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Home/ Psicotecnologie e Processi Formativi - Uninettuno/ Group items tagged limiti

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elena mitu

la natura dell'intelligenza - 7 views

  • Un aspetto controverso relativo alla natura dell'intelligenza riguarda la sua ereditabilità. Un indice di ereditabilità è quell'indice che indica in quale proporzione i fattori genetici, o ereditari, contribuiscono alla varianza totale di un dato tratto in una certa popolazione nelle condizioni attuali. Gli indici dell'ereditabilità dell'intelligenza sono stati calcolati in vari modi, ma i dati essenziali per il loro calcolo sono sempre misure della rassomiglianza tra i componenti della famiglia in rapporto al tratto considerato.
    • Luigi Coccia
       
      interessante
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    La maggior parte delle nostre conoscenze sull'intelligenza deriva dai test creati per osservarla e misurarla. Tali test, però, non sono privi di limiti. Essi si concentrano soprattutto sulla definizione della struttura dell'intelligenza così come risulta dalla quantità di conoscenze acquisite durante le fasi dello sviluppo, e in particolar modo quelle conoscenze organizzate sotto forma di programmi scolastici e universitari. Ma man mano che l'uomo invecchia, e le sue esperienze scolastiche si allontanano nel tempo, può darsi che tale fondo comune di conoscenze diventi sempre più indadeguato a dare una misura del suo funzionamento intellettivo. Poichè le occupazioni degli adulti sono più diversificate delle attività scolastiche, può accadere che le esperienze cumulative dell'età adulta stimolino uno sviluppo differenziale delle abilità nei diversi individui. I test di intelligenza si rifanno in gran parte alle abilità di tipo accademico, non sorprende quindi scoprire che con l'età i maggiori incrementi di punteggio si hanno nelle persone che hanno continuato gli studi più a lungo. Allo stesso modo, le persone la cui occupazione ha un contenuto più accademico, che richiede quindi abilità prevalentemente di tipo verbale e numerico, tendono a mantenere costante nel tempo il loro rendimento ai test d'intelligenza, o addirittura a migliorarlo, mentre quelle che svolgono attività di tipo più meccanico o a livello intepersonale, tendono a volte a presentare un declino del rendimento. Il luogo e l'epoca in cui si nasce e si cresce tendono sempre a incoraggiare lo sviluppo di abilità adatte a soddisfare le esigenze che sono loro proprie. Nell'intero ciclo di vita, tali esigenze saranno diverse in base alla fase di sviluppo che si attraversa, dalla prima infanzia alla vecchiaia. Le ricerche dimostrano che, nell'età adulta, l'incremento o il declino dei punteggi ai test d'intelligenza con l'aumentare dell'età dipendono in gran parte dalle esperienze che l'i
  • ...4 more comments...
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    vi suggerisco questo link dove viene affrontato il tema relativamente alla natura della nostra intelligenza, ho estrapolato parte del testo e l'ho riportato qui per evidenziare una parte con cui non sono perfettamente daccordo ovvero quando parla del fatto che l'intelligenza si misura in base alle conoscenze accademiche. Secondo il mio modesto parere l'intelligenza è altro, si può sicuramente allenare ed esercitare, ma non può essere ridotta ad una raccolta di nozioni.
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    La maggior parte delle nostre conoscenze sull'intelligenza deriva dai test creati per osservarla e misurarla. Tali test, però, non sono privi di limiti. Essi si concentrano soprattutto sulla definizione della struttura dell'intelligenza così come risulta dalla quantità di conoscenze acquisite durante le fasi dello sviluppo, e in particolar modo quelle conoscenze organizzate sotto forma di programmi scolastici e universitari.
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    INTERESSANTE ARTICOLO CHE EVIDENZIA LIMITI E VANTAGGI DEI TEST PER VALUTARE L'INTELLIGENZA....INDICA CHE CI SONO POSSIBILI EREDITABILITA' DELL'INTELLIGENZA DOVE INCIDONO ANCHE FATTORI GENETICI.
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    L'intelligenza è un insieme di diverse funzioni. Una combinazione di abilità necessarie per la sopravvivenza e per il progresso in una determinata cultura. Sia le specifiche abilità che il loro peso relativo dipendono dal contesto sociale e dall'epoca
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    Da milioni di anni si cerca di definire cos'è l'intelligenza. Per Platone l'intelligenza è ciò che distingue le diverse classi sociali ed è distribuita da Dio in maniera diseguale. Aristotele, invece, sosteneva che tutte le persone, tranne gli schiavi, esprimono facoltà intellettive più o meno uguali e la differenze è dovuta all'insegnamento e all'esempio. Oggi esistono diverse definizioni dell'intelligenza e diversi test che cercano di stabilire scientificamente il quoziente intellettivo di una persona. Come numerosi psicologi che negli ultimi anni hanno rifiutato l'uso dei test di intelligenza, dimostrandone incongruenza, penso che non sia facile è che non basti un test per misurarla. Non credo che ci siano persone più o meno intelligenti mi affianco al pensiero di Aristotele (tranne per la parte degli schiavi) credendo che l'insegnamento e l'esempio siano fondamentali.
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    Il concetto di "intelligenza" dovrebbe essere considerato come un concetto descrittivo anziché esplicativo.
Romina Mandolini

