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Home/ Psicotecnologie e Processi Formativi - Uninettuno/ Group items tagged #Intelligence

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Rocco Massimo Palumbo

Un neurone o un miliardo di neuroni: dove sta l'intelligenza? - 2 views

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    L'interconnessione in rete di una moltitudine di entità elementari è in grado di far emergere un comportamento globale organizzato, apparentemente intelligente. Esempi classici sono l'alveare o il formicaio. Questo fenomeno tuttavia accade anche nel nostro cervello, dove centinaia di miliardi di sinapsi creano un meraviglioso centro di controllo capace di farci adattare a situazioni imprevedibili e di rispondere (nella maggior parte dei casi) in modo "intelligente". Oggi, stiamo iniziando ad applicare questi principi (auto-adattamento, auto-organizzazione) anche nelle reti, sempre più complesse, di comunicazione, nei computer, in grado di rendere i robot sempre più capaci di comportamenti autonomi, e negli ecosistemi del mondo economico. Questo ciclo di incontri esplorerà quanto conosciuto e le più recenti ipotesi nella scienza dell'intelligenza naturale ed artificiale. L'intelligenza si basa su pochi semplici principi matematici o su un'enorme diversità di processi? Lo sviluppo di un cervello artificiale globale ci aiuterà a risolvere i grossi problemi del pianeta?
paola corongiu

Intelligenza divergente e pensiero laterale - 2 views

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    Un video divertente, ma significativo, che ci fa riflettere sulla geniale intuizione di Edward De Bono: abbandonare il pensiero verticale e sviluppare la nuova creatività del pensiero laterale, fuori dagli schemi; utilizzare l' "intelligenza pratica e divergente". Non si tratta di nessuna delle 7 forme di intelligenza elencate da Gardner e nemmeno dell'intelligenza emotiva di Goleman, ma dell'intelligenza divergente, tipica dei creativi, di fondamentale importanza, a mio avviso, perchè, come diceva De Bono: "L'intelligenza è una potenzialità, il pensiero invece è un'abilità. E' per questo che abbiamo bisogno della creatività." Vi allego anche un link per leggere un aneddoto esemplificativo tratto dal libro di De Bono "Il pensiero laterale" : http://www.riflessioni.it/semplici_curiosi/pensiero-verticale-laterale.htm
Rocco Massimo Palumbo

Verso un cervello artificiale globale - 6 views

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    Una diffusione di uno strumento di interazione sociale con il Web offre grandi opportunità. Pensate ad esempio al fenomeno del crowdsourcing. Il termine indica la pratica sempre più diffusa di consultare una comunità vir¬tuale di persone per la ricerca di soluzioni, idee e contenuti. Il Web da solo tuttavia, per quanto sconfinato, svolge un ruolo alquanto passivo di sem¬plice deposito, sia pur sterminato, di informazioni, contenuti, conoscenza. I mo¬tori di ricerca sono piuttosto 'stupidi': non sono in grado infatti di comportarsi in modo attivo: ad esempio, effettuare associazioni tra concetti (come, ad esempio, avviene nel cervello umano). Gelernter propone un nuovo approccio che chiama flusso vitale: "Un flusso vitale è una sequenza di ogni sorta di documenti organizzati dal più vecchio al più re¬cente, che continua a crescere via via che arrivano nuovi documenti, semplice da navigare e da ricercare, e con un passato, un presente e un futuro che appaiono sul nostro schermo [...] un flusso scorre perché scorre il tempo, e viene gestitousando due controlli fondamentali: "inserisci" e "focalizza", che corrispondono più o meno all'acquisizione di un nuovo ricordo e al recupero di uno già esistente".
Pamela Rogiani

Il pensiero laterale: sei cappelli per pensare [E. de Bono] | Pensiero, Per, Che, Con |... - 4 views

