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marcom1982

La media education a scuola: buone pratiche e strategie didattiche - 13 views

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    I nuovi media occupano gran parte del nostro tempo sociale e sono fortemente presenti, ed utilizzati, anche a scuola da bambini e adolescenti. Spesso e purtroppo, però, li utilizziamo in modo spropositato ed errato e ciò può avere gravi conseguenze per le persone e per la società. Ora più che mai è importante parlare delle nuove tecnologie: solo così sarà possibile conoscerle, comprenderle, per utilizzarle in modo consapevole, critico e cosciente. Ciò deve avvenire sia a scuola che in famiglia, allo stesso modo e nello stesso tempo, per educare i bambini e gli adolescenti alla cosiddetta Media Education. In questo articolo viene approfondita la Media Education tra formazione e scuola, offrendone un primo sguardo, un'introduzione, focalizzando l'attenzione sui suoi aspetti teorici.L'educazione ai media deve essere intesa come insegnamento di tipo trasversale, in quanto non vuole ottenere un posto a sé nel programma scolastico, questo è il punto predominante dell'articolo. La tecnologia deve essere un uso pratico, coinvolgente e diretto . I media possono, e devono, essere pensati come trasversali al programma, come elementi imprescindibili e come dimensione aggiuntiva, valorizzante e ispiratrice. I bambini sono continuamente esposti ed influenzati dalle informazioni che ottengono dalle nuove tecnologie e ciò può portare a conseguenze molto negative, anche al cyberbullismo. Educare bene alla tecnologia non favorendo l'indipendenza della stessa aiuta il bambino ad emergere e saper usare notevolmente i media come risorsa e non come opera distruttiva.
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    Giulia Piazza scrisse l'articolo in questione esaminando alcune possibili strategie didattiche da usare per proporre l'educazione dei media a scuola. Ci spiega perché è importante insegnare la media education a scuola e il ruolo delle influenze sociali nella comprensione del mondo e nella costruzione del senso di identità, così come l'importanza del prestare attenzione all'influenza che i bambini ottengono dalle nuove tecnologie. L'approccio pedagogico della media education valorizza alcuni principi per l'educazione quali l'apprendimento centrato sul bambino, l'apprendimento trasversale ecc. approccio dunque non autoritario, che favorisce la motivazione e aiuta i bambini a indagare e riflettere da soli. Ci spiega quali sono le buone pratiche dell'educazione ai media e l'importanza dell'argomento di analisi del testo e del contenuto, quali sono quindi le tecniche utili per insegnare i media tramite analisi testuale e di contenuto così da sviluppare una conoscenza della grammatica mediale. Vengono presi in esame anche il case study e la simulazione, quindi l'uso del gioco di ruolo e della sfida che agiscono sulla motivazione e sulla conoscenza proprio come l'aiuto dello studio di un caso specifico vada ad incoraggiare gli studenti a condurre ricerche approfondite. L'articolo inoltre sottolinea uno degli aspetti centrali e indispensabili della Media Education: la produzione, che comporta l'uso pratico, coinvolgente e diretto delle tecnologie, avendo un valore educativo importante in quanto va a garantire comprensione e critica del linguaggio mediale.
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    L'articolo discute l'importanza dell'educazione ai media nelle scuole. L'autore sostiene che i mezzi di comunicazione sono una parte fondamentale dell'ambiente culturale di ciascun individuo, compresi i bambini e gli adolescenti. Ciò significa che la media education è importante per aiutare i giovani a decostruire i testi mediali e a comprendere i valori trasmessi. Inoltre, l'articolo sostiene che l'educazione ai media valorizza alcuni principi fondamentali per l'educazione, come l'educazione alla cittadinanza e alla partecipazione attiva, l'apprendimento centrato sul bambino, l'imparare ad imparare e l'apprendimento di tipo trasversale. L'articolo sottolinea che la media education promuove un esercizio critico da parte dei bambini, aiuta i bambini ad imparare a imparare e cerca di generare l'atteggiamento interrogativo, accompagnato dal dialogo e dal pensiero critico. L'autore conclude sostenendo che l'educazione ai media dovrebbe essere inclusa come curricolo trasversale a tutte le discipline di insegnamento, per incrementare e migliorare l'insegnamento e l'educazione. L'articolo fornisce alcune "buone pratiche" per la realizzazione dei percorsi di Media Education, come la costituzione di un gruppo docenti e la collaborazione tra pedagogisti, educatori, insegnanti e genitori.
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    Il testo parla dell'importanza dell'insegnamento della Media Education per aiutare i bambini e gli adolescenti a comprendere i messaggi mediatici e sviluppare una comprensione critica dei media. L'approccio pedagogico della Media Education si basa su principi come l'educazione alla cittadinanza, l'apprendimento centrato sul bambino, l'imparare ad imparare e l'apprendimento di tipo trasversale. L'educazione ai media deve essere sistematica e continua, e il curriculum dovrebbe essere considerato trasversale a tutte le discipline di insegnamento. Le buone pratiche dell'educazione ai media includono la collaborazione tra pedagogisti, educatori, insegnanti e genitori, la definizione chiara dei tempi e degli spazi per le attività, la documentazione e la valutazione dell'esperienza, la condivisione con i genitori e la creazione di un prodotto di comunicazione da condividere con la comunità scolastica. L´ autrice infine descrive alcune tecniche utili per l'insegnamento dei media, come l'analisi del testo e del contenuto, il case study, la simulazione e la produzione.
mariagraziano

La Media Education nelle scuole, ecco perchè è importante - MIUR Istruzione - 20 views

