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lorenafonsatti

La media education a scuola: buone pratiche e strategie didattiche - 3 views

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    Articolo prodotto nell'anno 2019, dal contenuto attuale che evidenzia la necessità di introdurre all'interno del sistema scolastico primario la Media Education in un momento storico che raffigura una società governata in modo imperativo da una cultura mediale in continua evoluzione. L'articolo è stato scritto e pubblicato dalla Dott.ssa Giulia Piazza, specializzata in pedagogia della Formazione e Progettazione di Interventi Educativi e Formativi di sostegno all'Apprendimento e all'Insegnamento e co-fondatrice di un centro di consulenza e relativo blog informativo. Riassume le strategie didattiche che si renderebbero necessarie all'interno del sistema scolastico, al fine di indirizzare il bambino a diventare un agente critico nell'utilizzo dei media. Sottolinea quanto sia importante che una disciplina simile non venga riconosciuta come esclusiva, mentre invece dovrebbe essere considerata supportiva a quella in ambiente domestico. In un ambiente culturale come quello attuale, che vede i media come strumento quotidiano a disposizione di bambini, adolescenti ed adulti, si rende necessaria una corretta istruzione in merito alle eventuali conseguenze negative derivanti da un loro uso inconsapevole come l'influenza di un marketing aggressivo, il cyberbullismo o la presenta di identità fittizie. Inoltre, come spiega nell'articolo, una sana, costruttiva valorizzazione di quello che è il potenziale della Media Education, i valori sui quali si fonda, porterebbe a stimolare in ciascun utente consapevole la capacità di riflessione, di senso critico, la scoperta di un potenziale creativo che sia di supporto alla comunità di utenti. Indica le modalità ideali: vere e proprie strategie di intervento, dall'analisi profonda del testo e dei contenuti, alla simulazione in giochi di ruolo che coinvolga i bambini stessi. Una tecnica di approccio atta alla produzione pratica di contenuti funzionali e costruttivi da pubblicare in rete partendo dall'azione magg
faithmost

IL RUOLO DEI GENITORI NELL'UTILIZZO DEI VIDEOGAME: UNA RASSEGNA SISTEMATICA - 2 views

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    La rassegna sistematica di studi sulle forme di mediazione parentale (gatekeeping, diversionary discursive, investigative) per educare i figli ad un utilizzo consapevole delle tecnologie diffuse tra i minori, ha esaminato 46 articoli tratti da riviste psicologiche dal 2000 al 2019, per fornire un'analisi dei risultati ai professionisti che si occupano di ME al fine di realizzare una educazione genitoriale (parent training, parent mediation e parent monitoring) efficace per contrastare eventuali problemi comportamentali relativi al gaming nei figli poiché il loro uso eccessivo o l'utilizzo di videogame a contenuto violento e/o non adatto all'età, possono causare danni - sia a breve che a lungo termine - alla salute fisica e/o psicologica dei bambini/adolescenti. I professionisti che si occupano di interventi psicoeducativi in età evolutiva devono fornire ai genitori strategie ed indicazioni pratiche per promuovere un sano utilizzo di questi device, come il sostegno, il controllo e la comunicazione genitore-figlio. I risultati degli studi evidenziano l'effetto boomerang talvolta causato dalle strategie parentali restrittive, inoltre emerge l'importanza di promuovere una maggiore consapevolezza dei genitori dei giochi digitali di nuova generazione e una maggiore comunicazione e attività partecipata tra genitori e figli durante le attività di gaming.
smaragliano

Social Media Marketing nei servizi B2B. Un'indagine esplorativa. - 2 views

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    L'articolo tratta il tema del Social media marketing nei servizi B2B. La diffusione dei Social Media a livello globale sta modificando le strategie di comunicazione delle imprese, consentendo forme di dialogo e di interazione del tutto nuove, nelle quali il cliente può giocare un ruolo sempre più attivo e propositivo. Tenuto conto della rilevanza che i SM stanno acquisendo nell'ambito delle strategie di comunicazione e di marketing delle imprese, la letteratura utilizza la locuzione Social Media Marketing per riferirsi all'uso delle applicazioni social ai fini della gestione degli scambi, sia nell'ambito del mercato di sbocco dei prodotti/servizi dell'azienda. Le opportunità di interazione offerte dai SM costituiscono uno dei loro maggiori punti di forza rispetto ai media tradizionali pertanto la maggior parte degli studi sul tema risulta focalizzata sull'identificazione dei vantaggi derivanti dal loro utilizzo nell'ambito delle strategie di marketing. Ciò ha consentito di mettere in luce sia i benefici che gli strumenti di SMM offrono in termini di maggiore efficienza ed efficacia nella gestione degli scambi.
marcom1982

