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Home/ Psicotecnologie e Processi Formativi - Uninettuno/ Contents contributed and discussions participated by Bruno Matti

Contents contributed and discussions participated by Bruno Matti

Bruno Matti

Google Traduttore - 2 views

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    "Più sanno di te meno tu esisti"
Bruno Matti

Home: ISTAC - Istituto per l'Apprendimento Collaborativo - 4 views

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    A partire da Vygotskij e attraverso Bruner l'apprendimento non è il risultato di un passaggio o di una trasmissione diretta di nozioni ma è una co-costruzione sociale che si realizza attraverso la mediazione
Bruno Matti

Lez1_Psicotecnologie30409.pdf (Oggetto application/pdf) - 1 views

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    CHE COSA SONO LE PSICOTECNOLOGIE?
Bruno Matti

Le Psicotecnologie - 2 views

  • L’inizio del nuovo millennio è stato caratterizzato dagli aspetti devastanti posti dalle problematiche culturali, sociali ed etiche non risolte durante il secolo appena trascorso. La crisi della società occidentale nasce dai fondamentalismi e dalla mancata comprensione della complessità dei processi emergenti a livello globale. A tutto ciò si aggiunge una ulteriore crisi, che investe tutte le società moderne sia occidentali che orientali, dovuta all’evoluzione tecnologica che avviene con ritmi e tempi enormemente superiori a quelli dei sistemi cognitivi facenti capo all’uomo. Inoltre da nord a sud da est a ovest sempre più grave e incolmabile è il gap tra povertà e ricchezza con i rispettivi pesi ormai giunti a livelli paradossali. Questo sicuramente genererà sempre più distanze socio-culturali e instabilità deflagranti. L’errare, tipico nei sistemi complessi, non è visto nella sua essenza epistemica che non è solo linguistica, cioè come un ibrido tra il concetto di spostamento – cammino – migrazione e il concetto di correzione – ridefinizione. La crisi è prodotta dalla mancanza dell’ottica ricorsiva dell’ibrido emergente e caotico che genera nuove realtà evolvendo ad un livello logico di ordine superiore tendendo a un fine vitale a cui le teorie sintropiche di Luigi Fantapiè stanno oggi meglio rispondendo.L’ampia diffusione delle nuove tecnologie per la comunicazione e la loro rapida evoluzione mettono a disposizione nuove risorse e strumenti di conoscenza di grande portata e potenza, facilmente usufruibili, in quanto all’utenza spesso non è richiesta alcuna competenza tecnologica, ma, contemporaneamente, in grado di modificare profondamente gli stili di vita e i comportamenti, alterando la percezione prossemica spazio-temporale e gli assetti cognitivi ed affettivi.Da queste premesse e partendo da studi svolti, nei più svariati campi, da pensatori illuminati e visionari è nata una nuova ottica con cui osservare la realtà oggettiva e le sue rappresentazioni cognitive. Derrick de Kerckhove proviene dalla scuola di Toronto che, assieme ad altre, hanno magistralmente introdotto nuovi paradigmi epistemici. È suo il termine psicotecnologia  e assieme a Pierre Levy ha mostrato l’entaglement tra mente collettiva e mente connettiva aprendo nuovi orizzonti nelle ricerche filosofico-tecno-bio-psico-sociali. Le psicotecnologie dovrebbero far parte del bagaglio culturale comune sia a tecnici che ad umanisti. Purtroppo non tutte le istituzioni, in particolare quelle a cui è demandato il compito di gestire la formazione e l’istruzione, ne sono completamente coscienti e ne tengono conto nel svolgere la loro mission. Questa nuova disciplina è più una metadisciplina che studia gli strumenti e le tecniche in grado di modificare o intervenire ad un livello profondo sulla psiche di un individuo cambiandone le caratteristiche principali sia a livello motorio che cognitivo. Le psicotecnologie assumono pertanto un valore sempre più importante affinché le innovazioni del progresso tecnologico non creino nuove e più complesse aree di disagio e di emarginazione/esclusione sociale.
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    L'inizio del nuovo millennio è stato caratterizzato dagli aspetti devastanti posti dalle problematiche culturali, sociali ed etiche non risolte durante il secolo appena trascorso. La crisi della società occidentale nasce dai fondamentalismi e dalla mancata comprensione della complessità dei processi emergenti a livello globale.
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Scheda strategie didattiche - 0 views