Il valore della simulazione (Videgiochi e realtà aumentata) - 2 views

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    Questo documento è il risultato di un progetto di ricerca patrocinato dalla Commissione europea, T3- Teaching to Teach Technology, che ha avuto inizio nel 2009 e si è concluso nel dicembre 2011 (nell'ambito del programma Lifelong Learning Programme Leonardo da Vinci). Obiettivo del progetto è stato quello di sperimentare l'utilizzo delle nuove tecnologie (videogiochi, robot e realtà aumentata) nell'ambito di contesti formativi di differente livello e tipologia (scuole superiori, università e aziende) in tre nazioni (Italia, Spagna e Regno Unito). Nella ricerca sono stati inclusi ambienti virtuali (per l'insegnamento delle competenze trasversali), simulazioni di processi biologici, fisici e (nella didattica delle scienze), simulazioni di processi inter-sociali (in formazione manageriale), gioco serio (ancora una volta in formazione manageriale), l'uso delle tecnologie Web 2.0 (in apprendimento collaborativo), e l'uso di robot (in didattica delle scienze per i bambini in età scolare). Dunque molto al di là delle normali videolezioni, forum, chat. A me l'idea del videogioco (anche quelli di ruolo) come ambiente cognitivo di apprendimento è risultata molto affascinante. Si possono porre obiettivi da raggiungere entro i limiti di una serie di costrizioni o sistemi di regole, e in funzione del 3D, si possono ricostruire fedelmente aspetti del mondo reale che possono essere studiati in un ambiente sicuro e accessibile. Secondo me la scuola nel futuro sarà qualcosa di completamente diverso dall'oggi. Si scoprirà davvero il piacere di imparare.
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    Molto interessante. Oltre a sottolineare l'importanza della condivisione del sapere , questo studio indica anche una stimolante via di apprendimento
Chiara Milani

«Il multi-tasking umano? Non esiste,nè per le donne né per gli uomini» - 2 views

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    A smentire le ricerche precedenti che parlavano di capacità di essere multitasking più sviluppata nelle donne o negli uomini arriva a sorpresa questa recente affermazione di Nick Chater, professore di scienza del comportamento alla britannica Warwick Business School secondo il quale nessuno dei due sessi è particolarmente portato a fare più cose contemporaneamente, quando si fa qualcosa infatti si sottraggono risorse al resto perchè le energie mentali fisiche e sono più connesse di quanto sembri. Secondo questo professore questi limiti influenzano anche i comportamenti economici, attraverso l'impiego di manager e organizzazioni che devono raggiungere troppi obiettivi tutti insieme, la chiave secondo Chater è imparare a fare le cose separatamente e poi allenarsi ad unirle...il cervello infatti maschile o femminile sa fare bene una cosa alla volta.
brunella romano

Perché non saremo mai super-intelligenti - Corriere.it - 0 views

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    L'evoluzione tecnologica non è riferita solo alla parte meccanica ma sembra che oggi sia abbinata anche a quella umana dove assistiamo come nei film di fantascienza più spinti ad una mutazione genetica che va di pari passo con quella tecnologica. Infatti per la prima volta sentiamo parlare di bambini multitasking o adolescenti touch screan che pensano ed agiscono su più dispositivi contemporaneamente a differenza delle generazioni della fiine degli anni 90 che invece agiscono in monotasking.
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    L'evoluzione tecnologica non è riferita solo alla parte meccanica ma sembra che oggi sia abbinata anche a quella umana dove assistiamo come nei film di fantascienza più spinti ad una mutazione genetica che va di pari passo con quella tecnologica. Infatti per la prima volta sentiamo parlare di bambini multitasking o adolescenti touch screan che pensano ed agiscono su più dispositivi contemporaneamente a differenza delle generazioni della fine degli anni 90 che invece agiscono in monotasking.
Giuseppe Del Grosso

MediaMente: "L'apprendimento online" - 0 views

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    "L'apprendimento online" SOMMARIO: La formazione on line è un processo di apprendimento mediato dal calcolatore dove i corsi vengono distribuiti attraverso un Cd-Rom o Internet (1). I vantaggi dell'apprendimento online sono numerosi. (2). L'apprendimento on line offre il vantaggio di poter continuare la propria crescita personale anche oltre la tradizionale età scolare. (3). Un portale didattico è un punto di ingresso su Internet dove l'utente può raggiungere dei corsi di formazione on line su qualunque materia. (4) L'intervistato spiega cos'è un portale didattico. (5). Il futuro dell'apprendimento on line è legato molto all'infrastruttura di base che supporta oggi Internet. (6). L'intervistato spiega qual è l'architettura di un corso on line. (7). Oggi si tende a eliminare la figura del programmatore e di permettere all'esperto del contenuto di creare lui stesso il materiale. (8). L'Iintervistato spiega che cosa sta succedendo oggi in Italia nella formazione on line. (9) L'insegnamento on line non può completamente sostituire quello tradizionale. (10) L'intervistato da una spiegazione di cos'è la tecnica Smile. (11) La presenza italiana all'estero, nel campo della information and communication tecnology, si è incrementata negli ultimi anni. (12) In America Le aspettative da parte della società per cui si lavora sono molto elevate. (13) -------------------------------------------------------------------------------- INTERVISTA: Domanda 1 Cos'è la formazione on line e quali possono essere i vantaggi dell'apprendimento on line? Risposta La formazione on line è un processo di apprendimento mediato dal calcolatore dove i corsi vengono distribuiti attraverso un Cd-Rom o Internet. Ora la definizione si è evoluta ormai solamente per definire la distribuzione di corsi attraverso Internet in quanto i Cd-Rom stanno ormai perdendo la loro importanza in questo settore. Domanda 2 Quali p
Walter Tabbi

