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Home/ Psicotecnologie e Processi Formativi - Uninettuno/ Group items tagged distribuita

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Ylenia Biamonte

LA COGNIZIONE DISTRIBUITA - 20 views

    • brunella romano
       
      da vedere
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    un breve video realizzato da studenti di scienze della comunicazione rende bene l'idea di questo concetto dalla definizione sfuggente
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    Il video è molto chiaro e rende più agevole capire il concetto di cognizione distribuita. Utilizzare come esempio un vigile urbano per chiarire l'argomento è stata una buona idea per semplificare un concetto che altrimenti rischiava di rimanere troppo astratto.
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    La cognizione distribuita è un processo nel quale vengono condivise risorse cognitive socialmente al fine di estendere singole risorse cognitive o per ottenere qualcosa che un agente individuale non potrebbe ottenere da solo. La cognizione distribuita è il tipo di cognizione che esiste nei gruppi di lavoro e si sanno delle cose perchè si è fatto parte di quella squadra quindi non è necessario ripetere tutto, ma le informazioni e l'elaborazione intelligente distribuita tra i membri del team. Le conquiste cognitive dell'umanità si basano su un processo in cui i processi cognitivi di un agente e gli oggetti ed i vincoli del mondo reciprocamente si influenzano a vicenda.Secondo Gabriel Salomon "Le cognizioni sono situate e distribuite, piuttosto che strumenti decontestualizzati e prodotti della mente." La cognizione deve essere vista come un fenomeno distribuito, che va oltre i confini della persona per includere l'ambiente, i manufatti, le interazioni sociali e la cultura. I processi cognitivi possono essere distribuiti tra gli esseri umani e le macchine o tra i membri di un gruppo sociale e possono comportare un coordinamento tra la struttura ambientale e materiale interno ed esterno. I processi cognitivi possono essere distribuiti anche nel tempo, in un modo che i suoi risultati finali, i prodotti o precedenti eventi possano cambiare la natura degli eventi successivi.
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    Si..un video semplice ma a parer mio molto chiaro.
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    spesso le definizioni sono molto difficili da interpretare e difficili da ricordare, con un video rimane molto più impresso ed ho trovato interessante la spiegazione utilizzando l'esempio del vigile urbano.
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    Cosa si intende per cognizione distribuita? Una breve lezione supportata da immagini ed esempi tenta di spiegare il valore e l'importanza di questo concetto per l'apprendimento di nuove conoscenze. La cognizione distribuita si riferisce ad un processo nel quale le risorse cognitive vengono condivise socialmente al fine di estendere singole risorse cognitive o per ottenere qualcosa che un agente individuale non potrebbe ottenere da solo. Siamo in presenza di un approccio in cui si dice che l'attività cognitiva umana non è caratterizzata esclusivamente dall'attività cerebrale ma è distribuita tra il cervello e gli artefatti cognitivi che l'uomo adopera
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    La cognizione umana è distribuita tra le persone e gli artefatti presenti nell'ambiente esterno. Secondo Hutchins per catturare il ruolo e le proprietà di ogni singolo artefatto è necessario prendere in considerazione un'unità di analisi più ampia del compito individuale e cioè l'intero sistema socio-tecnico composto da persone, ruoli, artefatti e regole. Bell e Winn sottolineano che le caratteristiche della "cognizione distribuita" sono la comunicazione e la condivisione di informazioni. Queste, proprio perché comunicate, diventano utili, mentre messe in comune permettono alla persona più preparata di utilizzarle a beneficio di tutti.
