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alfonsina longobardi

intelligenza - 0 views

PENSIERO E INTELLIGENZA Definzione e teorie implicite L'INTELLIGENZA è, probabilmente, il concetto psicologico più difficile da definire. L'INTELLIGENZA sembra essere un fattore che coinvolge più ...

started by alfonsina longobardi on 12 Mar 13 no follow-up yet
Graziella Fiorini

L'intelligenza - 4 views

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    Una definizione unica e oggettiva di intelligenza non è certo facile. Non a caso i test per la misurazione del Q.I. (Quoziente Intellettivo) sono stati fortemente ridimensionati dalla semplice considerazione che è possibile definire diversi tipi di intelligenza.
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    Per quanto l'intelligenza sia stata a lungo studiata da una moltitudine di ricercatori, si è ancora lontani dall'aver raggiunto un consenso unanime su una definizione capace di fissarne le caratteristiche di maggior rilievo. Senza pretendere di dire l'ultima parola in merito, si può comunque affermare che l'intelligenza, in un'ottica evoluzionistica, intesa come strumento che migliora l'adattamento all'ambiente, è in primo luogo la capacità di risolvere nuovi problemi, oppure di risolvere vecchi problemi in maniera innovativa. L'intelligenza è anche implicata nello stabilire nuovi nessi o rapporti tra due o più elementi, come pure nel rilevare contrasti o relazioni problematiche tra essi. Tali operazioni non sono strettamente limitate al momento presente o a un passato più o meno lontano, ma possono riguardare anche situazioni che non si sono ancora realizzate e perfino situazioni ipotetiche che potrebbero non verificarsi mai. L'elemento novità sembra essere comunque un requisito comune affinché si possa parlare di un effettivo utilizzo di facoltà intelligenti. Infatti, la semplice applicazione di regole o algoritmi per portare meccanicamente a termine compiti o per risolvere problemi già affrontati con successo in passato non si considera, in genere, un'attività intelligente. Questo aspetto costituisce una distinzione fondamentale da far valere nei confronti di coloro che ritengono le doti intellettive umane interamente riducibili a operazioni computazionali. La cosiddetta intelligenza Artificiale si propone di emulare le capacità del nostro cervello (quindi anche l'intelligenza) mediante la semplice esecuzione di operazioni sulla base di procedure e regole per la manipolazione di simboli. Essendo esse predefinite, ossia fornite prima che l'elaboratore elettronico svolga il compito assegnato, non possono avere nulla di realmente innovativo. Forse l'aspetto distintivo dell'intelligenza umana rispetto alle capacità di calcolo dei computer st
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    Questo contributo mi sembra che rispetto ai contenuti del corso non sia adeguato nel senso che non parla del concetto di mente-elaboratore, il nuovo connubio che porta la nostra mente all'esterno del nostro corpo e connettendola con il computer la amplia di tutte quelle potenzialità da esso derivanti: c'è una nuova forma di intelligenza, interattiva e potenzialmente illimitata. Inoltre è corretto nei contenuti proposti a proposito delle considerazioni iniziali sulle variee definizioni di intelligenza del passato. Il testo si interrompe, lasciando intendere la riflessione finale che sottolinea la diversità tra mente e CPU del computer, ma a mio avviso non si deve parlare tanto di differenza ma piuttosto di intelligenza potenzialmente illimitata, derivante dall'interazione tra uomo e computer.
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    Il tema del Q.I. è ormai superato da tempo. Almeno da quando lo psicologo statunitense Howard Gardner ha distinto ben 9 tipi di intelligenza. Voglio citarne solo una che ci riguarda più da vicino, l'intelligenza interpersonale che relativa alla capacità di comprendere gli altri, le loro esigenze, le paure, i desideri nascosti, di creare situazioni sociali favorevoli e di promuovere modelli sociali e personali vantaggiosi. Questo tipo di intelligenza a mio parere riguarda non solo i singoli ma anche le collettività. Con i sistemi complessi basati sulla fiducia e il rischio, sempre più fondamentale diventa questo tipo di intelligenza inviestigata da Pierre Levy in questa bella conferenza sul dibattito intelligenza collettiva e intelligenza connettiva nell'impresa e nell'insegnamento. http://www.youtube.com/watch?v=0yl9Fjf1_OE
alfonsina longobardi

