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massimomoretti

L'innovazione tecnologica nella scuola italiana. Per un'analisi critica e storica - 8 views

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    L'articolo, pubblicato nel 2016, evidenzia la rilevanza dell'introduzione delle tecnologie nella scuola italiana, processo che si è sviluppato negli ultimi quarant'anni. Inizialmente molti insegnanti furono influenzati dalle innovazioni modificando atteggiamenti e metodologie; tuttavia, a mano a mano che l'introduzione delle ITC nella scuola si andava affermando, emersero criticità e contraddizioni provocate da problemi tecnici, incompatibilità, mancanza di tempo e carenza di preparazione degli insegnanti. L'esperienza del passato, a fronte delle difficoltà verificate, rischia di passare in second'ordine o - addirittura - di essere dimenticata, unitamente al portato teorico e didattico caratterizzante la fase precedente. S'impone pertanto una riflessione critica attraverso la presentazione di alcuni lineamenti della storia dell'introduzione delle ITC nella scuola, delle concezioni che l'hanno accompagnata e dei rapporti che spesso, anche all'insaputa degli innovatori, si mantengono tra passato e presente. La tecnologia informatica fu introdotta ufficialmente nella scuola italiana nel 1985 (primo Piano Nazionale Informatica - PNI 1), affiancata agli insegnamenti di matematica e fisica del primo biennio della scuola superiore. Il PNI 1 nacque dall'idea che l'alfabetizzazione informatica costituisse l'unica via d'accesso alla società dell'informazione e dalla fiducia nella possibilità per gli strumenti e le tecniche dell'informatica di favorire lo sviluppo cognitivo degli studenti. In seguito, l'introduzione del linguaggio di programmazione, dei videogiochi e degli ambienti di scrittura indussero a ritenere il computer uno strumento di supporto per l'apprendimento, capace di dilatare la conoscenza e il processo per acquisirla, favorendo l'autonomia e la creatività, secondo un approccio cognitivistico-costruttivista. Negli anni Novanta, con l'avvento dell'ipertestualità, la tecnologia venne accolta nella scuola
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    con lo scopo di avvicinarla alla realtà vissuta dagli studenti a casa e in altri ambienti, contraddistinta dall'interazione tra parola orale, testi scritti, suoni e immagini. Le più recenti iniziative ministeriali da un lato spingono verso limiti più avanzati l'idea della partecipazione sociale, dall'altro sembrano riscoprire il valore di pratiche già sperimentate negli anni Ottanta e in parte dimenticate dalla scuola. L'articolo, in particolare, pone l'accento sulla pratica del coding, vale a dire sul processo finale di programmazione, quello della scrittura del codice attraverso l'uso di un determinato linguaggio. In sostanza, questa analisi storico-critica mette in evidenza come nel nostro Paese la normativa che regola l'introduzione del digitale nella scuola insegua l'innovazione tecnologica, tentando di stare al passo con questo processo fluido, rapido e costante.
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    FORM@RE - Open Journal per la formazione in Rete L'innovazione tecnologica nella scuola italiana. Per un'analisi critica e storica Technological innovation in the Italian school. A critical and historical analysis Camilla Moricca - Università degli Studi di Firenze, camilla.moricca@unifi.it Abstract L'introduzione tecnologica nella scuola è caratterizzata da ondate che si succedono conservando scarsa consapevolezza e ricordo della fase precedente. Il lavoro ripercorre in modo sintetico le principali iniziative istituzionali e le più note teorie di riferimento che le hanno accompagnate nell'ottica di favorire una consapevolezza storico-critica su ciò che l'esperienza ci può aver insegnato. Nell'ultima parte ci si sofferma su riferimenti oggi in voga, quali il coding e la robotica, chiedendoci se siano davvero nuovi e se poggino su criteri pedagogici fondati. Parole chiave: tecnologie dell'educazione; analisi storica; coding; robotica. Abstract Technological introduction into school takes place in the form of innovations that maintaining low awareness and memories of the previous phases. The work recalls briefly the main institutional initiatives and best-known theories of reference in order to foster a historical-critical awareness of what the experience may have informed us. In the last part we focus on references in vogue, such as coding and robotics, wondering if they are really innovations and if they are based on valid educational criteria. Keywords: educational technology; historical analysis; coding; robotics. 1. Introduzione L'introduzione delle tecnologie nella scuola ha rappresentato un avvenimento rilevante negli ultimi quarant'anni e il processo che l'ha accompagnata ha coinvolto direttamente molti insegnanti, influenzando i loro atteggiamenti e le loro concezioni metodologiche. Sembra quindi ragionevolmente importante soffermarsi a riflettere su questo percorso per comprenderne meglio la natura. Tuttavia sono carenti i lavori
giadaspina28

