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INTERVISTA A Derrick De Kerckhove - 31 views

  • Le psico-tecnologie sono le tecnologie che estendono la mente così come altre tecnologie ‘fisiche’, come la macchina o la bicicletta, estendono il corpo. La TV è una psico-tecnologia, il computer è una psico-tecnologia. Io penso che le psico-tecnologie siano le tecnologie che estendono la mente, come l'automobile è la tecnologia che estende il piede e la pelle è la tecnologia che estende la mano. Lo schermo, adesso, ci dà due forme di ‘mentalità’: una, quella della TV, che è pubblica e l'altra, quella del computer, che è privata. I contenuti per l'immagine sullo schermo sono trattati da me attraverso il computer, mentre nel caso dell'immagine televisiva tutto è creato dalla produzione esterna. In entrambi i casi, comunque, si tratta di estensioni della mente, estensioni della psicologia ovvero di psico-tecnologie. Non valeva la pena di coniare questo nuovo termine se non ci fosse stata l’enorme diffusione di ‘psicotecnologia’ rappresentata da Internet. Internet è proprio una forma di estensione dell’intelligenza e della memoria privata ma fatta collettiva. Cosa dire, poi, della realtà virtuale? Si tratta di un'altra forma di estensione psico-tecnologica che ci permette di penetrare nello schermo e di accedere ad un mondo che è come un immaginario oggettivo. Oggi stiamo vivendo la rivoluzione della tecnica, stiamo passando dal mondo della TV a quello di Internet; dal mondo del pensiero pubblico, della coscienza, della mente pubblica della TV, alla mente privata del computer. Il nome del vostro programma, MediaMente, vuol dire psico-tecnologia: mediamente è insieme ‘media e mente’: la connessione tra il linguaggio e l'organizzazione mentale.
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    Per De Kerckhove le psicotecnologie sono una scienza che riunisce tecnologia e psicologia, è lo studio dei nuovi linguaggi , è una scienza che attraverso gli strumenti, cioè le tecnologie che utilizziamo nella nostra attività quotidiana, ha effetti sulla mente. Le nuove tecnologie le utilizziamo nella nostra attività quotidiana. Le persone ,attraverso un nuovo strumento che può essere Twitter o Facebook, creano un nuovo linguaggio, un nuovo formato che definisce uno stile di comunicazione, quindi l'effetto è che le persone stesse creano un nuovo linguaggio. In questo contesto, le psicotecnologie studiano il rapporto tra tecnologie e cognizione e studiano l'impatto che l'uso delle nuove tecnologie esercita nella trasformazione dei nostri processi cognitivi ( la comunicazione, la memoria, l'apprendimento, l'attenzione, etc.).
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    Le psico-tecnologie sono le tecnologie che estendono la mente così come altre tecnologie "fisiche", come la macchina o la bicicletta, estendono il corpo. La TV è una psico-tecnologia, il computer è una psico-tecnologia, le psico-tecnologie sono le tecnologie che estendono la mente, come l'automobile è la tecnologia che estende il piede e la pelle è la tecnologia che estende la mano" (De Kerckhove, 1998). Dalla scrittura, alla stampa e poi la radio, il telefono,la televisione e oggi il personal computer ed Internet queste tecnologie hanno modificato profondamente le caratteristiche sia del mondo esterno che delle nostre strutture cognitive interne. Grazie alle psicotecnologie l'uomo ha quindi esteso le capacità e le potenzialità della propria mente, potendo così superare tempo e spazio nella comunicazione: il desiderio di muoversi a proprio piacimento nello spazio e nel tempo, uscendo fuori dal corpo e dalla mente e trascendendoli attraverso le proiezioni tecnologiche, è sempre stato uno delle più forti attrattive per il genere umano.
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    Le tecnologie stanno sviluppando un potenziale che solo pochi anni fa era sconosciuto per l'essere umano. La possibilità di essere connessi 24h al giorno ha dell'incredibile e lo spazio non è un problema. Tutto questo è opera dell'uomo e della sua intelligenza: ma gli strumenti sono quello che hanno permesso tutto ciò.
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    Introduzione: Dopo aver preso visione delle varie definizioni a mio giudizio accurate del termine da parte dei membri di questo gruppo, mi sembra adeguato completare tale quadro concettuale sottolineando alcuni aspetti salienti del termine messi in luce da De Kerckhove. Pertanto di seguito riporto l'intervista della trasmissione televisiva e telematica MediaMente a Derrick De Kerckhove a Bologna, il 20/09/98, alla quale seguirà il mio commento. INTERVISTA: Domanda 1 Lei ha scritto che il computer è una psico-tecnologia e ha definito quello che stiamo vivendo come l'era delle psico-tecnologie. Che cosa intendeva dire? Risposta Si tratta delle tecnologie normalmente associate alla lingua e che sono proprio una forma di estensione del pensiero. E' importante capire che il pensiero di cui parlo è scaturito dalla possibilità di leggere. Adesso, invece, il mondo esterno passa dalle pagine allo schermo e sullo schermo prendono vita forme di coscienza, di espressione della coscienza, basate sul linguaggio, che sono una estensione della nostra mente. La televisione è una psico-tecnologia di tipo generale, globale, collettiva; il computer è una psico-tecnologia in cui noi abbiamo la possibilità di esercitare un potere sullo schermo del computer. Le psico-tecnologie sono le tecnologie che estendono la mente così come altre tecnologie 'fisiche', come la macchina o la bicicletta, estendono il corpo. La TV è una psico-tecnologia, il computer è una psico-tecnologia. Io penso che le psico-tecnologie siano le tecnologie che estendono la mente, come l'automobile è la tecnologia che estende il piede e la pelle è la tecnologia che estende la mano. Lo schermo, adesso, ci dà due forme di 'mentalità': una, quella della TV, che è pubblica e l'altra, quella del computer, che è privata. I contenuti per l'immagine sullo schermo sono trattati da me attraverso il computer, mentre nel caso dell'immagine televisiva tutto è creato dalla produzione esterna. In entrambi i
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    Introduzione: Dopo aver preso visione delle varie definizioni a mio giudizio accurate del termine da parte dei membri di questo gruppo, mi sembra adeguato completare tale quadro concettuale sottolineando alcuni aspetti salienti del termine messi in luce da De Kerckhove. Pertanto di seguito riporto l'intervista della trasmissione televisiva e telematica MediaMente a Derrick De Kerckhove a Bologna, il 20/09/98, alla quale seguirà il mio commento. INTERVISTA: Domanda 1 Lei ha scritto che il computer è una psico-tecnologia e ha definito quello che stiamo vivendo come l'era delle psico-tecnologie. Che cosa intendeva dire? Risposta Si tratta delle tecnologie normalmente associate alla lingua e che sono proprio una forma di estensione del pensiero. E' importante capire che il pensiero di cui parlo è scaturito dalla possibilità di leggere. Adesso, invece, il mondo esterno passa dalle pagine allo schermo e sullo schermo prendono vita forme di coscienza, di espressione della coscienza, basate sul linguaggio, che sono una estensione della nostra mente. La televisione è una psico-tecnologia di tipo generale, globale, collettiva; il computer è una psico-tecnologia in cui noi abbiamo la possibilità di esercitare un potere sullo schermo del computer. Le psico-tecnologie sono le tecnologie che estendono la mente così come altre tecnologie 'fisiche', come la macchina o la bicicletta, estendono il corpo. La TV è una psico-tecnologia, il computer è una psico-tecnologia. Io penso che le psico-tecnologie siano le tecnologie che estendono la mente, come l'automobile è la tecnologia che estende il piede e la pelle è la tecnologia che estende la mano. Lo schermo, adesso, ci dà due forme di 'mentalità': una, quella della TV, che è pubblica e l'altra, quella del computer, che è privata. I contenuti per l'immagine sullo schermo sono trattati da me attraverso il computer, mentre nel caso dell'immagine televisiva tutto è creato dalla produzione esterna. In entrambi i