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    L'esempio del semaforo e del vigile è assolutamente calzante. Inoltre, secondo voi il semaforo, per astrazione, potrebbe far parte di quella famiglia di simboli che si pone tra l'inequivocabilità distintiva e l'immediatezza interpretativa?
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    la cognizione distribuita ,riguarda la presa in considerazione di tutte le componenti materiali e immateriali dell'ambiente in cui si sviluppa l'apprendimento , questo approccio enfatizza la natura "distribuita nel tempo e nello spazio dei fenomeni della cognizione,ed estende l'ambito di ciò che è considerato cognitivo,,oltre il singolo individuo riconnettendo l'attività di pensare ,con le risorse e i materiali presenti nel contesto sociale e culturale.
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    Una breve lezione esplicativa sull'argomento
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    Mi sembra interessante inserire il link ad un breve video, relativo alla Cognizione Distribuita, realizzato per il corso di laurea in Scienze Della Comunicazione dell'Università di Siena. Il concetto di 'cognizione distribuita' propone un ampliamento del concetto di 'cognizione situata' in quanto prende in considerazione tutte le componenti materiali e immateriali dell'ambiente in cui si sviluppa l'apprendimento. L'idea di distributed cognition è utilizzata da Hutchins (1995) fin dalla metà degli anni '80 per spiegare la complessità dei processi di costruzione di conoscenza poiché si ritiene insufficiente l'interpretazione fornita dagli approcci convenzionali secondo i quali essi sono assimilabili a processi individuali di elaborazione di informazioni e, metaforicamente, localizzati nella mente della singola persona. L'approccio della distributed cognition enfatizza la natura 'distribuita' nel tempo e nello spazio dei fenomeni della cognizione ed estende l'ambito di ciò che è considerato cognitivo oltre il singolo individuo, riconnettendo l'attività del pensare con le risorse e i materiali presenti nel contesto sociale e culturale.
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    il contenuto del video mi ha richiamato alla mente concetti di semiotica, il binomio significante / significato. Perché un significante (semaforo rosso) sia inteso da tutti come "ALT, FERMATI" è necassaria la conoscenza distribuita, condivisa, del segno.
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    Nella vita quotidiana la memoria e il pensiero non sono separati dal 'fare'. Nel fare noi interagiamo costantemente con vincoli e risorse sociali e materiali. Al riguardo, la teoria della 'cognizione distribuita' assegna una rilevanza peculiare allo studio di come l'ambiente materiale, gli strumenti e le tecnologie sostengono i processi cognitivi e interattivi. La cognizione è distribuita non solo nel gruppo e nelle interazioni del gruppo ma anche nella struttura e nell'infrastruttura materiale e tecnologica dell'ambiente. In particolare, una specifica attenzione viene dedicata a come tale infrastruttura è manipolata e utilizzata nelle interazioni fra gli attori sociali, non solo a livello discorsivo, ma, per esempio, anche a livello corporeo e gestuale. Hutchins (1995) sottolinea come nei processi cognitivi del mondo reale vengano create complesse rappresentazioni formate, per esempio, da molteplici strutture visive e uditive. Gesti strumenti e discorsi si integrano nel creare una complessa rappresentazione pubblica che sostiene la cognizione (intesa come costruzione di eventi) e l'azione.
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    Ecco anche per voi una breve lezione sulla cognizione distribuita....
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    E' un video davvero carino che fa capire come la cognizione distribuita opera nell'interazione tra individuo e ambiente, strutture e infrastrutture...
elisabetta scattolin

