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Home/ Psicotecnologie e Processi Formativi - Uninettuno/ Group items tagged emozioni

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anna colombo

La natura dell'Intelligenza - 42 views

'analisi che Goleman conduce sulla società americana avviene in un periodo storico equiparabile, per molti tratti, alla situazione italiana dal dopo guerra a oggi. L'atmosfera di crisi sociale...

#Intelligence

De Rose Mario

Golemam, l'intelligenza emotiva - 2 views

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    Goleman individua 5 ambiti principali. 1. Conoscenza delle proprie emozioni-consapevolezza di sè (capacità di riconoscere un sentimento nel momento in cui si presenta). 2. Controllo delle emozioni-padronanza di sè. 3 Motivazione di se stessi, sapendo ritardare la gratificazione e controllando gli impulsi. 4. riconoscimento delle emozioni altrui-empatia. 5 gestione delle relazioni-abilità sociali. Il nostro livello di intelligenza emotiva non è fissato alla nascita, questa continua a svilupparsi tutta la vita attraverso l'esperienza. Ogni essere umano ha livelli di competenze diverse nei 5 ambiti ma con l'allenamento adeguato possono essere sviluppati.
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    Molto interessante l'approccio di Goleman che mette al centro l'individuo e la percezione del se, da invididuare e perfezionare in un percorso a step o meglio anche un percorso da intendere in maniera circolare la cui l'apparente fine o conclusione non è altro che l'inizio di un'altra esperienza cognitivo-emozionale riconducibile alla vita stessa.
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    L'approccio di Goleman all'intelligenza emotiva sembra aprire ampie possibilità di miglioramento delle competenze emotive che l'individuo può sviluppare nel corso della propria esistenza. In realtà quando ci confrontiamo con persone in diversi ambiti quello che si nota è una sorta di approccio mentale a problemi, situazioni, stress che raramente si modifica nel corso della vita. E' vero credo che l'intelligenza emotiva si possa coltivare e stimolare ma al tempo stesso, essendo legata alle emozioni, alla consapevolezza di se stessi e degli altri è anche molto condizionata dalle esperienze nell'infanzia. Tra gli studiosi delle origini e dello sviluppo delle strutture mentali, verso l'ottimalità piuttosto che verso la patologia, del bimbo e poi dell'adulto, esiste ormai da molti lustri una convergenza nell'affermare che la qualità delle strutture interne della personalità, e l'intelligenza stessa, dipendono da quanto si è strutturato nelle interazioni precoci del bimbo con i suoi caregivers. Allego un link con qualche dettaglio in più sul tema: http://www.psychomedia.it/pm/lifecycle/perinatal/imbasc6.htm
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    L'intelligenza emotiva, per Goleman è un insieme di specifiche capacità (consapevolezza e padronanza di sé, motivazione, empatia, abilità nelle relazioni interpersonali). Queste capacità sono fondamentali per ogni essere umano, possono essere sviluppate da chiunque a prescindere dalla cultura, dal ceto sociale, dal credi religiosi, dal sesso ecc., divenendo così competenze emotive e sociali. Apprendiamo ad essere emotivamente intelligenti attraverso l'educazione e lo sviluppo di queste abilità, quindi è indispensabile che queste siano educate e sviluppate a partire dalla nascita in modo che diventino competenze. Goleman scrive il libro in un momento in cui la società civile americana è attraversata da una crisi profonda; aumento dei crimini, dei suicidi ed altri indicatori di malessere che si registrano soprattutto nei giovani. Il consiglio proposto dall'autore è che per guarire da questi mali sociali occorre prestare più attenzione alla componente sociale ed emozionale nostra e dei nostri figli, con l'impegno a coltivare queste abilità. L'autore suggerisce anche di insegnare ai bambini l'alfabeto emozionale, inteso come capacità interpersonali essenziali, che servono a equilibrare la razionalità con passione. Oggi le emozioni sono oggetto di studio delle neuroscienze. "Non si vede bene che col cuore. L'essenziale è invisibile agli occhi"
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    Per Goleman l'intelligenza emotiva è tutto ciò che nella nostra mente concerne il capire e controllare i propri sentimenti, entrare in empatia con gli altri, essere ottimisti e realisti, avere fiducia in sé stessi. Insomma, tutto quello che attiene al governo delle emozioni. Goleman non si limita a descriverla in maniera teorica ma la analizza e la declina in 25 vere e proprie competenze con le rispettive abilità. Raccogliendole tutte si può ottenere una vera e propria griglia di valutazione composta da: nome della competenza, relativa descrizione e griglia dei comportamenti che la identificano e la misurano.
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    Leggendo delle varie forme di intelligenza ovviamente si deve citare l'intelligenza emotiva quella di Goleman che è quella che pone l'accento prorpio sull'individuo che deve prendere coscienza di sè ed essere al centro delle proprie emozioni per poter vivere meglio ed allontanare gli eventi frustanti, avendo un controllo sulle proprie emozioni e sugli eventi, qui di sapersi gestire ed autoregolarsi.
Silvia Biavasco

