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Home/ Groups/ Psicotecnologie e Processi Formativi - Uninettuno
lorenzarossi

La caffettiera del masochista - 12 views

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    Molto interessante questo libro di Norman in cui parla di questi oggetti quotidiani e della loro scarsa usabilità perché non concepiti tenendo a mente l'utente finale ovvero l'individuo che andrà ad utilizzare questo oggetto
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    La caffettiera del masochista mi fa pensare a molte cose, come a una penna stilografica che ho comperato l'anno scorso e che ha l'impugnatura ergonomica con sfaccettature che dovrebbero assecondare la pressione e la posizione delle dita della mano dello scrivente. In realtà le dita della mia mano a volte trovano intralcio con questa forma, a tal punto che, tutto sommato, è meglio la tradizionale impugnatura cilindrica piuttosto che una forma così "pensata" per la quale si rischia di perdere la spontaneità del gesto dello scrivere. Questo libro di Donald Norman è davvero coinvolgente!
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    Ho letto la caffettiera del masochista molte tempo fa ma mi ricordo che sono rimasto molto colpito dalla banalità che spesso si nasconde dietro alla scarsa usabilità degli oggetti quotidiani. Spesso non è necessario un grande lavoro di design e progettazione ma basterebbe porsi un po' di più nei panni dell'utente. Lavorando nel campo della disabilità, cognitiva e motoria, mi sono scontrato spesso con la frustrazione di oggetti costruiti in modo tale da avere limiti davvero banali ma che possono precludere l'utilizzo da parte di una intera fetta di utenza
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    Ho letto questo libro consigliato nelle videolezioni dal prof. Polillo in cui si passano in rassegna degli oggetti apparentemente semplici ma mal progettati. L'autore del libro sostiene che la causa del rapporto a volte difficoltoso tra l'uomo e gli oggetti, molto spesso, non è un'incapacità dell'utilizzatore, ma una progettazione poco coerente con il funzionamento della mente umana. Quindi, tutta l'interazione uomo-macchina deve essere considerata come una procedura cooperativa delle due parti, dove gli equivoci possono nascere da entrambi.
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    Interessante libro di Norman, l'ho trovato molto accattivante e divertente perchè l'autore propone episodi della sua vita e mi hanno fatto sorridere. Ho capito che è molto più importante capire come si sente l'utente,perchè molto spesso l'inghippo sta proprio li : ci si preoccupa di fare grandi lavori di design senza porsi la domanda " chi è il mio utente?" "cosa farà con questo oggetto?" "quali possono essere i limiti?". Semplici domande ma che non pensate possono portare ad un oggetto/sito mal funzionante e mal strutturato.
s-marcandalli

Second Life - 12 views

mi permetto di fare un'osservazione su quanto commentato da lei anticipandole che non è mia intenzione criticare la sua persona, ma semplicemente esporre una riflessione critica. Quando ci troviam...

#collaborativeLearning

De Rose Mario

Come impariamo a leggere - 9 views

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    Questo articolo lo trovo molto interessa te perché parla di come impariamo a leggere e di quali siano le aree cerebrali implicate in questo sofisticato meccanismo, partendo da reazioni del cervello dovuti ad un aumento di sostanze che traduce questi segnali chimici in parole.
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    La lettura è un indispensabile strumento di consapevolezza emotiva e, quindi, di emancipazione sociale dal momento che, come i lettori appassionati sicuramente riescono ad intuire con facilità, si tratta di un'esperienza altamente formativa, fondamentale per modificarci e cambiare la percezione che abbiamo di noi stessi e del mondo.Attraverso i libri che leggiamo, costruiamo il nostro essere, che è tatuato di parole. Senza i buoni libri che abbiamo letto, che ci hanno creati e ricreati, saremmo in qualche modo peggiori di quello che siamo, meno ribelli, meno coraggiosi e più conformisti. Leggere non è mai un dovere ma una scelta libera da cui derivano moltissimi benefici come l'apprendimento della lingua, la conoscenza del mondo, lo sviluppo dell'immaginazione e, soprattutto, la crescita personale e interiore.
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    Ho trovato l'articolo molto interessante e mi ha portato a pensare quanto io, adulta, dia ormai per scontata e banale la grandiosa competenza acquisita della lettura. I contributi della lettura sono molteplici, dalla formazione di un pensiero critico, ad una maggiore informazione, a una capacità di astrazione e immaginazione più articolata, al semplice e puro svago e rilassamento. Credo sia fondamentale, oggi più che mai, trasmettere l'amore per la lettura a partire dalla prima infanzia.
Romina Mandolini

Intelligenza e tecnologia - 2 views

  • Dyson: We have to wait and see. But I am not sure whether computers are just tools. When you look at your iPhone to get directions, are you asking the phone where to go or is the phone telling you where to go? You cannot draw a strict line between active and passive information exchange. If some alien form of life came to earth, they might be convinced that there is a bodiless form of intelligence that is telling its constituent parts to turn left or right. So there is a symbiosis that works both ways.
  • Dyson: Right. We now live in a world where information is potentially unlimited. Information is cheap, but meaning is expensive. Where is the meaning? Only human beings can tell you where it is. We’re extracting meaning from our minds and our own lives.
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    "…non sono affatto sicuro che i computer siano solo strumenti. Quando guardi il tuo iPhone in cerca di un'indicazione stradale, sei tu che stai chiedendo all'Iphone dove andare o è il tuo telefono che te lo sta dicendo? Non si riesce a tracciare una linea netta che divida l'attivo e il passivo in questo scambio di informazioni. Se una forma di vita extraterrestre arrivasse sulla Terra, potrebbe convincersi che esiste una forma di intelligenza incorporea che ordina a dei corpi di girare a destra o a sinistra. È una forma di simbiosi che lavora in maniera biunivoca." Segnalo come secondo intervento, questa bella intervista al prof. George Dyson (autore del libro "L'evoluzione delle macchine. Da Darwin all'intelligenza globale"), sull'intelligenza e sulle trasformazioni cognitive che le tecnologie stanno apportando. Mi piace l'accento che egli pone sull'intelligenza umana, sulla sua unicità e specificità. Utilizziamo la tecnologia ma attenzione a non lasciare che sia lei ad usarci. Sembra un'affermazione banale ma non lo è visto che i confini tra umano e artificiale, sistema nervoso e artefatti tecnologici, sono sempre più labili.
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    Romina l'accento che poni sulle riflessioni del prof Dyson è largamente condiviso e mi ha fatto tornare alla mente alcune tematiche affrontate dal sociologo francese J. Baudrillard. (E' l'oggetto che vi pensa). "L'intrattenimento, l'informazione e le tecnologie comunicative creano l'attuale forma sociale dell'iper-realtà, fornendo esperienze più intense e coinvolgenti, rispetto alle banali scene ordinarie della vita quotidiana, e nuovi codici e modelli interpretativi. L'iperreale, per paradosso, è più reale del reale e controlla e domina il pensiero e il comportamento attraverso la proliferazione e la diffusione di un flusso incontenibile di immagini e segni, che spingono l'umanità a fuggire dal deserto del reale, per sperimentare l'estasi dell'iperrealtà, attraverso il nuovo regno dei computer, dei media e dell'esperienza tecnologica."(EduEDA)
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    L'intelligenza artificiale è destinata a far parte in modo sempre più incisivo delle nostre esistenze, trovando scopi e applicazioni nel mondo del lavoro, dell'istruzione, dell'assistenza, dei traporti
Gianluigi Cosi

