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Home/ Psicotecnologie e Processi Formativi - Uninettuno/ Group items tagged teorie

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Graziella Fiorini

L'intelligenza - 4 views

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    Una definizione unica e oggettiva di intelligenza non è certo facile. Non a caso i test per la misurazione del Q.I. (Quoziente Intellettivo) sono stati fortemente ridimensionati dalla semplice considerazione che è possibile definire diversi tipi di intelligenza.
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    Per quanto l'intelligenza sia stata a lungo studiata da una moltitudine di ricercatori, si è ancora lontani dall'aver raggiunto un consenso unanime su una definizione capace di fissarne le caratteristiche di maggior rilievo. Senza pretendere di dire l'ultima parola in merito, si può comunque affermare che l'intelligenza, in un'ottica evoluzionistica, intesa come strumento che migliora l'adattamento all'ambiente, è in primo luogo la capacità di risolvere nuovi problemi, oppure di risolvere vecchi problemi in maniera innovativa. L'intelligenza è anche implicata nello stabilire nuovi nessi o rapporti tra due o più elementi, come pure nel rilevare contrasti o relazioni problematiche tra essi. Tali operazioni non sono strettamente limitate al momento presente o a un passato più o meno lontano, ma possono riguardare anche situazioni che non si sono ancora realizzate e perfino situazioni ipotetiche che potrebbero non verificarsi mai. L'elemento novità sembra essere comunque un requisito comune affinché si possa parlare di un effettivo utilizzo di facoltà intelligenti. Infatti, la semplice applicazione di regole o algoritmi per portare meccanicamente a termine compiti o per risolvere problemi già affrontati con successo in passato non si considera, in genere, un'attività intelligente. Questo aspetto costituisce una distinzione fondamentale da far valere nei confronti di coloro che ritengono le doti intellettive umane interamente riducibili a operazioni computazionali. La cosiddetta Intelligenza Artificiale si propone di emulare le capacità del nostro cervello (quindi anche l'intelligenza) mediante la semplice esecuzione di operazioni sulla base di procedure e regole per la manipolazione di simboli. Essendo esse predefinite, ossia fornite prima che l'elaboratore elettronico svolga il compito assegnato, non possono avere nulla di realmente innovativo. Forse l'aspetto distintivo dell'intelligenza umana rispetto alle capacità di calcolo dei computer st
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    Questo contributo mi sembra che rispetto ai contenuti del corso non sia adeguato nel senso che non parla del concetto di mente-elaboratore, il nuovo connubio che porta la nostra mente all'esterno del nostro corpo e connettendola con il computer la amplia di tutte quelle potenzialità da esso derivanti: c'è una nuova forma di intelligenza, interattiva e potenzialmente illimitata. Inoltre è corretto nei contenuti proposti a proposito delle considerazioni iniziali sulle variee definizioni di intelligenza del passato. Il testo si interrompe, lasciando intendere la riflessione finale che sottolinea la diversità tra mente e CPU del computer, ma a mio avviso non si deve parlare tanto di differenza ma piuttosto di intelligenza potenzialmente illimitata, derivante dall'interazione tra uomo e computer.
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    Il tema del Q.I. è ormai superato da tempo. Almeno da quando lo psicologo statunitense Howard Gardner ha distinto ben 9 tipi di intelligenza. Voglio citarne solo una che ci riguarda più da vicino, l'intelligenza interpersonale che relativa alla capacità di comprendere gli altri, le loro esigenze, le paure, i desideri nascosti, di creare situazioni sociali favorevoli e di promuovere modelli sociali e personali vantaggiosi. Questo tipo di intelligenza a mio parere riguarda non solo i singoli ma anche le collettività. Con i sistemi complessi basati sulla fiducia e il rischio, sempre più fondamentale diventa questo tipo di intelligenza inviestigata da Pierre Levy in questa bella conferenza sul dibattito intelligenza collettiva e intelligenza connettiva nell'impresa e nell'insegnamento. http://www.youtube.com/watch?v=0yl9Fjf1_OE
alfonsina longobardi

intelligenza - 0 views

PENSIERO E INTELLIGENZA Definzione e teorie implicite L'intelligenza è, probabilmente, il concetto psicologico più difficile da definire. L'intelligenza sembra essere un fattore che coinvolge più ...