View of Didattica Inclusiva a Distanza: tecnologie e tecniche per l'Inclusion... - 4 views

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    In questo articolo pubblicato da Lucia Maffione nel dicembre del 2020 si mette in evidenza attraverso il caso di una ragazza ipovedente di 15 anni frequentante la Scuola Secondaria di II grado di Barletta come la sospensione delle attività didattiche in presenza dell'anno scolastico 2019/2020, a causa dell'emergenza sanitaria da CoVID-19, ha rappresentato per tutti i discenti , una barriera al raggiungimento del successo scolastico, ma le tecnologie digitali, opportunamente contestualizzate e valorizzate hanno agito come efficaci facilitatori, rendendo 'digitale' il supporto didattico del docente specializzato, e permettendo così al processo di l'inclusione di non fermarsi. Infatti è stata attivata una didattica inclusiva che come finalità aveva quella di rispondere ai bisogni educativi speciali della studentessa sfruttando a pieno le potenzialità di strumenti informatici e di software didattici specifici, i quali grazie ad un'iniziale alfabetizzazione ed un uso costante nella pratica didattica, hanno permesso di compensare il deficit visivo della discente e di poter raggiungere gli obbiettivi previsti nel P.E.I. ( piano educativo individualizzato ) elaborato. Per verificare infine quali delle tecnologie didattiche utilizzate fossero risultate più efficaci per la studentessa di riferimento, le è stato chiesto di fornire un feedback, rispondendo ad un breve questionario.
matteo86

Formazione degli insegnanti e competenze nelle tecnologie della comunicazione educativa... - 2 views

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    Le innovazioni "innescate" dalle tecnologie possono operare cambiamenti significativi nel sistema scolastico e formativo, se gli insegnanti acquisiranno non soltanto abilità tecniche, come l'uso del computer e di Internet, ma anche competenze pedagogico-progettuali, per organizzare ambienti integrati di apprendimento; competenze metodologiche-didattiche, per gestire esperienze educative; e linguistico-espressive per produrre materiali multimediali-interattivi in specifici ambiti del sapere.
maddamadda

I computer e le culture del computer - 3 views

    • maddamadda
       
      Il costruzionismo, rivisitazione del costruttivismo di Piaget e Vygotskij, trova in Seymour Papert il suo padre fondatore. Papert pur riprendendo dalla teoria piagetiana l'idea di un bambino costruttore di conoscenze, si differenzia da Piaget per l'aver rivalutato il pensiero concreto, non necessariamente superato gerarchicamente da quello formale, astratto. In tal senso pone l'attenzione sulla diversità e ricchezza dei percorsi individuali di apprendimento supportati dalla manipolazione di materiali e oggetti reali. Il termine costruzionismo fa dunque riferimento proprio al termine costruzione in senso stretto. Papert sostiene che , così come un costruttore ha bisogno di materiali da costruzione , allo stesso modo il bambino necessita di materiali manipolativi,oggetti che facilitano l'apprendimento. Il costruzionismo introduce dunque il termine di artefatti cognitivi per indicare tutti quegli strumenti che sono d'ausilio per l'apprendimento. Si tratta di prodotti concreti, materiali adeguati per rendere l'informazione più facilmente comprensibile e che possono essere esaminati, discussi, mostrati. Papert , interessandosi ai processi di apprendimento dei bambini , ha così realizzato il Logo, un linguaggio di programmazione informatica a scopo didattico, conosciuto anche come linguaggio della tartaruga. Il Logo sintetizza alcuni principi propri del costruzionismo quali la centralità dello studente, il quale non apprende concetti e procedure precostituite ma diviene protagonista del processo di apprendimento sviluppando autonomamente abilità cognitive e meta cognitive; l'importanza del pensiero operatorio concreto e quindi delle esperienze concrete e casuali; l'importanza del problem finding e del problem solving per stimolare lo sviluppo cognitivo; l'importanza infine degli errori che offrono la possibilità di riflettere e rivedere e riformulare il proprio pensiero.
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    Trad. italiana del Capitolo 1 di Mindstorms: Children, Computers, and Powerful Ideas di Papert a cura di Anita Vegni e pubblicata da Augusto Chioccariello , ricercatore presso l'Istituto per le Tecnologie Didattiche del Consiglio Nazionale delle Ricerche a Genova
giadatrischitta