Intelligenza emotiva: Goleman - 3 views

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    Un audio con un prezioso contributo di Intelligenza emotiva Incapacità di gestire le proprie emozioni. Non saper sostenere felicità, non felicità... Esprimere le emozioni negative?
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    Probabilmente internet e le nuove tecnologie non aiutano ad "allenare" questo tipo di intelligenza, che si affina soprattutto nei rapporti interpersonali. L'intelligenza emotiva è proprio la corretta "gestione" delle proprie emozioni e di quelle degli altri nell'ambito di relazioni interpersonali. In particolare, i nuovi strumenti comunicativi consento di schermare le emozioni e talvolta inducono a tralasciare l'aspetto "emotivo" mostrando un maggior individualismo...
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    Un ottimo contributo per approcciare dal punto di vista pratico, e quindi comprendere meglio le conoscenze teoriche acquisite, il tema dell'intelligenza emotiva. Si tratta di un vero e proprio manuale, ma applica al tema affrontato da De Kekrckhove nell'esplorazione delle diverse tipologie di intelligenza.
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    Veramente interessante ed esplicativo. in pochi minuti vengono riassunti i 5 segreti dell'intelligenza emotiva che si possono riassumere in 1) capacità di gestire le proprie emozioni negative; 2) capacità di essere tranquillo anche se sotto pressione; 3) capacità di leggere i segnali sociali (verbali e non verbali); 4) abilità di essere assertivo e di esprimere le emozioni negative quando necessario; 5) capacità di esprimere emozioni intime nelle relazioni personali. E' importante la riflessione su un individuo che può essere intelligente ma non emotivamente intelligente e questo gli può impedire di relazionarsi con gli altri.
EMANUELA PSICOTECNOLOGIE

II ARGOMANTO :NATURA DELL'INTELLIGENZA - 0 views

Emanuela D'Agostino

started by EMANUELA PSICOTECNOLOGIE on 20 Nov 12 no follow-up yet
alfonsina longobardi

l'intelligenza o le intelligenze - 0 views

In ricerche ormai famose, Gardner (1987) e Sternberg, (1997) hanno indagato la natura dell'intelligenza. Le loro teorie sono intese ad affermare la compresenza di più intelligenze, rompendo con l...