Intelligenza connettiva e apprendimento emotivo - 5 views

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    Segnalo questa tesina, disponibile sul sito web del nostro Rettore, in cui si affronta il tema della conciliazione del concetto di intelligenza connettiva e del concetto di apprendimento emotivo. Si vede inoltre come i due processi possono contribuire alla formazione che oggi viene offerta attraverso le Psicotecnologie. Il lavoro dà corpo alle affermazioni di De Kerckhove secondo cui "la velocità di risposta trasforma l'ambiente elettronico integrato in un sistema emozionale collettivo" e "i nuovi media elettronici stanno diventando ambienti intermedi che hanno accesso alla realtà intima della nostra psiche privata". La conclusione è che evitare di entrare in contatto con la nostra realtà interiore attraverso le psicotecnologie implica il rinunciare ad un modo efficace di rapportarsi a se stessi.
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    Concordo pienamente la tesina è sintetica è molto interessante e mette bene in evidenza come le tecnologie in grado di espandere la nostra mente connettano le intelligenze ai vissuti e alle emozioni con il fine della creazione di una conoscenza sia emozionale collettiva che interiore.
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    Il tema delle emozioni è senza dubbio uno dei più ampi nei campi delle scienze umane. Soprattutto quando, grazie al contributo degli studi sociologici e psicologici, si è iniziato a riconoscere le emozioni come la base del comportamento individuale e sociale[1]. Il loro apporto, infatti, si evidenzia nello sviluppo intellettivo e culturale dell'individuo e nella gamma delle loro funzioni nell'ambito neurofisiologico, affettivo, cognitivo e motivazionale.
gbartolomei1

facebook ci rende infelici? - 21 views

Vi suggerisco un articolo pubblicato da "Repubblica" nel 2018 relativo ad uno studio condotto dall'Università della Pennsylvania sulla relazione tra tempo passato sui social network e l'insorgere ...

psicotecnologie

Gianluigi Cosi

In ufficio addio al multitasking: meglio fare una cosa per volta - 10 views

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    Rispondere al telefono mentre si sta scrivendo un'e-mail. Intanto, tra un cenno a un collega, un sms sul cellulare e la ricerca affannosa di un documento andato perso tra le pile di fogli sulla scrivania, pensare a quel lavoro da chiudere, a quell'altro lasciato a metà e a quello che bisogna ancora iniziare. Saltare in continuazione da un'attività all'altra non aiuta a essere più veloci sul lavoro né a guadagnare di più. Dave Crenshaw, esperto di management e autore, sfata i miti del nuovo lavoro in un un libretto-guida. Ricerche di neuroscienza, come quella della Stanford University di Palo Alto recentemente pubblicata su "Proceedings of the National Academy of Sciences", stanno dimostrando come il multitasking peggiori progressivamente le performance del cervello. Il cervello, infatti, non è in grado di pensare due cose alla volta: saltare in continuazione da un'attività all'altra comporta dei "costi di transizione" in termini di attenzione, di concentrazione e di tempo perso per ricostruire il filo dei pensieri. Ma non è solo questione di inefficienza, in ballo ci sono anche i rapporti con gli altri: "Quando cerchiamo di fare più cose per volta coinvolgendo un'altra persona, per esempio dedicandogli un'attenzione frammentaria e non più di qualche attimo rubato a qualcos'altro, il costo è superiore al mero calcolo del tempo sprecato. Numerosi i consigli pratici: non prendere mai impegni senza consultare l'agenda, escludere sul proprio computer il segnale sonoro di posta in arrivo, disattivare i programmi di instant messaging, utilizzare con scrupolo gli smartphone. "Questi aggeggi ci rendono più produttivi solo se impariamo a tenerli sotto controllo".
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    CONCORDO!!!! :)
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    Sono molto vicino al pensiero espresso, secondo me lo spreco cognitivo (di attenzione) che si ha ad ogni interruzione è notevole , ci fa perdere in tanti modi (tempo, attenzione, ricominciare a collegare quallo che si faceva, propensione all'errore, ecc). Grazie della condivisione.
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    Assolutamente d'accordo con quanto espresso nell'articolo, in particolare sul fatto che il multitasking stia portando anche ad un deterioramento dei rapporti umani nei luoghi di lavoro. Siamo ormai troppo distratti ed immersi in decine di adempimenti simultaneamente che spesso ci distolgono dall'interazione proficua con gli altri, sia sotto l'aspetto professionale che sotto l'aspetto umano. Siamo a volte distratti e poco attenti alle esigenze ed ai bisogni degli altri e, magari, alle loro richieste di aiuto con la grave conseguenza di una spersonalizzazione dei rapporti umani e di una collaborazione compromessa per il raggiungimento degli obiettivi professionali ed aziendali
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    Sono d'accordo, purtroppo il multitasking non ci permette di concentrarci completamente e profondamente su quello che stiamo facendo. La nostra attenzione è sempre portata altrove e probabilmente non arriviamo allo stesso risultato di quando ci concentriamo su una cosa per volta
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    ottimo articolo spiega bene come fare multitasking influisce sulla vita di tutti giorni .
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    Ottimo articolo sul multitasking,sui suoi pro e contro e sul miglior modo per utilizzarlo
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    Oggi il mondo del lavoro ritiene il multitasking un valore importante. In realtà se non si impara ad utilizzare in maniera appropriata tutti gli strumenti che ci aiutano a semplificare il nostro lavoro, si corre il rischio di deteriorare il rapporto umano
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    https://www.tecnostress.it/la-meditazione-contro-lo-stress-da-multitasking-nuova-ricerca-usa.html Lo studio fornisce evidenze empiriche che un training sull'attenzione attraverso la meditazione migliora il comportamento multitasking a livello emotivo, di memoria, di costanza nel portare avanti il proprio compito.
nunzianazzano

ambienti virtuali di apprendimento: Second Life - 24 views

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    L'apprendimento in ambiente virtuale, SL, è considerato un apprendimento attivo dove l'utente/avatar crea continuamente significati a partire dagli stimoli esercitati dall'ambiente.
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    E' proprio per tutti i vantaggi che comporta l'apprendimento in un ambiente virtuale, ben descritti nell'articolo, che sempre più scuole e università stanno provando a sperimentare la propria didattica nel metaverso parallelo di Second Life, che al momento conta oltre 9 milioni di iscritti,e molti di questi sono studenti. L'ambiente si presta a realizzare attività didattiche con la metodologia del cooperative learning.Second Life viene utilizzato come ambiente ideale di apprendimento da un numero sempre crescente di istituti che stanno abbandonando le piattaforme per l'e-learning ritenendo le stesse poco interattive soprattutto in situazioni in cui il feedback deve essere immediato e deve prevedere come risposte delle animazioni tridimensionali. .
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    l'apprendimento collaborativo in forma virtuale consente di integrare diversi impegni, cito il mio caso di studentessa lavoratrice e madre, la connessione in un simile ambiente rende possibile ciò che sarebbe stato irraggiungibile
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    la visita dei musei più interessanti del mondo, è possibile esistono musei virtuali definiti "complementari", in quanto vengono realizzati siti internet con vere e proprie mappe che illustrano le opere reali e il percorso presente nel museo stesso, offrendo all'utenza un servizio di gran lunga più efficiente e ricco di informazioni dettagliate.
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    Nelle classi "virtuali", è possibile non solo riprodurre attività di insegnamento-apprendimento come avviene nelle classi reali, ma è possibile aumentare notevolmente la quantità di informazione, attivare molteplicità di interazioni fra soggetti di livelli culturali diversi con esperienze, cultura e di ambienti formativi di differenti paesi del mondo
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    Ti segnalo che la pagina indicata non è più disponibile. Errore 404
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    Anche io qualche mese fa mi sono iscritta a Second Life. Devo dire che è stato molto istruttivo l'utilizzo della piattaforma. Secondo wikipedia: Second Life è un mondo virtuale (MUVE) elettronico digitale online lanciato il 23 giugno 2003 dalla società americana Linden Lab a seguito di un'idea del fondatore di quest'ultima, il fisico Philip Rosedale. Si tratta di una piattaforma informatica nel settore dei nuovi media che integra strumenti di comunicazione sincroni ed asincroni e trova applicazione in molteplici campi della creatività: intrattenimento, arte, formazione, musica, cinema, giochi di ruolo, architettura, programmazione, impresa, solo per citarne alcuni.
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    Anch'io ho provato qualche tempo fa Second Life per curiosità'. Molte persone si iscrivono per giocare,conoscere altre persone o altro. Usare la piattaforma è gratuito, come sempre ma per le compagnie o le scuole, qualora volessero uno spazio privato, personalizzato e dove tenere i propri eventi, ci sono dei costi da sostenere, che partono da un mensile di poco meno di 9 dollari a 99 dollari per 12 mesi, una cifra assolutamente abbordabile per chi vuole tentare la sorte della realtà riprodotta in bit, ancora una volta. "Abbiamo creato il portale perché ci sono state molte richieste da parte di studi professionali e clienti, che volevano un luogo sicuro e confortevole dove incontrare i loro partner commerciali.
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    Anche io mi sono iscritta, h riscontrato una serie di difficoltà tuttora non risolti per quanto riguarda l'accesso alle aule virtuali con uninettuno. spero di avere la giusta concentrazione per poter usufruire di questo mezzo.
Sergio Migliorati

