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maurizio01

Media Education nel mondo - uno sguardo comparativo - 4 views

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    L'articolo è stato scritto da Sonia Marcantuono (2006), in un contesto di analisi globale della media education nel mondo, con uno sguardo comparativo tra i vari Stati. Inizia con una breve e generale evoluzione della media education dagli anni sessanta in cui vi è un approccio difensivo-protezionistico sino alle società attuali in cui la media education studia i media, ma soprattutto il loro ruolo nella società, il loro impatto sociale, il lavoro creativo che si può fare con essi. Pertanto vi è una crescente attenzione in molte parti del mondo verso questa disciplina, considerata uno strumento di modernizzazione e di innovazione, in grado di rendere il sistema educativo più vicino alle esigenze dei bambini e dei ragazzi di oggi. Esistono tuttavia profonde differenze tra Stato e Stato nel mondo. Pertanto vengono illustrati i vari progetti e programmi messi in atto dai vari Stati, facendo una panoramica partendo dai paesi dell'America Latina, dove la media education è rivolta alle scuole disagiate in zone povere, per stimolare un riscatto morale e la fuoriuscita da schemi che intrappolano i giovani. Si continua parlando del ruolo importante delle varie associazioni cattoliche nei Paesi asiatici, che si interessano alla media education secondo una prospettiva centrata sull'analisi dei valori veicolati dai media. In Nord America (per esempio U.S.A.), la media education vista come un tentativo per risolvere problemi in risposta alla crescente violenza minorile. Panoramica in alcuni paesi europei, per terminare in Australia, ove la media education è riconosciuta ed accettata all'interno di un sistema scolastico, anche in quelli delle scuole elementari. L'articolo termina con una considerazione in cui bisogna aiutare i bambini ad imparare ad usare i media per il loro sviluppo, a essere critici e utilizzatori intelligenti degli stessi media.
francescazanoni

Bambini e tecnologie digitali - 6 views

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    L'autore dell'articolo è Donata Ripamonti, il contesto di cui tratta è i bambini e le tecnologie digitali e quali sono i rischi e i benefici che si hanno interagendo con le tecnologie digitali tipo smartphone tablet a partire dai nativi digitali. Nell'articolo si parla di persone cresciute in una società «multischermo», che considerano le tecnologie come un elemento naturale e non provano disagio nel manipolarle e nell'interazione con esse. Eugene A. Geist (2012) ha condotto una ricerca allo scopo di studiare, attraverso osservazioni partecipate, le interazioni spontanee tra bambini di età compresa fra i 2 e i 3 anni e il tablet che avvenivano in contesti sia familiari che educativi. Dallo studio emerge innanzitutto il fatto che i bambini interagiscono facilmente e naturalmente con l'interfaccia touch screen, ricorrendo a modalità che ricordano quelle utilizzate con altri giocattoli e come l'intervento dell'adulto per fornire indicazioni è risultato minimo. Sulla base delle osservazioni riportate negli studi si può affermare che i bambini hanno imparato a utilizzare le app osservando i coetanei più esperti, l'adulto e provando attraverso tentativi ed errori. Al termine dell'articolo lo studioso afferma che provare a limitare l'accesso e l'uso delle tecnologie da parte di questi bambini, che cresceranno e vivranno in una società tecnologica, equivarrebbe a nuotare contro la marea. In controtendenza rispetto alle dichiarazioni provenienti da più parti, che esortano i genitori a tenere lontano i bambini dai touch screen nei primi anni di vita, è anche lo studio condotto da Karmiloff-Smith (2015), secondo il quale giocare con lo schermo non solo non danneggia le abilità sociali dei bambini, ma stimola anche il loro cervello molto di più rispetto a quanto potrebbe fare un libro.
lucagotelli

Turtle Game Stop & Go: Un Edugame per promuovere le funzioni esecutive nei ba... - 3 views

