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Home/ Psicotecnologie e Processi Formativi - Uninettuno/ Group items tagged Goleman

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anna colombo

La natura dell'Intelligenza - 42 views

'analisi che Goleman conduce sulla società americana avviene in un periodo storico equiparabile, per molti tratti, alla situazione italiana dal dopo guerra a oggi. L'atmosfera di crisi sociale...

#Intelligence

De Rose Mario

Golemam, l'intelligenza emotiva - 2 views

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    Goleman individua 5 ambiti principali. 1. Conoscenza delle proprie emozioni-consapevolezza di sè (capacità di riconoscere un sentimento nel momento in cui si presenta). 2. Controllo delle emozioni-padronanza di sè. 3 Motivazione di se stessi, sapendo ritardare la gratificazione e controllando gli impulsi. 4. riconoscimento delle emozioni altrui-empatia. 5 gestione delle relazioni-abilità sociali. Il nostro livello di intelligenza emotiva non è fissato alla nascita, questa continua a svilupparsi tutta la vita attraverso l'esperienza. Ogni essere umano ha livelli di competenze diverse nei 5 ambiti ma con l'allenamento adeguato possono essere sviluppati.
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    Molto interessante l'approccio di Goleman che mette al centro l'individuo e la percezione del se, da invididuare e perfezionare in un percorso a step o meglio anche un percorso da intendere in maniera circolare la cui l'apparente fine o conclusione non è altro che l'inizio di un'altra esperienza cognitivo-emozionale riconducibile alla vita stessa.
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    L'approccio di Goleman all'intelligenza emotiva sembra aprire ampie possibilità di miglioramento delle competenze emotive che l'individuo può sviluppare nel corso della propria esistenza. In realtà quando ci confrontiamo con persone in diversi ambiti quello che si nota è una sorta di approccio mentale a problemi, situazioni, stress che raramente si modifica nel corso della vita. E' vero credo che l'intelligenza emotiva si possa coltivare e stimolare ma al tempo stesso, essendo legata alle emozioni, alla consapevolezza di se stessi e degli altri è anche molto condizionata dalle esperienze nell'infanzia. Tra gli studiosi delle origini e dello sviluppo delle strutture mentali, verso l'ottimalità piuttosto che verso la patologia, del bimbo e poi dell'adulto, esiste ormai da molti lustri una convergenza nell'affermare che la qualità delle strutture interne della personalità, e l'intelligenza stessa, dipendono da quanto si è strutturato nelle interazioni precoci del bimbo con i suoi caregivers. Allego un link con qualche dettaglio in più sul tema: http://www.psychomedia.it/pm/lifecycle/perinatal/imbasc6.htm
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    L'intelligenza emotiva, per Goleman è un insieme di specifiche capacità (consapevolezza e padronanza di sé, motivazione, empatia, abilità nelle relazioni interpersonali). Queste capacità sono fondamentali per ogni essere umano, possono essere sviluppate da chiunque a prescindere dalla cultura, dal ceto sociale, dal credi religiosi, dal sesso ecc., divenendo così competenze emotive e sociali. Apprendiamo ad essere emotivamente intelligenti attraverso l'educazione e lo sviluppo di queste abilità, quindi è indispensabile che queste siano educate e sviluppate a partire dalla nascita in modo che diventino competenze. Goleman scrive il libro in un momento in cui la società civile americana è attraversata da una crisi profonda; aumento dei crimini, dei suicidi ed altri indicatori di malessere che si registrano soprattutto nei giovani. Il consiglio proposto dall'autore è che per guarire da questi mali sociali occorre prestare più attenzione alla componente sociale ed emozionale nostra e dei nostri figli, con l'impegno a coltivare queste abilità. L'autore suggerisce anche di insegnare ai bambini l'alfabeto emozionale, inteso come capacità interpersonali essenziali, che servono a equilibrare la razionalità con passione. Oggi le emozioni sono oggetto di studio delle neuroscienze. "Non si vede bene che col cuore. L'essenziale è invisibile agli occhi"
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    Per Goleman l'intelligenza emotiva è tutto ciò che nella nostra mente concerne il capire e controllare i propri sentimenti, entrare in empatia con gli altri, essere ottimisti e realisti, avere fiducia in sé stessi. Insomma, tutto quello che attiene al governo delle emozioni. Goleman non si limita a descriverla in maniera teorica ma la analizza e la declina in 25 vere e proprie competenze con le rispettive abilità. Raccogliendole tutte si può ottenere una vera e propria griglia di valutazione composta da: nome della competenza, relativa descrizione e griglia dei comportamenti che la identificano e la misurano.
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    Leggendo delle varie forme di intelligenza ovviamente si deve citare l'intelligenza emotiva quella di Goleman che è quella che pone l'accento prorpio sull'individuo che deve prendere coscienza di sè ed essere al centro delle proprie emozioni per poter vivere meglio ed allontanare gli eventi frustanti, avendo un controllo sulle proprie emozioni e sugli eventi, qui di sapersi gestire ed autoregolarsi.
Luciano Di Mele

