente tutti quelli che sono dubbi e complessità affrontate dalla "sfida etica" ai nuovi media. Lo affronta sia da un punto di vista giornalistico e dunque dalla necessità di creare delle linee guida basate sul rispetto della proprietà intellettuale, dell'identità, alla moralità, alla competenza e al buon senso proprio perchè come abbiamo visto il veloce avvento dei media e la loro diffusione non ha permesso uno sviluppo altrettanto veloce di quelle norme che ne permettessero un utilizzo sicuro e anche facilitato. Da Habemas, Klippers, Giles fino a White abbiamo un excursus di analisi e ricerche che basandosi sulla necessità profonda di avere linee guida precise e chiare che possano indirizzare non solo gli enti e lo stato ma anche il singolo cittadino esposto e più "fragile" alla potenza di canale mediatico che è utilizzato anche dallo Stato, come in passato, come strumento di propaganda e diffusione di concetti precisi, ove più egualitari ove meno (ad esempio nei reggimi autoritari dove si attua censura e propaganda politica). In linea di massima, l'alfabetizazione digitale è l'unica soluzione praticabile e possibile che permetta llo sviluppo di quello spirito critico del singolo che gli permetta di discriminare sia in termini di notizie (fake news ecc) sia in termini di maggiore consapevolezza nell'utilizzo dei nuovi media anche in un ottica più sicura per se stessi e per gli altri. Evitando le derive anche patologiche a cui ci sta abituando proprio l'informazione mediatica e permettere un utilizzo sano e ottimale. Iniziare quindi nelle scuole permettendo proprio ai bambini, i più fragili, di sviluppare quella competenza critica sin dall'infanzia che non li renda manipolabili è soggetti pass
lchiari

How Might ChatGPT Impact Journalism and Media Education? - 1 views

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    John v. Pavlik è professore di giornalismo e studi sui media alla Rutgers, l'Università Statale del New Jersey, USA. Ha svolto ricerche riguardanti l'impatto delle nuove tecnologie sul giornalismo, sui Media e sulla società. Recentemente ha effettuato un'analisi sulla Chatbot Chatgtp occupandosi degli aspetti positivi e negativi del suo utilizzo. La Chatgtp è stata lanciata per la prima volta a fine novembre 2022 come strumento di linguaggio, in grado di rispondere in modo efficace ed autorevole a vari quesiti e argomenti per cui la si utilizza. La ricerca si è occupata dei modi in cui ChatGPT potrebbe contribuire al miglioramento del giornalismo e l'educazione ai media ma anche dei pericoli in cui si potrebbe incorrere con il suo utilizzo. Da un lato si evidenziano i pregi, come ad esempio essere uno strumento di riferimento e ricerca e dall'altro i pericoli riguardanti il plagio, l'etica, i pregiudizi e l'integrità intellettuale. Gli studenti che usano ChatGPT potrebbero modificare le parole all'interno degli elaborati pensando in questo modo di non commesso plagio usando la chat. Può essere inoltre difficoltoso garantire un lavoro non compromesso da ChatGPT e che quindi intacchi l'integrità intellettuale. Un altro pericolo potrebbe derivare da governi, classe dirigente, società che possono creare dei contenuti, delle fakes news, per manipolare la opinioni e comprensione delle stesse da parte del pubblico. Altro fatto che con ChatGPT non c'è un meccanismo che costruisca un marcatore nel testo e che possa essere essere eventualmente rimosso. In ogni caso anche se ci fosse il marcatore gli studenti potrebbero riscrivere quanto ricavato dalla chat ma non si risolverebbe comunque il problema legato a plagio, pregiudizi ed etica. Un altro problema riguarda le fonti perché in questo momento ChatGPT non è in grado di fornire fonti per le sue informazioni e opinioni. Al momento sembrano che ci siamo più pericoli di quanto non siano i pregi.
michele_r

Storia della comunicazione - La Comunicazione - 1 views

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    I media sono dà sempre quei mezzi di comunicazione con cui tutti, indistintamente da piccoli a grandi, ci imbattiamo giornalmente e di continuo……..non potremmo vivere senza: ci rendono vicini anche quando siamo lontani. Ma ci siamo mai chiesti com'è stata l'evoluzione di tali strumenti nel corso della storia? In questa pagina troveremo la storia dei media dalle prime civiltà fino ad arrivare all'era informatica…… per cui adesso mettiamo giù i cellulari e scopriamo "La storia della comunicazione"
adelaide nucera

