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Home/ Psicotecnologie e Processi Formativi - Uninettuno/ Group items tagged intelligenza connettiva

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Marco Valotto

Qualche definizione - 25 views

Vorrei contribuire anch'io alla definizione di Psicotecnologia: La psicotecnologia è quella branca della psicologia generale che studia l'impatto psicologico dell'utilizzo delle tecnologie, sopratt...

psicotecnologie intelligenza ipertestuale collettiva connettiva congizione distribuita

Graziella Fiorini

L'intelligenza - 4 views

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    Una definizione unica e oggettiva di intelligenza non è certo facile. Non a caso i test per la misurazione del Q.I. (Quoziente Intellettivo) sono stati fortemente ridimensionati dalla semplice considerazione che è possibile definire diversi tipi di intelligenza.
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    Per quanto l'intelligenza sia stata a lungo studiata da una moltitudine di ricercatori, si è ancora lontani dall'aver raggiunto un consenso unanime su una definizione capace di fissarne le caratteristiche di maggior rilievo. Senza pretendere di dire l'ultima parola in merito, si può comunque affermare che l'intelligenza, in un'ottica evoluzionistica, intesa come strumento che migliora l'adattamento all'ambiente, è in primo luogo la capacità di risolvere nuovi problemi, oppure di risolvere vecchi problemi in maniera innovativa. L'intelligenza è anche implicata nello stabilire nuovi nessi o rapporti tra due o più elementi, come pure nel rilevare contrasti o relazioni problematiche tra essi. Tali operazioni non sono strettamente limitate al momento presente o a un passato più o meno lontano, ma possono riguardare anche situazioni che non si sono ancora realizzate e perfino situazioni ipotetiche che potrebbero non verificarsi mai. L'elemento novità sembra essere comunque un requisito comune affinché si possa parlare di un effettivo utilizzo di facoltà intelligenti. Infatti, la semplice applicazione di regole o algoritmi per portare meccanicamente a termine compiti o per risolvere problemi già affrontati con successo in passato non si considera, in genere, un'attività intelligente. Questo aspetto costituisce una distinzione fondamentale da far valere nei confronti di coloro che ritengono le doti intellettive umane interamente riducibili a operazioni computazionali. La cosiddetta Intelligenza Artificiale si propone di emulare le capacità del nostro cervello (quindi anche l'intelligenza) mediante la semplice esecuzione di operazioni sulla base di procedure e regole per la manipolazione di simboli. Essendo esse predefinite, ossia fornite prima che l'elaboratore elettronico svolga il compito assegnato, non possono avere nulla di realmente innovativo. Forse l'aspetto distintivo dell'intelligenza umana rispetto alle capacità di calcolo dei computer st
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    Questo contributo mi sembra che rispetto ai contenuti del corso non sia adeguato nel senso che non parla del concetto di mente-elaboratore, il nuovo connubio che porta la nostra mente all'esterno del nostro corpo e connettendola con il computer la amplia di tutte quelle potenzialità da esso derivanti: c'è una nuova forma di intelligenza, interattiva e potenzialmente illimitata. Inoltre è corretto nei contenuti proposti a proposito delle considerazioni iniziali sulle variee definizioni di intelligenza del passato. Il testo si interrompe, lasciando intendere la riflessione finale che sottolinea la diversità tra mente e CPU del computer, ma a mio avviso non si deve parlare tanto di differenza ma piuttosto di intelligenza potenzialmente illimitata, derivante dall'interazione tra uomo e computer.
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    Il tema del Q.I. è ormai superato da tempo. Almeno da quando lo psicologo statunitense Howard Gardner ha distinto ben 9 tipi di intelligenza. Voglio citarne solo una che ci riguarda più da vicino, l'intelligenza interpersonale che relativa alla capacità di comprendere gli altri, le loro esigenze, le paure, i desideri nascosti, di creare situazioni sociali favorevoli e di promuovere modelli sociali e personali vantaggiosi. Questo tipo di intelligenza a mio parere riguarda non solo i singoli ma anche le collettività. Con i sistemi complessi basati sulla fiducia e il rischio, sempre più fondamentale diventa questo tipo di intelligenza inviestigata da Pierre Levy in questa bella conferenza sul dibattito intelligenza collettiva e intelligenza connettiva nell'impresa e nell'insegnamento. http://www.youtube.com/watch?v=0yl9Fjf1_OE
nunzianazzano

7 tipi di intelligenza secondo Gardner - 16 views

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    Partendo dalle sette forme di intelligenza individuate da Howard Gardener, possedute da ciascuno in modo qualitativamente diverso, mi sembra adeguato distinguere ulteriormente, all'interno di queste categortie, l'intelligenza di tipo culture free e culture fair: è la nostra natura individuale a renderci intelligenti o la cultura, che abbiamo appreso durante la nostra interazione con l'ambiente sociale e virtuale, in cui viviamo? Vari test di intelligenza misurano sia le varie sfacettature dell'intelligenza, spaziale, logico-matematica..., sia le influenze o meno del fattore culturale, formulando infine un punteggio globale, che renda conto delle varie performance. L'intelligenza è pertanto una combinazione di abilità naturali e apprese per la sopravvivenza, la riproduzione e il progresso. Al giorno d'oggi stabilire se si è più o meno intelligenti, sembrerebbe valutabile in base al conto in banca, in realtà a mio parere l'intelligenza di una persona sta nella libertà di poter gestire il proprio tempo: essere liberi di, avere il tempo per, è ciò che ci consente di pensare e riflettere non solo fra noi stessi ma estendendo il nostro pensiero al computer, strumento estremamente potenziante dell'intelligenza umana. In conclusione grazie a Internet dovremmo rivedere il concetto di natura dell'intelligemza. in quanto oltre alle caratteristiche individuate da Gardner ad esempio e dai fattori naturali e culturali, si è aggiunta quella interattiva con il computer e gli altri utenti, abbiamo unito la nostra mente alla CPU e a quelle degli altri utenti.
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    Howard Gardner è un professore di pedagogia e psicologia all' Università di Harvard noto a livello mondiale per la sua "teoria sulle intelligenze multiple". Assunto fondamentale dei suoi studi è l'esistenza, infatti, di sette intelligenze diverse e relativamente indipendenti tra di loro intese dall'autore come moduli mentali distinti ed interagenti. Queste intelligenze sono raggruppate nell'elenco sottostante nel quale sono specificate anche le relative attività umane specifiche per ogni tipologia: 1) INTELLIGENZA LINGUISTICA usata nel leggere libri, scrivere testi, comprendere parole parlate; 2) INTELLIGENZA LOGICO-MATEMATICA usata nella soluzione di problemi matematici e nel ragionamento logico; 3) INTELLIGENZA SPAZIALE usata nello spostarsi da un posto all'altro, nel leggere le cartine, nel disporre le valige nel portabagagli di una macchina in modo che occupino meno spazio possibile; 4) INTELLIGENZA MUSICALE usata nel cantare una canzone, nel comporre una sonata, nel suonare la tromba o semplicemente nell'apprezzare la struttura di un brano musicale; 5) INTELLIGENZA CORPOREO-CINESTESICA usata nel ballare, nel giocare a pallacanestro, nel correre i 100 metri o nel lancio del giavellotto; 6) INTELLIGENZA INTERPERSONALE usata nel relazionarsi ad altre persone, nel comprenderne il comportamento, le motivazioni o le emozioni; 7) INTELLIGENZA INTRAPERSONALE usata nel capire se stessi, chi siamo, che cosa ci fa essere come siamo, come cambiamo nel tempo.
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    interessante teorizzazione di Gardner sulle intelligenze multiple con le quali sostituiva la concezione classica di intelligenza come unica e misurabile attraverso test standardizzati.
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    In un mondo in cui sempre di più il "diverso" è bello e arricchisce credo che sarebbe importante, soprattutto nelle scuole, rendere questa diversificazione delle intelligenze patrimonio culturale condiviso cosicché ciascuno di noi possa rispecchiarsi nell'intelligenza che meglio lo rappresenta e riconoscere il proprio valore
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    Oltre a Gardner, parlando del tema dell'intelligenza, credo sia giusto citare anche Daniel Goleman che parla di intelligenza emotiva. Derrick de Kerckhove usa invece un nuovo termine e parla di intelligenza connettiva. Come suggerisce il termine stesso,mira alla connessione, alla messa in relazione delle intelligenze, e sottolinea il "rapporto" che esse intrattengono. Credo fortemente che questa intelligenza connettiva possa favorire l'apprendimento emotivo.
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    Sicuramente interessante e poco presente nell'istruzione scolastica del nuovo millennio il concetto di intelligenza multipla. Perché studenti adolescenti che si trovano quindi in una tappa evolutiva importante e molto delicata, dopo tanto impegno ma scarsi risultati , viene permesso di arrivare a pensare di non avere le capacità necessarie e "normali" per quella età, facendo paragoni con i compagni di classe e andando ad indebolire la propria autostima e autoefficacia percepita.. magari soltanto perché non eccellenti in compiti di matematica e logica. Leggendo anche gli altri commenti dei colleghi, ho ricordato un ragazzo di 12 anni che ho conosciuto tempo fa e che ricordo sempre sminuire e dare poca importanza ai buoni voti ottenuti ai compiti di scienze e arte, materie che lo appassionavano, poiché per quanto riguardava matematica non riusciva ad ottenere una sufficienza, nonostante i tanti sforzi e lezioni di ripetizione privata. Certamente ogni studente avrà le proprie preferenze in ambito di studio scolastico, e materie in cui riscontrano più difficoltà, ma credo che questo non debba portare ad una diminuzione dell'autostima e della percezione e consapevolezza delle proprie capacità. A tal proposito ritengo che sia molto importante divulgare a scuola insegnamenti come quello di Gardner, proprio perché come ha precedentemente scritto una collega, in questo modo ogni ragazzo potrebbe rispecchiarsi nell'intelligenza che meglio lo rappresenta, riconoscere le proprie capacità, aumentare la propria autostima e di riflesso crescerebbe anche la motivazione e la voglia di riuscita in quelli che sono ambiti dove presentano maggiori lacune.
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    Purtroppo solo chi intraprende un certo tipo di studi viene a conoscenza di questa teoria. In questo modo molte persone non vengono valorizzate e vengono scartate dal mondo socioculturale in cui viviamo. Ogni sistema educativo e diverso nel suo modo, e quasi tutti hanno aspetti negativi a riguardo. Ad esempio negli Stati Uniti d´America l´intelligenza cinestetica o sportiva é altamente valorizzata ma sempre in base al sistema capitalistico in cui viviamo.
Alessandro Bigarelli