Goleman parla della compassione - 7 views

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    Goleman parte dal famoso esperimento fatto all'Università di Princeton, quello definito la parabola del Buon Samaritano. Noi aiutiamo i bisognosi solo se non siamo trascinati via dal vortice dei pensieri, delle preoccupazioni, insomma se non siamo sotto stress. Attraverso una sapiente dialogicità eclettica e piena di humor colloquiale, Goleman, toccando i recenti esiti di ricerche sui neuroni specchio, giunge in modo ottimistico a dichiarare che in fondo, la solidarietà, la proattività e prosocialità, tipiche dell'Intelligenza Emotiva, forse emergono semplicemente distogliendo un attimo il pensiero da se stessi (egocentrato) e guardandosi semplicemente attorno: gli occhi vedono molte più cose di quanto la mente non sappia o voglia esprimere a parole.
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    La cosa che mi colpisce sempre e mi da conferma di tante cose e' la riflessione, che Golemann sottolinea nel corso del video, che Q.I. e intelligenza emotiva sono completamente scisse fra loro. Non c'e' alcuna relazione fra quanto una persona possa essere intelligente, anche geniale, e la capacita' della stessa di "percepire l'altro", di essere in empatia con altre persone. Il dato a mio avviso inquietante e ' che tutt'oggi grande energia viene impiegata a sviluppare l'intelligenza, intesa come Q.I., mentre di fatto la nostra capacita' di essere vincenti e di intessere una vita appagante e ricca passa completamente da quanto siamo in grado di essere padroni della nostra parte emozionale, spesso sommersa ma sempre alla guida di ogni nostra azione.
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    Mentre il Q.I. sonda le capacità logico-matematiche, le funzioni verbali, la percezione spaziale di una persona, l'intelligenza emotiva si riferisce invece al lato emotivo, al lato sociale, sicuramente non meno importanti. Questo è il tipo di intelligenza che riguarda la gestione, l'uso consapevole, delle proprie emozioni, l'autocontrollo, la tenacia, la comprensione degli altri, l'empatia, che possiamo definirla la capacità di monitorare le proprie e le altrui emozioni, di differenziarle e di usare tale informazione per guidare il proprio pensiero e le proprie azioni. Avere la capacità di saper gestire al meglio se stessi e gli altri, spesso è alla base del successo di molte persone, sia a livello personale che professionale, in quanto emozioni e sentimenti, se gestiti al meglio, divengono una fondamentale risorsa.
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    E' chiaro che nel video il noto psicologo Goleman separa nettamente il significato dell'intelligenza misurata come Q.I.e l'intelligenza emotiva. L'intelligenza emotiva è la mobilità del pensiero, è la "capacità di riconoscere i nostri sentimenti e quelli degli altri, di motivare noi stessi e di gestire positivamente le nostre emozioni". Insieme ad altri studiosi, Goleman incontra il Dalai Lama e riscontra nella psicologia buddista notevoli similitudini sul tema della compassione: il proprio temperamento non è un destino e l'autocontrollo e la compassione sono ciò di cui il nostro tempo ha più bisogno. La compassione nella tradizione cristiana è la compartecipazione alle sofferenze altrui, potremmo definirla pietà, nella tradizione buddista ha invece il significato più ampio di togliere sofferenza e dare felicità. Il Dalai Lama suggerisce:"tutte le volte che incontrate qualcuno, immaginatevi che in una vita passata sia stato vostra madre, o che lo sarà in una vita futura." Secondo la psicologia buddista la capacità di controllore i propri stati mentali deriva dall'intelligenza, questa forma di intelligenza Goleman la definisce emotiva. Possiamo controllare le emozioni negative, gli impulsi, anche nell'età adulta imparando a riconoscerli nel momento in cui insorgono. Come fare? Azioniamo una zona del cervello facendo riposare l'altra e poiché il cervello è plastico quest'esperienza ripetuta ci aiuta a controllare le emozioni negative come l'incapacità di provare compassione.
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    Cosa il regno animale può insegnarci a proposito di intelligenza emotiva e empatia... http://www.youtube.com/watch?v=0-ZGvgFr7DI
adelaide nucera

