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Home/ Psicotecnologie e Processi Formativi - Uninettuno/ Group items tagged organizzazione

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Rocco Massimo Palumbo

Un neurone o un miliardo di neuroni: dove sta l'intelligenza? - 2 views

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    L'interconnessione in rete di una moltitudine di entità elementari è in grado di far emergere un comportamento globale organizzato, apparentemente intelligente. Esempi classici sono l'alveare o il formicaio. Questo fenomeno tuttavia accade anche nel nostro cervello, dove centinaia di miliardi di sinapsi creano un meraviglioso centro di controllo capace di farci adattare a situazioni imprevedibili e di rispondere (nella maggior parte dei casi) in modo "intelligente". Oggi, stiamo iniziando ad applicare questi principi (auto-adattamento, auto-organizzazione) anche nelle reti, sempre più complesse, di comunicazione, nei computer, in grado di rendere i robot sempre più capaci di comportamenti autonomi, e negli ecosistemi del mondo economico. Questo ciclo di incontri esplorerà quanto conosciuto e le più recenti ipotesi nella scienza dell'intelligenza naturale ed artificiale. L'intelligenza si basa su pochi semplici principi matematici o su un'enorme diversità di processi? Lo sviluppo di un cervello artificiale globale ci aiuterà a risolvere i grossi problemi del pianeta?
Barbara De Sieno