Il blog: strumento dell'intelligenza connettiva - 6 views

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    Breve riflessione sull'intelligenza connettiva a mezzo blog, da Levy a De kerchove
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    Il blog è la nostra voce sul web. Uno spazio dove raccogliere e condividere qualsiasi cosa che stimoli il nostro interesse, basta possedere internet e creiamo un sito per pubblicare storie, informazioni, commenti, opinioni. A differenza dei forum che sono tematici e ristretti tra confini ben definiti, i blog non hanno delimitazioni. Il nostro D. De Kerckhove definisce il blog "intelligenza connettiva", che stabilisce un cambiamento umano che non potrebbe esistere senza internet . La blogosfera dimostra, di giorno in giorno, una capacità di inventare funzioni sempre nuove. Le ultime tendenze dimostrano che il blog ha voglia di espandere, superare i confini del "solo testo". Infatti, si fanno avanti anche gli audio e le foto blog: si "postano" file audio e scatti digitali, gestendo il tutto con il telefono cellulare.
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    L'articolo è una esemplificazione di quanto De Kerchkove esprime nelle lezioni del corso. Il Blog, è tuttavia uno solo dei sempre nuovi strumenti di "connettività" della rete, e la lista è in continua evoluzione. Straordinario in questo senso è l'apporto degli strumenti nuovi, quali quelli Google based, quali non ultimo sketchup nell'integrazione con Google earth, che permettono la creazione virtualizzata di oggetti della vita reale al fine di integrarli con altri e di inserirli nelle mappe online. In questo modo l'apporto di molti porterà alla ricostruzione di intere città, ed anche alla costruzione di città "nuove" dove i desideri degli abitanti potrebbero essere integrati prima nelle cittàvirtuali e solo poi in quelle reali. Così come quindi i Blog hanno portato alla condivisioni delle opinioni e dei pensieri, e Facebook li ha in qualche modo soppiantati per semplicità, la possibilità di virtualizzare il mondo porterà a condividere una visione degli spazi diversa condivisa e connettiva
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    De Kerkove ci dice che l' intelligenza connettiva è l' intelligenza collettiva messa in rete e che pertanto il sapere è condiviso e con esso anche l'attività critica è continuativa e duratura. Il blog, come nel caso de " La Gazzetta del Profeta", giornalino scolastico on line sulla scuola Di Hogwarts, progettato da Heather Lawer di 13 anni, offre la possibilità di costruire un' identità fittizia, dove si possono assumere diversi ruoli, creando veri e propri " Biglietti d' ingresso" per la creazione collettiva di fantasia. Si può avere un vero e proprio gioco di ruolo, che se letto come esplorazione di un Regno Immaginario può portare allo sviluppo di una conoscenza adeguata di noi stessi e della cultura che ci circonda. Fornendoci una padronanza intellettuale che si acquisisce solo attraverso la partecipazione attiva, un pò come l'industriosità opposta al senso di Inferiorità di cui parla Erikson e che ci porta a sperimenatre la " sensazione di essere in grado di..." e con conseguente evoluzione nel processo di costruzione del sè.
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    Il blog è la voce del web è uno spazio dove raccogliere e condividere qualsiasi cosa, basta avere internet e possiamo,con un sito, pubblicare informazioni, commenti, opinioni. De Kerckhove definisce il blog "intelligenza connettiva", stabilisce che c'è stato un cambiamento umano che non potrebbe esistere senza internet, un cambiamento che è cresciuto a poco a poco e ha preso potere sull'organizzazione mentale delle persone. Il blog è l'ipertesto. La blogosfera dimostra, di giorno in giorno, una capacità di inventare funzioni sempre nuove. Le ultime tendenze dimostrano che il blog supera i confini del "solo testo". Infatti, si fanno avanti anche gli audio e le foto blog: si postano file audio e scatti digitali, gestendo il tutto con il telefono cellulare.
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    eppure a me sembra che il blog sia ancora un diario un po' narcisistico, nel senso che ancora, almeno in Italia, non è riuscito a diventare espressione di intelligenza connettiva. Infatti sono pochissimi i blog che hanno un grande seguito e stimolano molti commenti costruttivi, spesso sono commenti fatti da altri blogger nella speranza che poi l'altro blogger ricambi la visita. Quindi lo prendono come un proprio spazio di espressione di sé, non come spazio per costruire una conoscenza insieme. Sono i più i forum forse che stimolano intelligenza connettiva, perché si discute e insieme di chiarisce un tema: non è una persona che dice la sua, ma uno spazio comune dove si collabora e ciascuno da il suo contributo. Blog è casa del blogger, forumm è casa di tutti!
brunella romano

MediaMente: "Due filosofi a confronto. Intelligenza collettiva e intelligenza connettiv... - 5 views

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    Firenze - Mediartech, 27/03/98 "Due filosofi a confronto. Intelligenza collettiva e intelligenza connettiva: alcune riflessioni" SOMMARIO: Levy: Internet non cambia il concetto dello spazio e del tempo, ma modifica lo spazio ed il tempo, poichambia sostanzialmente il nostro rapporto con l'ambiente esterno (1).
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    Questa intervista parallela a Pierre Levy e a Derrick De Kerckhove risulta utile per comprendere le differenze tra "intelligenza collettiva" e "intelligenza connettiva". Il concetto di intelligenza connettiva formulato da De Kerckhove, pur traendo ispirazione da quello di 'intelligenza collettiva' di Levy, in un secondo tempo si distingue da esso caratterizzandosi nella pratica diretta del concetto di 'intelligenza collettiva'.
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    "La mente umana ha bisogno della relazione con l'altro per svilupparsi": è partendo da questa affermazione nonché dalle poche certezze e i molti dubbi di uno studente che si avvicina solo ora alle nuove modalità di apprendimento in rete, pur non conoscendole a pieno dal loro interno, che si sviluppa questo breve lavoro atto a carpire le intuizioni brillanti che ci hanno regalato alcuni "guru" del tema dell'apprendimento come Levy, De Kerckhove e Spaltro.
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    Confronto tra le posizioni di Levy e De Kerckhove. Interessante la distinzione che fa dei 2 concetti De Kerckhove alla domanda 4.
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    L'intelligenza collettiva necessita di un rapporto personale inteso come incontro fisico tra le persone e non con una web cam. Questo perchè l'intelligenza collettiva è alimetata anche dalle emozioni e dalle sensazioni che scaturiscono da confronto e/o scontro di idee fatto a visus. L'intelligenza connettiva non ha la necessità di incontrare fisicamente altre persone perchè l'apprendimento avviene direttamente sulle risorse della rete
rosa maria tafuri