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    INTERVISTA: Le psico-tecnologie sono le tecnologie che estendono la mente cos come altre tecnologie 'fisiche', come la macchina o la bicicletta, estendono il corpo. La TV una psico-tecnologia, il computer una psico-tecnologia. Io penso che le psico-tecnologie siano le tecnologie che estendono la mente, come l'automobile la tecnologia che estende il piede e la pelle la tecnologia che estende la mano.
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    L'intervista a De Kerckhove mette in risalto che tutte le nuove tecnologie elettroniche (TV, computer, ecc.) finiscono per costituire un'estensione della nostra mente, inoltre, ci consentono di metterci in contatto con il mondo azzerando il tempo e lo spazio e favorendo lo sviluppo della collaborazione e quindi di una intelligenza connettiva (e a questo punto direi anche collettiva). Ultima ma non meno importante considerazione di De Kerckhove è la necessità di far accedere i bambini a questi strumenti sin da piccoli e attraverso la scuola.
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    Per riprendere una definizione di De Kerckhove, i blog costituiscono la rappresentazione della maturità delle Rete. Non sono una mera forma di esibizione dell'io, ma rappresentano il rapporto con gli altri. Attualmente circa il 60% dei blog sono diari personali. Ogni giorno vengono creati circa 15.000 nuovi weblog. I weblog hanno un enorme potenziale destabilizzante del sistema, perché consentono a chiunque di pubblicare qualsiasi tipo di materiale senza bisogno di un editore. Se a livello tecnologico non rappresentano una novità, in quanto sono il modello più semplice di sistema per la gestione dei contenuti (Content Manager System), lo sono a livello di significato e di ripercussioni che comportano.
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    Ecco delle risposte esaustive per capire al meglio le psicotecnologie. Le psicotecnologie sono una scienza, non ancora classificate come una scienza, ma riuniscono la tecnologia e la psicologia. Le psicotecnologie sono delle tecnologie che amplificano il potere della nostra mente e hannp degli effetti sulla mente dato che gestiscono il linguaggio. Si tratta dello studio di come la lingua che è il nostro strumento principale sia per comunicare e anche per pensare viene trasformato dalla tecnologia di supporto e di come diventa una cultura diversa. Il motivo di ciò sta nel fatto che ovviamente la lingua rappresenta una parte molto intima di noi stessi, soprattutto al livello del pensiero, ma anche del discorso. Il sistema di supporto che veicola il linguaggio modifica la modalità di utilizzazione del linguaggio sia in pubblico sia nell'intimità del proprio pensiero. Condiziona le notre idee e la nostra posizione nello spazio e la nostra idea di uso del tempo.
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    Condivido con te, il cambiamento che le psicotecnologie hanno avuto sulla nostra vita quotidiana. L'essere qui e contemporaneamente li, stare soli a casa e contemporaneamente in compagnia di amici che chattano con te, magari dall'altra parte del mondo. Gli spazi sembrano azzerarzi e così il tempo di trasmissione dei contenuti diviene ormai istantaneo. Da ciò ne deriva anche una perdita della privacy. Basta entrare su facebook per capire dalle foto, se hai famiglia o sei single, da quello che scrivi, ti piace o condividi, come sei, e quello che ti piace o quello che vorresti essere.
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    Molto interessante questo articolo. Ritengo le psicotecnologie una rivoluzione, convengo che abbiano avuto un ruolo incisivonell anostra vita. SIcuramente ritengo siano cambiamenti postivi, di miglioramento delle nostre conoscenze. Abbiamo la possibilità di produrre conoscenza , di scambiarla e costruirla tramite le tecnologie che siano web o tv. A mio avviso l'essere sempre connessi è un modo per estendere la nostra mente e il nostro sapere. De Kerckhove ritiene che tali veicoli possano essere utili per l' apprendimento per i bambini. Sono d'accordo in quanto hanno la possibilità di apprendere più velocemente amplificando le loro capacità e potenzialità nello stesso tempo. La condivisione del sapere permette l'apprendimento che può essere in questo caso anche divertimento.
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    DdK "Eccoci nell'era delle psicotecnologie" Articolo molto interessante del prof DeKerckhove su cosa intende per psicotecnologie e sull'estensione delle dimensioni del pensiero offerte da internet. "Internet è proprio una forma di estensione dell'intelligenza e della memoria privata ma fatta collettiva." Una riflessione che nel 1998 gia' preconizzava l'utilizzazione delle risorse distribuite in rete, accessibili per mezzo degli strumenti tecnologici condivisi (facebook viene lanciato nel febbraio 2004)
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    Come le tecnologie meccaniche sono estensione del corpo, vedi la macchina o la bicicletta estensione del piede, le psicotecnologie rappresentate dalla televisione e dal computer sono estensione della mente .Ma mentre la televisione e' una psicoteconologia di tipo collettivo il computer e' una forma privata di espressione cognitiva che si fa collettiva. Kerckhove all'epoca esprimeva l'opportunita' di dare accesso a questi nuovi strumenti al mondo della scuola ,fin dall'infanzia ,in modo da poter sviluppare una connessione universale e preparare le basi per una nuova economia.L'insegnamento , spiega, deve essere fatto di stimoli e non di spiegazioni.In aula questo si concretizza con la realizzazione di prodotti multimediali e lo sviluppo del lavoro di gruppo . Quello che si e' fatto oggi in Italia sull'argomento e' fermo a discussioni tra politici sull'"agenda elettronica" e sul digital divide . Mi viene spontaneo confrontare l'intervista di Kerckhove fatta nel 1998 con la situazione attuale in Italia su questi temi. Per esempio il tema della "intelligenza collettiva" che secondo il sociologo accelera la capacita' di apprendimento delle persone e dei gruppi. Pensando all'Italia leggevo che ogni singola Istituzione o Ministero ha un proprio centro di elaborazione dei dati ,e molti di questi non sono neanche collegati tra di loro.Credo basterebbe poco mettere a fattor comune le informazioni e contribuire allo sviluppo e la democratizzazione del Paese facendo viaggiare le informazioni invece che le persone.
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    In una intervista del '98 per il programma RAI MediaMente, De Kerckhove definisce le psico-tecnologie come le tecnologie che estendono la mente così come altre tecnologie 'fisiche', come la macchina o la bicicletta, estendono il corpo. Oggi il mondo esterno passa attraverso lo schermo della televisione o del computer che hanno preso il posto delle pagine dei libri. De Kerckove parla di due tipi di mentalità che scaturiscono dal rapportarsi con lo schermo: una mentalità pubblica legata allo schermo televisivo, dove ciò che appare è dato da una produzione esterna ed una mentalità privata legata a quello del computer dove siamo noi ad esercitare potere sui contenuti. Entrambi i casi producono un estensione della mente, un'estensione della psicologia, da cui deriva il termine coniato dal Professore appunto psico-tecnologie . Riguardo al termine De Kerckhove asserisce che la necessità di crearlo si è manifestata con la grande diffusione di Internet che è appunto un'estensione dell'intelligenza e della memoria introdotte nella collettività.