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    In questo articolo di Michele Domenico Todino(e colleghi), disponibile sul portale dell'Associazione Italiana Media Education, si parte da una breve panoramica storica di come i media digitali, sono passati da uno strumento da non integrare con la didattica a nuova potenzialità dell'educazione, l'articolo evidenzia come in particolare i videogame possano essere utilizzati come uno strumento educativo che tenga conto della pluralità e delle problematicità dei soggetti con disabilità e di come possano essere progettati su misura dello studente, per migliorarne determinate skill cognitive; i videogame quindi si configurano come giochi digitali a servizio della didattica, che rendendo l'alunno il protagonista del proprio processo di apprendimento, favoriscono la motivazione e danno vita ad ambienti di apprendimento significativo. In modo più specifico si evidenzia come attraverso l'edugame che è stato sviluppato, Turtle Game Stop & Go, si ottenga un miglioramento delle funzioni esecutive degli studenti, intese come inibizione, memoria di lavoro e flessibilità cognitiva, stimolandole durante il gameplay; questi 3 elementi influenzano indirettamente ma significativamente l'apprendimento e l'inserimento degli alunni nella vita scolastica. L'edugame sviluppato (Turtle Game Stop & Go), di fatto si configura come una versione digitale in 3D del Test delle Ranette di Marzocchi e Cornoldi (strumento per valutare carenze nei meccanismi inibitori e processi attentivi), creato, tenendo conto del fenomeno dell'Uncanny Valley (Mori), con una grafica cartoon per attivare la motivazione dei bambini che ne fanno uso.
Francesco Italiano

Uso dei social media come fonte di informazione sulla salute per i propri figli - 2 views

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    L'articolo del 2022 pubblicato sulla rivista medica "Academic Pediatrics" (a cura di un gruppo australiano i cui diversi autori si occupano di salute pubblica, comunicazione e scienza della salute) è una revisione basata su 42 studi condotti dal 2011 al 2020 che esplorano l'utilizzo, da parte di genitori, dei social media come fonte di informazione su tematiche di salute per i propri figli. Gli studi selezionati sono stati eseguiti soprattutto negli Stati Uniti, Australia ed Europa. I social media e siti più utilizzati sono stati Facebook, Twitter, Youtube e Wikipedia per la ricerca di informazioni su particolari patologie o condizioni (tra le voci più ricercate: vaccini, traumi, allattamento al seno, malattie genetiche rare, cancro infantile, obesità infantile) ma anche per motivazioni legate al supporto generale, assistenza sanitaria autogestita, processo decisionale autodiretto, informazioni post-diagnosi. Gli autori hanno cercato di valutare la qualità delle informazioni reperite sui social media ed internet e le modalità di verifica e condivisione di tali informazioni con i sanitari di riferimento. In molti casi, infatti, i risultati delle ricerche non vengono condivisi con i sanitari con il rischio di poter accedere sia ad informazioni basate sull'evidenza ma anche (inconsapevolmente) ad opinioni contraddittorie non supportate da ricerche scientifiche rigorose, potendo quindi creare confusione, ritardare l'accesso alle cure sanitarie o incoraggiare trattamenti senza un controllo medico con possibili danni. Le conclusioni dell'articolo suggeriscono che sia necessaria un'adeguata educazione sanitaria di base per promuovere una navigazione sicura ed efficace per la ricerca di informazioni inerenti alla salute.
anonymous

