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beatricebisanti

Educazione motoria, è possibile farla con didattica a distanza? - 5 views

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    Come ormai noto, la pandemia mondiale ha comportato una vera e propria rivoluzione nel mondo dell'istruzione a tutti i livelli. Il personale docente si è trovato in prima linea sia nel dover recepire le nuove metodologie di didattica a distanza, sia nel reinventare a proprio modo il metodo di insegnamento della propria materia, essendo tutto accaduto senza preavviso e in un arco temporale brevissimo. L'educazione fisica è da sempre materia curriculare, amata dagli alunni perchè percepita come attività di svago, libera da carichi cognitivi, ancora non percepiscono l'importanza dell'attività fisica legata alla salute e dello sviluppo psicofisico. L'articolo riporta la testimonianza di una professoressa di educazione fisica e di come essa abbia ricollocato la sua materia d'insegnamento all'interno della dad, essendo vietato lo svolgimento di esercizi fisici a distanza, la ri-progettazione è stata occasione per far sì che emergessero aspetti caratterizzanti della persona quali esercizio fisico, nutrizione e dipendenza e che l'attività didattica seguisse un percorso a moduli, la cui comprensione potesse essere verificata con google-models o test online. Esempio perfetto di crisi trasformato in opportunità, l'impossibilità di svolgere un'attività che lascia spazio a un nuovo punto di vista, il media che veicola un nuovo messaggio e che amplia il concetto pre esistente dell'ora di educazione fisica degli alunni.
orchidea72

Quaderno di educazione ai media - 16 views

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    Ottima Raccolta di schede-Progetto Ai Media, per scuole di ogni ordine e grado, a cura del Corecom dell'Emilia Romagna.
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    In questa pubblicazione vi è descritta l'esperienza del Corecom Emilia-Romagna impegnato da anni nella promozione di progetti di media education all'interno degli istituti scolastici di ogni ordine e grado della Regione. L'intento è quello di portare avanti quanto stabilito dallaLegge Regionale n. 14 del 2008, la quale attribuisce al Corecom specifiche funzioni di educazione ai media. Ogni singolo progetto o laboratorio è stato importante per insegnare agli studenti e alle studentesse come utilizzare le differenti tipologie di media, quali potenzialità e opportunità potessero derivarne, quali fossero i rischi connessi al loro utilizzo. E` un tentativo di gettare le basi per portare avanti un discorso più ampio di riflessione e condivisione di buone pratiche, per far sì che i ragazzi potessero sviluppare quel senso critico e quell'esperienza necessaria all'utilizzo consapevole dei media.Questo progetto non è fine a se stesso ma, l'intento è quello di dare continuità al percorso intrapreso,con la speranza che possa essere replicato in molti altri contesti.(Vi lascio anche il link del meraviglioso Centro di Bellaria : www.zaffiria.it)
nicoletta19

Educazione ai media: conoscere i nuovi media (teoria) - FocusJunior.it - 2 views

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    L'articolo: " Conoscere i nuovi media ", Testi di Silvano Fuso e Anna Rita Longo. Apparso sul giornale Focus junior ci parla dell' importanza all' educazione ai media. Gli autori hanno messo in evidenza alcuni punti: l'importanza di un uso più consapevole delle risorse web e sociali. Ho trovato interessante il consiglio di far riflettere gli studenti sulla "Pubblicità nascosta" ,facendo riferimento al dibattito scaturito da un documentario come The social dilemma, dell' importanza di conoscere i media. E' stato spiegato in modo semplice ma completo il meccanismo della ricompensa, e della dopamina che agisce a livello cerebrale. Dall' articolo si deduce che è cambiato il ruolo dell' insegnante che non è più un semplice trasmettitore di conoscenza, bensì un tutor che guida e stimola le capacità dei ragazzi.
gasaparo

Educazione e nuovi media - diritti e responsabilità verso una cittadinanza di... - 9 views