L'Apprendimento Collaborativo in rete nell'esperienza del Nettuno - 10 views

    • Barbara De Sieno
       
      Riporto uno dei lavori scritti dal ns. rettore sul'argomento dell'apprendimento collaborativo in cui vengono riportate sinteticamente alcune delle teorie più significative sul valore psicopedagogico dell' apprendimento collaborativo. Teorie nate prima dello sviluppo delle reti telematiche e che oggi sono facilmente applicabili anche per realizzazione di processi di apprendimento collaborativo in rete ed esposto il modello didattico del NETTUNO. Buona lettura.
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    Negli ultimi anni, l'applicazione delle tecnologie telematiche nell'insegnamento a distanza ha permesso di realizzare processi di apprendimento collaborativo, dando luogo a modelli di insegnamento/apprendimento caratterizzati essenzialmente da: Comunicazione bidirezionale e interattività; Libero scambio di informazioni; Circolazione di idee in maniera sincrona e asincrona.
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    Collaborative learning Ho trovato molto interessante e con pieno riscontro oggettivo, la relazione della Prof.ssa Garito, circa "l'Apprendimento Collaborativo". La mia condizione di lavoratore full-time e la mia età (53 anni), non facevano pensare che potessi riprendere gli studi universitari così impegnativi, non solo per le ore da dedicare ai libri, ma soprattutto per il tempo necessario per frequentare le lezioni in Facoltà. Ma il mio desiderio di completarmi culturalmente, mi spinse ad iniziare nel 2010 l'avventura dell'università tradizionale, mettendo in preventivo un percorso di studio molto più lungo dei tre anni previsti. La pur scarsa frequentazione l'ho svolta utilizzando giorni di ferie con disappunto della mia famiglia, gli incontri con i docenti sempre molto sofferti per il tempo risicato sottratto alla mia pausa pranzo, difficoltà di raggiungere la facoltà per traffico e posto macchina, lo studio procedeva con "navigazione a vista", senza ben sapere cosa studiare e ciò che si doveva approfondire. Ebbi però la soddisfazione di superare un esame e un esonero, ma sentivo il peso di troppa sovrapposizione di impegno lavorativo, famigliare e di studio. Dopo qualche mese ebbi l'occasione dalla mia azienda di iscrivermi all'università Uninettuno, onestamente mi spaventava l'idea di non avere un contatto diretto con i docenti, i tutor, la segreteria e i miei compagni di studio. Dopo qualche giorno di esplorazione del sito, dei servizi a disposizione, della struttura organizzativa mi resi conto che Uninettuno mi offriva la possibilità di studiare comodamente, di ottimizzare i tempi della mia giornata e quindi non sottrarre granché ai miei famigliari, finalmente potevo studiare con la tranquillità di organizzare senza affanni la mia scaletta per prepararmi agli esami. La più grande comodità è data dalla possibilità della formazione in modalità diacronica, poter usufruire delle lezioni quando e da dove si vuole, infatti io
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    Anche per me è stato illuminante l'incontro con Uninettuno quando me mi fu segnalata dalla mia scuola di counseling. Era già da alcuni anni che maturavo il desiderio di approfondire lo studio della psicologia oltre a ciò che avevo imparato nella formazione in counseling e nelle altre formazioni in tecniche psico-corporee che da anni propongo. Quella della psicologia scientifica rimaneva però soltanto una passione perchè non ritenevo possibile affrontare un impegno simile da adulto e lavoratore. Le materie mi attiravano così tanto che tutti gli anni cercavo di frequentare da auditore un pò di lezioni e corsi presso la facoltà di Genova, in particolare ricordo con piacere il laboratorio a tecniche attive di role play. Quindi quando presi visione della proposta Uninettuno non ci pensai due volte ad iscrivermi subito e non mi sono affatto pentito visto che sono arrivato all'ultimo anno riuscendo a conciliare senza particolare sforzo studio, vita privata e lavoro, grazie soprattutto alla possibilità di seguire le videolezioni ad orario libero e quindi in modalità diacronica. Quindi ringrazio e mi complimento anche io con Prof.ssa Garito per questo progetto di grande utilità sociale.
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    Uninettuno- l'università adatta ai miei ritmi e alla mancanza di tempo , ma ciò non vuol dire meno impegnativa,anzi, visto le richieste dei tutor esigenti per l'ammissione agli esami, direi che questa università mi fa sudare ! Ma va bene così ! Mi piace ! Mi affianco ai ringraziamenti di Riccardo: grazie !
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    Sicuramente è stata un innovazione molto utile nel senso che grazie alla nuova piattaforma telematica si è messo in campo un nuovo approccio pedagogico e questo ha dei vantaggi non indifferenti, seguire le università in maniera telematica é molto utile perché ci si può organizzare lo studio come meglio si crede e in più possiamo apportare dei contributi creando così un apprendimento collaborativo in rete, dando un'informazione e ricevendone un'altra da altri utenti.
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    In effetti,è da eliminare il luogo comune secondo cui chi frequenta a distanza possa studiare poco e sostenere esami relativamente semplici. In molte telematiche è possibile ricevere una didattica di qualità che non ha nulla da invidiare ad atenei prestigiosi. Non è un caso, inoltre, che al giorno d'oggi quasi tutte le università tradizionali ricorrano a spazi online legati allo specifico corso dove i docenti caricano slides proiettate a lezioni o dispense digitali. Inoltre buona parte di queste stesse università si affida al e-learning per lo svolgimento di master e corsi di perfezionamento.
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    Nel testo viene fatto riferimento alle teorie costruttiviste che mettono in evidenza l'importanza, per l'apprendimento a distanza attraverso le reti telematiche, della creazione di ambienti che rendano possibile l'apprendimento stesso in forma collaborativa ed attiva. Particolare attenzione va rivolta al contesto, che deve essere simile alle situazioni reali e rendere agevole, attraente e coinvolgente la partecipazione, alla costruzione, che deve permettere la creazione di spazi idonei per comunicare e riflettere, alla collaborazione, che diviene uno strumento per l'apprendimento grazie proprio allo scambio e confronto di informazioni e opinioni ed al loro approfondimento, ed alla conversazione, fondamentale per l'elaborazione del significato. I sistemi telematici offrono la possibilità di agire in modalità sincronica, mettendo in contatto nello stesso momento i partecipanti, o diacronica offrendo, in qualunque momento ed ovunque sia tecnicamente possibile, l'accesso per lo sviluppo del processo di apprendimento in base ai propri tempi ed alle proprie esigenze. Ne è un esempio il modello didattico di Uninettuno.
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    buonasera, sono lavoratrice full time , ho una famiglia e sono già laureata in matematica alla Sapienza di Roma.Si è parlato fino ad ora degli aspetti positivi delle Uniiversità telematiche , ma ci sono anche aspetti negativi . Per me non è stato facile adattarmi al metodo dell'Università telematica. Se da una parte, posso ascoltare le lezioni quando e dove desidero, dall'altra non ho un rapporto diretto imminente con il docente mentre spiega . Mi manca l'avere la possibilità di chiarire eventuali dubbi nell'imminente , cioè mentre si ascolta la lezione. Mi manca il socializzare direttamente con le persone che seguono il tuo stesso corso . Mentre nell' Università la Sapienza, ho conosciuto persone che sono diventati i miei compagni di studio , in questa Università telematica ti senti sola . Non si ha modo di poter creare un gruppo di studio a meno che tu non conosca già le persone prima di segnarti all'Università telematica
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    L'applicazione delle tecnologie nell'insegnamento ha reso possibile l'apprendimento a distanza che anni fa era impensabile, cosí come la possibilitá di apprendere in modo collaborativo e comunicare in modo estremamente efficiente. In questo sicuramente la tecnologia ha portato un grande miglioramento danto possibilitá anche a chi non poteva spostarsi.
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    Credo che le tecnologie al giorno d'oggi siano uno degli strumenti più potenti per educare, informare ed apprendere. Esse hanno dato la possibilità di istruirsi e formarsi anche a chi magari prima faticava. Lo si può fare seguendo i propri ritmi, il proprio metodo, trovandosi in diverse aree geografiche, vivendo diverse condizioni lavorative e familiari. Se dovessi riassumere le caratteristiche che più ritengo importanti di una piattaforma di apprendimento telematico, come lo è l'università Uninettuno, direi: libertà di organizzazione, sostegno tra colleghi, ampia disponibilità di contenuti.
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    Il modello di apprendimento collaborativo e a distanza di Uninettuno offre la possibilità di studiare usando canali diversi dalle università di impostazione classica, mi ha dato la possibilità a quasi 50 anni di re introdurmi nello studio. Una modalità completamente diversa. Una riflessione che faccio è che la scelta di iscrivermi ad una università telematica è avvenuta anche dopo una esperienza tramite corsi online gratuiti di EduOpen (corsi MOOC), è un progetto creato da un network di università italiane, e forse non solo, per la diffusione della conoscenza, con una facile accessibilità ad un percorso di tuo interesse. Questa scoperta dei MOOC mi ha predisposto cognitivamente ad intraprendere un percorso più strutturato come quello offerto da Uninettuno, che fra l'altro è stata pioniera di questo tipo di modalità di apprendimento. Lo spunto di riflessione è che la scelta di iscrivermi ad Uninettuno è stata postuma ad un mio "training" e utilizzo della tecnologia che mi ha dato sicurezza nelle mie capacità di apprendimento, capacità di saper usare strumenti e apparati diversi dai libri. Molte persone over 50 non accedono a questo tipo di modalità di studio, non per incapacità, ma per senso di inadeguatezza, manca un senso di auto efficacia nell'uso del web come strumento di apprendimento. Nel mio piccolo cerco di sostenere la divulgazione di nuove metodologie di studio quando incontro persone che vorrebbero riprendere gli studi anche in età avanzata, e sento delle resistenze dovute a paura di sentirsi inadeguati. Inoltre il modello di apprendimento collaborativo è di grande aiuto e sostegno proprio a persone che sentono di dover affrontare una sfida che non è solo determinata dai contenuti della materia ma dalla modalità. Il messaggio che offro è " Non sarete soli". L'assenza di competitività all'interno dei gruppi di studio di Uninettuno, il sostegno reciproco, per come uno può' e nella misura in cui lo può dare, è fonda
Marco Dozza