started by alfonsina longobardi on 12 Mar 13 no follow-up yet
alfonsina longobardi

LA PROGETTAZIONE DI AMBIENTI COLLABORATIVI DI APPRENDIMENTO - 0 views

Il risultato di qualsiasi attività sistematica di progettazone è un piano o uno scenario che definisce il formato,il conentuo e la struttura dell'ambiente,i sistemi di erogazione e di implementazio...

started by alfonsina longobardi on 12 Mar 13 no follow-up yet
Marco Tambara

L'intelligenza e la sua natura. - 13 views

Gli studi di Miceli e Gangemi e si riallacciano ad un dibattito che continua da anni. Segnalo il testo, delle stesse autrici, "L'intelligenza. Teorie e modelli". Il volume offre al lettore una rass...

#Intelligence

Barbara De Sieno

L'Apprendimento Collaborativo in rete nell'esperienza del Nettuno - 10 views

    • Barbara De Sieno
       
      Riporto uno dei lavori scritti dal ns. rettore sul'argomento dell'apprendimento collaborativo in cui vengono riportate sinteticamente alcune delle teorie più significative sul valore psicopedagogico dell' apprendimento collaborativo. Teorie nate prima dello sviluppo delle reti telematiche e che oggi sono facilmente applicabili anche per realizzazione di processi di apprendimento collaborativo in rete ed esposto il modello didattico del NETTUNO. Buona lettura.
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    Negli ultimi anni, l'applicazione delle tecnologie telematiche nell'insegnamento a distanza ha permesso di realizzare processi di apprendimento collaborativo, dando luogo a modelli di insegnamento/apprendimento caratterizzati essenzialmente da: Comunicazione bidirezionale e interattività; Libero scambio di informazioni; Circolazione di idee in maniera sincrona e asincrona.
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    Collaborative learning Ho trovato molto interessante e con pieno riscontro oggettivo, la relazione della Prof.ssa Garito, circa "l'Apprendimento Collaborativo". La mia condizione di lavoratore full-time e la mia età (53 anni), non facevano pensare che potessi riprendere gli studi universitari così impegnativi, non solo per le ore da dedicare ai libri, ma soprattutto per il tempo necessario per frequentare le lezioni in Facoltà. Ma il mio desiderio di completarmi culturalmente, mi spinse ad iniziare nel 2010 l'avventura dell'università tradizionale, mettendo in preventivo un percorso di studio molto più lungo dei tre anni previsti. La pur scarsa frequentazione l'ho svolta utilizzando giorni di ferie con disappunto della mia famiglia, gli incontri con i docenti sempre molto sofferti per il tempo risicato sottratto alla mia pausa pranzo, difficoltà di raggiungere la facoltà per traffico e posto macchina, lo studio procedeva con "navigazione a vista", senza ben sapere cosa studiare e ciò che si doveva approfondire. Ebbi però la soddisfazione di superare un esame e un esonero, ma sentivo il peso di troppa sovrapposizione di impegno lavorativo, famigliare e di studio. Dopo qualche mese ebbi l'occasione dalla mia azienda di iscrivermi all'università Uninettuno, onestamente mi spaventava l'idea di non avere un contatto diretto con i docenti, i tutor, la segreteria e i miei compagni di studio. Dopo qualche giorno di esplorazione del sito, dei servizi a disposizione, della struttura organizzativa mi resi conto che Uninettuno mi offriva la possibilità di studiare comodamente, di ottimizzare i tempi della mia giornata e quindi non sottrarre granché ai miei famigliari, finalmente potevo studiare con la tranquillità di organizzare senza affanni la mia scaletta per prepararmi agli esami. La più grande comodità è data dalla possibilità della formazione in modalità diacronica, poter usufruire delle lezioni quando e da dove si vuole, infatti io
