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dadrew

Storia dei mass media in Italia - 2 views

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    Il testo, anche se non aggiornato e turbato da qualche refuso ortografico, narra in modo semplice, intuitivo, ma soprattutto trasversale (svariando cioè nella politica, nella storia contemporanea, nell'economia) la storia e l'evoluzione dei mass media nel nostro Paese, ovviamente anche con richiami ad altre realtà occidentali (Usa, UK, Europa occidentale). Una storia esaltante, che ha contribuito a modellare il nostro Paese in maniera capillare, dalle classi sociali più agiate a quelle più popolari, ed a renderlo come è oggi, con tanti, tantissimi momenti salienti. Dagli albori della radio si passa al periodo della dittatura fascista, alla guerra ed alla ripresa post-bellica, alla nascita della televisione, che è a mio avviso l'unica vera rivoluzione vissuta in Italia, alla crisi petrolifera, ai mondiali di calcio, lo sbarco sulla luna, l'avvento delle private, il berlusconismo ed il sistema politico/mediatico della seconda repubblica, fino ad arrivare all'avvento di Internet, delle tv via satellite (al momento della stesura ancora non diffusissime ma già comunque affermate) e di quelle via cavo. Il link non contiene ovviamente una storia completa e dettagliata, perché questa forse non entrerebbe nemmeno in un libro di duecento pagine, ma l'autore si sforza di toccare un po' tutti i punti, cercando di non tralasciare quelli che, con linguaggio aeronautico, definiremmo waypoint dell'argomento. Vengono fornite statistiche sulla composizione dei programmi televisivi nei vari decenni ed in breve si ha un compendio, una sorta di "Bignami" della storia della radiotelevisione italiana, oggi ancora molto celebrata dalla tv stessa ma anche da tanti siti (si pensi ad es. RaiPlay, Mediaset Infinity, Teche RAI, ecc.). Sinceramente mi sarebbe piaciuto molto contribuire alla stesura di questo testo, integrandolo con statistiche e con i numerosi (ahimé) ricordi personali.
angelasica

Il potere dei media - 3 views

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    Chomsky analizza il più classico dibattito moderno sul potere dei media, esponendo l'idea alla base di ogni discorso complottista, cospirazionale, di New World Order o che dir si voglia legato al più classico intramontabile tema degli "Illuminati", "società segrete" o gruppo di "potenti". Gruppi di controllo che si elevano a "gestori" del mondo e detenendone le ricchezze, utilizzando nel corso della storia strumenti di controllo sempre diversi. Religione, misticismo, occultismo e politica sono gli strumenti classici e storici, ai quali si aggiunge lo strumento che è per eccellenza il più soggetto a "evoluzioni": La comunicazione.La comunicazione è sempre stata alla base della cultura umana, e come migliorarla ha spinto a ricerche forsennate, a tal punto che si potrebbe dire che non è la comunicazione ad essersi evoluta grazie alla scienza e alla tecnologia, ma sono queste ultime ad aver raggiunto gradi di eccellenza (per noi uomini d'oggi) grazie alla necessità di migliorare sempre più il modo in cui le menti potessero comunicare nel mondo, e di conseguenza si aiutano a vicenda a progredire di pari passo. Quello che spaventa maggiormente chi detiene "Il comando", è la forza dell'unione che i "sudditi" possano avere coalizzandosi. La massa, seppur ignorante e innocua, può essere fastidiosa, se compatta. La comunicazione moderna si basa quasi unicamente sui media, e per il controllo delle masse bisognava trovare un nuovo stratagemma. La sinergia che hanno creato la capacità comunicativa dei media e l' inarrestabile progresso tecnologico della scienza ha qualcosa di incredibile.Insieme hanno creato un sistema in cui con i media si può arrivare alle masse, creando allo stesso momento i falsi bisogni offerti dalla scienza e dalla tecnologia, spingendoci in un circolo vizioso in cui l'individuo, schiavo di questi bisogni che vengono ripetutamente pubblicizzati, si "arricchisce" di tali bisogni anche tecnologici e che rendono inevitabile il sottrarsi a
Costantina Tenace