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    I media fanno parte della nostra società. Capire come "leggere" le notizie veicolate dai media e come interagirci è una competenza fondamentale, In particolare l'avvento del così detto Web 2.0, dei social network ha creato grandi occasioni di comunicazione.
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    Nell'articolo viene evidenziata l'importanza della Media Education come materia di insegnamento che dovrebbe trovare grande spazio nelle scuole non solo per quanto riguarda i "new media" ma tutti i media. La Media Education, nasce e si sviluppa allo scopo di fornire ai ragazzi tutti gli strumenti idonei a comprendere meglio le dinamiche e i messaggi offerti dai media e a rielaborarli autonomamente, in maniera critica. La fruizione di internet in modo praticamente illimitato consente infinite potenzialità di apprendimento e sperimentazione ma anche dei rischi connessi ad un uso "superficiale di strumenti potentissimi"; sopratutto gli adolescenti (nativi digitali) sono sottoposti ai rischi maggiori dovuti ad una grande abitudine e dimestichezza con i dispositivi ma che se non guidata e formata opportunamente può provocare seri danni, si pensi solo per fare qualche esempio al Cyber bullismo. La Media Education, se applicata ad internet, può essere d'aiuto per muoversi meglio in rete (da google a Facebook), tanti sono i consigli che potrebbero essere dati ai ragazzi, ma anche a genitori e docenti che dovrebbero essere opportunamente formati per affrontare questi cambiamenti. Insegnare ai ragazzi a gestire meglio il rapporto con i social costituisce uno dei punti cruciali della materia, considerato il ruolo preponderante che questi canali hanno assunto nella quotidianità di molti adolescenti: ad esempio educare e formare su "cosa e come postare" o a riconoscere le "fake news". Una buona competenza mediale (media literacy) è ciò che questa disciplina intende offrire ai propri allievi. L'articolo riassume quali competenze mediali un media educator dovrebbe contribuire a trasmettere.
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    l'educazione svolge una funzione essenziale e che la scuola debba essere all'avanguardia nelle competenze e nelle conoscenze dei nuovi strumenti digitali. La neccesita di imparare ed educare a districarsi tra i vari linguaggi dei media ed imparare ad approcciarli in maniera corretta. Sviluppare negli studenti la capacità di comprendere i diversi media e le varie tipologie di messaggi, utilizzarli correttamente, saper interpretare in maniera critica il messaggio, essere in grado di generare un messaggio e quindi usare in maniera propositiva i media. La neccesita della prevenzione dello sviluppo del cyberbullismo e la dipendenza e varie patalogie come nomofobia
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    In questo articolo viene definito bene il concetto di Media Education e il ruolo che dovrebbe avere nelle scuole allo scopo di fornire ai ragazzi tutti gli strumenti idonei a comprendere meglio le dinamiche e i messaggi offerti dai media e a rielaborarli autonomamente, in maniera critica. Anche se si tratta di un articolo del 2017 si evidenziano punti importanti quali le modalità di utilizzo di tali mezzi e la necessità di educare sia i ragazzi, utenti finali, che chi ha la funzione di tutore di questi, quindi genitori, scuola ecc… Attraverso lo studio ed il trasferimento d'informazioni ai ragazzi i docenti potranno insegnare a questi a gestire meglio il rapporto con i social e far comprendere che questo rappresenta una dei punti cruciali della materia, considerato il ruolo preponderante che questi canali hanno assunto nella quotidianità di molti adolescenti (educare e formare su "cosa e come postare" o a riconoscere le "fake news" per esempio). Saper discernere le notizie, filtrarle e comprendere quali informazioni e fonti siano più autorevoli di altre. Altro messaggio importante che vuole essere da monito a tutti, politici, ministero, dirigenti scolastici, è che la scuola non può rimanere indietro su queste tematiche ed è fondamentale pensare a percorsi per i docenti e genitori di adolescenti e pre-adolescenti.
mariagraziano

Media Education a scuola: perché è importante insegnare i media a scuola - 7 views

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    La Media Education (o educazione ai media) è il processo d'insegnamento e apprendimento centrato sui media. La Media Literacy è saper leggere e scrivere i media. Questo articolo tratta di quanto sia importante l'insegnamento della Media Education nelle scuole in quanto come sosteneva D. Buckingham la M.E dovrebbe configurarsi come un metodo per esplorare la conoscenza, critico e creativo. Molte scuole creano un giornalino scolastico su cui poi verrà effettuata un'analisi fatta in classe e questo rappresenta un ottimo esempio di attività per costruire un progetto di media education. Anche se alcune scuole ancora non organizzano laboratori con editori ed esperti del settore che invece aiuterebbero moltissimo per una maggiore comprensione. L'insegnamento che viene fatto è di tipo trasversale in quanto può essere applicato sia alla letteratura quanto alla storia e alla scienza è importante inoltre insegnare ai bambini il ciclo delle notizie. Questo argomento riguarda tutte le età non solo i bambini ma anche adulti in quanto attraverso delle bufale presenti su diversi siti sono stati imbrogliati per questo è bene che questo insegnamento sia aperto a tutti, quindi non c'è miglior modo di insegnare già dall'infanzia ai bambini questo tipo di informazioni cosicché raggiungano anche i loro genitori. Quindi per concludere possiamo dire che quel pensiero critico-creativo obiettivo della media education deve essere insegnato con abilità ed ingegno.
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    Nell'era della generazione 3.0 diventa sempre più indispensabile inserire la media education in ambito scolastico. Puntare attraverso la scuola all'acquisizione di competenze mediali consente di avere già in età scolare maggiore consapevolezza e responsabilità nell'uso dei media sviluppando il senso critico verso tutte le informazioni con cui vengono in contatto.I messaggi mediali hanno sempre più capacità di influenzare il nostro pensiero e il nostro comportamento, basti vedere l' impatto e gli effetti psicologici delle cosidette bufale o fake news che assumono valenza sulla base del mezzo di comunicazione usato. Attraverso la media education i bambini possono essere educati a verificare le fonti, e la qualità dei contenuti per una corretta elaborazione dei messaggi. Apprendere lo stile comunicativo dei media consente non solo la giusta lettura ma consente di possedere adeguate competenze per crearne di nuovi in corrispondenza agli scopi.
denisedesio