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    Questo documento, realizzato con il supporto dell'Ufficio Comunicazione di Save the Children Italia, "si propone di offrire agli insegnanti strumenti didattici per intraprendere con i propri alunni, bambini ed adolescenti, un percorso verso la consapevolezza dei propri diritti online nell'utilizzo delle più recenti tecnologie, in particolare Internet e cellulari". Ho ritenuto giusto postare questo testo, per due motivi:innanzitutto perché riassume brevemente dei punti-chiave del corso Educazione e nuovi media, poi perché nella seconda parte sono illustrati i motivi per cui Save the Children si occupa di Media e dell'approccio basato sui diritti e gli strumenti utilizzati. Inoltre, nell'appendice sono presenti il testo della Convenzione ONU sui diritti dell'Infanzia e dell'Adolescenza (1989) e una possibile carta dei diritti online per l'infanzia. Quello che viene sottolineato in questo documento, e che anch'io vorrei evidenziare, è che "il problema della "sicurezza", associato all'utilizzo dei Nuovi Media da parte dei giovani, non è riconducibile esclusivamente all'esistenza in sé di alcuni rischi, ma anche alla possibilità che l'utilizzo di tali strumenti tecnologici cominci a prevalere a scapito di spazi di aggregazione concreti, di attività sociali, ricreative, sportive". Guardando alle "nuove generazioni" si può notare che i ragazzi sono sempre più plasmati dalle celebrità e dal loro mondo, attenti più ad apparire che ad essere. Per citare il politologo Sartori, l'uomo è diventato "Homo Videns", una nuova specie generata dalla televisione, che si limita a vedere; "Il bambino, la cui prima scuola è la televisione, è un animale simbolico che riceve il suo "imprinting", il suo stampo formativo, da immagini di un mondo tutto centrato sul vedere. E questo atrofizza la capacità di capire". Ecco che nasce la necessità di andare oltre ciò che si vede, di "rendere estraneo ciò che è familiare", come dice Buckingham, e cercare di far c
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    Da diversi decenni, prima nel resto d'Europa e poi anche nel nostro Paese, la Media Education si è proposta come strumento attraverso cui l'educazione possa tutelare i diritti dei più giovani, ad oggi rappresentando strumento di potenziamento dei soggetti che si propone lo sviluppo di consapevolezza e di pensiero critico, creando le condizioni affinchè il bambino si possa difendere da sé. Un approccio che mira a controllare il rapporto tra media e i suoi destinatari e che delinea tre caratteristiche pedagogicamente rilevanti di questa svolta digitale: portabilità, interattività e generatività. La Rete e il telefonino sono migrati nelle nostre vite, le costituiscono dall'interno, sono parte del nostro essere cittadini. Come tali vanno considerati resistendo alla tentazione di farli depositare all'ingresso della scuola (nella speranza mal celata di chiudere furoi, con essi, il problema) e conferendo alla Media Education lo status di educazione civica del Nuovo Millennio
studente3anno

Educazione all'immagine, media education e cittadinanza digitale - 7 views

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    Interessante Progetto formativo rivolto al Coordinamento Pedagogico dei Servizi Educativi 0-6 del Comune di Firenze
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    I media oggi non solo entrano sempre più capillarmente nella vita quotidiana, ma hanno anche la capacità di attrarre i bambini e le bambine fin dai primi mesi di vita. Sebbene le nuove tecnologie siano fondate su un uso intuitivo e sebbene l'infanzia sembri in grado di interagire con esse senza necessità di essere educata, istruita e formata a riguardo, le agenzie educative tradizionali hanno il compito di non lasciare soli i bambini e le bambine nei loro usi di tali strumenti, ma di accompagnarli, alfabetizzandoli e promuovendo gradualmente lo sviluppo di una competenza digitale che riguardi non soltanto la dimensione tecnologica, ma anche quella cognitiva ed etica. Per affrontare la tematica in modo appropriato, tutto il personale del coordinamento pedagogico 0-3 e 3-6, insieme al personale amministrativo, ha frequentato nell'a.s. 2015/16 un corso di formazione a cura dell'Università di Firenze, Dipartimento di Scienza della Formazione e Psicologia. Il progetto si è proposto di sensibilizzare il personale del Coordinamento pedagogico del Comune di Firenze sui temi della Media Education e dell'educazione digitale, interpretandoli come strumenti utili oggi per promuovere un uso consapevole ed attivo dei dispositivi comunicativi e per la costruzione di forme di cittadinanza fin dalla prima infanzia. Il percorso sulla media education avviato nelle scuole dell'infanzia comunali proseguirà nell'anno scolastico in corso e nei successivi con altri progetti e attività che vedranno anche il coinvolgimento delle famiglie.
giancarlobelvito

