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alfonsina longobardi

intelligenza - 0 views

started by alfonsina longobardi on 12 Mar 13
  • alfonsina longobardi
     
    PENSIERO E INTELLIGENZA

    Definzione e teorie implicite
    L'intelligenza è, probabilmente, il concetto psicologico più difficile da definire. L'intelligenza sembra essere un fattore che coinvolge più processi psichici piuttosto che un'attività specifica. L'intelligenza è senz'altro un'attività del pensiero e il pensiero, a sua volta, può esser ritenuto come l'attività principe della mente.
    Nelle teorie implicite, quelle del senso comune, la persona intelligente è colei che "ragiona bene", che è colta ecc. Stenberg raccolse e suddivise le teorie implicite sull'intelligenza, fra cui ordinò le categorie di intelligenza intesa come risoluzione dei problemi, di abilità verbale e di competenza sociale. Si può dire che le persone tendono a definire l'intelligenza come una qualità unica del pensiero, che richiede un'abilità generale. Mentre per gli psicologi l'intelligenza non è un'abilità unica ma ne esistono vari tipi.

    Tipi di intelligenze
    Stern coniò il termine Quoziente Intellettivo e Binet e Simon lo tradussero in un fortunatissimo test che misura l'intelligenza rispetto all'età (età cronologica/età mentale X 100).
    Per la prospettiva fattorialista , l'intelligenza è composta di abilità diverse (fattori) delle quali si può stabilire quantità e qualità. Sostanzialmente, ne sono stati individuati due: fattori astratti, che implicano simboli sia verbali sia matematici (fluidità del linguaggio, espressione logico-matematica ecc.) e i fattori concreti, ossia le abilità pratiche (attitudini).
    Gli studiosi del campo dell'intelligenza hanno tentato di analizzarla per individuare i fattori che la compongono.
    Spearman coniò un modello di intelligenza unidimensionale. Egli individuò il fattore generale (fattore G) come una componente comune a tutte le attività mentali. Tuttavia, qualsiasi prestazione intellettuale prevede anche un'abilità specifica, oltre a quella globale, e Spearman distinse i fattori S come componenti che rendono possibile l'esecuzione di ciascuna attività mentale specifica. Mentre il fattore G è innato e non modificabile, i fattor S sono appresi e si modificano con l'esperienza e con l'apprendimento.
    Thurstone, in contrasto con Spearman, propose un modello multidimensionale dell'intelligenza. Secondo lo psicologo statunitense l'intelligenza è il frutto di fattori indipendenti e non esiste un fattore generale. Thurstone individuò sette fattori globali dell'intelligenza: abilità numerica, ragionamento, fluidità verbale, velocità percettiva, spaziale, abilità di memoria e comprensione.Cattel propone una differenza tra intelligenza fluida (effetto delle abilità indipendenti dall'esperienza) ed intelligenza cristallizzata (effetto dell'acculturazione), oltre a cimentarsi nella misura dell'intelligenza.
    intelligenza cristallizzata : si riferisce all'insieme delle conoscenze diffuse all'interno di un ambiente che l'individuo è riuscito ad acquisire, all'esperienza compiuta nel corso della vita, alla capacità di comprendere i messaggi che vengono comunicati, alla capacità di giudizio e di ragionamento in situazioni quotidiane. In base ai dati delle ricerche l'intelligenza cristallizzata non declina fino ad età molto avanzate; anzi, essa migliora fino alla sessantina per l'effetto cumulativo dell'esperienza acquisita dall'individuo. intelligenza fluida : fa riferimento ad abilità che non sono trasmesse dalla cultura; essa riguarda, per esempio, il riconoscimento delle relazioni spaziali o il ragionamento, cioè capacità di base indipendenti dalla cultura e dall'esperienza. L'intelligenza fluida inizia a declinare prima di quella cristallizzata.