A Brief Introduction to Distributed Cognition - 1 views

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    La conoscenza distribuita è un approccio interdisciplinare che analizza gli aspetti della cognizione, da un punto di vista cognitivo, da una prospettiva sociale e organizzativa. Il livello più noto di analisi tiene conto di complesse attività cognitive socialmente distribuite , in cui gli artefatti tecnologici e le rappresentazioni sono una parte indispensabile.
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    Molto interessante la descrizione della cognizione distribuita come un approccio che abbraccia una prospettiva non solo cognitiva ma anche sociale e organizzativa. Non vi è solo lo studio della mente umana in maniera isolata ma anche di questa in relazione all'uso delle tecnologie e all'interazione sociale.
Sonia Grazzini

Intelligenza sociale - 3 views

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    Nell'interpretazione di questa definizione dobbiamo collegare altri due aspetti : comportamento e carattere. Il comportamento (che è frutto dell'educazione) abbinato al carattere (dal quale scaturisce spesso l'emotività) sono secondo me, le basi dell'intelligenza sociale, dove una persona riesce più o meno rispetto alle altre ad avere più o meno relazioni sociali.
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    Dal momento che l'articolo era aperto a varie possibilità di definizione, inserisco una definizione che mi sembra possa essere abbastanza completa : "L'intelligenza sociale può essere perciò definita come la capacità di agire in maniera appropriata in situazioni che implichino degli scambi relazionali tra le persone; comprendere cosa provi l'altro ed agire di conseguenza. Questo processo è più rapido del pensiero razionale e, nella maggior parte dei casi, avviene al di fuori della consapevolezza di chi lo mette in atto. Aspetti fondamentali dell'intelligenza sociale sono l'empatia e l'abilità di comunicazione". Lascio anche il link dell'articolo da cui l'ho presa: https://www.psicologi-italia.it/disturbi-e-terapie/psicologia-del-benessere/articoli/lintelligenza-sociale-cos-e-come-migliorarla-0.html In questo articolo è presente anche una parte in cui mostra come può essere allenata la propria intelligenza sociale.
Marcello Benedetti

Come sviluppare l'intelligenza nei bambini - 8 views

Come sviluppare l'intelligenza nei bambini? Sviluppando la nostra stessa intelligenza, o meglio, sviluppando e coltivando quella capacità che si dice sia insita nei bambini, ma che va perdendosi mo...

#Intelligence

Chiara Lucia Gobbi

Apprendimento collaborativo e condivisione, parole chiave per gli studenti del futuro - 11 views

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    Community: In un istituto superiore in provincia di Matera si sperimenta la piattaforma Moodle per l'e learning, con tecniche di apprendimento cooperativo in ottica costruttivista, attraverso il learning by doing. Con l'auspicio di avere per il futuro studenti "che invece di taggare solo foto e video e di scaricare musica, tagghino risorse didattiche, accedano alle risorse perché altri studenti le hanno indicate come utili".
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    Come suggerisce in questo articolo Mark Prensky perchè queste tecnologie non siano fine a se stesse, i giovani studenti e non hanno bisogno di un docente guida. Ho avuto modo di studiare e sperimentare le attività didattiche condividendo con il sottogruppo le conoscenze apprese che poi si condividevano con la classe. La presenza di un tutor o docente guida attiva e partecipativa all'interno dei gruppi che utilizzano piattaforme e-learning sono garanzia perchè gli studenti siano fruitori creativi e collaborativi.
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    La televisione interattiva, amplia enormemente il campo delle varie soluzioni didattiche, portando fino a casa dell'utente non solo l'informazione, ma anche i "saperi" e le "conoscenze strutturate" e favorendo, all'interno di spazi virtuali dinamici, l'apprendimento collaborativo
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    Condivisione è assolutamente la parola chiave, le nuove tecnologie favoriscono e azzerano le distanze tra persone promuovendo una continua condivisione di informazione. L'enorme sviluppo tecnologico odierno è anche dovuto alla possibilità di condivisione globale di informazioni,che permettono il confronto immediato
Mannuzza Salvatore

Tagging: una questione di etichette - 12 views

  • homepage appunti al lavoro! scrivere per il web i quaderni del MdS riscritture link glossario litbits caro visitatore blog libri sala stampa home servizi professionali scrittura formazione scrivere per il web Tagging: una questione di etichette di Alberto Falossi Su internet c'è tutto: chi vede il web per la prima volta rimane colpito proprio da questo. È sorprendente trovare siti dedicati a qualsiasi argomento, non importa quanto strambo o di nicchia. Ma in questo mare di informazioni è difficile navigare: trovare un sito, una persona, un'email, può diventare letteralmente un'impresa. Non è un caso che Google abbia fatto la sua fortuna "semplicemente" realizzando un motore di ricerca che funzionava meglio dei concorrenti. Tuttavia, le informazioni sono in costante crescita, e i motori di ricerca tradizionali non sono abbastanza intelligenti da capirne il significato e poterle metterle in relazione tra loro. L'avvento del cosiddetto Web 2.0 – con i (tanti) contenuti generati dagli utenti nei blog, wiki, forum, social network – ha ulteriormente complicato la situazione. È in questo contesto che nascono i tag e il fenomeno del tagging: gli utenti di internet catalogano personalmente i singoli contenuti, applicando delle etichette (tag, in inglese) a siti, blog, post, video, foto, musiche. L'obiettivo è aggiungere alla rete quella intelligenza che un software ancora non può avere, dare un significato preciso ai contenuti e migliorare la ricerca delle informazioni. Questo articolo spiega cosa sono e come si utilizzano i tag.   Cosa sono i tag Un tag è un'etichetta (per esempio: jazz, amici, cucina e così via), che può essere applicata a un elemento, sia esso una pagina web o un file musicale. Può riguardare il genere, l'argomento, l'autore, e in generale qualsiasi parola chiave associata a quel contenuto. I tag servono per ritrovare facilmente i contenuti. I siti e le applicazioni permettono infatti di “cercare per tag” (per esempio "elenca i siti c
  • ossono essere applicati diversi tag allo stesso contenuto, in modo da rappresentarne tutti i suoi aspetti e significati.
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    Categorizzare e Taggare sono le attività basilari per far giungere le le informazioni ad un maggior numero di persone. "Categorizzare", suddividere le informazioni nelle categorie opportune e solitamente sono sezioni stabili; ad esempio se parlo di sport posso categorizzare le varie attività, calcio, golf, ecc. "Taggare" selezionare le parole chiave migliori che devo riconoscere come le più presenti nell'immaginario comune. Nel sito fatto da me per raccontare gli sport principali della mia citta: Http://persicetanacalcio.jimdo.com ho individuato e taggato alcune parole chiave, nomi di squadre, presidenti, categorie e in breve tempo ho portato il mio sito in cima alle ricerche di Google. In questo sito "il mestierediscrivere" ci sono tutte le informazioni sommarie utili a chi vuole scrivere sul web e raggiungere il maggior numero di persone.
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    Un articolo esaustivo e di facile comprensione che spiega cosa è il tagging e cosa sono i tag. Nella grande dispensa di internet è ormai indispensabile catalogare ed etichettare ogni prodotto per poterlo identificare facilmente.
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    L'articolo scritto da Alberto Falossi, consulente informatico, esperto di Web 2.0 e nuovi meda, già professore a contratto alla facoltà di Economia dell'Università di Pisa, è semplice ed efficacie. Poche righe che aiutano a comprendere il significato, l'utilizzo e l'importanza del TAG, di un costrutto, ma ancor prima di un concetto, applicabile ai settori più diversi (l'etichetta e l'etichettare o categorizzare). L'utilizzo dei TAG sta prendendo sempre più piede, facilitando le ricerche di quanti navigano in internet e nei social. E' uno strumento la cui diffusione garantirà visibilità maggiore ad argomenti e prodotti (di qualsiasi tipo) semplificando le prassi e riducendo i tempi di ricerca.
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    Trovo particolarmente utile la spiegazione dell'aspetto applicativo, "come scegliere i tag". Perché se è vero che quando scegli un tag è bene mettersi dalla parte dell'utente è anche utile il contrario: Capire come e perché chi condivide del materiale lo etichetta nella maniera più appropriata (dal suo punto di vista) aiuta a capire la funzione e l'importanza dei tag
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    Approfondimento molto interessante sul tema "TAG" aspetto molto importante per utilizzare al meglio le risorse offerte dalla rete.
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    Grazie mille del contributo , ho trovato molto pratico e per me molto interessante, argomenti (prima di questa materia) dei quali prima non sapevo quasi l'esistenza. Molto fruibile.
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    Grazie anch'io lo ritengo un utilissimo contributo anche perchè molto spesso abbiamo a disposizione degli strumenti che non sappiamo sfruttare al meglio anche per attività di uso quotidiano
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    Ottimo articolo,preciso e chiaro
ciccospenk