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    Credo di aver capito che, più che una scienza che agisce sulla mente attraverso la tecnologia, le psicotecnologie siano quelle tecnologie che creano una vera e propria estensione della mente, una sorta di vera e propria estensione fisica come lo è (riportando gli esempi di De Kerckove) il pedale della bicicletta per il piede.
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    intervista 
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    INTERVISTA: Le psico-tecnologie sono le tecnologie che estendono la mente cos come altre tecnologie 'fisiche', come la macchina o la bicicletta, estendono il corpo. La TV una psico-tecnologia, il computer una psico-tecnologia. Io penso che le psico-tecnologie siano le tecnologie che estendono la mente, come l'automobile la tecnologia che estende il piede e la pelle la tecnologia che estende la mano.
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    Secondo l'autore Derrick De Kerckhove, una psicotecnologia è una qualsiasi tecnologia che emuli, estenda o amplifichi il potere della nostra mente. Di fatto, in un suo intervento durante il dibattito dal titolo " ECCOCI NELL'ERA DELLE PSICOTECNOLOGIE" (Bologna, 1998) l'autore ha avallato tale definizione così come testualmente riportato nel passo dell'intervista sotto riportato: DOMANDA "Lei ha scritto che il computer è una psicotecnologia e ha definito quello che stiamo vivendo come l'era delle psicotecnologie. che cosa intendeva dire?" RISPOSTA "si tratta delle tecnologie normalmente associate alla lingua e che sono proprio una forma di estensione del pensiero. E' importante capire che il pensiero di cui parlo è scaturito dalla possibilità di leggere. adesso, invece, il mondo esterno passa dalle pagine allo schermo e sullo schermo prendono vita forme di coscienza, di espressione della coscienza, basate sul linguaggio, che sono una estensione della nostra mente. la televisione è una psicotecnologia di tipo generale, globale, collettiva; il computer è una psicotecnologia in cui noi abbiamo la possibilità di esercitare un potere sullo schermo del computer. Le psicotecnologie sono le tecnologie che estendono la mente così come altre tecnologie 'fisiche', come la macchina o la bicicletta, estendono il corpo. La tv è una psicotecnologia, il computer è una psicotecnologia. Io penso che le psicotecnologie siano le tecnologie che estendono la mente, come l'automobile è la tecnologia che estende il piede e la pelle è la tecnologia che estende la mano. lo schermo, adesso, ci dà due forme di 'mentalità': una, quella della tv, che è pubblica e l'altra, quella del computer, che è privata. i contenuti per l'immagine sullo schermo sono trattati da me attraverso il computer, mentre nel caso dell'immagine televisiva tutto è creato dalla produzione esterna. in entrambi i casi, comunque, si tratta di estensioni della mente, estensioni
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    Il prof. De Kerckhove sintetizza in modo esaustivo il concetto dell'influenza delle nuove tecnologie sulla psiche umana.
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    le psico-tecnologie sono le tecnologie che estendono la mente: l'automobile o la bicicletta è una estensione del corpo, il computer è una estensione della mente come contenuti. Internet è proprio una forma di estensione dell'intelligenza e della memoria privata ma in modo collettivo, data dalla cooperazione di più individui. Oggi stiamo vivendo la rivoluzione della tecnica, stiamo passando dal mondo della TV a quello di Internet; dal mondo del pensiero pubblico, della coscienza, della mente pubblica della TV, alla mente privata del computer. Necessità di perfezionare nuove forme di didattica a distanza per permettere una continua formazione, oggi non disponibile. Necessità di una intelligenza collettiva che permetta di presentare idee creativa nate dalla collaborazione di più individui connessi in ogni luogo, attraverso i sistemi comunicativi ed informativi per giungere alla globalizzazione della cultura. Le nuove tecnologie aiutano a fissare trasmettere e manipolare l linguaggio parlato, c'è una rinnovata diffusione della pratica del leggere e dello scrivere.
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    Le Psicotecnologie sono le tecniche attraverso cui l'intelligenza diventa connettiva (prima era semplicemente cognitiva), estendendosi e permeando la cultura contemporanea. Non possiamo prescindere da esse, sostiene De Kerckhove, se vogliamo progredire tecnologicamente ed evolutivamente. La conoscenza Psicotecnologie sta alla base del loro utilizzo e sempre più dobbiamo impossessarcene per mettere un piede nel futuro e non farci cogliere impreparati. Questo non significa diventare perfetti informatici ma adeguarci al progredire della scienza per sfruttarne i massimi benefici e limitarne al massimo i danni.
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    Il sociologo e giornalista spiega attraverso un'intervista strutturata il concetto di psicotecnologia, l'importanza dell'accesso di questi strumenti nel mondo dei bambini, la funzione di strumenti quali i videogame.
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    La psicotecnologia è quella branca della psicologia generale che studia l'impatto psicologico dell'utilizzo delle tecnologie, soprattutto quelle associate alla lingua: esse, in breve, producono fondamentali ripercussioni sul nostro modo di pensare e di comunicare, in quanto richiedono che l'intelletto umano utilizzi le sue capacità in maniera differente dal passato; se questi modi di impostare la mente si stabilizzano e si sedimentano nel loro utilizzo, allora cambierà la nostra percezione del mondo, il nostro modo di organizzare il cervello, il nostro modo di agire. La principale scuola ad aver analizzato questo fenomeno sin dagli anni '40 è la Scuola di Toronto, che annovera studiosi del calibro di Marshall McLuhan: Carpenter, Havelock e McLuhan hanno cercato di definire il significato psicologico dell'adozione dell'alfabeto greco nella cultura occidentale. Lo studioso che oggi si dedica maggiormente a questa disciplina è Derrick De Kerckhove, che analizza in che modo l'alfabeto possa influenzare il nostro orientamento visivo. Secondo De Kerckhove una psicotecnologia è qualunque tecnologia emuli, estenda o amplifichi il potere della nostra mente. Così come la scrittura consente all'individuo di depositare le conoscenze acquisite su supporti più stabili della memoria, alterando le modalità di gestione della stessa, allo stesso modo consente di percepire l'uomo stesso da una prospettiva differente: è con la scrittura, in sintesi, che l'individuo esce dalla realtà tribale e collettiva per approdare all'individualizzazione e alla consapevolezza della sua identità. Se il pensiero umano è scaturito dalla possibilità di leggere, l'apporto delle nuove tecnologie estende ulteriormente la mente dell'uomo, modificandola in maniera evidente. La televisione, il telefono, il computer, gli ipertesti, sono psicotecnologie nella misura in cui inducono il cervello ad elaborare nuovi paradigmi cognitivi che modificano la nostra percezione del mondo.
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    Ottimo articolo,chiaro e preciso
alessandra de vico