La media education a scuola: buone pratiche e strategie didattiche - 13 views

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    I nuovi media occupano gran parte del nostro tempo sociale e sono fortemente presenti, ed utilizzati, anche a scuola da bambini e adolescenti. Spesso e purtroppo, però, li utilizziamo in modo spropositato ed errato e ciò può avere gravi conseguenze per le persone e per la società. Ora più che mai è importante parlare delle nuove tecnologie: solo così sarà possibile conoscerle, comprenderle, per utilizzarle in modo consapevole, critico e cosciente. Ciò deve avvenire sia a scuola che in famiglia, allo stesso modo e nello stesso tempo, per educare i bambini e gli adolescenti alla cosiddetta Media Education. In questo articolo viene approfondita la Media Education tra formazione e scuola, offrendone un primo sguardo, un'introduzione, focalizzando l'attenzione sui suoi aspetti teorici.L'educazione ai media deve essere intesa come insegnamento di tipo trasversale, in quanto non vuole ottenere un posto a sé nel programma scolastico, questo è il punto predominante dell'articolo. La tecnologia deve essere un uso pratico, coinvolgente e diretto . I media possono, e devono, essere pensati come trasversali al programma, come elementi imprescindibili e come dimensione aggiuntiva, valorizzante e ispiratrice. I bambini sono continuamente esposti ed influenzati dalle informazioni che ottengono dalle nuove tecnologie e ciò può portare a conseguenze molto negative, anche al cyberbullismo. Educare bene alla tecnologia non favorendo l'indipendenza della stessa aiuta il bambino ad emergere e saper usare notevolmente i media come risorsa e non come opera distruttiva.
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    Giulia Piazza scrisse l'articolo in questione esaminando alcune possibili strategie didattiche da usare per proporre l'educazione dei media a scuola. Ci spiega perché è importante insegnare la media education a scuola e il ruolo delle influenze sociali nella comprensione del mondo e nella costruzione del senso di identità, così come l'importanza del prestare attenzione all'influenza che i bambini ottengono dalle nuove tecnologie. L'approccio pedagogico della media education valorizza alcuni principi per l'educazione quali l'apprendimento centrato sul bambino, l'apprendimento trasversale ecc. approccio dunque non autoritario, che favorisce la motivazione e aiuta i bambini a indagare e riflettere da soli. Ci spiega quali sono le buone pratiche dell'educazione ai media e l'importanza dell'argomento di analisi del testo e del contenuto, quali sono quindi le tecniche utili per insegnare i media tramite analisi testuale e di contenuto così da sviluppare una conoscenza della grammatica mediale. Vengono presi in esame anche il case study e la simulazione, quindi l'uso del gioco di ruolo e della sfida che agiscono sulla motivazione e sulla conoscenza proprio come l'aiuto dello studio di un caso specifico vada ad incoraggiare gli studenti a condurre ricerche approfondite. L'articolo inoltre sottolinea uno degli aspetti centrali e indispensabili della Media Education: la produzione, che comporta l'uso pratico, coinvolgente e diretto delle tecnologie, avendo un valore educativo importante in quanto va a garantire comprensione e critica del linguaggio mediale.
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    L'articolo discute l'importanza dell'educazione ai media nelle scuole. L'autore sostiene che i mezzi di comunicazione sono una parte fondamentale dell'ambiente culturale di ciascun individuo, compresi i bambini e gli adolescenti. Ciò significa che la media education è importante per aiutare i giovani a decostruire i testi mediali e a comprendere i valori trasmessi. Inoltre, l'articolo sostiene che l'educazione ai media valorizza alcuni principi fondamentali per l'educazione, come l'educazione alla cittadinanza e alla partecipazione attiva, l'apprendimento centrato sul bambino, l'imparare ad imparare e l'apprendimento di tipo trasversale. L'articolo sottolinea che la media education promuove un esercizio critico da parte dei bambini, aiuta i bambini ad imparare a imparare e cerca di generare l'atteggiamento interrogativo, accompagnato dal dialogo e dal pensiero critico. L'autore conclude sostenendo che l'educazione ai media dovrebbe essere inclusa come curricolo trasversale a tutte le discipline di insegnamento, per incrementare e migliorare l'insegnamento e l'educazione. L'articolo fornisce alcune "buone pratiche" per la realizzazione dei percorsi di Media Education, come la costituzione di un gruppo docenti e la collaborazione tra pedagogisti, educatori, insegnanti e genitori.
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    Il testo parla dell'importanza dell'insegnamento della Media Education per aiutare i bambini e gli adolescenti a comprendere i messaggi mediatici e sviluppare una comprensione critica dei media. L'approccio pedagogico della Media Education si basa su principi come l'educazione alla cittadinanza, l'apprendimento centrato sul bambino, l'imparare ad imparare e l'apprendimento di tipo trasversale. L'educazione ai media deve essere sistematica e continua, e il curriculum dovrebbe essere considerato trasversale a tutte le discipline di insegnamento. Le buone pratiche dell'educazione ai media includono la collaborazione tra pedagogisti, educatori, insegnanti e genitori, la definizione chiara dei tempi e degli spazi per le attività, la documentazione e la valutazione dell'esperienza, la condivisione con i genitori e la creazione di un prodotto di comunicazione da condividere con la comunità scolastica. L´ autrice infine descrive alcune tecniche utili per l'insegnamento dei media, come l'analisi del testo e del contenuto, il case study, la simulazione e la produzione.
giovanni9