cognizione distribuita - 1 views

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    Ripensando agli studi che ho fatto precedentemente ho pensato al lavoro di Vygotskij gia nei primi anni del '900 e come sia attuale il suo pensiero riguardo agli artefatti culturali e l'importanza delle relazioni sociali nello sviluppo. Ho trovato questo materiale che ritengo interessante riguardo appunto la cognizione distribuita e la condivisione delle conoscenze. Il concetto di 'cognizione distribuita' propone un ampliamento del concetto di 'cognizione situata' in quanto prende in considerazione tutte le componenti materiali e immateriali dell'ambiente in cui si sviluppa l'apprendimento. L'idea di distributed cognition è utilizzata da Hutchins (1995) fin dalla metà degli anni '80 per spiegare la complessità dei processi di costruzione di conoscenza poiché si ritiene insufficiente l'interpretazione fornita dagli approcci convenzionali secondo i quali essi sono assimilabili a processi individuali di elaborazione di informazioni e, metaforicamente, localizzati nella mente della singola persona. L'approccio della distributed cognition enfatizza la natura 'distribuita' nel tempo e nello spazio dei fenomeni della cognizione ed estende l'ambito di ciò che è considerato cognitivo oltre il singolo individuo, riconnettendo l'attività del pensare con le risorse e i materiali presenti nel contesto sociale e culturale. Questa tesi può essere fatta risalire alla scuola storico-culturale sovietica la quale sosteneva che tutti i tipi di attività umana cosciente sono sempre formati con l'appoggio di strumenti esterni. Un primo contributo che ha fornito le basi per spiegare il costrutto di 'cognizione distribuita' è quello di Vygotskij (1974), il quale definendo il principio dell'organizzazione extracorticale delle funzioni mentali complesse, getta le basi per interpretare i processi mentali come fenomeni sociali. Secondo questa prospettiva, la conoscenza umana e la sua rappresentazione non è confinata nella mente di un individuo ma è presente negli altri, negli str
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    scusate mi sono accorta che l'articolo non è arrivato completo, provo a ripostarlo. Il concetto di 'cognizione distribuita' propone un ampliamento del concetto di 'cognizione situata' in quanto prende in considerazione tutte le componenti materiali e immateriali dell'ambiente in cui si sviluppa l'apprendimento. L'idea di distributed cognition è utilizzata da Hutchins (1995) fin dalla metà degli anni '80 per spiegare la complessità dei processi di costruzione di conoscenza poiché si ritiene insufficiente l'interpretazione fornita dagli approcci convenzionali secondo i quali essi sono assimilabili a processi individuali di elaborazione di informazioni e, metaforicamente, localizzati nella mente della singola persona. L'approccio della distributed cognition enfatizza la natura 'distribuita' nel tempo e nello spazio dei fenomeni della cognizione ed estende l'ambito di ciò che è considerato cognitivo oltre il singolo individuo, riconnettendo l'attività del pensare con le risorse e i materiali presenti nel contesto sociale e culturale. Questa tesi può essere fatta risalire alla scuola storico-culturale sovietica la quale sosteneva che tutti i tipi di attività umana cosciente sono sempre formati con l'appoggio di strumenti esterni. Un primo contributo che ha fornito le basi per spiegare il costrutto di 'cognizione distribuita' è quello di Vygotskij (1974), il quale definendo il principio dell'organizzazione extracorticale delle funzioni mentali complesse, getta le basi per interpretare i processi mentali come fenomeni sociali. Secondo questa prospettiva, la conoscenza umana e la sua rappresentazione non è confinata nella mente di un individuo ma è presente negli altri, negli strumenti e negli artefatti appartenenti all'ambiente. Difatti la conoscenza che una persona è in grado di utilizzare per affrontare le situazioni reali e risolvere problemi non è solo quella della sua struttura cognitiva (mente/memoria), ma anche in altre menti/memorie e prodotti
Luigi Coccia