Alfabetizzazione mediatica, di educazione ai media, della tecnologia dell'informazione ... - 6 views

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    Mi è sembrato interessante condividere uno studio di uno dei paese più importanti in via di sviluppo. Ho trovato questa ricerca effettuata dal dipartimento Department of library and Information Science, University of Calcutta, da mie ricerche una università , riconosciuta a livello internazionale e complice di varie collaborazioni con università Inglesi e Americane. La ricerca organizzata riguarda lo studio sulla consapevolezza ai media e educazione ai media tra gli utenti della biblioteca universitaria in India, eseguita da studenti del Dipartimento di biblioteconomia e scienza dell'informazione, Università di Calcutta. Lo studio coinvolge 50 studenti della università di Calcutta, gli obbiettivi sono lo studio di alfabetizzazione mediatica e educazione ai media e il ruolo dei media tra gli studenti e il loro uso, e la capacita di rivisitazione delle informazioni attraverso i diversi media. Lo studio evince l'importanza della alfabetizzazione mediatica e l'educazione ai media sono molto legate e ora mai parte integrante della nostra vita di tutti i giorni nella ricerca è evidenziato come una non corretta conoscenza dei concetti di alfabetizzazione porta a una mancata comprensione e errato utilizzo dei nuovi media e solo una analisi critica permette un loro utilizzo cosciente e una possibile miglioramento. Riferimenti dello studio sono di ottimo livello, forse poteva essere eseguita su un campione maggiore di studenti. http://www.caluniv.ac.in/ Articolo del June, 2015
manuelademauri

Educazione ai nuovi media in Val di Non: un progetto per dire stop al cyberbullismo - 5 views

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    L'articolo presenta il progetto "Percorsi educativi sui nuovi media", che prendera' il via da gennaio 2016 nella Comunità della Val di Non. Il progetto che verra' attuato nelle classi degli istituti comprensivi di Cles, Revò e Tuenno, si prefigge di educare i ragazzi ad un utilizzo sicuro di internet, coadiuvando l'intervento formativo anche attraverso azioni rivolte a genitori ed insegnanti. I temi trattati saranno internet sicuro, utilizzo consapevole e responsabile della rete e prevenzione del cyberbullismo. Il progetto verra' attuato dalla comunita' della Val di Non, assessorato alle Politiche sociali, Distretto Famiglia e Pari opportunità in collaborazione con la cooperativa EDI onlus. La Cooperativa Sociale E.D.I. Onlus nasce nel 2012 con l'intento di creare un polo di eccellenza nella formazione sui Diritti dell'Infanzia e dell'Adolescenza su iniziativa di alcuni professionisti della formazione e progettazione che da anni collaborano con Save the Children su queste tematiche. Il modello e la cultura della cooperativa sono strettamente collegati a quelli di Save the Children per cui E.D.I. rappresenta il partner privilegiato nella progettazione ed esecuzione di attività formative. Il progetto "Percorsi educativi sui nuovi media", vuole di fatto essere una risposta concreta alla necessità' sempre piu' impellente di fornire ai ragazzi strumenti idonei per un utilizzo appropriato e sicuro dei " Nuovi media", che permeano oramai la quotidianità della nostra società.
catiagrandi

La promozione della salute nelle scuole: obiettivi di insegnamento e competenze comuni - 1 views