I Social Network e i cambiamenti nel cervello. Pericolo o Evoluzione? - 6 views

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    La scelta dell'articolo nasce dalla continua sensibilizzazione verso le conseguenze dell'esposizione esagerata e senza controllo all'uso dei social network, dagli studi emerge che l'esposizione massiccia verso questi media digitali produrrebbe cambiamenti nei circuiti cerebrali riducendo attenzione, interagendo negativamente sulle emozioni e sulle relazioni che risultano essere vissute in modo sempre più virtuale e sempre meno reale. Nell'articolo si mette in evidenza che il cervello dei giovani è danneggiato perché non viene più impegnato in attività nelle quali gli uomini si sono impegnati per millenni, in quanto tutto oramai viene mediato da internet, tutto è di facile e immediato accesso, senza bisogno di grande impegno e utilizzo di strategie attive e partecipative della persona. Pur considerando media e social media mezzi che possono favorire positivamente processi di apprendimento e di educazione, ritengo che lo sviluppo e l'apprendimento non possano prescindere dall'interazione sociale che solo i rapporti reali possono garantire. È vero che le epoche di cambiamento segnano nel loro passaggio sempre perplessità e difficoltà di accettazione, così come avvenne nel passaggio dall'oralità alla scrittura che qualcosa ha tolto ma tanto ha concesso, sicuramente non si può fermare il progresso e l'evoluzione dei media, ma si può intervenire sulla buona educazione all'uso di questi mezzi, attraverso una maggiore consapevolezza e capacità critica. L'articolo si conclude con uno spunto di riflessione importante, riferito al fatto che i social non sono per forza responsabili di una regressione nel funzionamento del cervello dei giovani, ma potrebbero anche migliorarne il funzionamento, ancora questo non lo possiamo sapere in quanto gli studi sono ancora aperti.
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    Esatto, come ci sono evidenze scientifiche che la #tecnologia della scrittura ha stimolato l'evoluzione della #coscienza nella mente bicamerale degli esseri umani, probabilmente i Social Network porteranno a nuove #evoluzioni. Bibliografia Jaynes, J. (2000). The origin of consciousness in the breakdown of the bicameral mind. Houghton Mifflin Harcourt. Kuijsten, M. (Ed.). (2013). Reflections on the dawn of consciousness: Julian Jaynes's bicameral mind theory revisited. Julian Jaynes Society. Kuijsten, M. (2016). Gods, Voices, and the Bicameral Mind. Wile, L. (2018). The Jaynes Legacy: Shining New Light Through the Cracks of the Bicameral Mind. Andrews UK Limited. Cavanna, A. E., & Nani, A. (2019). Were Babylonians Self-Conscious?. Elenco evidenze a supporto della teoria di Julian Jaynes (1920-1997) https://www.julianjaynes.org/supporting-evidence.php
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    Nell'articolo di Francesca Fiore, riportato sul sito "State of Mind" ( Il giornale delle scienze psicologiche), viene affrontato un tema molto importante, in cui esamina i cambiamenti che porterebbero i Social Network nei giovani, riducendo la loro attenzione e facendoli regredire verso uno "Stadio infantile". L'autrice dell'articolo, fa riferimento ad un articolo della Greenfield in cui risponde a delle domande riguardanti il "Vivere online". La Greenfield parla degli effetti negativi che i nuovi media sono in grado di produrre, quest'ultimi generano difatti profondi cambiamenti nel cervello dei giovani come ad esempio una riduzione dell'attenzione, incoraggiando così la gratificazione istantanea e azzerando le relazioni umane reali. Diversi studi confermano che i nuovi strumenti multimediali sono una delle preoccupazioni più grandi di genitori e insegnanti, i quali notano che la dipendenza creata da questi strumenti, tende ad eliminare la comunicazione e le relazioni interpersonali, creando delle realtà virtuali (Come Facebook o Twitter) in cui gli adolescenti instaurano una vita parallela e a cui purtroppo dedicano la maggior parte del loro tempo. Sempre la Greenfield afferma che la ripetuta esposizione ai nuovi media porterebbe ad un vero e proprio "rewiring" (Ricablaggio) delle connessioni cerebrali, dando vita così a nuove connessioni tra aree cerebrali diverse. L'articolo si focalizza principalmente sulla regressione che queste tecnologie porterebbero, sul come le persone dipendenti dai media si comportano come i bambini piccoli che sono attratti da rumori e luci brillanti, perché quest'ultimi sono dotati di scarse capacità attentive e intellettive. Sui vari Social Network si è attratti da curiosità o esibizionismo, mentre quando si parla di agonismo virtuale, ci si riferisce ai video games. Gli psicologi confermano che la tecnologia cambia il modo in cui ragioniamo, è emerso che gli adolescenti passano al computer piÃ
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    L'articolo descrive le interazioni fra i social e la struttura del cervello ponendo l'accento su come sia fondamentale l'educazione all'uso di tali strumenti specialmente in età giovanile. Uno spunto, ben documentato, di riflessione su un tema attuale.
starnellam

Dieci film per educare alla prosocialità nella scuola dell'infanzia | M... - 4 views