intelligenza - 0 views

started by alfonsina longobardi on 02 Mar 13 no follow-up yet
nunzianazzano

7 tipi di intelligenza secondo Gardner - 15 views

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    Partendo dalle sette forme di intelligenza individuate da Howard Gardener, possedute da ciascuno in modo qualitativamente diverso, mi sembra adeguato distinguere ulteriormente, all'interno di queste categortie, l'intelligenza di tipo culture free e culture fair: è la nostra natura individuale a renderci intelligenti o la cultura, che abbiamo appreso durante la nostra interazione con l'ambiente sociale e virtuale, in cui viviamo? Vari test di intelligenza misurano sia le varie sfacettature dell'intelligenza, spaziale, logico-matematica..., sia le influenze o meno del fattore culturale, formulando infine un punteggio globale, che renda conto delle varie performance. L'intelligenza è pertanto una combinazione di abilità naturali e apprese per la sopravvivenza, la riproduzione e il progresso. Al giorno d'oggi stabilire se si è più o meno intelligenti, sembrerebbe valutabile in base al conto in banca, in realtà a mio parere l'intelligenza di una persona sta nella libertà di poter gestire il proprio tempo: essere liberi di, avere il tempo per, è ciò che ci consente di pensare e riflettere non solo fra noi stessi ma estendendo il nostro pensiero al computer, strumento estremamente potenziante dell'intelligenza umana. In conclusione grazie a Internet dovremmo rivedere il concetto di natura dell'intelligemza. in quanto oltre alle caratteristiche individuate da Gardner ad esempio e dai fattori naturali e culturali, si è aggiunta quella interattiva con il computer e gli altri utenti, abbiamo unito la nostra mente alla CPU e a quelle degli altri utenti.
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    Howard Gardner è un professore di pedagogia e psicologia all' Università di Harvard noto a livello mondiale per la sua "teoria sulle intelligenze multiple". Assunto fondamentale dei suoi studi è l'esistenza, infatti, di sette intelligenze diverse e relativamente indipendenti tra di loro intese dall'autore come moduli mentali distinti ed interagenti. Queste intelligenze sono raggruppate nell'elenco sottostante nel quale sono specificate anche le relative attività umane specifiche per ogni tipologia: 1) INTELLIGENZA LINGUISTICA usata nel leggere libri, scrivere testi, comprendere parole parlate; 2) INTELLIGENZA LOGICO-MATEMATICA usata nella soluzione di problemi matematici e nel ragionamento logico; 3) INTELLIGENZA SPAZIALE usata nello spostarsi da un posto all'altro, nel leggere le cartine, nel disporre le valige nel portabagagli di una macchina in modo che occupino meno spazio possibile; 4) INTELLIGENZA MUSICALE usata nel cantare una canzone, nel comporre una sonata, nel suonare la tromba o semplicemente nell'apprezzare la struttura di un brano musicale; 5) INTELLIGENZA CORPOREO-CINESTESICA usata nel ballare, nel giocare a pallacanestro, nel correre i 100 metri o nel lancio del giavellotto; 6) INTELLIGENZA INTERPERSONALE usata nel relazionarsi ad altre persone, nel comprenderne il comportamento, le motivazioni o le emozioni; 7) INTELLIGENZA INTRAPERSONALE usata nel capire se stessi, chi siamo, che cosa ci fa essere come siamo, come cambiamo nel tempo.
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    interessante teorizzazione di Gardner sulle intelligenze multiple con le quali sostituiva la concezione classica di intelligenza come unica e misurabile attraverso test standardizzati.
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    In un mondo in cui sempre di più il "diverso" è bello e arricchisce credo che sarebbe importante, soprattutto nelle scuole, rendere questa diversificazione delle intelligenze patrimonio culturale condiviso cosicché ciascuno di noi possa rispecchiarsi nell'intelligenza che meglio lo rappresenta e riconoscere il proprio valore
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    Oltre a Gardner, parlando del tema dell'intelligenza, credo sia giusto citare anche Daniel Goleman che parla di intelligenza emotiva. Derrick de Kerckhove usa invece un nuovo termine e parla di intelligenza connettiva. Come suggerisce il termine stesso,mira alla connessione, alla messa in relazione delle intelligenze, e sottolinea il "rapporto" che esse intrattengono. Credo fortemente che questa intelligenza connettiva possa favorire l'apprendimento emotivo.
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    Sicuramente interessante e poco presente nell'istruzione scolastica del nuovo millennio il concetto di intelligenza multipla. Perché studenti adolescenti che si trovano quindi in una tappa evolutiva importante e molto delicata, dopo tanto impegno ma scarsi risultati , viene permesso di arrivare a pensare di non avere le capacità necessarie e "normali" per quella età, facendo paragoni con i compagni di classe e andando ad indebolire la propria autostima e autoefficacia percepita.. magari soltanto perché non eccellenti in compiti di matematica e logica. Leggendo anche gli altri commenti dei colleghi, ho ricordato un ragazzo di 12 anni che ho conosciuto tempo fa e che ricordo sempre sminuire e dare poca importanza ai buoni voti ottenuti ai compiti di scienze e arte, materie che lo appassionavano, poiché per quanto riguardava matematica non riusciva ad ottenere una sufficienza, nonostante i tanti sforzi e lezioni di ripetizione privata. Certamente ogni studente avrà le proprie preferenze in ambito di studio scolastico, e materie in cui riscontrano più difficoltà, ma credo che questo non debba portare ad una diminuzione dell'autostima e della percezione e consapevolezza delle proprie capacità. A tal proposito ritengo che sia molto importante divulgare a scuola insegnamenti come quello di Gardner, proprio perché come ha precedentemente scritto una collega, in questo modo ogni ragazzo potrebbe rispecchiarsi nell'intelligenza che meglio lo rappresenta, riconoscere le proprie capacità, aumentare la propria autostima e di riflesso crescerebbe anche la motivazione e la voglia di riuscita in quelli che sono ambiti dove presentano maggiori lacune.
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    Purtroppo solo chi intraprende un certo tipo di studi viene a conoscenza di questa teoria. In questo modo molte persone non vengono valorizzate e vengono scartate dal mondo socioculturale in cui viviamo. Ogni sistema educativo e diverso nel suo modo, e quasi tutti hanno aspetti negativi a riguardo. Ad esempio negli Stati Uniti d´America l´intelligenza cinestetica o sportiva é altamente valorizzata ma sempre in base al sistema capitalistico in cui viviamo.
anna colombo

La natura dell'Intelligenza - 42 views

'analisi che Goleman conduce sulla società americana avviene in un periodo storico equiparabile, per molti tratti, alla situazione italiana dal dopo guerra a oggi. L'atmosfera di crisi sociale...

