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Home/ Psicotecnologie e Processi Formativi - Uninettuno/ Contents contributed and discussions participated by Marco Grasso

Contents contributed and discussions participated by Marco Grasso

assunta somma

D.McQuail e i medium - 2 views

#multitasking
started by assunta somma on 25 Nov 12 no follow-up yet
  • Marco Grasso
     
    La comunicazione di massa ha modificato interamente il nostro vivere.
    E' chiaro che essa ha apportato ed introdotto novità positive, come appunto la possibilità di comunicare tra persone lontane fisicamente.
    Ma se da un lato ci ha fornito tali mezzi, la storia ne ha fatto un uso spesso scorretto, sfruttando tali possibilità per modificare i pensieri altrui e condizionando spesso il modo di agire dell'essere umano!!!Ben venga la Tv o la radio, purchè sia utilizzata per fini istruttivi e collaborativi, e non per reprimere il diritto basilare dell'uomo: "La libertà di pensiero".
assunta somma

Interazione parasociale attraverso la tv - 1 views

#psicotecnologie
started by assunta somma on 25 Nov 12 no follow-up yet
  • Marco Grasso
     
    E' Chiaro come il sistema di comunicazione con un mezzo come la tv sia "unilaterale", considerando che la tv condiziona noi, modificando spesso il nostro pensare, ma noi non possiamo condizionare la tv, non possedendo una propria identità o potere cognitivo!!!!!!Tale rapporto è quindi un arma a doppio taglio, in quanto ci conduce sempre più in un mondo di interazioni fittizie dove i vecchi rapporti comunicativi sembrano ormai estinti.
Marco Grasso

La cognizione distribuita ed il controllo del traffico aereo!!!! - 2 views

#DistributedCognition
started by Marco Grasso on 26 Nov 12 no follow-up yet
  • Marco Grasso
     
    . La Cognizione Distribuita

    Le azioni intelligenti messe in atto in ambienti di lavoro reali non possono essere studiate analizzando l'attività cognitiva individuale in isolamento, cioè senza prendere in considerazione l'ambiente sociale e materiale che circonda le persone che svolgono tale attività.

    Recenti sviluppi nelle Scienze Cognitive (Zhang and Norman, 1994) dimostrano che la cognizione umana è distribuita tra le persone e gli artefatti presenti nell'ambiente esterno: in questo senso lo studio della cognizione implica lo sviluppo di metodologie per analizzare l'attività umana così come essa si svolge in ambienti di lavoro reali.

    L'approccio della Cognizione Distribuita fornisce un'interessante quadro concettuale per l'analisi della relazione tra l'attività e il contesto; le principali assunzioni di questo approccio sono:

    per catturare il ruolo e le proprietà di ogni singolo artefatto è necessario prendere in considerazione un'unità di analisi più ampia del compito individuale e cioè l'intero sistema socio-tecnico composto da persone, ruoli, artefatti e regole (Hutchins, 1995);
    tale sistema socio-tecnico può essere analizzato in termini di un sistema cognitivo che compie computazioni attraverso la trasformazione e la propagazione di rappresentazioni, indipendentemente se questi stati siano interni o esterni alla mente delle persone;
    l'unità di analisi appropriata per comprendere i processi di lavoro varia a seconda della particolare situazione considerata in quanto varia il modo in cui i diversi processi vengono portati a termine all'interno del medesimo sistema socio-tecnico.
    Nella parte che segue è fornita una breve descrizione del sistema di controllo del traffico aereo; in seguito, sono presentati due scenari di attività che permettono di affrontare un importante aspetto concernente l'analisi dell'attività umana in ambienti di lavoro, la distinzione tra compiti normativi e l'attività reale e il ruolo di regolazione dell'attività che hanno le procedure (Rasmussen, 1993).

    2. Il sistema ATC come sistema cognitivo

    Secondo l'approccio della Cognizione Distribuita, un sistema socio-tecnico complesso quale il centro regionale di Ciampino per il controllo del traffico aereo può essere considerato come un sistema cognitivo composto da individui (piloti e controllori) che interagiscono tramite l'uso di artefatti (radar, strips) e mezzi di comunicazione (radio, comunicazione faccia a faccia). Tale sistema cognitivo svolge i compiti attraverso la trasformazione e la propagazione di rappresentazioni che di volta in volta possono essere rappresentazioni interne alla mente (una procedura, un dato) o esterne (es. lo stato del traffico rappresentato per mezzo del radar).

    L'obiettivo principale di un sistema di controllo del traffico aereo è quello di gestire in modo efficace e sicuro il traffico il quale, per natura, e' un processo dinamico e solo parzialmente predicibile e anticipabile. L'evoluzione del traffico può solo parzialmente essere predetta a causa dei molti fattori che ne influenzano l'andamento (disfunzioni tecniche e organizzative, fattori meteorologici); infatti, all'interno di ogni settore di traffico, l'affidabilità di ogni predizione fatta al tempo T0 sull'andamento del traffico al tempo T1 decresce quanto più è ampio l'intervallo di tempo tra T0 e T1.

    Per questa ragione, il piano generale europeo di traffico aereo, elaborato sulla base dei piani di volo forniti dalle compagnie aeree, è organizzato in modo da distribuire e mantenere costante quanto più possibile il traffico tra i settori; è comunque rilevante il fatto che nessun controllo è fatto per verificare la possibilità di conflitti tra diversi piani di volo in quanto è inutile fare predizioni di conflitti a lunghissimo termine date i molteplici fattori di variazione del traffico.