Tags: Perché Taggare I Tuoi Contenuti Sul Web - 15 views

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    Interessante articolo contente video e numerosi link di approfondimento sulla funzione dei tag nel web.
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    Come si evince dal nostro percorso didattico , l'importanza del tag è rivoluzionaria , come Mcluhan aveva previsto " il medium renderà absoleta l'intera organizzazione della biblioteca " , il tag è l'anima di internet , tutti i nostri messaggi sono divisi in pacchetti , il tag ci permette di trovare la sua posizione con assoluta precisione , e soprattutto all'istante in real- time . A mio avviso questo è fantastico , ha cambiato il nostro modi di organizzare le cose , l'accesso a tutto in una sola volta
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    Molto utile anche per le applicazioni personali e indicizzazione dei siti o articoli sul blog.
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    Articolo molto semplice e scorrevole su cosa è un tag, quest'articolo è stato realizzato in maniera che il significato di "tag" venga recepito in maniera chiara ed efficace anche da chi non è affine alla terminologia tecnica (es. iper-testo), e riesce a dare un idea generale dei meccanismi di base del web, come ad esempio il funzionamento di un motore di ricerca, la configurazione di base di un sito web/blog e su come incrementare la visibilità di certi contenuti che vogliamo pubblicare online. In questo contesto il richiamo a McLuhan è d'obbligo: "il medium renderà obsoleta l'intera organizzazione della biblioteca" dove oggi possiamo osservare che il web è diventato una libreria gigante dove pagine su pagine di contenuti sono organizzate e collegate tra loro.
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    Ho trovato questo articolo molto interessante e mi ha permesso di avere un quadro più ampio delle funzioni che possono avere i tag.
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    Grazie per la condivisione! questo articolo è interessante perchè in breve descrive le funzioni relative dei tag e anche la loro utilità.
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    Articolo molto interessante che rappresenta una sorta di guida sull'importanza dei tag e su come impiegarli. Come dice lo stesso Robin Good, i tag sono degli strumenti utili per la ricerca in quanto consentono agli utenti di trovare tutti i contenuti su determinati argomenti in modo rapido e mirato, ma devono essere usati in maniera etica e razionale.
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    un articolo molto esplicativo sull'utilità dei tag. personalmente spesso non li usavo per noia, ma grazie a questa disciplina ho capito quanto in realtà siano utili per la ricerca di nuove informazioni specifiche e per far in modo che i nostri contenuti siano raggiunti da più persone possibile
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    Personalemente penso che a livello di motori ricerca i tag siano molto utili, per quanto riguarda i social sono anche fin troppo utili: riescono a fornire informazioni e renderle accessibili anche troppo facilmente.
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    E' vero, i Tag aiutano in una ricerca rapida, selettiva e immediata dei contenuti favorendo l'immediato e la rapidità. Ma cosa si perde? Nelle ricerche spesso mi sono trovata a leggere argomenti che non avrei pensato e da un inizio ho trovato un percorso che non immaginavo e penso che forse, i Tag, possano far perdere la meraviglia di alcuni viaggi
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    Articolo molto interessante. Personalmente trovo che i tag, se usati con criterio, siano estremamente utili e possano velocizzare la ricerca di contenuti. A volte però possono risultare fuorvianti, proprio perchè inseriti in maniera casuale ( sorpattutto nei social network.
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    Sono d'accordo con il fatto che l'articolo è molto interessante e soprattutto l'utilizzo dei tag è molto utile nel circoscrivere il campo di ricerca delle informazioni. E' altresi molto importante che chi si occupa di taggare le informazioni lo faccia con criterio e in maniera accurata; il rischio di incappare in articoli o informazioni fuorviante esiste e potrebbe risultare una gran perdita di tempo.
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    Il tag puó essere un amplificatore di contenuti, il collegamento con i contenuti di altre persone, e come dice nel video si aplifica anche la platea di persone che legge cosa postiamo
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    L'articolo presenta motivi validi per cui taggare i propri contenuti online. Effettivamente se ci si ragiona la ricerca di contenuti online grazie ai tag viene facilitata ulteriormente. Ogni qualvolta si cerca qualcosa online grazie al tag ci viene presentato ogni singolo articolo o sito che tratta dell'argomento. I tag si possono quindi definire degli strumenti di facilitazione della ricerca in rete.
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    Il tagging è un'operazione importante per chi cerca visibilità sul web, in quanto consente ad altri utenti di accedere ai contenuti pubblicati, attraverso la ricerca di parole chiave. Si tratta quindi di un aspetto importante di Internet, un contenitore di conoscenze che può essere riempito da chiunque e che necessita di un sistema di categorizzazione per gestire l'enorme mole di informazioni distribuite. Può essere considerata come una forma di apprendimento collaborativo, poiché è grazie al contributo di tutti i partecipanti che i partecipanti stessi hanno la possibilità di ricercare e trovare informazioni utili per arricchire le proprie conoscenze. Internet, d'altronde, è una dimensione costruita dalle persone e sono le stesse persone che strutturano ed applicano degli strumenti per dargli ordine e renderlo più fruibile.
Romina Mandolini