COGNIZIONE DISTRIBUITA - 7 views

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    L'articolo si propone di dare all'utente una chiara definizione di cognizione distribuita intesa come la risultante dell'attività cerebrale di ogni individuo coaudiuvata da strumenti che ne sostengono il pensiero.
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    credo sia una definizione chiara ed esaustiva, anche perchè gli esempi riportati, calati nella realtà di tutti i giorni, fanno capire effettivamente quanto l'interazione con il mondo esterno modifichi il nostro modo di agire e di pensare: "la mente non solo è flessibile, ma che è anche condizionata dalle opportunità e dalle condizioni nelle quali opera"
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    la nostra mente non solo è flessibile, ma è anche condizionata dalle opportunità e dalle condizioni nelle quali opera!
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    mi piace il parallelismo tra meteorologia e cognizione distribuita. In effetti quando sentiamo che un qualcosa è "distribuito" spesso tendiamo a considerarlo come "suddiviso tra", se invece gli attribuiamo il significato di "disteso su" spostiamo subito il nostro focus su alcune caratteristiche fondamentali dei nostri processi mentali, quali interazione e interdipendenza.
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    De K. riprende il concetto dell'intelligenza connettiva, vista come condivisione della comunicazione e delle informazioni e la sua influenza con le tecnopsicologie. Le tecnologie odierne aumentano l'interattività tra gli utenti e dunque l'aspetto della connettività, il pensiero viene condiviso e elaborato tra persone che possono trovarsi in qualunque posto, e ritrovarsi "in rete" per dare il loro contributo ad un processo di pensiero comune. E' questo uno dei cambiamenti determinati dalle tecnologie sulla organizzazione della mente e della società. L'era della elettricità, le nuove tecnologie, portano a un nuovo tipo di comunicazione, che possiamo definire esteriorizzazione della mente. La rappresentazione delle mente divisa in 3 spazi : fisico, mentale e virtuale, trova come luogo d'incontro lo schermo. Tutto questo ha permesso una più rapida interazione di gruppo e un conseguente cambiamento del modo di comunicare, una nuova forma di intelligenza interattiva con notevoli innovazioni e implicazioni in tutti i campi. Un cambiamento di prospettiva che sposta l'attenzione dall'individualismo alla globalità, verso quella definizione di cognizione distribuita
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    Provo ad integrare i contributi con la definizione fornita la De Kerckhove nella lezione 7. La cognizione distribuita si riferisce ad un processo nel quale vengono condivise socialmente risorse cognitive al fine di estendere singole risorse o per ottenere qualcosa che un agente individuale non potrebbero ottenere da solo. La cognizione distribuita è il tipo di cognizione, a volte non esplicitata, che esiste nei gruppi di lavoro, di squadra. In primo luogo le conquiste cognitive dell'umanità si basano su un processo in cui i processi cognitivi di un agente e gli oggetti ed i vincoli del mondo reciprocamente si influenzano a vicenda. In altre parole, il contesto influisce sul modo di pensare e il modo di pensare influenza il contesto. In secondo luogo, i processi cognitivi possono essere distribuiti tra gli esseri umani e le macchine. Secondo Gabriel Salomon: "Le cognizioni sono situate e distribuite, piuttosto che strumenti decontestualizzati e prodotti della mente ". E "Piuttosto che pensare alla cognizione come ad un evento isolato che si svolge dentro la testa, la cognizione deve essere vista come un fenomeno distribuito, che va oltre i confini della persona per includere l'ambiente, i manufatti, le interazioni sociali e la cultura". Questo concetto è fondamentale per capire cosa sta succedendo alla cognizione oggi. E' chiaramente l'espansione del concetto di intelligenza e il coinvolgimento del soggetto in un gruppo molto più grande. Secondo Hutchins: * la cognizione è mediata dagli strumenti cioè da tutte le tecnologie * di conseguenza è radicata nell'artificiale * è una questione sociale che comporta variazioni delicate e sfumature di comunicazione, di apprendimento e interazioni interpersonali. E' una visione che si espande al di là della cognizione individuale ed è obbligata a prendere in considerazione le interazioni interpersonali. (continua)
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    Secondo Hutchins e Hollan i processi cognitivi possono essere distribuiti tra i membri di un gruppo sociale e possono comportare un coordinamento tra la struttura ambientale e/o materiale interna ed esterna. Essi inoltre possono essere distribuiti nel tempo in modo tale da cambiare addirittura la natura degli eventi successivi. La mediazione culturale ha infatti un effetto ricorsivo, e bi-direzionale: l'attività mediata modifica contemporaneamente sia l'ambiente che il soggetto in modo permanente. Di fatto modifichiamo continuamente l'ambiente e l'interazione tra i soggetti, l'elaborazione della cognizione e delle informazioni. Gli artefatti culturali sono sia materiali sia simbolici e regolano le interazioni tra l'ambiente e l'individuo. A questo proposito, sono "strumenti" intesi in senso lato e lo strumento principale è il linguaggio. Il linguaggio è il più grande, il più forte, il più articolato, il più complesso, il più ricco, di tutti i mass media, condiviso e anche se praticato individualmente. L'ambiente culturale in cui nascono i bambini contiene le conoscenze accumulate delle generazioni precedenti. Nel mediare il loro comportamento attraverso questi strumenti, gli esseri umani non beneficiano solo della propria esperienza, ma di quella dei loro antenati. Questa è l'eredità culturale, l'eredità sociale dell'informazione che si accumula nel corso degli anni (così come generazioni di persone costruivano cattedrali nel Medioevo, oggi costruiscono Internet). Un'unità di analisi per lo studio del comportamento umano sono i sistemi di attività, sistemi storicamente condizionati di relazioni tra individui e i loro ambienti prossimi e culturalmente organizzati, in altre parole le istituzioni. La storia dell'educazione, la storia dell'arte, la storia etc forniscono un quadro e contengono informazioni che vengono trasmesse nella cognizione distribuita culturale.
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    Le caratteristiche della "cognizione distribuita" sono la comunicazione e la condivisione di informazioni. Queste, proprio perché comunicate, diventano utili, mentre messe in comune permettono alla persona più preparata di utilizzarle a beneficio di tutti. Esemplificazioni intuitive del concetto.
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    dalla piattaforma Indire: Molti trovano alquanto strano parlare di cognizione distribuita perché sono abituati a ritenere l'atto intellettivo e cognitivo un fatto personale, individuale, interno
indragochiara