Lavorare con intelligenza emotiva - 2 views

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    E' l'introduzione al libro scritto da Goleman:"lavorare con l'intelligenza emotiva" mi è tornato utile leggera per chiarire come è arrivato a definire l'intelligenza emotiva e dove trova applicazione.
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    Ho letto il libro di Goleman e mi e' piaciuto molto. Ovviamente dovete provare interesse per l'argomento, ovvero la psicologia: Goleman in sostanza dice che la capacita' di provare le emozioni e di riconoscerle in noi stessi e negli altri e' una dote preziosa e costituisce una forma di intelligenza al pari con l'intelligenza di tipo cognitivo. Fa un sacco di esempi pratici, spiega anche quali sono i centri nervosi nel cervello che regolano le emozioni; spiega perche' ci sono persone che sembra non riescan a interpretare correttamente le reazioni emotive loro e degli altri... Insomma, se l'argomento vi interessa lo consiglio vivamente a tutti
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    Valorizzare l'intelligenza emotiva nel mondo del lavoro si è rilevata in molte aziende la carte vincente per l'eccellenza dei risultati che ha prodotto. Sono emersi così i costi dell'assenza di tale attitudine nella gestione produttiva. Goleman raccogliendo le diverse esperienze dal mondo del lavoro, dai dirigienti, i PR, e i coordinatori ha costruito un modello di riferimento per spiegare scientificamente le cause e gli effetti di tale prerogativa. Intelligenza emotiva non significa soltanto essere gentili o disponibili, bensì strategici; Non significa libera espressione delle emozioni, bensì riconoscimento, considerazione e controllo. L'intelligenza emotiva è un attitudine presente negli uomini come nelle donne, non dimentichiamoci di questo attributo.
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    Ho trovato il libro di Goleman molto interessante e trovo anche interessanti gli esempi che l'autore fa per far capire i concetti. Mi hanno i modelli di riferimento che ha utilizzato per spiegare le cause e gli effetti. Fa riferimento anche a delle descrizioni anatomiche e scientifiche e aiuta a capire perchè determinate persone non riescono a capire le emozioni degli altri. L'intelligenza emotiva è anche strategia e presente indifferentemente dal sesso.
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    Ho letto questo libro dopo aver seguito un corso in azienda "competenze emotive al servizio dei risultati l'ho trovato molto interessante. Questa capacità è fondamentale in ambito lavorativo proprio per saper monitorare i propri sentimenti ed emozioni in relazione al contesto. Il fatto di poter capire cosa provino le persone attorno a noi oppure il comprendere le motivazioni che ci spingono verso un determinato scopo è molto importante. SIcuramente valorizzare tale capacità nelle aziende a mio avviso è fondamentale per poter raggiungere gli obiettivii e mantere uno spirito di squadra.
alfonsina longobardi

l'intelligenza o le intelligenze - 0 views

In ricerche ormai famose, Gardner (1987) e Sternberg, (1997) hanno indagato la natura dell'intelligenza. Le loro teorie sono intese ad affermare la compresenza di più intelligenze, rompendo con l...

started by alfonsina longobardi on 12 Mar 13 no follow-up yet
alexaballarin

L'intelligenza emotiva secondo Daniel Goleman: una chiave per il successo! - COMPRENDER... - 0 views

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    autoconsapevolezza, autocontrollo ed empatia elementi per il successo.
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    Questo articolo della Dott.ssa Laura Caminiti propone una sintesi del costrutto di Intelligenza Emotiva formulato da Daniel Goleman, con cui va ad identificare quel tipo di intelligenza che ci permette di fare un corretto uso delle emozioni, portandoci così a poter raggiungere successi personali e professionali, ponendo l'accento sulla forza delle emozioni. Questo tipo di intelligenza si basa su tre abilità fondamentali: autoconsapevolezza, autocontrollo ed empatia. Questi aspetti si basano su due grandi competenze : la competenza personale e quella sociale. Ho trovato molto utile questo articolo perché spiega in maniera molto semplificata e chiara la teoria di Goleman.
Elena Elena1

L'intelligenza emotiva secondo Daniel Goleman: una chiave per il successo! - 8 views

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    Goleman va oltre la tesi di Gardner, vista nel corso, al quale rimprovera di essere rimasto troppo legato al modello di mente proprio delle scienze cognitive e di aver lasciato inesplorati due concetti: "la possibilità che l'intelligenza sia presente nelle emozioni e l'educabilità della stessa". E' fondamentale l'opportunità offerta all'infanzia, definita da Goleman "una finestra aperta" per modellare le inclinazioni emotive destinate a durare tutta la vita.
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    Si, Goleman riteiene che le capacità cognitive non soddisfano completamente l'individuo. Parla dell'esistenza di una intelligenza diversa da quella cognitiva classica basata su processi logici del pensiero. L'intelligenza emotiva di G.è una miscela equilibrata di motivazione, empatia, logica e autocontrollo, che consente, imparando a comprendere i propri sentimenti e quelli degli altri, di sviluppare una grande capacità di adattamento e di convogliare opportunamente le proprie emozioni, in modo da sfruttare i lati positivi di ogni situazione. Può essere definita come la "capacità di riconoscere i nostri sentimenti e quelli degli altri, di motivare noi stessi, e di gestire positivamente le nostre emozioni, tanto interiormente, quanto nelle relazioni sociali". Sono abilità complementari ma differenti dall'intelligenza, ossia da quelle capacità meramente cognitive rilevate dal Q.I., che rappresenta l'indice generale delle facoltà cognitive. Tra queste abilità complementari rientrano ad esempio la capacità di motivare se stessi e di continuare a perseguire un obiettivo nonostante le frustrazioni; la capacità di controllare gli impulsi e rimandare la gratificazione; la capacità di modulare i propri stati d'animo evitando che la sofferenza ci impedisca di pensare; la capacità di essere empatici e di sperare. Alcune ricerche hanno dimostrato che nei primi millisecondi della percezione decidiamo se l'oggetto percepito ci piace o no. Ciò è particolarmente importante in un contesto multimediale, dove l'effetto emotivo dell'immagine o del suono precede il contenuto testuale, o addirittura precede la decodifica cognitiva dell'immagine o del suono. La possibilità di utilizzare immagini, suoni o altri stimoli che possano "risuonare" nel nostro circuito emotivo facilita l'apprendimento testuale. Nell'epoca attuale, caratterizzata dalla possibilità di attivare contemporaneamente più circuiti neuronali in risposta alla multimedialità (vista,
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    Goleman identifica un particolare tipo di intelligenza: l'intelligenza emotiva che può costituire un fattore determinate per il successo personale e professionale. La capacità di comprendere e gestire meglio le proprie emozioni permette di affrontare meglio la vita e raggiungere più facilmente i nostri obiettivi.
EMANUELA PSICOTECNOLOGIE