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    Anche per me è stato illuminante l'incontro con Uninettuno quando me mi fu segnalata dalla mia scuola di counseling. Era già da alcuni anni che maturavo il desiderio di approfondire lo studio della psicologia oltre a ciò che avevo imparato nella formazione in counseling e nelle altre formazioni in tecniche psico-corporee che da anni propongo. Quella della psicologia scientifica rimaneva però soltanto una passione perchè non ritenevo possibile affrontare un impegno simile da adulto e lavoratore. Le materie mi attiravano così tanto che tutti gli anni cercavo di frequentare da auditore un pò di lezioni e corsi presso la facoltà di Genova, in particolare ricordo con piacere il laboratorio a tecniche attive di role play. Quindi quando presi visione della proposta Uninettuno non ci pensai due volte ad iscrivermi subito e non mi sono affatto pentito visto che sono arrivato all'ultimo anno riuscendo a conciliare senza particolare sforzo studio, vita privata e lavoro, grazie soprattutto alla possibilità di seguire le videolezioni ad orario libero e quindi in modalità diacronica. Quindi ringrazio e mi complimento anche io con Prof.ssa Garito per questo progetto di grande utilità sociale.
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    Uninettuno- l'università adatta ai miei ritmi e alla mancanza di tempo , ma ciò non vuol dire meno impegnativa,anzi, visto le richieste dei tutor esigenti per l'ammissione agli esami, direi che questa università mi fa sudare ! Ma va bene così ! Mi piace ! Mi affianco ai ringraziamenti di Riccardo: grazie !
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    Sicuramente è stata un innovazione molto utile nel senso che grazie alla nuova piattaforma telematica si è messo in campo un nuovo approccio pedagogico e questo ha dei vantaggi non indifferenti, seguire le università in maniera telematica é molto utile perché ci si può organizzare lo studio come meglio si crede e in più possiamo apportare dei contributi creando così un apprendimento collaborativo in rete, dando un'informazione e ricevendone un'altra da altri utenti.
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    In effetti,è da eliminare il luogo comune secondo cui chi frequenta a distanza possa studiare poco e sostenere esami relativamente semplici. In molte telematiche è possibile ricevere una didattica di qualità che non ha nulla da invidiare ad atenei prestigiosi. Non è un caso, inoltre, che al giorno d'oggi quasi tutte le università tradizionali ricorrano a spazi online legati allo specifico corso dove i docenti caricano slides proiettate a lezioni o dispense digitali. Inoltre buona parte di queste stesse università si affida al e-learning per lo svolgimento di master e corsi di perfezionamento.
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    Nel testo viene fatto riferimento alle teorie costruttiviste che mettono in evidenza l'importanza, per l'apprendimento a distanza attraverso le reti telematiche, della creazione di ambienti che rendano possibile l'apprendimento stesso in forma collaborativa ed attiva. Particolare attenzione va rivolta al contesto, che deve essere simile alle situazioni reali e rendere agevole, attraente e coinvolgente la partecipazione, alla costruzione, che deve permettere la creazione di spazi idonei per comunicare e riflettere, alla collaborazione, che diviene uno strumento per l'apprendimento grazie proprio allo scambio e confronto di informazioni e opinioni ed al loro approfondimento, ed alla conversazione, fondamentale per l'elaborazione del significato. I sistemi telematici offrono la possibilità di agire in modalità sincronica, mettendo in contatto nello stesso momento i partecipanti, o diacronica offrendo, in qualunque momento ed ovunque sia tecnicamente possibile, l'accesso per lo sviluppo del processo di apprendimento in base ai propri tempi ed alle proprie esigenze. Ne è un esempio il modello didattico di Uninettuno.