Goa, il primo stato che vieta i selfie per i troppi decessi - 2 views

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    Diventare celebrità sul web, spinge molte persone e soprattutto i giovani a fotografarsi o farsi ritrarre in posizione estreme, istanti che costano la vita. Vietare i selfie è necessario per salvare delle vite. credo sia preoccupante essere dovuti arrivare a un divieto; e ancor più mi allarma il fatto che non sempre i divieti fanno ottenere i risultati desiderati, credo bisogna riflettere su questa necessità di popolarità e di esibizionismo e educare all'uso dei selfie.
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    I selfie non sono dannosi di per ​​se, e non vanno demonizzati così com'è qualsiasi nuova tecnologia. Il problema è che oggi giorno molte persone pur di riuscire a immortalare un'immagine particolare, non si rendono conto di quanto sia pericolosa e futile la pratica dei selfi estremi o spesso sono così concentrate a trovare la posa migliore, da pubblicare sui social, che non prestano attenzione a dove stanno poggiando i loro piedi e si spingono a volte in punti pericolosi pur di autoritrarsi in una luogo particolare o in una posa originale. E' necessario educare all'utilizzo dei selfi, arrivare a vietarli è un atto estremo dovuto per tutelare la vita, ma non risolutivo del problema. Inserire questo articolo nel gruppo di media education mi è sembrato utile come spunto di riflessione, abbiamo una grande responsabilità che è quella di educare. La media education dovrebbe insegnare come utilizzare i media, quali sono le potenzialità e quali sono i rischi di un utilizzo sbagliato. La riflessione va estesa inoltre al desiderio narcisistico e alla necessità di apparire in una società che da molta importanza all'immagine.
carlettera

Uso dei dispositivi elettronici in bambini fino ai tre anni - 1 views

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    L'utilizzo e l'osservazione costante da parte dei bambini degli schermi di cui sono dotate le nuove tecnologie ha conseguenze dirette sia sul metabolismo dei piccoli che sul loro equilibrio emotivo e sul comportamento sociale. Il neurologo, etologo e psichiatra Boris Cyrulnik ha espresso il parere formale che si dovrebbero vietare gli strumenti dotati di schermo prima dei tre anni e raccomanda ai genitori di evitare la sovraesposizione dei loro figli a tali tecnologie che li "ipnotizzano" e li rende dipendenti in pochi giorni. Lo studioso mette anche in evidenza come l'impatto del digitale sia forte anche sulla costruzione del comportamento sociale e sul rendimento scolastico dei bambini.
alefoglia

Diario di un cyberbullo - 2 views

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    "Pierfrancesco Favino interpreta Laura, una ragazzina di quattordici anni che, come tutti i suoi coetanei, è decisa a diventare famosa su Internet. Quando suo padre le regala il nuovo smartphone comincia la sua scalata verso il successo. Mentre scrive il suo diario, gli anni passano e le vicende si susseguono fino a portarla a una triste presa di coscienza. Come Laura, molti ragazzi non sanno di essere dei potenziali cyberbulli." Questo video mi colpii, oltre che per la bravura dell'attore, per come è realistico nel sottolineare la superficialità delle nuove generazioni nel vivere sui social. L'ho voluto condividere affinché possa essere utilizzato (specialmente da insegnanti/educatori) per stimolare le giovani popolazioni alla riflessione sulla pericolosità della vita digitale.
samuele11

Influencer si dispera - 0 views

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    Mentre leggevo varie notizie su internet, fui colpito da questa notizia . Colpito per vari aspetti . Colpito da come è cambiato il mondo, da come venga utilizzata male la tecnologia nella nostra era e di come ne siamo sempre più dipendenti . La testimonianza di una ragazza , Jessy Taylor, che esprime senza ombra di dubbio la dipendenza a un social e che il mondo virtuale sia più importante di quello reale . Tutto ciò allontana i valori veri , oramai soppressi , per far spazio all'apparenza per esser al passo del mondo , dei pari , una lotta a chi ha più seguaci per esser all'altezza del prossimo Inibendo altri valori importanti nella vita . Ho il timore che tutta questa superficialità prenda sempre più spazio , ma spero vivamente che riemergano aspetti oramai latenti ma di notevole importanza .
giopelle

Privacy, Francia avverte genitori: non postate foto di figli. In futuro potrebbero denu... - 3 views