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    Secondo De Bono affrontare i problemi con gli abituali metodi razionali produce risultati limitati dalla rigidità dei modelli logici. Per trovare soluzioni davvero innovative bisogna uscire dagli schemi prefissati, mettere in dubbio le presunte certezze e affidarsi ad associazioni di idee inedite.
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    Certamente pensare è la massima risorsa dell'uomo, una delle conquiste più recenti, una facoltà ancora giovane da mettere a punto. La difficoltà maggiore nel pensare ritengo sia la confusione. Spesso si tenta di fare troppe cose alla volta: informazioni, emozioni, logica, aspettative ecc. Si affollano in noi e confondano la mente. Credo che avere un metodo per pensare da applicare alla risoluzione dei problemi sia molto importante soprattutto nei gruppi di lavoro. Quello che mi lascia perplesso è l'applicazione del pensiero laterale alla vita di tutti i giorni, non sarebbe difficile applicare il pensiero creativo in "sé"ma trascinati dalla routine e dai nostri schemi strutturati ce ne dimentichiamo. Preconcetti e abitudini credo siano la resistenza maggiore al "buon pensare".
Romina Mandolini

La Natura dell'Intelligenza - 3 views

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    In linea generale, possiamo definire l'intelligenza umana come quella facoltà che consente di conoscere la realtà in cui siamo immersi e di interagire con essa a diversi gradi e livelli. Sulla natura di questa la scienza non è ancora unanime, poiché sono troppi e complessi gli interrogativi che essa suscita. L'Intelligenza non è il risultato di un'analisi lineare della realtà, ma il prodotto di una pluralità di strategie cognitive che integrano più livelli di analisi, in funzione della complessità di ciò che ci troviamo a dover affrontare. Per riuscire in questo si serve del raziocinio, delle emozioni e di tutti quegli strumenti tipicamente animali, come memoria, impulso, sensazione, istinto, che questa combina per il raggiungimento dei suoi scopi, secondo schemi organizzati così complessi che ancor'oggi sfuggono a una costruzione teorica univoca. Gli studi sull'Intelligenza artificiale e i numerosi successi non hanno fatto altro che evidenziare ancora di più i divari sostanziali che permangono tra i processi cognitivi umani e quelli artificiali. Non è stato ancora possibile catturare l''intelligenza umana all'interno di un algoritmo, per la troppa complessità delle gerarchie di intrecci, dei fattori che vi concorrono. Tuttavia, questa complessità sotto altri aspetti ha aperto nuove possibilità, in quanto ha permesso ad alcuni studiosi di mostrare cosa l'intelligenza di certo "non era". I lavori di Howard Gardner, i suoi studi sull'intelligenza multipla e i contributi di Daniel Goleman con la sua intelligenza emotiva, hanno contrapposto all'idea riduzionista, meccanica e semplicistica dell'intelligenza, una rinnovata concezione che tenesse conto delle complesse interazioni tra mente e uomo, tra mente e mondo.
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    Alcune considerazioni conclusive: Daniel Goleman con i suoi studi sull'intelligenza emotiva: http://www.humantrainer.com/articoli/recensione-libro-intelligenza-emotiva.html Ha avuto il merito di aver portato all'attenzione del dibattito scientifico, la valenza delle emozioni in quanto strumenti di indagine della realtà individuale e sociale, ambito ritenuto esclusivo del raziocinio. Mostrandone il valore, ha fatto si che esse si trasformassero da agenti perturbanti del pensiero razionale, in un potente strumento di conoscenza. Howard Gardner con le sue teorizzazioni sull'intelligenza multipla: http://education.jhu.edu/PD/newhorizons/future/creating_the_future/crfut_gardner.cfm ha restituito una realtà molto più articolata, strutturata e organica, che nella sua concezione ha saputo conciliare unicità individuali, aspetti socio-culturali (contesto) e interazioni dei singoli. A questo proposito risultano molto interessanti le sue intuizioni su quella che lui chiama, Intelligenza distribuita, che ben si riallacciano alle teorizzazioni di De Kerckhove, sull'intelligenza connettiva e Levy sull'intelligenza collettiva: http://zope.unimc.it/elphd/Members/Emifor/Intelligenza%20connettiva.rtf Secondo questa concezione dell'intelligenza, nell'attività cognitiva individuale ogni idea ridefinisce conoscenze acquisite dal passato e nello stesso tempo apre prospettive inedite per il futuro, cui si connettono altri individui che a loro volta, rinnoveranno con i propri contributi, la rappresentazione che ci facciamo del mondo e della realtà. Questo processo di scoperta, di partecipazione collettiva, che non ha nulla a che fare con il collettivismo che come noto fa prevalere il gruppo sul singolo, può essere visto come l'Anima mundi dei filosofi platonici, ciò che in poche parole accomuna l'intera umanità attraverso il valore di ogni singola specificità.
Maurizio Aucone