la cognizione distribuita, una spiegazione esaustiva - 0 views

Il concetto di 'cognizione distribuita' propone un ampliamento del concetto di 'cognizione situata' in quanto prende in considerazione tutte le componenti materiali e immateriali dell'ambiente in c...

#distributedcognition

started by indragochiara on 17 Apr 19 no follow-up yet
Marco Valotto

Qualche definizione - 25 views

Vorrei contribuire anch'io alla definizione di Psicotecnologia: La psicotecnologia è quella branca della psicologia generale che studia l'impatto psicologico dell'utilizzo delle tecnologie, sopratt...

psicotecnologie intelligenza ipertestuale collettiva connettiva congizione distribuita

alfonsina longobardi

cognizione ditributiva - 3 views

started by alfonsina longobardi on 12 Mar 13 no follow-up yet
Romina Mandolini

COGNIZIONE DISTRIBUITA - 38 views

Trovo il tuo intervento appropriato e corretto. A completamento di quanto hai scritto, riporto un intervento di Antonio Rizzo dell'Università di Siena sulla Cognizione Distribuita, che mi sembra in...

#DistributedCognition

Marco Tambara

La cognizione distribuita ed il controllo del traffico aereo!!!! - 2 views

Una interessante analisi della cognizione distribuita applicata al controllo aereo. Per riallacciarmi segnalo (per chi non l'avesse già visto il film Falso tracciato di Mike Newell del 1999, ambien...

#DistributedCognition

chiaragaudio

Cognizione Distribuita - 4 views

Intorno agli anni 70 gli psicologi si resero conto che la mente non era un elaboratore che operava in isolamento ma era necessariamente legato a un contesto reale di vita quotidiana. Un primo contr...

#DistributedCognition

started by chiaragaudio on 26 Mar 18 no follow-up yet
faustinemercier

Cognizione distribuita | reallynewminds - 1 views

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    Al giorno d'oggi, la pragmatica cognitiva presta maggiore attenzione alla sperimentazione. Lasciata da parte la polemica sulla modularità, le varie correnti di pragmatica cognitiva si cimentano nella formulazione di modelli che spieghino la comunicazione, spesso anche con interessi non soltanto linguistici ma anche psicologici e/o psico-cognitivi, cercando appoggio nei metodi della psico e neurolinguistica.
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    "Un approccio pragmatico alla cognizione distribuita" Come in tutti i settori, la cognizione distribuita in un'attività medica offre grandi vantaggi. Nonostante l'evidenza dei benefici, le tecnologie della comunicazione e la cognizione distribuita restano sottoutilizzate. Gli ostacoli sono principalmente di natura culturale. Occorre perciò favorire l'intelligenza collettiva per ovviare al paradosso delle resistenze.
dany78

Cognizione distribuita | NUOVA DIDATTICA - 1 views

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    L'articolo a cura di Valentina Mucciarelli spiega il concetto di cognizione distribuita. Questo costrutto è utilizzato da Hutchins dalla metà degli anni '80 per spiegare la complessità dei processi di conoscenza. Questo approccio enfatizza la natura distribuita nel tempo e nello spazio dei fenomeni della cognizione, collegando l'attività del pensare con gli strumenti materiali che troviamo nel contesto sociale. Questo articolo permette di avere una visione panoramica di cos'è la cognizione distribuita, da quali teorie nasce e in quali ambiti trova applicazione oggi
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    l'articolo parla dell'ampliamento del concetto di cognizione distribuita, di come i processi di costruzione della conoscenza sono dipendenti dall'ambiente in cui si sviluppa l'apprendimento. la conoscenza umana non apparterrebbe solo al singolo individuo ma sarebbe presente anche negli artefatti siti nell'ambiente, nelle altre menti, memorie e prodotti dell'ingegno. I prodotti dell'attività cognitiva dipendono sempre dal coordinamento d'interazioni sociali e discorsive con altri e non sono né attribuibili ai singoli individui né descrivibili in modo decontestualizzato
EMANUELA PSICOTECNOLOGIE

III ARGOMENTO - 0 views

III ARGOMENTO :COGNIZIONE DISTRIBUITA Molti trovano alquanto strano parlare di cognizione distribuita perché sono abituati a ritenere l'atto intellettivo e cognitivo un fatto personale, individual...