I Social Media vanno all'università? Un'indagine sulle pratiche didattic... - 6 views

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    Vorrei condividere questa indagine, da cui è scaturita la realizzazione di un questionario, rivolto ai settori di ricerca degli atenei italiani , e già diffuso negli Stati Uniti. Lo scopo è quello di rilevare gli usi didattici dei Social Media tra le pratiche didattiche universitarie.
xhensinatafani

Media education e fake news: la necessità di formazione per sviluppare consap... - 10 views

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    L'autrice Sara Zampieri mette in relazione la penetrazione del mondo multimediale nelle nostre vite quotidiane, e in special modo in quelle dei bambini, con la variabile della consapevolezza circa la veridicità di tutta l'informazione disponibile nei new media. La pervasività dei new media, infatti, ha fatto delle fake news (sempre esistite) un vero e proprio fenomeno comunicativo, rispetto al quale l'autrice illustra il cosiddetto "esagono delle fake news" proposto da Altinier e Pira. Il fenomeno fake news richiede, quindi, un aumento della consapevolezza da parte degli utenti dei new media. Questa consapevolezza può crescere soltanto con la diffusione di quelle che Dieter Baacke definisce competenze mediali: - lettura consapevole dei contenuti - conoscenza dei principali sistemi di comunicazione - miglioramento della capacità ricettiva - capacità di elaborare nuovi messaggi offrendo il proprio apporto come creatori di informazione Anche il MIUR si rifà esplicitamente alle indicazioni di Baacke nel raccomandare l'integrazione della formazione scolastica con le competenze mediali.
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    La società odierna è digitale, viviamo in un epoca in qui siamo costantemente collegati e c'è la necessità di appartenere ad una rete ecco perché è importante attuare progetti di media education e per capire le motivazioni che ci sono dietro alla divulgazione elevata delle fake news. L'identità di ogni individuo al giorno d'oggi è frammentata in molteplici alter ego che convivono su diverse dimensioni, quello virtuale, quello mentale e quella fisica. Le fake news sono inventate ad Hoc e distorte prima di essere pubblicate come vere. Avendo il reale potere di influenzare l'opinione della società cambiando il giudizio dei singoli nei confronti di aziende, politici e istituzioni, è possibile definire le fake news come un vero e proprio mezzo di comunicazione. Per questo motivo è fondamentale studiare le caratteristiche di questo fenomeno, le media education sono delle attività educative e didattiche che hanno la finalità di informare i giovani e sviluppare in loro una natura critica circa l'utilizzo dei media. E' importante fare attività di formazione di media education poiché si vive in un società mediale costantemente connessi, sia in ambito lavorativo che scolastico ma anche sociale. Questo fenomeno spiega anche perché le attività didattiche di media education sono in diffusione. E' evidente come la consapevolezza dei mezzi con i quali ci si approccia costantemente ogni giorno, dei linguaggi che utilizzano per comunicare e della cultura che comportano è raggiungibile solo attraverso un percorso educativo che sia mirato e programmato ad hoc. L'impegno morale di ogni comunicatore e di ogni educatore quello di comunicare sempre in modo etico e costruttivo, con il fine di trasmettere un valore educativo. Oggi è normale vivere in rete e in digitale ma è anche una cosa inevitabile per questo servono dei percorsi che ci formino ed è necessaria un educazione ai media approfondita per formarsi al meglio per poter vivere in questa dimensione.
barbaravirgola

