Ripensando agli studi che ho fatto precedentemente ho pensato al lavoro di Vygotskij gia nei primi anni del '900 e come sia attuale il suo pensiero riguardo agli artefatti culturali e l'importanza delle relazioni sociali nello sviluppo. Ho trovato questo materiale che ritengo interessante riguardo appunto la cognizione distribuita e la condivisione delle conoscenze.
Il concetto di 'cognizione distribuita' propone un ampliamento del concetto di 'cognizione situata' in quanto prende in considerazione tutte le componenti materiali e immateriali dell'ambiente in cui si sviluppa l'apprendimento.
L'idea di distributed cognition è utilizzata da Hutchins (1995) fin dalla metà degli anni '80 per spiegare la complessità dei processi di costruzione di conoscenza poiché si ritiene insufficiente l'interpretazione fornita dagli approcci convenzionali secondo i quali essi sono assimilabili a processi individuali di elaborazione di informazioni e, metaforicamente, localizzati nella mente della singola persona.
L'approccio della distributed cognition enfatizza la natura 'distribuita' nel tempo e nello spazio dei fenomeni della cognizione ed estende l'ambito di ciò che è considerato cognitivo oltre il singolo individuo, riconnettendo l'attività del pensare con le risorse e i materiali presenti nel contesto sociale e culturale. Questa tesi può essere fatta risalire alla scuola storico-culturale sovietica la quale sosteneva che tutti i tipi di attività umana cosciente sono sempre formati con l'appoggio di strumenti esterni. Un primo contributo che ha fornito le basi per spiegare il costrutto di 'cognizione distribuita' è quello di Vygotskij (1974), il quale definendo il principio dell'organizzazione extracorticale delle funzioni mentali complesse, getta le basi per interpretare i processi mentali come fenomeni sociali. Secondo questa prospettiva, la conoscenza umana e la sua rappresentazione non è confinata nella mente di un individuo ma è presente negli altri, negli str
scusate mi sono accorta che l'articolo non è arrivato completo, provo a ripostarlo.
Il concetto di 'cognizione distribuita' propone un ampliamento del concetto di 'cognizione situata' in quanto prende in considerazione tutte le componenti materiali e immateriali dell'ambiente in cui si sviluppa l'apprendimento.
L'idea di distributed cognition è utilizzata da Hutchins (1995) fin dalla metà degli anni '80 per spiegare la complessità dei processi di costruzione di conoscenza poiché si ritiene insufficiente l'interpretazione fornita dagli approcci convenzionali secondo i quali essi sono assimilabili a processi individuali di elaborazione di informazioni e, metaforicamente, localizzati nella mente della singola persona.
L'approccio della distributed cognition enfatizza la natura 'distribuita' nel tempo e nello spazio dei fenomeni della cognizione ed estende l'ambito di ciò che è considerato cognitivo oltre il singolo individuo, riconnettendo l'attività del pensare con le risorse e i materiali presenti nel contesto sociale e culturale. Questa tesi può essere fatta risalire alla scuola storico-culturale sovietica la quale sosteneva che tutti i tipi di attività umana cosciente sono sempre formati con l'appoggio di strumenti esterni. Un primo contributo che ha fornito le basi per spiegare il costrutto di 'cognizione distribuita' è quello di Vygotskij (1974), il quale definendo il principio dell'organizzazione extracorticale delle funzioni mentali complesse, getta le basi per interpretare i processi mentali come fenomeni sociali. Secondo questa prospettiva, la conoscenza umana e la sua rappresentazione non è confinata nella mente di un individuo ma è presente negli altri, negli strumenti e negli artefatti appartenenti all'ambiente. Difatti la conoscenza che una persona è in grado di utilizzare per affrontare le situazioni reali e risolvere problemi non è solo quella della sua struttura cognitiva (mente/memoria), ma anche in altre menti/memorie e prodotti