Psicopedagogika - Psicologia e formazione - - Intelligenza - 6 views

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    Per Platone l'intelligenza è ciò che distingue le diverse classi sociali ed è distribuita da Dio in maniera diseguale. Aristotele sosteneva che tutte le persone, tranne gli schiavi, esprimessero facoltà intellettive più o meno uguali, e che le differenze fossero dovute all'insegnamento e all'esempio. Al giorno d'oggi esistono diverse concettualizzazioni di intelligenza.
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    L'intelligenza è la somma di variabili fattori, che come le note del pentagramma concorrono con diversi e variabili accenti a produrre e sviluppare la musica del nostro pensiero.
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    Io credo che, relativamente all'intelligenza, il problema stia nel giudizio di valore che viene dato alle diverse forme di intelligenza. Se una persona ha un'altissima intelligenza emotiva, per cui riesce ad interpretare e capire i segnali che un'altra persona manda, riesce a "capire" profondamente gli altri, non sarà mai valutata intelligente tanto quanto un'altra persona che risolve un difficile problema matematico, ma non sa capire nulla dei bisogni o delle emozioni degli altri. Perché? Perché ci hanno insegnato che l'intelligenza logico-matematica è "intelligenza", quella verbale è "capacità di parlare", quella emotiva è "bontà" o "comprensione". Non so quanto tempo ci vorrà perché le diverse intelligenze (motoria, sensoriale, musicale, insieme a quella spaziale, logico-matematica ecc) siano valutate alla pari. Non so se mai avverrà. Un'intelligenza musicale è altamente valutata se chi ce l'ha diventa un grande musicista. Altrimenti non è presa granché in considerazione. E la capacità di "essere felici"? E' idiozia o intelligenza all'ennesima potenza?!
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    I contributi sull'intelligenza sono stati molteplici, una definizione generale che ho trovato la definisce come: "quel processo mentale che permette di acquisire nuove idee e capacità che consentono di elaborare concetti e i dati dell'esperienza per risolvere in modo efficace diversi tipi di problemi". Spearman definisce l'intelligenza come un fattore di base comune a tutte le attività intellettuali, che chiamò fattore G. Thurstone e Guilford criticarono però la posizione di Spearman sostenendo invece che l'intelligenza fosse costituita da molteplici fattori di abilità mentale tra loro indipendenti. Sternberg ha cercato di sintetizzare queste diverse posizioni sostenendo che il numero dei fattori cambia con il crescere dell'età: si passa così da un'abilità intellettuale generale a vari gruppi di abilità. Gardner ha elaborato la teoria delle intelligenze multiple, secondo la quale non esisterebbe un'unica forma generale di intelligenza, ma distinti tipi di competenze (linguistica, musicale, spaziale, logico-matematica) ciascuna competente per l'elaborazione di uno specifico ambito di informazioni. Oggi si parla di intelligenza distribuita, si è ormai sviluppata la consapevolezza che molte parti dell'intelligenza sono distribuite, non si trovano nella nostra testa, ma risiedono anche nel contesto in cui viviamo. Ogni giorno utilizziamo strumenti e materiali per svolgere le nostre attività, libri, agende, sempre di più computer e strumenti informatici, ma soprattutto parte della nostra intelligenza distribuita sono anche gli altri individui. E prendendo spunto dalle parole di De Kerckhove arrivo ad un'altra forma di intelligenza, quella connettiva. Grazie alle nuove tecnologie gli schermi dei computer divengono "luoghi in cui il pensiero viene scritto, ma simultaneamente, anche luoghi il cui il pensiero viene condiviso e elaborato da diverse persone che possono incontrarsi da qualunque posto si trovino, quando vogliono per dare il proprio contri
rosa maria tafuri

COSA E' L'INTELLIGENZA? - 6 views

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    L'intelligenza può essere definita come un complesso di condizioni che hanno a che fare con la CONOSCENZA sui MECCANISMI DI ACQUISIZIONE di questa e sulle MODALITÀ DI APPLICAZIONE della stessa alla realtà.
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    Buon articolo da poter utilizzare come base di partenza per il nostro corso
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    In psicologia, il termine intelligenza è riferito alla capacità di acquisire conoscenze da utilizzare in situazioni nuove, adeguando (o modificando, quando necessario) le strategie individuali alle caratteristiche dei problemi, agli obiettivi perseguiti e ai risultati ottenuti. L'intelligenza può essere definita come la capacità di apprendimento e di comprensione, che si differenzia da ciò che viene comunemente chiamato intelletto in quanto comprende anche la capacità di affrontare situazioni concrete in modo efficace e di rielaborare le esperienze e gli stimoli esterni. L'intelligenza viene quindi descritta non come una particolare abilità, ma come una capacità generale dell'individuo di cogliere ed affrontare il mondo; una capacità globale che consente all'individuo di comprendere la realtà e di interagire con essa. L'intelligenza è, quindi, un'entità globale e multisfaccettata non singolarmente definibile. Infatti, una delle prime problematiche incontrate nello studio del concetto è stata proprio quella di formulare una definizione consensuale dell'oggetto di studio.
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    I contributi di Gadner e Sternberg inducono a ritenere che nell'intelligenza siano presenti aspetti personali e sociali. Intelligenza sociale: competenza con cui le persone affrontano i problemi della vita quotidiana. L'intelligenza sociale si riflette nell'abilità delle persone di perseguire i propri obiettivi adattando flessibilmente il proprio comportamento in modo da trarre il maggiore vantaggio dalle circostanze. Intelligenza emotiva: essa coincide con la capacità di comprendere le emozioni e i sentimenti propri e altrui e usare tali informazioni per guidare il proprio pensiero e le proprie azioni. Salovery ha individuato delle componenti dell'intelligenza emotiva: riconoscimento delle emozioni in se stessi e negli altri, regolazione delle emozioni proprie e degli altri, l'uso strategico delle emozioni per scopi connessi alla motivazione e alla soluzione dei problemi. Goleman ha individuato sette aspetti dell'intelligenza emotiva: autocoscienza, automotivazione, persistenza di fronte alle avversità, controllo degli impulsi, regolazione dell'umore, empatia, ottimismo. Le emozioni svolgono un ruolo dinamico nei processi di autoregolazione. Una difficoltà che si è riscontrata nello studio dell'intelligenza emotiva è relativa alla difficoltà di misurare l'intelligenza emotiva. Saggezza: Baltes sostiene che la saggezza coincide con una competenza cognitiva relativa a questioni riguardanti la pratica e il significato della vita quotidiana. Essa riguarda le conoscenze possedute sulle caratteristiche essenziali della natura umana e del suo sviluppo, le relazioni dell'individuo con il mondo sociale. Un individuo per essere saggio deve possedere sia le conoscenze, sia le strategie per metterle in pratica. le conoscenze si acquisiscono grazie all'esperienza. La saggezza sembra aumentare con l'età.
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    Pensare non è assolutamente un attività solitaria soprattutto con l'affermazione dell'era elettronica in cui INTER-LIGERE significava già collegare contenuti, ciò che oggi in Rete definiamo "Linking", ovvero legare insieme azioni separate. Si può affermare che il computer stimoli capacità già disponibili nella nostra mente, esternalizzando la nostra intelligenza ipertestuale; Rende visibili le nostre idee o progettazioni, le memorizza in documenti, ne permette la rielaborazione nel tempo e la condivisione con gli altri. Cosi dal pensiero individuale, la tecnologia ci ha condotto alla nuova intelligenza collettiva.
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    ...infatti, la nuova intelligenza collettiva, o "connettiva", così come sosteneva Pierre Levy. L'uso di Internet favorirebbe la nascita di questa nuova forma di intelligenza connettiva: la ricerca di informazioni, lo scambio di informazioni e la loro rielaborazione comune producono un risultato molto superiore alla loro semplice somma e danno vita a forme di conoscenza e stili di apprendimento diversi e del tutto nuovi.... I paradigmi dell'apprendimento aperto e dell'apprendimento cooperativo, che tratteremo in seguito, rientrano in questo concetto di intelligenza collettiva e nel modello di rete che è anche simbolo di una diversa organizzazione dell'attività umana, nel senso di una società più flessibile e decentrata.
olga gabriela hetrea

intelligenza connettiva e apprendimento emotivo - 6 views

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    De Kerckhove, filosofo, sociologo e futurologo, discepolo di Mc Luhan, attento alle problematiche legate alla comunicazione, ai condizionamenti che la tecnologia ha sul linguaggio, sostiene che "il computer è una psico-tecnologia, ossia un'estensione del nostro pensiero che si esterna attraverso il linguaggio, estensione della nostra mente"1. La mente, sia per alleggerirsi dal carico cognitivo sia per aprire nuovi spazi della mente, si appoggia continuamente a tools (strumenti) esterni che hanno il compito di immagazzinare, amplificare, velocizzare, sostenere le informazioni. Internet, in quanto scaffolding (impalcatura che favorisce l'accesso alla conoscenza) ricco di risorse distribuite, rappresenta "una forma di estensione dell'intelligenza e della memoria privata ma fatta collettiva"2, collettiva in quanto la gente lavora con le stesse modalità del lavoro di gruppo, insieme, ma senza perdere la propria identità. Ormai l'informazione non risiede più solo nella testa ma anche nello schermo che, attraverso l'interconnessione mondiale, moltiplica le conoscenze; il sapere di milioni di intelligenze umane è sempre al lavoro, si smaterializza passando dal testo stampato alla rete, si amplifica per la sua caratteristica di editabilità, si distribuisce di computer in computer attraverso le linee telefoniche. Ognuno può connettersi con questa memoria collettiva, mondiale come fosse la propria. La rete Internet è simile ad un cervello che continuamente apprende e si ristruttura, è la coscienza del mondo, è lo spazio pubblico comune che abbatte confini e limiti geografici. Ciascuno può connettersi e disconnettersi a questa "intelligenza condivisa" a questa "mente sempre in funzione" con il vantaggio di lasciare invariata l'integrità della struttura. Dall'intelligenza collettiva muove la riflessione di De Kerckhove3 che compie un passo successivo in direzione delle applicazioni concrete dell'idea di Lévy. L'intelligenza connettiva, come suggeri
Elio Cimmaruta

Alla ricerca dell'intelligenza connettiva - 5 views

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    …Il poeta è il primo scienziato, colui che si occupa del software che utilizza l'uomo: il linguaggio. Nell'epoca dell'elettronica il poeta è colui che scrive il software il nuovo linguaggio. La nuova poesia è quella del software; Linus Thorvald è il grande poeta dell'oggi; Linux è una forma d'arte, è una poesia moderna. Accanto a questa nuova idea di poesia sopravvive tutto un mondo di nomi e di "modi di dire". Diventa valore un semplice nome, ho visto nomi di domini quotati ben due milioni di dollari…
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    propongo la lettura della trascrizione di questo interessante e chiarificatore intervento di De Kerckhove al Convegno internazionale "Professione giornalista: nuovi media, nuove informazioni". Si tratta di una relazione sulle sue ricerche sull'intelligenza connettiva.
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    Per De Kerckhove se l'intelligenza collettiva è il quadro di riferimento del pensiero umano, del pensare dell'umanità, l'intelligenza connettiva ne è la parte "in movimento", il lato che si attiva per la risoluzione pratica, "sperimentale", di un problema specifico. Essa si affida alla "moltiplicazione" delle intelligenze, favorita dalla connessione, piuttosto che alla loro somma, situata nel "collettivo". De Kerckhove insiste cioè sul carattere aperto del concetto di intelligenza connettiva rispetto all'immagine di "contenitore chiuso" a cui rimanderebbe l'intelligenza collettiva Il suo tentativo non è tuttavia quello di "staccare" la propria ricerca dal campo dell'intelligenza collettiva, ma quello di delimitare al suo interno un settore di indagine e di sperimentazione per così dire "applicativo".
Maurizio Aucone