natura dell'intelligenza - 3 views

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    io ho preso in esame un tipo specifico di intelligenza quella emotiva di GOLEMAN che vuole spiegare perchè persone molto intelligenti spesso falliscono in settori importanti della propria vita, succede questo secondo goleman perchè queste persone sono infelici ,mentre la nostra esistenza si fonda sulla separazione tra ragione ed emozione,goleman ci aiuta a capire che governando le attività del cuore ,esercitandole bene ,hanno una loro saggezza ,guidano i nostri pensieri i nostri valori e la nostra sopravvivenza quindi goleman aveva scoperto un nuovo tipo di intelligenza che si differiva finalmente da quella logica e geometrica.
Romina Mandolini

La Natura dell'Intelligenza - 3 views

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    In linea generale, possiamo definire l'intelligenza umana come quella facoltà che consente di conoscere la realtà in cui siamo immersi e di interagire con essa a diversi gradi e livelli. Sulla natura di questa la scienza non è ancora unanime, poiché sono troppi e complessi gli interrogativi che essa suscita. L'Intelligenza non è il risultato di un'analisi lineare della realtà, ma il prodotto di una pluralità di strategie cognitive che integrano più livelli di analisi, in funzione della complessità di ciò che ci troviamo a dover affrontare. Per riuscire in questo si serve del raziocinio, delle emozioni e di tutti quegli strumenti tipicamente animali, come memoria, impulso, sensazione, istinto, che questa combina per il raggiungimento dei suoi scopi, secondo schemi organizzati così complessi che ancor'oggi sfuggono a una costruzione teorica univoca. Gli studi sull'Intelligenza artificiale e i numerosi successi non hanno fatto altro che evidenziare ancora di più i divari sostanziali che permangono tra i processi cognitivi umani e quelli artificiali. Non è stato ancora possibile catturare l''intelligenza umana all'interno di un algoritmo, per la troppa complessità delle gerarchie di intrecci, dei fattori che vi concorrono. Tuttavia, questa complessità sotto altri aspetti ha aperto nuove possibilità, in quanto ha permesso ad alcuni studiosi di mostrare cosa l'intelligenza di certo "non era". I lavori di Howard Gardner, i suoi studi sull'intelligenza multipla e i contributi di Daniel Goleman con la sua intelligenza emotiva, hanno contrapposto all'idea riduzionista, meccanica e semplicistica dell'intelligenza, una rinnovata concezione che tenesse conto delle complesse interazioni tra mente e uomo, tra mente e mondo.
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    Alcune considerazioni conclusive: Daniel Goleman con i suoi studi sull'intelligenza emotiva: http://www.humantrainer.com/articoli/recensione-libro-intelligenza-emotiva.html Ha avuto il merito di aver portato all'attenzione del dibattito scientifico, la valenza delle emozioni in quanto strumenti di indagine della realtà individuale e sociale, ambito ritenuto esclusivo del raziocinio. Mostrandone il valore, ha fatto si che esse si trasformassero da agenti perturbanti del pensiero razionale, in un potente strumento di conoscenza. Howard Gardner con le sue teorizzazioni sull'intelligenza multipla: http://education.jhu.edu/PD/newhorizons/future/creating_the_future/crfut_gardner.cfm ha restituito una realtà molto più articolata, strutturata e organica, che nella sua concezione ha saputo conciliare unicità individuali, aspetti socio-culturali (contesto) e interazioni dei singoli. A questo proposito risultano molto interessanti le sue intuizioni su quella che lui chiama, Intelligenza distribuita, che ben si riallacciano alle teorizzazioni di De Kerckhove, sull'intelligenza connettiva e Levy sull'intelligenza collettiva: http://zope.unimc.it/elphd/Members/Emifor/Intelligenza%20connettiva.rtf Secondo questa concezione dell'intelligenza, nell'attività cognitiva individuale ogni idea ridefinisce conoscenze acquisite dal passato e nello stesso tempo apre prospettive inedite per il futuro, cui si connettono altri individui che a loro volta, rinnoveranno con i propri contributi, la rappresentazione che ci facciamo del mondo e della realtà. Questo processo di scoperta, di partecipazione collettiva, che non ha nulla a che fare con il collettivismo che come noto fa prevalere il gruppo sul singolo, può essere visto come l'Anima mundi dei filosofi platonici, ciò che in poche parole accomuna l'intera umanità attraverso il valore di ogni singola specificità.
francesco scarfo