Il Cervello Multi-Tasking - 16 views

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    Si dice che Napoleone fosse in grado di fare cinque cose contemporaneamente. In particolare, sembra fosse in grado di dettare ai suoi segretari fino a cinque lettere, saltando dall'una all'altra senza perdere il filo del discorso.
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    Non conosco le straordinarie capacità di Napoleone. Sarà stata la sua epoca diversa! La nostra è una condizione ben diversa per alcuni ricercatori che hanno stabilito che un uso eccessivo della tecnologia è pericoloso come una dieta ricca di zuccheri o grassi. Il principale artefice è il multitasking, che sottrae attenzione nei compiti di tutti i giorni e peggiora le prestazioni cerebrali.
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    Ribadisco quello che ho detto più su: non dettava cinque lettere contemporaneamente (neanche gli sciamani siberiani riescono ad emettere più di due suoni contemporaneamente!). Semplicemente passava da un dettato all'altro. Ma davvero ci avrebbe messo di più, dettando una dopo l'altra le cinque lettere? Davvero ci mettiamo di più, se facciamo le cose una dietro l'altra, anziché una incastrata nell'altra? Non voglio dire che io ci riesca, ma mi chiedo se non sarebbe meglio vivere così. Quanto c'è di reale necessità e quanto invece di fuga?
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    Si è tentati di dire che il nostro cervello non va al passo coi tempi. Una ricerca della Carroll School of Management di Boston firmata da Adam Brasel e James Gips sentenzia che il multitasking non può che distrarre. Per arrivare a questa conclusione, i ricercatori - che hanno pubblicato i risultati sulla rivista Cyberpsychology, Behavior and Social Networking -hanno registrato lo sguardo di un gruppo di volontari che utilizzavano contemporaneamente televisione e computer, senza alcun vincolo. Spiega Brasel: "ci aspettavamo che l'utilizzo simultaneo di questi due mezzi portasse a una riduzione dell'attenzione, ma non credevamo fino a questo punto. In 27 minuti i volontari in media hanno spostato 120 volte gli occhi da uno schermo all'altro, senza peraltro rendersene conto: quando abbiamo chiesto loro quante volte erano passati dalla TV al Pc e viceversa, hanno dichiarato di averlo fatto una averlo fatto una quindicina di volte al massimo. Dieci volte meno rispetto a quanto era accaduto in realtà. E pur togliendo gli sguardi rapidi, di durata inferiore a un secondo e mezzo, restano comunque 70 cambi di attenzione nella mezz'ora di test". Stando a quanto afferma un'altra ricerca, questa volta francese, l'organo che garantisce tutte le nostre attività non riuscirebbe a pensare o a compiere più di due azioni per volta. Quantomeno non riuscirebbe a farlo senza scadere nella mediocrità. A sostenerlo, ricercatori guidati da Sylvain Charron dell'Institute National de Santé et de la Recherche Medicale e da Etienne Koechlin dell'Ecole Normale Supérieure di Parigi, i quali hanno pubblicato i risultati ottenuti sulla prestigiosa rivista Science. Correre dietro a decine di cose - scrivere una mail, rispondere al telefono, ascoltare musica - nello stesso momento crea un deficit di concentrazione e un abbassamento dei livelli di attenzione, con il risultato che molte cose e informazioni ci scivolano addosso senza incidere in profondità. Secondo i ricercato
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    Fare troppe cose insieme non è così produttivo, troppe cose e fatte male. L'eseguire diverse attività contemporaneamente comporta una eccessiva frammentazione delle attività, danni per la produttività e per i rapporti interpersonali. A Alcuni studi hanno messo in evidenza che il cervello sia in grado di eseguire bene solo due attività.
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    Anche a lavoro, adesso, fanno molti corsi sul tema dei danni del multitasking e di quanto sia importante eseguire le attività più o meno in serie, pianificandole, senza "distrazioni laterali" che fanno perdere tempo e deconcentrano... come rispondere al telefono, ascoltare un collega, leggere una @ mentre si scrive una relazione... anche se, in realtà, spesso siamo costretti a tutto ciò e, dunque,.... come si fa? Il compromesso, la soluzione ideale per tutto!
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    L'articolo che propongo è una sintesi degli studi di Koechlin, il quale conclude che il cervello non è fatto per il multi-tasking. Conclusione opposta rispetto agli studi condotti da Gary W. Small, Susan Y. Bookhaiemer e Teena D. Moody e illustrati da De Kerckhove. Secondo questi ultimi, infatti, la struttura del cervello dei giovani sta cambiano in quanto questi, essendo di fatto multitasking, stanno sviluppando maggiormente i neurotrasmettitori. Koechlin, viceversa, ritiene che il multitasking non sia congenitamente possibile se non al prezzo di risultati insoddisfacenti. Cosa ne pensate?
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    La tecnologia e le invenzioni, nei secoli, hanno permesso all'uomo di realizzare le proprie "fantasie". Le tecnologie, infatti, vengono in aiuto e nascono per un determinato scopo, per servire l'uomo, per aiutarlo a superare limiti non solo fisici. La nascita e lo sviluppo della rete, è uno degli usi del computer, una macchina che nasce anche per superare i limiti del nostro cervello. Oggi siamo giunti a quel processo che determina l'esteriorizzazione della mente, spostandosi dal soggetto allo schermo, dalla rappresentazione della mente divisa in 3 spazi : fisico, mentale e virtuale, che trova come luogo d'incontro lo schermo. Sembra però che tutto questo non basti più, l'uomo non vuole restare più in "cabina di regia" vuole appropriarsi delle tecnologie e integrarle nel suo corpo, sperimentare dal vivo queste esperienze. Come fa Stelarc da buon sperimentatore estremo, nel suo caso la tecnologia non è vista come qualcosa di opprimente e castrante, bensì come mezzo per amplificare l'azione corporea ed arrivare alla costruzione di un "organismo nuovo", un cybercorpo..... http://www.edueda.net/index.php?title=Stelarc Il nostro cervello multitasking ? Personalmente, non penso si possa essere in grado di potere dare la giusta attenzione a più problematiche contemporaneamente, quindi svolgere più attività che richiedano la necessità di prendere decisioni . E' vero, ci sono gesti abitudinari che diciamo "scorrono in pieno automatismo", ad es la mattina mi trovo a guidare l'auto e fare in contemporanea altre cose, parlare, ascoltare la radio, tf, lo faccio ormai istintivamente, tanto che a volte mi trovo a percorrere la stessa strada (sbagliando), anche se dovevo andare da un'altra parte!!!. Morale sono tutte cose ripetitive e istintive, ormai memorizzate, che non prevedono "percorsi agionati". Penso che in futuro, le new generation, potranno