La comunicazione pubblica tra globalizzazione e nuovi media - 4 views

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    'Questo volume tenta di collocare la comunicazione pubblica nell'ambito dell'analisi sociologica; di delineare i contorni di una sociologia della comunicazione pubblica e, proprio per questo, di mettere in collegamento i temi della comunicazione "di pubblico interesse" con concetti e categorie che appartengono alla storia del pensiero sociologico.' Come sempre 'la storia insegna' e riflettere sull'evoluzione della comunicazione pubblica ci permette di capire come e perché l'uomo ha sentito il bisogno di estendere le proprie idee, condividerle e renderle attive e utili per scopi non solo personali ma collettivi. ogni periodo storico ha lasciato segni caratteristici dei movimenti sociali e culturali, le influenze nascono sopratutto dal contesto politico e governativo, filosofico e sempre funzionale alle circostanze e le esigenze del momento. Il testo è particolarmente appassionante e articolato, le sfumature della COMUNICAZIONE DI MASSA vanno dall'introduzione di logiche mercantili a quelle pubblicitarie e commerciali, l'industria del capitalismo fa da capolino ma in uno scenario prevalentemente negativo appaiono spesso spiragli di fiducia e speranza. Le soluzioni a controbilanciare i 'contro' dei mass media appaiono negli spazi non fisici come quelli multimediali e interattivi, pensiamo a internet ad esempio, spazi aperti e inclusivi per molte categorie sociali, questi strumenti oggi permettono un'informazione libera e una sorta di partecipazione attiva del cittadino, a livello di scelte individuali e collettive. Il tracciamento e il monitoraggio dei dati personali inseriti in rete permette un miglior controllo da parte delle figure poste alla salvaguardia e il rispetto della persona. Gli argomenti scaturiscono molte riflessioni come il tema della traduzione e negoziazione dei valori culturali delle diverse etnie nel complesso movimento di GLOBALIZZAZIONE.
loredana73

Media education - La media education - 1 views

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    Francesco Cambi approfondisce il tema della media education nel libro"Media education tra formazione e scuola. Principi, modelli, esperienze". I mass media sono in crescita e penetrano sempre più nella vita quotidiana. Le tecnologie della comunicazione sono entrate, negli anni 80/ 90 in una nuova fase. Dalla tv scatola ingombrante, fissa e a senso unico, si è passati all'uso del telecomando e, in seguito, a quello del videoregistratore, delle pay tv per giungere a internet; in tal modo da una fruizione monodirezionale passiva si è giunti all'uso dell'universo di immagini disponibili in rete in modo bidirezionale. Tale rivoluzione dei media, a cui si aggiungono i cellulari e il loro uso, i computer e i videogiochi, ha prodotto effetti significativi nelle abitudini di vita, sui processi cognitivi, sul rapporto col mondo, nelle relazioni interpersonali. Il testo tratta della fruizione della tv da parte del pubblico infantile. Cambi fa presente che, malgrado questi cambiamenti, guardare la TV risulta ancor oggi una delle attività prevalenti cui si dedicano i bambini e gli adolescenti nel loro tempo libero. L'autore avanza l'ipotesi che i nuovi media (internet e cellulare) si aggiungano ai quelli vecchi (Tv e radio) ma non li sostituiscono, almeno non completamente. Ciò che motiva maggiormente l'esposizione alla televisione è il potere di disporre di una compagnia contro la noia e la solitudine. Ne è la riprova il fatto che quando i bambini hanno alternative preferiscono impegnarsi in altre attività piuttosto che guardare la Tv. Il tempo che i bambini dedicano alla Tv è una misura della carenza di offerte culturali e di divertimenti loro proposti. I bambini di oggi sono sempre più tecnologici e multimediali ma non hanno rinunciato ad altre attività più tradizionali. Pare, al contrario, che l'utilizzo combinato di vari mezzi, sia tradizionali (tv, cinema, radio) che newmedia (pc, internet, cellulare), si autoalimenti. Nonostante l'avvento dei
andreacattaneo