Buone pratiche didattiche nell'era digitale, a casa e a scuola - 2013 - Education 2.0 - 11 views

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    Le ricerche scientifiche in relazione all'uso degli schermi nelle fasi dello sviluppo
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    Un articolo molto interessante, grazie Stefania.
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    Recenti ricerche (condotte in Francia e Svizzera) evidenzierebbero cambiamenti sul funzionamento del cervello, specialmente nella fase della crescita, con l'utilizzo degli strumenti digitali. L'articolo e le ricerche ad esso collegate, ci forniscono degli utili consigli per l'utilizzo in modo sicuro sia in famiglia che a scuola. Ridurre il gap fra i nativi digitali e gli immigrati digitali è la sfida di quest'epoca.
danisusan

Via la cattedra! Ribaltare i paradigmi dell'apprendimento con la classe capov... - 8 views

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    Ho cercato per giorni in Internet un articolo originale che potesse creare interesse, sono passata dal visionare i siti cyber-tecnologici più in voga alle riviste on-line, per poi scegliere un articolo che centra in pieno (a mio parere) il problema dell'attenzione, dell'apprendimento, della tecnologia e della didattica. Era lì…semplice e chiaro, in una simpatica presentazione con esempi, illustrazioni ed esperimento esplicativo. Parla della "flipped classroom", una tecnica di insegnamento che sta prendendo campo anche nelle nostre strutture didattiche. Riprende un articolo pubblicato da Chiara Spalatro sulla rivista pedagogica Docenti attenti.
vdipaola

Il Mobile Learning attraverso la nuova rete LoRaWAN... - Google Scholar - 5 views

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    L'articolo pubblicato il 31 dicembre 2020 da Firenze University press (www.fupress.com/sf) nel n. 2-2020 Studi sulla Formazione del Open Journal of Education, è scritto da Giuseppe De Simone Ricercatore di Pedagogia sperimentale - Università di Salerno; Michele Domenico Todino Docente di tecnologie didattiche per l'inclusione - l'Università degli Studi del Sannio di Benevento; Maria Annarumma Ricercatrice di Didattica e Pedagogia Speciale - Università di Salerno. L' articolo cerca di fornire una definizione chiara del Mobile Learning e delle sue caratteristiche, inoltre cerca di descrivere come il Mobile Learning potrebbe aiutare i bambini e gli adolescenti nell'apprendimento nella quotidianità sia in luoghi di apprendimento formale che informale. Infine, questo lavoro esplora l' evoluzione delle tecnologie di telecomunicazione con una descrizione delle IoT -Internet of Things e della Rete LoRaWan per stimare come sarà il Mobile Learning di domani.
marcom1982