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    Oggi siamo tutti multitasking: le donne indaffaratissime a dividersi tra lavoro, casa e famiglia; i giovani studiano con il pc da un lato ed il telefonino dall' altro; al lavoro ci si divide tra telefono fisso, mobile, e_mail etc. Ma l' essere umano ed il suo cervello si abituano a tutto. E' ovvio che se si fanno tante cose contemporaneamente se ne perde in qualità ma, dove davvero occorre raggiungere risultati che siano "validi", basta un pizzico di volontà e concentrazione in più ed il gioco è fatto! Speriamo....
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    Interessante è leggere l'articolo nel sito riportato http://www.mindcheats.net/2012/01/il-multitasking-e-una-droga.html Si parla del fatto che il mulitasking può diventare una vera droga. Il cervello è fatto per concentrarsi.Fare più cose contemporaneamente manda in tilt il cervello. Si molto probabilmente dobbiamo riflettere su questo aspetto, non è forse meglio puntare sulla qualità piuttosto che sulla quantità di cose effettuate male?
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    Riporto la parte finale del commento che nel post precedente viene "troncata" ( forse per limite max di caratteri) Penso che in futuro, le new generation, potranno "studiare" come meglio organizzare i propri cervelli, in modo da potere svolgere, contemporaneamente + azioni complesse, forse anche con l'aiutino dell'innesto di un bel "scheduler" e perché no un bel po' di "memoria" che può sempre servire.
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    Il problema del multitasking è la dipendenza che crea. Chi si abitua a fare più cose contemporaneamente ogni giorno farà fatica a staccarsi dall'abitudine e pertanto anche quando dovrebbe concentrarsi o prendersela con calma, non riesce a focalizzare l'attenzione laddove veramente servirebbe. Il cervello ha una specie di centro di controllo, all'interno del quale vengono smistate le informazioni e viene deciso come e quando processarle ma la nostra mente nella storia della sua evoluzione non si è mai trovata a dover fare i conti con una così grande mole di dati e informazioni, e se non stiamo attenti potrebbe addirittura andare in tilt.
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    Un secondo contributo alla ricerca sul funzionamento del nostro cervello. Nel precedente intervento avevo sostenuto che più ricerche avevano dimostrato che il cervello umano non è strutturato per operare in multitasking. Alcuni individui possono, ma sono una minoranza (circa 3 su 100) poiché la maggioranza registra cali di attenzione e di concentrazione. L'articolo che allegho in questo secondo intervento, spiega al meglio il motivo delle nostre risposte cognitive monotaking.
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    riguardo il discorso multitasking devo raccontare un episodio che vivo quotidianamente da circa 4 giorni... fa un pò ridere ma credo che sia esemplificativo di quanto siamo immersi nel mare delle tecnologie... sto facendo l'aerosol appunto da 4 giorni: il mio apparecchio per farlo però è un pò vecchio: cioè appena lo accendo il tubicino che collega la struttura alla boccetta, si toglie al gettito d'aria. In pratica con una mano devo reggere il tubicino e con l'altra la mascherina che ho alla bocca: immaginate che in tutto questo io non posso nè usare il pc, nè rispondere a un sms, nè guardare la tv perchè fa rumore... posso dire che sono un "carcerato dell'aerosol"?. questo esempio pietoso lo riporto spiegandolo: almeno io, ormai, uso pc, iphone e tv insieme: è diventata routine rispondere a mail contemporaneamente a sms guardando la tv o ascoltando musica...e quando ti ritrovi nell'impossibilità di farlo, soffri... come si fa a dire che il nostro cervello non è strutturato per operare in multitasking? mi chiedo cosa cavolo facesse anni fa, quando facevamo una sola cosa alla volta!!! :)
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    Ho trovato molto interessante questo articolo dello psicologo, psicoterapeuta e giornalista Francesco Albanese, direttore della rivista on line "neuroscienze.net" - http://www.neuroscienze.net, in cui si parla di "cervello multitasking". Si dice che Napoleone fosse in grado di fare cinque cose contemporaneamente. In particolare, sembra fosse in grado di dettare ai suoi segretari fino a cinque lettere, saltando dall'una all'altra senza perdere il filo del discorso. Di testimoni oculari in grado di confermare questa sua capacità oggi non ce ne sono più e pertanto non sappiamo quanto di questa affermazione sia leggenda e quanto verità, anche se in definitiva la questione non appare poi così improbabile. La cosa certa è che l'imperatore francese non sapeva che ai giorni nostri questa sua capacità avrebbe preso il nome di multi-tasking. Parlando di multi-tasking oggi giorno viene automatico associare al termine la parola computer ed inevitabilmente ci troviamo a pensare al cervello umano. Ma il triangolo che abbiamo ottenuto Cervello-Computer-Multitasking è veramente una figura chiusa? oppure no? Certamente il nostro cervello, diversamente dal computer, non ha il tasto reset! Buona lettura
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    Trovo estremamente chiari i contenuti dell'articolo. Il nostro cervello, contrariamente al computer, è in grado di ragionare e di mettere in campo azioni non previste in precedenza.
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    un articolo davvero interessante che ha dato risposte ad alcuni dubbi relativi al nostro cervello. Il computer è chiaro che lavora in sequenza, il multitasking in realtà si realizza grazie alla spaventosa velocità di elaborazione di una CPU che ci fa vedere tanti task che funzionano contemporaneamente quando in realtà il dispatchere presenta alla CPU i task singolarmente uno dopo l'altro per farne eseguire un po'. L'estrema velocità di ogni pezzo di processo da l'impressione che tutto si svolga fluidamente e in modo esclusivo. Basti pensare ad un pc non molto potente che ha un video in esecuzione e opero una pesante copia dati da disco esterno; la CPU non regge il carico e si vede la velocità di trasferimento dei dati calare drasticamente e si noterà soprattutto che il nostro video va a scatti. Interessante capire invece come funziona il nostro cervello, che anche quando facciamo più cose nello stesso tempo, al massimo riusciamo a farne due, perchè appena il numero delle attività cresce si abbassa la soglia di attenzione e facciamo male tutto. Questo non è ancora chiaro se deriva dal fatto di avere due emisferi. a tale proposito interessante l'articolo di Italiasalute.it http://www.italiasalute.it/news.asp?ID=10366
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    Interessante articolo che affronta il tema del multi-tasking anche rispetto alle modalità di funzionamento del cervello umano
Romina Mandolini