#Intelligence

francesco scarfo

la natura dell'intelligenza - 0 views

#intelligence

started by francesco scarfo on 07 Nov 12 no follow-up yet
rosa maria tafuri

Psicopedagogika - Psicologia e formazione - - Intelligenza - 6 views

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    Per Platone l'intelligenza è ciò che distingue le diverse classi sociali ed è distribuita da Dio in maniera diseguale. Aristotele sosteneva che tutte le persone, tranne gli schiavi, esprimessero facoltà intellettive più o meno uguali, e che le differenze fossero dovute all'insegnamento e all'esempio. Al giorno d'oggi esistono diverse concettualizzazioni di intelligenza.
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    L'intelligenza è la somma di variabili fattori, che come le note del pentagramma concorrono con diversi e variabili accenti a produrre e sviluppare la musica del nostro pensiero.
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    Io credo che, relativamente all'intelligenza, il problema stia nel giudizio di valore che viene dato alle diverse forme di intelligenza. Se una persona ha un'altissima intelligenza emotiva, per cui riesce ad interpretare e capire i segnali che un'altra persona manda, riesce a "capire" profondamente gli altri, non sarà mai valutata intelligente tanto quanto un'altra persona che risolve un difficile problema matematico, ma non sa capire nulla dei bisogni o delle emozioni degli altri. Perché? Perché ci hanno insegnato che l'intelligenza logico-matematica è "intelligenza", quella verbale è "capacità di parlare", quella emotiva è "bontà" o "comprensione". Non so quanto tempo ci vorrà perché le diverse intelligenze (motoria, sensoriale, musicale, insieme a quella spaziale, logico-matematica ecc) siano valutate alla pari. Non so se mai avverrà. Un'intelligenza musicale è altamente valutata se chi ce l'ha diventa un grande musicista. Altrimenti non è presa granché in considerazione. E la capacità di "essere felici"? E' idiozia o intelligenza all'ennesima potenza?!
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    I contributi sull'intelligenza sono stati molteplici, una definizione generale che ho trovato la definisce come: "quel processo mentale che permette di acquisire nuove idee e capacità che consentono di elaborare concetti e i dati dell'esperienza per risolvere in modo efficace diversi tipi di problemi". Spearman definisce l'intelligenza come un fattore di base comune a tutte le attività intellettuali, che chiamò fattore G. Thurstone e Guilford criticarono però la posizione di Spearman sostenendo invece che l'intelligenza fosse costituita da molteplici fattori di abilità mentale tra loro indipendenti. Sternberg ha cercato di sintetizzare queste diverse posizioni sostenendo che il numero dei fattori cambia con il crescere dell'età: si passa così da un'abilità intellettuale generale a vari gruppi di abilità. Gardner ha elaborato la teoria delle intelligenze multiple, secondo la quale non esisterebbe un'unica forma generale di intelligenza, ma distinti tipi di competenze (linguistica, musicale, spaziale, logico-matematica) ciascuna competente per l'elaborazione di uno specifico ambito di informazioni. Oggi si parla di intelligenza distribuita, si è ormai sviluppata la consapevolezza che molte parti dell'intelligenza sono distribuite, non si trovano nella nostra testa, ma risiedono anche nel contesto in cui viviamo. Ogni giorno utilizziamo strumenti e materiali per svolgere le nostre attività, libri, agende, sempre di più computer e strumenti informatici, ma soprattutto parte della nostra intelligenza distribuita sono anche gli altri individui. E prendendo spunto dalle parole di De Kerckhove arrivo ad un'altra forma di intelligenza, quella connettiva. Grazie alle nuove tecnologie gli schermi dei computer divengono "luoghi in cui il pensiero viene scritto, ma simultaneamente, anche luoghi il cui il pensiero viene condiviso e elaborato da diverse persone che possono incontrarsi da qualunque posto si trovino, quando vogliono per dare il proprio contri
Marco Valotto

Qualche definizione - 25 views

Vorrei contribuire anch'io alla definizione di Psicotecnologia: La psicotecnologia è quella branca della psicologia generale che studia l'impatto psicologico dell'utilizzo delle tecnologie, sopratt...

psicotecnologie intelligenza ipertestuale collettiva connettiva congizione distribuita

EMANUELA PSICOTECNOLOGIE

II ARGOMANTO :NATURA DELL'INTELLIGENZA - 0 views

Emanuela D'Agostino

started by EMANUELA PSICOTECNOLOGIE on 20 Nov 12 no follow-up yet
brunella romano

MediaMente: "Due filosofi a confronto. Intelligenza collettiva e Intelligenza connettiva: alcune riflessioni" - 5 views

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    Firenze - Mediartech, 27/03/98 "Due filosofi a confronto. Intelligenza collettiva e Intelligenza connettiva: alcune riflessioni" SOMMARIO: Levy: Internet non cambia il concetto dello spazio e del tempo, ma modifica lo spazio ed il tempo, poichambia sostanzialmente il nostro rapporto con l'ambiente esterno (1).
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    Questa intervista parallela a Pierre Levy e a Derrick De Kerckhove risulta utile per comprendere le differenze tra "intelligenza collettiva" e "intelligenza connettiva". Il concetto di intelligenza connettiva formulato da De Kerckhove, pur traendo ispirazione da quello di 'intelligenza collettiva' di Levy, in un secondo tempo si distingue da esso caratterizzandosi nella pratica diretta del concetto di 'intelligenza collettiva'.
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    "La mente umana ha bisogno della relazione con l'altro per svilupparsi": è partendo da questa affermazione nonché dalle poche certezze e i molti dubbi di uno studente che si avvicina solo ora alle nuove modalità di apprendimento in rete, pur non conoscendole a pieno dal loro interno, che si sviluppa questo breve lavoro atto a carpire le intuizioni brillanti che ci hanno regalato alcuni "guru" del tema dell'apprendimento come Levy, De Kerckhove e Spaltro.
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    Confronto tra le posizioni di Levy e De Kerckhove. Interessante la distinzione che fa dei 2 concetti De Kerckhove alla domanda 4.
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    L'intelligenza collettiva necessita di un rapporto personale inteso come incontro fisico tra le persone e non con una web cam. Questo perchè l'intelligenza collettiva è alimetata anche dalle emozioni e dalle sensazioni che scaturiscono da confronto e/o scontro di idee fatto a visus. L'intelligenza connettiva non ha la necessità di incontrare fisicamente altre persone perchè l'apprendimento avviene direttamente sulle risorse della rete
Massimiliano Malato

