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Home/ Psicotecnologie e Processi Formativi - Uninettuno/ Group items tagged #cognizione

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federica rossi

Italy for Europe: Crowdsourcing per innovare le città - 2 views

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    La crisi sta mettendo in difficoltà tutte le città, grandi e piccole a seguito della diminuzione delle risorse pubbliche (e private) a disposizione delle Amministrazioni. Un interessante modo per uscirne e di cui parla l'articolo http://blog.i4e.it/2012/03/crowdsourcing-per-innovare-le-citt%C3%A0-.html è quello di sfruttare i nuovi modi di utilizzare le tecnologie, primo fra tutti il "crowdsourcing". L'amministrazione pubblica della cittadina danese di Kolding, coinvolgendo circa 800 dei suoi dipendenti nella campagna "Il futuro comincia adesso", ha chiesto loro di produrre idee utili a raggiungere 5 specifici obiettivi di rinnovamento urbano. Ciascuno poteva produrre idee e suggerimenti a lungo o breve termine, sia innovazioni di tipo radicale che miglioramenti incrementali o anche immediati e di piccola entità. I risultati sono stati notevoli: 183 persone hanno condiviso, commentato e valutato 242 idee in due settimane. Le idee migliori selezionate nell'articolo sul sito http://www.nos.co/kolding.
federica rossi

L-APPRENDIMENTO-COME-FORMA-DI-CONOSCENZA-DISTRIBUITA - 5 views

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    interessante documento in cui si legano i concetti di cognizione a quelli di intelligenza connettiva e collettiva
Massimo Busetta

Activity analysis in complex work settings - 5 views

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    riflessioni sulla cognizione distribuita applicata al traffico aereo
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    Dal concetto generale di cognizione distribuita ad esempi pratici interessanti
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    L'uso degli strumenti modifica l'attività in quanto struttura l'interazione tra le persone e l'ambiente esterno (Hutchins, 1995). Diventa necessario analizzare la relazione tra l'attività e il contesto per controllare un processo che essendo dinamico, è alquanto difficile da tenere sotto controllo.
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    e' interessante come lo studio dell'interazione uomo strumenti debba comprendere anche l'ambiente esterno, peraltro lo studio di comportamentisti, william james, ha già posto il problema del rapporto fra l'individuo e l'iambiente che lo circonda e come questo reagisca verso la persona e viceversa, altrettanto interessante è la comprensione che in situazioni di lavoro complesse e rischiose non sia più sufficiente un'analisi di tipo meccanicistico ma porre come fattore centrale i processi cognitivi del,l'uomo, potrebbe tutto ciò rappresentare forse anche una evoluzione per il futuro dello psicologo che dovrà essere multitasking verso conoscenze e professionalità di altri settori.
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    Il controllo del traffico aereo e' una attività molto regolata sotto il profilo formale. Manuali di formazione, procedure e altre forme di documentazione disciplinano compiti assegnati ai principali attori (controllori e piloti). L'osservazione dell'attività reale svolta dai diversi attori mostra come ci sia un certo grado di liberta' rispetto al modo in cui il compito viene svolto. Queste variazioni o cambiamenti sono principalmente dovuti alle diverse strategie individuali di volta in volta messe in pratica e al differente uso che viene fatto dei media disponibili nell'ambiente (radar, strips, comunicazione via radio). Pertanto, come sostengono i teorici della Cognizione Distribuita, l'uso degli strumenti modifica l'attività in quanto struttura l'interazione tra le persone e l'ambiente esterno. Nell'articolo vengono presentate e commentate le caratteristiche principali dell'approccio della Cognizione Distribuita; dal punto di vista applicativo viene descritta l'applicazione all'analisi dell'attività del settore di approccio nel Centro di Coordinamento Regionale di Ciampino (Roma). I risultati dell'analisi dell'articolo vengono presentati attraverso scenari, cioè situazioni reali che mettono in evidenza particolari proprietà dell'attività di controllo del traffico aereo.
riccardo cazzulo