iGeneration: l'impatto delle nuove tecnologie su bambini e adolescenti - 9 views

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    Sebbene siano noti gli aspetti positivi della tecnologia digitale e le loro trasformazioni in particolare sulla Generazione Z; bisognerebbe insegnarla maggiormente nelle scuole alle nuove generazioni per diminuire il rischio degli effetti negativi che tali strumenti possono apportare e per ottimizzare il loro utilizzo. Giovani sempre più multitasking, problem solver, creatori attivi della loro conoscenza tramite procedimenti non lineari, veloci e rapidi che vivono internet e non semplicemente ci navigano; rischiano, a causa anche della non conoscenza approfondita degli stessi item, di sperimentare fenomeni di apatia, di mancanza di attenzione profonda ( "in internet si tende a passare da un rubinetto di informazioni all'altro ") di analfabetismo emotivo e di relazioni superficiali.
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    L'articolo è stato pubblicato il 5 aprile del 2017, dalla Dott.ssa Giulia Radice, psicologa psicoterapeuta cognitivo comportamentale, iscritta all'ordine degli psicologi della Lombardia dal 12/03/2015. Nell'esercizio della sua professione si occupa di ansia e panico, depressione, disturbi di personalità, trauma, lutti e separazioni, difficoltà relazionali e sociali. L'autrice nata tra il 1980 e 1990 si attribuisce l'appellativo di nativa digitale riproponendo in bibliografia l'articolo di Prensky "Digital Natives, Digital Immigrants" del 2001, dove egli identifica con questo termine gli individui che hanno vissuto a contatto con i mezzi di comunicazione digitale. All'interno dello studio, 1985 è la data che segna il passaggio cruciale dovuto alla diffusione di massa del computer, le persone nate prima di questa data che si sono poi approcciate al linguaggio digitale in una fase successiva sono definiti immigrati digitali da Prensky. L'autrice si interroga sul modo in cui le tecnologie digitali stanno trasformando le nostre vite, le nostre abitudini, le nostre abilità cognitive e i nostri comportamenti, interrogativo che genera il titolo dell'articolo: "come le nuove tecnologie ci stanno cambiando: la iGeneration". L'autrice presenta inizialmente l' Igeneration o generazione z, gli iperconnessi di cui molto ha scritto la docente Twenge , psicologa alla San Diego University, autrice di saggi ed articoli sull'adolescenza dove ha proposto un'analisi accurata della iGeneration attraverso il confronto con le generazioni che l'anno preceduta (Baby boomers 1946-1964, Generazione X 1965-1979 e i Millenials 1980-1994) individuandone otto tendenze che la definiscono: immaturità, iperconnessione, incorporeità, instabilità, isolamento e disimpegno, incertezza e precarietà e inclusività. Degli articoli e dei saggi della Dott.ssa Twenge non vi è traccia in bibliografia, così come di una parte della posizione di Cesare Rivoltella, che
dodomartini

Comunicazione digitale e nuovi media: una sfida per l'educazione. - 4 views

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    Interessante articolo di Teresa Doni, docente di Teorie Sociali della Comunicazione e Animazione della Cultura e della Comunicazione presso la Facoltà di Scienze della Comunicazione sociale dell'Università Pontificia Salesiana, che ripercorre la storia della Media Education in Italia e nel mondo, per poi immaginare una New Media Education, in grado di confrontarsi e dialogare con la cultura digitale delle giovani generazioni.
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    AUTORE: TERESA DONI - Docente di Teorie Sociali della Comunicazione e Animazione della Cultura e della Comunicazione presso la Facoltà di Scienze della Comunicazione sociale dell'Università Pontificia Salesiana di Roma. FONTE: "Rassegna CNOS 1/2015 * - Pagg. 185-196" [*CNOS-FAP / Centro Nazionale Opere Salesiane - Formazione e Aggiornamento Professionale. Erogazione servizi al lavoro. Autorizzato dal Ministero del Lavoro Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali] QUALITÀ DELLA FONTE: Primaria A - -. Sito di una Fondazione (autorevole) che riproduce un capitolo molto interessante e completo, ma estratto da un lavoro più vasto, del quale non sono citati in modo compiuto i dati per identificarlo (13doni_Cinema 22/06/15 ??) AUTOREVOLEZZA della fonte: Primaria (Docente universitaria) - ONG affermata. Bibliografia: completa. STRUTTURA: Abstact in italiano e in inglese. Scrittura scorrevole. Impostazione scientifica / universitaria. CONTENUTO: Breve storia della Media Education in Italia e nel mondo; illustrando i suoi contenuti e la sua ragion d'essere prospetta una definizione di una New Media Education, utile per confronto e dialogo con la cultura digitale delle giovani generazioni.
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    Articolo interessante "storico del 2015" dove l'autrice la Professoressa Teresa Doni, ripercorreremo in breve il suo CV :docente presso la Facoltà di Scienze della comunicazione sociale e la Facoltà di Teologia dell'UniversitàPontificia Salesiana e presso la Facoltà di Scienze sociali della Pontificia Università san Tommaso (Angelicum) di Roma. Affronta con approfondimenti i cinquant'anni dalla Media-Education alla New-Education, descrivendo molto brevemente anche l'esperienza Italiana della Media Education . In grado di confrontarsi e dialogare con la cultura delle nuove generazioni sopratutto per i nativi digitali con fonti attendibili e bibliografia. Producendo informazione di qualità a sostegno e la conoscenza dei MEDIA-EDUCATION. Vi auguro una buona lettura.
albertogiuseppe

Criteria for A Successful Media Education Program - 2 views

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    L'articolo, scritto da John Pungente(ph.D)e intitolato 'Criteri per un efficace programma di Media Education", espone nove criteri e condizioni cruciali per lo sviluppo di un programma di Media Education per le scuole secondarie. 1. Il programma deve nascere in modo autonomo e spontaneo, e gli insegnati devono avere un grande ruolo di iniziative per avviarlo. 2. Le autorità educative devono supportare il programma, richiedendo l'insegnamento di studio dei Media nei curriculum e stabilendo materiale, risorse, libri e linee guida. 3. Le strutture educative devono basarsi su personale in grado di generare futuri insegnanti nella stessa area e offrire corsi in Media Education. Ci deve inoltre essere supporto accademico da instituzioni terziarie nella scrittura di curricula. 4.Addestramento durante-servizio è parte integrante per l'implementazione di un programma di Media Education. 5.Le strutture scolastiche hanno bisogno di consulenti esperti nel campo di Media Education che stabiliranno reti di comunicazione. 6. Devono essere disponibili libri di testo e materiale audio-visivo rilevante al paese o all'area di interesse. 7.Una organizzazione di spporto deve essere stabilita al fine di creare laboratori e conferenze. 8.Si devono stabilire appropriati strumenti di valutazione adatti alle qualità uniche dei Media Studies. 9.Poichè i Media Education richiedono una vasta diversità di abilità e conoscenze, ci deve essere una collaborazione tra insegnanti, genitori, ricercatori e professionisti nel campo del Media.
veliadauria