La media education a scuola: buone pratiche e strategie didattiche - 13 views

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    I nuovi media occupano gran parte del nostro tempo sociale e sono fortemente presenti, ed utilizzati, anche a scuola da bambini e adolescenti. Spesso e purtroppo, però, li utilizziamo in modo spropositato ed errato e ciò può avere gravi conseguenze per le persone e per la società. Ora più che mai è importante parlare delle nuove tecnologie: solo così sarà possibile conoscerle, comprenderle, per utilizzarle in modo consapevole, critico e cosciente. Ciò deve avvenire sia a scuola che in famiglia, allo stesso modo e nello stesso tempo, per educare i bambini e gli adolescenti alla cosiddetta Media Education. In questo articolo viene approfondita la Media Education tra formazione e scuola, offrendone un primo sguardo, un'introduzione, focalizzando l'attenzione sui suoi aspetti teorici.L'educazione ai media deve essere intesa come insegnamento di tipo trasversale, in quanto non vuole ottenere un posto a sé nel programma scolastico, questo è il punto predominante dell'articolo. La tecnologia deve essere un uso pratico, coinvolgente e diretto . I media possono, e devono, essere pensati come trasversali al programma, come elementi imprescindibili e come dimensione aggiuntiva, valorizzante e ispiratrice. I bambini sono continuamente esposti ed influenzati dalle informazioni che ottengono dalle nuove tecnologie e ciò può portare a conseguenze molto negative, anche al cyberbullismo. Educare bene alla tecnologia non favorendo l'indipendenza della stessa aiuta il bambino ad emergere e saper usare notevolmente i media come risorsa e non come opera distruttiva.
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    Giulia Piazza scrisse l'articolo in questione esaminando alcune possibili strategie didattiche da usare per proporre l'educazione dei media a scuola. Ci spiega perché è importante insegnare la media education a scuola e il ruolo delle influenze sociali nella comprensione del mondo e nella costruzione del senso di identità, così come l'importanza del prestare attenzione all'influenza che i bambini ottengono dalle nuove tecnologie. L'approccio pedagogico della media education valorizza alcuni principi per l'educazione quali l'apprendimento centrato sul bambino, l'apprendimento trasversale ecc. approccio dunque non autoritario, che favorisce la motivazione e aiuta i bambini a indagare e riflettere da soli. Ci spiega quali sono le buone pratiche dell'educazione ai media e l'importanza dell'argomento di analisi del testo e del contenuto, quali sono quindi le tecniche utili per insegnare i media tramite analisi testuale e di contenuto così da sviluppare una conoscenza della grammatica mediale. Vengono presi in esame anche il case study e la simulazione, quindi l'uso del gioco di ruolo e della sfida che agiscono sulla motivazione e sulla conoscenza proprio come l'aiuto dello studio di un caso specifico vada ad incoraggiare gli studenti a condurre ricerche approfondite. L'articolo inoltre sottolinea uno degli aspetti centrali e indispensabili della Media Education: la produzione, che comporta l'uso pratico, coinvolgente e diretto delle tecnologie, avendo un valore educativo importante in quanto va a garantire comprensione e critica del linguaggio mediale.
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    L'articolo discute l'importanza dell'educazione ai media nelle scuole. L'autore sostiene che i mezzi di comunicazione sono una parte fondamentale dell'ambiente culturale di ciascun individuo, compresi i bambini e gli adolescenti. Ciò significa che la media education è importante per aiutare i giovani a decostruire i testi mediali e a comprendere i valori trasmessi. Inoltre, l'articolo sostiene che l'educazione ai media valorizza alcuni principi fondamentali per l'educazione, come l'educazione alla cittadinanza e alla partecipazione attiva, l'apprendimento centrato sul bambino, l'imparare ad imparare e l'apprendimento di tipo trasversale. L'articolo sottolinea che la media education promuove un esercizio critico da parte dei bambini, aiuta i bambini ad imparare a imparare e cerca di generare l'atteggiamento interrogativo, accompagnato dal dialogo e dal pensiero critico. L'autore conclude sostenendo che l'educazione ai media dovrebbe essere inclusa come curricolo trasversale a tutte le discipline di insegnamento, per incrementare e migliorare l'insegnamento e l'educazione. L'articolo fornisce alcune "buone pratiche" per la realizzazione dei percorsi di Media Education, come la costituzione di un gruppo docenti e la collaborazione tra pedagogisti, educatori, insegnanti e genitori.
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    Il testo parla dell'importanza dell'insegnamento della Media Education per aiutare i bambini e gli adolescenti a comprendere i messaggi mediatici e sviluppare una comprensione critica dei media. L'approccio pedagogico della Media Education si basa su principi come l'educazione alla cittadinanza, l'apprendimento centrato sul bambino, l'imparare ad imparare e l'apprendimento di tipo trasversale. L'educazione ai media deve essere sistematica e continua, e il curriculum dovrebbe essere considerato trasversale a tutte le discipline di insegnamento. Le buone pratiche dell'educazione ai media includono la collaborazione tra pedagogisti, educatori, insegnanti e genitori, la definizione chiara dei tempi e degli spazi per le attività, la documentazione e la valutazione dell'esperienza, la condivisione con i genitori e la creazione di un prodotto di comunicazione da condividere con la comunità scolastica. L´ autrice infine descrive alcune tecniche utili per l'insegnamento dei media, come l'analisi del testo e del contenuto, il case study, la simulazione e la produzione.
lorenafonsatti