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    PARIGI - Non è detto che vogliano essere condivisi. Guardati, sfoggiati. Le bacheche dei social sono tappezzate ogni giorno con immagini di bambini, Uno scenario che si sta profilando molto vicino a noi, in Francia. Un anno di detenzione oppure una multa da 35mila euro è quanto rischierebbe un adulto che pubblica un'immagine di un bambino (anche di suo figlio), senza il consenso dell'interessato. C'è una legge sulla privacy molto restrittiva che prevede che il figlio, una volta cresciuto, possa far causa ai genitori e mandarli addirittura in carcere per non averlo debitamente tutelato online. La legge francese parla espressamente «di obbligo di responsabilità di ciascun genitore nei confronti dell'immagine dei propri figli».Tra pochi anni, i bambini di oggi potranno facilmente portare le loro mamme e papà, colpevoli di aver pubblicato le loro foto online, di fronte a un giudice. Critichiamo spesso gli adolescenti per il loro comportamento in rete, ma i genitori non si comportano in maniera migliore. Non possiamo sapere oggi come il soggetto ritratto potrà sentirsi in futuro nel vedere quelle foto . Il dibattito sull'opportunità di mettere un freno alla presenza dei minori in Rete impazza anche da noi, dove Telefono Azzurro ha recentemente diffuso dati allarmanti sulla pedofilia online.
loredanagiustino

Prof. Luciano Floridi - L'opera d'arte nell'epoca della sua manipolabilità di... - 2 views

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    Questo video è tratto dall'inaugurazione dell'anno accademico 2016-2017 dell'Alma Mater Studiorum Università di Bologna, avvenuta in data 18/11/2016, in cui è intervenuta un'autorità a livello internazionale, docente di filosofia ed etica dell'informazione all'Università di Oxford, ossia il filosofo Prof. Luciano Floridi, il quale in forma molto ironica, mantenendo in tal modo attiva l'attenzione del suo pubblico compresente e non, ha parlato dell'opera d'arte e del suo significato nell'epoca digitale. Si può considerare la natura di questo intervento, interdisciplinare, in quanto il Prof. Floridi, ha integrato filosofia, scienza, antropologia, religione, arte e tecnologia. Egli sottolinea che con la "secolarizzazione" si è intrapreso un percorso nel quale l'essere umano si è considerato un essere potente, speciale, al centro del mondo, ma che in realtà studi specifici hanno "smontato" tale convinzione, portando l'individuo a comprendere di essere semplicemente in periferia, di essere "l'organizzatore di una festa piuttosto che il festeggiato". Nell'era attuale si potrebbe dire che l'essere umano sia un "open software" o più elementarmente un viaggiatore che segue un percorso al quale vuole dare un significato in tanti modi ed uno di questi è l'arte. Egli afferma che l'opera d'arte nell'era digitale sia un'informazione che ha tre visioni: Informazione "come", "su" e "per" qualcosa.
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    Tra i vari esempi che cita vi è la "mesin art", ovvero un nuovo movimento artistico che consta nel ridisegnare certi contenuti in vista creativa. Concretamente ciò significa utilizzare la creatività per decidere cosa selezionare, come mettere insieme i pezzi etc. che evoca l'intelligenza ipertestuale (innata, presente anche negli animali) e quella che De Kerckhove definiva connettiva e che altri autori definivano cognizione distribuita, sviluppatasi maggiormente nell'era della digitalizzazione. Ciò è strettamente inerente alle abilità di base della media litercy, tra cui "l'appropriazione", ossia l'abilità di campionare e miscelare contenuti mediali dando loro un significato. Gli artisti infatti, soprattutto all'inizio si appropriano e trasformano le opere di altri artisti e la digitalizzazione rende il tutto più semplice. Ma anche nei classici ciò era presente, si pensi ad Omero che ha miscelato i miti greci per costruire l'Iliade e l'Odissea. Si può dire essere una base da cui parte la creatività. Al contempo però, il Prof. Floridi evidenzia che il digitale si presta abbastanza bene anche a creare la "cattiva" arte che identifichiamo nel falso, nella copia e nel cattivo gusto, sottolineando che non si può per questo pensare che il digitale distrugga l'arte, perché queste forme di "bruttezza" vi erano anche in assenza di digitale, seppur meno presenti e meno facili da attuare. Egli conclude il suo intervento ricordando al pubblico che "l'arte è parte della dignità umana" e che tra le altre capacità, l'umanità ha anche la capacità di esprimere se stesso in modo artistico e ciò continua ad essere valido anche nell'era digitale nelle modalità spiegate.
gasaparo