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    Si parla di prosocialità quando i bambini, senza cercare di ottenere delle gratificazioni o dei vantaggi, favoriscono gli altri o si adoperano per il raggiungimento di obiettivi sociali. Riconoscere che esistono delle tendenze individuali non basta, occorre comprendere quali siano le informazioni cui i bambini sono più sensibili affinché recepiscano il messaggio. Nella scuola dell'infanzia l'utilizzo di filmati, per esempio, è un ottimo strumento per veicolare apprendimenti. Ecco che questo articolo si prefigge di indagare l'intersezione tra media, diventato un oggetto culturale pervasivo, ed educazione. Come sostiene Buckingham, le tecnologie sono potenziali agenti di cambiamento che possono produrre effetti positivi solo se vengono inseriti in un disegno pedagogicamente complesso e strutturato. Il compito dell'educazione deve essere ridefinito in un'ottica mediaeducativa e di conseguenza analizzato in termini molto più ampi. Non si tratta tanto, o solo, di educare con i media né di educare tanto, o solo, agli usi sicuri e responsabile della rete; piuttosto di educare ai media come sistemi complessi di significazione/ rappresentazione e controllo sociale.È tempo di guardare alla tecnologia non solo come strumento, come infrastruttura, ma come forma culturale di rappresentazione del reale che porti ad una alfabetizzazione mediatica e contribuisca alla creazione di una società, scuola, università inclusive. Gli autori, Cristina Gaggioli e Ilaria Ancillotti presentano una ricerca che ha portato a stilare una classifica di 10 film di animazione da poter impiegare in attività didattica, volte ad educare alla prosocialità già a partire dall'infanzia.
nicoletta19

Educazione ai media: conoscere i nuovi media (teoria) - FocusJunior.it - 2 views

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    L'articolo: " Conoscere i nuovi media ", Testi di Silvano Fuso e Anna Rita Longo. Apparso sul giornale Focus junior ci parla dell' importanza all' educazione ai media. Gli autori hanno messo in evidenza alcuni punti: l'importanza di un uso più consapevole delle risorse web e sociali. Ho trovato interessante il consiglio di far riflettere gli studenti sulla "Pubblicità nascosta" ,facendo riferimento al dibattito scaturito da un documentario come The social dilemma, dell' importanza di conoscere i media. E' stato spiegato in modo semplice ma completo il meccanismo della ricompensa, e della dopamina che agisce a livello cerebrale. Dall' articolo si deduce che è cambiato il ruolo dell' insegnante che non è più un semplice trasmettitore di conoscenza, bensì un tutor che guida e stimola le capacità dei ragazzi.
al1c381

Le relazioni familiari nell'era delle reti digitali - 2 views

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    L'elaborato, scritto dalla Dott.ssa Marianna Caucino, ha l'obiettivo di approfondire l'effetto che l'uso massiccio delle tecnologie ha avuto sulla comunicazione all'interno del nucleo familiare e specificatamente tra genitore e figlio. In particolare delinea le possibili sfaccettature della funzione genitoriale nell'utilizzo delle tecnologie digitali e nel gestire il divario digitale che vede i "nativi digitali" più competenti nell'uso delle tecnologie di comunicazione. Perchè è opportuno lavorare sulla prevenzione e il supporto alla genitorialità? Vengono inoltre descritte dall'autrice le attività di "sharenting" e i possibili rischi, esprimendo un parere più favorevole alle pratiche mediattive che sostengano i figli nella navigazione consapevole e nello sviluppo del pensiero critico.
giovannicipriani

Piano d'azione europeo per l'istruzione digitale 2021-2027 - 4 views

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    L'articolo pubblicato il 24/10/2022 su www.latteseditori.it, a cura di Viviana Rossi e Maria Enrica Bianchi, vuole presentare il "Piano d'azione europeo per l'istruzione digitale 2021-2027". L'articolo presenta alcuni dati rilevati dal rapporto DESI del 2020 relativi ai livelli di alfabetizzazione digitale dei cittadini europei, ponendo l'accento sulla situazione dell'Italia, che ci vede all'ultimo posto in Europa. In seguito si focalizza sul piano d'azione per l'istruzione digitale attivato dalla comunità europea, che non punta a sostituire la normale attività in presenza, considerata più efficace, ma a fornire strumenti di rinforzo e potenziamento dell'apprendimento tramite le tecnologie digitali. Si pone infine l'attenzione su come sia necessario per il futuro trovare strategie che garantiscano inclusione e accessibilità all'istruzione digitale.
riggiopaola