La media education a scuola: buone pratiche e strategie didattiche - 3 views

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    Articolo prodotto nell'anno 2019, dal contenuto attuale che evidenzia la necessità di introdurre all'interno del sistema scolastico primario la Media Education in un momento storico che raffigura una società governata in modo imperativo da una cultura mediale in continua evoluzione. L'articolo è stato scritto e pubblicato dalla Dott.ssa Giulia Piazza, specializzata in pedagogia della Formazione e Progettazione di Interventi Educativi e Formativi di sostegno all'Apprendimento e all'Insegnamento e co-fondatrice di un centro di consulenza e relativo blog informativo. Riassume le strategie didattiche che si renderebbero necessarie all'interno del sistema scolastico, al fine di indirizzare il bambino a diventare un agente critico nell'utilizzo dei media. Sottolinea quanto sia importante che una disciplina simile non venga riconosciuta come esclusiva, mentre invece dovrebbe essere considerata supportiva a quella in ambiente domestico. In un ambiente culturale come quello attuale, che vede i media come strumento quotidiano a disposizione di bambini, adolescenti ed adulti, si rende necessaria una corretta istruzione in merito alle eventuali conseguenze negative derivanti da un loro uso inconsapevole come l'influenza di un marketing aggressivo, il cyberbullismo o la presenta di identità fittizie. Inoltre, come spiega nell'articolo, una sana, costruttiva valorizzazione di quello che è il potenziale della Media Education, i valori sui quali si fonda, porterebbe a stimolare in ciascun utente consapevole la capacità di riflessione, di senso critico, la scoperta di un potenziale creativo che sia di supporto alla comunità di utenti. Indica le modalità ideali: vere e proprie strategie di intervento, dall'analisi profonda del testo e dei contenuti, alla simulazione in giochi di ruolo che coinvolga i bambini stessi. Una tecnica di approccio atta alla produzione pratica di contenuti funzionali e costruttivi da pubblicare in rete partendo dall'azione magg
pastexyz

Un intervento educativo-didattico inclusivo, con l'uso delle tecnologie, per ... - 5 views

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    Questo articolo di G. Filippo Dettori e Barbara Letteri, pubblicato a giugno 2022 nella rivista "MEDIA EDUCATION - Studi, ricerche e buone pratiche", tratta di un intervento educativo-didattico, durato tre mesi, realizzato in una classe III della Scuola Secondaria di I grado con lo scopo di attuare un insegnamento personalizzato motivante, coinvolgente ed inclusivo con l'utilizzo delle nuove tecnologie, rivolto ad un'alunna con disabilità intellettiva lieve. Le attività sono state progettate considerando gli interessi e le propensioni dell'alunna con BES e coinvolgendo l'intera classe, sia per favorire l'inclusione della studentessa, ma anche perché le strategie didattiche attuate favoriscono un apprendimento significativo, fondamentale per un più efficace apprendimento scolastico di tutta la classe. Questo approccio rende l'insegnamento tradizionale più flessibile e adattabile ai discenti. Gli esiti di questa esperienza didattica sono stati positivi: l'alunna con BES ha partecipato col gruppo alla quasi totalità delle consegne; si è creato un clima positivo, partecipativo, cooperativo ed inclusivo; le tecnologie, come compensazione delle abilità residue, hanno reso possibili attività che prima erano precluse all'alunna con BES perché troppo complesse; hanno stimolato i docenti ad arricchire l'insegnamento per tutti gli allievi anche ad intervento concluso.
dianarestina