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    buonasera, sono lavoratrice full time , ho una famiglia e sono già laureata in matematica alla Sapienza di Roma.Si è parlato fino ad ora degli aspetti positivi delle Uniiversità telematiche , ma ci sono anche aspetti negativi . Per me non è stato facile adattarmi al metodo dell'Università telematica. Se da una parte, posso ascoltare le lezioni quando e dove desidero, dall'altra non ho un rapporto diretto imminente con il docente mentre spiega . Mi manca l'avere la possibilità di chiarire eventuali dubbi nell'imminente , cioè mentre si ascolta la lezione. Mi manca il socializzare direttamente con le persone che seguono il tuo stesso corso . Mentre nell' Università la Sapienza, ho conosciuto persone che sono diventati i miei compagni di studio , in questa Università telematica ti senti sola . Non si ha modo di poter creare un gruppo di studio a meno che tu non conosca già le persone prima di segnarti all'Università telematica
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    L'applicazione delle tecnologie nell'insegnamento ha reso possibile l'apprendimento a distanza che anni fa era impensabile, cosí come la possibilitá di apprendere in modo collaborativo e comunicare in modo estremamente efficiente. In questo sicuramente la tecnologia ha portato un grande miglioramento danto possibilitá anche a chi non poteva spostarsi.
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    Credo che le tecnologie al giorno d'oggi siano uno degli strumenti più potenti per educare, informare ed apprendere. Esse hanno dato la possibilità di istruirsi e formarsi anche a chi magari prima faticava. Lo si può fare seguendo i propri ritmi, il proprio metodo, trovandosi in diverse aree geografiche, vivendo diverse condizioni lavorative e familiari. Se dovessi riassumere le caratteristiche che più ritengo importanti di una piattaforma di apprendimento telematico, come lo è l'università Uninettuno, direi: libertà di organizzazione, sostegno tra colleghi, ampia disponibilità di contenuti.
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    Il modello di apprendimento collaborativo e a distanza di Uninettuno offre la possibilità di studiare usando canali diversi dalle università di impostazione classica, mi ha dato la possibilità a quasi 50 anni di re introdurmi nello studio. Una modalità completamente diversa. Una riflessione che faccio è che la scelta di iscrivermi ad una università telematica è avvenuta anche dopo una esperienza tramite corsi online gratuiti di EduOpen (corsi MOOC), è un progetto creato da un network di università italiane, e forse non solo, per la diffusione della conoscenza, con una facile accessibilità ad un percorso di tuo interesse. Questa scoperta dei MOOC mi ha predisposto cognitivamente ad intraprendere un percorso più strutturato come quello offerto da Uninettuno, che fra l'altro è stata pioniera di questo tipo di modalità di apprendimento. Lo spunto di riflessione è che la scelta di iscrivermi ad Uninettuno è stata postuma ad un mio "training" e utilizzo della tecnologia che mi ha dato sicurezza nelle mie capacità di apprendimento, capacità di saper usare strumenti e apparati diversi dai libri. Molte persone over 50 non accedono a questo tipo di modalità di studio, non per incapacità, ma per senso di inadeguatezza, manca un senso di auto efficacia nell'uso del web come strumento di apprendimento. Nel mio piccolo cerco di sostenere la divulgazione di nuove metodologie di studio quando incontro persone che vorrebbero riprendere gli studi anche in età avanzata, e sento delle resistenze dovute a paura di sentirsi inadeguati. Inoltre il modello di apprendimento collaborativo è di grande aiuto e sostegno proprio a persone che sentono di dover affrontare una sfida che non è solo determinata dai contenuti della materia ma dalla modalità. Il messaggio che offro è " Non sarete soli". L'assenza di competitività all'interno dei gruppi di studio di Uninettuno, il sostegno reciproco, per come uno può' e nella misura in cui lo può dare, è fonda
alfonsina longobardi