I 7 tipi di intelligenza di Gardner: esempi di persone famose, e non, e mappa concettuale - 7 views

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    Tu quale forma d'intelligenza pensi di avere? Hai riconosciuto delle caratteristiche in qualcuna di queste forme?
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    Linguistica logico-matematica. E tu!
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    ci sono test sulle varie forme di intelligenza anche in forma di gioco e per allenare il cervello vedi Big Brain Accademy http://www.ciao.it/Big_Brain_Academy_NDS__680050
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    Partire da una prima classificazione per capire il proprio profilo può aiutare a sviluppare l'intelligenza (o le intelligenze) là dove ci sono carenze.
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    Sono davvero entusiasta di questo articolo, non conoscevo l'analisi dell'intelligenza di Gardner, ma sicuramente è un argomento che andrò ad approfondire a breve. Mi sono riconosciuto sicuramente in un'intelligenza linguista ma con diversi aspetti anche di intelligenza emotiva, più orientata verso l'intraspettiva. Ho sempre pensato che la misurazione dell'intelligenza non fosse una scienza molto esatta e che il QI non era il modo, o per lo meno il modo migliore per capire le potenzialità di una persona, perchè venivano tralasciati troppi aspetti della personalità, Gardner non avrà raccolto tutti gli aspetti ma ha dato una visione sicuramente più globale ed esaustiva
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    Ahimè! penso di avere un pizzico di intelligenza logico-matematica ma non ne sono troppo sicura! Scherzi a parte, credo che la scuola riconosca e valorizzi prevalentemente l'intelligenza linguistica e quella logico-matematica. Gli altri tipi di intelligenza vengono ignorati o disconosciuti.
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    elisabetta Scattolin Carretta ciò che abbiamo letto sulle 7 intelligenze, mi ha fatto pensare a quali possono essere le mie "attitudini". sicuramente mi riconosco, visto la mia passione per la pittura e la scultura, alle quali mi dedico , o meglio mi dedicavo, l'intelligenza visuo spaziale. mi piace inoltre pensare di aver sviluppato nel corso della mia vita, dato anche il tipo di studi che stiamo affrontando, l'intelligenza intrapersonale. Lascerei però agli altri, cioè a chi mi conosce meglio, valutare le "mie intelligenze", non vorrei apparire immodesta!!
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    Di sicuro non possiedo l'intelligenza logico-matematica! Penso che le varie forme di intelligenza vadano individuate sin da giovani come forme di inclinazione naturale da coltivare, cosa che la scuola e molto spesso anche la famiglia non fa...
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    Esiste un'ottava quella Naturalistica !!!! Ecco la definizione che ho trovato: Intelligenza Naturalistica: consiste nel saper individuare determinati oggetti naturali, classificarli in un ordine preciso e cogliere le relazioni tra di essi. Alcuni gruppi umani che vivono in uno stadio ancora "primitivo", come le tribù aborigene di raccoglitori-cacciatori, mostrano una grande capacità nel sapersi orientare nell'ambiente naturale riconoscendone anche i minimi dettagli.
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    Se vi volete deprimere e scoprire la vostra fate il TEST: http://www.focus.it/curiosita/brain-trainer/Test_delle_intelligenze__C11.aspx
stefania manara marchi

Intelligenza secondo Howard Gardner - 1 views

Howard Gardner definisce che le attività umane sono riconducibili a diverse forme di intelligenza come: ...

Intelligenza

started by stefania manara marchi on 25 Feb 13 no follow-up yet
rosa maria tafuri