L'attività cognitiva distribuita - 1 views

Riporto un passaggio molto chiaro su alcuni aspetti della cognizione distribuita tratto da: L'ergonomia cognitiva - Antonio Rizzo - Università di Siena L'elaborato completo si può scaricare a quest...

cognizione distribuita

started by riccardo cazzulo on 28 Dec 12 no follow-up yet
ALESSANDRA ANGELINI

http://www.slideshare.net/CKBGShare/giannuzzi-iaia - 3 views

magari fosse disponibile in ogni classe delle scuole pubbliche italiane!!!!!

Cognizione Distribuita

started by ALESSANDRA ANGELINI on 21 Feb 13 no follow-up yet
adelaide nucera

LA TEORIA ENATTIVA DELLA COGNIZIONE - 3 views

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    L'articolo scritto da Giovanna Pagano parla dell'applicazione della teoria enattiva della cognizione nella spiegazione della conoscenza umana dei mondi virtuali, secondo Francisco Varela è la nostra corporeità che ci permette di relazionarci in mondi diversi...
federica rossi

Cognizione distribuita - L'esperimento di Zhang - 6 views

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    visto che mi ha colpito molto e mi ha permesso di capire bene il concetto, il video della mia collega sono andata in cerca anche io di un esperimento da mostrarvi per variare i concetti già illustrati
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    specifico che il video è demenziale, ma ci da un idea della nozione e fa trascorrere meglio i nove minuti di visione
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    #DistributedCognition rispondo con un altro video: http://www.youtube.com/watch?v=EsBOJA8fWb4 Cognizione distribuita...una brevissima lezione
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    al di là dell'ironia con cui è stato realizzato il video, credo sia interessante ed illuminante!
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    tralasciando la serietà del video perchè io ho messo un articolo di Repubblica, devo dire che l'esperimento della Torre non è assolutamente così. I dischi non si possono mettere su dischi di ampiezza inferiore e il procedimento del ragazzo è del tutto scorretto. E poi non mi è chiaro il nesso con la cognizione distribuita.
paola corongiu

Cloud computing e mente aumentata - Dalle reti alle nuvole - 4 views

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    Vi rimando a questo testo che parla di Derrick de Kerckhove. Ho trovato assolutamente affascinante il suo concetto di "mente aumentata", ovvero non più solo memoria aumentata, ma anche intelligenza aumentata grazie all'intelligenza connettiva che si potenzia attraverso al cloud computing, un sistema che accelera tutte le relazioni. E dalla mente, la nostra, le nostre, al cuore, la tecnologia della rete, con le sue sistole e diastole: il cloud computing è la sistola, ovvero la convergenza, e, al suo opposto, c'è Twitter, la diastola, il potere individuale della creatività. Belle immagini, vi pare?
Gianluca Campanile

Un paradigma per una comunità dedita alla conoscenza: lo sciame - 3 views

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    Anzichè considerare la cognizione come un fenomeno isolato che si produce all'interno della testa, bisognerebbe vederla come un fenomeno distribuito, che supera i limiti della singola persona per comprendere il suo ambiente, i suoi strumenti, le sue interazioni sociali e le sue culture. L'educazione deve esser centrata sugli studenti che possono fare scelte molto più grandi sulla rete: apprendimento senza fili e in linea, auto-direzione, formazione permanente, connettività.
Elena Giannini