Educazione e nuovi media - diritti e responsabilità verso una cittadinanza di... - 9 views

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    Questo documento, realizzato con il supporto dell'Ufficio Comunicazione di Save the Children Italia, "si propone di offrire agli insegnanti strumenti didattici per intraprendere con i propri alunni, bambini ed adolescenti, un percorso verso la consapevolezza dei propri diritti online nell'utilizzo delle più recenti tecnologie, in particolare Internet e cellulari". Ho ritenuto giusto postare questo testo, per due motivi:innanzitutto perché riassume brevemente dei punti-chiave del corso Educazione e nuovi media, poi perché nella seconda parte sono illustrati i motivi per cui Save the Children si occupa di Media e dell'approccio basato sui diritti e gli strumenti utilizzati. Inoltre, nell'appendice sono presenti il testo della Convenzione ONU sui diritti dell'Infanzia e dell'Adolescenza (1989) e una possibile carta dei diritti online per l'infanzia. Quello che viene sottolineato in questo documento, e che anch'io vorrei evidenziare, è che "il problema della "sicurezza", associato all'utilizzo dei Nuovi Media da parte dei giovani, non è riconducibile esclusivamente all'esistenza in sé di alcuni rischi, ma anche alla possibilità che l'utilizzo di tali strumenti tecnologici cominci a prevalere a scapito di spazi di aggregazione concreti, di attività sociali, ricreative, sportive". Guardando alle "nuove generazioni" si può notare che i ragazzi sono sempre più plasmati dalle celebrità e dal loro mondo, attenti più ad apparire che ad essere. Per citare il politologo Sartori, l'uomo è diventato "Homo Videns", una nuova specie generata dalla televisione, che si limita a vedere; "Il bambino, la cui prima scuola è la televisione, è un animale simbolico che riceve il suo "imprinting", il suo stampo formativo, da immagini di un mondo tutto centrato sul vedere. E questo atrofizza la capacità di capire". Ecco che nasce la necessità di andare oltre ciò che si vede, di "rendere estraneo ciò che è familiare", come dice Buckingham, e cercare di far c
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    Da diversi decenni, prima nel resto d'Europa e poi anche nel nostro Paese, la Media Education si è proposta come strumento attraverso cui l'educazione possa tutelare i diritti dei più giovani, ad oggi rappresentando strumento di potenziamento dei soggetti che si propone lo sviluppo di consapevolezza e di pensiero critico, creando le condizioni affinchè il bambino si possa difendere da sé. Un approccio che mira a controllare il rapporto tra media e i suoi destinatari e che delinea tre caratteristiche pedagogicamente rilevanti di questa svolta digitale: portabilità, interattività e generatività. La Rete e il telefonino sono migrati nelle nostre vite, le costituiscono dall'interno, sono parte del nostro essere cittadini. Come tali vanno considerati resistendo alla tentazione di farli depositare all'ingresso della scuola (nella speranza mal celata di chiudere furoi, con essi, il problema) e conferendo alla Media Education lo status di educazione civica del Nuovo Millennio
bordigoni

Guida alla valutazione di un programma di educazione ai social media - 18 views

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    Trovo interessante la guida (scaricabile dopo la compilazione del form a cui si accede dal link sopra) perché partendo dai dati emersi da una ricerca sull'uso dei social media nelle imprese (che evidenza un notevole divario tra quello che le imprese si aspettano che i loro dipendenti sappiano e ciò che sanno realmente sui social media), propone un impianto di programma di formazione personalizzabile sui social media basato su: la gestione dei clienti e del mercato, l'uso dei social media, lo sviluppo della leadership. In particolare trovo interessante questa guida perché considera sia l'aspetto dell'addestramento ai social media che l'educazione afferente gli aspetti del mercato e del governo dell'impresa attraverso la lettura delle dinamiche emergenti e di come queste possono essere gestite con la "nuova" tecnologia. La guida inzia con "Empower your Workforce" a sottolineare la finalità principale del programma di educazione. Tutto questo a conferma di quanto viene evidenziato all'interno del ns. corso di studi. La guida è stata pubblicata da Hootsuite, un'impresa leader nel settore dei sistemi di analisi e gestione dei social network; la ricerca citata è stata realizzata da altimeter, società leader nelle ricerca e nella consulenza strategica sulle tecnologie "disruptive".
Costantina Tenace