Organizzare senza aver organizzato - 2 views

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    Un secondo contributo all'argomento dei Tag. In evidenza una parte significiativa dell'articolo di Clay Shirky in cui ben si comprende il valore del tag e la sua funzione. Anche in riferimento a ciò che riportavo nel primo contributo, a proposito della definizione che ne ha dato De Kerckhove. Senza i Tag, la rete non potrebbe essere veramente reticolare. Senza Tag non ci sarebbe intelligenza collettiva, non ci sarebbe il concetto di mente ipertestuale, il multitasking e tutto quello di cui stiamo discutendo in questo corso.
raffaella asmone

Discorsi tra le nuvole. Intervista a De Kerckove ad un evento Telecom Italia sul Cloud - 2 views

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    Molto interessante il pensiero sul futuro della mente. Stiamo andando verso una mente aumentata, il passaggio dalla dimensione neurale al quantum cambierà il modo di agire. Giordano Bruno è l'uomo del quantum poichè lui affermava che"non è la materia che crea il pensiero ma il pensiero che crea la materia. Il poter comandare lo schermo con la mente completerà la magia moderna
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    Mi fa venire in mente il Neurocinema. Weibel spiega infatti che i computer quantici possono riprodurre le caratteristiche termodinamiche tipiche degli organismi viventi, ovvero dell'energia, oltre che rappresentarne il movimento. L'idea sarebbe quella di avere immagini trasmesse direttamente nel nostro cervello, cioè una stimolazione diretta che attraverso le nostre sinapsi possa interagire direttamente con i nostri organi sensoriali, la nostra corteccia cerebrale sarà il nostro ambiente di visione neruronale.Il neurocinema può trovare la sua applicazione senza prescindere dalla neurofisiologia e dalle scienze cognitive che risiedono nella psicologia della Gestalt, che significa appunto, forma o rappresentazione, secondo cui "la capacità di percepire un oggetto quindi deve essere rintracciata in una organizzazione presieduta dal sistema nervoso e non ad una banale immagine focalizzata dalla retina".
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    Secondo me c'è una parte di popolazione che corre troppo, sognano di poter controllare lo schermo col solo pensiero... (cosa che in realtà già facciamo, ma con il tramite della mano e del mouse) e una parte che invece è rimasta completamente ferma. Ancora ci sono persone scettiche all'utilizzare computer e smartphone, la burocrazia è un dinosauro. Non abbiamo ancora la totale certezza della sicurezza dei nostri dati in rete, sospesi "sulla nuvola". Prima di correre così in là... credo che si debba lavorare per "aggiornare" la situazione attuale ed eliminare il gap tecnologico, che è ancora enorme, tra luoghi e generazioni.
elisabetta scattolin

Il multitasking - 7 views

ho trovato questa indagine svedese che rovescerebbe il concetto che la donna è favorita nel multitasking: Il vero re del multitasking è l'uomo Sovvertiti gli studi degli ultimi anni: il campion...

#Multitasking

Massimo Apicella

Le leggi le propongo io: il «Ministero aperto» - 3 views

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    Sul sito «Avoin ministeriö» («Ministero aperto» - avoinministerio.fi), neonata piattaforma (attiva dall'inizio di ottobre) che, in Finlandia, permette a chiunque di pubblicare un'idea e, grazie all'aiuto di legali ed esperti (tutti volontari), di trasformarla in una proposta di legge vera e propria: servono almeno 50.000 firme di cittadini (da raccogliere entro sei mesi online o in modo tradizionale) per farla poi arrivare in Parlamento, che avrà l'obbligo di votarla.
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    Tipico esempio di partecipazione dal basso. Trovo che nel nostro paese sia impensabile! La politica non è mai stata così distante (anzi, avversa) dal popolo!
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    Mi sembra un chiaro esempio che è possibile tutto, basta volerlo. Dare la possibilità ai cittadini di partecipare alla vita politica di un paese in modo così aperto è tangibile è la vera democrazia
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    Sento parlare spesso dei paesi scandinavi come esempio di civiltà e di buona organizzazione. Il nostro paese paga pegno a livello europeo per una serie di gestioni (politiche) errate. Nel tempo quelli che erano errori sono diventati consuetudini. Un cambio di marcia è possibile. E' sempre possibile. Ma bisognerebbe rieducare il popolo a chiedere e a pretendere da chi è preposto alla gestione, semplicemente la possibilità di essere ascoltato........ L'esempio dei finlandesi mostra come dalla base della piramide possano arrivare idee e come queste siano prese in considerazione ed almeno discusse. Bell'esempio di ......civiltà.
BARBARA TOLLI