COSA E' L'INTELLIGENZA? - 6 views

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    L'intelligenza può essere definita come un complesso di condizioni che hanno a che fare con la CONOSCENZA sui MECCANISMI DI ACQUISIZIONE di questa e sulle MODALITÀ DI APPLICAZIONE della stessa alla realtà.
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    Buon articolo da poter utilizzare come base di partenza per il nostro corso
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    In psicologia, il termine intelligenza è riferito alla capacità di acquisire conoscenze da utilizzare in situazioni nuove, adeguando (o modificando, quando necessario) le strategie individuali alle caratteristiche dei problemi, agli obiettivi perseguiti e ai risultati ottenuti. L'intelligenza può essere definita come la capacità di apprendimento e di comprensione, che si differenzia da ciò che viene comunemente chiamato intelletto in quanto comprende anche la capacità di affrontare situazioni concrete in modo efficace e di rielaborare le esperienze e gli stimoli esterni. L'intelligenza viene quindi descritta non come una particolare abilità, ma come una capacità generale dell'individuo di cogliere ed affrontare il mondo; una capacità globale che consente all'individuo di comprendere la realtà e di interagire con essa. L'intelligenza è, quindi, un'entità globale e multisfaccettata non singolarmente definibile. Infatti, una delle prime problematiche incontrate nello studio del concetto è stata proprio quella di formulare una definizione consensuale dell'oggetto di studio.
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    I contributi di Gadner e Sternberg inducono a ritenere che nell'intelligenza siano presenti aspetti personali e sociali. intelligenza sociale: competenza con cui le persone affrontano i problemi della vita quotidiana. L'intelligenza sociale si riflette nell'abilità delle persone di perseguire i propri obiettivi adattando flessibilmente il proprio comportamento in modo da trarre il maggiore vantaggio dalle circostanze. intelligenza emotiva: essa coincide con la capacità di comprendere le emozioni e i sentimenti propri e altrui e usare tali informazioni per guidare il proprio pensiero e le proprie azioni. Salovery ha individuato delle componenti dell'intelligenza emotiva: riconoscimento delle emozioni in se stessi e negli altri, regolazione delle emozioni proprie e degli altri, l'uso strategico delle emozioni per scopi connessi alla motivazione e alla soluzione dei problemi. Goleman ha individuato sette aspetti dell'intelligenza emotiva: autocoscienza, automotivazione, persistenza di fronte alle avversità, controllo degli impulsi, regolazione dell'umore, empatia, ottimismo. Le emozioni svolgono un ruolo dinamico nei processi di autoregolazione. Una difficoltà che si è riscontrata nello studio dell'intelligenza emotiva è relativa alla difficoltà di misurare l'intelligenza emotiva. Saggezza: Baltes sostiene che la saggezza coincide con una competenza cognitiva relativa a questioni riguardanti la pratica e il significato della vita quotidiana. Essa riguarda le conoscenze possedute sulle caratteristiche essenziali della natura umana e del suo sviluppo, le relazioni dell'individuo con il mondo sociale. Un individuo per essere saggio deve possedere sia le conoscenze, sia le strategie per metterle in pratica. le conoscenze si acquisiscono grazie all'esperienza. La saggezza sembra aumentare con l'età.
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    Pensare non è assolutamente un attività solitaria soprattutto con l'affermazione dell'era elettronica in cui INTER-LIGERE significava già collegare contenuti, ciò che oggi in Rete definiamo "Linking", ovvero legare insieme azioni separate. Si può affermare che il computer stimoli capacità già disponibili nella nostra mente, esternalizzando la nostra intelligenza ipertestuale; Rende visibili le nostre idee o progettazioni, le memorizza in documenti, ne permette la rielaborazione nel tempo e la condivisione con gli altri. Cosi dal pensiero individuale, la tecnologia ci ha condotto alla nuova intelligenza collettiva.
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    ...infatti, la nuova intelligenza collettiva, o "connettiva", così come sosteneva Pierre Levy. L'uso di Internet favorirebbe la nascita di questa nuova forma di intelligenza connettiva: la ricerca di informazioni, lo scambio di informazioni e la loro rielaborazione comune producono un risultato molto superiore alla loro semplice somma e danno vita a forme di conoscenza e stili di apprendimento diversi e del tutto nuovi.... I paradigmi dell'apprendimento aperto e dell'apprendimento cooperativo, che tratteremo in seguito, rientrano in questo concetto di intelligenza collettiva e nel modello di rete che è anche simbolo di una diversa organizzazione dell'attività umana, nel senso di una società più flessibile e decentrata.
vincenzodinocera

Oltre un semplice test - 1 views

I test del QI si concentrano su intelligenza logica e linguistica, i due elementi che più incidono nel rendimento scolastico. Definire l'intelligenza di una persona è però una questione molto più c...

#Intelligence

started by vincenzodinocera on 15 Nov 19 no follow-up yet
Maurizio Aucone

Siamo stupidi perché viviamo di più così il progresso danneggia l'intelligenza - Repubblica.it - 12 views