Apprendimento Collaborativo - 4 views

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    Questo documento raccoglie gli atti di una conferenza su McLuhan, dello scorso anno a Barcellona. il capitolo che segnalo "Education beyond the book", sull'apprendimento collaborativo, raccoglie i contributi delle università di tutto il mondo (da pag.132 a pag 307). Con i nuovi media, gli individui ridisegnano nuove dimensioni sociali e collaborative nelle quali condividono, creano, ricreano le conoscenze. E' il processo d'intelligenza connettiva, in cui oltre il contenuto, occupa un ruolo fondamentale il modo attraverso il quale le persone apprendono. Selezionano, analizzano, filtrano, condividono, commentano, modellano e rimodellano l'enorme quantità di dati e risorse digitali. Non ci sono più barriere, neanche tra insegnanti e studenti. Questi sono parte attiva di un processo di autoproduzione di contenuti, che non conosce più limiti spazio temporali. Segnalo: "'Everything About the Past': Wikipedia and History Education", su come gli studenti creano il loro sapere. "Social Networking in Second Language Learning", sull'apprendimento collaborativo delle lingue straniere. "Realizing McLuhan's Dream in the21st Century Classroom", un progetto per giornalisti. "Knowledge Isles in an Open Access World:The Open Archipelago Project" , progetto di convergenza digitale tra università, biblioteche e centri di ricerca, fruibile da diverse piattaforme. Oltre quelli citati consiglio di leggere tutti gli articoli. Uno splendido contributo, necessario a comprendere l'estensione e l'importanza significativa, di questo campo di ricerca.
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    Sottolineo la accuratezza delle informazioni segnalate dell'amica Romina. In particolare l'accuratezza e completezza delle informazioni del documento sono rese immediatamente fruibili dalla sua snella presentazione.
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    Wikipedia è per antonomasia il principale prodotto della cultura collaborativa condivisa. Il prof. Eco ha denominato gli utenti di wikipedia "folla motivata" e alza la guardia sulla sua attendibilità. Forse si troverebbe d'accordo con McLuhan quando dice "La tendenza generale di tutta la comunicazione moderna,che si tratti di giornalismo o di pubblicità o di arti vere e proprie, non è più la formulazione di concetti ma solo la partecipazione a un processo".
Graziella Fiorini

L'intelligenza - 4 views

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    Una definizione unica e oggettiva di intelligenza non è certo facile. Non a caso i test per la misurazione del Q.I. (Quoziente Intellettivo) sono stati fortemente ridimensionati dalla semplice considerazione che è possibile definire diversi tipi di intelligenza.
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    Per quanto l'intelligenza sia stata a lungo studiata da una moltitudine di ricercatori, si è ancora lontani dall'aver raggiunto un consenso unanime su una definizione capace di fissarne le caratteristiche di maggior rilievo. Senza pretendere di dire l'ultima parola in merito, si può comunque affermare che l'intelligenza, in un'ottica evoluzionistica, intesa come strumento che migliora l'adattamento all'ambiente, è in primo luogo la capacità di risolvere nuovi problemi, oppure di risolvere vecchi problemi in maniera innovativa. L'intelligenza è anche implicata nello stabilire nuovi nessi o rapporti tra due o più elementi, come pure nel rilevare contrasti o relazioni problematiche tra essi. Tali operazioni non sono strettamente limitate al momento presente o a un passato più o meno lontano, ma possono riguardare anche situazioni che non si sono ancora realizzate e perfino situazioni ipotetiche che potrebbero non verificarsi mai. L'elemento novità sembra essere comunque un requisito comune affinché si possa parlare di un effettivo utilizzo di facoltà intelligenti. Infatti, la semplice applicazione di regole o algoritmi per portare meccanicamente a termine compiti o per risolvere problemi già affrontati con successo in passato non si considera, in genere, un'attività intelligente. Questo aspetto costituisce una distinzione fondamentale da far valere nei confronti di coloro che ritengono le doti intellettive umane interamente riducibili a operazioni computazionali. La cosiddetta Intelligenza Artificiale si propone di emulare le capacità del nostro cervello (quindi anche l'intelligenza) mediante la semplice esecuzione di operazioni sulla base di procedure e regole per la manipolazione di simboli. Essendo esse predefinite, ossia fornite prima che l'elaboratore elettronico svolga il compito assegnato, non possono avere nulla di realmente innovativo. Forse l'aspetto distintivo dell'intelligenza umana rispetto alle capacità di calcolo dei computer st
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    Questo contributo mi sembra che rispetto ai contenuti del corso non sia adeguato nel senso che non parla del concetto di mente-elaboratore, il nuovo connubio che porta la nostra mente all'esterno del nostro corpo e connettendola con il computer la amplia di tutte quelle potenzialità da esso derivanti: c'è una nuova forma di intelligenza, interattiva e potenzialmente illimitata. Inoltre è corretto nei contenuti proposti a proposito delle considerazioni iniziali sulle variee definizioni di intelligenza del passato. Il testo si interrompe, lasciando intendere la riflessione finale che sottolinea la diversità tra mente e CPU del computer, ma a mio avviso non si deve parlare tanto di differenza ma piuttosto di intelligenza potenzialmente illimitata, derivante dall'interazione tra uomo e computer.
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    Il tema del Q.I. è ormai superato da tempo. Almeno da quando lo psicologo statunitense Howard Gardner ha distinto ben 9 tipi di intelligenza. Voglio citarne solo una che ci riguarda più da vicino, l'intelligenza interpersonale che relativa alla capacità di comprendere gli altri, le loro esigenze, le paure, i desideri nascosti, di creare situazioni sociali favorevoli e di promuovere modelli sociali e personali vantaggiosi. Questo tipo di intelligenza a mio parere riguarda non solo i singoli ma anche le collettività. Con i sistemi complessi basati sulla fiducia e il rischio, sempre più fondamentale diventa questo tipo di intelligenza inviestigata da Pierre Levy in questa bella conferenza sul dibattito intelligenza collettiva e intelligenza connettiva nell'impresa e nell'insegnamento. http://www.youtube.com/watch?v=0yl9Fjf1_OE
lorenzarossi