definizione di Psicotecnologie - 1 views

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    Trovo interessante la "riduzione" di Mirco Franceschi del saggio di Pierre Lévy: "L'intelligenza collettiva, per una antropologia del cyberspazio". Si parla di "psicotecnologie" per indicare un nuovo modo di accedere alle informazioni, le quali agiscono a livello cognitivo-celebrale nel singolo, mentre in ambito collettivo Levy lintroduce il concetto di "Intelligenza collettiva" di fatto superiore a quella dei singoli e che, prima dell'avvento di internet, non poteva nemmeno essere concepita. Levy asserisce: "Bisogna, innanzitutto, riconoscere che l'intelligenza è distribuita ovunque ci sia umanità, e che questa intelligenza, distribuita dappertutto, può essere valorizzata al massimo attraverso le nuove tecniche, e mettendola soprattutto in sinergia. Oggi, se due persone distanti sono a conoscenza di due dati complementari, per il tramite delle nuove tecnologie possono entrare in comunicazione l'una con l'altra e scambiare il loro sapere, in una parola sola: cooperare. È questa, detto in modo molto generale, l'intelligenza collettiva. Il concetto viene ampliato con De Kerckhove e le teorie delle "intelligenze connettive" che, come suggerisce il termine stesso, sottolinea l'importanza della connessione, del collegamento, della messa in relazione delle intelligenze, ne sottolinea il "rapporto" che esse intrattengono. L'intelligenza connettiva fa maggior riferimento alla "moltiplicazione" delle intelligenze (favorita appunto dalla connessione) piuttosto che alla loro somma.
Roberta Pinelli