Ma i nativi digitali sono "illetterati digitali": ecco il ruolo della Scuola - 5 views

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    L'articolo apparso il 13 luglio 2018 su Agenda Digitale a firma di Vittorio Midoro, dirigente di ricerca CNR e membro del gruppo di lavoro del MIUR per la valutazione dell'uso dei dispositivi personali in classe, pone l'attenzione sul fatto che crescere all'interno di una società digitale non vuol dire essere "digital literate". Quindi egli continua riflettendo sul possibile ruolo della scuola nell'odierna società. Seppur la maggioranza dei ragazzi mostra padronanza nell'uso dei media digitali, è raro che qualcuno riesca a realizzare app, programmi o siti web per i quali sono richieste competenze specifiche difficili da acquisire informalmente. La scuola dovrebbe aiutare i ragazzi a sviluppare abilità creative, di astrazione e di problem solving fin dai primi anni scolastici. Attraverso la Media Literacy si possono comprendere e valutare i diversi aspetti dei media e dei loro contenuti, nonché migliorare le abilità comunicative nei diversi contesti e creare prodotti mediali. Infatti, la comprensione della comunicazione implica il sapere analizzare e valutare i messaggi e saperli creare e condividere. Bambini e ragazzi sono sempre stati molto curiosi, ma oggi spesso non sono i genitori a rispondere alle loro domande, ma la rete. Alcuni studi hanno dimostrato però che i ragazzi adottano spesso strategie di ricerca delle informazioni piuttosto improvvisate e caotiche e hanno una scarsa capacità di valutare la qualità dell'informazione trovata. Inoltre essere sempre connessi non è detto che migliori la qualità delle relazioni. In rete vi è la tendenza a presentarsi con un'identità diversa dalla propria ed è difficile creare e sostenere relazioni profonde tra le persone. Per quanto riguarda l'apprendimento, l'autore dell'articolo cita Gardner per ricordarci che esistono diversi tipi di intelligenze. Queste vanno assecondate valorizzando quelle possedute e rafforzando quelle meno sviluppate. La scuola dovrebbe capire i ragazzi, i lo
dorinalombardo

ALFABETIZZAZIONE TRANSMEDIALE NELLA NUOVA ECOLOGIA DEI MEDIA - 2 views

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    Questa ricerca "Libro bianco"propone alternative per applicare le capacità transmediali degli adolescenti - sviluppate al di fuori della scuola - all'interno del sistema educativo formale e trarne beneficio. I risultati ottenuti possono essere così sintetizzati: La distribuzione delle abilità #transmedia tra gli adolescenti non è regolare o equilibrata Mentre alcune di queste abilità di #transmedia cambiano molto poco nel tempo (ad es. quelle relative ai valori), altre abilità sono soggette a cambiamenti tecnologici incessanti (ad es. quelle relative ai social media) Le abilità #transmedia sono influenzate dal genere (ad esempio, le ragazze usano maggiormente media che si concentrano sugli aspetti relazionali, mentre i ragazzi tendono a concentrarsi sugli aspetti ludici) Gli adolescenti sono consapevoli della necessità di acquisire abilità di prevenzione del rischio Gli adolescenti applicano strategie di apprendimento informali tradizionali in nuovi ambienti digitali L'imitazione è una delle principali strategie di apprendimento informale che gli adolescenti applicano YouTube è uno dei più importanti spazi di apprendimento online e occupa un ruolo centrale nel consumo di contenuti multimediali degli adolescenti e (a volte) nella produzione LIBRO BIANCO 15 Progetto Transmedia
olgaderamo