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    Tenendo ben presente che esiste una distinzione tra educazione ai media e educazione attraverso i media (utilizzo dei media per l'insegnamento), l'educazione ai media è un processo di insegnamento e apprendimento centrato sui media che cerca di far sviluppare negli individui una comprensione critica e una partecipazione attiva interpretando e offrendo giudizi consapevoli sia in qualità di consumatori che in veste di produttori di media. Tale processo viene definito alfabetizzazione ai media (media literacy). Essendo finalizzata a sviluppare le potenzialità critiche creative dei soggetti ha a che fare con l'insegnamento e l'apprendimento. Comprende lo studio dell'uso e della valutazione dei media, del loro ruolo nella società, del loro impegno sociale, delle implicazioni che derivano dalla comunicazione, dalla partecipazione e dalla modificazione delle modalità di percezione che essi comportano, nonchè dell'accesso e del lavoro creativo che con essi si può svolgere (Ranucci, 1994). Aiuta gli individui a sviluppare una comprensione critica e informata della natura dei massmedia, delle tecniche che essi utilizzano e dell'impatto che tali tecniche comportano. I suoi riferimenti teorici si trovano nella semiotica, da cui ricava soprattutto la metodologia di analisi dei testi, nella sociologia, nella scienza della comunicazione e nella ricerca pedagogica. In sintesi, l'educazione ai media insegna a cogliere le metodiche di persuasione utilizzate e ad avere un atteggiamento critico nei confronti di ciò che viene proposto da giornali, telegiornali, trasmissioni e informazioni via cavo o via stampa, a ricercare il reale motivo di un messaggio, a "vedere quello che non si vede". La televisione offre, infatti, divertimento, educazione, informazione vendendo al suo spettatore i prodotti pubblicizzati dagli spot che interrompono i programmi televisivi. Aiuta a comprendere come la frase "Questo programma vi è offerto da…." deve essere interpreta
lcotronei

TANDEM: pedalare insieme verso una co-educazione ai Media. - 3 views

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    L'ambiente familiare è il luogo in cui i bambini iniziano a muovere i primi passi nel mondo digitale: i genitori sono infatti i primi educatori che un bambino incontra nel proprio percorso di crescita ed e hanno il compito di esplorare questo nuovo mondo insieme ai loro bambini, fornendo le competenze per sviluppare delle adeguate chiavi di lettura dei media. E' perciò fondamentale, in quanto portatori di una missione educativa comune, collaborare con le altre istituzioni educative, quali le scuole. Le famiglie devono avere la possibilità di confrontarsi tra/con loro, poichè oggi i bambini utilizzano i media digitali a scuola come a casa. Tandem ha sviluppato dei percorsi pedagogici con lo scopo di abbattere le frontiere scuola-famiglia in virtù di una co-educazione ai media digitali, tenendo conto sia delle specifiche diversità ed esigenze dei vari modelli familiari sia valorizzando le competenze di entrambe le parti.
faithmost

IL RUOLO DEI GENITORI NELL'UTILIZZO DEI VIDEOGAME: UNA RASSEGNA SISTEMATICA - 2 views

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    La rassegna sistematica di studi sulle forme di mediazione parentale (gatekeeping, diversionary discursive, investigative) per educare i figli ad un utilizzo consapevole delle tecnologie diffuse tra i minori, ha esaminato 46 articoli tratti da riviste psicologiche dal 2000 al 2019, per fornire un'analisi dei risultati ai professionisti che si occupano di ME al fine di realizzare una educazione genitoriale (parent training, parent mediation e parent monitoring) efficace per contrastare eventuali problemi comportamentali relativi al gaming nei figli poiché il loro uso eccessivo o l'utilizzo di videogame a contenuto violento e/o non adatto all'età, possono causare danni - sia a breve che a lungo termine - alla salute fisica e/o psicologica dei bambini/adolescenti. I professionisti che si occupano di interventi psicoeducativi in età evolutiva devono fornire ai genitori strategie ed indicazioni pratiche per promuovere un sano utilizzo di questi device, come il sostegno, il controllo e la comunicazione genitore-figlio. I risultati degli studi evidenziano l'effetto boomerang talvolta causato dalle strategie parentali restrittive, inoltre emerge l'importanza di promuovere una maggiore consapevolezza dei genitori dei giochi digitali di nuova generazione e una maggiore comunicazione e attività partecipata tra genitori e figli durante le attività di gaming.
alessandro_ferla