Scheda strategie didattiche - 0 views

  • Il concetto di �cognizione situata� propone un ampliamento del concetto di �cognizione situata� in quanto prende in considerazione esplicita tutte le componenti materiali ed immateriali dell�ambiente in cui si sviluppa l�apprendimento. Il concetto viene sviluppato nell�ambito del cognitivismo, scienza che si occupa dei processi mentali che organizzano il comportamento delle persone. Le basi concettuali e la metodologia di ricerca di questo approccio sono date dalle scienze cognitive, dalla antropologia cognitiva e dalle scienze sociali. L�idea di �distributed cognition� viene utilizzata da Salomon e Hutchins fin dalla met� degli anni �80� per spiegare la complessit� dei fenomeni della conoscenza in quanto viene ritenuta insufficiente la �spiegazione fornita dagli approcci convenzionali secondo i quali la stessa viene vista come un ��trattamento di informazioni�, un fenomeno, cio� �localizzato� nella mente di una singola persona; �pi� adeguato sembra invece, alla luce della ricerca svolta, una concezione come fenomeno �distribuito�. L�approccio della Distributed Cognition enfatizza la natura distribuita nel tempo e nello spazio dei fenomeni della cognizione ed estende l�ambito di ci� che � considerato �cognitivo�, oltre il singolo individuo per ricomprendere l�interazione tra le persone e con le risorse ed i materiali presenti nell�ambiente.
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    Il concetto di "cognizione situata" propone un ampliamento del concetto di "cognizione situata" in quanto prende in considerazione esplicita tutte le componenti materiali ed immateriali dell'ambiente in cui si sviluppa l'apprendimento. Il concetto viene sviluppato nell'ambito del cognitivismo, scienza che si occupa dei processi mentali che organizzano il comportamento delle persone.
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    uhhhhh non avevo visto che lo avevi inserito anche tu! Lo trovato davvero un bel contributo dal web :-)
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    Il concetto di "cognizione situata" propone un ampliamento del concetto di "cognizione situata" in quanto prende in considerazione esplicita tutte le componenti materiali ed immateriali dell'ambiente in cui si sviluppa l'apprendimento. Il concetto viene sviluppato nell'ambito del cognitivismo, scienza che si occupa dei processi mentali che organizzano il comportamento delle persone.
Romina Mandolini