360 Terabyte in un cristallo eterno e grosso come un'unghia - 10 views

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    "I ricercatori del dipartimento di Optoelettronica dell'Universita di Southampton in Inghilterra hanno appena raggiunto un importante traguardo in materia di archiviazione dei dati sviluppando una rivoluzionaria tecnologia in grado di sopravvivere per miliardi di anni, probabilmente molto di più della razza umana." Sembra che il bisogno di lasciare memoria di sé influenza sempre più le ricerche scientifiche del nuovo millennio, la sfida che l'uomo porge al naturale deterioramento della vita è sempre sorprendente e rivoluzionario. La memoria resta il potere maggiore dell'intelligenza umana, delle culture e dell'orgoglio scientifico.
luana0404

i messaggi subliminali nel mondo dei mass media - 5 views

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    I messaggi subliminali sono molto diffusi nel mondo pubblicitario e servono ad attirare la mente e la concentrazione, le simbologie falliche attraggono gli uomini mentre quelle immagini che richiamano la sessualità femminile attirano le donne. I messaggi subliminali sono informazioni che, il nostro cervello memorizza in maniera inconsapevole: si tratta di suoni, disegni, scritte che contengono al loro interno, i messaggi palesi, e subliminali. I messaggi nascosti possono esserci anche nei loghi, ma spesso si parla di cartoni animati. Che siano usati per denuncia sociale o per scopi pubblicitari, i cartoni hanno dalla loro il vantaggio di offrire il più candido degli alibi: l'innocenza di essere un prodotto rivolto ai bambini.Quello che ha coinvolto la Disney è un vero e proprio processo con accuse di satanismo, razzismo e pornografia; sarebbe proprio il sesso ad ossessionare i creatori dei cartoni Disney, tanto da riempire lo schermo di piccoli messaggi sparsi qua e là. Il mondo è pieno di insidie per i nostri piccoli, ma pare che quelli della Disney abbiano proprio un bel chiodo fisso. Il perché di tanta attenzione è che tutti noi avvertiamo il grande potere persuasivo dei mass media sulle nostre scelte di vita. La potenza dei messaggi subliminali è nel fatto che essi, viaggiando al di sotto della consapevolezza, influenzino il nostro comportamento inconsapevolmente. Sono occultati ovunque: in cartoni animati, pubblicità, brani musicali rock, videogiochi e nella maggior parte dei casi riguardano il sesso, la droga, Satana o il suicidio. Possono anche essere usati a scopo terapeutico, per combattere la timidezza, migliorare l'autostima, il rendimento scolastico o le prestazioni sessuali oppure, in altri contesti, per ridurre la criminalità o gli incidenti stradali o per incrementare le vendite di un determinato prodotto. La tecnica, sviluppata nel dopoguerra negli Stati Uniti, si basa sull'ipotesi che il cervello umano veda e senta più di quanto non rie
annamariacirino

Derrick de Kerchove e l'inconscio digitale - 6 views

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    In questo interessante articolo il sociologo e teorico della comunicazione Derrick de Kerchove definisce il concetto di "inconscio digitale" ossia come attraverso i social network la dimensione inconscia degli istinti e dei desideri di cui aveva parlato Freud che non si manifestano quindi a livello razionale, assuma una portata globale per la rapidita' attraverso cui l'individuo ha la possibilita' di accedere e raccogliere a livello cosciente una grande quantita' di dati. Attraverso la Rete vengono trasportate e condivise le emozioni, le esperienze, le opinioni che si trasmettono da persona a persona orientando in modo nuovo la lettura della realta' quotidiana e modificando le percezioni. Il web ha creato quella che de Kerchove chiama la "massa interattiva" costituita dalle connessioni tra tanti individui che non sono piu' silenziosi ma che hanno acquisito una coscienza sociale e che chiedono maggiore responsabilita' al potere che dovra' tenere conto del momento storico particolare, di questa "rivoluzione " che l'autore paragona a quella francese. In definitiva cio' che' interessera' davvero l'individuo digitale del futuro sara' la salute delll'ambiente e la sua salvaguardia che diventera' cosi' l'oggetto della ritrovata unione dell'umanita'.
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