started by alfonsina longobardi on 12 Mar 13 no follow-up yet
Luciano Di Mele

Goleman parla della compassione - 7 views

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    Goleman parte dal famoso esperimento fatto all'Università di Princeton, quello definito la parabola del Buon Samaritano. Noi aiutiamo i bisognosi solo se non siamo trascinati via dal vortice dei pensieri, delle preoccupazioni, insomma se non siamo sotto stress. Attraverso una sapiente dialogicità eclettica e piena di humor colloquiale, Goleman, toccando i recenti esiti di ricerche sui neuroni specchio, giunge in modo ottimistico a dichiarare che in fondo, la solidarietà, la proattività e prosocialità, tipiche dell'Intelligenza Emotiva, forse emergono semplicemente distogliendo un attimo il pensiero da se stessi (egocentrato) e guardandosi semplicemente attorno: gli occhi vedono molte più cose di quanto la mente non sappia o voglia esprimere a parole.
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    La cosa che mi colpisce sempre e mi da conferma di tante cose e' la riflessione, che Golemann sottolinea nel corso del video, che Q.I. e intelligenza emotiva sono completamente scisse fra loro. Non c'e' alcuna relazione fra quanto una persona possa essere intelligente, anche geniale, e la capacita' della stessa di "percepire l'altro", di essere in empatia con altre persone. Il dato a mio avviso inquietante e ' che tutt'oggi grande energia viene impiegata a sviluppare l'intelligenza, intesa come Q.I., mentre di fatto la nostra capacita' di essere vincenti e di intessere una vita appagante e ricca passa completamente da quanto siamo in grado di essere padroni della nostra parte emozionale, spesso sommersa ma sempre alla guida di ogni nostra azione.
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    Mentre il Q.I. sonda le capacità logico-matematiche, le funzioni verbali, la percezione spaziale di una persona, l'intelligenza emotiva si riferisce invece al lato emotivo, al lato sociale, sicuramente non meno importanti. Questo è il tipo di intelligenza che riguarda la gestione, l'uso consapevole, delle proprie emozioni, l'autocontrollo, la tenacia, la comprensione degli altri, l'empatia, che possiamo definirla la capacità di monitorare le proprie e le altrui emozioni, di differenziarle e di usare tale informazione per guidare il proprio pensiero e le proprie azioni. Avere la capacità di saper gestire al meglio se stessi e gli altri, spesso è alla base del successo di molte persone, sia a livello personale che professionale, in quanto emozioni e sentimenti, se gestiti al meglio, divengono una fondamentale risorsa.
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    E' chiaro che nel video il noto psicologo Goleman separa nettamente il significato dell'intelligenza misurata come Q.I.e l'intelligenza emotiva. L'intelligenza emotiva è la mobilità del pensiero, è la "capacità di riconoscere i nostri sentimenti e quelli degli altri, di motivare noi stessi e di gestire positivamente le nostre emozioni". Insieme ad altri studiosi, Goleman incontra il Dalai Lama e riscontra nella psicologia buddista notevoli similitudini sul tema della compassione: il proprio temperamento non è un destino e l'autocontrollo e la compassione sono ciò di cui il nostro tempo ha più bisogno. La compassione nella tradizione cristiana è la compartecipazione alle sofferenze altrui, potremmo definirla pietà, nella tradizione buddista ha invece il significato più ampio di togliere sofferenza e dare felicità. Il Dalai Lama suggerisce:"tutte le volte che incontrate qualcuno, immaginatevi che in una vita passata sia stato vostra madre, o che lo sarà in una vita futura." Secondo la psicologia buddista la capacità di controllore i propri stati mentali deriva dall'intelligenza, questa forma di intelligenza Goleman la definisce emotiva. Possiamo controllare le emozioni negative, gli impulsi, anche nell'età adulta imparando a riconoscerli nel momento in cui insorgono. Come fare? Azioniamo una zona del cervello facendo riposare l'altra e poiché il cervello è plastico quest'esperienza ripetuta ci aiuta a controllare le emozioni negative come l'incapacità di provare compassione.
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    Cosa il regno animale può insegnarci a proposito di intelligenza emotiva e empatia... http://www.youtube.com/watch?v=0-ZGvgFr7DI
adelaide nucera

Lavorare con intelligenza emotiva - 2 views

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    E' l'introduzione al libro scritto da Goleman:"lavorare con l'intelligenza emotiva" mi è tornato utile leggera per chiarire come è arrivato a definire l'intelligenza emotiva e dove trova applicazione.
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    Ho letto il libro di Goleman e mi e' piaciuto molto. Ovviamente dovete provare interesse per l'argomento, ovvero la psicologia: Goleman in sostanza dice che la capacita' di provare le emozioni e di riconoscerle in noi stessi e negli altri e' una dote preziosa e costituisce una forma di intelligenza al pari con l'intelligenza di tipo cognitivo. Fa un sacco di esempi pratici, spiega anche quali sono i centri nervosi nel cervello che regolano le emozioni; spiega perche' ci sono persone che sembra non riescan a interpretare correttamente le reazioni emotive loro e degli altri... Insomma, se l'argomento vi interessa lo consiglio vivamente a tutti
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    Valorizzare l'intelligenza emotiva nel mondo del lavoro si è rilevata in molte aziende la carte vincente per l'eccellenza dei risultati che ha prodotto. Sono emersi così i costi dell'assenza di tale attitudine nella gestione produttiva. Goleman raccogliendo le diverse esperienze dal mondo del lavoro, dai dirigienti, i PR, e i coordinatori ha costruito un modello di riferimento per spiegare scientificamente le cause e gli effetti di tale prerogativa. Intelligenza emotiva non significa soltanto essere gentili o disponibili, bensì strategici; Non significa libera espressione delle emozioni, bensì riconoscimento, considerazione e controllo. L'intelligenza emotiva è un attitudine presente negli uomini come nelle donne, non dimentichiamoci di questo attributo.
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    Ho trovato il libro di Goleman molto interessante e trovo anche interessanti gli esempi che l'autore fa per far capire i concetti. Mi hanno i modelli di riferimento che ha utilizzato per spiegare le cause e gli effetti. Fa riferimento anche a delle descrizioni anatomiche e scientifiche e aiuta a capire perchè determinate persone non riescono a capire le emozioni degli altri. L'intelligenza emotiva è anche strategia e presente indifferentemente dal sesso.
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    Ho letto questo libro dopo aver seguito un corso in azienda "competenze emotive al servizio dei risultati l'ho trovato molto interessante. Questa capacità è fondamentale in ambito lavorativo proprio per saper monitorare i propri sentimenti ed emozioni in relazione al contesto. Il fatto di poter capire cosa provino le persone attorno a noi oppure il comprendere le motivazioni che ci spingono verso un determinato scopo è molto importante. SIcuramente valorizzare tale capacità nelle aziende a mio avviso è fondamentale per poter raggiungere gli obiettivii e mantere uno spirito di squadra.
rosa maria tafuri