    Gardner, psicologo di matrice cognitivista, ha elaborato un modello dell'intelligenza fondato sulla distinzione verticale delle intelligenze, indipendenti l'una dall'altra, tanto che un individuo può essere molto abile in un'attività ed estremamente povero in un'altra. Secondo la sua teoria delle intelligenze multiple, che non si riferiscono solo all'attività intellettiva ma anche ad abilità pratiche, le intelligenze sono precisamente sette: linguistica, logico-matematica, musicale, corporea, spaziale, intrapersonale (introspettiva) ed interpersonale. Gardner, in una successiva revisione del suo modello, aggiunge anche due altre abilità intellettive, una naturalistica e una esistenziale, quindi il modello attuale comprende 9 tipi di intelligenza:
    Intelligenza linguistica: padronanza e passione per il linguaggio e le parole.
    Intelligenza logico-matematica: capacità di confrontare e valutare oggetti, astrazioni, indagandone le regole sottese (filosofi, matematici ecc.).
    Intelligenza musicale: competenza non solo nel comporre ed eseguire ma anche nell'ascoltare.
    Intelligenza spaziale: abilità di percepire il mondo visivo e di riprodurlo anche in assenza dello stimolo (pittori, scultori, architetti ecc.).
    Intelligenza corporea (cinestesica): capacità di controllare i movimenti del corpo e di manipolare gli oggetti (ballerini, atleti, attori ecc.).
    Intelligenza interpersonale: capacità empatica (terapeuti, antropologi, operatori sociali ecc.).
    Intelligenza intrapersonale: capacità di comprendere se stessi e di agire adattivamente. Conoscenza dei propri stati d'animo profondi, dei propri desideri, capacità per l'autodisciplina e l'autostima.
    Intelligenza naturalistica: capacità di classificazione degli oggetti naturali
    Intelligenza esistenziale: capacità di riflettere sui temi come il senso della vita, la morte ecc.
    Gardner sostiene che, pur essendo abilità indipendenti, è possibile esercitarle e raggiungere un livello di soddisfacente sufficiente per ognuna di esse, se messi nelle condizioni di poterle arricchire.

    Architetture dell'intelligenza
    La concezione fattorialista più sistematica è stata elaborata da Joy Paul Guilford . Secondo questa teoria le varie capacità mentali sono ordinate secondo tre assi: quello delle operazioni (attività intellettive di base), quello dei contenuti (stimoli) e quello dei prodotti (risultati)
    a. Operazioni : sono le attività intellettive di base che la mente compie con le informazioni che essa riceve dai sistemi percettivo-sensoriali. Guilford ipotizza l'esistenza dei seguenti cinque tipi di operazioni:cognizione, memoria, produzione divergente, produzione convergente, valutazione.
    b. Contenuti : fanno riferimento alla natura delle informazioni ricevute ed elaborate dalla mente. Guilford prevede i seguenti quattro tipi di contenuti: figurale, simbolico, semantico, comportamentale.
    c. Prodotti : si riferiscono alla forma assunta dall'informazione quando viene elaborata dalla mente, cioè ai risultati dell'applicazione di un'operazione a un contenuto. I prodotti sono da Guilford classificati nei seguenti sei tipi: unità, classi, relazioni, sistemi, trasformazioni, implicazioni.
    La combinazione delle operazioni, dei contenuti e dei prodotti dà luogo a centoventi fattori. L'insieme di tali fattori costituisce la descrizione analitica dei distinti elementi di cui si compone il pensiero.
    In questa prospettiva la mente può quindi essere rappresentata tridimensionalmente come un parallelepipedo i cui lati corrispondono ai tre assi. Ciascun asse è suddiviso secondo le classificazioni sopra menzionate. Si vengono così a definire entro il parallelepipedo 120 "cubetti", ciascuno corrispondente a un fattore, ossia alla combinazione di un'operazione, un contenuto e un prodotto. L'aspetto più interessante è la presenza di due forme di pensiero, convergente e divergente., modalità che non sono in contrasto tra loro, ma anzi di sostengono a vicenda.