INTERVISTA A Derrick De Kerckhove - 31 views

  • Le psico-tecnologie sono le tecnologie che estendono la mente così come altre tecnologie ‘fisiche’, come la macchina o la bicicletta, estendono il corpo. La TV è una psico-tecnologia, il computer è una psico-tecnologia. Io penso che le psico-tecnologie siano le tecnologie che estendono la mente, come l'automobile è la tecnologia che estende il piede e la pelle è la tecnologia che estende la mano. Lo schermo, adesso, ci dà due forme di ‘mentalità’: una, quella della TV, che è pubblica e l'altra, quella del computer, che è privata. I contenuti per l'immagine sullo schermo sono trattati da me attraverso il computer, mentre nel caso dell'immagine televisiva tutto è creato dalla produzione esterna. In entrambi i casi, comunque, si tratta di estensioni della mente, estensioni della psicologia ovvero di psico-tecnologie. Non valeva la pena di coniare questo nuovo termine se non ci fosse stata l’enorme diffusione di ‘psicotecnologia’ rappresentata da Internet. Internet è proprio una forma di estensione dell’intelligenza e della memoria privata ma fatta collettiva. Cosa dire, poi, della realtà virtuale? Si tratta di un'altra forma di estensione psico-tecnologica che ci permette di penetrare nello schermo e di accedere ad un mondo che è come un immaginario oggettivo. Oggi stiamo vivendo la rivoluzione della tecnica, stiamo passando dal mondo della TV a quello di Internet; dal mondo del pensiero pubblico, della coscienza, della mente pubblica della TV, alla mente privata del computer. Il nome del vostro programma, MediaMente, vuol dire psico-tecnologia: mediamente è insieme ‘media e mente’: la connessione tra il linguaggio e l'organizzazione mentale.
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    Per De Kerckhove le psicotecnologie sono una scienza che riunisce tecnologia e psicologia, è lo studio dei nuovi linguaggi , è una scienza che attraverso gli strumenti, cioè le tecnologie che utilizziamo nella nostra attività quotidiana, ha effetti sulla mente. Le nuove tecnologie le utilizziamo nella nostra attività quotidiana. Le persone ,attraverso un nuovo strumento che può essere Twitter o Facebook, creano un nuovo linguaggio, un nuovo formato che definisce uno stile di comunicazione, quindi l'effetto è che le persone stesse creano un nuovo linguaggio. In questo contesto, le psicotecnologie studiano il rapporto tra tecnologie e cognizione e studiano l'impatto che l'uso delle nuove tecnologie esercita nella trasformazione dei nostri processi cognitivi ( la comunicazione, la memoria, l'apprendimento, l'attenzione, etc.).
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    Le psico-tecnologie sono le tecnologie che estendono la mente così come altre tecnologie "fisiche", come la macchina o la bicicletta, estendono il corpo. La TV è una psico-tecnologia, il computer è una psico-tecnologia, le psico-tecnologie sono le tecnologie che estendono la mente, come l'automobile è la tecnologia che estende il piede e la pelle è la tecnologia che estende la mano" (De Kerckhove, 1998). Dalla scrittura, alla stampa e poi la radio, il telefono,la televisione e oggi il personal computer ed Internet queste tecnologie hanno modificato profondamente le caratteristiche sia del mondo esterno che delle nostre strutture cognitive interne. Grazie alle psicotecnologie l'uomo ha quindi esteso le capacità e le potenzialità della propria mente, potendo così superare tempo e spazio nella comunicazione: il desiderio di muoversi a proprio piacimento nello spazio e nel tempo, uscendo fuori dal corpo e dalla mente e trascendendoli attraverso le proiezioni tecnologiche, è sempre stato uno delle più forti attrattive per il genere umano.
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    Le tecnologie stanno sviluppando un potenziale che solo pochi anni fa era sconosciuto per l'essere umano. La possibilità di essere connessi 24h al giorno ha dell'incredibile e lo spazio non è un problema. Tutto questo è opera dell'uomo e della sua intelligenza: ma gli strumenti sono quello che hanno permesso tutto ciò.
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    Introduzione: Dopo aver preso visione delle varie definizioni a mio giudizio accurate del termine da parte dei membri di questo gruppo, mi sembra adeguato completare tale quadro concettuale sottolineando alcuni aspetti salienti del termine messi in luce da De Kerckhove. Pertanto di seguito riporto l'intervista della trasmissione televisiva e telematica MediaMente a Derrick De Kerckhove a Bologna, il 20/09/98, alla quale seguirà il mio commento. INTERVISTA: Domanda 1 Lei ha scritto che il computer è una psico-tecnologia e ha definito quello che stiamo vivendo come l'era delle psico-tecnologie. Che cosa intendeva dire? Risposta Si tratta delle tecnologie normalmente associate alla lingua e che sono proprio una forma di estensione del pensiero. E' importante capire che il pensiero di cui parlo è scaturito dalla possibilità di leggere. Adesso, invece, il mondo esterno passa dalle pagine allo schermo e sullo schermo prendono vita forme di coscienza, di espressione della coscienza, basate sul linguaggio, che sono una estensione della nostra mente. La televisione è una psico-tecnologia di tipo generale, globale, collettiva; il computer è una psico-tecnologia in cui noi abbiamo la possibilità di esercitare un potere sullo schermo del computer. Le psico-tecnologie sono le tecnologie che estendono la mente così come altre tecnologie 'fisiche', come la macchina o la bicicletta, estendono il corpo. La TV è una psico-tecnologia, il computer è una psico-tecnologia. Io penso che le psico-tecnologie siano le tecnologie che estendono la mente, come l'automobile è la tecnologia che estende il piede e la pelle è la tecnologia che estende la mano. Lo schermo, adesso, ci dà due forme di 'mentalità': una, quella della TV, che è pubblica e l'altra, quella del computer, che è privata. I contenuti per l'immagine sullo schermo sono trattati da me attraverso il computer, mentre nel caso dell'immagine televisiva tutto è creato dalla produzione esterna. In entrambi i
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    Introduzione: Dopo aver preso visione delle varie definizioni a mio giudizio accurate del termine da parte dei membri di questo gruppo, mi sembra adeguato completare tale quadro concettuale sottolineando alcuni aspetti salienti del termine messi in luce da De Kerckhove. Pertanto di seguito riporto l'intervista della trasmissione televisiva e telematica MediaMente a Derrick De Kerckhove a Bologna, il 20/09/98, alla quale seguirà il mio commento. INTERVISTA: Domanda 1 Lei ha scritto che il computer è una psico-tecnologia e ha definito quello che stiamo vivendo come l'era delle psico-tecnologie. Che cosa intendeva dire? Risposta Si tratta delle tecnologie normalmente associate alla lingua e che sono proprio una forma di estensione del pensiero. E' importante capire che il pensiero di cui parlo è scaturito dalla possibilità di leggere. Adesso, invece, il mondo esterno passa dalle pagine allo schermo e sullo schermo prendono vita forme di coscienza, di espressione della coscienza, basate sul linguaggio, che sono una estensione della nostra mente. La televisione è una psico-tecnologia di tipo generale, globale, collettiva; il computer è una psico-tecnologia in cui noi abbiamo la possibilità di esercitare un potere sullo schermo del computer. Le psico-tecnologie sono le tecnologie che estendono la mente così come altre tecnologie 'fisiche', come la macchina o la bicicletta, estendono il corpo. La TV è una psico-tecnologia, il computer è una psico-tecnologia. Io penso che le psico-tecnologie siano le tecnologie che estendono la mente, come l'automobile è la tecnologia che estende il piede e la pelle è la tecnologia che estende la mano. Lo schermo, adesso, ci dà due forme di 'mentalità': una, quella della TV, che è pubblica e l'altra, quella del computer, che è privata. I contenuti per l'immagine sullo schermo sono trattati da me attraverso il computer, mentre nel caso dell'immagine televisiva tutto è creato dalla produzione esterna. In entrambi i
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    INTERVISTA: Le psico-tecnologie sono le tecnologie che estendono la mente cos come altre tecnologie 'fisiche', come la macchina o la bicicletta, estendono il corpo. La TV una psico-tecnologia, il computer una psico-tecnologia. Io penso che le psico-tecnologie siano le tecnologie che estendono la mente, come l'automobile la tecnologia che estende il piede e la pelle la tecnologia che estende la mano.
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    L'intervista a De Kerckhove mette in risalto che tutte le nuove tecnologie elettroniche (TV, computer, ecc.) finiscono per costituire un'estensione della nostra mente, inoltre, ci consentono di metterci in contatto con il mondo azzerando il tempo e lo spazio e favorendo lo sviluppo della collaborazione e quindi di una intelligenza connettiva (e a questo punto direi anche collettiva). Ultima ma non meno importante considerazione di De Kerckhove è la necessità di far accedere i bambini a questi strumenti sin da piccoli e attraverso la scuola.
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    Per riprendere una definizione di De Kerckhove, i blog costituiscono la rappresentazione della maturità delle Rete. Non sono una mera forma di esibizione dell'io, ma rappresentano il rapporto con gli altri. Attualmente circa il 60% dei blog sono diari personali. Ogni giorno vengono creati circa 15.000 nuovi weblog. I weblog hanno un enorme potenziale destabilizzante del sistema, perché consentono a chiunque di pubblicare qualsiasi tipo di materiale senza bisogno di un editore. Se a livello tecnologico non rappresentano una novità, in quanto sono il modello più semplice di sistema per la gestione dei contenuti (Content Manager System), lo sono a livello di significato e di ripercussioni che comportano.
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    Ecco delle risposte esaustive per capire al meglio le psicotecnologie. Le psicotecnologie sono una scienza, non ancora classificate come una scienza, ma riuniscono la tecnologia e la psicologia. Le psicotecnologie sono delle tecnologie che amplificano il potere della nostra mente e hannp degli effetti sulla mente dato che gestiscono il linguaggio. Si tratta dello studio di come la lingua che è il nostro strumento principale sia per comunicare e anche per pensare viene trasformato dalla tecnologia di supporto e di come diventa una cultura diversa. Il motivo di ciò sta nel fatto che ovviamente la lingua rappresenta una parte molto intima di noi stessi, soprattutto al livello del pensiero, ma anche del discorso. Il sistema di supporto che veicola il linguaggio modifica la modalità di utilizzazione del linguaggio sia in pubblico sia nell'intimità del proprio pensiero. Condiziona le notre idee e la nostra posizione nello spazio e la nostra idea di uso del tempo.
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    Condivido con te, il cambiamento che le psicotecnologie hanno avuto sulla nostra vita quotidiana. L'essere qui e contemporaneamente li, stare soli a casa e contemporaneamente in compagnia di amici che chattano con te, magari dall'altra parte del mondo. Gli spazi sembrano azzerarzi e così il tempo di trasmissione dei contenuti diviene ormai istantaneo. Da ciò ne deriva anche una perdita della privacy. Basta entrare su facebook per capire dalle foto, se hai famiglia o sei single, da quello che scrivi, ti piace o condividi, come sei, e quello che ti piace o quello che vorresti essere.