La filosofia dei bambini - Un'esperienza di formazione - 3 views

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    Carla Pagano, tirocinante in formazione primaria dell' Università di Salerno , ha realizzato un progetto dal titolo: "Metacognizione e apprendimento cooperativo nel laboratorio dialogico"
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    Un esempio concreto di apprendimento collaborativo studiato in funzione del contesto e dei soggetti. L'utilizzo di strumenti esterni evidenzia il ruolo della cognizione distribuita. Evidenzia la molteplicità delle tecniche educative, la cui scelta è strettamente correlata all'obiettivo, al contesto e ai soggetti target.
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    molto bello filosofia per bambini! Anche se però, da mamma, mi chiedo: non è che i bambini hanno agenda troppo piena? Vedo tanti amichetti più grandi del mio bimbo oppure anche di stessa età, che spesso corrono da un corso all'altro, ogni giorno hanno tanti impegni già da piccoli, devono imparare tante cose e in fretta, fare sport, inglese, corsi, doposcuola, adesso anche filosofia...insomma manca poco che a 3 anni li iscriviamo direttamente all'università ;)! A volte mi sembra non hanno più tempèo per giocare!
federica rossi

L'ergonomia cognitiva - 5 views

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    L'ergonomia cognitiva ha come oggetto di studio l'interazione tra il sistema cognitivo umano e gli strumenti per l'elaborazione di informazione. La conoscenza prodotta da questo studio è utilizzata per supportare la progettazione di strumenti appropriati per i più svariati usi, dal lavoro, all'educazione, al divertimento.
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    Utile il pdf, un po' lungo ma chiaro ed esaustivo, mi permetto una piccola sintesi: all'inizio l'ergonomia, in linea con lo sviluppo industriale, si è occupata di come incrementare la produttività; oggi ciò di cui si interessa è la diminuzione della fatica, l'agevolazione del lavoro, l'aumento della produttività (a fronte di una diminuzione dell'orario di lavoro) e soprattutto l'innalzamento del livello qualitativo dell'ambiente (lavorativo e non) in cui l'uomo è inserito. Ha come oggetto di studio l'interazione tra il sistema cognitivo umano e gli strumenti per l'elaborazione dell'informazione. Si occupa di accompagnare, favorire e supportare l'apprendimento, aiutando l'uomo nei continui cambiamenti, al fine di farlo svincolare dalle abitudini, che a volte possono diventare automatismi nocivi, provocando situazioni stressanti. E' importante anche nei processi decisionali, compito non facile per la persona, perchè la scelta viene sempre effettuata considerando una moltitudine di dati, per cui è necessario ridurre, per ottenere le informazioni necessarie al momento opportuno. L'ergonomia cognitiva, aiuta anche a potenziare la memoria, favorendo il ricordo. I continui cambiamenti nel mondo del lavoro, non consentono più di accumulare forti esperienze, da utilizzare al momento opportuno, per cui sono necessari artefatti per sostenere la memoria, come gli archivi del computer, le fonti di informazione che si possono consultare, ecc.
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    L'ergonomia cognitiva è quella branca dell'ergonomia che si occupa dell'interazione tra l'uomo e gli strumenti per l'elaborazione di informazione studiando i processi cognitivi coinvolti (percezione, attenzione, memoria, pensiero, linguaggio, emozioni), e suggerendo delle soluzioni per migliorare tali strumenti.
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    Il termine "Ergonomia Cognitiva" è abbastanza ambiguo. Infatti sembra far riferimento esclusivamente all'importanza degli stati corporei per comprendere la cognizione. In realtà, in questo ambito rientrano anche ricercatori che ritengono che per comprendere la cognizione occorra far riferimento a varie forme di "grounding". Secondo alcuni più appropriato, anche se più generico, il termine "grounded cognition". Scrive Larry Barsalou (2008) in proposito: "Grounded cognition" reflects the assumption that cognition is typically grounded in multiple ways, including simulations, situated action, and, on occasion, bodily states." Tra i sostenitori dell'EC a mio avviso si possono individuare due correnti, una delle quali più moderata per quanto riguarda il ruolo che ascrive all'azione. Nella prospettiva più radicale rientrano le teorie derivate dalle scoperte dei neuroni mirror e, direi, tutto (o buona parte) il filone dell'EC in ambito robotico (es. Nolfi e Floreano 2000). Per quanto riguarda i concetti, nella versione più radicale (Glenberg, 1997) sono intesi come pattern di azione potenziale, in quella più moderata (Barsalou, 1999) come dati da simboli percettivi da cui estrarre in funzione del contesto informazione legata all'azione. Intendere i concetti come direttamente legati all'azione consente risposte più veloci, intenderli come dati da simboli percettivi risposte più flessibili (per una trattazione più estesa Borghi, 2005, scaricabile qui http://laral.istc.cnr.it/borghi/annabgroundingofcognition.PDF). 4. tra embodiment e situatedness. In stretta relazione con l'idea dell'EC, è stato proposto che la cognizione vada intesa come "situata". Poiché i processi mentali hanno luogo e si svolgono nel tempo, occorre considerare che debbono essere sufficientemente flessibili da adattarsi al contesto e allo stato di cose attuale. A me pare che la nozione di cognizione situata possa essere molto forte, anche più radicale di
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    Studio molto interessante sull'interazione tra il sistema cognitivo umano e gli strumenti per l'elaborazione di informazione e che solleva le seguenti domande: * Quali sono le proprietà del sistema cognitivo umano che presiedono al controllo delle azioni ed all'uso di strumenti? * Che tipo di interazione si instaura tra il sistema umano di elaborazione dell'informazione e gli strumenti e che effetti ha sulla mente umana l'uso di sistemi artificiali di elaborazione dell'informazione ? * Quali sono i requisiti per la progettazione di sistemi articifiali di elaborazione dell'informazione con cui l'uomo può interagire efficacemente
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    Secondo la definizione fornita dalla International Ergonomics Association, l'ergonomia è la disciplina scientifica che si occupa dell'interazione tra l'individuo e gli altri elementi di un sistema e l'ergonomo è il professionista che applica teorie, principi, dati e metodi di progettazione al fine di ottimizzare il benessere dell'individuo e la prestazione dell'intero sistema. Con l'espressione "ergonomia cognitiva" viene posto l'accento sugli aspetti cognitivi di questa interazione, vale a dire il modo in cui l'utente di una tecnologia percepisce, presta attenzione, decide e programma le sue azioni al fine di raggiungere un obiettivo. Naturalmente, la progettazione di dispositivi tecnologici non può prescindere dall'analisi di questi processi. Le conoscenze sviluppate nell'ambito dell'ergonomia cognitiva consentono, difatti, di sviluppare sistemi usabili, in grado di ridurre il carico di lavoro imposto all'utente e la probabilità di commettere errori. Il volume affronta le tematiche tipicamente oggetto di studio degli ergonomi di formazione cognitiva, approfondendo sia gli aspetti teorici sia quelli procedurali.
De Rose Mario