Significato e definizione di Tag - 7 views

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    I Tag sono termini, parole singole o composte, associati ad un determinato elemento per classificarne il contenuto. La classificazione o categorizzazione a tag è un metodo di organizzazione delle informazioni che si è rapidamente diffuso negli ultimi anni ed ha preso rapidamente piede in diversi ambiti informatici sostituendo in alcuni casi l'uso di categorie. Rispetto alle categorie i tag sono un sistema di classificazione maggiormente elastico ma non presentano per questo difetti. Il primo servizio internet ad aver sfruttano una classificazione a tag riscuotendo un successo mondiale è stato del.icio.us, un sito dove ogni utente può inserire i propri Bookmark, condividerli con altri utenti e classificarli attraverso tag
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    interessante :) ...un esempio noto a tutti è quello delle tag sul socialnetwork facebook, quando si inserisce una foto, facebook ti da la possibilità di taggare chi è presente nella foto ovvero di etichettare, identificare chi appare in quella foto... Ne blog o nei motori di ricerca sono tutte quelle parole chiave che vengono messe che danno la possibilità a chi cerca su internet di individuare l'argomento interessato... perciò etichettare è un modo semplificato di individuare ciò che stiamo cercando.
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    L'espansione del concetto di tag è presente in Twitter. Per chi ancora non lo conoscesse, Twitter è il noto social di microblogging che permette di inviare brevi messaggi da 140 caratteri. Al suo interno è stato implementata la funzione detta hashtag. L'utilizzo è molto semplice e estremamente potente. E' sufficiente introdurre una parola o una combinazione di parole senza spazi e preceduta dal cancelletto per creare un hashtag. Da questo momento ogni persona che digiterà nella casella di ricerca quello specifico hastag troverà tutti i messaggi legati da quello specifico hashtag. E' anche sufficiente cliccare su un hashtag di un twit (messaggio presente in Twitter) per attivare la ricerca di quello specifico hashtag. La potenza scientifica di questa tipologia di tag è enorme in quanto si possono individuare e seguire degli stream di informazione, veri fiumi di informazioni tipizzate. La raccolta dei principali stream è inclusa nei Trend Topics. E' anche possibile seguire argomenti dei Trend localizzati su base geografica.
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    Una spiegazione utile e sintetica dei tag e della loro utilità.
ROBERTA BADARACCO

Ipertesto e apprendimento - 6 views

Materiale trovato da internet da cui ho estrapolato il contenuto di nostro interesse. Presentazione realizzata da: Giovanna Faedda Corso di laurea in Scienze delle professioni educative di base Fa...

Bush Nelson Engelbart Xanadu nls ipertesto apprendimento insegnamento costruttivismo conoscenza-attiva scuola

started by ROBERTA BADARACCO on 27 Jun 13 no follow-up yet
Donatella Fantozzi

Tagging: una questione di etichette - Mds - 10 views

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    Tagging: una questione di etichette di Alberto Falossi Su internet c'è tutto: chi vede il web per la prima volta rimane colpito proprio da questo. È sorprendente trovare siti dedicati a qualsiasi argomento, non importa quanto strambo o di nicchia. Ma in questo mare di informazioni è difficile navigare: trovare un sito, una persona, un'email, può diventare letteralmente un'impresa.
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    Nel mare delle informazioni, la catalogazione per argomenti, i TAG, sono il salvagente ideale per trovare quello che si sta cercando.
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    Il tag è vero viene usato per trovare quello che si sta cercando nel mare magnum di internet però può anche essere uno strumento che fornisce indicazione sull'opinione dell'utente.
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    Il tag è uno dei protagonisti principali del web 2.0. L'articolo del Prof. Falossi è molto chiaro ed interessante, e nel proporre degli esempi utilizza gli stessi siti citati dal Prof. De Kerckhove nelle videolezioni. Davvero utili sono i consigli dell'autore su come scegliere i tag giusti.
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    anch'io ho trovato questo articolo davvero utile per capire uno dei fenomeni più pervasivi e sfuggenti della rete : la possibilità di tutti di proporre un propria catalogazione e, nello stesso tempo, di renderne il criterio condivisibile agli altri utenti
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    Interessante senz'altro, anche se molti suoi suggerimenti non sono ben usati dagli utenti!
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    Quando le categorie sono numerose e le informazioni di un determinato argomento sono consistenti il tag è sicuramente lo strumento più utile per la gestione delle informazioni. I tag sono delle etichette che forniscono significato ai contenuti per la ricerca delle informazioni, basata su parole chiave per recuperarle più facilmente e relativamente ad un argomento preciso.
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    Dedicherei particolare attenzione al paragrafo consigli per il Tagging, così come esiste una netiquette per i forum, credo sarebbe opportuno che tutti gli utenti prima di taggare "selvaggiamente" si attenessero a quelle poche e semplici regole che determinano un tagging "responsabile" e rendono lo strumento efficace. Mi è capitato più volte in passato, in diverse situazioni, di trovare così tanti tag su un oggetto che alla fine i tag non determinavano più una corretta discriminazione dell'argomento ricercato ma semplicemente riproponevano sempre lo stesso oggetto per qualunque ricerca proposta, invalidando così la funzione del tag. In breve direi "Tagga responsabilmente!"
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    Il termine si fa risalire a Richard Saul Wurman che, in un suo saggio del 1996, parla per la prima volta di "information architects" Il problema di definire cosa sia l'architettura dell'informazione e a chi serva è ancora irrisolto, a più di 15 anni dalla sua prima formulazione. Possiamo fare rientrare sotto il termine architettura dell'informazione: 1.I sistemi di organizzazione, labeling, e gli schemi di navigazione di un sistema informativo 2.Lo schema che sta dietro uno spazio informativo per facilitare lo svolgimento deicompiti che si prefigge e che fornisce un accesso intuitivo ai contenuti 3.L'arte e la scienza di classificare e strutturare siti web e intranet per aiutare le persone a trovare e gestire le informazioni 4.Una disciplina emergente e una comunità di pratica volta a applicare i principi del design e dell' architettura nel contesto digitale Architettura dell'informazione è quindi un termine circoscritto che caratterizza una materia che richiede un approccio multidisciplinare che si situa alla convergenza di molti saperi e professionalità.
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    Credo che in futuro si debba regolamentare anche quei nuovi lavori scaturiti dalle nuove tecnologie. tutti i giorni continuo a sentir parlare di SEO ma di veri professionisti non ne sto incontrando, molti sono semplici programmatori che si sono convertiti.
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    Interessante articolo specialmente quando parla di Tag cloud: un nuovo codice di comunicazione. La dimensione delle parole dipende dalla frequenza del tag all'interno del sito: più il tag è grande, più contenuti ci sono con quel tag. A colpo d'occhio l'utente può avere un'idea degli argomenti più trattati. Ogni parola della nuvola di tag è un link, che visualizza la lista filtrata per quel tag. Grazie all'interfaccia intuitiva, gli architetti dell'informazione stanno sempre più ricorrendo alle tag cloud nella progettazione dei siti.
rosa maria tafuri