Gaming ed Educazione: il rapporto tra gioco e ragazzi - 0 views

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    Nella media education un ruolo di sicuro rilievo è svolto da Gaming: il videogioco è uno strumento potentissimo e pervasivo che ormai interessa tutte le fasce di età (dal bambino di pochi anni alle persone più anziane). Il videogioco va visto solo come causa di malattie e dipendenza oppure può essere visto sotto aspetti differenti? L'OMS in passato lo considerava esclusivamente un male, ma più di recente ha assunto una visione più articolata a 360°: «i videogiochi hanno un efficace potere terapeutico per gli utenti, in quanto permettono loro di distrarsi e tenersi impegnati con attività coinvolgenti e social - questo anche grazie alla presenza di modalità multiplayer online di molti videogiochi, che permettono di giocare insieme e condividere l'esperienza - ma al tempo stesso di garantire il distanziamento sociale» Un videogioco può essere educativo o diseducativo e sta alla società nella sua declinazione più ambia saper cogliere questi aspetti e condurli verso un fine positivo. La fonte e di tipi secondario non essendo testi accademici o studi sul tema, ma recente e attendibile, facendo anche riferimento all'OMS e a progetti di natura sociale che sono seguiti in prima persona dall'autrice. L'autrice (Nicoletta Daldanise) non è un accademica, ma ha maturato molta esperienza nel settore dell'arte e della comunicazione, sviluppando molti progetti personali e in team. L'articolo è sicuramente un punto di vista interessante perché è aperto a nuovi modi di interpretare la Media Education attraverso strumenti spesso eccessivamente demonizzati e che fanno ormai parte rilevante del vissuto delle nuove generazioni. Sicuramente uno spunto di riflessione e il possibile inizio di un approfondimento.
aspenga

Educazione in tempo di pandemia: riflessioni di studenti e docenti sull\'educazione vir... - 3 views

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    La globalizzazione, l'interattività, l'accessibilità, ha portato ad un maggior utilizzo di internet, dei social network e questo è risultato molto più evidente con la pandemia dove, in ambito scolastico, ha richiesto un apprendimento della media literacy sia per gli insegnanti che per i discenti, portando alla luce anche i disagi associati alla riprogettazione della didattica, alla disponibilità delle risorse telematiche e la necessità di abilità e competenze nel cyberspazio. Gli autori della ricerca proposta "Education in times of pandemic: reflections of students and teachers on virtual university education in Spain, Italy, and Ecuador" hanno effettuato un sondaggio online con risposte da 300 studenti (100 per nazione) e 196 insegnanti di tre università (Barcellona, Torino e Machala) nel periodo tra Marzo e Aprile 2020, per analizzare la percezione dei docenti e discenti in merito all'insegnamento virtuale durante la crisi del Coronavirus. I risultati della ricerca hanno avuto una valutazione negativa per gli studenti che vedono la formazione virtuale associata ad un maggior carico didattico e la necessità che i docenti siano flessibili nel rinnovare le proposte didattiche adattandosi alla trasformazione della società, dall'altra parte gli insegnanti hanno una valutazione meno critica e abbastanza indifferente a questo cambiamente, ma ritengono che sia necessario un aumento delle competenze, non solo strumentali, ma anche di cittadinanza digitale attiva.
barbara12345