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    Segnalo l'articolo apparso su Repubblica questa mattina in merito allo studio dell'università di Stanford: l'uomo ha raggiunto il picco della sua evoluzione celebrale oltre 2000 anni fa, poi la 'rete di sicurezza' della società ha causato l'impigrimento e la recessione dell'intelletto, ma l'essere umano per fortuna ha una straordinaria capacità di adattamento.
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    Articolo molto interessante, al quale avrei asseganato anche il tag dei psicotecnologie, in quanto tutto l'articolo riporta si studi sull'intelligenza, ma in relazione allo sviluppo psicotecnologico della nostra generazione.
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    E' uno studio interessante e centra perfettamente il nostro adattamento alla società senza ma rinnovarsi.
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    Il punto fondamentale è l'acquisizione di maggiore flessibilità intellettiva. Probabilmente moriremo tutti se posti nelle condizioni di doverci procurare cibo cacciando. Ma è anche vero che le capacità utili per vivere oggi sono altre. Questo nuovo stato di cose effettivamente limita moltissimo la selezione naturale. Di contro la presenza di più persone rispetto al passato offre possibilità di espressioni di entità non più fatte da singoli ma di gruppo. Intelligenza connettiva e cognizione distribuita permettono la nascita di macro entità sociali. A questo livello oggi è presente la selezione naturale.
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    Ci siamo evoluti nella derezione che ci permette di sopravvivere nell'era in cui ci troviamo. Questo comporta che ai giorni nostri le priorità siano altre, cosi non siamo più in grado di cacciare a mani nude per sfamarci, ma siamo capaci ad esempio a compiere delle transizioni monetarie astratte, senza vedere la moneta fisica, cosa che i nostri avi non avrebbero mai fatto. È anche vero che la nostra civiltà attuale consente limiti di selezione molto più ampi, questo in un certo senso è da interndersi come una "contro-evoluzione".
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    Articolo interessante riguardo alla sviluppo dell'intelligenza nei secoli. Non mi trovo del tutto daccordo con l'affermazione che oggi l'uomo è meno intelligente, sinceramente credo che con l'avvento del digitale di conseguenza anche il cervello umano si sia evoluto per adattarsi al mondo. Un tempo si valutava l'intelligenza di un uomo a seconda delle invenzioni industriali che esso era in grado di creare, oggi invece avendo un mondo digitale a adisposizione si può reputare intelligente un uomo che conosce tutto di una tecnologia informatica già nota e che utilizza il proprio sapere per innovare qualcosa di già esistente. Possiamo quindi dire a mio parare che per valutare se l'Umanità è più o meno intelligente ora rispetto ai secoli passati bisognerebbe cambiare i metodi di valutazione dell'intelligenza stessa.
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    Ad oggi, risulta troppo semplicistico parlare di "intelligenza" e "stupidità" come se fossero due poli opposti di un unico continuum, in quanto si è dimostrato che esistono diversi tipi di intelligenza, ognuno relativo a diversi tipi di capacità, che possono essere logiche, quanto sociali, quanto emotive. Per questo mi trovo maggiormente d'accordo con l'intervento di Elia Stupka, che alla fine dell'articolo fa riferimento alle nostre capacità adattive e alla profonda complessità che contraddistingue l'essere umano, impedendo delle nette separazioni, come tra il bianco ed il nero. Impossibile negare che i supporti tecnologici alle conoscenze indeboliscano alcuni aspetti della memoria: già Platone criticava la scrittura e l'eccessiva fiducia riposta nel linguaggio. Ogni tecnologia - anche l'alfabeto stesso - ha aspetti negativi e positivi, legati essenzialmente all'uso che se ne fa. Non si può pensare che un medico delle future generazioni sia meno competente di uno delle passate: avranno utilizzato metodi di studio differenti, saranno stati supportati da diversi strumenti, ma la loro competenza sta nel risultato delle loro azioni. Non si possono demonizzare strumenti che facilitano la vita solo perché in alcuni casi hanno degli esiti fallimentari: importante è, al contrario, fare in modo che tali strumenti siano correttamente utilizzati in virtù del progresso.
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    L´articolo e´ interessante e appropriato al tag. Dal mio personalissimo punto di vista risulta leggermente fuorviante il fatto che nell´articolo associ in maniera inversamente proporzionale il progresso all´intelligenza, troppo generico insomma... Ormai si sa che esistono vari tipi di intelligenze e che piu´ si invecchia piu´ l´organismo va in decadenza ed e´ passibile di degenerazioni anche a livello cerebrale e psichico andando ad intaccare dunque la sfera cognitiva. Inoltre oggi la tecnologia e la globalizzazione, che poi sarebbero anche i risultati dell´evoluzione cognitiva dell´uomo, hanno permesso di sostituire in parte la nostra intelligenza a scopo economico per il nostro benessere psicofisico in generale. Pertanto non credo che l´uomo sia divenuto meno intelligente ma semplicemente abbia trasposto la sua intelligenza in favore della propria comodita´.
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    La prima considerazione che mi viene in mente é : cosa si intende per intelligenza? L'effetto Flynn indica un aumento progressivo del QI nel corso del trascorrere delle generazioni. Sono cambiati i criteri con cui valutiamo l'intelligenza oggi, in base a quelle che sono le richieste adattive verso un ambiente sempre piú complesso e che si muove sempre piú velocemente. Il concetto di "selezione naturale" andrebbe contestualizzato alla società in cui viviamo oggi, che seppure attraverso modalità diverse, e mezzi diversi, la società odierna ci pone dinanzi ad ostacoli e innumerevoli difficoltà , i predatori continuano ad esistere, seppur in "forme" diverse, il cibo continuiamo a procacciarcelo, seppure attraverso modalità diverse ( i soldi). (Dunque leggendo questo articolo, mi chiedo, secondo quale punto di vista, stiamo diventado meno intelligenti? è possibile considerare l'intelligenza nella sua pura accezione "genetica"? Credo che l'intelligenza sia molte cose e possa assumere molte forme e sfaccettature, pertanto risulta alquanto riduttivo questo ragionamento, a mio parere. Sono d'accordo con Elia Stupka ,circa il fatto che la teoria proposta sembra alquanto semplicistica e che i cambiamenti avvenuti a livello genetico, cerebrale, psicologico e sociale non siano necessariamente cambiamenti negativi, credo che tutto debba essere contestualizzato e riportato all'interno della realtà così com'é adesso. Trovo che "confrontare" la società com'era 2000 anni fa a quella di oggi, basandosi su una singola variabile "genetica", non sia abbastanza. Il concetto di selezione sociale andrebbe contestualizzato a quelle che sono le dinamiche sociali oggi. Oggi viviamo in una società moderna molto piú complessa rispetto a quella di 2000 anni fa, nuove competenze, nuove abilità e nuove capacitá intellettive si sono sviluppate negli anni al fine di adattarci ad una realtà completamente diversa. (L'immensa complessit
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    Articolo e ricerca molto interessante ma mi trovo a chiedermi se sia veramente così, essendo esseri umani ci adattiamo all'ambiente intorno a noi: 1500 anni fa in molti sapevano come gestire il bestiame, coltivare i campi, e c'erano molti artigiani con talento straordinario. Allo stesso momento, queste stesse persone non sapevano ne leggere ne scrivere, cosa che ogni bimbo ormai impara a 5/6 anni. E' tutta questione di ambiente, società e bisogni.
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    C'è però una semplificazione macroscopica dell'autore dell'articolo, che spiega la selezione naturale secondo il senso comune, alimentando quindi una falsa credenza con la forza di un'autorevole testata, ma non secondo il modo corretto che è quello dell'adattamento della specie all'ambiente.
Romina Mandolini