La caffettiera del masochista - 12 views

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    Molto interessante questo libro di Norman in cui parla di questi oggetti quotidiani e della loro scarsa usabilità perché non concepiti tenendo a mente l'utente finale ovvero l'individuo che andrà ad utilizzare questo oggetto
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    La caffettiera del masochista mi fa pensare a molte cose, come a una penna stilografica che ho comperato l'anno scorso e che ha l'impugnatura ergonomica con sfaccettature che dovrebbero assecondare la pressione e la posizione delle dita della mano dello scrivente. In realtà le dita della mia mano a volte trovano intralcio con questa forma, a tal punto che, tutto sommato, è meglio la tradizionale impugnatura cilindrica piuttosto che una forma così "pensata" per la quale si rischia di perdere la spontaneità del gesto dello scrivere. Questo libro di Donald Norman è davvero coinvolgente!
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    Ho letto la caffettiera del masochista molte tempo fa ma mi ricordo che sono rimasto molto colpito dalla banalità che spesso si nasconde dietro alla scarsa usabilità degli oggetti quotidiani. Spesso non è necessario un grande lavoro di design e progettazione ma basterebbe porsi un po' di più nei panni dell'utente. Lavorando nel campo della disabilità, cognitiva e motoria, mi sono scontrato spesso con la frustrazione di oggetti costruiti in modo tale da avere limiti davvero banali ma che possono precludere l'utilizzo da parte di una intera fetta di utenza
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    Ho letto questo libro consigliato nelle videolezioni dal prof. Polillo in cui si passano in rassegna degli oggetti apparentemente semplici ma mal progettati. L'autore del libro sostiene che la causa del rapporto a volte difficoltoso tra l'uomo e gli oggetti, molto spesso, non è un'incapacità dell'utilizzatore, ma una progettazione poco coerente con il funzionamento della mente umana. Quindi, tutta l'interazione uomo-macchina deve essere considerata come una procedura cooperativa delle due parti, dove gli equivoci possono nascere da entrambi.
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    Interessante libro di Norman, l'ho trovato molto accattivante e divertente perchè l'autore propone episodi della sua vita e mi hanno fatto sorridere. Ho capito che è molto più importante capire come si sente l'utente,perchè molto spesso l'inghippo sta proprio li : ci si preoccupa di fare grandi lavori di design senza porsi la domanda " chi è il mio utente?" "cosa farà con questo oggetto?" "quali possono essere i limiti?". Semplici domande ma che non pensate possono portare ad un oggetto/sito mal funzionante e mal strutturato.
Marco Tambara

3D. Dimensione. Distorsione. De Kerckhove - 4 views

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    Segnalo la mostra 3D. Dimensione. Distorsione. De Kerckhove alla Centrale Montemartini di Roma Il titolo della mostra, "3D. Dimensione. Distorsione. De Kerckhove", nasce dalla doppia interpretazione dell'acronimo "3D", leggibile al tempo stesso sia come terza dimensione che come tre volte D, ovvero le iniziali delle parole che identificano le tematiche del percorso espositivo. Attraversando le varie sezioni, il visitatore verrà dunque accompagnato in un viaggio nella tridimensionalità, che lo condurrà dalle più importanti teorie percettive ad alcune esperienze artistiche, per approdare, infine, alle riflessioni sull'argomento del 3D di Derrick De Kerckhove, noto massmediologo allievo di Marshall McLuhan.
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    la visione 3d è una caratteristica propria dello schermo come supporto trasmissivo dell'informazione. La sua evoluzione porta al total surround ed alla realtà virtuale, nella quale i confini tra schermo e realtà finoscono per identificarsi con i confini del nostro campo visivo. Second Life, quale realtà parallela tridimensionale, rappresenta quindi un'importante evoluzione di internet ed è simbolica della tendenza umana ad estendere ed esternalizzare le proprie capacità sensoriali e cognitive, probabilmente motivato dall' incoercibile bisogno di superare i propri limiti, financo la propria mortalità.
andrea pidoto

Le tecnologie di rete - 1 views

E-learning: le tecnologie di rete a supporto dell'apprendimento. Strumenti e modelli per la didattica universitaria Ci troviamo oggi di fronte a un cambiamento di dimensioni epocali, oltre che ...

tesi e-learning tecnologie web

started by andrea pidoto on 06 Nov 12 no follow-up yet
Romina Mandolini

"Ospedale globale" - 9 views

A testimonianza dell'appropriatezza di questo contributo, segnalo "GigaScience", una piattaforma open source inaugurata quest'anno, dietro alla quale c'è "BioMedical Central", il grande database p...