COSA E' L'INTELLIGENZA? - 6 views

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    L'intelligenza può essere definita come un complesso di condizioni che hanno a che fare con la CONOSCENZA sui MECCANISMI DI ACQUISIZIONE di questa e sulle MODALITÀ DI APPLICAZIONE della stessa alla realtà.
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    Buon articolo da poter utilizzare come base di partenza per il nostro corso
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    In psicologia, il termine intelligenza è riferito alla capacità di acquisire conoscenze da utilizzare in situazioni nuove, adeguando (o modificando, quando necessario) le strategie individuali alle caratteristiche dei problemi, agli obiettivi perseguiti e ai risultati ottenuti. L'intelligenza può essere definita come la capacità di apprendimento e di comprensione, che si differenzia da ciò che viene comunemente chiamato intelletto in quanto comprende anche la capacità di affrontare situazioni concrete in modo efficace e di rielaborare le esperienze e gli stimoli esterni. L'intelligenza viene quindi descritta non come una particolare abilità, ma come una capacità generale dell'individuo di cogliere ed affrontare il mondo; una capacità globale che consente all'individuo di comprendere la realtà e di interagire con essa. L'intelligenza è, quindi, un'entità globale e multisfaccettata non singolarmente definibile. Infatti, una delle prime problematiche incontrate nello studio del concetto è stata proprio quella di formulare una definizione consensuale dell'oggetto di studio.
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    I contributi di Gadner e Sternberg inducono a ritenere che nell'intelligenza siano presenti aspetti personali e sociali. Intelligenza sociale: competenza con cui le persone affrontano i problemi della vita quotidiana. L'intelligenza sociale si riflette nell'abilità delle persone di perseguire i propri obiettivi adattando flessibilmente il proprio comportamento in modo da trarre il maggiore vantaggio dalle circostanze. Intelligenza emotiva: essa coincide con la capacità di comprendere le emozioni e i sentimenti propri e altrui e usare tali informazioni per guidare il proprio pensiero e le proprie azioni. Salovery ha individuato delle componenti dell'intelligenza emotiva: riconoscimento delle emozioni in se stessi e negli altri, regolazione delle emozioni proprie e degli altri, l'uso strategico delle emozioni per scopi connessi alla motivazione e alla soluzione dei problemi. Goleman ha individuato sette aspetti dell'intelligenza emotiva: autocoscienza, automotivazione, persistenza di fronte alle avversità, controllo degli impulsi, regolazione dell'umore, empatia, ottimismo. Le emozioni svolgono un ruolo dinamico nei processi di autoregolazione. Una difficoltà che si è riscontrata nello studio dell'intelligenza emotiva è relativa alla difficoltà di misurare l'intelligenza emotiva. Saggezza: Baltes sostiene che la saggezza coincide con una competenza cognitiva relativa a questioni riguardanti la pratica e il significato della vita quotidiana. Essa riguarda le conoscenze possedute sulle caratteristiche essenziali della natura umana e del suo sviluppo, le relazioni dell'individuo con il mondo sociale. Un individuo per essere saggio deve possedere sia le conoscenze, sia le strategie per metterle in pratica. le conoscenze si acquisiscono grazie all'esperienza. La saggezza sembra aumentare con l'età.
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    Pensare non è assolutamente un attività solitaria soprattutto con l'affermazione dell'era elettronica in cui INTER-LIGERE significava già collegare contenuti, ciò che oggi in Rete definiamo "Linking", ovvero legare insieme azioni separate. Si può affermare che il computer stimoli capacità già disponibili nella nostra mente, esternalizzando la nostra intelligenza ipertestuale; Rende visibili le nostre idee o progettazioni, le memorizza in documenti, ne permette la rielaborazione nel tempo e la condivisione con gli altri. Cosi dal pensiero individuale, la tecnologia ci ha condotto alla nuova intelligenza collettiva.
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    ...infatti, la nuova intelligenza collettiva, o "connettiva", così come sosteneva Pierre Levy. L'uso di Internet favorirebbe la nascita di questa nuova forma di intelligenza connettiva: la ricerca di informazioni, lo scambio di informazioni e la loro rielaborazione comune producono un risultato molto superiore alla loro semplice somma e danno vita a forme di conoscenza e stili di apprendimento diversi e del tutto nuovi.... I paradigmi dell'apprendimento aperto e dell'apprendimento cooperativo, che tratteremo in seguito, rientrano in questo concetto di intelligenza collettiva e nel modello di rete che è anche simbolo di una diversa organizzazione dell'attività umana, nel senso di una società più flessibile e decentrata.
alexaballarin