EMANUELA D'AGOSTINO

started by EMANUELA PSICOTECNOLOGIE on 20 Nov 12 no follow-up yet
Marco Dozza

Cognizione distribuita a cura di Valentina Mucciarelli - 10 views

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    Il testo esplora il concetto di 'cognizione distribuita' fornendone una breve storia e riportandolo alla vita quotidiana.
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    Un articolo sintetico ed interessante. Grazie Michele.
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    Articolo interessante che spiega il nostro funzionamento cognitivo, le nostre conoscenze situate in specifici contesti interattivi, culturalmente definiti e distribuiti negli attori sociali.
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    Interessante e chiaro approfondimento su come la cognizione umana si estenda oltre l'individuo. Sempre più i processi mentali sono interazioni fra uomo, ambiente e tecnologia; l'individuo diventa tutt'uno con il contesto socio-culturale e tecnologico con cui interagisce.
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    Aggiungerei che gli ambiti di applicazione non si limitano all'apprendimento o alla ricerca delle competenze di cui abbiamo bisogno negli altri o in tutto ciò che ci circonda, ma anche alla possibilità di sviluppare grazie alla condivisione delle proprie capacità nuove soluzioni o applicazioni. Non è un caso che negli ultimi anni le scoperte scientifiche e tecnologiche siano il risultato della collaborazione di più persone in un team. Da cognizione distribuita a lavoro collaborativo, dunque. Un primo esempio potrebbe essere Linux: negli anni Ottanta, Richard Stallman, un genio dell'informatica, fonda la Free Software Foundation (FSF), un'organizzazione senza scopo di lucro costituita per sviluppare e distribuire software libero. Stallman e i suoi si oppongono all'idea che il software possa avere dei "padroni" e che questi possano imporre agli utilizzatori grosse restrizioni. Avviano così il progetto GNU per creare un intero sistema operativo libero. Sparsa per il mondo e grazie a internet, si forma una comunità di appassionati di informatica, che per passione e non per lucro collaborano nel progetto. Negli anni Novanta, Linus Torvalds , uno studente al secondo anno di informatica all'Università di Helsinki, sviluppa il sistema operativo Linux, rappresentato dal pinguino Tux. Così, è finalmente a disposizione un sistema operativo completo, funzionante, e completamente libero. GNU/Linux da subito si distingue per l'incredibile velocità, soprattutto per internet.
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    Articolo sulla cognizione distribuita, spiega cosa è l'idea di distributed cognition con qualche accenno storico.
Massimo Busetta

Activity analysis in complex work settings - 5 views

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    riflessioni sulla cognizione distribuita applicata al traffico aereo
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    Dal concetto generale di cognizione distribuita ad esempi pratici interessanti
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    L'uso degli strumenti modifica l'attività in quanto struttura l'interazione tra le persone e l'ambiente esterno (Hutchins, 1995). Diventa necessario analizzare la relazione tra l'attività e il contesto per controllare un processo che essendo dinamico, è alquanto difficile da tenere sotto controllo.
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    e' interessante come lo studio dell'interazione uomo strumenti debba comprendere anche l'ambiente esterno, peraltro lo studio di comportamentisti, william james, ha già posto il problema del rapporto fra l'individuo e l'iambiente che lo circonda e come questo reagisca verso la persona e viceversa, altrettanto interessante è la comprensione che in situazioni di lavoro complesse e rischiose non sia più sufficiente un'analisi di tipo meccanicistico ma porre come fattore centrale i processi cognitivi del,l'uomo, potrebbe tutto ciò rappresentare forse anche una evoluzione per il futuro dello psicologo che dovrà essere multitasking verso conoscenze e professionalità di altri settori.
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    Il controllo del traffico aereo e' una attività molto regolata sotto il profilo formale. Manuali di formazione, procedure e altre forme di documentazione disciplinano compiti assegnati ai principali attori (controllori e piloti). L'osservazione dell'attività reale svolta dai diversi attori mostra come ci sia un certo grado di liberta' rispetto al modo in cui il compito viene svolto. Queste variazioni o cambiamenti sono principalmente dovuti alle diverse strategie individuali di volta in volta messe in pratica e al differente uso che viene fatto dei media disponibili nell'ambiente (radar, strips, comunicazione via radio). Pertanto, come sostengono i teorici della Cognizione Distribuita, l'uso degli strumenti modifica l'attività in quanto struttura l'interazione tra le persone e l'ambiente esterno. Nell'articolo vengono presentate e commentate le caratteristiche principali dell'approccio della Cognizione Distribuita; dal punto di vista applicativo viene descritta l'applicazione all'analisi dell'attività del settore di approccio nel Centro di Coordinamento Regionale di Ciampino (Roma). I risultati dell'analisi dell'articolo vengono presentati attraverso scenari, cioè situazioni reali che mettono in evidenza particolari proprietà dell'attività di controllo del traffico aereo.
riccardo cazzulo