Media Education- Sensibilizzare all'uso consapevole dei mezzi di comunicazione - 3 views

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    Slides tratte dalla conferenza "Meeting DV & 12.0" del 14 Aprile 2018 a Roma
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    Tali slides che spiegano quanto detto durante la conferenza "Meeting DV & 12.0" svoltasi a Roma il 14 Aprile 2018 introducono alla Media Education superando il malinteso ad essa associato facendo una distinzione tra l'Educazione ai Media e l' Educazione con i Media. Descrive cos'è un medium e cio' che la Media Education produce,ovvero, la Media Literacy. che, non rispecchia affatto una competenza digitale. La Media Literacy viene trattata nell'ambito dell'Unione Europea e viene spiegato di quali competenze si serve tale prodotto della Media Education ed individua le professioni a cui prepara. Spiegano come hanno cambiato il nostro modo di vivere dando una nuova forma al nostro intrattenimento e modificando il nostro modo di acquisire cultura. Ci si concentra anche sulla dimensione sociale abbracciando il tema dei social network. Successivamente, viene affrontata la problematica della diffidenza verso l'utilizzo della Media Education, in quanto, tale strategia,per molti, non riguarda un'educazione ai media, ma con i media e poi perchè essa non fa altro che veicolare messaggi commerciali ed estetici. Ci si preoccupa inoltre della valutazione del percorso con la Media Education.
duccio2023

Scuola - Dalla Media Education alle New Media Education - 6 views

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    Questo articolo, scritto dalla Dott.ssa Doni, parte da alcune affermazioni di Len Masterman per definire la Media Education e dopo una panoramica storica della ME a livello internazionale e italiano, analizza alcuni punti fondamentali che la New Media Education deve affrontare, in ambito soprattutto italiano. La Dott.ssa Doni, in particolare, fa riferimento ad alcune considerazioni di Pier Cesare Rivoltella (Presidente e Direttore scientifico del Cremit) secondo il quale la New Media Education ha importanti sfide che l'attendono. Prima di tutto, partire dalla constatazione che le nuove tecnologie (smartphone, tablet etc) non permettono un controllo capillare e continuo di ciò che fanno i giovani con questi dispositivi. In secondo luogo, essi vanno educati non solo ad una lettura critica e responsabile dei media, maanche ad una scrittura degli stessi. Un terzo aspetto da tenere in considerazione è che i media non fanno parte del vissuto del giovane, ma è permeano completamente il tessuto sociale dei ragazzi di oggi. Infine, un aspetto che riguarda più specificatamente la scuola, ossia la necessità che la media education penetri in modo trasversale e olistico tutte le dimensioni dell'educazione.
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    Dott.ssa Teresa Doni, docente presso la Facoltà di Scienze della comunicazione sociale e la Facoltà di Teologia dell'Università Pontificia Salesiana, nonché presso la Facoltà di Scienze sociali della Pontificia Università San Tommaso (Angelicum) di Roma, analizza la nascita e la storia della media education nel panorama scolastico italiano ed internazionale, riflettendo in merito ai cambiamenti che la stessa ha offerto in campo educativo e comunicativo, volgendo altresì lo sguardo alle future sfide che il sistema scolastico dovrà affrontare al fine di adeguarsi all'evoluzione di tale rinnovato sistema culturale.
maurizio01

Media Education nel mondo - uno sguardo comparativo - 4 views

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    L'articolo è stato scritto da Sonia Marcantuono (2006), in un contesto di analisi globale della media education nel mondo, con uno sguardo comparativo tra i vari Stati. Inizia con una breve e generale evoluzione della media education dagli anni sessanta in cui vi è un approccio difensivo-protezionistico sino alle società attuali in cui la media education studia i media, ma soprattutto il loro ruolo nella società, il loro impatto sociale, il lavoro creativo che si può fare con essi. Pertanto vi è una crescente attenzione in molte parti del mondo verso questa disciplina, considerata uno strumento di modernizzazione e di innovazione, in grado di rendere il sistema educativo più vicino alle esigenze dei bambini e dei ragazzi di oggi. Esistono tuttavia profonde differenze tra Stato e Stato nel mondo. Pertanto vengono illustrati i vari progetti e programmi messi in atto dai vari Stati, facendo una panoramica partendo dai paesi dell'America Latina, dove la media education è rivolta alle scuole disagiate in zone povere, per stimolare un riscatto morale e la fuoriuscita da schemi che intrappolano i giovani. Si continua parlando del ruolo importante delle varie associazioni cattoliche nei Paesi asiatici, che si interessano alla media education secondo una prospettiva centrata sull'analisi dei valori veicolati dai media. In Nord America (per esempio U.S.A.), la media education vista come un tentativo per risolvere problemi in risposta alla crescente violenza minorile. Panoramica in alcuni paesi europei, per terminare in Australia, ove la media education è riconosciuta ed accettata all'interno di un sistema scolastico, anche in quelli delle scuole elementari. L'articolo termina con una considerazione in cui bisogna aiutare i bambini ad imparare ad usare i media per il loro sviluppo, a essere critici e utilizzatori intelligenti degli stessi media.
joevar