DIDATTICA DIGITALE: LA SCUOLA CAMBIA CON LA SOCIETÀ - 8 views

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    L'articolo descrive l'importanza di una didattica digitale nelle scuole, più adatta ai tempi che stiamo vivendo, rispetto a un'educazione tradizionale. Le Organizzazioni Internazionali, compresa l'Unione Europea, spingono verso un'educazione di questo tipo, mirando all'acquisizione di competenze specifiche attraverso un insegnamento interattivo che permetta agli studenti di sentirsi partecipi e attivi nel processo di apprendimento. Alcuni ricercatori, a tal proposito, individuano tre dimensioni generali di competenze da acquisire: competenze tecniche, etiche e cognitive. La diffusione del digitale ha avuto conseguenze fisiologiche sullo sviluppo del cervello umano: ad esempio nella capacità di prendere decisioni e nell'abilità di filtrare le informazioni. Per gli studenti con speciali bisogni educativi, certi strumenti possono permettere di compensare le problematicità e facilitare quindi anche l'inserimento sociale. Nell'articolo viene sottolineata l'importanza della figura dell'insegnante come mediatore nell'acquisizione di certe competenze, che ha il ruolo, non solo di trasmettere certe conoscenze, ma di fornire linee guida per l'apprendimento, di controllare i processi per la sicurezza degli studenti e rendere i sistemi multimediali funzionali all'apprendimento di tutti. Gli studi in merito all'apprendimento hanno concluso che, a verificare l'effettiva comprensione di certi argomenti c'è una "costruzione di significato", ovvero le informazioni che si ricevono vengono collegate a conoscenze preesistenti e, con l'integrazione di queste, viene ricostruita una nuova conoscenza più ampia e dettagliata. Bruner già nel 1986 parlava di tre caratteristiche fondamentali per l'apprendimento: Costruttiva; Socio culturale (dove c'è attenzione al contesto); Situato (legato a una situazione ottenuta dalla realtà). Nel documento "Raccomandazione 2006/962/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 18 dicembre 2006, rel
aivlis1977

MOOCgamification - 1 views

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    I corsi MOOC rappresentano una innovazione l'ultima frontiera dell'educazione a distanza .Si seguono in maniera diacronica e con facilità di accesso L'uso dei MOOC potrebbe tornare utile per corsi di aggiornamento e miglioramento dei docenti nella didattica La visione non ha obblighi di orari ed è totalmente gratuita per una formazione democratica Inoltre stanno nascendo nuovi MOOC che si uniscono alla gamification cioè a strategie didattiche innovative e coinvolgenti che danno vita ai MOOCgamification come nuova risorsa di educazione ,unire il piacere al sapere per sviluppare modelli di conoscenza sempre più adeguati Modelli collaborativi dove chi apprende è attivo e coinvolto per diventare costruttore del proprio sapere.
daniela73

Digital Storytelling for Education. Theories and Good Practices in Preschool ... - 3 views

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    . Questo libro introduce il Digital Storytelling come un'opportunità realistica e fattibile per le scuole materne, utile per raggiungere un duplice obiettivo: da un lato, promuove le competenze narrative e di alfabetizzazione mediatica dei bambini, e dall'altro sostiene lo sviluppo professionale degli insegnanti nell'educazione ai media. La prima parte del libro presenta il Digital Storytelling esplorandone le dimensioni pedagogiche e didattiche. La seconda parte esamina diciannove diverse pratiche di digital storytelling per delineare gli aspetti educativi più rilevanti delle attività di Digital Storytelling svolte nelle scuole materne.
olgaderamo

MIUR: linee di prevenzione e di contrasto al cyberbullismo - 1 views

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    Il Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca, il 13 /04/2015 ha elaborato , in con il contributo degli Enti afferenti all'Advision Bord del Safer Internet Centre per l'Italia www.generazioniconnesse.it,, delle linee di prevenzione e di contrasto al bullismo e alla sua manifestazione in rete, ovvero il cyberbullismo . All'interno del testo che ho allegato troviamo una prima introduzione della problematica con una serie di norme di comportamento che andrebbero seguite. Vi è poi un elenco di politiche di intervento e quali sono gli strumenti di segnalazione. Trovo molto interessante la parte dedicata alle azioni mirate rivolte agli studenti e alle famiglie e di grande utilità la linea di formazione degli insegnanti. Viene sottolineata la necessità di informazione, educazione in modo da non limitarne l'uso ma renderlo appunto un "ambiente di vita" dove si possono avere esperienze cognitive, affettive e socio-relazionali costruttive. Ritengo che queste linee guida siano molto utili anche ai fini conoscitivi perché esaminano il fenomeno tenendo conto di tutte le possibili situazioni che si possono creare e sviscera il problema da ogni punto di vista e va ad integrare, rendendo più attuale, un orientamento già presente nelle istituzioni scolastiche, mediante nuove strategie che tengano conto dei mutamenti sociali , culturali e tecnologici della nostra società. All'interno del testo troviamo anche dei riferimenti ad una serie di siti di grande utilità: da quelli che forniscono una visione più ampia e sempre attuale delle iniziative, di nuove strategie educative e didattiche e quelli dove segnalare gli episodi di cyberbullismo e la presenza di materiale pedopornografico in rete. La parte finale del testo sottolinea come sia importante una preparazione specifica da parte di docenti e formatori, che possano così rispondere ai nuovi stili cognitivi e comunicat
giorgioscozzafav