MIUR: linee di prevenzione e di contrasto al cyberbullismo - 1 views

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    Il Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca, il 13 /04/2015 ha elaborato , in con il contributo degli Enti afferenti all'Advision Bord del Safer Internet Centre per l'Italia www.generazioniconnesse.it,, delle linee di prevenzione e di contrasto al bullismo e alla sua manifestazione in rete, ovvero il cyberbullismo . All'interno del testo che ho allegato troviamo una prima introduzione della problematica con una serie di norme di comportamento che andrebbero seguite. Vi è poi un elenco di politiche di intervento e quali sono gli strumenti di segnalazione. Trovo molto interessante la parte dedicata alle azioni mirate rivolte agli studenti e alle famiglie e di grande utilità la linea di formazione degli insegnanti. Viene sottolineata la necessità di informazione, educazione in modo da non limitarne l'uso ma renderlo appunto un "ambiente di vita" dove si possono avere esperienze cognitive, affettive e socio-relazionali costruttive. Ritengo che queste linee guida siano molto utili anche ai fini conoscitivi perché esaminano il fenomeno tenendo conto di tutte le possibili situazioni che si possono creare e sviscera il problema da ogni punto di vista e va ad integrare, rendendo più attuale, un orientamento già presente nelle istituzioni scolastiche, mediante nuove strategie che tengano conto dei mutamenti sociali , culturali e tecnologici della nostra società. All'interno del testo troviamo anche dei riferimenti ad una serie di siti di grande utilità: da quelli che forniscono una visione più ampia e sempre attuale delle iniziative, di nuove strategie educative e didattiche e quelli dove segnalare gli episodi di cyberbullismo e la presenza di materiale pedopornografico in rete. La parte finale del testo sottolinea come sia importante una preparazione specifica da parte di docenti e formatori, che possano così rispondere ai nuovi stili cognitivi e comunicat
eviti-uninettuno

The Role of Social Media in Higher Education Marketing - 5 views

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    I media digitali hanno cambiato le strategie di Marketing che le universita' americane si sono trovate costrette ad utilizzare per raggiungere l'audience dei giovani studenti delle scuole superiori statunitensi. Ranee Smith autore del blog "Bostoninteractive", suggerisce che i responsabili dell' area marketing si trovano in difficolta' a relazionarsi con questa nuova generazione definita " Generazione Z". I fattori sono molteplici. In primo luogo, scarseggiano dati comportamentali che ci forniscano un panorma riguardo gli usi e costumi di questo particolare tipo di pubblico. In secondo luogo, dal momento che questa generazione si basa su media digitali di ultima generazione, le competenze da acquisire rispetto alle nuove tecnologie sono in continuo sviluppo e le conoscenze apprese diventano presto obsolete. L' autore individua 5 social media, che rappresentano la chiave per raggiungere questo particolare tipo di audience, composto prevalmentemente da giovani nati tra il 1990 e il 2000. Facebook: Rimane il social media piu' popolare tra i giovani di eta' compresa tra i 13 e i 17 anni Instagram: Dati dimostrano che ai giovani di oggi piaccia comunicare piu' attraverso immagini, simboli e icone che attraverso testi scritti Twtter: La ricerca mostra che la capacità di attenzione di questa nuova generazione è scesa agli otto secondi. Cio' significa che una comunicazione dosificata è la chiave per ottenere la loro attenzione. Linkedin: Sono 39 Milioni gli utenti linkedin provenienti da scuole statunitensi che usufruiscono del servizio come vetrina di ingresso al mondo del lavoro. Snapchat: Con il 71% dei suoi utenti di eta' inferiore ai25 anni, Snapchat appare lo strumento perfetto per raggiungere possibili nuovi studenti In conclusione, I media digitali hanno influito sul modo in cui le nuove generazioni comunicano e se si vuole essere efficaci nel conquistare questo tipo di pubblico, le s
spoletti93