La Natura dell'Intelligenza - 3 views

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    In linea generale, possiamo definire l'intelligenza umana come quella facoltà che consente di conoscere la realtà in cui siamo immersi e di interagire con essa a diversi gradi e livelli. Sulla natura di questa la scienza non è ancora unanime, poiché sono troppi e complessi gli interrogativi che essa suscita. L'Intelligenza non è il risultato di un'analisi lineare della realtà, ma il prodotto di una pluralità di strategie cognitive che integrano più livelli di analisi, in funzione della complessità di ciò che ci troviamo a dover affrontare. Per riuscire in questo si serve del raziocinio, delle emozioni e di tutti quegli strumenti tipicamente animali, come memoria, impulso, sensazione, istinto, che questa combina per il raggiungimento dei suoi scopi, secondo schemi organizzati così complessi che ancor'oggi sfuggono a una costruzione teorica univoca. Gli studi sull'Intelligenza artificiale e i numerosi successi non hanno fatto altro che evidenziare ancora di più i divari sostanziali che permangono tra i processi cognitivi umani e quelli artificiali. Non è stato ancora possibile catturare l''intelligenza umana all'interno di un algoritmo, per la troppa complessità delle gerarchie di intrecci, dei fattori che vi concorrono. Tuttavia, questa complessità sotto altri aspetti ha aperto nuove possibilità, in quanto ha permesso ad alcuni studiosi di mostrare cosa l'intelligenza di certo "non era". I lavori di Howard Gardner, i suoi studi sull'intelligenza multipla e i contributi di Daniel Goleman con la sua intelligenza emotiva, hanno contrapposto all'idea riduzionista, meccanica e semplicistica dell'intelligenza, una rinnovata concezione che tenesse conto delle complesse interazioni tra mente e uomo, tra mente e mondo.
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    Alcune considerazioni conclusive: Daniel Goleman con i suoi studi sull'intelligenza emotiva: http://www.humantrainer.com/articoli/recensione-libro-intelligenza-emotiva.html Ha avuto il merito di aver portato all'attenzione del dibattito scientifico, la valenza delle emozioni in quanto strumenti di indagine della realtà individuale e sociale, ambito ritenuto esclusivo del raziocinio. Mostrandone il valore, ha fatto si che esse si trasformassero da agenti perturbanti del pensiero razionale, in un potente strumento di conoscenza. Howard Gardner con le sue teorizzazioni sull'intelligenza multipla: http://education.jhu.edu/PD/newhorizons/future/creating_the_future/crfut_gardner.cfm ha restituito una realtà molto più articolata, strutturata e organica, che nella sua concezione ha saputo conciliare unicità individuali, aspetti socio-culturali (contesto) e interazioni dei singoli. A questo proposito risultano molto interessanti le sue intuizioni su quella che lui chiama, Intelligenza distribuita, che ben si riallacciano alle teorizzazioni di De Kerckhove, sull'intelligenza connettiva e Levy sull'intelligenza collettiva: http://zope.unimc.it/elphd/Members/Emifor/Intelligenza%20connettiva.rtf Secondo questa concezione dell'intelligenza, nell'attività cognitiva individuale ogni idea ridefinisce conoscenze acquisite dal passato e nello stesso tempo apre prospettive inedite per il futuro, cui si connettono altri individui che a loro volta, rinnoveranno con i propri contributi, la rappresentazione che ci facciamo del mondo e della realtà. Questo processo di scoperta, di partecipazione collettiva, che non ha nulla a che fare con il collettivismo che come noto fa prevalere il gruppo sul singolo, può essere visto come l'Anima mundi dei filosofi platonici, ciò che in poche parole accomuna l'intera umanità attraverso il valore di ogni singola specificità.
alessandra de vico

Multitasking: altro che le donne, sono gli uomini a far meglio - 8 views

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    Curioso articolo sulla capacità di essere multitasking
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    La capacità che ha l'essere umano di eseguire piu' compiti in contemporanea porta ad effettuare un paragone fra l'uomo e un sistema operativo, definito multitasking in quanto capace di eseguire nello stesso tempo più programmi. E poco importa se sono gli uomini o le donne i migliori a lavorare simultaneamente su piu' fronti.
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    Multitasking: altro che le donne, sono gli uomini a far meglio Nella "gara" su chi è più performante nel lavorare in multitasking vincerebbe l'uomo (ma solo per una parte del mese) Il mito della donna capace di lavorare in multitasking - una definizione che in generale indica la capacità di eseguire più compiti contemporaneamente - può essere nato dalla necessità di potersi destreggiare tra il lavoro e la famiglia cui, in genere, è soggetta la donna.
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    ....mi è cascato un mondo!!!
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    Se avete 3-4 minuti a disposizione date uno sguardo al seguente video: http://www.youtube.com/watch?v=34OZ-dsNkBw
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    Molto simpatico il video....ottima capacità comunicativa e didattica
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    Sono in vacanza e al relax associo lo studio....anche questo può essere considerato un multitasking?
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    ho trovato un altro articolo sul Multitasking: questa volta riguarda i bambini nati dopo il 2000: Com'è mutato il cervello dei "nativi digitali": più rapido e multitasking. «Quello dei nativi digitali, ragazzini nati dopo il 2000, è differente rispetto a quello dei loro genitori: studi condotti in Asia hanno mostrato che siamo di fronte a una mutazione, una sorta di evoluzione dell'umanità, diventata mentalmente più rapida e davvero multitasking. Parliamo di ragazzini cresciuti a latte e tablet, in grado fin da piccoli di integrare meglio realtà e tecnologie, dominandole e rischiando molto meno rispetto agli altri di sviluppare una dipendenza da Internet, chat e giochi online». A disegnare l'identikit di «nativi digitali, immigrati digitali e generazione pre-digitale» è lo psichiatra Tonino Cantelmi, professore di psicologia dello sviluppo alla Lumsa. Cantelmi affronta il fenomeno anche nel volume Tecnoliquidità (che sarà presentano in un Social Event, organizzato dall'Istituto di terapia cognitivo interpersonale - Itci, il 14 dicembre a Roma, alle 19, presso Eataly, Piazzale XII Ottobre 1492). (link: http://www.lastampa.it/2012/12/11/scienza/com-e-mutato-il-cervello-dei-nativi-digitali-piu-rapido-e-multitasking-KXMCv3pT4k2pTz9yIsMSMJ/pagina.html)
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    rimango sempre perplessa su questo tipo di ricerca ritenendo che in ogni tecnologia ci sia una parte che porta all'evoluzione della persona ma nel contempo distoglie creatività
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    non ci credo !!Rivalsa degli uomini??
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    Interessante ed originale articolo sulla differenza tra uomo e donna nell'essere multitasking.
Massimo Apicella