intelligenza - 0 views

started by alfonsina longobardi on 02 Mar 13 no follow-up yet
Giuseppe Del Grosso

Intelligenza emotiva e e-learning - 2 views

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    Intelligenza emotiva e e-learning ShareIl coinvolgimento e la motivazione dei corsisti, anche di quelli più "difficili", interessati solo all'ottenimento del titolo rimane una delle problematiche che il progettista e-learning deve affrontare. (pubblicato originalmente su Idearium) PROGETTAZIONE E-LEARNING PER VALORIZZARE L'INTELLIGENZA EMOTIVA: STRATEGIE PER L'APPRENDIMENTO IN RETE di G. R. Mangione e C. Policaro Dallo schema narrativo … Per rendere conto dell'organizzazione di corsi per l'apprendimento in rete, è utile punto di partenza il confronto con la semiotica (Propp,1996) dal quale ricaviamo la definizione di "racconto" come sequenza di episodi formali interdefiniti, dotati di un senso, di una direzione[1] e ci domandiamo in che misura è possibile che l'articolazione dello schema narrativo caratterizzi anche un corso e-learning? La Morfologia della fiaba indica la ricorrenza di tre grandi prove: una prova qualificante nella quale il soggetto si rende competente, atto a fare, attraverso esami e riti di iniziazione; una prova decisiva nella quale il soggetto si realizza compiendo un certo numero di azioni; una prova glorificante nella quale il soggetto ottiene il riconoscimento di ciò che ha fatto, e di conseguenza di ciò che è. L'eroe vi si deve sottoporre (Floch, 1997), e dalla articolazione delle stesse prende forma una storia completa. Appare evidente una correlazione con un corso di formazione in rete. La prova qualificante ha l'obiettivo di qualificare il corsista, suggerendo un punto di partenza che rispecchi le sue conoscenze pregresse. La prova decisiva rappresenta il cuore della didattica on line che cerca di utilizzare al meglio le potenzialit? delle nuove tecnologie e coinvolgere l'utente mediante la partecipazione attiva all'interno del percorso formativo condiviso con altri utenti, sia attraverso uno storyboarding con intreccio narrativo in prima persona, sia attrave
federica rossi

