utile testo in cui i evince come il computer abbia una forte componente per l'apprendimento collaborativo, e come usare efficacemente la comunicazione mediata dalla tecnologia.
é un articolo trovato sul Corriere della Sera mi sembra particolare ed interessante e fa luce su un problema contemporaneo generalizzato, sembra che il multitascking possa in qualche modo rende più difficoltosa la scelta delle informazioni, la difficoltà di questo è quello di saper prendere le info migliori e lasciare quelle false.
E-learning: le tecnologie di rete a supporto dell'apprendimento. Strumenti e modelli per la didattica universitaria
Ci troviamo oggi di fronte a un cambiamento di dimensioni epocali, oltre che globali. la rivoluzione tecnologica e digitale ha prodotto un impatto violento sulla realtà sociale, economica e culturale d'inizio millennio. L'avvento delle ICT e in particolare di Internet, ha modificato profondamente i processi cognitivi, i comportamenti individuali e collettivi, le modalità di accedere all'informazione e di comunicare. Oggigiorno la rete costituisce il luogo, reale e virtuale allo stesso tempo, in cui si svolgono gran parte delle interazioni umane e all'interno del quale si produce, archivia e trasmette il sapere. Questo lavoro muove dal riconoscere il valore fondamentale ricoperto dalla conoscenza teorica e pratica all'interno della società dell'informazione. Si comincia a sentire l'esigenza di una formazione aperta e flessibile, estesa per tutta la vita (lifelong learning), che possa proseguire anche durante l'età adulta, oltre i limiti spazio-temporali imposti dalla formazione accademica, e che sia contantemente integrata con l'esperienza e la pratica professionali. La necessità di aggiornare e riconvertire le proprie competenze più volte nel corso della vita, rende necessaria l'individuazione di nuovi strumenti di supporto alla formazione. Obiettivo della presente ricerca è di comprendere come questi cambiamenti socio-culturali, sopravvenuti in seguito a radicali innovazioni nel sistema dei media, influenzino i processi di produzione e scambio della conoscenza, con inevitabili ricadute anche sui modelli di insegnamento/apprendimento tradizionali. Tutto ciò ha prodotto una rivoluzione radicale in ambito pedagogico-didattico. Dall'incontro della comunicazione mediata dal computer e delle tencologie digitali con le problematiche della formazione, si è delineata una nuova area di ricerca teorica e applicazione pratica. La riflesione si focalizzerà, quindi, sul complesso e attualissimo tema dell'e-learning, ovvero al formazione compiuta tramite le tecnologie di rete ed erogata in ambienti di apprendimento virtuali. Attraverso la consultazione dell'ampia letteratura disponibile sull'argomento, nel testo sono citati i principali approcci teorici di riferimento, focalizzando l'attenzione sui modelli comunicativi, relazionali, sociologici e pedagogici. Si cerca, inoltre, di mettere in evidenza i più recenti sviluppi, nonché gli interrogativi ricorrenti nell'attuale dibattito sul tema, peraltro ancora aperto a nuovi contributi, e si tenta di proporre possibili soluzioni alle problematiche esistenti. L'intento è di esaltare le potenzialità offerte dalle nuove tecnologie, integrandole con le migliori strategie didattiche, al fine di rendere la formazione online ancora più efficace. Verosimilmente, difatti, la progressiva evoluzione degli strumenti e degli ambienti Web 2.0 continuerà a produrre, in un recente futuro, nuove possibilità di utilizzo, anche in ambito didattico.
Ho un buon motivo per credere nel reciproco interesse derivante dall'esprimere il proprio parere dopo la lettura di un articolo che coinvolge, tipo questo del blog cosa mi stupisce.
"Negli ultimi vent'anni le tecnologie per la simulazione e la visualizzazione hanno cambiato il nostro modo di rapportarci con il mondo. In "Il disagio della simulazione", Sherry Turkle esplora gli aspetti di questo cambiamento epocale: studenti di architettura che non disegnano più a mano, scienziati e ingegneri che ammettono che le simulazione al computer sembrano più reali degli esperimenti nei laboratori.La simulazione richiede che ci si immerga nel suo mondo, ed i benefici sono chiari: gli architetti possono creare edifici impensabili prima, gli scienziati manipolano la struttura delle molecole in uno spazio virtuale, i medici imparano l'anatomia su corpi umani digitali. Ma una volta immersi siamo più vulnerabili. Ci sono pro e contro. Gli scienziati più anziani descrivono i giovani come "ebbri di codice", mentre i giovani cercano in tutti i modi di carpire la conoscenza tacita dei più anziani. Da entrambe le parti si avverte il divario generazionale: c'è il timore che con la simulazione qualcosa sfugga per sempre." (Sherry Turkle)
Le Matin lancia l'allarme sulla dipendenza dal web: solo in Svizzera i casi denunciati sono 70 mila. Ecco la storia di Alex, che ha impiegato dieci anni per vincere la sua battaglia contro lo schermo.
IL CASO - "In Svizzera il 74,5% degli adolescenti fa un uso quotidiano della rete", il dato risale al 2010 ma la percentuale è salita anche se è difficile da stimare ma la cifra che spaventa è quella del 2006 che dichiarava un numero di 70 mila persone dipendenti dalla rete: un dato destinato a salire fino a 110 mila. Alex, il nome è di fantasia, ha 34 anni e ha lottato per dieci anni contro la dipendenza dalla rete.
DIPENDENZA - "Adesso mi sento meglio - ha detto il ragazzo a Le Matin, vincitore di una lunga guerra - Ho iniziato ad utilizzare il computer di mio padre, giocavo in rete e così è iniziata la mia dipendenza da internet. Soffro d'ansia e internet è un luogo rassicurante perché l'ambiente è limitato e si conoscono limiti e regole". Alex ha iniziato quasi per caso, come tutti, voleva solo distrarsi un po' ma la situazione gli è sfuggita di mano.
IL RACCONTO - "Trascorrevo tutto il tempo libero al pc e andavo a lavorare per pagare la connessione, non vedevo più né i miei amici né la mia famiglia. Internet era come un rifugio e io facevo lo struzzo, mi nascondevo per non pensare ai miei problemi. Sono stato super dipendente per sette o otto anni, anche se la fase acuta è durata quattro anni". Oggi Alex ha cambiato vita e racconta: "Dopo la cura, utilizzo internet per lavorare e a casa ne faccio un uso comune come tutti, cerco gli orari del cinema, dei mezzi, biglietti per i concerti. Ho imparato a guarire dalla mia dipendenza".