  • Il concetto di �cognizione situata� propone un ampliamento del concetto di �cognizione situata� in quanto prende in considerazione esplicita tutte le componenti materiali ed immateriali dell�ambiente in cui si sviluppa l�apprendimento. Il concetto viene sviluppato nell�ambito del cognitivismo, scienza che si occupa dei processi mentali che organizzano il comportamento delle persone. Le basi concettuali e la metodologia di ricerca di questo approccio sono date dalle scienze cognitive, dalla antropologia cognitiva e dalle scienze sociali. L�idea di �distributed cognition� viene utilizzata da Salomon e Hutchins fin dalla met� degli anni �80� per spiegare la complessit� dei fenomeni della conoscenza in quanto viene ritenuta insufficiente la �spiegazione fornita dagli approcci convenzionali secondo i quali la stessa viene vista come un ��trattamento di informazioni�, un fenomeno, cio� �localizzato� nella mente di una singola persona; �pi� adeguato sembra invece, alla luce della ricerca svolta, una concezione come fenomeno �distribuito�. L�approccio della Distributed Cognition enfatizza la natura distribuita nel tempo e nello spazio dei fenomeni della cognizione ed estende l�ambito di ci� che � considerato �cognitivo�, oltre il singolo individuo per ricomprendere l�interazione tra le persone e con le risorse ed i materiali presenti nell�ambiente.
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    Il concetto di "cognizione situata" propone un ampliamento del concetto di "cognizione situata" in quanto prende in considerazione esplicita tutte le componenti materiali ed immateriali dell'ambiente in cui si sviluppa l'apprendimento. Il concetto viene sviluppato nell'ambito del cognitivismo, scienza che si occupa dei processi mentali che organizzano il comportamento delle persone.
Bruno Matti

Psicologia del multitasking - 6 views

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    "Siamo in costante multitasking "Workload is unavoidable [...] Distraction is unavoidable [...] You must learn to dance among many tasks" (Allen, 2003). Nella maggior parte delle situazioni quotidiane, anche quando non ci facciamo caso, ci troviamo in condizioni di multitasking (1). Gestire la grande quantità di stimoli e richieste che provengono dall'ambiente è sicuramente molto difficile, tuttavia, dedicarsi a più attività piuttosto che concentrarsi su un unico compito sembra essere diventato un fatto naturale. La sensazione che solitamente si prova è quella di poter gestire meglio gli impegni, evitando noia e ripetitività. L'impegno continuo in attività multiple è consentito dalle tecnologie informatiche e della comunicazione, che favoriscono il multitasking. L'interazione con la tecnologia, in primis nei luoghi di lavoro, rende possibile lo svolgimento di attività differenti attraverso espedienti tecnologici e grafici sempre più raffinati. Ad esempio, la possibilità di mantenere aperte contemporaneamente molte finestre nel desktop, che rappresenta il primo sviluppo del paradigma della direct manipulation (Schneiderman, 1998), consente di eseguire allo stesso tempo numerose attività differenti. Tuttavia, l'utilizzo che si fa oggi delle finestre multiple è così imponente che rischia di diventare un ostacolo che frammenta l'attività anziché supportarla. Le finestre multiple, ma anche i messaggi di notifica, le e-mail e i programmi per la messaggeria istantanea (2) se da una parte favoriscono il multitasking e alimentano l'impressione di efficienza rendendo più facile gestire diversi compiti, d'altra parte possono avere effetti fortemente negativi. Ad esempio, Gonzalez e Mark (Gonzalez e Mark, 2004) hanno stabilito che gli impiegati negli uffici non riescono a rimanere concentrati nella stessa attività per più di tre minuti consecutivi prima di essere interrotti da una telefonata, un'e-mail, o da un collega. Evidenze come que
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    Telefonate, e-mail, messaggi, documenti digitali, news on line: gli uffici si stanno trasformando in maniera sempre più prepotente nella palestra dove allenarsi a gestire attività multiple accompagnate da interruzioni continue. L'ingresso delle tecnologie informatiche nella vita quotidiana e soprattutto nei luoghi di lavoro rende il multitasking una condizione onnipresente, di cui tutti abbiamo esperienza.
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    Telefonate, e-mail, messaggi, documenti digitali, news on line: gli uffici si stanno trasformando in maniera sempre più prepotente nella palestra dove allenarsi a gestire attività multiple accompagnate da interruzioni continue. L'ingresso delle tecnologie informatiche nella vita quotidiana e soprattutto nei luoghi di lavoro rende il multitasking una condizione onnipresente, di cui tutti abbiamo esperienza.
Bruno Matti