A Cambridge apre il "Terminator Centre" contro la rivolta delle macchine - 10 views

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    A Cambridge apre il "Terminator Centre" contro la rivolta delle macchine L'istituto si occuperà di studiare le minacce che potrebbero nascondersi dietro l'evoluzione dell'intelligenza artificiale L'"occhio" di Hal 9000 MILANO - Negli anni futuri l'uomo si affiderà sempre più alle tecnologie e alla scienza.
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    Leggendo l'articolo non ho potuto fare a meno di notare i chiari ammiccamenti a importanti films di fantascienza (alcuni dei veri cult). Il centro apre con lo scopo di studiare le ipotetiche minacce che l'evoluzione dell'intelligenza artificiale potrebbe portare al genere umano. Certamente l'immaginario collettivo è influenzato dalle opere di grandi cineasti come Stanley Kubrick (2001 Odissea nello spazio), James Cameron (Terminator), Andy e Lana Wachowski (Matrix), quindi perennemente combattuto dalla voglia di spingersi oltre (nel campo della scienza) e dalla paura di perdere il controllo. Per rimanere nel campo del "Mondo della cellulosa" (che decisanente ha ormai indossato l'abito del digitale) vorrei però dare uno spunto di riflessione riportando uno stralcio dell'ultimo dialogo del film di Steven Spielberg, "A.I. Artificial Intelligence". La frase è rivolta a David, "il primo bambino robotico programmato per amare", ma l'ultimo rimasto sulla terra: "David, you are the enduring memory... of the human race. The most lasting proof of their genius."
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    Certo un punto di non ritorno potrebbe esserci, ma il cervello umano si evolve e si adegua. E bisogna per questo prevenire e cercare di studiare attraverso iniziative come questa tutti i possibili scenari.
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    Mi è piaciuto molto leggere l'articolo e sapere che ci sono persone che danno corpo a quelli che sono i dubbi e a volte i terrori che certe persone hanno nei confronti delle tecnologie. Credo come Maria Cristina Marino che molti siano influenzati dalla cinematografia, ma quanto è sottile il confine tra realtà e fantasia? le tecnologie ci hanno talmente cambiato la vita, che adesso ruota per buona parte intorno a loro, che mi chiedo se non sia possibile che certi scenari si possano avverare...
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    Sono daccordo che speso la tecnologia nasconde dietro l'so di un prodotto, usi che non sono stati preventivati precedentemente e che potrebbero essere potenzialmente pericolosi, ma da qui a creare un istituto di ricerca per scoprire i potenziali danni della tecnologia, mi sembra davvero eccessivo, soprattutto quando oggi ancora la medicina ha bisogno di risorse e di istituti di ricerca per salvare vite e migliorarle. A mio avviso inoltre il focus del problema non è quello che un computer super intelligente, una AI potrebbe fare sviluppandosi sempre di più, ma il fatto che oggi la tecnologia è più avanti di ciò che la nostra mente riesce a supportare. Il vero pericolo non è che le macchine un giorno possoano ribellarsi e dominare l'uomo, ma il fatto che l'uomo non è ancora mentalmente pronto per la tecnologia che oggi cavalca spavaldamente
Chiara Milani

«Il multi-tasking umano? Non esiste,nè per le donne né per gli uomini» - 2 views

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    A smentire le ricerche precedenti che parlavano di capacità di essere multitasking più sviluppata nelle donne o negli uomini arriva a sorpresa questa recente affermazione di Nick Chater, professore di scienza del comportamento alla britannica Warwick Business School secondo il quale nessuno dei due sessi è particolarmente portato a fare più cose contemporaneamente, quando si fa qualcosa infatti si sottraggono risorse al resto perchè le energie mentali fisiche e sono più connesse di quanto sembri. Secondo questo professore questi limiti influenzano anche i comportamenti economici, attraverso l'impiego di manager e organizzazioni che devono raggiungere troppi obiettivi tutti insieme, la chiave secondo Chater è imparare a fare le cose separatamente e poi allenarsi ad unirle...il cervello infatti maschile o femminile sa fare bene una cosa alla volta.
valeria de luca

UNA IPOTESI DI RICERCA MOLTO EVOCATIVA SU RAPPORTO TRA DNA E PENSIERO, FATTA DA DUE RIC... - 4 views

DNA E Pensiero Affascinante ipotesi dalla Russia, sul ruolo del DNA in generale, che si ricollega in qualche modo al pensiero esoterico e alla tradizione dei "maestri spirituali", secondo cui il n...

started by valeria de luca on 09 Mar 12 no follow-up yet
Rocco Massimo Palumbo

Un neurone o un miliardo di neuroni: dove sta l'intelligenza? - 2 views

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    L'interconnessione in rete di una moltitudine di entità elementari è in grado di far emergere un comportamento globale organizzato, apparentemente intelligente. Esempi classici sono l'alveare o il formicaio. Questo fenomeno tuttavia accade anche nel nostro cervello, dove centinaia di miliardi di sinapsi creano un meraviglioso centro di controllo capace di farci adattare a situazioni imprevedibili e di rispondere (nella maggior parte dei casi) in modo "intelligente". Oggi, stiamo iniziando ad applicare questi principi (auto-adattamento, auto-organizzazione) anche nelle reti, sempre più complesse, di comunicazione, nei computer, in grado di rendere i robot sempre più capaci di comportamenti autonomi, e negli ecosistemi del mondo economico. Questo ciclo di incontri esplorerà quanto conosciuto e le più recenti ipotesi nella scienza dell'intelligenza naturale ed artificiale. L'intelligenza si basa su pochi semplici principi matematici o su un'enorme diversità di processi? Lo sviluppo di un cervello artificiale globale ci aiuterà a risolvere i grossi problemi del pianeta?
margareth foglia

Un sensore tatuato sul corpo per diagnosticare i disturbi metabolici - 2 views

La tecnologia lasciata a sé stessa non è mai funzionale ai bisogni dell'uomo ma i progressi della scienza possono aiutare a diagnosticare svariati problemi. Grazie alla scienza il mondo è cambiato ...