    A un livello astratto di descrizione, il sistema di ATC che deve gestire il traffico in un settore di approccio ha due obiettivi da raggiungere:

    gestire il traffico in modo efficace, cioè guidare gli aerei che entrano nel settore verso la fase finale di approccio alla pista di atterraggio usando traiettorie che permettano di minimizzare il consumo di carburante e di atterrare in orario;
    mantenere gli standard di sicurezza, cioè evitare conflitti mantenendo almeno la distanza minima di separazione tra aerei (5 miglia).
    Per raggiungere questi obiettivi il sistema deve:

    costruirsi una rappresentazione del traffico (le posizioni occupate dagli aerei all'interno del settore);
    elaborare una rappresentazione dell'evoluzione del traffico in modo da poter valutare se le posizioni o le traiettorie degli aerei sono appropriate per l'atterraggio in condizioni di sicurezza;
    eventualmente modificare la traiettoria degli aerei in modo da cambiare la configurazione del traffico;
    aggiornare costantemente la rappresentazione (come precedentemente evidenziato il traffico è un fenomeno dinamico in continua evoluzione).
    Per raggiungere questi obiettivi il sistema ATC deve essere pro-attivo, nel senso che deve anticipare l'evoluzione del traffico piuttosto che semplicemente reagire ad essa.
Marco Grasso

L'intelligenza e la sua natura. - 13 views

#Intelligence
started by Marco Grasso on 26 Nov 12 no follow-up yet
  • Marco Grasso
     
    Studi di SILVANA MICELI E AMELIA GANGEMI
    Il dibattito sull'intelligenza è ancora molto attuale: come si collegano eredità e ambiente?
    I ricercatori che si sono occupati di questo problema hanno assunto inizialmente due posizioni sostanzialmente contrapposte: la prima considera determinante, nell'economia di un sano e corretto sviluppo cognitivo, il ruolo dei geni, l'altra, invece, guarda all'ambiente e agli stimoli che esso
    fornisce, riconoscendo a questi ultimi un ruolo di rilievo. Tuttavia, sia le ricerche ispirate ai modelli ereditaristici, che quelle di matrice ambientalista, nel cercare di isolare quanto più possibile le due variabili, eredità vs. ambiente, hanno finito con l'ignorare il rapporto dinamico e fortemente interconnesso che vi è tra di esse. Malgrado si sia scoperto, ad esempio, che ci sono centinaia di geni coinvolti nell'intelligenza, il loro effetto, presi singolarmente, è così piccolo da essere nella maggior parte dei casi appena rilevabile. Ogni gene influenza infatti più funzioni cognitive (pleiotropia) e ogni processo cognitivo è influenzato da più geni (poligenicità). Anche la condivisione di uno stesso genoma, come nel caso dei cloni, non garantisce la formazione delle medesime strutture. Risulta, pertanto, estremamente complesso individuare un preciso rapporto tra eredità e ambiente nella determinazione del Q.I. Quella che viene spesso quindi considerata "l'unicità" dell'individuo è la risultante, non soltanto della diversa dotazione genetica che contraddistingue ciascun soggetto, ma anche delle diverse "esperienze ambientali" con le quali ciascuno di noi, inevitabilmente, entra in contatto poche settimane dopo la fecondazione.

    Secondo Dickens e Flynn, ad esempio, una predisposizione genetica spinge a selezionare e a sfruttare l'ambiente più favorevole allo sviluppo delle potenzialità biologiche, determinando un effetto moltiplicatore tra talento ed ambiente. Un bambino che presenta una predisposizione al canto, tenderà non solo ad esercitare quanto più possibile tale attitudine, ma a ricercare attivamente nel proprio ambiente condizioni e situazioni in grado di sviluppare la potenzialità di base, parteciperà più di altri bambini a manifestazioni canore, frequenterà gruppi di canto, etc. Il problema non sta, perciò, tanto nel decidere a favore dell'uno o dell'altro dei due punti di vista, quanto piuttosto nel cercare di comprendere quanta parte dei correlati misurati dal Q.I. sia ascrivibile ai geni oppure debba essere riferita a fattori ambientali. In sostanza, il problema è comprendere come geni e ambiente interagiscano. È proprio questa la nuova sfida che la Psicologia dell'Intelligenza propone al mondo scientifico. Poche ancora le risposte, che sembrano tuttavia enfatizzare il ruolo che l'ambiente ha nel plasmare il cervello. Ad esempio, indagini post-mortem condotte sui cervelli di tre gruppi di ratti vissuti in ambiente diverso (ambiente privo di stimoli; ambiente scarsamente stimolante; ambiente arricchito), hanno mostrato, nel gruppo dei ratti vissuti in ambiente arricchito, un significativo aumento nel peso del loro cervello, nel numero totale di neuroni e nel numero dei neurotrasmettitori cerebrali. Le esperienze e le forme di apprendimento sviluppate dall'animale in un contesto ricco di stimoli aveva indubbiamente modellato in modo diverso, il cervello di questi ratti, a differenza di quanto avveniva negli altri animali. Il patrimonio genetico di cui ogni essere vivente dispone, sembra dunque fornire disposizioni generali, che l'uomo però può cambiare attraverso un'opera di continuo modellamento cerebrale: la stimolazione dei circuiti cerebrali, attivando un numero sempre più elevato di sinapsi ampia l'hard disk della mente, rendendo i processi mentali più efficienti.
Marco Grasso

La Psicotecnologia di De Kerckhove - 0 views

#Psicotecnologie
started by Marco Grasso on 26 Nov 12 no follow-up yet
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