#DistributedCognition

federica rossi

web semantico - 0 views

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    Documento tecnico ma interessante sul websemantico. Per visualizzarlo premere "page down". Il documento spiega su quali basi si fonda il web semantico (URI/RDF/XLM), quali sono le componenti necessarie (dichiarazioni), qual è lo step successivo all'RDF (Ontologie), cosa sono le Ontologie, quali sono i loro limiti e fa parecchi esempi in merito. A me sembra che la possibìilità di creare un quadro esaustivo di ontologie sia utopistico oltre che difficile controllare le dichiarazioni messe in rete.
Capasso Fulvio

Stelarc e l'uomo del futuro - 6 views

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    Stelarc lavora sull'artificialità del corpo intesa come territorio di sperimentazione e mezzo con cui mettere alla prova e testare i limiti della componente organica del nostro corpo biologico. Stelarc vuole superare le limitazioni della "vecchia carne" sottoponendola a condizioni estreme e dimostrandone l'attuale obsolescenza, aprendo una via ai possibili innesti tecnologici. La tecnologia non è vista come qualcosa di opprimente e castrante, bensì come mezzo per amplificare l'azione corporea ed arrivare alla costruzione di un "organismo nuovo", un cybercorpo..... http://www.edueda.net/index.php?title=Stelarc Sperimentatore estremo con un gusto feticista per la tecnologia e la forma-corpo, sostiene che: «Il corpo umano è obsoleto», producendosi in ricerche e performance che lo hanno visto, nel corso degli anni, a interpretare l'essere umano in senso architettonico e a sperimentare l'innesto di tecnologie sul corpo, per aumentarne e modificarne le capacità. Attualmente è interessato alla possibilità di connettere le proprie funzioni vitali alla rete. Il sito di Stelios Arkadiou si commenta da solo.....
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    "Ritengo che la libertà di forma piuttosto che quella di informazione, ti permetteranno di modificare la tua attuale struttura del DNA. Per quale motivo l'intelligenza dovrebbe essere incassata soltanto in questa forma bipede secondo questa chimica del carbonio e queste particolari funzioni? Adesso il punto è come espandere l'intelletto, creare antenne sensoriali e sperimentare soggettivamente uno spettro di realtà più ampio, come estendere la nostra ampiezza vitale. Penso che il problema non sia il perpetuarsi tramite riproduzione ma piuttosto concentrarsi sul soggetto per ridisegnarlo. Forse, quando gli uomini si saranno spinti fuori dalla terra, le rigide credenze religiose, politiche e sociali non saranno più così tenaci e ci saranno spinte che renderanno più facile la possibilità di ridisegnare il corpo senza traumi per la nostra cultura planetaria" (Stelios Arkadiou). Con il boom delle nanotecnologie le sue previsioni non sembrano poi così remote, gli innesti tecnologici inevitabilmente prima o poi diventeranno realtà. Come sempre, anche in questo caso il cinema e i videogiochi avranno anticipato di qualche anno la realtà. Questo http://www.youtube.com/watch?v=Dl9QqbvTjRw è ad esempio un video che pubblicizza il videogioco "Deus Ex Human Revolution"... un futuro affascinante e inquietante al tempo stesso.
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    Certo Ivan, vedendo quello che combina Sterlac e vedendo la pubblicità della Sarif Industries, non si comprende dove finisce il mondo reale e dove inizia quello non reale, quello che vediamo non ci meraviglia + di tanto. Ricordo, nel lontano 1984, il primo Terminator, all'epoca si capiva di vivere in un mondo di fantasia, ora ti rendi conto che in certi casi la realtà tende a superare la fantasia. L'uomo sembra sfidare il suo "creatore" spingendosi oltre quel confine e destino a lui assegnato, vincere contro quel limite imposto da un corpo che si deteriora e che inevitabilmente lo porta alla "fine". Possiamo immaginare un futuro "lontano" dove macchina e uomo si integrano, e un futuro ancora più lontano dove di uomo non resterà + molto ??? Purtroppo non lo sapremo mai .....o no??
Massimo Apicella

Italiani multitasking: davanti alla televisione e connessi ai social network - 8 views