#psicotecnologie

Romina Mandolini

"Ospedale globale" - 9 views

A testimonianza dell'appropriatezza di questo contributo, segnalo "GigaScience", una piattaforma open source inaugurata quest'anno, dietro alla quale c'è "BioMedical Central", il grande database p...

#DistributedCognition

Massimiliano Malato

I 7 tipi di intelligenza di Gardner: esempi di persone famose, e non, e mappa concettuale - 7 views

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    Tu quale forma d'intelligenza pensi di avere? Hai riconosciuto delle caratteristiche in qualcuna di queste forme?
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    Linguistica logico-matematica. E tu!
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    ci sono test sulle varie forme di intelligenza anche in forma di gioco e per allenare il cervello vedi Big Brain Accademy http://www.ciao.it/Big_Brain_Academy_NDS__680050
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    Partire da una prima classificazione per capire il proprio profilo può aiutare a sviluppare l'intelligenza (o le intelligenze) là dove ci sono carenze.
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    Sono davvero entusiasta di questo articolo, non conoscevo l'analisi dell'intelligenza di Gardner, ma sicuramente è un argomento che andrò ad approfondire a breve. Mi sono riconosciuto sicuramente in un'intelligenza linguista ma con diversi aspetti anche di intelligenza emotiva, più orientata verso l'intraspettiva. Ho sempre pensato che la misurazione dell'intelligenza non fosse una scienza molto esatta e che il QI non era il modo, o per lo meno il modo migliore per capire le potenzialità di una persona, perchè venivano tralasciati troppi aspetti della personalità, Gardner non avrà raccolto tutti gli aspetti ma ha dato una visione sicuramente più globale ed esaustiva
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    Ahimè! penso di avere un pizzico di intelligenza logico-matematica ma non ne sono troppo sicura! Scherzi a parte, credo che la scuola riconosca e valorizzi prevalentemente l'intelligenza linguistica e quella logico-matematica. Gli altri tipi di intelligenza vengono ignorati o disconosciuti.
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    elisabetta Scattolin Carretta ciò che abbiamo letto sulle 7 intelligenze, mi ha fatto pensare a quali possono essere le mie "attitudini". sicuramente mi riconosco, visto la mia passione per la pittura e la scultura, alle quali mi dedico , o meglio mi dedicavo, l'intelligenza visuo spaziale. mi piace inoltre pensare di aver sviluppato nel corso della mia vita, dato anche il tipo di studi che stiamo affrontando, l'intelligenza intrapersonale. Lascerei però agli altri, cioè a chi mi conosce meglio, valutare le "mie intelligenze", non vorrei apparire immodesta!!
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    Di sicuro non possiedo l'intelligenza logico-matematica! Penso che le varie forme di intelligenza vadano individuate sin da giovani come forme di inclinazione naturale da coltivare, cosa che la scuola e molto spesso anche la famiglia non fa...
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    Esiste un'ottava quella Naturalistica !!!! Ecco la definizione che ho trovato: Intelligenza Naturalistica: consiste nel saper individuare determinati oggetti naturali, classificarli in un ordine preciso e cogliere le relazioni tra di essi. Alcuni gruppi umani che vivono in uno stadio ancora "primitivo", come le tribù aborigene di raccoglitori-cacciatori, mostrano una grande capacità nel sapersi orientare nell'ambiente naturale riconoscendone anche i minimi dettagli.
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    Se vi volete deprimere e scoprire la vostra fate il TEST: http://www.focus.it/curiosita/brain-trainer/Test_delle_intelligenze__C11.aspx
EMANUELA PSICOTECNOLOGIE

Psicotecnologia - Wikipedia - 0 views

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    La psicotecnologia è quella branca della psicologia generale che studia l'impatto psicologico dell'utilizzo delle tecnologie, soprattutto quelle associate alla lingua: esse, in breve, producono fondamentali ripercussioni sul nostro modo di pensare e di comunicare, in quanto richiedono che l'intelletto umano utilizzi le sue capacità in maniera differente dal passato; se questi modi di impostare la mente si stabilizzano e si sedimentano nel loro utilizzo, allora cambierà la nostra percezione del mondo, il nostro modo di organizzare il cervello, il nostro modo di agire.
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    Le psicotecnologie sono una scienza anche se non sono ancora classificate come tale che unisce la tecnologia alla psicologia ,cioè quali sono le conseguenze delle varie tecnologie sul mostro modo di pensare e di percepire ?
IVANA LAURORA

funzioni e comportamenti artificiali - 1 views

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    che la cibernetica facesse passi da giganti era ipotizzabile, ma perchè creare strumenti artificiali alternativi cercando di equipararli a quelli naturali e non invece avvantaggiarsi della tecnologia per migliorare il cervello naturale? per evitare che invecchi? che si ammali? o che semplicemente NON VENGA UTILIZZATO nel modo corretto? mi pare che non sia più la tecnologia a mettersi a servizio dell'uomo ma piuttosto che sia l'uomo al servizio della tecnologia.
Capasso Fulvio