taggare è la settima parola di cui si è più ricercato il significato su Google nel 2011, verbo che significa "etichettare" e deriva dall'inglese to tag. il termine è entrato nel linguaggio comune grazie a facebook: nel social network significa dare un volto presente all'interno di una foto o di un video. ma in realtà ha un significato più ampio: contrassegnare consiste nell'attribuzione di una o più parole chiave dette tag che individuano l'argomento di cui si sta trattando. E' un'attività sempre più diffusa su tutti i siti per catalogarli meglio e proporre altre informazioni correlate agli utenti. sicuramente in un mondo così vasto come il web che permette di navigare ed di usufruire di un insieme vastissimo di contenuti, abbiamo la necessità di avere parole chiave per facilitare la ricerca
ho trovato questa indagine svedese che rovescerebbe il concetto che la donna è favorita nel multitasking:
Il vero re del multitasking è l'uomo
Sovvertiti gli studi degli ultimi anni: il campione del «fare tante cose insieme» sarebbe il maschio (e non la superdonna)
MILANO - Superdonne, forti, instancabili, abituate a gestire insieme lavoro, famiglia, casa, parenti e amicizie, inventandosi una giornata fatta da tasselli che si incastrano perfettamente. E soprattutto, regine del multitasking: in grado cioè di portare a termine compiti diversi insieme. Ma una nuova ricerca mette in luce gli uomini, che nelle mille ricerche dedicate alle superdonne restavano defilati e, per esclusione, tacciati di competenze inferiori alle loro compagne nella gestione dei molti impegni contemporanei. A torto, secondo l'università di Stoccolma: sarebbero infatti i maschi i migliori nel raggiungere molti obiettivi insieme. E tutto per via della loro maggiore capacità nel gestire la dimensione spazio-temporale.
LA RICERCA - Un po' a sorpresa, questa ricerca si inserisce nel filone che osanna (e condanna) le donne nel multitasking. Sostenendo che l'uomo, più della donna, è abile nelle multifunzioni, o meglio, nell'avere successo in sessioni da più compiti insieme. Come a dire: le donne, obbligate o votate al fare più cose insieme, sono però meno abili delle loro controparti nel riuscire. Mentre gli uomini, se si mettono a fare più cose insieme, sono più portati ad avere successo. Secondo lo studioso in psicologia Timo Mantyla dell'università di Stoccolma, la cui ricerca su un pari numero di uomini e donne tra i 19 e i 40 anni è stata pubblicata dalla rivista scientifica Psychological Science il successo nel multitasking dipende da due diverse funzioni cognitive. E una di queste è più marcata e sviluppata nel sesso maschile.
DUE FUNZIONI - La prima tra queste funzioni è quella che rende abili nel ricordare le cose e nell'aggiornare continuamente la propria mente sullo stato di avanzamento dei nostri compiti: fondamentale per tenere sotto controllo la cassiera che fa il conto della spesa mentre stiamo telefonando e dando indicazioni a un collega, per esempio, o i compiti dei figli mentre rispondiamo a una e-mail e prepariamo la cioccolata calda. La seconda funzione cognitiva coinvolta è quella spazio-temporale: e secondo i ricercatori svedesi sarebbe proprio l'abilità di azione in questa dimensione a regolare il flusso di gesti e comportamenti in un momento multitask e a decretarne dunque il successo. Non a caso, quella spazio-temporale è una funzione più sviluppata negli uomini rispetto alle donne.
LA PROVA DEL NOVE - Per arrivare ai suoi risultati, il professor Mantyla ha sottoposto i volontari a diversi test: dapprima li ha messi davanti a schermi in cui riconoscere cifre che si ripresentavano in stringhe di caratteri che passavano sugli schermi, chiedendo loro di "fermare" la scena quando uscivano determinati numeri. Insieme, avrebbero anche dovuto (decidendo in quale momento passare da un test all'altro) svolgere altri compiti allo schermo. Niente di complicato, ma si trattava di compiti che messi insieme richiamavano un po' quel che avviene mentre si cucina un pasto elaborato: tagliare i singoli ingredienti o svolgere una parte di lavoro di per sé è semplice, ma sono i tempi e i movimenti coordinati a decretarne la difficoltà e il successo. In aggiunta, i partecipanti hanno svolto prove di controllo del loro operato, e anche rotazioni spaziali di oggetti per vagliarne le capacità di ragionamento nello spazio.