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    Molto interessante questo articolo. Ritengo le psicotecnologie una rivoluzione, convengo che abbiano avuto un ruolo incisivonell anostra vita. SIcuramente ritengo siano cambiamenti postivi, di miglioramento delle nostre conoscenze. Abbiamo la possibilità di produrre conoscenza , di scambiarla e costruirla tramite le tecnologie che siano web o tv. A mio avviso l'essere sempre connessi è un modo per estendere la nostra mente e il nostro sapere. De Kerckhove ritiene che tali veicoli possano essere utili per l' apprendimento per i bambini. Sono d'accordo in quanto hanno la possibilità di apprendere più velocemente amplificando le loro capacità e potenzialità nello stesso tempo. La condivisione del sapere permette l'apprendimento che può essere in questo caso anche divertimento.
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    DdK "Eccoci nell'era delle psicotecnologie" Articolo molto interessante del prof DeKerckhove su cosa intende per psicotecnologie e sull'estensione delle dimensioni del pensiero offerte da internet. "Internet è proprio una forma di estensione dell'intelligenza e della memoria privata ma fatta collettiva." Una riflessione che nel 1998 gia' preconizzava l'utilizzazione delle risorse distribuite in rete, accessibili per mezzo degli strumenti tecnologici condivisi (facebook viene lanciato nel febbraio 2004)
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    Come le tecnologie meccaniche sono estensione del corpo, vedi la macchina o la bicicletta estensione del piede, le psicotecnologie rappresentate dalla televisione e dal computer sono estensione della mente .Ma mentre la televisione e' una psicoteconologia di tipo collettivo il computer e' una forma privata di espressione cognitiva che si fa collettiva. Kerckhove all'epoca esprimeva l'opportunita' di dare accesso a questi nuovi strumenti al mondo della scuola ,fin dall'infanzia ,in modo da poter sviluppare una connessione universale e preparare le basi per una nuova economia.L'insegnamento , spiega, deve essere fatto di stimoli e non di spiegazioni.In aula questo si concretizza con la realizzazione di prodotti multimediali e lo sviluppo del lavoro di gruppo . Quello che si e' fatto oggi in Italia sull'argomento e' fermo a discussioni tra politici sull'"agenda elettronica" e sul digital divide . Mi viene spontaneo confrontare l'intervista di Kerckhove fatta nel 1998 con la situazione attuale in Italia su questi temi. Per esempio il tema della "intelligenza collettiva" che secondo il sociologo accelera la capacita' di apprendimento delle persone e dei gruppi. Pensando all'Italia leggevo che ogni singola Istituzione o Ministero ha un proprio centro di elaborazione dei dati ,e molti di questi non sono neanche collegati tra di loro.Credo basterebbe poco mettere a fattor comune le informazioni e contribuire allo sviluppo e la democratizzazione del Paese facendo viaggiare le informazioni invece che le persone.
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    In una intervista del '98 per il programma RAI MediaMente, De Kerckhove definisce le psico-tecnologie come le tecnologie che estendono la mente così come altre tecnologie 'fisiche', come la macchina o la bicicletta, estendono il corpo. Oggi il mondo esterno passa attraverso lo schermo della televisione o del computer che hanno preso il posto delle pagine dei libri. De Kerckove parla di due tipi di mentalità che scaturiscono dal rapportarsi con lo schermo: una mentalità pubblica legata allo schermo televisivo, dove ciò che appare è dato da una produzione esterna ed una mentalità privata legata a quello del computer dove siamo noi ad esercitare potere sui contenuti. Entrambi i casi producono un estensione della mente, un'estensione della psicologia, da cui deriva il termine coniato dal Professore appunto psico-tecnologie . Riguardo al termine De Kerckhove asserisce che la necessità di crearlo si è manifestata con la grande diffusione di Internet che è appunto un'estensione dell'intelligenza e della memoria introdotte nella collettività.
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    Credo di aver capito che, più che una scienza che agisce sulla mente attraverso la tecnologia, le psicotecnologie siano quelle tecnologie che creano una vera e propria estensione della mente, una sorta di vera e propria estensione fisica come lo è (riportando gli esempi di De Kerckove) il pedale della bicicletta per il piede.
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    intervista 
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    INTERVISTA: Le psico-tecnologie sono le tecnologie che estendono la mente cos come altre tecnologie 'fisiche', come la macchina o la bicicletta, estendono il corpo. La TV una psico-tecnologia, il computer una psico-tecnologia. Io penso che le psico-tecnologie siano le tecnologie che estendono la mente, come l'automobile la tecnologia che estende il piede e la pelle la tecnologia che estende la mano.
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    Secondo l'autore Derrick De Kerckhove, una psicotecnologia è una qualsiasi tecnologia che emuli, estenda o amplifichi il potere della nostra mente. Di fatto, in un suo intervento durante il dibattito dal titolo " ECCOCI NELL'ERA DELLE PSICOTECNOLOGIE" (Bologna, 1998) l'autore ha avallato tale definizione così come testualmente riportato nel passo dell'intervista sotto riportato: DOMANDA "Lei ha scritto che il computer è una psicotecnologia e ha definito quello che stiamo vivendo come l'era delle psicotecnologie. che cosa intendeva dire?" RISPOSTA "si tratta delle tecnologie normalmente associate alla lingua e che sono proprio una forma di estensione del pensiero. E' importante capire che il pensiero di cui parlo è scaturito dalla possibilità di leggere. adesso, invece, il mondo esterno passa dalle pagine allo schermo e sullo schermo prendono vita forme di coscienza, di espressione della coscienza, basate sul linguaggio, che sono una estensione della nostra mente. la televisione è una psicotecnologia di tipo generale, globale, collettiva; il computer è una psicotecnologia in cui noi abbiamo la possibilità di esercitare un potere sullo schermo del computer. Le psicotecnologie sono le tecnologie che estendono la mente così come altre tecnologie 'fisiche', come la macchina o la bicicletta, estendono il corpo. La tv è una psicotecnologia, il computer è una psicotecnologia. Io penso che le psicotecnologie siano le tecnologie che estendono la mente, come l'automobile è la tecnologia che estende il piede e la pelle è la tecnologia che estende la mano. lo schermo, adesso, ci dà due forme di 'mentalità': una, quella della tv, che è pubblica e l'altra, quella del computer, che è privata. i contenuti per l'immagine sullo schermo sono trattati da me attraverso il computer, mentre nel caso dell'immagine televisiva tutto è creato dalla produzione esterna. in entrambi i casi, comunque, si tratta di estensioni della mente, estensioni
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    Il prof. De Kerckhove sintetizza in modo esaustivo il concetto dell'influenza delle nuove tecnologie sulla psiche umana.
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    le psico-tecnologie sono le tecnologie che estendono la mente: l'automobile o la bicicletta è una estensione del corpo, il computer è una estensione della mente come contenuti. Internet è proprio una forma di estensione dell'intelligenza e della memoria privata ma in modo collettivo, data dalla cooperazione di più individui. Oggi stiamo vivendo la rivoluzione della tecnica, stiamo passando dal mondo della TV a quello di Internet; dal mondo del pensiero pubblico, della coscienza, della mente pubblica della TV, alla mente privata del computer. Necessità di perfezionare nuove forme di didattica a distanza per permettere una continua formazione, oggi non disponibile. Necessità di una intelligenza collettiva che permetta di presentare idee creativa nate dalla collaborazione di più individui connessi in ogni luogo, attraverso i sistemi comunicativi ed informativi per giungere alla globalizzazione della cultura. Le nuove tecnologie aiutano a fissare trasmettere e manipolare l linguaggio parlato, c'è una rinnovata diffusione della pratica del leggere e dello scrivere.
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    Le Psicotecnologie sono le tecniche attraverso cui l'intelligenza diventa connettiva (prima era semplicemente cognitiva), estendendosi e permeando la cultura contemporanea. Non possiamo prescindere da esse, sostiene De Kerckhove, se vogliamo progredire tecnologicamente ed evolutivamente. La conoscenza Psicotecnologie sta alla base del loro utilizzo e sempre più dobbiamo impossessarcene per mettere un piede nel futuro e non farci cogliere impreparati. Questo non significa diventare perfetti informatici ma adeguarci al progredire della scienza per sfruttarne i massimi benefici e limitarne al massimo i danni.
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    Il sociologo e giornalista spiega attraverso un'intervista strutturata il concetto di psicotecnologia, l'importanza dell'accesso di questi strumenti nel mondo dei bambini, la funzione di strumenti quali i videogame.
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    La psicotecnologia è quella branca della psicologia generale che studia l'impatto psicologico dell'utilizzo delle tecnologie, soprattutto quelle associate alla lingua: esse, in breve, producono fondamentali ripercussioni sul nostro modo di pensare e di comunicare, in quanto richiedono che l'intelletto umano utilizzi le sue capacità in maniera differente dal passato; se questi modi di impostare la mente si stabilizzano e si sedimentano nel loro utilizzo, allora cambierà la nostra percezione del mondo, il nostro modo di organizzare il cervello, il nostro modo di agire. La principale scuola ad aver analizzato questo fenomeno sin dagli anni '40 è la Scuola di Toronto, che annovera studiosi del calibro di Marshall McLuhan: Carpenter, Havelock e McLuhan hanno cercato di definire il significato psicologico dell'adozione dell'alfabeto greco nella cultura occidentale. Lo studioso che oggi si dedica maggiormente a questa disciplina è Derrick De Kerckhove, che analizza in che modo l'alfabeto possa influenzare il nostro orientamento visivo. Secondo De Kerckhove una psicotecnologia è qualunque tecnologia emuli, estenda o amplifichi il potere della nostra mente. Così come la scrittura consente all'individuo di depositare le conoscenze acquisite su supporti più stabili della memoria, alterando le modalità di gestione della stessa, allo stesso modo consente di percepire l'uomo stesso da una prospettiva differente: è con la scrittura, in sintesi, che l'individuo esce dalla realtà tribale e collettiva per approdare all'individualizzazione e alla consapevolezza della sua identità. Se il pensiero umano è scaturito dalla possibilità di leggere, l'apporto delle nuove tecnologie estende ulteriormente la mente dell'uomo, modificandola in maniera evidente. La televisione, il telefono, il computer, gli ipertesti, sono psicotecnologie nella misura in cui inducono il cervello ad elaborare nuovi paradigmi cognitivi che modificano la nostra percezione del mondo.
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    Ottimo articolo,chiaro e preciso
Gianluigi Cosi