La Natura dell'Intelligenza - 3 views

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    In linea generale, possiamo definire l'intelligenza umana come quella facoltà che consente di conoscere la realtà in cui siamo immersi e di interagire con essa a diversi gradi e livelli. Sulla natura di questa la scienza non è ancora unanime, poiché sono troppi e complessi gli interrogativi che essa suscita. L'intelligenza non è il risultato di un'analisi lineare della realtà, ma il prodotto di una pluralità di strategie cognitive che integrano più livelli di analisi, in funzione della complessità di ciò che ci troviamo a dover affrontare. Per riuscire in questo si serve del raziocinio, delle emozioni e di tutti quegli strumenti tipicamente animali, come memoria, impulso, sensazione, istinto, che questa combina per il raggiungimento dei suoi scopi, secondo schemi organizzati così complessi che ancor'oggi sfuggono a una costruzione teorica univoca. Gli studi sull'intelligenza artificiale e i numerosi successi non hanno fatto altro che evidenziare ancora di più i divari sostanziali che permangono tra i processi cognitivi umani e quelli artificiali. Non è stato ancora possibile catturare l''intelligenza umana all'interno di un algoritmo, per la troppa complessità delle gerarchie di intrecci, dei fattori che vi concorrono. Tuttavia, questa complessità sotto altri aspetti ha aperto nuove possibilità, in quanto ha permesso ad alcuni studiosi di mostrare cosa l'intelligenza di certo "non era". I lavori di Howard Gardner, i suoi studi sull'intelligenza multipla e i contributi di Daniel Goleman con la sua intelligenza emotiva, hanno contrapposto all'idea riduzionista, meccanica e semplicistica dell'intelligenza, una rinnovata concezione che tenesse conto delle complesse interazioni tra mente e uomo, tra mente e mondo.
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    Alcune considerazioni conclusive: Daniel Goleman con i suoi studi sull'intelligenza emotiva: http://www.humantrainer.com/articoli/recensione-libro-intelligenza-emotiva.html Ha avuto il merito di aver portato all'attenzione del dibattito scientifico, la valenza delle emozioni in quanto strumenti di indagine della realtà individuale e sociale, ambito ritenuto esclusivo del raziocinio. Mostrandone il valore, ha fatto si che esse si trasformassero da agenti perturbanti del pensiero razionale, in un potente strumento di conoscenza. Howard Gardner con le sue teorizzazioni sull'intelligenza multipla: http://education.jhu.edu/PD/newhorizons/future/creating_the_future/crfut_gardner.cfm ha restituito una realtà molto più articolata, strutturata e organica, che nella sua concezione ha saputo conciliare unicità individuali, aspetti socio-culturali (contesto) e interazioni dei singoli. A questo proposito risultano molto interessanti le sue intuizioni su quella che lui chiama, intelligenza distribuita, che ben si riallacciano alle teorizzazioni di De Kerckhove, sull'intelligenza connettiva e Levy sull'intelligenza collettiva: http://zope.unimc.it/elphd/Members/Emifor/intelligenza%20connettiva.rtf Secondo questa concezione dell'intelligenza, nell'attività cognitiva individuale ogni idea ridefinisce conoscenze acquisite dal passato e nello stesso tempo apre prospettive inedite per il futuro, cui si connettono altri individui che a loro volta, rinnoveranno con i propri contributi, la rappresentazione che ci facciamo del mondo e della realtà. Questo processo di scoperta, di partecipazione collettiva, che non ha nulla a che fare con il collettivismo che come noto fa prevalere il gruppo sul singolo, può essere visto come l'Anima mundi dei filosofi platonici, ciò che in poche parole accomuna l'intera umanità attraverso il valore di ogni singola specificità.
Ylenia Biamonte

LE INTELLIGENZA MULTIPLE DI H. GARDNER - 1 views

#Intelligence

started by Ylenia Biamonte on 12 Mar 13 no follow-up yet
adelaide nucera

Lavorare con intelligenza emotiva - 2 views

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    E' l'introduzione al libro scritto da Goleman:"lavorare con l'intelligenza emotiva" mi è tornato utile leggera per chiarire come è arrivato a definire l'intelligenza emotiva e dove trova applicazione.
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    Ho letto il libro di Goleman e mi e' piaciuto molto. Ovviamente dovete provare interesse per l'argomento, ovvero la psicologia: Goleman in sostanza dice che la capacita' di provare le emozioni e di riconoscerle in noi stessi e negli altri e' una dote preziosa e costituisce una forma di intelligenza al pari con l'intelligenza di tipo cognitivo. Fa un sacco di esempi pratici, spiega anche quali sono i centri nervosi nel cervello che regolano le emozioni; spiega perche' ci sono persone che sembra non riescan a interpretare correttamente le reazioni emotive loro e degli altri... Insomma, se l'argomento vi interessa lo consiglio vivamente a tutti
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    Valorizzare l'intelligenza emotiva nel mondo del lavoro si è rilevata in molte aziende la carte vincente per l'eccellenza dei risultati che ha prodotto. Sono emersi così i costi dell'assenza di tale attitudine nella gestione produttiva. Goleman raccogliendo le diverse esperienze dal mondo del lavoro, dai dirigienti, i PR, e i coordinatori ha costruito un modello di riferimento per spiegare scientificamente le cause e gli effetti di tale prerogativa. intelligenza emotiva non significa soltanto essere gentili o disponibili, bensì strategici; Non significa libera espressione delle emozioni, bensì riconoscimento, considerazione e controllo. L'intelligenza emotiva è un attitudine presente negli uomini come nelle donne, non dimentichiamoci di questo attributo.
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    Ho trovato il libro di Goleman molto interessante e trovo anche interessanti gli esempi che l'autore fa per far capire i concetti. Mi hanno i modelli di riferimento che ha utilizzato per spiegare le cause e gli effetti. Fa riferimento anche a delle descrizioni anatomiche e scientifiche e aiuta a capire perchè determinate persone non riescono a capire le emozioni degli altri. L'intelligenza emotiva è anche strategia e presente indifferentemente dal sesso.
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    Ho letto questo libro dopo aver seguito un corso in azienda "competenze emotive al servizio dei risultati l'ho trovato molto interessante. Questa capacità è fondamentale in ambito lavorativo proprio per saper monitorare i propri sentimenti ed emozioni in relazione al contesto. Il fatto di poter capire cosa provino le persone attorno a noi oppure il comprendere le motivazioni che ci spingono verso un determinato scopo è molto importante. SIcuramente valorizzare tale capacità nelle aziende a mio avviso è fondamentale per poter raggiungere gli obiettivii e mantere uno spirito di squadra.
Alessandro Bigarelli