L'attività cognitiva distribuita - 1 views

Riporto un passaggio molto chiaro su alcuni aspetti della cognizione distribuita tratto da: L'ergonomia cognitiva - Antonio Rizzo - Università di Siena L'elaborato completo si può scaricare a quest...

cognizione distribuita

started by riccardo cazzulo on 28 Dec 12 no follow-up yet
Giuseppe Del Grosso

Cognizione distribuita - 4 views

Molti trovano alquanto strano parlare di cognizione distribuita perché sono abituati a ritenere l'atto intellettivo e cognitivo un fatto personale, individuale, interno. D'altra parte sono abbastan...

started by Giuseppe Del Grosso on 24 Apr 12 no follow-up yet
Rosanna Di Gioia

Cognizione distribuita - 5 views

Grazie Ylenia. Cercavo una sintesi per il concetto di cognizione distribuita e ho trovato il tuo contributo interessante. Mi permetto di aggiungere altri autori, menzionati da De Kerckove in una vi...

#DistributedCognition

rosa maria tafuri

Cognizione distribuita - 8 views

L'approccio teorico noto con il nome di "Cognizione Distribuita" sostiene che l'attività cognitiva umana non è caratterizzata esclusivamente dall'attività cerebrale bensì è distribuita tra il cerve...

Attività mente organizzazione extracorticale

started by rosa maria tafuri on 03 Jul 12 no follow-up yet
GIANLUCA COVELLO

Cognizione Distribuita - 1 views

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    Una spiegazione sulla cognizione distribuita "teoria psicologica sviluppata a metà degli anni 1980 da Edwin Hutchins"
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    Un gruppo di ricercatori hanno dato vita all'espressione "cognizione distribuita" che corrisponde perfettamente alle condizioni dela cognizione nell'ambiente totale che vediamo su internet.Molti trovano alquanto strano parlare di cognizione distribuita, perchè sono abituati a ritenere l'atto intellettivo e cognitivo un fatto personale, individuale, interno.Dall'altra parte sono abbastanza comuni frasi che lasciano intendere che ciò che si fa non è il risultato dell'atto di riflessione di una singola persona. Diciamo infatti "siamo riusciti a risolvere il problema."
federica rossi

Cognizione distribuita - L'esperimento di Zhang - 6 views

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    visto che mi ha colpito molto e mi ha permesso di capire bene il concetto, il video della mia collega sono andata in cerca anche io di un esperimento da mostrarvi per variare i concetti già illustrati
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    specifico che il video è demenziale, ma ci da un idea della nozione e fa trascorrere meglio i nove minuti di visione
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    #DistributedCognition rispondo con un altro video: http://www.youtube.com/watch?v=EsBOJA8fWb4 Cognizione distribuita...una brevissima lezione
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    al di là dell'ironia con cui è stato realizzato il video, credo sia interessante ed illuminante!
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    tralasciando la serietà del video perchè io ho messo un articolo di Repubblica, devo dire che l'esperimento della Torre non è assolutamente così. I dischi non si possono mettere su dischi di ampiezza inferiore e il procedimento del ragazzo è del tutto scorretto. E poi non mi è chiaro il nesso con la cognizione distribuita.
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