De Kerckhove: L\'Italia laboratorio d\'Europa nel rapporto politica-web - 7 views

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    Secondo De Kerckhove internet è una grande occasione di raccolta e guida del consenso e si meraviglia di come nella politica italiana solo Beppe Grillo se ne sia accorto in tutti questi anni. Nella fase preparatoria delle primarie USA del 2004, Dick Cheney organizza una grande cena di fund-raising a Washington, il giorno dopo Howard Dean (che corre per la nomination democratica) lancia una provocazione su Internet: il "panino democratico", compratevi un sandwich al tacchino e donatemi cinque dollari. In un solo giorno viene eguagliato il "raccolto" di Cheney e la somma cresce esponenzialmente nei giorni successivi. E' quello il momento, secondo De Kerckhove, in cui il web diviene il re dei media. Ricordando Nicholas Negroponte, De Kerckhove sottolinea che grazie a Internet si invertono i ruoli di Davide e Golia, però bisogna sempre avere gli occhi aperti per capire chi c'è dietro i nuovi Golia e la stessa Internet mette a disposizione anche in questo caso lo strumento della verifica "fra pari". Il controllo dal basso è fondamentale e va sempre messo in opera, altrimenti si ricade nell'errore dei tempi della televisione: "dare fede acriticamente a qualcuno".
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    Concordo pienamente con le tue osservazioni. Purtroppo ancora molte persone non hanno capito realmente quali sono le potenzialità e i rischi della rete. C'è solo da augurarsi che la presa di coscienza avvenga prima possibile. Grillo ha fatto tanto per questo.
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    sarebbe interessante effettuare un'analisi per verificare il livello di utilizzo delle nuove tecnologie, quando si ipotizza che internet potrebbe diventare uno strumento di democrazia allargata, forse facciamo riferimento alle prossime generazioni che digital native, una semplice analisi sociologica ci farebbe capire come è etereogenea la popopolazione italiana proprio in merito all'utilizzo delle tecnologie informatiche. non dimenticando che la velocità di sviluppo della tecnologia supera la capacità di ottenerla e apprenderla. Un'altra considerazione, forse un pò banale, ma siamo certi che questa tecnologia sia solo un vantaggio per chi la usa, è pur sempre un prodotto e ha uno scopo puramente commerciale quindi i motori di ricerca ci danno le ionformazioni che cerchiamo o le informazioni che vogliono farci arrivare. Tornando a un ragionamento più strettamente psicologico la connessione costante ai social network e alla rete crea un notevole dispondio di risorse cognitive, la continua necessità di essere collegati, è sufficiente analizzare il numero di smartphone in circolazione, che ha nettamente superato il numero dei computer, non porta, proprio per una mancanza di risorse a una difficoltà di ragionamento o di approfondimento.
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    condivido con De Kerckhove che "internet è un'occasione di raccolta e guida del consenso " , se non sapessimo che stiamo parlando di internet e se fossimo negli anni 80/90 sembrerebbe che si stia parlando della televisione! Forse hanno avuto la stessa forza dirompente e avanguardia, la stessa capacità di influenzare, condizionare, cambiare la cultura. Se guardiamo all'esperienza italiana, la televisione ha contribuito a unificare la lingua (quasi uniformandola a discapito dei dialetti locali), ha contribuito a diminuire l'analfabetismo e ha uniformato gusti e preferenze commerciali ed è stato strumento di diffusione e propaganda politica (sostituendo le piazze), pensiamo alla scalata di Berlusconi. Internet allo stesso modo, svolge le stesse funzioni, ma a livello mondiale, divenendo la radice della globalizzazione, essendo capace di raggiungere un maggior numero di persone e Grillo, a quanto pare, ne ha fatto un uso non poi così tanto diverso e lontano da quello che Berlusconi, meno di 20 anni fà, ha fatto con la televisione.
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    articolo molto interessante a mio avviso , "il sentiment politico " deve per forza passare tramite internet altrimenti si è fuori dai giochi , ormai tutti i giorni siamo bombardanti da post politici , scritti , controllati , condivisi da esperti di comunicazione, studiando target , analizzando gli utenti per essere più performanti possibili . Una domanda nasce spontanea : oggi in Italia chi è il politico che maneggia meglio questi strumenti? senza dubbio Salvini e la sua lega che durante l'ultima campagna elettorale.hanno creato un sistema che controlla le reti social , analizza quali sono i post e i tweet che ottengono i migliori risultati, e che tipo di persone hanno interagito. In questo modo possono modificare la loro strategia attraverso la propaganda. Un esempio: pubblicano un post su Facebook in cui si parla di immigrazione, e il maggior numero di commenti è "i migranti ci tolgono il lavoro"? Il successivo post rafforzerà questa paura. I dirigenti leghisti hanno chiamato questo software La Bestia.
lorenzarossi

Mente Ipertestuale - 17 views

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    La logica ipertestuale, connettiva, reticolare, multi-sequenziale, si offre come terreno fertile se si intende coltivare quella "testa ben fatta" (e non ben piena), auspicata da Edgar Morin nella sua omonima opera sulla riforma dell'insegnamento e del pensiero. È impossibile, infatti, non cogliere delle evidenti analogie tra la suddetta logica ipertestuale e le modalità connettive di pensiero connaturate nella mente umana.
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    Cosa intendeva Morin con la sua espressione : "Una testa ben fatta (e non una testa ben piena)"? Innanzitutto l'importanza di saper collegare, estrapolare, dedurre dalle informazioni offerte dall'ambiente : in una parola utilizzare in maniera creativa le capacità logiche, come ci viene dimostrato da questo breve saggio
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    Interessante analisi su mente e logica ipertestuale, forme attive di pensiero, interconnessione, ipertesto e sull'importanza di quanto queste nuove tecnologie possano influire positivamente sullo sviluppo cerebrale e sulla capacità della mente di creare interconnessioni logiche.
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    La logica ipertestuale, connettiva, reticolare, multi-sequenziale, si offre come terreno fertile se si intende coltivare quella "testa ben fatta" (e non ben piena), auspicata da Edgar Morin nella sua omonima opera sulla riforma dell'insegnamento e del pensiero. È impossibile, infatti, non cogliere delle evidenti analogie tra la suddetta logica ipertestuale e le modalità connettive di pensiero connaturate nella mente umana.