http://www.studiovirtualedipsicologia.com/naturaintelligenza.html - 1 views

La natura dell' intelligenza nella psicologia generale

#intelligence

started by Roberta Pinelli on 06 Nov 12 no follow-up yet
Capasso Fulvio

Stelarc e l'uomo del futuro - 6 views

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    Stelarc lavora sull'artificialità del corpo intesa come territorio di sperimentazione e mezzo con cui mettere alla prova e testare i limiti della componente organica del nostro corpo biologico. Stelarc vuole superare le limitazioni della "vecchia carne" sottoponendola a condizioni estreme e dimostrandone l'attuale obsolescenza, aprendo una via ai possibili innesti tecnologici. La tecnologia non è vista come qualcosa di opprimente e castrante, bensì come mezzo per amplificare l'azione corporea ed arrivare alla costruzione di un "organismo nuovo", un cybercorpo..... http://www.edueda.net/index.php?title=Stelarc Sperimentatore estremo con un gusto feticista per la tecnologia e la forma-corpo, sostiene che: «Il corpo umano è obsoleto», producendosi in ricerche e performance che lo hanno visto, nel corso degli anni, a interpretare l'essere umano in senso architettonico e a sperimentare l'innesto di tecnologie sul corpo, per aumentarne e modificarne le capacità. Attualmente è interessato alla possibilità di connettere le proprie funzioni vitali alla rete. Il sito di Stelios Arkadiou si commenta da solo.....
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    "Ritengo che la libertà di forma piuttosto che quella di informazione, ti permetteranno di modificare la tua attuale struttura del DNA. Per quale motivo l'intelligenza dovrebbe essere incassata soltanto in questa forma bipede secondo questa chimica del carbonio e queste particolari funzioni? Adesso il punto è come espandere l'intelletto, creare antenne sensoriali e sperimentare soggettivamente uno spettro di realtà più ampio, come estendere la nostra ampiezza vitale. Penso che il problema non sia il perpetuarsi tramite riproduzione ma piuttosto concentrarsi sul soggetto per ridisegnarlo. Forse, quando gli uomini si saranno spinti fuori dalla terra, le rigide credenze religiose, politiche e sociali non saranno più così tenaci e ci saranno spinte che renderanno più facile la possibilità di ridisegnare il corpo senza traumi per la nostra cultura planetaria" (Stelios Arkadiou). Con il boom delle nanotecnologie le sue previsioni non sembrano poi così remote, gli innesti tecnologici inevitabilmente prima o poi diventeranno realtà. Come sempre, anche in questo caso il cinema e i videogiochi avranno anticipato di qualche anno la realtà. Questo http://www.youtube.com/watch?v=Dl9QqbvTjRw è ad esempio un video che pubblicizza il videogioco "Deus Ex Human Revolution"... un futuro affascinante e inquietante al tempo stesso.
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    Certo Ivan, vedendo quello che combina Sterlac e vedendo la pubblicità della Sarif Industries, non si comprende dove finisce il mondo reale e dove inizia quello non reale, quello che vediamo non ci meraviglia + di tanto. Ricordo, nel lontano 1984, il primo Terminator, all'epoca si capiva di vivere in un mondo di fantasia, ora ti rendi conto che in certi casi la realtà tende a superare la fantasia. L'uomo sembra sfidare il suo "creatore" spingendosi oltre quel confine e destino a lui assegnato, vincere contro quel limite imposto da un corpo che si deteriora e che inevitabilmente lo porta alla "fine". Possiamo immaginare un futuro "lontano" dove macchina e uomo si integrano, e un futuro ancora più lontano dove di uomo non resterà + molto ??? Purtroppo non lo sapremo mai .....o no??
Capasso Fulvio

la natura dell' intelligenza - 3 views

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    L'intelligenza di ognuno costituisce il prodotto finale di una lunga e complessa sequenza di interazioni tra l'ereditarietà e i fattori ambientali, inoltre il legame tra il patrimonio genetico e le caratteristiche del suo comportamento è altamente indiretto e complesso. Morale : la natura dell'intelligenza è un mix non facilmente determinabile, solo in parte influenzato dai fattori ereditari.
dora ruozzo

L'uomo è sempre meno intelligente - 2 views

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    Dettagli Scritto da Francesca Mancuso L'uomo del futuro sarà sempre meno intelligente , e la colpa è della civiltà moderna. L'intelligenza e il cosiddetto pensiero astratto si sono evoluti dai nostri antenati preistorici che vissero in Africa tra i 50.000 e i 500.000 anni fa. Come?
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    Dettagli Scritto da Francesca Mancuso L'uomo del futuro sarà sempre meno intelligente , e la colpa è della civiltà moderna. L'intelligenza e il cosiddetto pensiero astratto si sono evoluti dai nostri antenati preistorici che vissero in Africa tra i 50.000 e i 500.000 anni fa. Come?
Maria claudia cammisecra

Intelligenze Multiple: tenerne conto per sviluppare nuovi metodi di insegnamento - 0 views

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    La teoria delle intelligenze multiple, sviluppata nel 1983 da Howard Gardner, apre nuovi scenari nelle tecniche di insegnamento e propone, nei contesti in cui sono presenti soggetti con disturbi nell'apprendimento, un approccio diversificato che solleciti le "diverse intelligenze".
Marco Tambara

La Macchina della Mente - Strutture Cerebrali e Processi Neurodinamici (3ª pa... - 0 views