Siamo stupidi perché viviamo di più così il progresso danneggia l'intelligenz... - 12 views

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    Segnalo l'articolo apparso su Repubblica questa mattina in merito allo studio dell'università di Stanford: l'uomo ha raggiunto il picco della sua evoluzione celebrale oltre 2000 anni fa, poi la 'rete di sicurezza' della società ha causato l'impigrimento e la recessione dell'intelletto, ma l'essere umano per fortuna ha una straordinaria capacità di adattamento.
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    Articolo molto interessante, al quale avrei asseganato anche il tag dei psicotecnologie, in quanto tutto l'articolo riporta si studi sull'intelligenza, ma in relazione allo sviluppo psicotecnologico della nostra generazione.
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    E' uno studio interessante e centra perfettamente il nostro adattamento alla società senza ma rinnovarsi.
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    Il punto fondamentale è l'acquisizione di maggiore flessibilità intellettiva. Probabilmente moriremo tutti se posti nelle condizioni di doverci procurare cibo cacciando. Ma è anche vero che le capacità utili per vivere oggi sono altre. Questo nuovo stato di cose effettivamente limita moltissimo la selezione naturale. Di contro la presenza di più persone rispetto al passato offre possibilità di espressioni di entità non più fatte da singoli ma di gruppo. Intelligenza connettiva e cognizione distribuita permettono la nascita di macro entità sociali. A questo livello oggi è presente la selezione naturale.
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    Ci siamo evoluti nella derezione che ci permette di sopravvivere nell'era in cui ci troviamo. Questo comporta che ai giorni nostri le priorità siano altre, cosi non siamo più in grado di cacciare a mani nude per sfamarci, ma siamo capaci ad esempio a compiere delle transizioni monetarie astratte, senza vedere la moneta fisica, cosa che i nostri avi non avrebbero mai fatto. È anche vero che la nostra civiltà attuale consente limiti di selezione molto più ampi, questo in un certo senso è da interndersi come una "contro-evoluzione".
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    Articolo interessante riguardo alla sviluppo dell'intelligenza nei secoli. Non mi trovo del tutto daccordo con l'affermazione che oggi l'uomo è meno intelligente, sinceramente credo che con l'avvento del digitale di conseguenza anche il cervello umano si sia evoluto per adattarsi al mondo. Un tempo si valutava l'intelligenza di un uomo a seconda delle invenzioni industriali che esso era in grado di creare, oggi invece avendo un mondo digitale a adisposizione si può reputare intelligente un uomo che conosce tutto di una tecnologia informatica già nota e che utilizza il proprio sapere per innovare qualcosa di già esistente. Possiamo quindi dire a mio parare che per valutare se l'Umanità è più o meno intelligente ora rispetto ai secoli passati bisognerebbe cambiare i metodi di valutazione dell'intelligenza stessa.
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    Ad oggi, risulta troppo semplicistico parlare di "intelligenza" e "stupidità" come se fossero due poli opposti di un unico continuum, in quanto si è dimostrato che esistono diversi tipi di intelligenza, ognuno relativo a diversi tipi di capacità, che possono essere logiche, quanto sociali, quanto emotive. Per questo mi trovo maggiormente d'accordo con l'intervento di Elia Stupka, che alla fine dell'articolo fa riferimento alle nostre capacità adattive e alla profonda complessità che contraddistingue l'essere umano, impedendo delle nette separazioni, come tra il bianco ed il nero. Impossibile negare che i supporti tecnologici alle conoscenze indeboliscano alcuni aspetti della memoria: già Platone criticava la scrittura e l'eccessiva fiducia riposta nel linguaggio. Ogni tecnologia - anche l'alfabeto stesso - ha aspetti negativi e positivi, legati essenzialmente all'uso che se ne fa. Non si può pensare che un medico delle future generazioni sia meno competente di uno delle passate: avranno utilizzato metodi di studio differenti, saranno stati supportati da diversi strumenti, ma la loro competenza sta nel risultato delle loro azioni. Non si possono demonizzare strumenti che facilitano la vita solo perché in alcuni casi hanno degli esiti fallimentari: importante è, al contrario, fare in modo che tali strumenti siano correttamente utilizzati in virtù del progresso.
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    L´articolo e´ interessante e appropriato al tag. Dal mio personalissimo punto di vista risulta leggermente fuorviante il fatto che nell´articolo associ in maniera inversamente proporzionale il progresso all´intelligenza, troppo generico insomma... Ormai si sa che esistono vari tipi di intelligenze e che piu´ si invecchia piu´ l´organismo va in decadenza ed e´ passibile di degenerazioni anche a livello cerebrale e psichico andando ad intaccare dunque la sfera cognitiva. Inoltre oggi la tecnologia e la globalizzazione, che poi sarebbero anche i risultati dell´evoluzione cognitiva dell´uomo, hanno permesso di sostituire in parte la nostra intelligenza a scopo economico per il nostro benessere psicofisico in generale. Pertanto non credo che l´uomo sia divenuto meno intelligente ma semplicemente abbia trasposto la sua intelligenza in favore della propria comodita´.
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    La prima considerazione che mi viene in mente é : cosa si intende per intelligenza? L'effetto Flynn indica un aumento progressivo del QI nel corso del trascorrere delle generazioni. Sono cambiati i criteri con cui valutiamo l'intelligenza oggi, in base a quelle che sono le richieste adattive verso un ambiente sempre piú complesso e che si muove sempre piú velocemente. Il concetto di "selezione naturale" andrebbe contestualizzato alla società in cui viviamo oggi, che seppure attraverso modalità diverse, e mezzi diversi, la società odierna ci pone dinanzi ad ostacoli e innumerevoli difficoltà , i predatori continuano ad esistere, seppur in "forme" diverse, il cibo continuiamo a procacciarcelo, seppure attraverso modalità diverse ( i soldi). (Dunque leggendo questo articolo, mi chiedo, secondo quale punto di vista, stiamo diventado meno intelligenti? è possibile considerare l'intelligenza nella sua pura accezione "genetica"? Credo che l'intelligenza sia molte cose e possa assumere molte forme e sfaccettature, pertanto risulta alquanto riduttivo questo ragionamento, a mio parere. Sono d'accordo con Elia Stupka ,circa il fatto che la teoria proposta sembra alquanto semplicistica e che i cambiamenti avvenuti a livello genetico, cerebrale, psicologico e sociale non siano necessariamente cambiamenti negativi, credo che tutto debba essere contestualizzato e riportato all'interno della realtà così com'é adesso. Trovo che "confrontare" la società com'era 2000 anni fa a quella di oggi, basandosi su una singola variabile "genetica", non sia abbastanza. Il concetto di selezione sociale andrebbe contestualizzato a quelle che sono le dinamiche sociali oggi. Oggi viviamo in una società moderna molto piú complessa rispetto a quella di 2000 anni fa, nuove competenze, nuove abilità e nuove capacitá intellettive si sono sviluppate negli anni al fine di adattarci ad una realtà completamente diversa. (L'immensa complessit
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    Articolo e ricerca molto interessante ma mi trovo a chiedermi se sia veramente così, essendo esseri umani ci adattiamo all'ambiente intorno a noi: 1500 anni fa in molti sapevano come gestire il bestiame, coltivare i campi, e c'erano molti artigiani con talento straordinario. Allo stesso momento, queste stesse persone non sapevano ne leggere ne scrivere, cosa che ogni bimbo ormai impara a 5/6 anni. E' tutta questione di ambiente, società e bisogni.
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    C'è però una semplificazione macroscopica dell'autore dell'articolo, che spiega la selezione naturale secondo il senso comune, alimentando quindi una falsa credenza con la forza di un'autorevole testata, ma non secondo il modo corretto che è quello dell'adattamento della specie all'ambiente.
Maria claudia cammisecra

L'intelligenza connettiva come risultante di intelligenza collettiva ed emotiva - 2 views