L'uso dei media da parte dei musei nell'era della pandemia Covid-19 - 3 views

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    L'emergenza sanitaria dovuta al COVID-19 ha costretto molti musei da un lato a chiudere le porte ma dall'altro è emersa la necessità di aprirsi a nuove forme di comunicazione. Diversi sono stati i tentativi di fornire un accesso differente: molti musei infatti hanno aperto nuovi canali YouTube, proponendo video per bambini con finalità ludiche, e interventi per adulti; molto utilizzati sono stati gli hashtag 'racconto' e 'storia' usati per raccontare opere, collezioni e archivi ricchi di arte; numerose sono state le dirette Facebook attraverso le quali è stata data la possibilità di eseguire veri e propri tour virtuali e di partecipare alle mostre online. Le strategie adottate aprono prospettive forse prima inimmaginabili e hanno consentito di raggiungere un nuovo pubblico, travalicando spesso quei confini localistici che solo la rete ci consente di travalicare. Le organizzazioni culturali hanno sicuramente mostrato un rinnovato impulso all'innovazione, intraprendendo una strada mai effettivamente compiuta, quella della trasformazione digitale, realizzando in poche settimane un programma di proposte e attività destinate a rimodulare in maniera significativa la loro idea di comunicazione, di valorizzazione e di promozione. Fondamentale quindi sarebbe non disperdere lo straordinario impulso al digitale emerso in questi mesi e aiutare anche i musei di piccole e medie dimensioni che costituiscono una parte estremamente considerevole del panorama italiano.
pastexyz

Un intervento educativo-didattico inclusivo, con l'uso delle tecnologie, per ... - 5 views

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    Questo articolo di G. Filippo Dettori e Barbara Letteri, pubblicato a giugno 2022 nella rivista "MEDIA EDUCATION - Studi, ricerche e buone pratiche", tratta di un intervento educativo-didattico, durato tre mesi, realizzato in una classe III della Scuola Secondaria di I grado con lo scopo di attuare un insegnamento personalizzato motivante, coinvolgente ed inclusivo con l'utilizzo delle nuove tecnologie, rivolto ad un'alunna con disabilità intellettiva lieve. Le attività sono state progettate considerando gli interessi e le propensioni dell'alunna con BES e coinvolgendo l'intera classe, sia per favorire l'inclusione della studentessa, ma anche perché le strategie didattiche attuate favoriscono un apprendimento significativo, fondamentale per un più efficace apprendimento scolastico di tutta la classe. Questo approccio rende l'insegnamento tradizionale più flessibile e adattabile ai discenti. Gli esiti di questa esperienza didattica sono stati positivi: l'alunna con BES ha partecipato col gruppo alla quasi totalità delle consegne; si è creato un clima positivo, partecipativo, cooperativo ed inclusivo; le tecnologie, come compensazione delle abilità residue, hanno reso possibili attività che prima erano precluse all'alunna con BES perché troppo complesse; hanno stimolato i docenti ad arricchire l'insegnamento per tutti gli allievi anche ad intervento concluso.
elisa-bargigia

https://nonsolopedagogia.it/media-education-a-scuola-pratiche-strategie/ - 6 views

L'articolo evidenzia l'importanza della media education all'interno delle scuole, non come materia a sé stante, ma come insegnamento trasversale. Questo tipo di approccio stimola la curiosità e la ...

#scuola #strategiedidattiche #approcciopedagogico

started by elisa-bargigia on 29 Nov 21 no follow-up yet
massimomoretti

L'innovazione tecnologica nella scuola italiana. Per un'analisi critica e storica - 8 views