L'intelligenza emotiva secondo Daniel Goleman: una chiave per il successo! - COMPRENDER... - 0 views

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    autoconsapevolezza, autocontrollo ed empatia elementi per il successo.
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    Questo articolo della Dott.ssa Laura Caminiti propone una sintesi del costrutto di Intelligenza Emotiva formulato da Daniel Goleman, con cui va ad identificare quel tipo di intelligenza che ci permette di fare un corretto uso delle emozioni, portandoci così a poter raggiungere successi personali e professionali, ponendo l'accento sulla forza delle emozioni. Questo tipo di intelligenza si basa su tre abilità fondamentali: autoconsapevolezza, autocontrollo ed empatia. Questi aspetti si basano su due grandi competenze : la competenza personale e quella sociale. Ho trovato molto utile questo articolo perché spiega in maniera molto semplificata e chiara la teoria di Goleman.
Elena Elena1

L'intelligenza emotiva secondo Daniel Goleman: una chiave per il successo! - 8 views

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    Goleman va oltre la tesi di Gardner, vista nel corso, al quale rimprovera di essere rimasto troppo legato al modello di mente proprio delle scienze cognitive e di aver lasciato inesplorati due concetti: "la possibilità che l'intelligenza sia presente nelle emozioni e l'educabilità della stessa". E' fondamentale l'opportunità offerta all'infanzia, definita da Goleman "una finestra aperta" per modellare le inclinazioni emotive destinate a durare tutta la vita.
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    Si, Goleman riteiene che le capacità cognitive non soddisfano completamente l'individuo. Parla dell'esistenza di una intelligenza diversa da quella cognitiva classica basata su processi logici del pensiero. L'intelligenza emotiva di G.è una miscela equilibrata di motivazione, empatia, logica e autocontrollo, che consente, imparando a comprendere i propri sentimenti e quelli degli altri, di sviluppare una grande capacità di adattamento e di convogliare opportunamente le proprie emozioni, in modo da sfruttare i lati positivi di ogni situazione. Può essere definita come la "capacità di riconoscere i nostri sentimenti e quelli degli altri, di motivare noi stessi, e di gestire positivamente le nostre emozioni, tanto interiormente, quanto nelle relazioni sociali". Sono abilità complementari ma differenti dall'intelligenza, ossia da quelle capacità meramente cognitive rilevate dal Q.I., che rappresenta l'indice generale delle facoltà cognitive. Tra queste abilità complementari rientrano ad esempio la capacità di motivare se stessi e di continuare a perseguire un obiettivo nonostante le frustrazioni; la capacità di controllare gli impulsi e rimandare la gratificazione; la capacità di modulare i propri stati d'animo evitando che la sofferenza ci impedisca di pensare; la capacità di essere empatici e di sperare. Alcune ricerche hanno dimostrato che nei primi millisecondi della percezione decidiamo se l'oggetto percepito ci piace o no. Ciò è particolarmente importante in un contesto multimediale, dove l'effetto emotivo dell'immagine o del suono precede il contenuto testuale, o addirittura precede la decodifica cognitiva dell'immagine o del suono. La possibilità di utilizzare immagini, suoni o altri stimoli che possano "risuonare" nel nostro circuito emotivo facilita l'apprendimento testuale. Nell'epoca attuale, caratterizzata dalla possibilità di attivare contemporaneamente più circuiti neuronali in risposta alla multimedialità (vista,
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    Goleman identifica un particolare tipo di intelligenza: l'intelligenza emotiva che può costituire un fattore determinate per il successo personale e professionale. La capacità di comprendere e gestire meglio le proprie emozioni permette di affrontare meglio la vita e raggiungere più facilmente i nostri obiettivi.
Romina Mandolini