Business intelligence - Wikipedia - 0 views

  • Le organizzazioni raccolgono dati per trarre informazioni, valutazioni e stime riguardo al contesto aziendale proprio e del mercato cui partecipano (ricerche di mercato e analisi degli scenari competitivi). Le organizzazioni utilizzano le informazioni raccolte attraverso una strategia di business intelligence per incrementare il loro vantaggio competitivo. Il termine Business Intelligence fin dall'origine ha ricompreso sia i più tradizionali sistemi di raccolta dei dati finalizzati ad analizzare il passato o il presente e a capirne i fenomeni, le cause dei problemi o le determinanti delle performance ottenute, sia i sistemi più rivolti a stimare o a predire il futuro, a simulare e a creare scenari con probabilità di manifestazione differente. Questi sistemi sono da sempre stati realizzati con mix differenti di software tools (ad es. di reporting, di analisi OLAP, di cruscotti) e di software applications, cioè contenenti vere logiche e regole applicative, rivolte al Performance Management (ad es. le applicazioni per le Balanced Scorecards o per il ciclo di budgeting e forecasting aziendale), all'ottimizzazione di alcune decisioni operative (ad es. nel campo dei trasporti e della logistica o del revenue management) oppure finalizzate alle previsioni e alle predizioni future, impiegando funzioni statistiche anche molto sofisticate; tutte queste software applications nel tempo hanno preso nomi diversi ma dal significato simile, quali Analytic Applications, Analytics, Business Analytics (si veda anche Davenport, 2007, 2010; Turban, 2010; Pasini, 2004). Il termine Business Intelligence allude quindi ad un campo molto ampio di attività, sistemi informativi aziendali e tecnologie informatiche finalizzate a supportare, e in qualche caso ad automatizzare, processi di misurazione, controllo e analisi dei risultati e delle performance aziendali (sistemi di reporting e di visualizzazione grafica di varia natura, cruscotti più o meno dinamici, sistemi di analisi storica, sistemi di "allarme" su fuori norma o eccezioni, ecc.), e processi di decisione aziendale in condizioni variabili di incertezza (sistemi di previsione, di predizione, di simulazione e di costruzione di scenari alternativi, ecc.), il tutto integrato nel classico processo generale di "misurazione, analisi, decisione, azione". Generalmente le informazioni vengono raccolte per scopi direzionali interni e per il controllo di gestione. I dati raccolti vengono opportunamente elaborati e vengono utilizzati per supportare concretamente - sulla base di dati attuali - le decisioni di chi occupa ruoli direzionali (capire l'andamento delle performance dell'azienda, generare stime previsionali, ipotizzare scenari futuri e future strategie di risposta). In secondo luogo le informazioni possono essere analizzate a differenti livelli di dettaglio e gerarchico per qualsiasi altra funzione aziendale: marketing, commerciale, finanza, personale o altre. Le fonti informative sono generalmente interne, provenienti dai sistemi informativi aziendali ed integrate tra loro secondo le esigenze. In senso più ampio possono essere utilizzate informazioni provenienti da fonti esterne come esigenze della base dei clienti, pressione stimata degli azionisti, trend tecnologici o culturali fino al limite delle attività di spionaggio industriale. Ogni sistema di business intelligence ha un obiettivo preciso che deriva dalla vision aziendale e dagli obiettivi della gestione strategica di un'azienda.
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    Con la locuzione business intelligence () ci si può solitamente riferire a: un insieme di processi aziendali per raccogliere ed analizzare informazioni strategiche. la tecnologia utilizzata per realizzare questi processi, le informazioni ottenute come risultato di questi processi. Questa espressione è stata coniata nel 1958 da Hans Peter Luhn, ricercatore e inventore tedesco, mentre stava lavorando per IBM.
Bruno Matti

Osservatorio di Psicologia sulla Società Tecnologica Contemporanea. Portale d... - 0 views

  • Non era mai accaduto in Italia che una sentenza arrivasse grazie all'utilizzo di tecniche di neuroscienza. Il Tribunale di Cremona ha sperimentato un test della verità sui ricordi, portando alla condanna ad un anno di un commercialista accusato di molestie sessuali.
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