Educare ai media - 4 views

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    Puntata del programma TV Generazione Digitale dedicata al tema dell'educazione ai media con la presenza di Massimiliano Andreoletti (Università Cattolica), Nadia Moioli (docente scuola secondaria) e Mario Morcellini (mediologo). Nonostante la puntata sia del 2014 vengono discussi principi tutt'ora validi sull'approccio alla media education come le competenze da acquisire, gli strumenti, i rischi di un uso negativo dei media e i vantaggi della media education per contrastare il cyberbullismo. Tramite il dialogo con i ragazzi presenti in studio sono sollevate possibili obiezioni all'uso di videogiochi come strumento di apprendimento e le risposte. Sono inoltre presentati due casi studio di licei italiani sull'uso dei media per promuovere l'apprendimento della matematica e per spiegare i processi di creazione di un videogioco.
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    La rubrica Rai scuola - Generazione digitale, dedica una puntata al tema 'Educare ai media' nel corso della quale viene presentata un'introduzione chiara, semplice e autorevole alla Media education ovvero ai processi educativi necessari per consentire agli utenti, e in particolare ai giovani, di fruire correttamente e in maniera produttiva delle innumerevoli risorse che si possono trarre dai media. Partecipano alla trasmissione i professori Massimiliano Andreoletti (Università Cattolica del sacro cuore, Nadia Amaroli (Istituto tecnico Valeriani di Bologna) e Mario Morcellini (Università La Sapienza Roma) e alcuni studenti. Tra i temi trattati: Come è possibile educare con i media attraverso un uso consapevole e sicuro; Obiettivo: governarli senza subirli; Organizzazione e dispositivi; Video, apps, videolezioni, videogiochi e al riguardo: pregiudizi e reali potenzialità didattiche educative, sviluppo di molteplici competenze e uso di diverse conoscenze. Funzione stimolatrice, cognitiva ed emotiva (specie se mediata dalla scuola). Nuove dinamiche relazionali tra docenti e studenti. I rischi di cyberbullismo e possibili sopravvalutazioni. Il bullismo, come sostiene il Prof. Morcellini, sembra diminuito da quando ci sono esperimenti di scuola digitale. Viene presentato un esempio di insegnamento della matematica utilizzando i media attraverso il Progetto 'We're ready for the future' - realizzato dagli studenti del Liceo scientifico Francesco Redi - che prevede la partecipazione diretta al processo di formazione. Il coinvolgimento degli studenti nella creazione di contenuti, videolezioni, applicazioni ha determinato una decisa svolta nei risultati didattici. Viene inoltre affrontato il tema del passaggio da una logica sequenziale, tipica del passato, a una ipertestuale sollecitata dall'uso dei media e in particolare dalla necessità di gestire numerose finestre aperte.
vevy92

Media education e lavoro con i pari - Famiglia Cristiana - 7 views

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    Ho scelto questo articolo principalmente per un motivo personale, perché sono una ragazza e, in un certo senso, sento di appartenere al gruppo dei "nativi digitali" di Prensky. Sebbene oramai televisione, computer e smartphone siano parte integrante della mia vita, ritengo di riuscire ad avere un certo distacco emotivo da essi. Ricordo bene quando un mio professore del liceo ci parlò dell'opportunità di rimpiazzare i libri con i tablet, ma ancora di più mi ricordo la sua risposta, che mi diede una "scossa": in sintesi, ci fece capire che la figura del docente sarebbe potuta scomparire, ma soprattutto che sarebbe stato difficile far mantenere concentrati gli alunni, i quali, con una connessione internet attiva, avrebbero potuto navigare in rete in qualsiasi momento, trascurando così le lezioni. Premetto che il mio giudizio è estremamente influenzato dal fatto che considero i libri qualcosa di "sacro" e non potrei/vorrei mai sostituire il cartaceo, che con il suo odore, o colore, o la sua forma sa dare delle emozioni. Mi sembra impossibile pensare che anche l'educazione finisca per essere interamente trasmessa tramite degli strumenti tecnologici. Con questo non voglio dire che sia un metodo inefficace, perché sarebbe un'incoerenza con il percorso di studi che ho affrontato finora in Uninettuno, e soprattutto perché ritengo che sia importante imparare ad utilizzare i media e affiancarli alle attività scolastiche. Semplicemente penso che il contatto umano sia essenziale per la crescita, soprattutto perché è negli anni della scuola che si forma un individuo. Però, vorrei mettere in luce un aspetto: ho 21 anni, e sono uscita da poco dal liceo. Fino a qualche anno fa era raro avere internet sul telefono, e ci si limitava a mandarsi qualche messaggio di nascosto, durante le lezioni; adesso, che con questa Università telematica sono quasi sempre a casa, mi accorgo che i ragazzi passano ore intere su Facebook, nelle quali invece dovrebbero seguire gli insegnan
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    L'articolo, pubblicato sul sito di "Famiglia Cristiana", affronta il tema dell'educazione dei media nella scuola analizzando la media education sotto le tre diverse accezioni ovvero: 1. Strumento da utilizzare nella formazione; 2. Capacità di comprensione critica dei media; 3. Competenza necessaria per la formazione dei media educator. Punto focale dell'articolo è la necessità di far acquisire ai ragazzi una capacità critica nei confronti dei nuovi media per impedire che vengano vissuti per "immersione" poiché da molto tempo ormai, sono presenti massivamente nella scuola ma soprattutto nella quotidianità. Fondamentale, quindi, un'"educazione ai media" ovvero un'educazione rivolta alla lettura critica ed alla comprensione dei vari linguaggi affinché i ragazzi riescano a interpretare quelle che sono le diverse rappresentazioni della realtà ed evitare l'assorbimento passivo delle informazioni. Compito dei media educator dovrebbe essere proprio quello di aiutare nella formazione di un pensiero libero, indipendente e non manipolato. Altro aspetto sollevato nell'articolo è la funzione che i nuovi media dovrebbero avere ossia non di semplice trasferimento di nozioni, quanto di vera e propria costruzione della conoscenza. Utilizzando i diversi strumenti a loro disposizione, dalle foto, ai filmati, ai video creati dagli stessi ragazzi si vanno a creare le cosiddette cooperative learning con le quali ognuno, svolgendo la funzione di pari più capace, può mettere a disposizione il proprio sapere per una condivisione comune. E' un tipo di apprendimento mirato alla discussione ma soprattutto a quella che De Kerckhove sosteneva essere la cognizione distribuita, il proprio sapere, le proprie risorse cognitive, al servizio di tutti.
adelaide nucera