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    L'articolo, pubblicato nel 2016, evidenzia la rilevanza dell'introduzione delle tecnologie nella scuola italiana, processo che si è sviluppato negli ultimi quarant'anni. Inizialmente molti insegnanti furono influenzati dalle innovazioni modificando atteggiamenti e metodologie; tuttavia, a mano a mano che l'introduzione delle ITC nella scuola si andava affermando, emersero criticità e contraddizioni provocate da problemi tecnici, incompatibilità, mancanza di tempo e carenza di preparazione degli insegnanti. L'esperienza del passato, a fronte delle difficoltà verificate, rischia di passare in second'ordine o - addirittura - di essere dimenticata, unitamente al portato teorico e didattico caratterizzante la fase precedente. S'impone pertanto una riflessione critica attraverso la presentazione di alcuni lineamenti della storia dell'introduzione delle ITC nella scuola, delle concezioni che l'hanno accompagnata e dei rapporti che spesso, anche all'insaputa degli innovatori, si mantengono tra passato e presente. La tecnologia informatica fu introdotta ufficialmente nella scuola italiana nel 1985 (primo Piano Nazionale Informatica - PNI 1), affiancata agli insegnamenti di matematica e fisica del primo biennio della scuola superiore. Il PNI 1 nacque dall'idea che l'alfabetizzazione informatica costituisse l'unica via d'accesso alla società dell'informazione e dalla fiducia nella possibilità per gli strumenti e le tecniche dell'informatica di favorire lo sviluppo cognitivo degli studenti. In seguito, l'introduzione del linguaggio di programmazione, dei videogiochi e degli ambienti di scrittura indussero a ritenere il computer uno strumento di supporto per l'apprendimento, capace di dilatare la conoscenza e il processo per acquisirla, favorendo l'autonomia e la creatività, secondo un approccio cognitivistico-costruttivista. Negli anni Novanta, con l'avvento dell'ipertestualità, la tecnologia venne accolta nella scuola
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    con lo scopo di avvicinarla alla realtà vissuta dagli studenti a casa e in altri ambienti, contraddistinta dall'interazione tra parola orale, testi scritti, suoni e immagini. Le più recenti iniziative ministeriali da un lato spingono verso limiti più avanzati l'idea della partecipazione sociale, dall'altro sembrano riscoprire il valore di pratiche già sperimentate negli anni Ottanta e in parte dimenticate dalla scuola. L'articolo, in particolare, pone l'accento sulla pratica del coding, vale a dire sul processo finale di programmazione, quello della scrittura del codice attraverso l'uso di un determinato linguaggio. In sostanza, questa analisi storico-critica mette in evidenza come nel nostro Paese la normativa che regola l'introduzione del digitale nella scuola insegua l'innovazione tecnologica, tentando di stare al passo con questo processo fluido, rapido e costante.
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    FORM@RE - Open Journal per la formazione in Rete L'innovazione tecnologica nella scuola italiana. Per un'analisi critica e storica Technological innovation in the Italian school. A critical and historical analysis Camilla Moricca - Università degli Studi di Firenze, camilla.moricca@unifi.it Abstract L'introduzione tecnologica nella scuola è caratterizzata da ondate che si succedono conservando scarsa consapevolezza e ricordo della fase precedente. Il lavoro ripercorre in modo sintetico le principali iniziative istituzionali e le più note teorie di riferimento che le hanno accompagnate nell'ottica di favorire una consapevolezza storico-critica su ciò che l'esperienza ci può aver insegnato. Nell'ultima parte ci si sofferma su riferimenti oggi in voga, quali il coding e la robotica, chiedendoci se siano davvero nuovi e se poggino su criteri pedagogici fondati. Parole chiave: tecnologie dell'educazione; analisi storica; coding; robotica. Abstract Technological introduction into school takes place in the form of innovations that maintaining low awareness and memories of the previous phases. The work recalls briefly the main institutional initiatives and best-known theories of reference in order to foster a historical-critical awareness of what the experience may have informed us. In the last part we focus on references in vogue, such as coding and robotics, wondering if they are really innovations and if they are based on valid educational criteria. Keywords: educational technology; historical analysis; coding; robotics. 1. Introduzione L'introduzione delle tecnologie nella scuola ha rappresentato un avvenimento rilevante negli ultimi quarant'anni e il processo che l'ha accompagnata ha coinvolto direttamente molti insegnanti, influenzando i loro atteggiamenti e le loro concezioni metodologiche. Sembra quindi ragionevolmente importante soffermarsi a riflettere su questo percorso per comprenderne meglio la natura. Tuttavia sono carenti i lavori
roby64

CYBERBULLISMO E PROGRAMMA OPERATIVO NAZIONALE: UN'OPPORTUNITÀ PER LE SCUOLE ... - 4 views

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    L'articolo è stato pubblicato da Ersilia Menesini, Elisa Corbo, Annalaura Nocentini dell'Università di Firenze e dopo una breve descrizione del fenomeno, identificato come una forma di aggressività interpersonale, conduce una ricerca tesa ad individuare le strategie più efficaci per contrastarlo. I risultati del contributo scientifico, rilevano un andamento parallelo tra il cyber e le forma generiche di bullismo il cui comun denominatore è costituito dall'individualismo e dalla prevaricazione. Si sottolinea la necessità di interventi integrati e multilivello, dalla promozione della salute alla prevenzione dei comportamenti a rischio e alla riabilitazione. Emerge un dato incoraggiante che riguarda le strategie di prevenzione, focalizzate sulla prevenzione, comun denominatore ad entrambe le forme. La prevenzione si configura come strategia da attuarsi già nella scuola mediante teams di esperti che diffondono informazione ed educazione per un uso consapevole dei media.
maspao