Il blog: strumento dell'intelligenza connettiva - 6 views

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    Breve riflessione sull'intelligenza connettiva a mezzo blog, da Levy a De kerchove
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    Il blog è la nostra voce sul web. Uno spazio dove raccogliere e condividere qualsiasi cosa che stimoli il nostro interesse, basta possedere internet e creiamo un sito per pubblicare storie, informazioni, commenti, opinioni. A differenza dei forum che sono tematici e ristretti tra confini ben definiti, i blog non hanno delimitazioni. Il nostro D. De Kerckhove definisce il blog "intelligenza connettiva", che stabilisce un cambiamento umano che non potrebbe esistere senza internet . La blogosfera dimostra, di giorno in giorno, una capacità di inventare funzioni sempre nuove. Le ultime tendenze dimostrano che il blog ha voglia di espandere, superare i confini del "solo testo". Infatti, si fanno avanti anche gli audio e le foto blog: si "postano" file audio e scatti digitali, gestendo il tutto con il telefono cellulare.
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    L'articolo è una esemplificazione di quanto De Kerchkove esprime nelle lezioni del corso. Il Blog, è tuttavia uno solo dei sempre nuovi strumenti di "connettività" della rete, e la lista è in continua evoluzione. Straordinario in questo senso è l'apporto degli strumenti nuovi, quali quelli Google based, quali non ultimo sketchup nell'integrazione con Google earth, che permettono la creazione virtualizzata di oggetti della vita reale al fine di integrarli con altri e di inserirli nelle mappe online. In questo modo l'apporto di molti porterà alla ricostruzione di intere città, ed anche alla costruzione di città "nuove" dove i desideri degli abitanti potrebbero essere integrati prima nelle cittàvirtuali e solo poi in quelle reali. Così come quindi i Blog hanno portato alla condivisioni delle opinioni e dei pensieri, e Facebook li ha in qualche modo soppiantati per semplicità, la possibilità di virtualizzare il mondo porterà a condividere una visione degli spazi diversa condivisa e connettiva
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    De Kerkove ci dice che l' intelligenza connettiva è l' intelligenza collettiva messa in rete e che pertanto il sapere è condiviso e con esso anche l'attività critica è continuativa e duratura. Il blog, come nel caso de " La Gazzetta del Profeta", giornalino scolastico on line sulla scuola Di Hogwarts, progettato da Heather Lawer di 13 anni, offre la possibilità di costruire un' identità fittizia, dove si possono assumere diversi ruoli, creando veri e propri " Biglietti d' ingresso" per la creazione collettiva di fantasia. Si può avere un vero e proprio gioco di ruolo, che se letto come esplorazione di un Regno Immaginario può portare allo sviluppo di una conoscenza adeguata di noi stessi e della cultura che ci circonda. Fornendoci una padronanza intellettuale che si acquisisce solo attraverso la partecipazione attiva, un pò come l'industriosità opposta al senso di Inferiorità di cui parla Erikson e che ci porta a sperimenatre la " sensazione di essere in grado di..." e con conseguente evoluzione nel processo di costruzione del sè.
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    Il blog è la voce del web è uno spazio dove raccogliere e condividere qualsiasi cosa, basta avere internet e possiamo,con un sito, pubblicare informazioni, commenti, opinioni. De Kerckhove definisce il blog "intelligenza connettiva", stabilisce che c'è stato un cambiamento umano che non potrebbe esistere senza internet, un cambiamento che è cresciuto a poco a poco e ha preso potere sull'organizzazione mentale delle persone. Il blog è l'ipertesto. La blogosfera dimostra, di giorno in giorno, una capacità di inventare funzioni sempre nuove. Le ultime tendenze dimostrano che il blog supera i confini del "solo testo". Infatti, si fanno avanti anche gli audio e le foto blog: si postano file audio e scatti digitali, gestendo il tutto con il telefono cellulare.
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    eppure a me sembra che il blog sia ancora un diario un po' narcisistico, nel senso che ancora, almeno in Italia, non è riuscito a diventare espressione di intelligenza connettiva. Infatti sono pochissimi i blog che hanno un grande seguito e stimolano molti commenti costruttivi, spesso sono commenti fatti da altri blogger nella speranza che poi l'altro blogger ricambi la visita. Quindi lo prendono come un proprio spazio di espressione di sé, non come spazio per costruire una conoscenza insieme. Sono i più i forum forse che stimolano intelligenza connettiva, perché si discute e insieme di chiarisce un tema: non è una persona che dice la sua, ma uno spazio comune dove si collabora e ciascuno da il suo contributo. Blog è casa del blogger, forumm è casa di tutti!
chiaragaudio

Un confine sempre più labile: intelligenza umana e intelligenza artificiale - 8 views

Oggi in molti sono preoccupati o turbati dal cosiddetto post-umanesimo, ossia dalla possibilità che l'essere umano si evolva o si potenzi attraverso l'utilizzo di innesti cibernetici, ma la storia ...

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