"Media Education: più' consapevolezza,piu'opportunita',piu'futuro - 2 views

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    Al convegno voluto dalla ministra dell'istruzione Azzolina(Febbraio 2020) e' emersa l'urgenza di una educazione ai media che partisse dalla scuola.Come il ministero intende affrontare questa urgenza? Partendo dall'ascolto e dal dialogo portando al centro la formazione a scuola. Docenti universitari hanno portato il loro contributo fornendo spunti per iniziare questa educazione.Si chiede alla politica di dare il buon esempio per l'uso responsabile dei media, ci sono molti strumenti digitali, ma come ci dobbiamo educare oggi? Il governo deve fornire dei punti di riferimento agli insegnati . Come cogliere le opportunita'? Opportunita' che non sono solo lavorative ma riguardano anche la cittadinanza , cioe' la consapevolezza di avere il diritto di costruire e di esercitare il proprio pensiero critico. I media come forme culturali , come linguaggio , come oggetto di studio che richiedono competenze . Queste competenze dovranno sostenere lo studente nella codifica e nella comprensione delle forme testuali che sempre piu' sono fuori dalle scuole nei terzi spazi.I ragazzi elaborano i significati in questi spazi in cui i testi sono mischiati con la vita di tutti i giorni.
isabella63

Educazione e tecnologie digitali al tempo del Covid. un ossimoro o un'opportu... - 1 views

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    Questo articolo affronta una questione cruciale nell'ambito dell'istruzione e dell'educazione, soprattutto in relazione all'uso delle nuove tecnologie durante il periodo del lockdown e oltre. Esso evidenzia come le nuove tecnologie, specialmente attraverso i programmi a distanza, siano diventate fondamentali durante la pandemia, ma siano allo stesso tempo oggetto di critiche e resistenze, con alcuni che le vedono come una minaccia all'esperienza educativa in presenza. suggerisce che un'analisi più approfondita e contestuale potrebbe portare a un modello educativo integrato che combina elementi di istruzione in presenza e a distanza. Questo approccio potrebbe capitalizzare sulle potenzialità delle nuove tecnologie senza rinunciare ai vantaggi dell'interazione faccia a faccia e dell'esperienza diretta. Per quanto riguarda il contributo degli Enti di Terzo Settore, in particolare delle cooperative sociali, essi possono giocare un ruolo significativo nell'implementare questo modello integrato. Le cooperative sociali, con il loro impegno per il bene comune e la solidarietà sociale, possono sviluppare programmi educativi che sfruttano le nuove tecnologie in modo responsabile e creativo, adattandoli alle esigenze specifiche delle comunità cui servono. Nel contesto dei nidi e delle scuole dell'infanzia, l'idea di un'educazione integrata con le nuove tecnologie potrebbe essere vista come un'opportunità piuttosto che un ossimoro. Le nuove tecnologie possono essere utilizzate in modo mirato per arricchire l'esperienza educativa dei bambini piccoli, ad esempio attraverso applicazioni educative interattive o strumenti di comunicazione che coinvolgono le famiglie nel processo educativo.
giuliettacara

Educazione e in-formazione all'uso del web e social media nelle scuole. Nasce e-likeschool - 1 views

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    Facebook, eTutorweb ed Imprese di Talento, in collaborazione con il Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca, dal titolo "e-likeschool", mette al centro l'investimento sulla formazione alle competenze digitali di insegnanti, alunni e genitori. La vera innovazione alla base di questa iniziativa è data dall'introduzione nei cicli didattici di una serie di moduli formativi interattivi, che consentiranno ai ragazzi e ai loro insegnanti, con il coinvolgimento diretto anche delle famiglie, di lavorare e condividere insieme argomenti, riflessioni, ricerche e confronti di didattica, attraverso le più comuni piattaforme digitali e di social network, mediante le quali sviluppare lezioni coinvolgenti e interattive.L'idea è quella di far riconoscere a ragazzi e insegnanti l'utilità reale di internet e dei servizi online, che non devono perciò essere considerati solo come strumenti di svago e poco sicuri, al contrario, attraverso una navigazione protetta e consapevole, possono rappresentare un'opportunità inclusiva e fortemente visionaria.
abaggio