La libertà di informazione nell'era di Internet - MediaLaws - 4 views

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    Il presente contributo riporta l'omonimo capitolo pubblicato sul volume "Parole e potere. Libertà d'espressione, Hate Speech e Fake News". Milano 2017 a cura di G. Pitruzzella - O. Pollicino - S. Quintarelli. L'autore G. Pitruzzella, in questo articolo, si interroga su come Internet abbia cambiato il modo di produrre, distribuire ed utilizzare l'informazione. Il singolo utente della rete viene dotato di un ruolo attivo ma solo tramite l'intermediazione di alcune piattaforme. Le notizie distribuite da motori di ricerca e social network sono basate su algoritmi, quindi selezionate ed indirizzate a ciascun consumatore, questo porta alla chiusura dell'utente in una bolla costruita sulle sue preferenze e pregiudizi (Filter Bubble). Pitruzzella, successivamente, analizza il mondo delle fake news e dell'hate speech che hanno dinamiche simili, interrogandosi se è possibile che su Internet non ci siano responsabili. In fine ci mette davanti la possibilità di trovare un equilibrio tra autoregolazione e regolazione.
vprest

Piano nazionale per la scuola digitale (PNSD) 2022 - 3 views

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    Il comunicato riguarda l'incontro dell'11 ottobre 2022, al Ministero dell'Istruzione, del Comitato tecnico scientifico relativo al Piano nazionale per la scuola digitale (PNSD). Gli obiettivi descritti nel documento, sono incentrati sull'incremento di risorse riguardo il futuro digitale delle scuole, a quasi 7 anni di distanza dal primo PNSD (2015). Il Decreto Dipartimentale (allegato al testo) n. 2227 del 22.9.2022 prevede azioni e ambiti di intervento, fra i quali la riduzione del gap che ancora esiste fra gli studenti. L'intervento viene giudicato prioritario alla luce delle esigenze dettate dagli ultimi avvenimenti sanitari che hanno costretto la scuola a rivedere le pratiche di erogazione dell'insegnamento rivelando difficoltà strutturali e di accesso a strumenti informatici oggi indispensabili. Il progetto implica il coinvolgimento urgente di tutte quelle figure che ruotano intorno all'istruzione rivelando quanto sia necessaria l'interazione e l'impegno materiale e non per la formazione dei giovani.
aleale2022

Apprendimento Internazionale e Pedagogia Partecipativa per mezzo dei Social Media - 7 views

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    L'articolo, pubblicato sull' Italian Journal of Health Education, Sports and Inclusive Didactics a cura delle Dott.sse universitarie Gabriella Rodolico, Neeraja Dashaputre, Rhona Brown e Abimbola Abodunrin, espone i risultati di uno studio condotto sull'impatto dei social media nell'applicazione dell'innovativo modello di internazionalizzazione e apprendimento collaborativo online "COIL" (Collaborative Online International Learning). I feedback dei partecipanti ai workshops basati su tale modello, realizzati per consolidare la collaborazione tra quattro istituti formativi, due scozzesi e due indiani, nell'ottica di un progetto di potenziamento (STEM), hanno mostrato come i social media (nello specifico WhatsApp, Zoom, e-mail e Google Classroom) siano efficaci nel migliorare la comunicazione e nell'incentivare la partecipazione attiva facilitando lo scambio di conoscenze in contesti interculturali. L'accessibilità e fruibilità dei media ha permesso una diffusione trasversale delle conoscenze e competenze tra gli istituti, aprendo al dialogo e aumentando la consapevolezza sull'importanza delle esperienze di apprendimento positive. Tuttavia lo studio ha riscontrato anche alcune difficoltà nella sperimentazione di tale modello legate alle limitazioni imposte dai diversi governi all'utilizzo delle piattaforme online (p.e. Meet, Teams, WhatsApp, Facebook,...). La tecnologia dunque offre molti vantaggi nella collaborazione internazionale anche in ambito formativo ma diverse questioni pratiche, etiche e legali devono essere gestite al meglio per poterne sfruttare a pieno le potenzialità.
sdigiacomo1981