COSA E' L'INTELLIGENZA? - 6 views

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    L'intelligenza può essere definita come un complesso di condizioni che hanno a che fare con la CONOSCENZA sui MECCANISMI DI ACQUISIZIONE di questa e sulle MODALITÀ DI APPLICAZIONE della stessa alla realtà.
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    Buon articolo da poter utilizzare come base di partenza per il nostro corso
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    In psicologia, il termine intelligenza è riferito alla capacità di acquisire conoscenze da utilizzare in situazioni nuove, adeguando (o modificando, quando necessario) le strategie individuali alle caratteristiche dei problemi, agli obiettivi perseguiti e ai risultati ottenuti. L'intelligenza può essere definita come la capacità di apprendimento e di comprensione, che si differenzia da ciò che viene comunemente chiamato intelletto in quanto comprende anche la capacità di affrontare situazioni concrete in modo efficace e di rielaborare le esperienze e gli stimoli esterni. L'intelligenza viene quindi descritta non come una particolare abilità, ma come una capacità generale dell'individuo di cogliere ed affrontare il mondo; una capacità globale che consente all'individuo di comprendere la realtà e di interagire con essa. L'intelligenza è, quindi, un'entità globale e multisfaccettata non singolarmente definibile. Infatti, una delle prime problematiche incontrate nello studio del concetto è stata proprio quella di formulare una definizione consensuale dell'oggetto di studio.
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    I contributi di Gadner e Sternberg inducono a ritenere che nell'intelligenza siano presenti aspetti personali e sociali. Intelligenza sociale: competenza con cui le persone affrontano i problemi della vita quotidiana. L'intelligenza sociale si riflette nell'abilità delle persone di perseguire i propri obiettivi adattando flessibilmente il proprio comportamento in modo da trarre il maggiore vantaggio dalle circostanze. Intelligenza emotiva: essa coincide con la capacità di comprendere le emozioni e i sentimenti propri e altrui e usare tali informazioni per guidare il proprio pensiero e le proprie azioni. Salovery ha individuato delle componenti dell'intelligenza emotiva: riconoscimento delle emozioni in se stessi e negli altri, regolazione delle emozioni proprie e degli altri, l'uso strategico delle emozioni per scopi connessi alla motivazione e alla soluzione dei problemi. Goleman ha individuato sette aspetti dell'intelligenza emotiva: autocoscienza, automotivazione, persistenza di fronte alle avversità, controllo degli impulsi, regolazione dell'umore, empatia, ottimismo. Le emozioni svolgono un ruolo dinamico nei processi di autoregolazione. Una difficoltà che si è riscontrata nello studio dell'intelligenza emotiva è relativa alla difficoltà di misurare l'intelligenza emotiva. Saggezza: Baltes sostiene che la saggezza coincide con una competenza cognitiva relativa a questioni riguardanti la pratica e il significato della vita quotidiana. Essa riguarda le conoscenze possedute sulle caratteristiche essenziali della natura umana e del suo sviluppo, le relazioni dell'individuo con il mondo sociale. Un individuo per essere saggio deve possedere sia le conoscenze, sia le strategie per metterle in pratica. le conoscenze si acquisiscono grazie all'esperienza. La saggezza sembra aumentare con l'età.
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    Pensare non è assolutamente un attività solitaria soprattutto con l'affermazione dell'era elettronica in cui INTER-LIGERE significava già collegare contenuti, ciò che oggi in Rete definiamo "Linking", ovvero legare insieme azioni separate. Si può affermare che il computer stimoli capacità già disponibili nella nostra mente, esternalizzando la nostra intelligenza ipertestuale; Rende visibili le nostre idee o progettazioni, le memorizza in documenti, ne permette la rielaborazione nel tempo e la condivisione con gli altri. Cosi dal pensiero individuale, la tecnologia ci ha condotto alla nuova intelligenza collettiva.
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    ...infatti, la nuova intelligenza collettiva, o "connettiva", così come sosteneva Pierre Levy. L'uso di Internet favorirebbe la nascita di questa nuova forma di intelligenza connettiva: la ricerca di informazioni, lo scambio di informazioni e la loro rielaborazione comune producono un risultato molto superiore alla loro semplice somma e danno vita a forme di conoscenza e stili di apprendimento diversi e del tutto nuovi.... I paradigmi dell'apprendimento aperto e dell'apprendimento cooperativo, che tratteremo in seguito, rientrano in questo concetto di intelligenza collettiva e nel modello di rete che è anche simbolo di una diversa organizzazione dell'attività umana, nel senso di una società più flessibile e decentrata.
Luigi Coccia