Fare Media Education nella scuola: significati e prospettive - 4 views

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    Il sistema-scuola sta attraversando nel nostro Paese un momento molto critico e di destabilizzazione. L'urgenza di equiparare la scuola italiana agli standard Europei richiede nuove competenze teoriche e metodologiche che coinvolgono le due agenzie educative scuola e famiglia. Dopo decenni di riflessioni e immobilità programmatica, si sta raggiungendo una radicale e Esso disegna una storia lunga sul versante istituzionale che si può documentare una radicale revisione sia dell'istituzione scolastica nella sua struttura, che dei suoi processi formativi. Tra il 1979 e il 1991, ripercorrendo i documenti che il Ministero della Pubblica Istruzione ha pubblicato, emerge come si siano modificati gli orizzonti d'attesa, da una visione ed un utilizzo dei media come un sapere puramente tecnico ed esecutivo ad una concezione dei media come campo di apprendimento esperienziale. Per citare Cesare Scurati (1993) si può comprendere come con "Messaggi, forme e media" viene indicato uno dei campi di esperienza del bambino in cui vengono fatte rientrare "tutte le attività inerenti alla comunicazione ed espressione manipolativo-visiva, sonoro-musicale, drammatico-teatrale, audio-visuale e mass-mediale e il loro continuo intreccio". In questo contesto di profondo cambiamento si pongono le domande di come formare le nuove identità professionali e i loro contesti operativi, come ad esempio il Media Educator, che dovrà veicolare la fruibilità delle nuove competenze.
angelasica

L' architettura dell' intelligenza - 3 views

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    Parlando di Kerckhove non ci si può meravigliare della profondità delle sue analisi e osservazioni sul mondo e sull'uomo "moderno", considerando la sua biografia e attività. Una mente brillante, che tuttavia ha affrontato semplicemente in modo più approfondito quello che reputo essere oggi giorno un pensiero comune quasi a tutti, che scaturisce proprio dalla comune e innata percezione umana delle cose e dal senso di "ribellione" che ognuno sente e vive relazionandosi a quello che reputerei a tutti gli effetti un "cyber-mondo", che procede sempre più verso quell'immagginario fantascientifico ipotizzato da scrittori, registi, artisti e pensatori degli ultimi tempi, che tanto ci spaventa. In "Struttura dell'Intelligenza" Kerckhove sottolinea positivamente le correlazioni tra mente, mondo e reti, che grazie all'uso combinato di hardware e software fungono da strutture per facilitare le connessioni e i "viaggi" della nostra mente per qualsiasi scopo. In "La pelle della cultura" si denota invece l'aspetto negativo di queste "Strutture", soffermandosi sull'utilizzo dei media quali strumenti di controllo delle masse: "Non ci manca ciò che non conosciamo, e la pubblicità crea bisogni che realmente non ci sono", dipingendo quel senso di inappropriatezza, di perdita dell'"essenziale" che fa sentire ognuno di noi diverso, ma che dimostra quanto tutti gli uomini siano uguali, vivendo le stesse emozioni.Kerckhoven è positivo, pensando che questa "catastrofe" non avverrà poichè nonostante sia quella la direzione, la scienza non può prevedere il futuro in quanto a stento riesce ad interpretare il presente, e ogni essere umano, prendendo spunto dagli artisti, deve affidarsi ai propri sensi innati per creare un ponte tra scienza e psicologia e riuscire a gestire il tutto in maniera più appropriata, imparando a sentire di più, oltre il suono, vedere di più, anche dietro le nostre spalle e non solo frontalmente, a tutto tondo e non verso una direzione prefissata. A
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