la natura dell'intelligenza - 0 views

#intelligence

started by francesco scarfo on 07 Nov 12 no follow-up yet
Giovanni Finizio

Gardner: intelligenze multiple - 3 views

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    In questo PDF vengone descritte in maniera molto chiara e schematica le caratteristiche delle 8 intelligenze individuate da Gardner. Si tratta di diverse competenze intellettuali possedute da ogni essere umano a livelli differenti. Tutti possono sviluppare le diverse forme d'intelligenza, fino a raggiungere buoni livelli in ognuna di esse, purchè vi siano condizioni appropriate. Il pensiero di Gardner ha subito un'evoluzione nel tempo: originariamente le intelligenze erano 7, per poi passare ad 8, ed in tempi più recenti lo psicologo americano ha ipotizzato l'esistenza di un'ulteriore intelligenza (quella esistenziale). A questo punto la domanda che mi pongo è: l'utilizzo sempre più capillare e pervasivo delle nuove tecnologie, potrà portare alla nascita di un nuovo tipo d'intelligenza? Magari ora è difficile immaginarlo, ma io credo che lo stimolo intelletivo apportato dall'uso del computer e dalla costante connettività sul Web potrà aprire le porte a nuove potenzialità della mente umana.
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    Chiaro e comprensibile, grazie Giovanni. In effetti Gardner è stato importante, perchè ci ha reso consapevoli delle diverse forme di intelligenza, quando ne pensavamo una, come un capitale iniziale in possesso di ognuno fin dalla nascita, che però può essere modificato in relazione ad altre rappresentazioni. A Gardner si contrappone Goleman, il quale cerca di superare la tesi del primo, rimproverandogli un legame forte con il modello di mente, legato alle scienze cognitive, ma anche di aver trascurato la possibilità che l'intelligenza sia presente nelle emozioni, così come anche l'educabilità della stessa intelligenza. Goleman sostiene che per molto tempo il ruolo dei sentimenti e delle emozioni è stato trascurato. In situazioni in cui si affrontano compiti difficili, oltre all' intelletto, ci guidano anche le emozioni, per cui conoscere quest'ultime e dominarle, ma anche riconoscere quelle altrui e gestire le relazioni con gli altri, rappresenta la base per il successo e il benessere di ciascun individuo.
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    Buona spiegazione delle intelligenze di Gardner. A queste vorrei aggiungere anche "l'intelligenza emotiva" introdotta da Daniel Goleman, che è la conoscenza del sè, ovvero la competenza personale. Infatti per essere emotivamente intelligenti bisogna riconoscersi per quello che si è. Bisogna essere consapevoli di essere noi stessi (come sostenuto da Derrick De Kerckove) e naturalmente sentirsi sicuri di noi stessi.
Edyta Beata Klim

Intelligenza Emotiva: chi ha definito il costrutto? - 0 views

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    Vorrei segnalarvi questa tesi di laurea, che ho trovato mentre approfondivo il concetto di intelligenza emotiva, stimolata dalle colleghe qui in Diigo che hanno parlato di Goleman. Infatti dicevo nel commento all'altro articolo che ho scoperto che i veri fondatori di questo costrutto sono Salomon e Mayer, che lo hanno reso scientifico, sottoponibile a verifica empirica. Invece si attribuisce spesso il concetto a Goleman, che in realtà è un divulgatore e spesso lo banalizza. Penso che questo costrutto sia ricco di potenzialità, però per dirlo, occorre fare verifiche e ricerche, e un punto di partenza necessario sono concetti ben definiti e operazionalizzati. Onore ai due inventori ;)
Silvia Biavasco

Intelligenza emotiva: Goleman - 3 views

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    Un audio con un prezioso contributo di Intelligenza emotiva Incapacità di gestire le proprie emozioni. Non saper sostenere felicità, non felicità... Esprimere le emozioni negative?
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    Probabilmente internet e le nuove tecnologie non aiutano ad "allenare" questo tipo di intelligenza, che si affina soprattutto nei rapporti interpersonali. L'intelligenza emotiva è proprio la corretta "gestione" delle proprie emozioni e di quelle degli altri nell'ambito di relazioni interpersonali. In particolare, i nuovi strumenti comunicativi consento di schermare le emozioni e talvolta inducono a tralasciare l'aspetto "emotivo" mostrando un maggior individualismo...
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    Un ottimo contributo per approcciare dal punto di vista pratico, e quindi comprendere meglio le conoscenze teoriche acquisite, il tema dell'intelligenza emotiva. Si tratta di un vero e proprio manuale, ma applica al tema affrontato da De Kekrckhove nell'esplorazione delle diverse tipologie di intelligenza.
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    Veramente interessante ed esplicativo. in pochi minuti vengono riassunti i 5 segreti dell'intelligenza emotiva che si possono riassumere in 1) capacità di gestire le proprie emozioni negative; 2) capacità di essere tranquillo anche se sotto pressione; 3) capacità di leggere i segnali sociali (verbali e non verbali); 4) abilità di essere assertivo e di esprimere le emozioni negative quando necessario; 5) capacità di esprimere emozioni intime nelle relazioni personali. E' importante la riflessione su un individuo che può essere intelligente ma non emotivamente intelligente e questo gli può impedire di relazionarsi con gli altri.
alfonsina longobardi

le due menti - 1 views

"A tutti gli effetti abbiamo due menti, una che pensa, l'altra che sente. Queste due modalità della conoscenza, così fondamentalmente diverse, interagiscono per costruire la nostra vita mentale. ...