Insegnare con la tecnologia - 0 views

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    Beh ormai non dovrebbe essere più una novità inserire nelle scuole la tecnologia per insegnare visto che ormai tutto ruota intorno ad essa, quindi potrebbe essere un nuovo metodo educativo per insegnare.
De Rose Mario

La tecnologia fortifica i neuroni? - 1 views

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    Da una ricerca é emerso che in effetti la tecnologia aiuta a migliorare l'attività cerebrale aumentando l'attività dei neuroni in particolare modo il lobo frontale è quello che più beneficia di questi miglioramenti perché sede del ragionamento e delle decisioni.
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    L'articolo inserito risulta appropriato ai contenuti del corso di studi poiché pone l'accento sulla relazione tra l'uso della tecnologia e lo sviluppo delle connessioni neuronali. La fonte di ricerca è affidabile e, pertanto, anche il contenuto dell'articolo ha un alto livello di correttezza. Il testo è accurato ed esaustivo ma, trattandosi di un argomento molto vasto, si può approfondire l'argomento sviluppando ricerche correlate relative nell'ambito della neuropsicologia cognitiva poiché, come afferma la dottoressa Pina Scarpa nell'articolo in questione, "è cambiato il nostro modo di apprendere, non è più la sola vista e la sola decodifica testuale a permetterlo, ma è l'insieme di vista testuale, di immagini, di suoni, musica, rumore, o addirittura tatto nella realtà virtuale".
Francesca Ciotta