La Natura dell'Intelligenza - 3 views

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    In linea generale, possiamo definire l'intelligenza umana come quella facoltà che consente di conoscere la realtà in cui siamo immersi e di interagire con essa a diversi gradi e livelli. Sulla natura di questa la scienza non è ancora unanime, poiché sono troppi e complessi gli interrogativi che essa suscita. L'Intelligenza non è il risultato di un'analisi lineare della realtà, ma il prodotto di una pluralità di strategie cognitive che integrano più livelli di analisi, in funzione della complessità di ciò che ci troviamo a dover affrontare. Per riuscire in questo si serve del raziocinio, delle emozioni e di tutti quegli strumenti tipicamente animali, come memoria, impulso, sensazione, istinto, che questa combina per il raggiungimento dei suoi scopi, secondo schemi organizzati così complessi che ancor'oggi sfuggono a una costruzione teorica univoca. Gli studi sull'Intelligenza artificiale e i numerosi successi non hanno fatto altro che evidenziare ancora di più i divari sostanziali che permangono tra i processi cognitivi umani e quelli artificiali. Non è stato ancora possibile catturare l''intelligenza umana all'interno di un algoritmo, per la troppa complessità delle gerarchie di intrecci, dei fattori che vi concorrono. Tuttavia, questa complessità sotto altri aspetti ha aperto nuove possibilità, in quanto ha permesso ad alcuni studiosi di mostrare cosa l'intelligenza di certo "non era". I lavori di Howard Gardner, i suoi studi sull'intelligenza multipla e i contributi di Daniel Goleman con la sua intelligenza emotiva, hanno contrapposto all'idea riduzionista, meccanica e semplicistica dell'intelligenza, una rinnovata concezione che tenesse conto delle complesse interazioni tra mente e uomo, tra mente e mondo.
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    Alcune considerazioni conclusive: Daniel Goleman con i suoi studi sull'intelligenza emotiva: http://www.humantrainer.com/articoli/recensione-libro-intelligenza-emotiva.html Ha avuto il merito di aver portato all'attenzione del dibattito scientifico, la valenza delle emozioni in quanto strumenti di indagine della realtà individuale e sociale, ambito ritenuto esclusivo del raziocinio. Mostrandone il valore, ha fatto si che esse si trasformassero da agenti perturbanti del pensiero razionale, in un potente strumento di conoscenza. Howard Gardner con le sue teorizzazioni sull'intelligenza multipla: http://education.jhu.edu/PD/newhorizons/future/creating_the_future/crfut_gardner.cfm ha restituito una realtà molto più articolata, strutturata e organica, che nella sua concezione ha saputo conciliare unicità individuali, aspetti socio-culturali (contesto) e interazioni dei singoli. A questo proposito risultano molto interessanti le sue intuizioni su quella che lui chiama, Intelligenza distribuita, che ben si riallacciano alle teorizzazioni di De Kerckhove, sull'intelligenza connettiva e Levy sull'intelligenza collettiva: http://zope.unimc.it/elphd/Members/Emifor/Intelligenza%20connettiva.rtf Secondo questa concezione dell'intelligenza, nell'attività cognitiva individuale ogni idea ridefinisce conoscenze acquisite dal passato e nello stesso tempo apre prospettive inedite per il futuro, cui si connettono altri individui che a loro volta, rinnoveranno con i propri contributi, la rappresentazione che ci facciamo del mondo e della realtà. Questo processo di scoperta, di partecipazione collettiva, che non ha nulla a che fare con il collettivismo che come noto fa prevalere il gruppo sul singolo, può essere visto come l'Anima mundi dei filosofi platonici, ciò che in poche parole accomuna l'intera umanità attraverso il valore di ogni singola specificità.
alfonsina longobardi

le due menti - 1 views

"A tutti gli effetti abbiamo due menti, una che pensa, l'altra che sente. Queste due modalità della conoscenza, così fondamentalmente diverse, interagiscono per costruire la nostra vita mentale. ...