Informatica a scuola: disciplina a sé stante o integrata? Situazione in Itali... - 1 views

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    L'articolo, pubblicato su "Orizzonte Scuola.it", propone una panoramica sul tema delle politiche educative in materia di competenze digitali, soffermandosi sulle differenze in ambito EU; c'è una distinzione tra i paesi che guardano all'insegnamento dell'informatica come materia a sé stante da inserire nei curricula, sia nella scuola primaria che secondaria con alcune eccezioni che la prevedono a partire dalla secondaria. E i paesi che inseriscono quest'insegnamento nell'ambito di curricula già esistenti, approccio integrato; tra questi c'è l'Italia, la Spagna, la Francia e altri. Dal 2020 si è avviato un processo di riforme dell'insegnamento in ottica digitale, che al momento sono ancora in fase di implementazione in 17 paesi. Le riforme prevedono diversi campi di studio specifici, e ogni paese sta inserendo aspetti diversi della materia, con competenze diverse, che vanno dall'IT(tecnologia dell'informazione) alla sicurezza online; ma anche digital art e coding. Questo processo di trasformazione è accompagnato da una costante formazione del corpo insegnanti. La situazione degli altri 11 paesi è in fase di sviluppo, tra questi l'Italia, che a partire dall'anno 2022/23 ha inserito il coding e la didattica digitale. Il mio personale commento è che per arrivare ad un insegnamento della media education, almeno in Italia, la strada è ancora lunga; e soprattutto non è chiaro l'ostacolo che impedisce quest'insegnamento, che ormai è diventato fondamentale, vista la massiccia presenza di media nelle nostre vite.
anonymous

Media Education nella prima infanzia (0-6). Percorsi, pratiche e prospettive - 7 views

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    L'articolo è stato scritto da Cosimo Di Bari, Firenze, Vol. 24, Fasc. 2, (2021): 188-190. Tratta dell'introduzione precoce della tecnologia. Riporta che negli ultimi anni, la loro presenza nella vita delle persone porti a un aumento di esposizione anche nei bambini. Questo induce a pensare, erroneamente, che essi abbiano delle capacità innate nell'utilizzo di questi strumenti. Renata Metastasio, spinge ad una riflessione in merito alle caratteristiche, funzioni ed esposizione dei media. Propone la ricostruzione teorica e storica intorno della Media Education per capire quali siano gli spunti per impostare attività già dalla prima infanzia: educare a una lettura critica è un compito che, visto la precocità di esposizione a questi strumenti, dovrebbe essere anticipato rispetto ai sei anni e per questo si rende urgente una sensibilizzazione e una formazione dei genitori. Anche Alessandro Biraglia propone delle ricerche sulle differenze generazionali rispetto alla tecnologia, dal punto di vista socio psicologico, identificando l'importanza dei genitori nel fornire dei modelli di comportamento. Importante è il pensiero che vede le tecnologie come strumento di integrazione e non di sostituzione delle esperienze tradizionali, migliorando possibilità ludiche, stimolando l'ascolto e la differenziazione tra realtà e rappresentazione. Questo sembra essere uno degli obiettivi della Media Education. Secondo Franca Rossi, questi temi sono emersi anche grazie al lockdown per Covid-19 che nel 2020 ha portato a una riorganizzazione del rapporto tra insegnanti e famiglie. Educare a distanza non è un'attività principalmente della Media Education, nè condivisa da tutte le insegnanti ma è interessante capire le modalità impiegate per coinvolgere studenti e famiglie, utilizzando gli strumenti per simulare una realtà tradizionale. Un focus di Ilaria Bortolotti sul modello della ricerca-azione, risulta utile per il coinvolgimento degli insegnanti nell'ideare i percorsi sp
anonymous