COGNIZIONE DISTRIBUITA - 7 views

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    L'articolo si propone di dare all'utente una chiara definizione di cognizione distribuita intesa come la risultante dell'attività cerebrale di ogni individuo coaudiuvata da strumenti che ne sostengono il pensiero.
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    credo sia una definizione chiara ed esaustiva, anche perchè gli esempi riportati, calati nella realtà di tutti i giorni, fanno capire effettivamente quanto l'interazione con il mondo esterno modifichi il nostro modo di agire e di pensare: "la mente non solo è flessibile, ma che è anche condizionata dalle opportunità e dalle condizioni nelle quali opera"
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    la nostra mente non solo è flessibile, ma è anche condizionata dalle opportunità e dalle condizioni nelle quali opera!
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    mi piace il parallelismo tra meteorologia e cognizione distribuita. In effetti quando sentiamo che un qualcosa è "distribuito" spesso tendiamo a considerarlo come "suddiviso tra", se invece gli attribuiamo il significato di "disteso su" spostiamo subito il nostro focus su alcune caratteristiche fondamentali dei nostri processi mentali, quali interazione e interdipendenza.
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    De K. riprende il concetto dell'intelligenza connettiva, vista come condivisione della comunicazione e delle informazioni e la sua influenza con le tecnopsicologie. Le tecnologie odierne aumentano l'interattività tra gli utenti e dunque l'aspetto della connettività, il pensiero viene condiviso e elaborato tra persone che possono trovarsi in qualunque posto, e ritrovarsi "in rete" per dare il loro contributo ad un processo di pensiero comune. E' questo uno dei cambiamenti determinati dalle tecnologie sulla organizzazione della mente e della società. L'era della elettricità, le nuove tecnologie, portano a un nuovo tipo di comunicazione, che possiamo definire esteriorizzazione della mente. La rappresentazione delle mente divisa in 3 spazi : fisico, mentale e virtuale, trova come luogo d'incontro lo schermo. Tutto questo ha permesso una più rapida interazione di gruppo e un conseguente cambiamento del modo di comunicare, una nuova forma di intelligenza interattiva con notevoli innovazioni e implicazioni in tutti i campi. Un cambiamento di prospettiva che sposta l'attenzione dall'individualismo alla globalità, verso quella definizione di cognizione distribuita
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    Provo ad integrare i contributi con la definizione fornita la De Kerckhove nella lezione 7. La cognizione distribuita si riferisce ad un processo nel quale vengono condivise socialmente risorse cognitive al fine di estendere singole risorse o per ottenere qualcosa che un agente individuale non potrebbero ottenere da solo. La cognizione distribuita è il tipo di cognizione, a volte non esplicitata, che esiste nei gruppi di lavoro, di squadra. In primo luogo le conquiste cognitive dell'umanità si basano su un processo in cui i processi cognitivi di un agente e gli oggetti ed i vincoli del mondo reciprocamente si influenzano a vicenda. In altre parole, il contesto influisce sul modo di pensare e il modo di pensare influenza il contesto. In secondo luogo, i processi cognitivi possono essere distribuiti tra gli esseri umani e le macchine. Secondo Gabriel Salomon: "Le cognizioni sono situate e distribuite, piuttosto che strumenti decontestualizzati e prodotti della mente ". E "Piuttosto che pensare alla cognizione come ad un evento isolato che si svolge dentro la testa, la cognizione deve essere vista come un fenomeno distribuito, che va oltre i confini della persona per includere l'ambiente, i manufatti, le interazioni sociali e la cultura". Questo concetto è fondamentale per capire cosa sta succedendo alla cognizione oggi. E' chiaramente l'espansione del concetto di intelligenza e il coinvolgimento del soggetto in un gruppo molto più grande. Secondo Hutchins: * la cognizione è mediata dagli strumenti cioè da tutte le tecnologie * di conseguenza è radicata nell'artificiale * è una questione sociale che comporta variazioni delicate e sfumature di comunicazione, di apprendimento e interazioni interpersonali. E' una visione che si espande al di là della cognizione individuale ed è obbligata a prendere in considerazione le interazioni interpersonali. (continua)
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    Secondo Hutchins e Hollan i processi cognitivi possono essere distribuiti tra i membri di un gruppo sociale e possono comportare un coordinamento tra la struttura ambientale e/o materiale interna ed esterna. Essi inoltre possono essere distribuiti nel tempo in modo tale da cambiare addirittura la natura degli eventi successivi. La mediazione culturale ha infatti un effetto ricorsivo, e bi-direzionale: l'attività mediata modifica contemporaneamente sia l'ambiente che il soggetto in modo permanente. Di fatto modifichiamo continuamente l'ambiente e l'interazione tra i soggetti, l'elaborazione della cognizione e delle informazioni. Gli artefatti culturali sono sia materiali sia simbolici e regolano le interazioni tra l'ambiente e l'individuo. A questo proposito, sono "strumenti" intesi in senso lato e lo strumento principale è il linguaggio. Il linguaggio è il più grande, il più forte, il più articolato, il più complesso, il più ricco, di tutti i mass media, condiviso e anche se praticato individualmente. L'ambiente culturale in cui nascono i bambini contiene le conoscenze accumulate delle generazioni precedenti. Nel mediare il loro comportamento attraverso questi strumenti, gli esseri umani non beneficiano solo della propria esperienza, ma di quella dei loro antenati. Questa è l'eredità culturale, l'eredità sociale dell'informazione che si accumula nel corso degli anni (così come generazioni di persone costruivano cattedrali nel Medioevo, oggi costruiscono Internet). Un'unità di analisi per lo studio del comportamento umano sono i sistemi di attività, sistemi storicamente condizionati di relazioni tra individui e i loro ambienti prossimi e culturalmente organizzati, in altre parole le istituzioni. La storia dell'educazione, la storia dell'arte, la storia etc forniscono un quadro e contengono informazioni che vengono trasmesse nella cognizione distribuita culturale.
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    Le caratteristiche della "cognizione distribuita" sono la comunicazione e la condivisione di informazioni. Queste, proprio perché comunicate, diventano utili, mentre messe in comune permettono alla persona più preparata di utilizzarle a beneficio di tutti. Esemplificazioni intuitive del concetto.
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    dalla piattaforma Indire: Molti trovano alquanto strano parlare di cognizione distribuita perché sono abituati a ritenere l'atto intellettivo e cognitivo un fatto personale, individuale, interno
rosa maria tafuri