started by alfonsina longobardi on 12 Mar 13 no follow-up yet
francesco scarfo

la natura dell'intelligenza - 0 views

#intelligence

started by francesco scarfo on 07 Nov 12 no follow-up yet
Giovanni Finizio

Gardner: intelligenze multiple - 3 views

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    In questo PDF vengone descritte in maniera molto chiara e schematica le caratteristiche delle 8 intelligenze individuate da Gardner. Si tratta di diverse competenze intellettuali possedute da ogni essere umano a livelli differenti. Tutti possono sviluppare le diverse forme d'intelligenza, fino a raggiungere buoni livelli in ognuna di esse, purchè vi siano condizioni appropriate. Il pensiero di Gardner ha subito un'evoluzione nel tempo: originariamente le intelligenze erano 7, per poi passare ad 8, ed in tempi più recenti lo psicologo americano ha ipotizzato l'esistenza di un'ulteriore intelligenza (quella esistenziale). A questo punto la domanda che mi pongo è: l'utilizzo sempre più capillare e pervasivo delle nuove tecnologie, potrà portare alla nascita di un nuovo tipo d'intelligenza? Magari ora è difficile immaginarlo, ma io credo che lo stimolo intelletivo apportato dall'uso del computer e dalla costante connettività sul Web potrà aprire le porte a nuove potenzialità della mente umana.
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    Chiaro e comprensibile, grazie Giovanni. In effetti Gardner è stato importante, perchè ci ha reso consapevoli delle diverse forme di intelligenza, quando ne pensavamo una, come un capitale iniziale in possesso di ognuno fin dalla nascita, che però può essere modificato in relazione ad altre rappresentazioni. A Gardner si contrappone Goleman, il quale cerca di superare la tesi del primo, rimproverandogli un legame forte con il modello di mente, legato alle scienze cognitive, ma anche di aver trascurato la possibilità che l'intelligenza sia presente nelle emozioni, così come anche l'educabilità della stessa intelligenza. Goleman sostiene che per molto tempo il ruolo dei sentimenti e delle emozioni è stato trascurato. In situazioni in cui si affrontano compiti difficili, oltre all' intelletto, ci guidano anche le emozioni, per cui conoscere quest'ultime e dominarle, ma anche riconoscere quelle altrui e gestire le relazioni con gli altri, rappresenta la base per il successo e il benessere di ciascun individuo.
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    Buona spiegazione delle intelligenze di Gardner. A queste vorrei aggiungere anche "l'intelligenza emotiva" introdotta da Daniel Goleman, che è la conoscenza del sè, ovvero la competenza personale. Infatti per essere emotivamente intelligenti bisogna riconoscersi per quello che si è. Bisogna essere consapevoli di essere noi stessi (come sostenuto da Derrick De Kerckove) e naturalmente sentirsi sicuri di noi stessi.
Gianluigi Cosi

Intelligenza connettiva e apprendimento emotivo - 5 views

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    Segnalo questa tesina, disponibile sul sito web del nostro Rettore, in cui si affronta il tema della conciliazione del concetto di intelligenza connettiva e del concetto di apprendimento emotivo. Si vede inoltre come i due processi possono contribuire alla formazione che oggi viene offerta attraverso le Psicotecnologie. Il lavoro dà corpo alle affermazioni di De Kerckhove secondo cui "la velocità di risposta trasforma l'ambiente elettronico integrato in un sistema emozionale collettivo" e "i nuovi media elettronici stanno diventando ambienti intermedi che hanno accesso alla realtà intima della nostra psiche privata". La conclusione è che evitare di entrare in contatto con la nostra realtà interiore attraverso le psicotecnologie implica il rinunciare ad un modo efficace di rapportarsi a se stessi.
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    Concordo pienamente la tesina è sintetica è molto interessante e mette bene in evidenza come le tecnologie in grado di espandere la nostra mente connettano le intelligenze ai vissuti e alle emozioni con il fine della creazione di una conoscenza sia emozionale collettiva che interiore.
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    Il tema delle emozioni è senza dubbio uno dei più ampi nei campi delle scienze umane. Soprattutto quando, grazie al contributo degli studi sociologici e psicologici, si è iniziato a riconoscere le emozioni come la base del comportamento individuale e sociale[1]. Il loro apporto, infatti, si evidenzia nello sviluppo intellettivo e culturale dell'individuo e nella gamma delle loro funzioni nell'ambito neurofisiologico, affettivo, cognitivo e motivazionale.
astrobaldo

esercizi di psicotecnologie - 2 views

ESERCIZI DI PSICOTECNOLOGIE Psicotecnologie definizione Branca della psicologia generale che s'interessa dell'aspetto cognitivo delle tecnologie come il linguaggio. Le psicotecnologie indaga...

started by astrobaldo on 02 Jul 24 no follow-up yet
IVANA LAURORA

In arrivo i telefonini che leggono le emozioni - 2 views

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    Dallo smartphone all'Emotionphone, dopo la tribù del pollice (nata come conseguenza allo smanioso utilizzo degli sms la cui invenzione ha compiuto in questi giorni già i suoi primi 20 anni di vita) ecco affacciarsi sullo scenario non solo più l'intelligenza alternativa (smart) ma anche le emozioni. Mi chiedo se abbiamo davvero bisogno di tutto questo!
Rocco Massimo Palumbo