L'ergonomia cognitiva - 5 views

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    L'ergonomia cognitiva ha come oggetto di studio l'interazione tra il sistema cognitivo umano e gli strumenti per l'elaborazione di informazione. La conoscenza prodotta da questo studio è utilizzata per supportare la progettazione di strumenti appropriati per i più svariati usi, dal lavoro, all'educazione, al divertimento.
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    Utile il pdf, un po' lungo ma chiaro ed esaustivo, mi permetto una piccola sintesi: all'inizio l'ergonomia, in linea con lo sviluppo industriale, si è occupata di come incrementare la produttività; oggi ciò di cui si interessa è la diminuzione della fatica, l'agevolazione del lavoro, l'aumento della produttività (a fronte di una diminuzione dell'orario di lavoro) e soprattutto l'innalzamento del livello qualitativo dell'ambiente (lavorativo e non) in cui l'uomo è inserito. Ha come oggetto di studio l'interazione tra il sistema cognitivo umano e gli strumenti per l'elaborazione dell'informazione. Si occupa di accompagnare, favorire e supportare l'apprendimento, aiutando l'uomo nei continui cambiamenti, al fine di farlo svincolare dalle abitudini, che a volte possono diventare automatismi nocivi, provocando situazioni stressanti. E' importante anche nei processi decisionali, compito non facile per la persona, perchè la scelta viene sempre effettuata considerando una moltitudine di dati, per cui è necessario ridurre, per ottenere le informazioni necessarie al momento opportuno. L'ergonomia cognitiva, aiuta anche a potenziare la memoria, favorendo il ricordo. I continui cambiamenti nel mondo del lavoro, non consentono più di accumulare forti esperienze, da utilizzare al momento opportuno, per cui sono necessari artefatti per sostenere la memoria, come gli archivi del computer, le fonti di informazione che si possono consultare, ecc.
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    L'ergonomia cognitiva è quella branca dell'ergonomia che si occupa dell'interazione tra l'uomo e gli strumenti per l'elaborazione di informazione studiando i processi cognitivi coinvolti (percezione, attenzione, memoria, pensiero, linguaggio, emozioni), e suggerendo delle soluzioni per migliorare tali strumenti.
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    Il termine "Ergonomia Cognitiva" è abbastanza ambiguo. Infatti sembra far riferimento esclusivamente all'importanza degli stati corporei per comprendere la cognizione. In realtà, in questo ambito rientrano anche ricercatori che ritengono che per comprendere la cognizione occorra far riferimento a varie forme di "grounding". Secondo alcuni più appropriato, anche se più generico, il termine "grounded cognition". Scrive Larry Barsalou (2008) in proposito: "Grounded cognition" reflects the assumption that cognition is typically grounded in multiple ways, including simulations, situated action, and, on occasion, bodily states." Tra i sostenitori dell'EC a mio avviso si possono individuare due correnti, una delle quali più moderata per quanto riguarda il ruolo che ascrive all'azione. Nella prospettiva più radicale rientrano le teorie derivate dalle scoperte dei neuroni mirror e, direi, tutto (o buona parte) il filone dell'EC in ambito robotico (es. Nolfi e Floreano 2000). Per quanto riguarda i concetti, nella versione più radicale (Glenberg, 1997) sono intesi come pattern di azione potenziale, in quella più moderata (Barsalou, 1999) come dati da simboli percettivi da cui estrarre in funzione del contesto informazione legata all'azione. Intendere i concetti come direttamente legati all'azione consente risposte più veloci, intenderli come dati da simboli percettivi risposte più flessibili (per una trattazione più estesa Borghi, 2005, scaricabile qui http://laral.istc.cnr.it/borghi/annabgroundingofcognition.PDF). 4. tra embodiment e situatedness. In stretta relazione con l'idea dell'EC, è stato proposto che la cognizione vada intesa come "situata". Poiché i processi mentali hanno luogo e si svolgono nel tempo, occorre considerare che debbono essere sufficientemente flessibili da adattarsi al contesto e allo stato di cose attuale. A me pare che la nozione di cognizione situata possa essere molto forte, anche più radicale di
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    Studio molto interessante sull'interazione tra il sistema cognitivo umano e gli strumenti per l'elaborazione di informazione e che solleva le seguenti domande: * Quali sono le proprietà del sistema cognitivo umano che presiedono al controllo delle azioni ed all'uso di strumenti? * Che tipo di interazione si instaura tra il sistema umano di elaborazione dell'informazione e gli strumenti e che effetti ha sulla mente umana l'uso di sistemi artificiali di elaborazione dell'informazione ? * Quali sono i requisiti per la progettazione di sistemi articifiali di elaborazione dell'informazione con cui l'uomo può interagire efficacemente
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    Secondo la definizione fornita dalla International Ergonomics Association, l'ergonomia è la disciplina scientifica che si occupa dell'interazione tra l'individuo e gli altri elementi di un sistema e l'ergonomo è il professionista che applica teorie, principi, dati e metodi di progettazione al fine di ottimizzare il benessere dell'individuo e la prestazione dell'intero sistema. Con l'espressione "ergonomia cognitiva" viene posto l'accento sugli aspetti cognitivi di questa interazione, vale a dire il modo in cui l'utente di una tecnologia percepisce, presta attenzione, decide e programma le sue azioni al fine di raggiungere un obiettivo. Naturalmente, la progettazione di dispositivi tecnologici non può prescindere dall'analisi di questi processi. Le conoscenze sviluppate nell'ambito dell'ergonomia cognitiva consentono, difatti, di sviluppare sistemi usabili, in grado di ridurre il carico di lavoro imposto all'utente e la probabilità di commettere errori. Il volume affronta le tematiche tipicamente oggetto di studio degli ergonomi di formazione cognitiva, approfondendo sia gli aspetti teorici sia quelli procedurali.
ornella corrado