La psicologia delle fake news - 5 views

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    Articolo pubblicato lo scorso Maggio 2021, Vol. 25, No. 5 su "Trends in Cognitive Sciences" - Cell Press Journal. Gli autori Gordon Pennycook e David G.Rand, indagano sul perché le persone si "innamorino" delle fake news. Gli utenti sembrano essere più abili a discernere la verità dalla falsità quando valutano notizie politicamente concordanti. Lo scarso discernimento della verità sembra essere associato alla mancanza di un ragionamento accurato e di una conoscenza pertinente nonché all'uso di euristiche come la familiarità dell'argomento. Inoltre, sembra esserci una sostanziale disconnessione tra ciò in cui le persone credono e ciò che condividono sui social media. Questa dissociazione è in gran parte guidata dalla disattenzione, piuttosto che dalla condivisione mirata della disinformazione. Gli autori propongono possibili strategie per limitare la diffusione delle fake news tra gli utenti fruitori dei social media.
elenariva8

Fake news: strumenti pratici per riconoscerle e fronteggiarle (materiale didattico a su... - 2 views

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    Il fenomeno delle fake news è dilagante al giorno d'oggi, e, anche se crediamo di conoscere il meccanismo con cui agisce, è talmente pervasivo, che rischiamo di cascarci o peggio di supportare involontariamente la circolazione di notizie false. Non basta infatti sapere che il problema esiste ma occorre avere degli strumenti pratici per fronteggiarlo. In questo articolo viene illustrato un elenco di punti, realizzato dal Ministero dell'Istruzione in collaborazione con le scuole e la Camera dei deputati, utile ad identificare una fake new e a supportare docenti e studenti nel processo di identificazione di tale fenomeno. Viene inoltre reso disponibile a fine pagina del materiale didattico e di approfondimento che può essere utilizzato in classe.Sono presenti due brevi video illustrativi e due documenti pdf che descrivono in modo semplice e pratico come approcciarsi a possibili fake news. L'obiettivo dell'articolo è quello di aiutare i docenti a rendere consapevoli i ragazzi del pericolo delle fake news, del loro funzionamento e del ruolo che tutti noi abbiamo nel supportare la circolazione di tali notizie. Vengono dati quindi degli strumenti pratici per contrastare il fenomeno ed arginarlo.
pastexyz

Un intervento educativo-didattico inclusivo, con l'uso delle tecnologie, per ... - 5 views

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    Questo articolo di G. Filippo Dettori e Barbara Letteri, pubblicato a giugno 2022 nella rivista "MEDIA EDUCATION - Studi, ricerche e buone pratiche", tratta di un intervento educativo-didattico, durato tre mesi, realizzato in una classe III della Scuola Secondaria di I grado con lo scopo di attuare un insegnamento personalizzato motivante, coinvolgente ed inclusivo con l'utilizzo delle nuove tecnologie, rivolto ad un'alunna con disabilità intellettiva lieve. Le attività sono state progettate considerando gli interessi e le propensioni dell'alunna con BES e coinvolgendo l'intera classe, sia per favorire l'inclusione della studentessa, ma anche perché le strategie didattiche attuate favoriscono un apprendimento significativo, fondamentale per un più efficace apprendimento scolastico di tutta la classe. Questo approccio rende l'insegnamento tradizionale più flessibile e adattabile ai discenti. Gli esiti di questa esperienza didattica sono stati positivi: l'alunna con BES ha partecipato col gruppo alla quasi totalità delle consegne; si è creato un clima positivo, partecipativo, cooperativo ed inclusivo; le tecnologie, come compensazione delle abilità residue, hanno reso possibili attività che prima erano precluse all'alunna con BES perché troppo complesse; hanno stimolato i docenti ad arricchire l'insegnamento per tutti gli allievi anche ad intervento concluso.
racheleturle

Perché (e come) impedire ai bambini di mangiare davanti agli schermi - 3 views

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    L'articolo si propone di spiegare, sulla base di osservazioni e ricerche di esperti, perché l'abitudine di mangiare con schermi accessi (smartphone, tablet, tv) davanti agli occhi sia dannosa per i minori, e come poter ovviare al problema con delle semplici indicazioni. Le conseguenze osservate del mangiare davanti agli schermi sono: si mangia più velocemente, si mangia di più e senza sentirsi sazi, senza assaporare e apprezzare il cibo, si mangia peggio in quanto si assume più cibo spazzatura. L'intento dell' articolo è, poste in evidenza queste conseguenze, porre l'attenzione sui benefici del midfull eating, pratica che porta calma e consapevolezza a tavola, e aiutare i genitori con dei semplici suggerimenti per incentivare i pasti lontano dagli schermi. Si tratta infatti di un articolo pubblicato nel blog dell'asilo nel bosco di Ostia, punto di incontro e confronto tra famiglie, educatori, insegnanti, psicologi, pedagogisti e ricercatori altri.
spalumbo