Dimore Metafisiche: Social Network - 0 views

  • La capacità di comunicare è presente negli esseri umani, una competenza precedente all'acquisizione del linguaggio, quest'ultimo è il sistema privilegiato, tra i diversi modi di comunicare. Comunicare significa anche condividere significati, trasmettere informazioni all'interno di contesti che  Goffman chiama frame, cornici dove esistono regole che stabiliscono le strategie comunicative.Per Bateson, con un approccio psicologico, comunicare implica la costruzione dinamica di una rete di relazioni, in cui le persone sono parte attiva.La comunicazione verbale o analitica, mediante l'espressione logica di pensieri e idee, è lo strumento esplicito tra un emittente e un ricevente che si attiva nel momento in cui si instaura un qualche tipo di relazione sociale.Ma cosa ci porta a dare un senso al messaggio, al significato che si genera tra i comunicanti all'interno di una comunicazione? 
  • Punteggiatura, segni grafici, emoticon diventano gli elementi  della scrittura in grado di dare tonalità, enfasi e importanza alla comunicazione emotiva e così il supporto di immagini, foto, video da condividere, imprime connotati e  nuove sfumature alle interazioni comunicative.Il sistema è attivante perchè stimola nuove connessioni, nuove condivisioni, coinvolgimenti collaborativi e dialogici.Così la tastiera e video diventano un sofisticato ponte comunicativo di segni significanti, parole che accompagnano il loro senso lungo i canali della Rete. E le emozioni, i pensieri, le opinioni, si lasciano adagiare nella scrittura per essere lette, condivise e alimentare altre menti e altre percezioni.
  • Molte interazioni di comunicazione emotiva, mediata dalla scrittura, vengono generate da sintonie e amicizie che trovano humus fertile nelle dinamiche del web 2.0 con le peculiarietà ipertestuali che connettono commenti e condivisione di informazione tra i vari Social Network. Così si genera un tipo di comunicazione dinamica e innovativa alla cui costruzione, ogni internauta, ogni nodo della Rete partecipa attivamente, in quello che è un progetto di scrittura collaborativa e creativa, con il suo contributo di conoscenze e emozioni. Questi aspetti, dal punto di vista psicologico, hanno una loro valenza, perchè contribuiscono sia a creare reti di sostegno (fattore non indifferente anche se iperintenzionale, rispetto agli iniziali obiettivi dei Social Network, che è quello di condividere di informazioni), che a favorire una maggiore flessibilità di pensiero.
valeria de luca

UNA IPOTESI DI RICERCA MOLTO EVOCATIVA SU RAPPORTO TRA DNA E PENSIERO, FATTA DA DUE RIC... - 4 views

DNA E Pensiero Affascinante ipotesi dalla Russia, sul ruolo del DNA in generale, che si ricollega in qualche modo al pensiero esoterico e alla tradizione dei "maestri spirituali", secondo cui il n...

started by valeria de luca on 09 Mar 12 no follow-up yet
Pamela Rogiani

Il pensiero laterale: sei cappelli per pensare [E. de Bono] | Pensiero, Per, Che, Con |... - 4 views

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    Secondo De Bono affrontare i problemi con gli abituali metodi razionali produce risultati limitati dalla rigidità dei modelli logici. Per trovare soluzioni davvero innovative bisogna uscire dagli schemi prefissati, mettere in dubbio le presunte certezze e affidarsi ad associazioni di idee inedite.
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    Certamente pensare è la massima risorsa dell'uomo, una delle conquiste più recenti, una facoltà ancora giovane da mettere a punto. La difficoltà maggiore nel pensare ritengo sia la confusione. Spesso si tenta di fare troppe cose alla volta: informazioni, emozioni, logica, aspettative ecc. Si affollano in noi e confondano la mente. Credo che avere un metodo per pensare da applicare alla risoluzione dei problemi sia molto importante soprattutto nei gruppi di lavoro. Quello che mi lascia perplesso è l'applicazione del pensiero laterale alla vita di tutti i giorni, non sarebbe difficile applicare il pensiero creativo in "sé"ma trascinati dalla routine e dai nostri schemi strutturati ce ne dimentichiamo. Preconcetti e abitudini credo siano la resistenza maggiore al "buon pensare".
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