"I meridionali sono meno intelligenti" - Corriere della Sera - 4 views

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    Richard Lynn, docente emerito di psicologia all'università dell'Ulster a Coleraine, in Irlanda del Nord, è famoso per le sue teorie a dir poco provocatorie.Su " Intelligence " ha pubblicato un articolo dal titolo: «In Italy, north-south differences in IQ predict differences in income, education, infant mortality, stature and literacy» («Le differenze nel QI tra nord e sud Italia corrispondono a differenze nel reddito, educazione, mortalità infantile, statura e alfabetizzazione»)
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    Commento da meridianale!!!!!! C'è da essere allibiti quando si sentono simili dichiarazioni, si può subito cadere nella tentazione di vedere tutto in chiave razzista ma non è così. Bisogna guardare le cose con logica questo signore che si dice un docente emerito è in realtà un emerito "ignorante del suo campo" e questo lo scrive uno che ha appena la terza media, ma che sà benissimo cosa è il metodo scientifico. Uno il signor Coleraine ha messo in evidenza che ad eguali redditi corrisponde un q.i. più basso ma lui ha riprodotto eguali condizioni socio-ambientali per tutti i campioni su cui ha basato la sua analisi? Sicuramente no , se lo avesse fatto avrebbe dovuto considerare che in sicilia la ventata innovativa della rivoluzione francese non è arrivata, che pur moderna ha una società di tipo medievale, organizzata in caste dove la meritocrazia non fà emergere le sue migliori intelligenze, che non ha servizi che diano a tutti pari opportunità, che chi ha un posto ad alto reddito in Sicilia con le dovute eccezioni non è chi lo merita, ma chi è introdotto nell'ambiente che conta per famiglia, conoscenza o altro. Avrebbe dovuto considerare che all'estero e fuori dalla Sicilia dove i Siciliani hanno avuto pari e favorevoli opportunità hanno molte volte primeggiato sugli altri, anzi se andiamo a guardare con percentuali superiori alla media degli altri popoli. Per quanto riguarda il suo razzismo , io sono orgoglioso di ogni parte della mia identità genetica, sia araba, che fenicia, che normanna, che latina, e non voglio scendere alle sue bassezze ma come dovrei considerare lui e la sua gente che si è ammazzata in modo incivile per futili motivi religiosi, forse dovremmo considerare lui e i suoi dei portatori di handicap?
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    a parte le facili critiche, tali teorie si smontano con l'approccio scientifico. sicuramente saranno basate su metodologie a dir poco ortodosse. sarebbe inoltre interessante capire quanti degli esaminati al nord erano effettivamente del nord e non magari meridionali, dal sangue meridionale e solamente trapiantati al nord. magari la teoria si trasformerebbe che in "e' l'aria del nord che rende piu' intelligenti".
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    I test intellettivi sono tarati su individui che appartengono alla classe media e alla razza bianca. Questo significa che persone di basso ceto o di razza nera ottengono mediamente QI più bassi, anche se la loro intelligenza non è affatto inferiore. E' un limite dei test, non della gente. Le capacità che misurano riguardano fatti o abilità che si imparano in alcuni ambienti culturali. In ambienti diversi, si apprende altro. Perciò, un test psicometrico non misura quanto sei intelligente, ma quanto fai parte di una determinata cultura. Qualunque studente di psicologia lo sa ma al Prof. Lynn, che insegna proprio questa materia, nessuno lo ha ancora spiegato. Emerito Prof! Stai attento che al prossimo esame i suoi stessi allievi saranno costretti a bocciarla! . . . . . . Benvenuto al SUD (Salerno).
ANNALISA PASCUCCI

APPLICAZIONE SCIENZE COMPORTAMENTALI DIDATTICA Secondo lo psicologo SKINNER:M... - 3 views

Tecnologie didattiche e tecnologie per la didattica Definire che cosa si intende con il termine "tecnologie didattiche" non è affatto semplice, come potrebbe dapprincipio sembrare (particolarmente...

APPLICAZIONI DIDATTICA SKINNER NUOVE TECNOLOGIE

started by ANNALISA PASCUCCI on 21 Jun 13 no follow-up yet
gmirabelli

LA NATURA DELL'INTELLIGENZA - 0 views

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    Molte teorie si sono susseguite ed ancora si susseguono nel tentativo di comprendere il complesso fenomeno dell'intelligenza. Dallo psicologo tedesco William Stern conia il termine I.Q. fino ad arrivare alla metà degli anni '90 con Goleman che introduce il concetto di Intelligenza Emotiva. L'intelligenza non è unica, le sue manifestazioni sono molteplici, non bisogna infine dimenticare che un individuo, in base al criterio dell'utilità sociale, è intelligente solo se le manifestazioni del suo modo di essere sono riconosciute e valorizzate dalla cultura d'appartenenza. Anche dal mio punto di vista l'intelligenza è indefinibile.
Marco Tambara

3D. Dimensione. Distorsione. De Kerckhove - 4 views

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    Segnalo la mostra 3D. Dimensione. Distorsione. De Kerckhove alla Centrale Montemartini di Roma Il titolo della mostra, "3D. Dimensione. Distorsione. De Kerckhove", nasce dalla doppia interpretazione dell'acronimo "3D", leggibile al tempo stesso sia come terza dimensione che come tre volte D, ovvero le iniziali delle parole che identificano le tematiche del percorso espositivo. Attraversando le varie sezioni, il visitatore verrà dunque accompagnato in un viaggio nella tridimensionalità, che lo condurrà dalle più importanti teorie percettive ad alcune esperienze artistiche, per approdare, infine, alle riflessioni sull'argomento del 3D di Derrick De Kerckhove, noto massmediologo allievo di Marshall McLuhan.
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    la visione 3d è una caratteristica propria dello schermo come supporto trasmissivo dell'informazione. La sua evoluzione porta al total surround ed alla realtà virtuale, nella quale i confini tra schermo e realtà finoscono per identificarsi con i confini del nostro campo visivo. Second Life, quale realtà parallela tridimensionale, rappresenta quindi un'importante evoluzione di internet ed è simbolica della tendenza umana ad estendere ed esternalizzare le proprie capacità sensoriali e cognitive, probabilmente motivato dall' incoercibile bisogno di superare i propri limiti, financo la propria mortalità.
Maurizio Aucone