Un videogame come strumento terapeutico? - 1 views

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    E' indubbio che le tecnologie, abbiano dato e diano, ancora oggi, un contributo determinante alla ricerca e allo sviluppo di nuove frontiere, nell'ambito medicale. Vediamo come, strumenti utilizzati nella vita quotidiana, quali smartphone, tablet, possano essere utilizzati per problematiche che coinvolgono il mondo della salute. Applicazioni che includono una vasta gamma di funzioni che vanno dal semplice controllo dell'apporto calorico, per controllare il peso, fino a consentire ai medici di vedere un paziente ai raggi X sul proprio dispositivo di comunicazione mobile Adesso si aggiunge anche la possibilità (?), di utilizzare un videogame per la cura, contro chi soffre di schizofrenia. Certo l'idea di guarire con un videogame è una frontiera, direi una speranza, che potrebbe confermare quanto sia complessa "la macchina uomo", la cosa importante è che ci sia qualcuno che possa certificare un qualche beneficio di queste "new terapie", per evitare speculazioni che possano trasformare ogni panacea ( tecnologica) in qualcosa di "miracoloso". A tale proposito, il 19/10/2011 la FDA, l'agenzia americana del Dipartimento della Salute e Servizi Umani, ha dettato le linee guide sulle applicazioni per apparati mobili, con l'intento di incoraggiare i produttori, gli operatori sanitari e chi altro interessato a sostenere la promozione innovativa nel rispetto della loro sicurezza ed efficacia.
Mariana Mariggio

...Le psicotecnologie! - 0 views

started by Mariana Mariggio on 03 Mar 13 no follow-up yet
alfonsina longobardi

Il multitasking - 4 views

Il multitasking è un modo di processare l'informazione, dedicando le risorse di sistema per eseguire contemporaneamente diversi lavori passando da un contesto all'altro. Questa possibilità operativ...

started by alfonsina longobardi on 12 Mar 13 no follow-up yet
Simona Maggioni

I robot minacceranno l'umanità? - Wired.it - 0 views

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    L'articolo descrive brevemente un progetto della University of Cambridge relativo alle nuove tecnologie di "vita sintetica e intelligenza artificiale" che possono degenerare come raccontato nel celeberrimo film "2001 Odissea nello spazio" in cui il computer HAL metteva a rischio la vita dell'intero equipaggio per preservare la propria autonomia.... tematiche che mostrano sempre maggiore attualità con il progredire delle tecnologie, nella speranza che se mai un giorno i robot dovessero conquistare il predominio sull'uomo, i primi non commettano gli errori che i secondi hanno commesso verso le altre specie (animali e vegetali).
maria cristina corona

Siri, la segretaria virtuale - 4 views

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    Un articolo in cui sono state oggetto di test le funzionalità di Siri, la novità di iOS6 di Apple. Non un semplice riconoscitore vocale ma una vera e propria intelligenza artificiale, in grado di ascoltare e interpretare discorsi complessi, di interagire con gli applicativi e di comprendere comandi in sequenza.
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    lo strovo uno strumento straordinario...sorprendente per i poco addetti, linkato sicuramente al concetto di multitasking
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    Una sorta di segretaria "particolare" che coniuga l'intelligenza artificiale con la ricerca semantica. Una splendida App che appassiona il mondo della mela e che è in aperta concorrenza con Voice Search del colosso Google (Voice Search sarà inizialmente solo in inglese e disponibile soltanto in America) http://techwayblog.com/siri-vs-google-voice-search-video-battaglia-fra-lassistente-vocale-apple-e-quello-google/ #Intelligence #Multitasking
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    C'è ancora molto da migliorare, tuttavia è già un primo grande passo verso un'intelligenza artificiale sempre più raffinata. Con software così avanzati, quella che può sembrare un'esagerazione del Prof. De Kerckhove (quando nella lezione nr. 5 dice: "se, secondo Havelock la scrittura e la lettura hanno liberato la mente dalla necessità di ricordare, lasciando spazio per l'innovazione; potrebbe accadere che i nuovi media ci liberino dalla necessità di pensare mentre il software lo fa per noi"), in realtà sembra una profezia molto vicina a ciò che potremmo vedere con i nostri occhi da qui a qualche anno.
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    In un spot americano dedicato a SIRI John Malkovich con un'aria particolarmente ispirata, chiede a SIRI cosa pensa della VITA: SIRI risponde enunciando alcuni concetti che sono alla base dell'esistenza umana e della convivenza tra individui in reciproco rispetto ad armonia. Malkovich si complimenta con lei per l'eloquenza dimostrata, e SIRI, prontamente ringrazia per il compliemnto appena ricevuto, comprendendolo come tale. Questo spot dimostra molto bene come SIRI non sia un semplice sistema di comando vocale (come molti, che ancora non l'hanno mai usato, credono). Incredibilmente, ma realmente, con SIRI è anche possibile fare un discorso, delle riflessioni, insomma, appare realmente dotata di un'intelligenza artificiale.
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    L'aspetto importante di SIRI è che il programma di intelligenza artificiale alla base dell'applicazione, non "apprende" soltanto dalla persona che gli parla (quindi il proprietario dell'iphone o Ipad) ma da tutta la rete, cioè da tutti coloro che nel mondo adoperano SIRI. Pertanto il bagagio di nozioni aumenta a velocità esponenziale. Non sono un cliente Apple ma sentendo i commenti di coloro che l'adoperano è palese che Siri sta entrando nella loro vita in quanto è come se fosse in atto una gara tra l'uomo della strada e la macchina. Il proprietario di un Apple si sente di far parte di una community (come gli scienziati nei centri di ricerca magari visti in qualche film) che può apportare con le sue capacità il miglioramento della scienza. E' questo apporto / gara si esplica nel continuare a chiedere a Siri frasi particolari, dove bisogna che Siri interpreti ciò che si vuol dire (esempio "devo mettere il cappotto per uscire"). Molte di queste prove vengono filmate e postate su Youtube (secondo me a significare che la tale persona ha insegnato a Siri qualcosa) e tutto ciò fa si che Siri continui ad apprendere sempre di più. Ancora una volta la Apple ci ha stupito con un qualcosa che è diventato di dominio mondiale
GIOVANNI LA FALCE

the smart room - 2 views

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    intervista a David Weinberger di cui è appena uscito in italia il libro la stanza intelligente (titolo originale "Too Big To Know"): Weinberger, filosofo di internet, ricercatore presso il Berkman Center for Internet e Society dell'Università di Harvard definisce in questo libro Internet come "the smart room" e arriva alla suggestiva conclusione che "il più intelligente nella stanza è la stanza stessa"!
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