started by alfonsina longobardi on 12 Mar 13 no follow-up yet
rosa maria tafuri

COSA E' L'INTELLIGENZA? - 6 views

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    L'intelligenza può essere definita come un complesso di condizioni che hanno a che fare con la CONOSCENZA sui MECCANISMI DI ACQUISIZIONE di questa e sulle MODALITÀ DI APPLICAZIONE della stessa alla realtà.
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    Buon articolo da poter utilizzare come base di partenza per il nostro corso
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    In psicologia, il termine intelligenza è riferito alla capacità di acquisire conoscenze da utilizzare in situazioni nuove, adeguando (o modificando, quando necessario) le strategie individuali alle caratteristiche dei problemi, agli obiettivi perseguiti e ai risultati ottenuti. L'intelligenza può essere definita come la capacità di apprendimento e di comprensione, che si differenzia da ciò che viene comunemente chiamato intelletto in quanto comprende anche la capacità di affrontare situazioni concrete in modo efficace e di rielaborare le esperienze e gli stimoli esterni. L'intelligenza viene quindi descritta non come una particolare abilità, ma come una capacità generale dell'individuo di cogliere ed affrontare il mondo; una capacità globale che consente all'individuo di comprendere la realtà e di interagire con essa. L'intelligenza è, quindi, un'entità globale e multisfaccettata non singolarmente definibile. Infatti, una delle prime problematiche incontrate nello studio del concetto è stata proprio quella di formulare una definizione consensuale dell'oggetto di studio.
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    I contributi di Gadner e Sternberg inducono a ritenere che nell'intelligenza siano presenti aspetti personali e sociali. Intelligenza sociale: competenza con cui le persone affrontano i problemi della vita quotidiana. L'intelligenza sociale si riflette nell'abilità delle persone di perseguire i propri obiettivi adattando flessibilmente il proprio comportamento in modo da trarre il maggiore vantaggio dalle circostanze. Intelligenza emotiva: essa coincide con la capacità di comprendere le emozioni e i sentimenti propri e altrui e usare tali informazioni per guidare il proprio pensiero e le proprie azioni. Salovery ha individuato delle componenti dell'intelligenza emotiva: riconoscimento delle emozioni in se stessi e negli altri, regolazione delle emozioni proprie e degli altri, l'uso strategico delle emozioni per scopi connessi alla motivazione e alla soluzione dei problemi. Goleman ha individuato sette aspetti dell'intelligenza emotiva: autocoscienza, automotivazione, persistenza di fronte alle avversità, controllo degli impulsi, regolazione dell'umore, empatia, ottimismo. Le emozioni svolgono un ruolo dinamico nei processi di autoregolazione. Una difficoltà che si è riscontrata nello studio dell'intelligenza emotiva è relativa alla difficoltà di misurare l'intelligenza emotiva. Saggezza: Baltes sostiene che la saggezza coincide con una competenza cognitiva relativa a questioni riguardanti la pratica e il significato della vita quotidiana. Essa riguarda le conoscenze possedute sulle caratteristiche essenziali della natura umana e del suo sviluppo, le relazioni dell'individuo con il mondo sociale. Un individuo per essere saggio deve possedere sia le conoscenze, sia le strategie per metterle in pratica. le conoscenze si acquisiscono grazie all'esperienza. La saggezza sembra aumentare con l'età.
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    Pensare non è assolutamente un attività solitaria soprattutto con l'affermazione dell'era elettronica in cui INTER-LIGERE significava già collegare contenuti, ciò che oggi in Rete definiamo "Linking", ovvero legare insieme azioni separate. Si può affermare che il computer stimoli capacità già disponibili nella nostra mente, esternalizzando la nostra intelligenza ipertestuale; Rende visibili le nostre idee o progettazioni, le memorizza in documenti, ne permette la rielaborazione nel tempo e la condivisione con gli altri. Cosi dal pensiero individuale, la tecnologia ci ha condotto alla nuova intelligenza collettiva.
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    ...infatti, la nuova intelligenza collettiva, o "connettiva", così come sosteneva Pierre Levy. L'uso di Internet favorirebbe la nascita di questa nuova forma di intelligenza connettiva: la ricerca di informazioni, lo scambio di informazioni e la loro rielaborazione comune producono un risultato molto superiore alla loro semplice somma e danno vita a forme di conoscenza e stili di apprendimento diversi e del tutto nuovi.... I paradigmi dell'apprendimento aperto e dell'apprendimento cooperativo, che tratteremo in seguito, rientrano in questo concetto di intelligenza collettiva e nel modello di rete che è anche simbolo di una diversa organizzazione dell'attività umana, nel senso di una società più flessibile e decentrata.
Giuseppe Del Grosso