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    Una articolo del prof.di fisica R. Nobili dell'Università di Padova. In questo articolo sono illustrati alcuni aspetti strutturali e funzionali comuni ai cervelli dei mammiferi e illustrati i modelli più rappresentativi del paradigma neurodinamico. L'attenzione viene rivolta, in primo luogo alla complessità delle funzioni cerebrali, in secondo luogo ad alcune fenomenologie nervose caratterizzate da proprietà non riconducibili ai modelli descritti nella seconda parte.
Marco Tambara

La Macchina della Mente - Modelli di reti nervose (2ª parte) - 1 views

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    Breve rassegna di alcuni modelli di reti nervose ispirati al cosiddetto paradigma connessionista. Alla base di questo tipo di ricerca l'osservazione che il gran numero di connessioni sinaptiche che si osservano tra i neuroni del sistema nervoso, unitamente alla variabilità dei coefficienti di trasmissione sinaptica secondo regole di rinforzo del tipo simile a quelle ipotizzate da Hebb (1949), renda possibile la realizzazione di processi informazionali sostanzialmente diversi e per certi aspetti più "intelligenti" di quelli seriali effettuabili dai comuni calcolatori.
a_monachesi

http://it.wikipedia.org/wiki/Meme - 1 views

La memetica, una teoria evoluzionista del gene del sapere. Per il suo fondatore, Richard Dawkins, il sapere si trasmette ed evolve al pari dei geni, e responsabile di questa trasmissione è proprio...

#Intelligence

started by a_monachesi on 21 Nov 12 no follow-up yet
Ivan Romano

L'Espresso - Clicco ergo sum - 5 views

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    L'ultimo numero dell'Espresso ha per titolo "Clicco ergo sum". La copertina introduce un interessante articolo su come internet e in particolar modo i social network stanno cambiando la nostra mente e il nostro approccio con la realtà. Vengono presentate varie tesi e ricerche, alcune a dir il vero sembrano un po' apocalittiche. Se non avete intenzione di acquistare il settimanale cartaceo, vi posto la versione dell'articolo in digitale pubblicata sul sito "Ufficio Stampa RAI".
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    Interessante articolo, dove ci sono indubbiamente visioni fin troppo negative su come internet e in particolar modo i social network ci stanno cambiando. Sono andata a ricercare qualcosa di più sulla Sindrome IAD che viene menzionata: è la dipendenza da Internet o in ingese, Internet addiction disorder (IAD), comparabile secondo alcuni al gioco d'azzardo patologico. In merito ai social network viene a crearsi una vera e propria dipendenza ciber-relazionale, nella quale gli amici online diventano più importanti per l'individuo spesso a scapito dei rapporti nella realtà con la famiglia e gli amici reali. Però è anche vero il contrario: proprio grazie ad internet e ai social network molte persone sono uscite dal loro isolamento mentale e sociale e dalle proprie apatie. Al solito vale la regola della giusta misura nella fruizione delle cose!
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    Chissà se quando è comparsa la scrittura qualcuno ha avuto le stesse visioni negative. Ah si Platone per esempio :) http://www.okpedia.it/paradosso-di-platone
Silvia Biavasco