Analisi critica vs. produzione creativa. Le nuove sfide della media education nell'era ... - 10 views

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    Negli ultimi decenni la funzione socializzante svolta dalle agenzie educative tradizionali (in primis, scuola e famiglia) è stata messa in discussione da altre, più informali (e spesso più efficaci) agenzie: il gruppo dei pari, le sub-culture, le organizzazioni politiche, i movimenti sociali e soprattutto i media. In particolare per la scuola, il successo dei media ha sollevato una serie di riflessioni sui processi educativi nella società contemporanea Primo: i media attivano forme di apprendimento che - a differenza del tradizionale apprendimento alfabetico - interpellano intelligenze multiple e multisensoriali . Secondo: i media mettono in discussione l'idea stessa di ciò che significa oggi essere «istruiti» in quanto richiedono nuove forme di alfabetizzazione che vanno ben oltre il tradizionale saper leggere e scrivere, Terzo: la media education implica lo sviluppo di competenze di «lettura» e «scrittura» dei media, aspira cioè a sviluppare sia la comprensione critica dei media sia la partecipazione attiva in una società altamente mediatizzata. Quarto: la media education sfida apertamente la retorica tecno-utopica, spesso dominante nei discorsi dei politici, degli insegnanti, dei professionisti/imprenditori dei media, secondo la quale le tecnologie digitali «rivoluzioneranno» la scuola.
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    L'intento di questo articolo è quello di avvicinare la didattica al mondo dei giovani. Si evidenzia come la " media education" può ridurre il gap tra la vita quotidiana dei ragazzi impregnata dall'utilizzo dei nuovi media e l'educazione formale che spesso non riconosce l'importanza che i media hanno e il ruolo che rivestono. Per far si che ciò avvenga gli studenti devono poter creare, esplorare e vivere esperienze mediali piacevoli e nel contempo sviluppare un senso critico verso l'utilizzo dei media.
xhensinatafani

Media education e fake news: la necessità di formazione per sviluppare consap... - 10 views

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    L'autrice Sara Zampieri mette in relazione la penetrazione del mondo multimediale nelle nostre vite quotidiane, e in special modo in quelle dei bambini, con la variabile della consapevolezza circa la veridicità di tutta l'informazione disponibile nei new media. La pervasività dei new media, infatti, ha fatto delle fake news (sempre esistite) un vero e proprio fenomeno comunicativo, rispetto al quale l'autrice illustra il cosiddetto "esagono delle fake news" proposto da Altinier e Pira. Il fenomeno fake news richiede, quindi, un aumento della consapevolezza da parte degli utenti dei new media. Questa consapevolezza può crescere soltanto con la diffusione di quelle che Dieter Baacke definisce competenze mediali: - lettura consapevole dei contenuti - conoscenza dei principali sistemi di comunicazione - miglioramento della capacità ricettiva - capacità di elaborare nuovi messaggi offrendo il proprio apporto come creatori di informazione Anche il MIUR si rifà esplicitamente alle indicazioni di Baacke nel raccomandare l'integrazione della formazione scolastica con le competenze mediali.
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    La società odierna è digitale, viviamo in un epoca in qui siamo costantemente collegati e c'è la necessità di appartenere ad una rete ecco perché è importante attuare progetti di media education e per capire le motivazioni che ci sono dietro alla divulgazione elevata delle fake news. L'identità di ogni individuo al giorno d'oggi è frammentata in molteplici alter ego che convivono su diverse dimensioni, quello virtuale, quello mentale e quella fisica. Le fake news sono inventate ad Hoc e distorte prima di essere pubblicate come vere. Avendo il reale potere di influenzare l'opinione della società cambiando il giudizio dei singoli nei confronti di aziende, politici e istituzioni, è possibile definire le fake news come un vero e proprio mezzo di comunicazione. Per questo motivo è fondamentale studiare le caratteristiche di questo fenomeno, le media education sono delle attività educative e didattiche che hanno la finalità di informare i giovani e sviluppare in loro una natura critica circa l'utilizzo dei media. E' importante fare attività di formazione di media education poiché si vive in un società mediale costantemente connessi, sia in ambito lavorativo che scolastico ma anche sociale. Questo fenomeno spiega anche perché le attività didattiche di media education sono in diffusione. E' evidente come la consapevolezza dei mezzi con i quali ci si approccia costantemente ogni giorno, dei linguaggi che utilizzano per comunicare e della cultura che comportano è raggiungibile solo attraverso un percorso educativo che sia mirato e programmato ad hoc. L'impegno morale di ogni comunicatore e di ogni educatore quello di comunicare sempre in modo etico e costruttivo, con il fine di trasmettere un valore educativo. Oggi è normale vivere in rete e in digitale ma è anche una cosa inevitabile per questo servono dei percorsi che ci formino ed è necessaria un educazione ai media approfondita per formarsi al meglio per poter vivere in questa dimensione.
andrea-bertoli1

GIOVANI SGUARDI SULLA MEDIA EDUCATION - 3 views

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    Articolo di Cosimo Marco Scarcelli Università degli Studi di Padova Mediascapes journal del 5/2015 L'articolo riporta una ricerca su circa 300 studenti di un istituto scolastico secondario di primo grado in cui è stato svolto un progetto di digital media education rivolto a ragazzi, insegnanti e genitori. L'obiettivo della ricerca, che parte dalla voce dei giovani, è comprendere cosa pensano della media education, le loro aspettative e come rispondano agli stimoli e alle attività proposte. Il fine è fornire strumenti volti a creare una linea di comunicazione e pratiche capaci di integrare l'educazione attraverso i mediali e le attività quotidiane dei giovani.
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    Scarcelli, C. M. (2015). Giovani sguardi sulla media education. Mediascapes Journal, 5, 164-177. Nell'occidente i bambini e gli adolescenti sono i più grandi consumatori dei media digitali che entrano a far parte in modo sempre più pervasivo della vita dei giovani. La Media Education (ME) pone tra i suoi obiettivi proprio quello di promuovere lo sviluppo delle competenze necessarie per leggere e analizzare i messaggi veicolati dai media e per entrare attivamente a far parte del loro processo produttivo. Questo articolo descrive i risultati di una ricerca che ha coinvolto un istituto scolastico secondario di primo grado in cui è stato svolto un progetto di digital media education rivolto a ragazzi, insegnanti e genitori. L'obiettivo della ricerca era quello di comprendere cosa i ragazzi pensassero della media education e quali fossero le loro aspettative. La ricerca, inoltre, evidenzia come l'educazione ai media dovrebbe essere implementata in un'ottica dinamica e dialogica, in modo da calarsi nelle esperienze dei giovani e modellarsi attorno ai loro bisogni.
massimo61