L'importanza dei social media per l'educazione e l'apprendimento - 8 views

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    Con la nascita dei social media nel web 2.5 si è giunti a un profondo cambiamento comunicativo e non solo, anche in ambito educativo. I giovani di oggi, figli della reta itc, si sono ritrovati in un ambiente di apprendimento collaborativo, basti pensare a wikipedia, dove tutti possono contribuire a inserire e modificare informazioni utili alla società. Gli utenti diventano così produttori di contenuti multimediali, producendo conoscenza. Da tutto ciò scaturisce la necessità di una educazione ai media da parte di educatori e formatori, per poter promuovere una conoscenza relativa a queste nuove tecnologie, e promuovendo l'uso positivo di esse.
bordigoni

Guida alla valutazione di un programma di educazione ai social media - 18 views

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    Trovo interessante la guida (scaricabile dopo la compilazione del form a cui si accede dal link sopra) perché partendo dai dati emersi da una ricerca sull'uso dei social media nelle imprese (che evidenza un notevole divario tra quello che le imprese si aspettano che i loro dipendenti sappiano e ciò che sanno realmente sui social media), propone un impianto di programma di formazione personalizzabile sui social media basato su: la gestione dei clienti e del mercato, l'uso dei social media, lo sviluppo della leadership. In particolare trovo interessante questa guida perché considera sia l'aspetto dell'addestramento ai social media che l'educazione afferente gli aspetti del mercato e del governo dell'impresa attraverso la lettura delle dinamiche emergenti e di come queste possono essere gestite con la "nuova" tecnologia. La guida inzia con "Empower your Workforce" a sottolineare la finalità principale del programma di educazione. Tutto questo a conferma di quanto viene evidenziato all'interno del ns. corso di studi. La guida è stata pubblicata da Hootsuite, un'impresa leader nel settore dei sistemi di analisi e gestione dei social network; la ricerca citata è stata realizzata da altimeter, società leader nelle ricerca e nella consulenza strategica sulle tecnologie "disruptive".
chinellato

IS MEDIA LITERACY STILL ONE OF THE PRIORITIES FOR POLICY MAKERS? - 5 views

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    L'intervista di Norbert Vrabec, professore dell'Università di Ss. Cirillo e Metodio di Trnav in Slovacchia, ai colleghi David Buckingham, insigne pubblicista, esperto di Media Education e Prof. emerito dell'Università di Loughborough del Regno Unito, ed a Alexander Fedorov, scienziato russo, specializzato in educazione ai media, critico cinematografico, insegnante presso l'istituto statale di Pedagogia di Taganrog della Federazione Russa, offre due punti di vista importanti rispetto al ruolo che la Media Literacy ha per il mondo politico dei rispettivi paesi di appartenenza. L'intervista è stata prodotta in occasione della conferenza internazionale sulle tendenze e sui media tenutasi il 19-20 Aprile 2016 nel Castello di Smolenice in Slovacchia. Nell'intervista emerge una sostanziale convergenza rispetto al ruolo della Media Education e sulla posizione dei politici che non spingono per lo sviluppo della educazione ai media e del pensiero critico, ma piuttosto per la competenza digitale e tecnologica. Questo conviene probabilmente ai politici perché preferiscono confrontarsi con cittadini facilmente influenzabili. Mancano così sia politiche adeguate a formare i docenti che programmi di insegnamento appropriati a fronteggiare la sfida. Questa mancanza di progettualità e qualità si avverte anche da parte dei produttori di media, compresi quelli a capitale pubblico, che spesso realizzano prodotti di scarsa qualità. La via verso l'educazione ai media, e quindi ad una cittadinanza più consapevole e competente, risulta perciò in salita e non priva di avversità.
anonymous