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    Questa evoluzione rappresenta una significativa opportunità per le aziende che sapranno cogliere il vantaggio competitivo, rivedendo i propri modelli di comunicazione, per essere presenti in maniera efficace sui canali social e coinvolgere il consumatore attraverso strategie integrate sulle diverse piattaforme.
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    La presenza del multitasking durante spettacoli, siano essi televisivi o anche semplicemente sportivi ha fatto nascere diverse aree da esplorare. Ricollegandoci proprio ai dibattiti politici, è proprio grazie a questa multi-presenza che si sono estesi i progetti di fact-checking in tempo reale. In Italia il fact-checking in generale non ha molto terreno, ma in America durante il dibattito tra Romney e Obama sono state verificare in tempo reale le loro affermazioni e pubblicate su blog, social network e nella rete in generale. Ma questo è veramente essere multitasking, o è solamente avere la possibilità di estendere i propri limiti fisici per una connettività globale? Credo semplicemente la seconda, tanto più che anche per i calcolatori il multi tasking è di difficile esecuzione. La nostra impressione è che gli elaboratori siano multi tasking perché hanno velocità di calcolo impressionanti, ma a livello di bit, di linguaggio macchina le operazioni che si eseguono sono sempre una alla volta, o nei migliori dei casi eseguirà per un determinato lasso di tempo l'operazione X poi la sospenderà per eseguire per uno stesso lasso di tempo l'operazione Y dando a noi l'impressione della contemporaneità delle operazioni.
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    Ciao, effettivamente è diventata una consuetudine vedere un film a casa e contemporaneamente essere collegati con social forum. Siamo sicuri di seguire esattamente la trama di un film o programma?
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    In effetti già la televisione da sola si inseriva in un modello primitivo di multitasking, nel quale le conversazioni familiari avvenivano in parallelo con la fruizione del programma televisivo che poteva configurarsi come un rumore di fondo, uno spunto per un confronto o un riempitivo delle pause della conversazione. L'uso degli strumenti (tipicamente wireless e touch) per la navigazione da salotto è entrato nelle abitudini e, come già accaduto per altre tecnologie, diverrà un elemento fondante per nuove modalità di interazione tra i broadcaster ed il pubblico, magari mantenendo la promessa che la TV interattiva non è ancora riuscita a mantenere. Alcuni segnali nascono dall'incontro tra tecnologie innovative e trasmissioni concepite per sfruttare i vantaggi offerti dalle nuove tecnologie. Ecco che il multitasking viene asservito alle esigenze degli autori delle trasmissioni (con buona pace delle conversazioni familiari di fronte al teleschermo) per dare vita a programmi interattivi di nuova generazione. un esempio di tecnologia che implementa questo modello: http://www.hypertvx.com/success-stories
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    Questo articolo è un esempio di come i nuovi media, ed in questo caso i social network, abbiano riavvicinato il pubblico dei giovani (e non solo) alla televisione. Certo è impressionanate questa costante, insaziabile, diffusa voglia di essere sempre on line.
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    Questo articolo mi ha fatto riflettere sul fatto che le nostre abitudini sono cambiate (anch'io interagisco con il mio tablet davanti la TV accesa) ma fino a quando i numeri non ci mettono di fronte all'incontrovertibile realtà, non ci sembra realistico. Eppure, il multitasking che ormai sperimentiamo sui luoghi di lavoro, ce lo ritroviamo in casa durante le nostre ore di relax. Indubbiamente riempiamo tutti gli "interstizi" della nostra mente con un maggior numero di informazioni, interazioni e relazioni. Quindi i produttori di contenuti televisivi dovranno inventare un'estensione del programma su Social Network (già lo fanno) ed i nostri familiari che sono sotto lo stesso tetto dovranno catturare la nostra attenzione mandandoci dei messaggi (l'irresistibile bip del messaggio per noi!). Io vorrei dire: è anche per questo che spesso studio la sera e cerco di concentrarmi nel modo "classico". Molto interessante il contenuto di hypertvx, perchè si collega ai nostri studi di processi economici dei media
Cristiano Mulatero

il multitasking rende felici - 0 views

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    Il multitasking è spesso lodato per la sua versatilità, per la produttività che aumenta, è indicato come prerogativa femminile o maschile. In ogni caso l'abitudine al multitasking modifica la mappa celebrale, in pratica modifica alcuni modi di funzionare del cervello. In quest'articolo si esamina l'appagamento e la soddisfazione di chi esegue molte attività contemporaneamente. Risulta che la soddisfazione personale è l'aspetto predominante, soprattutto se si osserva la qualità dei lavori fatti in multitasking. Pare che in realtà la tendenza sia quella di iniziare molti lavori in contemporanea, ma effettivamente di terminarne solo alcuni. In ogni caso l'individuo si illude di aver fatto più cose di altri. Questo è l'ennesimo punto di vista su una tematica comune e molto discussa che mette in evidenza la possibilità si di vivere in multitasking , ma con dei limiti alle azioni che ci impegnano.
Luigi Coccia

Kaye.pdf - 1 views

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    di Anthony Kaye, ricercatore della Open University Questo articolo cerca di definire un campo relativamente nuovo e promettente per l'uso dei computer e delle telecomunicazioni nell'educazione e nell'addestramento: l'apprendimento collaborativo basato sul computer, CSCL (Computer-Supported Collaborative Learning). L'articolo enfatizza i modi in cui la tecnologia dell'informazione può essere usata per mediare e supportare la comunicazione tra i membri di gruppi impegnati in un'attività di apprendimento, rimuovendo i limiti spaziali e temporali. Strategie di CSCL possono essere messe in atto in ambito scolastico, ma è nel contesto dell'apprendimento aperto a distanza che il CSCL presenta maggiori potenzialità per la realizzazione di programmi per la formazione postsecondaria degli adulti.
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    Una panoramica sulle idee, i metodi e gli strumenti dell'apprendimento collaborativo basato sul computer
Massimo Busetta

I grandi progetti di Second Life: l'isola Imparafacile | VIRTUAL WORLDS MAGAZINE - 0 views

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    guardando second life con gli occhi di oggi penso che forse sia nato con troppo anticipo, questo perchè il mondo virtuale di SL è estremamente complesso e di enormi potenzialità, è nato da programmatori e da strumenti di programmazione evoluti ma la questione sta nel fatto che le interfacce tecnologiche necessarie per interagire con questo mondo non sono evolute con la stessa velocità, non per banalizzare ma nel film avatar, per l'appunto o il tagliaerbe, la persona agisce nel mondo virtuale senza i limiti e i vincoli fisici del mondo reale, SL avrà uno sviluppo strabiliante nel momento in cui la tecnologia creerà dei supporti che consentano alla persona di immedesimarsi nell'avatar con naturalezza, certo una simile ipotesi apre una lunga serie di interrogativi anche etici.
riccardo cazzulo

L'attività cognitiva distribuita - 1 views

Riporto un passaggio molto chiaro su alcuni aspetti della cognizione distribuita tratto da: L'ergonomia cognitiva - Antonio Rizzo - Università di Siena L'elaborato completo si può scaricare a quest...

cognizione distribuita

started by riccardo cazzulo on 28 Dec 12 no follow-up yet
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