Media education, come creare il "cittadino scientifico" nella società digitale - 8 views

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    L'orizzonte della Media Education non è riducibile al solo fare qualche "buona esperienza" utilizzando una certa strumentazione tecnologia, ma a come l'organizzazione sociale e le istituzione delegate alla formazione sono in grado di assumere i media come parte integrante della propria fisiologia d'inclusione sociale e di metodologie apprenditive, investendo risorse e competenze per migliorare la formazione nelle conoscenze e nelle competenze di cui la scuola ha la prerogativa pedagogica. La Pedagogia della Media Education mette in evidenza la necessità di uscire dal paradigma difensivista, tipico di una cultura che vedeva nei media soprattutto i caratteri dell'aggressione culturale. La Media Education ,oggi si propone come strategia di empowerment, di emancipazione culturale, persino di uscita dalla subalternità d'una gerarchia sociale cristallizzata.
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    Interessante e attuale articolo scritto dal professore Giovanni Dursi docente di Filosofia e Scienze umane. L'articolo tratta i seguenti punti: - La network society e le sue contraddizioni - La media education vista come capacità di critica e gestione delle tecnologie - L'identità epistemologica della media education: la media literacy e il "pensiero critico" - L'oligarchia planetaria delle produzioni digitali
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    La Media Education concorre alla formazione del "cittadino scientifico" della network society proprio perché l'uso delle nuove tecnologie deve comportare un'attitudine critica e riflessiva nei confronti delle informazioni, l'uso responsabile dei mezzi di comunicazione, un interesse a impegnarsi in reti con scopi culturali
sarracino

media education e scuola - 1 views

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    Nella metà dell'ottocento " alfabetizzazione" voleva significare saper scrivere il proprio nome e cognome; circa 50 anni fa l'UNESCO ha considerato alfabetizzazione la capacità di leggere e scrivere un breve testo del proprio vissuto. Oggi alfabetizzazione è un processo sempre più esteso ed implica la conoscenza di una seconda lingua, scrivere non solo con carta e penna ma anche con lo strumento informatico e si avvale sempre più di tutte le forme digitali di letto-scrittura. I media hanno modificato il nostro stile di vita ,coinvolgono l'intera dimensione umana dagli affetti alla salute dal lavoro alla socialità e sono facilmente accessibili; si affiancano alle tradizionali agenzie fanno parte del nostro mondo, della nostra cultura per questo vanno studiati e dunque abbiamo " l'educazione ai media" : media education . I media sono considerati come "strumenti" utili alla didattica, ad esempio per la visione di filmati nelle aule; per collegamenti internet mediante anche LIM , (lavagne multimediali ) presenti in aula; ma sono studiati anche come "veri e propri oggetti culturali ", dunque "educare ai media " implica il coinvolgimento del mondo delle comunicazioni, ad esempio comprendere le modalità tecniche della produzione di un telegiornale oppure come funziona una pubblicità. L'ingresso dei media education nelle classi ha prodotto diversi effetti. Gli alunni delle scuole dell'infanzia e primaria passano da stati di eccitazione a stati di ansia se devono attivarsi per interagire, gli alunni delle scuole secondarie hanno la possibilità di aperture di nuovi orizzonti, possono accedere ai saperi velocemente e in qualsiasi luogo e soprattutto con semplici modalità. Gli insegnanti devono , a mio parere, essere in grado di presentare i media, sia nella considerazione di strumenti ma soprattutto nell"educazione ai media ", in modo competente e motivante. Gli insegnanti soprattutto non più giovanissimi dovrebbero avere la
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    (chiedo scusa errore "tecnico" ) ....continuo.... Gli insegnanti soprattutto non più giovanissimi dovrebbero avere la possibilità di seguire una formazione per poter insegnare ad educare ai media, poiché spesso accade che nelle nostre scuole o non ci sono gli strumenti ( mancanza di fondi) oppure il corpo docente non possiede le abilità necessarie per insegnare in modo interattivo.
angelamaesano