Sviluppo della Formazione Online: l'importanza della percezione! - 3 views

  • Sviluppo della Formazione Online: l'importanza della percezione!
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    Questo articolo riporta l'importanza della percezione riguardo i media all'interno del contesto educativo. L'interesse per questo articolo è nato dal domandarsi quanto il mercato sia maturo abbastanza per comprare corsi online e quali siano le ragioni, in un contesto in cui sono sempre più presenti corsi online, non solo in ambito scolastico, ma di formazione anche con aziende private. L'articolo non scioglie tutti i dubbi, ma ci da delle indicazioni interessanti riguardo la percezione degli studenti sul loro uso dei media, precisamente mettendo a confronto studenti americani e studenti tedeschi. E' stato mostrato come entrambi gli studenti capiscano l'importanza di apprendere online, ma con delle notevoli differenze nell'efficacia percepita. Essendo gli studenti tedeschi meno portati ad imparare l'utilizzo dei media fin dalle scuole primarie, è stata notata una forte differenza tra i due gruppi nell'utilizzo di piattaforme online per l'apprendimento. Gli studenti americani avevano una grande efficacia percepita, dunque si sentivano molto più in grado di padroneggiare l'apprendimento online. Secondo gli studi, infatti, per apprendere efficacemente online sono necessarie competenze diverse rispetto all'apprendimento classico, come competenze tecniche, di comunicazione e di time management. Ovviamente questa è solo la base per la comprensione di come la percezione degli studenti influisca su una crescita anche della richiesta di mercato, dunque ad uno sviluppo maggiore dei corsi online. Al contempo, l'articolo ci permette di porre attenzione non solo sullo sviluppo delle tecnologie, ma anche sull'apprendimento degli studenti ad utilizzare i media e a sentirsi consapevoli del loro utilizzo.
rachelenardelli

Tecnologie digitali e bambini : un'indagine sul loro utilizzo nei primi anni di vita - 3 views

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    L'articolo è un'indagine a cura del Centro per la Salute del Bambino onlus e dell'Associazione Culturale Pediatri sull'utilizzo delle tecnologie digitali nei primi anni di vita: è la prima in Italia ad aver esplorato le abitudini di utilizzo dei dispositivi digitali nelle famiglie italiane con bambini al di sotto dei sei anni. Infatti, in questa fase dello sviluppo, il cervello dei bambini è particolarmente plastico e le conseguenze (sia positive che negative) derivanti da qualsiasi esposizione ambientale sono massimizzate; quindi, dal momento che i genitori sono i mediatori principali del rapporto dei più piccoli con le tecnologie digitali, è molto importante che gli operatori e i professionisti che si occupano di infanzia e hanno rapporti continui con i genitori, abbiano conoscenze adeguate di "Media Literacy". L'aspetto interessante riportato nell'articolo è che i benefici derivanti dall'utilizzo delle tecnologie digitali dipendono dall'età in cui i bambini iniziano a usarle, dal modo in cui vengono utilizzate, per quanto tempo e dalla qualità delle applicazioni: visto che le informazioni riguardanti l'utilizzo delle tecnologie digitali da parte dei bambini al di sotto dei sei anni sono scarse, questo articolo riporta la ricerca fatta sulle attitudini e le pratiche dei genitori per quanto riguarda i bambini in questa fascia di età. I dati raccolti, nel loro complesso, dimostrano che i bambini iniziano a maneggiare e utilizzare i dispositivi digitali in età molto precoce, in proporzioni che fino a pochi anni fa erano attribuite a bambini di età ben superiore: i risultati dimostrano la necessità di un maggior impegno da parte di tutte le persone che si occupano di infanzia, non solo in ambito sanitario ma anche educativo, per supportare i genitori con adeguate informazioni e consigli sin dai primi mesi dopo la nascita, al fine di intervenire in tempo utile per evitare usi inappropriati e dannosi delle tecnologie digitali.
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