Cognizione distribuita...una brevissima lezione - 1 views

http://www.youtube.com/watch?v=EsBOJA8fWb4

cognizione distribuita

started by Francesca Ciotta on 17 Aug 13 no follow-up yet
Francesca Ciotta

Cognizione distribuita - 2 views

http://www.indire.it/new_funzioniobiettivo/associazioni/uciim/approfondimenti/articolo%201/definizione_cognizione2.htm "L'operare e il riflettere dell'individuo sono in parte connessi con le capaci...

cognizione distribuita

started by Francesca Ciotta on 17 Aug 13 no follow-up yet
gbartolomei1

Cognizione distribuita - 0 views

L'articolo espone in modo mai chiaro ed interessante una riflessione sulle conseguenze della teoria di Hutchins relative alla distribuited cognition in ambito pedagogico. Secondo una visione classi...

distribuita cognizione situata

started by gbartolomei1 on 18 Nov 21 no follow-up yet
barbara12345

Cognizione distribuita - 0 views

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    ll nostro funzionamento cognitivo, le nostre conoscenze sono situate in specifici contesti interattivi, culturalmente definiti e distribuiti negli attori sociali e negli strumenti e artefatti che usiamo, sia quelli disponibili culturalmente e localmente nelle comunità di cui facciamo parte che quelli co-costruiti durante le interazioni sociali e discorsive in cui siamo costantemente impegnati. I prodotti dell'attività cognitiva dipendono sempre dal coordinamento d'interazioni sociali e discorsive con altri .Questa tesi può essere fatta risalire alla scuola storico-culturale sovietica la quale sosteneva che tutti i tipi di attività umana cosciente sono sempre formati con l'appoggio di strumenti esterni. Un primo contributo che ha fornito le basi per spiegare il costrutto di 'cognizione distribuita' è quello di Vygotskij (1974), il quale definendo il principio dell'organizzazione extracorticale delle funzioni mentali complesse, getta le basi per interpretare i processi mentali come fenomeni sociali. Secondo questa prospettiva, la conoscenza umana e la sua rappresentazione non è confinata nella mente di un individuo ma è presente negli altri, negli strumenti e negli artefatti appartenenti all'ambiente.
faustinemercier

Cognizione distribuita | reallynewminds - 1 views

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    Al giorno d'oggi, la pragmatica cognitiva presta maggiore attenzione alla sperimentazione. Lasciata da parte la polemica sulla modularità, le varie correnti di pragmatica cognitiva si cimentano nella formulazione di modelli che spieghino la comunicazione, spesso anche con interessi non soltanto linguistici ma anche psicologici e/o psico-cognitivi, cercando appoggio nei metodi della psico e neurolinguistica.
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    "Un approccio pragmatico alla cognizione distribuita" Come in tutti i settori, la cognizione distribuita in un'attività medica offre grandi vantaggi. Nonostante l'evidenza dei benefici, le tecnologie della comunicazione e la cognizione distribuita restano sottoutilizzate. Gli ostacoli sono principalmente di natura culturale. Occorre perciò favorire l'intelligenza collettiva per ovviare al paradosso delle resistenze.
barbararughetti

L'alfabeto: la prima psicotecnologia - 0 views

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    L'articolo tratta il tema della psicotecnologia in quanto scienza, data dalla fusione di psicologia e tecnologia. Si analizza il modo in cui le tecnologie di comunicazione influenzano il nostro modo di pensare, a partire dalla nascita dell'alfabeto in quanto psicotecnologia. Viene esaminato il modo in cui i diversi tipi di scrittura rispecchino differenze culturali e cognitive per quanto riguarda i campi visivi coinvolti, il contesto e il testo, le diverse percezioni del tempo ed i concetti di soggettività ed oggettività.
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