Intelligenza emotiva e e-learning - 2 views

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    Intelligenza emotiva e e-learning ShareIl coinvolgimento e la motivazione dei corsisti, anche di quelli più "difficili", interessati solo all'ottenimento del titolo rimane una delle problematiche che il progettista e-learning deve affrontare. (pubblicato originalmente su Idearium) PROGETTAZIONE E-LEARNING PER VALORIZZARE L'INTELLIGENZA EMOTIVA: STRATEGIE PER L'APPRENDIMENTO IN RETE di G. R. Mangione e C. Policaro Dallo schema narrativo … Per rendere conto dell'organizzazione di corsi per l'apprendimento in rete, è utile punto di partenza il confronto con la semiotica (Propp,1996) dal quale ricaviamo la definizione di "racconto" come sequenza di episodi formali interdefiniti, dotati di un senso, di una direzione[1] e ci domandiamo in che misura è possibile che l'articolazione dello schema narrativo caratterizzi anche un corso e-learning? La Morfologia della fiaba indica la ricorrenza di tre grandi prove: una prova qualificante nella quale il soggetto si rende competente, atto a fare, attraverso esami e riti di iniziazione; una prova decisiva nella quale il soggetto si realizza compiendo un certo numero di azioni; una prova glorificante nella quale il soggetto ottiene il riconoscimento di ciò che ha fatto, e di conseguenza di ciò che è. L'eroe vi si deve sottoporre (Floch, 1997), e dalla articolazione delle stesse prende forma una storia completa. Appare evidente una correlazione con un corso di formazione in rete. La prova qualificante ha l'obiettivo di qualificare il corsista, suggerendo un punto di partenza che rispecchi le sue conoscenze pregresse. La prova decisiva rappresenta il cuore della didattica on line che cerca di utilizzare al meglio le potenzialit? delle nuove tecnologie e coinvolgere l'utente mediante la partecipazione attiva all'interno del percorso formativo condiviso con altri utenti, sia attraverso uno storyboarding con intreccio narrativo in prima persona, sia attrave
Paola Biffi

mente razionale e mente emozionale - 2 views

"A tutti gli effetti abbiamo due menti, una che pensa, l'altra che sente. Queste due modalità della conoscenza, così fondamentalmente diverse, interagiscono per costruire la nostra vita mentale. La...

started by Paola Biffi on 16 Jul 13 no follow-up yet
paola corongiu

Intelligenza divergente e pensiero laterale - 2 views

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    Un video divertente, ma significativo, che ci fa riflettere sulla geniale intuizione di Edward De Bono: abbandonare il pensiero verticale e sviluppare la nuova creatività del pensiero laterale, fuori dagli schemi; utilizzare l' "intelligenza pratica e divergente". Non si tratta di nessuna delle 7 forme di intelligenza elencate da Gardner e nemmeno dell'intelligenza emotiva di Goleman, ma dell'intelligenza divergente, tipica dei creativi, di fondamentale importanza, a mio avviso, perchè, come diceva De Bono: "L'intelligenza è una potenzialità, il pensiero invece è un'abilità. E' per questo che abbiamo bisogno della creatività." Vi allego anche un link per leggere un aneddoto esemplificativo tratto dal libro di De Bono "Il pensiero laterale" : http://www.riflessioni.it/semplici_curiosi/pensiero-verticale-laterale.htm
gmirabelli

LA NATURA DELL'INTELLIGENZA - 0 views

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    Molte teorie si sono susseguite ed ancora si susseguono nel tentativo di comprendere il complesso fenomeno dell'intelligenza. Dallo psicologo tedesco William Stern conia il termine I.Q. fino ad arrivare alla metà degli anni '90 con Goleman che introduce il concetto di Intelligenza Emotiva. L'intelligenza non è unica, le sue manifestazioni sono molteplici, non bisogna infine dimenticare che un individuo, in base al criterio dell'utilità sociale, è intelligente solo se le manifestazioni del suo modo di essere sono riconosciute e valorizzate dalla cultura d'appartenenza. Anche dal mio punto di vista l'intelligenza è indefinibile.
nunzianazzano