Strategie di autopresentazione di giovani studentesse sui social media - 3 views

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    In questo articolo, pubblicato il 27 giugno del 2022, vengono presentati i risultati tramite interviste semistrutturate di 10 trampoliniste universitarie di età compresa tra i 19 e i 24 anni. Il presente studio ha esplorato il modo in cui le giovani donne che competono negli sport estetici adottano strategie di auto-presentazione sui social media. I dati sono stati analizzati attraverso un'analisi tematica riflessiva e sono stati generati sei temi: 1. Autoanalisi: Le partecipanti hanno dimostrato un forte bisogno di presentare il loro "meglio di sé". L'incapacità di farlo si traduce nella paura del giudizio, nell'estrema autocritica e successivamente, nella post-prevenzione. 2. Il meglio di te: Le giovani donne cercano di presentarsi in modo favorevole, spesso selezionando gli aspetti più positivi di sé stesse. 3. Conseguenze emotive: L'auto-presentazione influisce sul benessere emotivo. La mancanza di conformità all'ideale desiderato può portare a sentimenti negativi. 4. Giudizio: La paura del giudizio sociale è un fattore significativo nell'auto-presentazione online. 5. Percezioni sui social media: Le partecipanti utilizzano i social media per presentarsi, ma spesso si confrontano con gli altri. 6. Accettazione: La necessità di alterare l'auto-presentazione per adattarsi agli standard sociali e di bellezza. Questo studio contribuisce alla letteratura sull'immagine corporea dimostrando una comprensione più dettagliata di come i social media influenzano la percezione di sé e la necessità di adattare la propria auto-presentazione
Manuela

Apprendere ed insegnare nell'era degli ecosistemi digitali intelligenti: pratiche didat... - 1 views

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    Gli autori, Salvatore Messina, Cristina Gaggioli e Chiara Panciroli, descrivono i risultati preliminari di uno studio investigativo volto ad esplorare le preferenze degli studenti nell'affrontare specifici compiti con particolare attenzione all'impatto potenziale dell'ambiente esterno sulla determinazione delle scelte strategiche e analizzare l'influenza delle piattaforme digitali e dell'IA sul panorama educativo attuale. La ricerca ha l'obbiettivo di comprendere quali sono i metodi di studio, le strategie adottate dagli studenti nell'affrontare specifici compiti, sviluppare metodi didattici che possano potenziare tali strategie e infine proporre modalità per ottimizzare i processi di organizzazione delle conoscenze. I risultati preliminari offrono uno sguardo approfondito sulle dinamiche di apprendimento evidenziando la coesistenza di pratiche tradizionali e una crescente apertura alle potenzialità delle tecnologie digitali soprattutto quando queste offrono un approccio visivo globale e intuitivo. Secondo gli autori riveste grande importanza rendere gli studenti consapevoli della possibilità di ottimizzare il tempo di studio e migliorare l'efficacia del proprio apprendimento attraverso l'utilizzo di strumenti tecnologici interattivi.
aivlis1977

MOOCgamification - 1 views

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    I corsi MOOC rappresentano una innovazione l'ultima frontiera dell'educazione a distanza .Si seguono in maniera diacronica e con facilità di accesso L'uso dei MOOC potrebbe tornare utile per corsi di aggiornamento e miglioramento dei docenti nella didattica La visione non ha obblighi di orari ed è totalmente gratuita per una formazione democratica Inoltre stanno nascendo nuovi MOOC che si uniscono alla gamification cioè a strategie didattiche innovative e coinvolgenti che danno vita ai MOOCgamification come nuova risorsa di educazione ,unire il piacere al sapere per sviluppare modelli di conoscenza sempre più adeguati Modelli collaborativi dove chi apprende è attivo e coinvolto per diventare costruttore del proprio sapere.
isabellarossi68

L'infanzia rappresentata dai genitori nei social network: riflessioni pedagogiche sullo... - 7 views