definizione di Psicotecnologie - 1 views

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    Trovo interessante la "riduzione" di Mirco Franceschi del saggio di Pierre Lévy: "L'intelligenza collettiva, per una antropologia del cyberspazio". Si parla di "psicotecnologie" per indicare un nuovo modo di accedere alle informazioni, le quali agiscono a livello cognitivo-celebrale nel singolo, mentre in ambito collettivo Levy lintroduce il concetto di "Intelligenza collettiva" di fatto superiore a quella dei singoli e che, prima dell'avvento di internet, non poteva nemmeno essere concepita. Levy asserisce: "Bisogna, innanzitutto, riconoscere che l'intelligenza è distribuita ovunque ci sia umanità, e che questa intelligenza, distribuita dappertutto, può essere valorizzata al massimo attraverso le nuove tecniche, e mettendola soprattutto in sinergia. Oggi, se due persone distanti sono a conoscenza di due dati complementari, per il tramite delle nuove tecnologie possono entrare in comunicazione l'una con l'altra e scambiare il loro sapere, in una parola sola: cooperare. È questa, detto in modo molto generale, l'intelligenza collettiva. Il concetto viene ampliato con De Kerckhove e le teorie delle "intelligenze connettive" che, come suggerisce il termine stesso, sottolinea l'importanza della connessione, del collegamento, della messa in relazione delle intelligenze, ne sottolinea il "rapporto" che esse intrattengono. L'intelligenza connettiva fa maggior riferimento alla "moltiplicazione" delle intelligenze (favorita appunto dalla connessione) piuttosto che alla loro somma.
raffaella asmone

Traversing planes of learning. International Journal of Computer-Supported Collaborativ... - 1 views

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    L'articolo evidenzia le relazioni esistenti tra i diversi piani di apprendimento e come la loro connessione, crei la possibilità prima inesplorate. Considerando il mondo intersoggettivo dove avviene la collaborazione su più livelli connessi, possiamo dire che il mondo degli artefatti così come i ponti consente di passare da un livello ad un altro. Questa trasformazione di prospettiva lontana dall'approccio "human-centered o individual-mind centered" diventa la caratteristica delle teorie innovative della seconda metà del 20° secolo.
elisabetta scattolin

Il multitasking - 7 views

ho trovato questa indagine svedese che rovescerebbe il concetto che la donna è favorita nel multitasking: Il vero re del multitasking è l'uomo Sovvertiti gli studi degli ultimi anni: il campion...

#Multitasking

Cristiano Mulatero

Google e il web Semantico - 2 views

Ecco l'applicazione delle teorie del web semantico distribuite su larga scala. Naturalmente come si evince dall'articolo il sistema si basa su db già presenti di wikipedia. La possibilità di ricerc...

#tagging

Roberta Pinelli

Intelligenza e persuasione - 8 views

Gli stessi autori hanno poi osservato che, le persone con alta intelligenza sono mediamente meno influenzabili di quelle con bassa intelligenza.

# Intelligence

Massimo Apicella

Le origini della scrittura - genealogia di una invenzione - 8 views

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    Interessante testo, da consultare, per approfondimenti sul tema della scrittura, dalla sua preistoria fino alle teorie di Kerckhove sull'uomo "letterizzato"
alfonsina longobardi

l'intelligenza o le intelligenze - 0 views

In ricerche ormai famose, Gardner (1987) e Sternberg, (1997) hanno indagato la natura dell'intelligenza. Le loro teorie sono intese ad affermare la compresenza di più intelligenze, rompendo con l...

started by alfonsina longobardi on 12 Mar 13 no follow-up yet
Sergio Migliorati

Derrick De Kerckhove : l'importanza della psicotecnologia - 1 views

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    Un'introduzione alle teorie del sociologo Derrick De Kerckhove.
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