Generazione Digitale - Media Education - 4 views

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    L'intervento di Massimiliano Andreoletti ricercatore universitario sottolinea l'importanza dell'approccio ai media: nè positivo né negativo ma utile all'uomo per amplificare i suo mezzi di comunicazione e di pensiero, e soprattutto per esprimere se stessi come cittadini e uomini; sono uno strumento che fa parte della nostra vita ed è necessario educare a tale strumenti sia gli adulti che i ragazzi. La scuola stessa ha capito che deve mettersi "in mezzo" tra i ragazzi e il mondo esterno, attraverso una media education. Alla maggior parte degli adulti mancano delle competenze e questo impedisce ai ragazzi di interagire con loro e di rivolgersi a loro in caso di necessità. Ciò che diventa necessario è anche intervenire sugli adulti/genitori per una media education, così da renderli in grado di diventare un supporto nei confronti dei ragazzi.
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    Oggigiorno la televisione, da sempre cattiva maestra (e mass media per eccellenza ), internet e i media in generale, fanno parte a pieno titolo degli strumenti della didattica. Il dibattito riproposto da Rai educational vede presenti figure di spicco, tra cui Mario Morcellini. Per prima cosa si insiste sul fatto che non è esatto considerare, come si faceva tempo fa, la tv un virus di cui sbarazzarsi. Una visione del tutto negativa dei media non è dunque adeguata. Vanno presi in considerazione anche gli aspetti positivi. I media si potrebbero infatti considerare anche un' estensione dell'uomo, che ne facilita la vita. E' però necessario che i giovani vengano guidati nel loro uso. Il professor Mandarano insiste sul fatto che il mondo reale e quello virtuale siano ormai in stretta connessione, anche se spesso non riusciamo a capirlo. Ciò in conseguenza de fatto che il modo in cui i genitori si approcciano ai media è ambiguo. C'è chi è entusiasta e chi è allarmato dal fatto che Internet possa sostituire i vecchi libri di testo. La paura è una conseguenza della scarsa conoscenza che si ha in merito alla modalità attraverso cui andrebbe considerato e indagato il web. Esso può essere utilizzato adeguatamente solo se se ne conoscono pro e contro. Le posizioni estreme, come sempre, non hanno ragion d'essere. Perchè si possa prender coscienza degli aspetti positivi e negativi del web è dunque necessaria la formazione sia dei genitori che dei ragazzi. A tal proposito negli ultimi anni sono stati stanziati dei fondi a favore dei progetti di educazione ai media. Tra questi viene citato il progetto "scuole aperte" (2009). Secondo MARIO MORCELLINI i media andrebbero considerati non di fronte ai bambini ma di fianco come fossero un loro supporto. Il professor Mandarano insiste invece sul fatto che il medium venga spesso considerato un gioco. Non ci si rende invece conto che si compiono degli illeciti anche sul web. La polizia postale ha un ruolo di primo piano e dunque
angelamaesano

Giovani sguardi sulla media education - 9 views

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    Questo articolo si sviluppa attorno ai risultati di ricerca che ha coinvolto un istituto scolastico secondario di primo grado (circa 300 studenti) in cui è stato svolto un progetto di digital media education rivolto a ragazzi, insegnanti e genitori. Ben 62 ore di osservazione etnografica hanno permesso la raccolta e 'elaborazione dei dati. Aspetto interessante della ricerca è stato quello di comprendere, a partire dalla voce dei "nativi digitali", cosa questi pensino della media education, quali aspettative abbiano e in che modo rispondano agli stimoli e alle attività che gli vengono proposte. Curiosi e simpatici i pensieri dei ragazzi riportati all'interno dell'articolo. La "Net Generation" utilizza sempre più le risorse messe a disposizione da internet ma spesso ci si limita sul "come fare" rifacendosi a mere competenze tecniche. La media education aiuta a colmare i vuoti educativi e comunicativi che si creano tra adulti e minori in relazione all'utilizzo delle tecnologie digitali.
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    Gli adolescenti e i preadolescenti,definiti "nativi digitali" usano sempre più spesso le risorse offerte da internet. Il fatto che si parli di "nativi digitali" comporta la presenza di una categoria opposta, quella degli "immigrati digitali", i quali a differenza dei primi hanno meno dimestichezza con i digital media. Ciò in virtù del fatto che hanno vissuto in prima persona il passaggio dalla modernità alla post-modernità e dai mass media ai digital media. La media education è frequentemente chiamata in causa per colmare i vuoti educativi e comunicativi che si creano tra adulti e minori in relazione all'utilizzo delle tecnologie digitali. L'articolo proposto si sofferma sui risultati di ricerca ottenuti in un istituto scolastico secondario di primo grado in cui è stato svolto un progetto di digital media education rivolto a ragazzi, insegnanti e genitori. L'obiettivo della ricerca è quello di comprendere cosa i ragazzi pensino della media education e di fornire strumenti utili a correggere e indirizzare le attività quotidiane dei giovani. Il tutto passa per la formazione degli adulti e degli insegnanti.
franam

Nuove sfide della media education nell'era digitale, analisi critica e produzione creat... - 5 views

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    Gianna Cappello, insegnante di sociologia della comunicazione, dell'educazione e dei processi culturali presso l'Università di Palermo e cofondatore e presidente del MED, l'Associazione Italiana per l'Educazione ai Media e alla Comunicazione, ha scritto un articolo per la "rivista di storia dell'educazione" in cui parla delle nuove sfide della media education nell'era digitale. Il testo sottolinea l'importanza dei media nella vita dei minori, affermando che il consumo dei media gioca un ruolo fondamentale nella costruzione della loro identità e socialità. Si afferma che l'educazione formale deve riconoscere questa dimensione per evitare di allontanarsi sempre di più dalla realtà vissuta dai ragazzi al di fuori della scuola. Si propone l'introduzione della media education per ridurre questo divario, combinando l'analisi critica con la produzione creativa degli studenti. L'obiettivo è consentire loro di esplorare i piaceri derivanti dai media, affrontando allo stesso tempo criticamente il loro ruolo di consumatori e cittadini nella cultura contemporanea. La media education si basa su competenze di lettura critica dei media e sulla partecipazione attiva nella società mediatica. Infine, si afferma che la media education dovrebbe combinare l'analisi critica con la produzione creativa, tenendo conto delle complesse questioni legate all'identità, alla socialità, al gusto e al piacere che i media sollevano per i minori.
uberbe

View of THE CONCEPT OF MEDIA COMPETENCE OF THE FUTURE INFORMATICS TEACHER AND THE METHO... - 1 views

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    Questo articolo di I.M. Rasulov, D.X. Makhkamova e N.O. Nishanbekvov descrive le sfide dell'era dell'informazione globale, in cui i media hanno assunto un'influenza sempre più rilevante. Per questo è necessaria un'educazione ai media, la media education, per poter sviluppare capacità di analisi e comprensione critica, saper determinare le fonti, interpretare i messaggi dei media ma anche come crearli e distribuirli a dei target specifici, in altre parole recezione e produzione. Lo scopo della media education è di educare ma anche di proteggere i giovani da attacchi distruttivi. Il risultato della media education è la media literacy o media competence, termini già usati largamente in altri paesi. Chi svilupperà media competence avrà caratteristiche specifiche: sforzo nell'ottenere nuove informazioni, competenze personali e nel mondo dei media, trovare attivamente materiali necessari, essere in contatto costante con i media, svolgere brillanti attività con essi come crearli, distribuirli ecc., e in generale sviluppare competenze socio-culturali.
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