LIM nella Didattica - 5 views

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    Probabilmente abbiamo sentito tutti parlare della Lavagna Interattiva Multimediale. Questa rappresentazione dinamica corredata di video di esempio ci proietta all'interno di svariati contesti educativi dove la LIM rappresenta un valido medium per la trasmissione del messaggio formativo. La schematizzazione delle due presentazioni è paragonabile ad una mappa concettuale dinamica e navigabile, la semplice visione (con la dovuta curiosità) porta ad un significativo apprendimento delle potenzialità didattiche dello strumento.
amontalbetti

L'utilizzo delle mappe concettuali nella didattica - 5 views

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    L'articolo si propone di offrire uno spunto di riflessione sulla potenzialità delle mappe concettuali nella didattica. Le mappe concettuali, vengono utilizzate in misura crescente in tutte le attività didattiche: nelle scuole o in qualsiasi ambito di apprendimento, anche lavorativo, in quanto ritenute efficaci strategie per stimolare un apprendimento attivo, significativo (in grado di modificare le strutture cognitive del soggetto) contrapposto all'apprendimento meccanico. Questo strumento consente di connettere vari concetti, evidenziando le eventuali relazioni fra concetti diversi. Attraverso un grafico, il soggetto rappresenta le proprie conoscenze relativamente ad un argomento,. Ciascuno diviene quindi autore del proprio percorso di conoscenze, che potranno poi essere utilizzate per risolvere problemi, creare opportunità, acquisire concetti in ambiti diversi.
francescaoliv

Scuola, usare i media per un'educazione all'intercultura - 4 views

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    L'articolo parla del progetto "Finestre - Storie di rifugiati, promosso dalla fondazione centro Astalli di Roma, che utilizza la media education per trattare dell'educazione interculturale nelle scuole in tema di migranti forzati. Nel 2014 questo progetto di media education è stato accolto da ben 140 istituti scolastici in 13 diverse città italiane. L'obiettivo è quello di spiegare chi sono i rifugiati, attraverso le loro testimonianze dirette , previa una preparazione degli alunni attraverso la mediateca on line.Si tratta di una" cassetta degli attrezzi" che raccoglie schede didattiche, libri e film, disponibile sul sito della fondazione.Il progetto prosegue con la partecipazione degli alunni a 2 concorsi di scrittura creativa , " Scriviamo a colori" e "La scrittura non va in esilio". Media education quindi come strumenti da utilizzare nei processi educativi generali, favorenti una mentalità interculturale, inducente all'autoriflessione e discussione.
Silvia Benini

I Social Media vanno all'Università? Un'indagine sulle pratiche didattiche de... - 7 views

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    L'indagine è stata disposta da ricercatori dell'Università di Firenze. E' tesa ad indagare l'uso dei Social media nell'Università, con estensione su tutto il territorio nazionale. Nonostante la diffusione capillare dei media nella vita di studenti e insegnanti, stupiscono i risultati di questa ricerca, che ha accertato un uso davvero marginale all'interno dell'alta formazione. Sembra che scardinare i vecchi protocolli didattici sia una meta lontana in un'epoca in cui l'approccio protezionista sembra ancora farla da padrone. Il timore di superare i modelli tradizionali di approccio didattico consente una sola timida apertura alla struttura e-learnig di tipo asincrono, esente quindi da forme si interazione sincrona più innovative. L'esito di questa ricerca fa riflettere sul fatto che non esiste ancora una formazione istituzionalizzata di Media Education e non esistono pertanto parametri standard cui fare riferimento o forme di certificazione ufficiali di Media Educator che potrebbero invece consentire una diffusione proficua di questo potente strumento di interazione.
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