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    La natura della Rete ci potrebbe garantire una moltitudine di connessioni parallele ed incrociate ma - come abbiamo visto- non esiste un meccanismo che trasformi automaticamente la quantità in qualità, il sapere della folla in tante menti pensanti. La rete è uno strumento collaborativo fondamentale per abilitare l'intelligenza connettiva e aggregare i contenuti generati dagli utenti, ma questo a volte e in certi contesti non basta. Serve infatti anche un "aggregante emotivo" che valorizzi i contributi di tutti e favorisca il libero scambio.
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    Il brainstorming è una tecnica comunemente utilizzata nelle agenzie pubblicitarie per stimolare la creatività : ci si riunisce per parlare delle caratteristiche del servizio o prodotto oggetto della campagna. Ognuno espone le proprie idee e dagli interventi delle varie persone spesso si hanno degli spunti per nuove idee su come migliorare il prodotto o come trovare un nuovo posizionamento sul mercato.
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    Credo che l'intelligenza connettiva, così come coniata da De Kerckove, sia l'applicazione pratica sul web e tramite le tecnologie attuali dell'iniziale intelligenza collettiva di Levy. Levy non fa altro che dare "potere", dare speranza e possibilità alle comunità grassroot spiegando come uniti possono "sapere tutto", possono allargare le proprie conoscenze limitate ad un singolo punto, e possono "vincere" anche contro le Corporate, ribaltare una situazione da pull-down a pus-up. Quest'allargamento, si traduce in termini pratici nel web, come accenna appunto l'autore dell'articolo linkato in un collegamento. Ci si collega, ad un sito, ad un portale, ad un servizio che può aiutarci nell'espandere il nostro pensiero fino a quel momento limitato. La possibilità di allargare le nostre conoscenze, e di connetterle appunto a quelle altrui. Questo è uno degli usi potenziali della rete, ma così come tutte tecnologie è bene saperne i potenziali, ma bisogna saperle adoperare al meglio.
Mannuzza Salvatore

Intelligenza Collettiva e Connettiva di Umberto Santucci - 2 views

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    In queste pagine l'autore mette in relazione il concetto di Intelligenza Collettiva (Levy) con il concetto di Intelligenza Connettiva (De Kerckhove). In basso noterete anche i riferimenti bibliografici da cui prendere eventuali ulteriori spunti e approfondimenti.
Romina Mandolini

La Natura dell'Intelligenza - 3 views

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    In linea generale, possiamo definire l'intelligenza umana come quella facoltà che consente di conoscere la realtà in cui siamo immersi e di interagire con essa a diversi gradi e livelli. Sulla natura di questa la scienza non è ancora unanime, poiché sono troppi e complessi gli interrogativi che essa suscita. L'Intelligenza non è il risultato di un'analisi lineare della realtà, ma il prodotto di una pluralità di strategie cognitive che integrano più livelli di analisi, in funzione della complessità di ciò che ci troviamo a dover affrontare. Per riuscire in questo si serve del raziocinio, delle emozioni e di tutti quegli strumenti tipicamente animali, come memoria, impulso, sensazione, istinto, che questa combina per il raggiungimento dei suoi scopi, secondo schemi organizzati così complessi che ancor'oggi sfuggono a una costruzione teorica univoca. Gli studi sull'Intelligenza artificiale e i numerosi successi non hanno fatto altro che evidenziare ancora di più i divari sostanziali che permangono tra i processi cognitivi umani e quelli artificiali. Non è stato ancora possibile catturare l''intelligenza umana all'interno di un algoritmo, per la troppa complessità delle gerarchie di intrecci, dei fattori che vi concorrono. Tuttavia, questa complessità sotto altri aspetti ha aperto nuove possibilità, in quanto ha permesso ad alcuni studiosi di mostrare cosa l'intelligenza di certo "non era". I lavori di Howard Gardner, i suoi studi sull'intelligenza multipla e i contributi di Daniel Goleman con la sua intelligenza emotiva, hanno contrapposto all'idea riduzionista, meccanica e semplicistica dell'intelligenza, una rinnovata concezione che tenesse conto delle complesse interazioni tra mente e uomo, tra mente e mondo.
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    Alcune considerazioni conclusive: Daniel Goleman con i suoi studi sull'intelligenza emotiva: http://www.humantrainer.com/articoli/recensione-libro-intelligenza-emotiva.html Ha avuto il merito di aver portato all'attenzione del dibattito scientifico, la valenza delle emozioni in quanto strumenti di indagine della realtà individuale e sociale, ambito ritenuto esclusivo del raziocinio. Mostrandone il valore, ha fatto si che esse si trasformassero da agenti perturbanti del pensiero razionale, in un potente strumento di conoscenza. Howard Gardner con le sue teorizzazioni sull'intelligenza multipla: http://education.jhu.edu/PD/newhorizons/future/creating_the_future/crfut_gardner.cfm ha restituito una realtà molto più articolata, strutturata e organica, che nella sua concezione ha saputo conciliare unicità individuali, aspetti socio-culturali (contesto) e interazioni dei singoli. A questo proposito risultano molto interessanti le sue intuizioni su quella che lui chiama, Intelligenza distribuita, che ben si riallacciano alle teorizzazioni di De Kerckhove, sull'intelligenza connettiva e Levy sull'intelligenza collettiva: http://zope.unimc.it/elphd/Members/Emifor/Intelligenza%20connettiva.rtf Secondo questa concezione dell'intelligenza, nell'attività cognitiva individuale ogni idea ridefinisce conoscenze acquisite dal passato e nello stesso tempo apre prospettive inedite per il futuro, cui si connettono altri individui che a loro volta, rinnoveranno con i propri contributi, la rappresentazione che ci facciamo del mondo e della realtà. Questo processo di scoperta, di partecipazione collettiva, che non ha nulla a che fare con il collettivismo che come noto fa prevalere il gruppo sul singolo, può essere visto come l'Anima mundi dei filosofi platonici, ciò che in poche parole accomuna l'intera umanità attraverso il valore di ogni singola specificità.
De Rose Mario

Intelligenza connettiva - 7 views

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    L'articolo concerne il tema dell'intelligenza connettiva che si prefigura come un nuovo obbiettivo da raggiungere in contesti organizzativi e non solo. Uno dei maggiori vantaggi del web è il fatto di legare insieme una moltitudine di contenuti diversi, inseriti da milioni di utenti in tutto il mondo tramite i loro personal computer. Questo porta ad un valore che non è spiegabile dalla semplice somma delle parti e porta la rete ad un livello superiore, simile alla mente umana: i nodi della rete sono come i neuroni interconnessi tramite le sinapsi. Ogni neurone, preso singolarmente è debole ma è motivato a partecipare al trasporto dell'informazione, come ogni utente della rete sente il bisogno di essere coinvolto nella condivisione di notizie e riflessioni. Oggi tutto questo è possibile grazie alle nuove frontiere del web 2.0 che ci permettono di interagire col mondo (pensiamo a twitter, facebook, yahoo answer), ma attenzione! Tutto ciò rischia di annullare l'identità privata delle persone...perchè più sanno di me, meno io esisto!
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    Si parla di come internet sia un potente strumento che connette tutte le persone e che si avvale di pc per poterlo fare cosicché le persone mettendosi insieme possano creare delle idee brillanti con lo sviluppo di nuove abilità cognitive legati appunto a queste nuove tecnologie.
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    Il professore De Kerckhove ha adattato la teoria dell'intelligenza collettiva di Levy al contesto più moderno e tecnologico delle reti. La cosa che più mi colpisce è che dall'insieme di ogni singolo contributo nasce qualcosa di migliore. In pratica, anche se l'intelligenza dei singoli soggetti non ha nulla di eccezionale, in un contesto di connessione di intelligenze cresce il livello generale. Questo è quello che accade in rete, dove ognuno da' il suo contributo, ma dove realmente perde anche una parte della sua identità privata come diceva il collega Giacomo Parrini.
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    La struttura dell'intelligenza ai tempi di Internet è l'architettura della connettività, che mette insieme i tre principali ambienti spaziali in cui oggi viviamo: mente,mondo e web. Attraverso l'intelligenza connettiva le menti dei singoli sono continuamente connesse tra loro e con il mondo all'interno di una rete elettronica globale. L'intelligenza connettiva è un sistema di connessione aperta in cui le forme di mediazione che si sviluppano non sono nè individualiste(scrittura), nè collettive( intelligenza collettiva di Levy), ma connettive:mentre le prime due forme assumono una singola direzione,quelle connettive sono più versatili, più aperte e basate sull'eterogeneità dei loro membri. Infine, proprio perchè una delle caratteristiche del cyberspazio è (o dovrebbe essere) la trasparenza,le problematiche connesse alla questione della privacy diventano rilevanti.
Barbara De Sieno

Kkien Enterprise - Formazione consulenza e ricerca » Intervista a Derrick De ... - 11 views