7 tipi di intelligenza secondo Gardner - 16 views

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    Partendo dalle sette forme di intelligenza individuate da Howard Gardener, possedute da ciascuno in modo qualitativamente diverso, mi sembra adeguato distinguere ulteriormente, all'interno di queste categortie, l'intelligenza di tipo culture free e culture fair: è la nostra natura individuale a renderci intelligenti o la cultura, che abbiamo appreso durante la nostra interazione con l'ambiente sociale e virtuale, in cui viviamo? Vari test di intelligenza misurano sia le varie sfacettature dell'intelligenza, spaziale, logico-matematica..., sia le influenze o meno del fattore culturale, formulando infine un punteggio globale, che renda conto delle varie performance. L'intelligenza è pertanto una combinazione di abilità naturali e apprese per la sopravvivenza, la riproduzione e il progresso. Al giorno d'oggi stabilire se si è più o meno intelligenti, sembrerebbe valutabile in base al conto in banca, in realtà a mio parere l'intelligenza di una persona sta nella libertà di poter gestire il proprio tempo: essere liberi di, avere il tempo per, è ciò che ci consente di pensare e riflettere non solo fra noi stessi ma estendendo il nostro pensiero al computer, strumento estremamente potenziante dell'intelligenza umana. In conclusione grazie a Internet dovremmo rivedere il concetto di natura dell'intelligemza. in quanto oltre alle caratteristiche individuate da Gardner ad esempio e dai fattori naturali e culturali, si è aggiunta quella interattiva con il computer e gli altri utenti, abbiamo unito la nostra mente alla CPU e a quelle degli altri utenti.
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    Howard Gardner è un professore di pedagogia e psicologia all' Università di Harvard noto a livello mondiale per la sua "teoria sulle intelligenze multiple". Assunto fondamentale dei suoi studi è l'esistenza, infatti, di sette intelligenze diverse e relativamente indipendenti tra di loro intese dall'autore come moduli mentali distinti ed interagenti. Queste intelligenze sono raggruppate nell'elenco sottostante nel quale sono specificate anche le relative attività umane specifiche per ogni tipologia: 1) INTELLIGENZA LINGUISTICA usata nel leggere libri, scrivere testi, comprendere parole parlate; 2) INTELLIGENZA LOGICO-MATEMATICA usata nella soluzione di problemi matematici e nel ragionamento logico; 3) INTELLIGENZA SPAZIALE usata nello spostarsi da un posto all'altro, nel leggere le cartine, nel disporre le valige nel portabagagli di una macchina in modo che occupino meno spazio possibile; 4) INTELLIGENZA MUSICALE usata nel cantare una canzone, nel comporre una sonata, nel suonare la tromba o semplicemente nell'apprezzare la struttura di un brano musicale; 5) INTELLIGENZA CORPOREO-CINESTESICA usata nel ballare, nel giocare a pallacanestro, nel correre i 100 metri o nel lancio del giavellotto; 6) INTELLIGENZA INTERPERSONALE usata nel relazionarsi ad altre persone, nel comprenderne il comportamento, le motivazioni o le emozioni; 7) INTELLIGENZA INTRAPERSONALE usata nel capire se stessi, chi siamo, che cosa ci fa essere come siamo, come cambiamo nel tempo.
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    interessante teorizzazione di Gardner sulle intelligenze multiple con le quali sostituiva la concezione classica di intelligenza come unica e misurabile attraverso test standardizzati.
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    In un mondo in cui sempre di più il "diverso" è bello e arricchisce credo che sarebbe importante, soprattutto nelle scuole, rendere questa diversificazione delle intelligenze patrimonio culturale condiviso cosicché ciascuno di noi possa rispecchiarsi nell'intelligenza che meglio lo rappresenta e riconoscere il proprio valore
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    Oltre a Gardner, parlando del tema dell'intelligenza, credo sia giusto citare anche Daniel Goleman che parla di intelligenza emotiva. Derrick de Kerckhove usa invece un nuovo termine e parla di intelligenza connettiva. Come suggerisce il termine stesso,mira alla connessione, alla messa in relazione delle intelligenze, e sottolinea il "rapporto" che esse intrattengono. Credo fortemente che questa intelligenza connettiva possa favorire l'apprendimento emotivo.
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    Sicuramente interessante e poco presente nell'istruzione scolastica del nuovo millennio il concetto di intelligenza multipla. Perché studenti adolescenti che si trovano quindi in una tappa evolutiva importante e molto delicata, dopo tanto impegno ma scarsi risultati , viene permesso di arrivare a pensare di non avere le capacità necessarie e "normali" per quella età, facendo paragoni con i compagni di classe e andando ad indebolire la propria autostima e autoefficacia percepita.. magari soltanto perché non eccellenti in compiti di matematica e logica. Leggendo anche gli altri commenti dei colleghi, ho ricordato un ragazzo di 12 anni che ho conosciuto tempo fa e che ricordo sempre sminuire e dare poca importanza ai buoni voti ottenuti ai compiti di scienze e arte, materie che lo appassionavano, poiché per quanto riguardava matematica non riusciva ad ottenere una sufficienza, nonostante i tanti sforzi e lezioni di ripetizione privata. Certamente ogni studente avrà le proprie preferenze in ambito di studio scolastico, e materie in cui riscontrano più difficoltà, ma credo che questo non debba portare ad una diminuzione dell'autostima e della percezione e consapevolezza delle proprie capacità. A tal proposito ritengo che sia molto importante divulgare a scuola insegnamenti come quello di Gardner, proprio perché come ha precedentemente scritto una collega, in questo modo ogni ragazzo potrebbe rispecchiarsi nell'intelligenza che meglio lo rappresenta, riconoscere le proprie capacità, aumentare la propria autostima e di riflesso crescerebbe anche la motivazione e la voglia di riuscita in quelli che sono ambiti dove presentano maggiori lacune.
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    Purtroppo solo chi intraprende un certo tipo di studi viene a conoscenza di questa teoria. In questo modo molte persone non vengono valorizzate e vengono scartate dal mondo socioculturale in cui viviamo. Ogni sistema educativo e diverso nel suo modo, e quasi tutti hanno aspetti negativi a riguardo. Ad esempio negli Stati Uniti d´America l´intelligenza cinestetica o sportiva é altamente valorizzata ma sempre in base al sistema capitalistico in cui viviamo.
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