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    Nell'articolo viene evidenziata la necessità di una riflessione pedagogica sulle strategie utili ad educare all'uso consapevole dei media, soprattutto dei social network, da parte dei minori e dei loro genitori, attraverso un dibattito tra pericoli e vantaggi. Il codice deontologico per i professionisti della comunicazione dà l'opportunità di riflettere sulla necessità di tutela dell'infanzia ai giorni nostri, non solo per quel che riguarda il lavoro dei giornalisti, ma anche per il comportamento messo in atto dai genitori. Di frequente i minori rappresentano non solo utenti dei social, ma anche il contenuto delle informazioni postate dagli adulti, tracce spesso indelebili che raccontano esperienze, condivise con amici e conoscenti della rete, e con tutti quei soggetti protagonisti dei legami forti e deboli, ormai indifferenziati nel mondo digitale. Si dibatte sul nuovo fenomeno chiamato "sharenting", sul quale emergono necessarie riflessioni psicologiche e sociologiche e interventi educativi, che possano, secondo l'ottica della Media Education, rendere anche gli adulti consapevoli e responsabili all'utilizzo dei social. L'obiettivo è sensibilizzare la pratica di una genitorialità rispettosa del bambino, oggetto di comunicazione di cui spesso ne viene violata la privacy, e arrivare ad una condivisione con il network che non sfoci in forme eccessive di narcisismo. Secondo il nuovo approccio didattico e pedagogico proposto dai Cultural Studies è opportuno non demonizzare la partecipazione alla cultura digitale, ma valutarne le modalità di fruizione e gli effetti in termini di "rischi" che, se affrontati in modo efficace, possono tramutarsi in "opportunità". Sarebbe auspicabile, a parere della Media Education, tentare di mantenere un equilibrio tra rischi e opportunità, attraverso formazione di buone pratiche orientate alla tutela dell'infanzia, che allontanino dal panico morale e da colpevolizzazioni e considerino i potenziali benefici degli strumenti social
antonellasip

Social media literacy protects against the negative impact of exposure to appearance id... - 1 views

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    Questo studio analizza l'impatto dei social media sulla soddisfazione sul proprio corpo in giovani donne e uomini. Si tratta di uno studio sperimentale pubblicato sulla rivista scientifica "Body Image" del 2018. Lo studio ha incluso 187 donne e 187 uomini tra i 18 e 30 anni. Ai partecipanti sono stati somministrati diversi strumenti, tra cui il VAS, per la valutazione della soddisfazione/percezione del proprio corpo, il SML (social media literacy), un test per valutare il livello di media literacy, che analizza il pensiero critico e lo scetticismo nei confronti dei media, e il SATAQ per analizzare il grado di approvazione e interiorizzazione degli ideali di bellezza. Il gruppo sperimentale è stato esposto a stimoli visivi di pubblicità sull'alcol con protagoniste celebrità che incarnano l'ideale di bellezza attuale. Dai risultati emerge che le donne con bassi livelli di social media literacy (calcolata con il SML) hanno avuto una diminuzione significativa della soddisfazione sul proprio corpo dopo l'esposizione, al contrario delle donne con alti livelli di social media literacy. Tale effetto protettivo non è stato registrato negli uomini. Da questo studio, dunque, emerge che la media literacy può rappresentare un fattore protettivo all'esposizione dei social media commerciali. Questo risultato è coerente con studi precedenti sui media tradizionali che hanno rilevato che alti livelli di alfabetizzazione mediatica, in particolare il pensiero critico, sono in grado di moderare l'effetto negativo dell'esposizione a immagini che mostrano ideali di bellezza stereotipata. In conclusione, questi risultati mettono in luce l'importanza di implementare strategie di intervento di alfabetizzazione ai social media in un'ottica preventiva, per contrastare i problemi di immagine corporea negli adolescenti e i conseguenti disturbi alimentari, derivanti dal sempre crescente uso dei social media.
fsettembrini

Cyberbullismo: un'analisi del comportamento e delle motivazioni degli osservatori - 7 views

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    Ancor più che nel bullismo "tradizionale", nelle forme di bullismo "cyber" il comportamento del pubblico costituisce una componente decisiva del fenomeno e gli interventi preventivi più efficaci comprendono la sensibilizzazione degli spettatori, che spesso restano inerti, o addirittura si alleano con i persecutori, inoltrando il messaggio denigratorio ad altri utenti dei social e della rete. Tre ricercatori dell'Università di Cincinnati hanno analizzato il comportamento di alcuni studenti di college coinvolti in una simulazione di conversazioni su Facebook, in cui assistevano ai ripetuti attacchi verbali, chiaramente offensivi, che due amici rivolgevano a un terzo; in seguito hanno raccolto i commenti degli osservatori, in cui chiarivano se ciò a cui avevano assistito era a loro avviso cyberbullismo e perché avevano o, quasi nella metà del campione, non avevano reagito alla persecuzione contro la vittima (benché il 91% fosse consapevole che si trattava di cyberbullismo). Tra le variabili più significative alla base della scelta se intervenire o meno a sostegno della vittima, l'indagine ha confermato che ci sono il livello di empatia e il senso di autoefficacia degli osservatori e il grado del loro "disimpegno morale", ma anche la convinzione che i social non siano il canale comunicativo più adatto per esprimersi su questioni così delicate: alcuni hanno infatti dichiarato che avrebbero cercato di contattare gli aggressori o l'amico aggredito di persona.
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