    • Barbara De Sieno
       
      Condivido l'intervista fatta a De Kerckhove ed in verde troverete evidenziatoii passaggi più interessanti delle sue parole.
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    Si tratta di un'intervista a De Kerchove sulle seguenti tematiche che rappresentano le basi fondanti del suo pensiero: villaggio globale, psicotecnologie, le dimensioni di spazio e tempo nell'era di Internet, l'intelligenza connettiva, Cooperative learning, ecc.
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    Una grande intervista di Andrea Ceriani al prof. Derrick De Kerckhove partendo dal concetto di comunicazione di Marshal McLuhan che ha cambiato il modo di pensare alla comunicazione passando a questo nuovo e rinnovato rapporto tra la tecnologia e l'organizzazione mentale, a come si produce il pensiero e che le psicotecnologie rappresentano le tecnologie che estendono la mente fino alla definizione di spazio e tempo accennando ad un futuro digitale.
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    molto interessante, anche perche' e' praticamente una sintesi di tutto il programma fino all'ottava lezione. E' utile leggerla anche prima di iniziare il programma, perche' inquadra molti aspetti che poi vengono sviluppati nelle lezioni.
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    Un'interessante intervista al prof. Derrick De Kerckhove su molti temi del nostro corso. Partendo dal "Villaggio Globale" di Marshal McLuhan vengono analizzati diversi concetti quali: le psicotecnologie; il concetto di spazio e tempo nell'era di internet; la conseguente intelligenza connettiva; l'apprendimento collaborativo; la tecnoarte e le nuove vie formative; una previsione sul futuro "internet zero"
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    Questa è una intervista molto proficua infatti si evidenzia aspetti vari di questo tema.
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    In questa intervista il Professor De Kerckhove spazia dalla definizione di psicotecnologie all'intelligenza connettiva.
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    Nell'intervista De Kerckhove da una definizione della psicotecnologia nel rapporto tra la tecnologia e il linguaggio. Psicotecnologie come tecnologie che estendono la mente, che investono l'organizzazione mentale e la formulazione del  pensiero.
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    Si tratta di un'intervista fatta al prof. De Kerchkove in cui, tra l'altro il professore fornisce la definizione di psicotecnologie.
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    Si tratta di un intervista fatta al prof. De Kerchkove.
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    L'intervista è stata rilasciata nel 2004, un'era geologica per quanto riguardo internet e l'informatica in generale. Mi ha interessato particolarmente la parte relativa a internet0. Internet0 non è altro che la proposta di un protocollo di comunicazione semplificata per mettere in comunicazione apparecchi come interruttori, termostati, sensori vari. L'idea alla base del progetto è di far scambiare le informazioni su un network semplificato, quindi con una elettronica meno costosa. Utilizzare lo stesso header di internet, quindi lo stesso protocollo udp, forse è troppo complicato, se non controproducente, per una rete semplificata. A questo punto, meglio inviare lo stesso segnale su internet1. Oggi si può avere, denaro permettendo, una casa domotica che interagisce a distanza tramite telefonino. Magari è poco interessante sapere cosa sta facendo il nostro frullatore a mezzogiorno circa, ma fondamentale sapere che è stato staccato il gas a causa di una fuga, o l'acqua perché si stava allagando la cantina. E' una cosa molto comoda, ma onestamente, non vedo in che modo la cognizione entri in tutto questo.
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    Intervista di Andrea Ceriani al prof. Derrick De Kerckhove - Centro Congressi Fiera di Milano, 10-11 Novembre 2004
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    In questa intervista Derrick De Kerckhove analizza la definizione di psicotecnologie, intelligenza connettiva e cooperative learning.
federica rossi

"INTELLIGENZA COLLETTIVA E INTELLIGENZA CONNETTIVA" - 4 views

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    tesina interessante sul legame tra intelligenza collettiva e connettiva.
ciccospenk