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    #Multitasking http://www.luca-mercatanti.com/2008/11/14/generazione-multitasking/ Si, siamo diventati una generazione multitasking ormai. Stiamo lavorando al computer, stiamo scrivendo su un foglio di calcolo, all'improvviso ci squilla il cellulare, magari con l'ultima canzone del nostro gruppo musicale preferito che abbiamo scaricato 2 minuti prima mentre stavamo masterizzando un gioco, leggiamo l'SMS che ci è arrivato, il quale ovviamente è da decifrare a causa di tutte le centinaia di abbreviazioni inserite, poichè per risparmiare si cerca sempre di non superare i 160 caratteri. Mentre rispondiamo al nostro SMS ci interrompiamo qualche secondo per scrivere qualcosa al nostro amico su Msn, oppure via e-mail. Riprendiamo in mano il cellulare e riusciamo finalmente a inviare il nostro SMS. Dopo aver ascoltato la suoneria del nostro cellulare ci viene voglia di ascoltare qualche canzone di quel gruppo musicale, quindi entriamo su YouTube e iniziamo a guardarci dei video. Accidenti però… Sulla destra ci sono dei video correlati! Diamoli una occhiatina, anzi no, prima finiamo di ascoltare la nostra canzone preferita mentre cerchiamo di completare il foglio di calcolo. Nel frattempo è arrivato un nuovo SMS e il giro ricomincia, solo che adesso c'è di mezzo anche YouTube. Ci ricordiamo inoltre che dobbiamo caricare delle foto su Flickr e scrive anche un nuovo articolo per il nostro Blog… E qui si va in paranoia. Accendiamo quindi un altro computer, magari il portatile di lavoro e dopo esserci collegati ad Internet iniziamo a uplodare i vari file. Mentre il nostro laptop inserire le foto su Internet ritorniamo all'altro computer per poter finire finalmente il foglio di calcolo. Ancora qualche minuto, altre telefonate, altre conversazioni tenute in chat e finalmente ci siamo riusciti. In 10 minuti siamo riusciti a fare 20 cose contemporaneamente. Siamo diventati una generazione multitasking. Approposito… Mentre scrivevo questo articolo ho tenu
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    L'idea di ipertestualità, in realtà, risale alla prima metà del novecento, anche se le prime implementazioni avvengono nella metà degli anni sessanta. Nel 1945 il fisico Vannevar Bush pubblicò l'articolo "As we may think" nel quale si poneva la questione di come possiamo orientarci in mezzo all'enorme quantità di informazioni e di conoscenze che ci circondano. La mente umana funziona per associazioni, cioè in forma non lineare e non sequenziale, seguendo un modello completamente diverso da quello logico sequenziale della scrittura alfabetica, e perciò non è in grado di "trattenere" tutte le informazioni, c'è necessità di una macchina che possa supportare o addirittura sostituire la nostra mente. Nasce così l'idea del Memex . nel 1960 Nelson segue la visione di un sistema di "idee interconnesse" che fa riferimento a qualsiasi tipo di dato, è la sua idea di literacy: "con un ipertesto possiamo creare nuove forme di scrittura che riflettano la struttura di ciò che noi scriviamo e i lettori possono scegliere percorsi diversi secondo le loro attitudini o del corso dei loro pensieri in un modo finora ritenuto impossibile".
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    Interessante articolo di approfondimento "Mente e computer: la logica ipertestuale e il pensiero complesso"
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    ipertesto è un insieme di testi o pagine, leggibili con l'ausilio di un'interfaccia elettronica; è costituito da tante pagine che a loro volta sono collegate tra loro da collegamenti ipertestuali (hyperlink o rimandi). A differenza di un testo tradizionale, l'ipertesto non è lineare e quindi leggendolo, si può passare liberamente da una pagina all'altra attraverso l'ausilio dei link ma, lungo il percorso, ci si può anche perdere. Se l'ipertesto viene pubblicato "in rete", per non appesantire il caricamento delle pagine, è consigliabile utilizzare i thumbnails (immagini di piccola dimensione). Ciascun thumbnail, successivamente viene "collegato", attraverso un link, all'immagine di dimensioni originali (più grandi). Una delle caratteristiche più interessanti di un ipertesto è quella di poter essere sempre "in costruzione" e quindi sempre aggiornato e innovato (tempo permettendo !!!! ;) inoltre permette di creare essere facilmente costruito a più mani quindi in modocollaborativo . Come abbiamo già detto, i collegamenti possono essere chiamati anche link e sono punti di unione tra più pagine. Quando con il mouse ci si sposta sopra un collegamento, il cursore del mouse si trasforma in una manina. Cliccando su un link ci si può spostare da una pagina all'altra. http://www.hyperfvg.org/fvg/ipert_main.html
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    Un confronto tra le logiche ipertestuali e le modalirà connettive del pensiero (ovvero: come le tecnologie informatiche potenziano gli strumenti cognitivi).
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    Si tratta di un articolo che presenta la tesi di laurea "Mente e computer: la logica ipertestuale e il pensiero complesso". (Per chi fosse interessato, è possibile registrarsi, contattare l'autore, scaricare la tesi in pdf, cercarne di simili). Si concentra sull'attribuzione di significato, sulle "forme attive di pensiero" di cui parla Edgar Morin, favorite dal carattere ipertestuale delle informazioni: occorre strutturare propri percorsi per "nessi" non essendo appunto lineari, e tutto questo grazie all'interattività intrinseca alle tecnologie in rete. Questo significa operare delle sintesi, costruire significati, elaborare informazioni, appropriarsi dei contenuti, operare delle scelte.
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    Davvero interessante la tesi di Angelica Vecchiarino. Viene a essere completamente superato il principio della linearità del pensiero. Il pensiero può essere nutrito ma non riempito di contenuti, In tal modo il pensiero diventa la fonte organizzativa della conoscenza che si serve dei contenuti per creare associazioni tra gli stessi. A proposito delle associazioni di idee e di conoscenze: i Surrealisti come Breton, Max Ernst e Dalì avrebbero saccheggiato tutte queste idee e le avrebbero rielaborate. Ma queste nuove idee appartengono a un'epoca molto lontana ormai dalle ricerche sul linguaggio onirico...e, d'altra parte qui non si tratta di attività inconscia, ma cosciente. Tuttavia mi piaceva fare riferimento a queste suggestioni del passato.
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    Dalla tesi di Angelica Vecchiarino; 1) Il principio sistemico ed organizzazionale: ossia la capacità di legare le parti al tutto (tendendo sempre presente che il tutto è più ma anche meno della somma delle parti); 2) il principio ologrammatico: il paradosso della complessità per cui il tutto è inscritto in ogni singola parte (per cui anche la società è presente negli individui); 3) dell'anello retroattivo: contro la logica della causalità lineare, ogni causa è anche effetto e viceversa; 4) dell'anello ricorsivo: gli uomini producono la società mediante le loro interazioni, ma la società in quanto globalità emergente produce l'umanità di questi individui portando loro il linguaggio e la cultura; 5) dell'autonomia/dipendenza, gli esseri umani sviluppano la propria autonomia dipendendo dalla cultura; 6) dialogico: l'unione di principi che a prima vista paiono elidersi a vicenda, o essere in completa antitesi: vita/morte; ordine/disordine ecc.; 7) della reintegrazione del soggetto conoscente in ogni processo di conoscenza: ogni conoscenza è una ricostruzione, una traduzione da parte di una mente/cervello in una data cultura e in un dato tempo (Ivi).
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    Articolo molto interessante...
Marco Dozza