Cognizione distribuita - 8 views

L'approccio teorico noto con il nome di "Cognizione Distribuita" sostiene che l'attività cognitiva umana non è caratterizzata esclusivamente dall'attività cerebrale bensì è distribuita tra il cerve...

Attività mente organizzazione extracorticale

started by rosa maria tafuri on 03 Jul 12 no follow-up yet
valeria de luca

UNA IPOTESI DI RICERCA MOLTO EVOCATIVA SU RAPPORTO TRA DNA E PENSIERO, FATTA DA DUE RIC... - 4 views

DNA E Pensiero Affascinante ipotesi dalla Russia, sul ruolo del DNA in generale, che si ricollega in qualche modo al pensiero esoterico e alla tradizione dei "maestri spirituali", secondo cui il n...

started by valeria de luca on 09 Mar 12 no follow-up yet
fabio montani

verso il web semantico - 5 views

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    Il web semantico come rete di dati organizzati secondo associazioni di significati. Si tratta dell'evoluzione del web volta a superare i limiti delle attuali tecnologie ossia il collegamento tra le informazioni disponibili e un motore di ricerca a cui comunicare cosa stiamo cercando. Ua tecnologia in grado di riconoscere il contesto e il significato dei contenuti delle pagine web. Il web visto come un assistente in carne ed ossa a cui comunicare le nostre aspettative, capace di comprenderci e di accontetarci. Si parla di "agenti", software in grado di comprendere gli esseri umani, di amministrare operazioni ripetitive e dispendiose in termini di tempo, i computer quindi come cervelli artificiali condivisi. Le critiche che vengono rivolte riguardano la possibilità che tutto questo sostituisca gli esseri umani o che contribuiscano ad una rarefazione delle relazioni e degli incontri. Io condivido pienamente il fiale proposto nell'articolo.
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    grazie, articolo interessante che mi ha spinto ad approfondire un po' la questione...credo che l' idea del web semantico sia da un lato affascinante e dall'altro inquietante! affascinante perchè il tentativo è, procedendo per incertezze successive, di governare tali incertezze con intelligenze artificiali in grado di scoprire i collegamenti (non semplicemente testuali) tra le pagine web, in modo intelligente! inquietante perchè mi chiedo se davvero vogliamo che tali intelligenze riescano a simulare ciò che oggi è tipico di un comportamento umano, che abbiano anche loro ( ammesso che noi lo si abbia!..) buon senso....
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    In parole povere il Web Semantico è ciò che consentirebbe ai computer di comprendere il significato reale e cioè semantico, delle singole richieste dell'utente.
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    Sicuramente i motori di ricerca, negli anni passati, hanno contribuito alla diffusione di internet senza, oggi, la rete sarebbe una "babele" di informazioni e contenuti senza la possibilità di poterle selezionare e reperire in modo organico. Con i motori di ricerca è stato possibile portare un po' d'ordine e far uscire fuori le grandi risorse e potenzialità di internet. Oggi tutto questo non basta più, tante volte la nostra ricerca riporta risultati inutili, tanto che non sempre riusciamo a trovare quello che veramente stiamo cercando. La soluzione al nostro problema è il "web semantico", che permette di indirizzare in modo molto selettivo "semanticamente" la nostra ricerca. Certo immaginare di ottenere come risultato un lungo ipertesto che rappresenta tutto quello che "avresti voluto sapere" sembra effettivamente utopistico. E' pur vero che la rete si sviluppa in modo esponenziale, per questo c'è bisogno di pensare a una organizzazione più "umana" che permetta di rintracciare, catalogare e indicizzare quanto passa dalla rete, questo potrebbe permetttere un notevole risparmio di tempo.
vdalmonte

Psicotecnologie - 0 views

Eccoci nell'era delle psicotecnologie a cura di MEDIAMENTE/RAI EDUCATIONAL Lei ha scritto che il computer è una psico-tecnologia e ha definito quello che stiamo vivendo come l'era delle psico-t...

#psicotecnologie

started by vdalmonte on 21 Apr 19 no follow-up yet
Romina Mandolini

COGNIZIONE DISTRIBUITA - 38 views

Trovo il tuo intervento appropriato e corretto. A completamento di quanto hai scritto, riporto un intervento di Antonio Rizzo dell'Università di Siena sulla Cognizione Distribuita, che mi sembra in...

#DistributedCognition

emanuele battista

Tagging - 26 views

Proprio questo sito che stiamo utilizzando vive soprattutto sulla importante funzione che rivestono i TAG. Cliccare sulla parola chiave e trovarsi immersi in una serie di articoli, contributi, comm...

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naccigiuseppe

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psicotecnologie

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