Scuola, usare i media per un'educazione all'interculturalità - 3 views

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    Interessante prendere in considerazione il progetto " Finestre - Storie di rifugiati" promosso nel 2002 dalla fondazione Centro Astalli di Roma . Questo progetto si impegna a sensibilizzare le persone su un tema di attualità come le migrazioni, attraverso il racconto delle storie drammatiche di vita quotidiana dei rifugiati. Tali testimonianze riportate all'interno dell ambiente scolastico hanno anche l'importante scopo sociale di inserire i migranti nella società Questo progetto utilizza l'approccio dei Media Educazione, ovvero l insieme di attività formative che permettono un adeguato utilizzo delle tecnologie comunicative. In particolare è possibile creare beneficio sia attraverso l integrazione di conoscenze messe a disposizione dalla fondazione(in questo caso materiali specifici sull immigrazione) sia tramite il contatto diretto con le testimonianze dei rifugiati. Ciò permette di confrontarsi ed essere cosi in una condizione di lettura critica e aver maggior comprensione sulle varie tematiche affrontate, sviluppando in questo modo una mentalità interculturale Intercultura è una sfida, un percorso educativo, un'esperienza che contribuisce alla crescita personale; permessa non solo dal confronto ma anche dall accettazione verso gli altri e di se stessi . Tutto ciò pemette di arricchirsi culturalmente, contribuendo a costruire parte della propria identità
geraldavitale

Sergio Vastarella, "Perché è importante il digitale a scuola?" - Yo... - 7 views

shared by geraldavitale on 16 Feb 20 - No Cached
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    Sergio Vastarella presenta una concreta testimonianza di come non viene utilizzato nell'educazione le Lim nelle scuole, spesso poco capaci di usarle i docenti, spesso il timore di non essere all'altezza del sapere degli studenti, spesso non è sufficiente il server del polo scolastico. Insomma molto frequente un pannello presente nelle classi inutilizzato. Invece con le lezioni con Classroom sono molto utili per strutturare un metodo di studio all'avanguardia nel 2020, gli insegnanti presentano il programma attraverso la Lim, collegandosi ad una classe solo per gli alunni e gli stessi, visualizzare materiale di studio, immagini e mappe concettuali, utilizzando magari lo smarphon o tablet, confrontarsi con i compagni di classe, preparare elaborati da affrontare poi in classe, così il professore può dare una valutazione di impegno costante e interesse dei ragazzi, volendo senza più affrontare interrogazioni frontali. Si avrebbe un'educazione sul reale utilizzo della tecnologia a disposizione, possibilità eccezionali per aiutarsi nello studio, si utilizzerebbero i sensi visivo e uditivo e molto ancora. La sua osservazione è poi realistica nel dire che una volta le scuole incuriosivano gli studenti per materiali, progetti, ambiente… Ora a parte la Lim trovano classi vecchio stampo, professori che non sfruttano al meglio quanto hanno a disposizione, vecchi schemi che non vogliono cambiare, questo crea diffidenza e disinteresse negli studenti. Vastarella in collaborazione Università cattolica, insieme al Professor Rivoltella determina di valutare il formale ed informale del bambino con la scuola, cioè formale: ciò che trova e vive nella scuola; informale: ciò che trova fuori con genitori super tecnologici, amici con game e varie apparecchi super tecnologici, qui il bambino deve essere allineato per non arrivare in classe senza più nulla di ciò, annoiatissimi, dispersivi in pensieri e atteggiamento. Mentre trovando gli stessi mezzi potrebbero dare davvero mol
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    Sergio Vastarella è un insegnante di scuola primaria , ricercatore e docente nel Laboratorio delle Tecnologie dell'Istruzione all'Università Cattolica.Questo video tratta l'importanza dell'introduzione delle tecnologie digitali a scuola, al fine di instaurare una didattica innovativa e divertente, vicina agli interessi digitali dei ragazzi. Si distingue una educazione formale attuata a scuola da una educazione informale relativa alle relazioni e attività extrascolastiche. Esiste una frattura tra le 2 realtà e la scuola è rimasta indietro rispetto alla realtà digitale che i discenti vivono a casa.Le poche Lim presenti a scuola molto spesso non vengono usate dagli insegnanti, poco competenti in campo informatico. La Lim è uno schermo tattile di un computer che modifica oggetti digitali, permette di navigare in Internet, vedere video su Youtube,condividere sapere con i ragazzi. La scuola italiana è ancora poco attrezzata, poco competente nella tecnologia digitale.
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