INTERVISTA A Derrick De Kerckhove - 31 views

  • Le psico-tecnologie sono le tecnologie che estendono la mente così come altre tecnologie ‘fisiche’, come la macchina o la bicicletta, estendono il corpo. La TV è una psico-tecnologia, il computer è una psico-tecnologia. Io penso che le psico-tecnologie siano le tecnologie che estendono la mente, come l'automobile è la tecnologia che estende il piede e la pelle è la tecnologia che estende la mano. Lo schermo, adesso, ci dà due forme di ‘mentalità’: una, quella della TV, che è pubblica e l'altra, quella del computer, che è privata. I contenuti per l'immagine sullo schermo sono trattati da me attraverso il computer, mentre nel caso dell'immagine televisiva tutto è creato dalla produzione esterna. In entrambi i casi, comunque, si tratta di estensioni della mente, estensioni della psicologia ovvero di psico-tecnologie. Non valeva la pena di coniare questo nuovo termine se non ci fosse stata l’enorme diffusione di ‘psicotecnologia’ rappresentata da Internet. Internet è proprio una forma di estensione dell’intelligenza e della memoria privata ma fatta collettiva. Cosa dire, poi, della realtà virtuale? Si tratta di un'altra forma di estensione psico-tecnologica che ci permette di penetrare nello schermo e di accedere ad un mondo che è come un immaginario oggettivo. Oggi stiamo vivendo la rivoluzione della tecnica, stiamo passando dal mondo della TV a quello di Internet; dal mondo del pensiero pubblico, della coscienza, della mente pubblica della TV, alla mente privata del computer. Il nome del vostro programma, MediaMente, vuol dire psico-tecnologia: mediamente è insieme ‘media e mente’: la connessione tra il linguaggio e l'organizzazione mentale.
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    Per De Kerckhove le psicotecnologie sono una scienza che riunisce tecnologia e psicologia, è lo studio dei nuovi linguaggi , è una scienza che attraverso gli strumenti, cioè le tecnologie che utilizziamo nella nostra attività quotidiana, ha effetti sulla mente. Le nuove tecnologie le utilizziamo nella nostra attività quotidiana. Le persone ,attraverso un nuovo strumento che può essere Twitter o Facebook, creano un nuovo linguaggio, un nuovo formato che definisce uno stile di comunicazione, quindi l'effetto è che le persone stesse creano un nuovo linguaggio. In questo contesto, le psicotecnologie studiano il rapporto tra tecnologie e cognizione e studiano l'impatto che l'uso delle nuove tecnologie esercita nella trasformazione dei nostri processi cognitivi ( la comunicazione, la memoria, l'apprendimento, l'attenzione, etc.).
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    Le psico-tecnologie sono le tecnologie che estendono la mente così come altre tecnologie "fisiche", come la macchina o la bicicletta, estendono il corpo. La TV è una psico-tecnologia, il computer è una psico-tecnologia, le psico-tecnologie sono le tecnologie che estendono la mente, come l'automobile è la tecnologia che estende il piede e la pelle è la tecnologia che estende la mano" (De Kerckhove, 1998). Dalla scrittura, alla stampa e poi la radio, il telefono,la televisione e oggi il personal computer ed Internet queste tecnologie hanno modificato profondamente le caratteristiche sia del mondo esterno che delle nostre strutture cognitive interne. Grazie alle psicotecnologie l'uomo ha quindi esteso le capacità e le potenzialità della propria mente, potendo così superare tempo e spazio nella comunicazione: il desiderio di muoversi a proprio piacimento nello spazio e nel tempo, uscendo fuori dal corpo e dalla mente e trascendendoli attraverso le proiezioni tecnologiche, è sempre stato uno delle più forti attrattive per il genere umano.
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    Le tecnologie stanno sviluppando un potenziale che solo pochi anni fa era sconosciuto per l'essere umano. La possibilità di essere connessi 24h al giorno ha dell'incredibile e lo spazio non è un problema. Tutto questo è opera dell'uomo e della sua intelligenza: ma gli strumenti sono quello che hanno permesso tutto ciò.
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    Introduzione: Dopo aver preso visione delle varie definizioni a mio giudizio accurate del termine da parte dei membri di questo gruppo, mi sembra adeguato completare tale quadro concettuale sottolineando alcuni aspetti salienti del termine messi in luce da De Kerckhove. Pertanto di seguito riporto l'intervista della trasmissione televisiva e telematica MediaMente a Derrick De Kerckhove a Bologna, il 20/09/98, alla quale seguirà il mio commento. INTERVISTA: Domanda 1 Lei ha scritto che il computer è una psico-tecnologia e ha definito quello che stiamo vivendo come l'era delle psico-tecnologie. Che cosa intendeva dire? Risposta Si tratta delle tecnologie normalmente associate alla lingua e che sono proprio una forma di estensione del pensiero. E' importante capire che il pensiero di cui parlo è scaturito dalla possibilità di leggere. Adesso, invece, il mondo esterno passa dalle pagine allo schermo e sullo schermo prendono vita forme di coscienza, di espressione della coscienza, basate sul linguaggio, che sono una estensione della nostra mente. La televisione è una psico-tecnologia di tipo generale, globale, collettiva; il computer è una psico-tecnologia in cui noi abbiamo la possibilità di esercitare un potere sullo schermo del computer. Le psico-tecnologie sono le tecnologie che estendono la mente così come altre tecnologie 'fisiche', come la macchina o la bicicletta, estendono il corpo. La TV è una psico-tecnologia, il computer è una psico-tecnologia. Io penso che le psico-tecnologie siano le tecnologie che estendono la mente, come l'automobile è la tecnologia che estende il piede e la pelle è la tecnologia che estende la mano. Lo schermo, adesso, ci dà due forme di 'mentalità': una, quella della TV, che è pubblica e l'altra, quella del computer, che è privata. I contenuti per l'immagine sullo schermo sono trattati da me attraverso il computer, mentre nel caso dell'immagine televisiva tutto è creato dalla produzione esterna. In entrambi i
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    Introduzione: Dopo aver preso visione delle varie definizioni a mio giudizio accurate del termine da parte dei membri di questo gruppo, mi sembra adeguato completare tale quadro concettuale sottolineando alcuni aspetti salienti del termine messi in luce da De Kerckhove. Pertanto di seguito riporto l'intervista della trasmissione televisiva e telematica MediaMente a Derrick De Kerckhove a Bologna, il 20/09/98, alla quale seguirà il mio commento. INTERVISTA: Domanda 1 Lei ha scritto che il computer è una psico-tecnologia e ha definito quello che stiamo vivendo come l'era delle psico-tecnologie. Che cosa intendeva dire? Risposta Si tratta delle tecnologie normalmente associate alla lingua e che sono proprio una forma di estensione del pensiero. E' importante capire che il pensiero di cui parlo è scaturito dalla possibilità di leggere. Adesso, invece, il mondo esterno passa dalle pagine allo schermo e sullo schermo prendono vita forme di coscienza, di espressione della coscienza, basate sul linguaggio, che sono una estensione della nostra mente. La televisione è una psico-tecnologia di tipo generale, globale, collettiva; il computer è una psico-tecnologia in cui noi abbiamo la possibilità di esercitare un potere sullo schermo del computer. Le psico-tecnologie sono le tecnologie che estendono la mente così come altre tecnologie 'fisiche', come la macchina o la bicicletta, estendono il corpo. La TV è una psico-tecnologia, il computer è una psico-tecnologia. Io penso che le psico-tecnologie siano le tecnologie che estendono la mente, come l'automobile è la tecnologia che estende il piede e la pelle è la tecnologia che estende la mano. Lo schermo, adesso, ci dà due forme di 'mentalità': una, quella della TV, che è pubblica e l'altra, quella del computer, che è privata. I contenuti per l'immagine sullo schermo sono trattati da me attraverso il computer, mentre nel caso dell'immagine televisiva tutto è creato dalla produzione esterna. In entrambi i
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    INTERVISTA: Le psico-tecnologie sono le tecnologie che estendono la mente cos come altre tecnologie 'fisiche', come la macchina o la bicicletta, estendono il corpo. La TV una psico-tecnologia, il computer una psico-tecnologia. Io penso che le psico-tecnologie siano le tecnologie che estendono la mente, come l'automobile la tecnologia che estende il piede e la pelle la tecnologia che estende la mano.
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    L'intervista a De Kerckhove mette in risalto che tutte le nuove tecnologie elettroniche (TV, computer, ecc.) finiscono per costituire un'estensione della nostra mente, inoltre, ci consentono di metterci in contatto con il mondo azzerando il tempo e lo spazio e favorendo lo sviluppo della collaborazione e quindi di una intelligenza connettiva (e a questo punto direi anche collettiva). Ultima ma non meno importante considerazione di De Kerckhove è la necessità di far accedere i bambini a questi strumenti sin da piccoli e attraverso la scuola.
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    Per riprendere una definizione di De Kerckhove, i blog costituiscono la rappresentazione della maturità delle Rete. Non sono una mera forma di esibizione dell'io, ma rappresentano il rapporto con gli altri. Attualmente circa il 60% dei blog sono diari personali. Ogni giorno vengono creati circa 15.000 nuovi weblog. I weblog hanno un enorme potenziale destabilizzante del sistema, perché consentono a chiunque di pubblicare qualsiasi tipo di materiale senza bisogno di un editore. Se a livello tecnologico non rappresentano una novità, in quanto sono il modello più semplice di sistema per la gestione dei contenuti (Content Manager System), lo sono a livello di significato e di ripercussioni che comportano.
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    Ecco delle risposte esaustive per capire al meglio le psicotecnologie. Le psicotecnologie sono una scienza, non ancora classificate come una scienza, ma riuniscono la tecnologia e la psicologia. Le psicotecnologie sono delle tecnologie che amplificano il potere della nostra mente e hannp degli effetti sulla mente dato che gestiscono il linguaggio. Si tratta dello studio di come la lingua che è il nostro strumento principale sia per comunicare e anche per pensare viene trasformato dalla tecnologia di supporto e di come diventa una cultura diversa. Il motivo di ciò sta nel fatto che ovviamente la lingua rappresenta una parte molto intima di noi stessi, soprattutto al livello del pensiero, ma anche del discorso. Il sistema di supporto che veicola il linguaggio modifica la modalità di utilizzazione del linguaggio sia in pubblico sia nell'intimità del proprio pensiero. Condiziona le notre idee e la nostra posizione nello spazio e la nostra idea di uso del tempo.
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    Condivido con te, il cambiamento che le psicotecnologie hanno avuto sulla nostra vita quotidiana. L'essere qui e contemporaneamente li, stare soli a casa e contemporaneamente in compagnia di amici che chattano con te, magari dall'altra parte del mondo. Gli spazi sembrano azzerarzi e così il tempo di trasmissione dei contenuti diviene ormai istantaneo. Da ciò ne deriva anche una perdita della privacy. Basta entrare su facebook per capire dalle foto, se hai famiglia o sei single, da quello che scrivi, ti piace o condividi, come sei, e quello che ti piace o quello che vorresti essere.
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    Molto interessante questo articolo. Ritengo le psicotecnologie una rivoluzione, convengo che abbiano avuto un ruolo incisivonell anostra vita. SIcuramente ritengo siano cambiamenti postivi, di miglioramento delle nostre conoscenze. Abbiamo la possibilità di produrre conoscenza , di scambiarla e costruirla tramite le tecnologie che siano web o tv. A mio avviso l'essere sempre connessi è un modo per estendere la nostra mente e il nostro sapere. De Kerckhove ritiene che tali veicoli possano essere utili per l' apprendimento per i bambini. Sono d'accordo in quanto hanno la possibilità di apprendere più velocemente amplificando le loro capacità e potenzialità nello stesso tempo. La condivisione del sapere permette l'apprendimento che può essere in questo caso anche divertimento.
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    DdK "Eccoci nell'era delle psicotecnologie" Articolo molto interessante del prof DeKerckhove su cosa intende per psicotecnologie e sull'estensione delle dimensioni del pensiero offerte da internet. "Internet è proprio una forma di estensione dell'intelligenza e della memoria privata ma fatta collettiva." Una riflessione che nel 1998 gia' preconizzava l'utilizzazione delle risorse distribuite in rete, accessibili per mezzo degli strumenti tecnologici condivisi (facebook viene lanciato nel febbraio 2004)
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    Come le tecnologie meccaniche sono estensione del corpo, vedi la macchina o la bicicletta estensione del piede, le psicotecnologie rappresentate dalla televisione e dal computer sono estensione della mente .Ma mentre la televisione e' una psicoteconologia di tipo collettivo il computer e' una forma privata di espressione cognitiva che si fa collettiva. Kerckhove all'epoca esprimeva l'opportunita' di dare accesso a questi nuovi strumenti al mondo della scuola ,fin dall'infanzia ,in modo da poter sviluppare una connessione universale e preparare le basi per una nuova economia.L'insegnamento , spiega, deve essere fatto di stimoli e non di spiegazioni.In aula questo si concretizza con la realizzazione di prodotti multimediali e lo sviluppo del lavoro di gruppo . Quello che si e' fatto oggi in Italia sull'argomento e' fermo a discussioni tra politici sull'"agenda elettronica" e sul digital divide . Mi viene spontaneo confrontare l'intervista di Kerckhove fatta nel 1998 con la situazione attuale in Italia su questi temi. Per esempio il tema della "intelligenza collettiva" che secondo il sociologo accelera la capacita' di apprendimento delle persone e dei gruppi. Pensando all'Italia leggevo che ogni singola Istituzione o Ministero ha un proprio centro di elaborazione dei dati ,e molti di questi non sono neanche collegati tra di loro.Credo basterebbe poco mettere a fattor comune le informazioni e contribuire allo sviluppo e la democratizzazione del Paese facendo viaggiare le informazioni invece che le persone.
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    In una intervista del '98 per il programma RAI MediaMente, De Kerckhove definisce le psico-tecnologie come le tecnologie che estendono la mente così come altre tecnologie 'fisiche', come la macchina o la bicicletta, estendono il corpo. Oggi il mondo esterno passa attraverso lo schermo della televisione o del computer che hanno preso il posto delle pagine dei libri. De Kerckove parla di due tipi di mentalità che scaturiscono dal rapportarsi con lo schermo: una mentalità pubblica legata allo schermo televisivo, dove ciò che appare è dato da una produzione esterna ed una mentalità privata legata a quello del computer dove siamo noi ad esercitare potere sui contenuti. Entrambi i casi producono un estensione della mente, un'estensione della psicologia, da cui deriva il termine coniato dal Professore appunto psico-tecnologie . Riguardo al termine De Kerckhove asserisce che la necessità di crearlo si è manifestata con la grande diffusione di Internet che è appunto un'estensione dell'intelligenza e della memoria introdotte nella collettività.
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    Credo di aver capito che, più che una scienza che agisce sulla mente attraverso la tecnologia, le psicotecnologie siano quelle tecnologie che creano una vera e propria estensione della mente, una sorta di vera e propria estensione fisica come lo è (riportando gli esempi di De Kerckove) il pedale della bicicletta per il piede.
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    intervista 
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    INTERVISTA: Le psico-tecnologie sono le tecnologie che estendono la mente cos come altre tecnologie 'fisiche', come la macchina o la bicicletta, estendono il corpo. La TV una psico-tecnologia, il computer una psico-tecnologia. Io penso che le psico-tecnologie siano le tecnologie che estendono la mente, come l'automobile la tecnologia che estende il piede e la pelle la tecnologia che estende la mano.
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    Secondo l'autore Derrick De Kerckhove, una psicotecnologia è una qualsiasi tecnologia che emuli, estenda o amplifichi il potere della nostra mente. Di fatto, in un suo intervento durante il dibattito dal titolo " ECCOCI NELL'ERA DELLE PSICOTECNOLOGIE" (Bologna, 1998) l'autore ha avallato tale definizione così come testualmente riportato nel passo dell'intervista sotto riportato: DOMANDA "Lei ha scritto che il computer è una psicotecnologia e ha definito quello che stiamo vivendo come l'era delle psicotecnologie. che cosa intendeva dire?" RISPOSTA "si tratta delle tecnologie normalmente associate alla lingua e che sono proprio una forma di estensione del pensiero. E' importante capire che il pensiero di cui parlo è scaturito dalla possibilità di leggere. adesso, invece, il mondo esterno passa dalle pagine allo schermo e sullo schermo prendono vita forme di coscienza, di espressione della coscienza, basate sul linguaggio, che sono una estensione della nostra mente. la televisione è una psicotecnologia di tipo generale, globale, collettiva; il computer è una psicotecnologia in cui noi abbiamo la possibilità di esercitare un potere sullo schermo del computer. Le psicotecnologie sono le tecnologie che estendono la mente così come altre tecnologie 'fisiche', come la macchina o la bicicletta, estendono il corpo. La tv è una psicotecnologia, il computer è una psicotecnologia. Io penso che le psicotecnologie siano le tecnologie che estendono la mente, come l'automobile è la tecnologia che estende il piede e la pelle è la tecnologia che estende la mano. lo schermo, adesso, ci dà due forme di 'mentalità': una, quella della tv, che è pubblica e l'altra, quella del computer, che è privata. i contenuti per l'immagine sullo schermo sono trattati da me attraverso il computer, mentre nel caso dell'immagine televisiva tutto è creato dalla produzione esterna. in entrambi i casi, comunque, si tratta di estensioni della mente, estensioni
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    Il prof. De Kerckhove sintetizza in modo esaustivo il concetto dell'influenza delle nuove tecnologie sulla psiche umana.
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    le psico-tecnologie sono le tecnologie che estendono la mente: l'automobile o la bicicletta è una estensione del corpo, il computer è una estensione della mente come contenuti. Internet è proprio una forma di estensione dell'intelligenza e della memoria privata ma in modo collettivo, data dalla cooperazione di più individui. Oggi stiamo vivendo la rivoluzione della tecnica, stiamo passando dal mondo della TV a quello di Internet; dal mondo del pensiero pubblico, della coscienza, della mente pubblica della TV, alla mente privata del computer. Necessità di perfezionare nuove forme di didattica a distanza per permettere una continua formazione, oggi non disponibile. Necessità di una intelligenza collettiva che permetta di presentare idee creativa nate dalla collaborazione di più individui connessi in ogni luogo, attraverso i sistemi comunicativi ed informativi per giungere alla globalizzazione della cultura. Le nuove tecnologie aiutano a fissare trasmettere e manipolare l linguaggio parlato, c'è una rinnovata diffusione della pratica del leggere e dello scrivere.
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    Le Psicotecnologie sono le tecniche attraverso cui l'intelligenza diventa connettiva (prima era semplicemente cognitiva), estendendosi e permeando la cultura contemporanea. Non possiamo prescindere da esse, sostiene De Kerckhove, se vogliamo progredire tecnologicamente ed evolutivamente. La conoscenza Psicotecnologie sta alla base del loro utilizzo e sempre più dobbiamo impossessarcene per mettere un piede nel futuro e non farci cogliere impreparati. Questo non significa diventare perfetti informatici ma adeguarci al progredire della scienza per sfruttarne i massimi benefici e limitarne al massimo i danni.
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    Il sociologo e giornalista spiega attraverso un'intervista strutturata il concetto di psicotecnologia, l'importanza dell'accesso di questi strumenti nel mondo dei bambini, la funzione di strumenti quali i videogame.
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    La psicotecnologia è quella branca della psicologia generale che studia l'impatto psicologico dell'utilizzo delle tecnologie, soprattutto quelle associate alla lingua: esse, in breve, producono fondamentali ripercussioni sul nostro modo di pensare e di comunicare, in quanto richiedono che l'intelletto umano utilizzi le sue capacità in maniera differente dal passato; se questi modi di impostare la mente si stabilizzano e si sedimentano nel loro utilizzo, allora cambierà la nostra percezione del mondo, il nostro modo di organizzare il cervello, il nostro modo di agire. La principale scuola ad aver analizzato questo fenomeno sin dagli anni '40 è la Scuola di Toronto, che annovera studiosi del calibro di Marshall McLuhan: Carpenter, Havelock e McLuhan hanno cercato di definire il significato psicologico dell'adozione dell'alfabeto greco nella cultura occidentale. Lo studioso che oggi si dedica maggiormente a questa disciplina è Derrick De Kerckhove, che analizza in che modo l'alfabeto possa influenzare il nostro orientamento visivo. Secondo De Kerckhove una psicotecnologia è qualunque tecnologia emuli, estenda o amplifichi il potere della nostra mente. Così come la scrittura consente all'individuo di depositare le conoscenze acquisite su supporti più stabili della memoria, alterando le modalità di gestione della stessa, allo stesso modo consente di percepire l'uomo stesso da una prospettiva differente: è con la scrittura, in sintesi, che l'individuo esce dalla realtà tribale e collettiva per approdare all'individualizzazione e alla consapevolezza della sua identità. Se il pensiero umano è scaturito dalla possibilità di leggere, l'apporto delle nuove tecnologie estende ulteriormente la mente dell'uomo, modificandola in maniera evidente. La televisione, il telefono, il computer, gli ipertesti, sono psicotecnologie nella misura in cui inducono il cervello ad elaborare nuovi paradigmi cognitivi che modificano la nostra percezione del mondo.
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    Ottimo articolo,chiaro e preciso
De Rose Mario