Intelligenza emotiva: Goleman - 3 views

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    Un audio con un prezioso contributo di Intelligenza emotiva Incapacità di gestire le proprie emozioni. Non saper sostenere felicità, non felicità... Esprimere le emozioni negative?
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    Probabilmente internet e le nuove tecnologie non aiutano ad "allenare" questo tipo di intelligenza, che si affina soprattutto nei rapporti interpersonali. L'intelligenza emotiva è proprio la corretta "gestione" delle proprie emozioni e di quelle degli altri nell'ambito di relazioni interpersonali. In particolare, i nuovi strumenti comunicativi consento di schermare le emozioni e talvolta inducono a tralasciare l'aspetto "emotivo" mostrando un maggior individualismo...
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    Un ottimo contributo per approcciare dal punto di vista pratico, e quindi comprendere meglio le conoscenze teoriche acquisite, il tema dell'intelligenza emotiva. Si tratta di un vero e proprio manuale, ma applica al tema affrontato da De Kekrckhove nell'esplorazione delle diverse tipologie di intelligenza.
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    Veramente interessante ed esplicativo. in pochi minuti vengono riassunti i 5 segreti dell'intelligenza emotiva che si possono riassumere in 1) capacità di gestire le proprie emozioni negative; 2) capacità di essere tranquillo anche se sotto pressione; 3) capacità di leggere i segnali sociali (verbali e non verbali); 4) abilità di essere assertivo e di esprimere le emozioni negative quando necessario; 5) capacità di esprimere emozioni intime nelle relazioni personali. E' importante la riflessione su un individuo che può essere intelligente ma non emotivamente intelligente e questo gli può impedire di relazionarsi con gli altri.
Romina Mandolini

Open data, open access, open source - 0 views

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    Oramai gli esempi di intelligenza connettiva sono molto numerosi. C'è Wikipedia, lo sono i Social Network con le loro narrazioni dal basso. L'uragano Sandy a New York oltre che dai media, è stato raccontato e documentato in diretta dalle persone sui Social Network, come nessun'altro giornale avrebbe potuto fare. Ho già parlato di Khan Akademy, piattaforma open per la scuola. Qui voglio presentare l'esempio meno conosciuto di "GigaScience", che secondo me segnerà la storia della ricerca scientifica. Si tratta di una piattaforma open source inaugurata quest'anno, dietro alla quale c'è "BioMedical Central", il grande database per la ricerca biomedica, e l'Istituto di genomica di Pechino. Ebbene, questa piattaforma non ha solo l'obiettivo di diventare il database di riferimento di tutte le pubblicazioni scientifiche del mondo, ma mette a disposizione liberamente, anche i software utilizzati i quelle ricerche , dando così la possibilità ad altri ricercatori di replicare e verificare, la correttezza della ricerca. Il primo articolo pubblicato, a firma di Stephen Beck dell'University College di Londra, non forniva un resoconto sulle metodologie di ricerca (era uno studio sul DNA) ma metteva a disposizione anche 84 gigabyte di software per compiere quelle stesse ricerche. http://polymathprojects.org/ è invece un blog che collega tutti i matematici del mondo, sempre con l'obiettivo di condividere e confrontarsi. http://www.galaxyzoo.org/ invece è una comunità che riunisce astronomi. Credo ci sia poco da aggiungere, si tratta di una vera rivoluzione come scrivevo, per noi che la viviamo, inavvertita.
Marco Tambara

La Macchina della Mente - Il cervello e il calcolatore (1ª parte) - 1 views

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    Una articolo del prof.di fisica R. Nobili dell'Università di Padova sull'intelligenza artificiale. Nel lavoro sono analizzati gli aspetti teorici che riguardano il funzionamento della macchina mentale con particolare attenzione ai processi autoriflessivi che caratterizzano il cervello umano come macchina autoriflessiva. Infino sono introdotti gli argomenti che inducono ad abbandonare i tentativi di risolvere i problemi dell'IA nell'ambito di una teoria dei processi seriali a favore di una nuova teoria dei processi paralleli.
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    Dal punto di vista "ingegneristico", l'intelligenza artificiale è valutata semplicemente per le sue capacità e prestazioni, indipendentemente dai metodi e meccanismi che sono utilizzati per realizzarla. Esistono due correnti di pensiero all'interno dell'Intelligenza Artificiale: la prima ha come idea di base quella di costruire macchine che non riproducano il comportamento del cervello umano, ma che lo "emulino" nel risultato finale di certe operazioni. Quest'impostazione ha portato alla costruzione di programmi che raggiungono un alto livello di competenza nella conoscenza e nella risoluzione di problemi ritenuti complessi. La seconda invece considera la costruzione di sistemi che simulano il cervello umano e la sua struttura.
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