Elenco di saggi di Maria Amata Garito - 7 views

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    Saggi delle professoressa Garito sui temi delle psicotecnologie applicate all'apprendimento. Utili per approfondire con esempi di come Uninettuno sfrutta la tecnologia per l'insegnamento a distanza.
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    https://www.studenti.it/universitari-italiani-studiare-all-estero.html Oggi più che mai le potenzialità tecnologiche consentono di avere in rete un vero e proprio ambiente di apprendimento multimediale che pone fine all' emissione a senso unico del sapere per una nuova comunicazione a distanza in cui gli studenti possono arricchire il loro bagaglio di conoscenza favorendo l interazione tra studenti e professori.Biblioteche ,classi virtuali,videoteche,forum,chat, sono spazi virtuali dove il tutor telematico supporta e guida gli studenti nell'apprendimento e nella comunicazione in rete
lucacivitelli

Il vero re del multitasking è l'uomo - 13 views

Interessante. Mentre stavo facendo alcune ricerche sul multitasking mi sono imbattuto più volte in pagine che parlavano di studi che mostravano la donna come regina del multitasking. Come sempre un...

#multitasking

Rosanna Di Gioia

Disconnect to connect - 5 views

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    Questo video ci permette di riflettere sui possibili aspetti negativi che le nuove tecnologie possono portare nell'interazione con gli altri. Le controindicazioni dell'essere constantemente "connessi" possono portare ad assentarsi da impegni seri e a trascurare le relazioni sociali e familiari. Il multitasking rischia di diminuire la capacita' di selezione delle priorita'.
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    grazie della segnalazione del video, ho visto che ci sono centinaia di commenti e apprezzamenti . Non sopporto l'intrusione invadente di smartphone o simili, tenerli sempre accesi non significa essere in grado di saperli utilizzare e quindi tutte le potenzialità che hanno invece di migliorare la vita la peggiorano specie nelle relazioni sociali.
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    concordo..le relazioni interpersonali reali vengono trascurate e una buona "dose" delle nostre azioni veri viene fatta in virtù di essere condivisa nelle reti, ma non per quello che vale veramente
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    Il professor Menduni, in una delle lezioni di "educazione e nuovi media", parla di universi individuali in movimento, del fatto che tendiamo ad isolarci mentre siamo in mezzo agli altri. Questa tendenza è negativa nel momento in cui il nostro rapporto con la realtà cambia,e diviene meno piena e presente, direi che diviene appunto MEDIATA. Per esistere, per partecipare in qualche modo alla vita sociale, oggi esprimere la propria presenza nel cyberspazio è praticamente indispensabile. Ma appunto questo non deve soppiantare noi stessi, la nostra vera identità e la vita vissuta concretamente, quella che accade e si fa momento per momento, e che non si deve avere paura di vivere "nuda", senza nulla che si interponga e medi tra noi e gli eventi, tra noi e gli altri. Il video è bello perchè ci riporta sul MODO di fare le cose, sul senso del limite, anzi sul buon senso che ci permette di non perdere la nostra umanità.
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    La connessione può essere un meccanismo di difesa, che ci offre uno strumento per distaccarci da realtà difficili da affrontare, mettendo uno spazio tra se e l'altro
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    La multimedialità, la realtà virtuale, le reti telematiche, i satelliti digitali, Internet, modificano i processi di comunicazione del sapere ma anche i modi con cui si acquisiscono. Questi cambiamenti inducono il passaggio da una società dell'informazione ad una società cognitiva. E' una rivoluzione basata sull'informazione, che consente all'intelligenza di acquisire nuove capacità e pone nuovi interrogativi agli individui, alle istituzioni formative, al mondo produttivo e al mondo politico.
naccigiuseppe

Gli scenari della comunicazione in rete e lo smartphone - 13 views

Come i media, anche la parola orale, la parola scritta e la parola elettronica sono psicotecnologie che hanno la capacità di amplificare le funzioni sensorie, motorie, psicologiche e cognitive dell...

psicotecnologie

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