Intelligenza collettiva e connettiva - 2 views

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    il primo concetto coniato da Pierre Levy quindi parla di come l'intelligenza sia collettiva perché grazie agli strumenti che abbiamo la possibilità di scambiare le informazioni e di farle diventare della collettività. il secondo termine invece è stato coniato dal prof De Kerchkove parlando di intelligenza connettiva perché con l'avvento dell'elettricità siamo tutti connessi quindi vi è una esternalizzazione delle informazioni e vi è una memoria comune questo dovuto al fatto che su internet ognuno scrive e mette informazione come meglio crede.
Romina Mandolini

Open data, open access, open source - 0 views

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    Oramai gli esempi di intelligenza connettiva sono molto numerosi. C'è Wikipedia, lo sono i Social Network con le loro narrazioni dal basso. L'uragano Sandy a New York oltre che dai media, è stato raccontato e documentato in diretta dalle persone sui Social Network, come nessun'altro giornale avrebbe potuto fare. Ho già parlato di Khan Akademy, piattaforma open per la scuola. Qui voglio presentare l'esempio meno conosciuto di "GigaScience", che secondo me segnerà la storia della ricerca scientifica. Si tratta di una piattaforma open source inaugurata quest'anno, dietro alla quale c'è "BioMedical Central", il grande database per la ricerca biomedica, e l'Istituto di genomica di Pechino. Ebbene, questa piattaforma non ha solo l'obiettivo di diventare il database di riferimento di tutte le pubblicazioni scientifiche del mondo, ma mette a disposizione liberamente, anche i software utilizzati i quelle ricerche , dando così la possibilità ad altri ricercatori di replicare e verificare, la correttezza della ricerca. Il primo articolo pubblicato, a firma di Stephen Beck dell'University College di Londra, non forniva un resoconto sulle metodologie di ricerca (era uno studio sul DNA) ma metteva a disposizione anche 84 gigabyte di software per compiere quelle stesse ricerche. http://polymathprojects.org/ è invece un blog che collega tutti i matematici del mondo, sempre con l'obiettivo di condividere e confrontarsi. http://www.galaxyzoo.org/ invece è una comunità che riunisce astronomi. Credo ci sia poco da aggiungere, si tratta di una vera rivoluzione come scrivevo, per noi che la viviamo, inavvertita.
CARMEN FALCONE

Il grande muro di stelle una suggestiva immagine di Piero Fantastichini che rappresen... - 2 views

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    Taggare è Il sistema di classificazione dei contenuti presenti sulla rete attraverso una parola chiave .Ogni informazione: un post,un blog,un video, una foto, un link, viene generalmente associata ad una categoria. Il tag è una categorizzazione che nasce dal basso. Gli utenti possono navigare nei contenuti attraverso i tag messi dagli autori e possono, a loro volta, inserire dei tag di fruizione .Si creano categorie personali e una costruzione collettiva del sapere tramite una collaborazione spontanea e collaborativa, che porta come risultato ad una forma di intelligenza connettiva e che trova nel tag il suo elemento centrale. Organizzare i tag in strutture gerarchiche è un modo di procedere simile a come il nostro cervello elabora le informazioni tramite strategie cognitive di classificazione e selezione.
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    Questo contributo è molto adeguato rispetto ai contenuti del corso ,in quanto giustamente riferendosi alla definizione di taggare cita i concetti di: parola chiave, classificazione che nasce dal basso, possibilità per gli utenti di navigare agevolmente tramite i taggs e di inserirne di nuovi, personali, costruzione collettiva del sapere, collaborazione spontanea. I contenuti e le informazioni sono corretti e si completano con la metafora esplicativa finale tra la classificazione tramite tag e quella effettuata dal nostro cervello.
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    Ormai il tagging è all'ordine del giorno. Tutti attraverso Blog, Web, Social network taggano, creano e commentano tag. Come dice il professor De Kerchkove il medium è il tag, è partito tutto dal medium e poi con l'economia mobile si è avuto uno sviluppo forte dell'ambiente del tag tramite connettività, interattività
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    Il contributo è appropriato rispetto al contenuto del corso in quanto rispecchia le classificazioni di tagging fornite, con particolare riferimento al metatag, a cui l'articolo si riferisce. L'opera unisce la tecnologia e l'arte moderna, richiamando "una forma di intelligenza connettiva" giustamente citata dal contribuente.
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