DONNE E CICLO - E mentre gli uomini si sono sempre dimostrati migliori nel non commettere errori rispetto alle donne totalizzando punteggi superiori nei test svedesi, vi è però un caso in cui è stato il gruppo femminile a eguagliare e superare quello maschile. I ricercatori hanno infatti chiesto alle donne presenti in quale momento del ciclo mestruale si trovassero, e incrociato poi anche questo dato con quelli dei risultati finali. Le donne che si trovano nelle due settimana precedenti il flusso (la fase Lutea che segue l'ovulazione) hanno totalizzato risultati sotto la media, mentre quelle che si trovavano proprio in piena mestruazione, nei primi giorni del ciclo, hanno eguagliato e talvolta superato gli uomini.
leggevo su un settimanale un articolo con il titolo sopracitato, trovo sia l'ennesima conferma di come sia rapida e continua l' evoluzione della tecnologia, basti pensare che il primo messaggino fu inviato il 3 dicembre 1992 partendo da un computer verso un cellulare inglese, un modo di comunicare in 160 battute, poi fatte crescere dalla tecnologia, che ha posto le premesse della social revolution guidata dagli eredi, Facebook in testa. oggi questo modo di comunicare è stato soppiantato da chi parla e vive sul web, ed è proprio il boom della comunicazione via web (social network, whatsap, iMesage, Skype) sta mettendo in ombra il capostipite: 20 anni dopo l'sms è diventato vecchio! Nel 2011 nel mondo ne sono circolati ancora 4mila miliardi e sempre nel 2011, 89miliardi in Italia, ma il declino è iniziato (meno 3% negli Stati Uniti). pur rimanendo un fenomeno epocale, tanto da essere inserito nel libro "I nuovi miti d'oggi. Essi hanno segnato il passaggio da una società che si collega a intermittenza a una sempre connessa. Oggi è difficile resistere alla concorrenza (apparentemente) gratuita dei social media. lo sanno bene le compagnie telefoniche che vedono continuamente scendere i ricavi da sms , mentre salgono quelli da traffico dati. " Li usano molto di più le aziende nelle relazioni con i clienti" segnala l'Osservatorio mobile del Politecnico di Milano. Solo le banche nel 2011 ne hanno inviati il 40 per cento in più. Ma come continua l'articolo anche la camiciaia oggi con un sms ti avvisa che la tua è pronta. In definitiva i messaggini possiamo dire che in 20 anni hanno raggiunto la "maturità".
ho trovato questa mattina, su un quotidiano nazionale, un articolo che dimostra come le nuove tecnologie, in questo caso lo schermo touch e wi-fi, favorsicono le informazioni e come prossimamente questo nuova "cabina telefonica" permetterà anche telefonate via skype. Questo è l'articolo: il nuovo articolo si chiama Smart Screen, schermo intelligente. E' la nuovoa "cabina telefonica" di Manhattan. hotspot wi-fi e lo schermo da 32 pollici per cercare informazioni. Le prime 25 attivazioni sono partite a NewYork e nei prossimi mesi seguiranno Chicago, Boston, Washington, Miami, LosAngeles. Sugli schermi multi-touch è mappato il quartiere, con indicazioni sulle attività commerciali, il traffico e i mezzi di trasporto. In sostanza, un mega tablet appeso ad un pannello, disponibile per tutti. Una delle prossime applicazioni permetterà di telefonare tramite Skype. Ritengo che questa sia l'ennesima conferma di come le informazioni diventino sempre più disponibili a tutti e quindi l'importanza di apprendere l' utilizzo delle nuove tecnologie, in modo da poter essere "connessi" in una rete di conoscenze sempre in evoluzione