    Le modalità del pensiero
    pensare per analogie. È una forma economica, di fronte a stimoli nuovi si cercano in memoria le strategie applicate a stimoli analoghi per applicarle ai nuovi contenuti.
    Il ragionamento induttivo. Se l'esperienza passata non ci può esser d'aiuto, applichiamo questo tipo di ragionamento. Da casi particolari inferiamo una conclusione generale. È così che avverrebbe la formazione dei concetti. È con il ragionamento induttivo che si creano delle proprie ipotesi, che tendiamo, poi, a confermare piuttosto che a falsificare.
    Il ragionamento deduttivo, al contrario, trae da una regola generale un'applicazione al particolare. Un tipo di ragionamento deduttivo è il sillogismo categoriale che può portare a qualche effetto disfunzionale (effetto atmosfera): se alcuni psicologi hanno talento e alcune persone con talento sono proterve, allora si potrebbe dedurre che gli psicologi sono protervi.
    Le euristiche sono scorciatoie mentali che si applicano nel ragionamento. Il sub-goaling consiste nell'individuare dei sotto-obiettivi (la torre di Hanoi). Un'altra euristica consiste, una volta definito lo stato attuale e quello finale, nell'accorciare questa distanza, riducendone le differenze. Un'altra applicazione riguarda la ricerca all'indietro: dallo stato finale si risale a ricercare gli operatori che conducono a quello stato. E quando il pensiero non ha una meta stabilita? Quando si deve inventare, creare?
    Un tipo di pensiero creativo è stato descritto da Guilford come pensiero divergente. L'autore sostiene che quando vi siano più vie di sviluppo del pensiero, si hanno i seguenti aspetti: la fluidità, cioè la produzione delle idee, l'originalità delle stesse (idee insolite), l'elaborazione, consiste nel percorrere fino in fondo la linea intrapresa e la valutazione, cioè la capacità di selezionare le idee più congrue per gli scopi in causa.
    Un'altra forma affascinante di pensiero creativo è il pensiero produttivo, concetto studiato dai gestaltisti (Kolher, Wertheimer). Vi sono modalità di pensiero sensibili alla globalità della situazione. Il pensiero riproduttivo riproduce meccanicamente un procedimento appreso, mentre il pensiero produttivo produce una nuova visione della situazione (insight) e delle nuove soluzioni. La Gestalt di Wertheimer, Kolher e Kofka aveva coinvolto più ambiti, e non solo quello della percezione. Con i celeberrimi esperimenti sugli scimpanzé, Kolher fotografò le diverse strategie per prendere le banane che le sue scimmie creavano.
    Il pensiero si dice ristrutturato perché il pensiero produttivo non comprende la struttura, ma permette di cogliere nuovi elemtni e di ristrutturarli in un'altra forma. Vi sono alcuni ostalcoi per la ristrutturazione. Uno di essi è la fissità funzionale (es. delle candele accese appese al muro), cioè la tendenza a vedere gli oggetti solo con la loro funzione principale. Un altro ostacolo è la meccanizzazione (labirinto chiuso o aperto) per cui si tende a produrre sempre la stessa strategia, vincente in passato, anche se la situazione ne può consentire una più economica. L'atteggiamento latente si sposta da una situazione ad un'altra la stessa impostazione, senza vedere la differenza tra i due contesti.

    Misure dell'intelligenza
    Le misure dell'intelligenza sono nate con fini pratici. Le prime, su larga scale, furono quelle fatte da Francis Galton, alla fine dell'Ottocento circa. Galton cercava un unico fattore generale di intelligenza legato alla dotazione biologica. Egli usava la metodologia dei tempi di reazione e sosteneva l'ereditarietà dell'intelligenza e, come fine pratico, l'individuazione delle differenze. Galton può essere oggi facilmente criticato sia per la metodologia sia per gli scopi che si prefiggeva.
    Binet e Simon, su incarico del Ministero dell'Istruzione del governo francese, misero a punto un test di intelligenza il cui scopo era quello di individuare gli alunni più deboli per costituire delle classi speciali, per favorirne lo sviluppo della loro intelligenza. Questa scala dell'intelligenza è costituita da 54 problemi in ordine di difficoltà. L'intuizione migliore degli autori fu quella di individuare questo fattore nell'età.

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