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mgraziacimatti

Le nuove tecnologie nella scuola italiana e l'impatto sulla didattica - 5 views

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    Risulta sempre più evidente che la tecnologia abbia anche dei grandi vantaggi nel favorire un buon apprendimento, a patto ovviamente che venga usata nel modo corretto. Grazie allo sviluppo di varie tecnologie e-learning, infatti, l'apprendimento online è ormai diventato una realtà quotidiana. Oltre a offrire un senso di "comodità" alle nostre vite frenetiche, i dispositivi mobili e i tablet hanno anche fornito un modo ideale per sviluppare un tipo di apprendimento più interattivo. Gli studenti ora possono per esempio accedere ai materiali attraverso una vasta gamma di dispositivi, che offrono un maggior livello di flessibilità e un senso di autonomia e controllo: possono non solo scegliere quando e dove studiare, ma anche imparare secondo il loro ritmo. Via via stanno prendendo piede delle app e dei programmi di apprendimento (ad esempio "Kahoot!") che permettono agli studenti di avere accesso diretto ai materiali e alle risorse online da qualsiasi tipo di dispositivo e soprattutto imparare divertendosi: d'altronde, in una società "gamificata" come la nostra, quale miglior modo di apprendere se non giocando?
ileana_mangili

Media Literacy Research During COVID-19 Pandemic: Social Network Screening - 4 views

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    L'articolo mostra i risultati di un sondaggio effettuato su destinatari moderni inglesi, russi, polacchi, arabi e soprattutto ucraini per scoprire il grado di alfabetizzazione digitale medio in relazione alla percezione e alla diffusione in Facebook e Instagram di notizie inerenti Covid-19. Ne è scaturito che nella maggioranza dei casi vi è una ricondivisione di notizie senza la verifica delle fonti. Viene inoltre spiegato con quali meccanismi i giornalisti producono titoli fuorvianti e come i destinatari tendano a fidarsi di qualsiasi informazione ottenuta da fonti ufficiali anche se reinterpretata da mass media.
mariacarmelacal

Un progetto per educare alla lettura critica - 4 views

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    Le tecnologie, i media ed i social mediano la nostra rappresentazione del mondo e della realtà, il loro uso ha svantaggi e i vantaggi pervasivo, massiccio e acritico. Dunque è necessario insegnare attraverso la scuola a valutare secondo criteri che rimandano a valori come il pluralismo e il pensiero critico. I media hanno rappresentato e rappresentano ancor oggi lo strumento privilegiato di diffusione delle informazioni, di confronto e discussione di modelli culturali, a sostegno e garanzia del dibattito pubblico e dei processi di democratizzazione della società. i media, ormai onnipresenti e inevitabili, giocano un ruolo determinante nella socializzazione più di quanto facciano famiglia e scuola. Così come si impara l'alfabeto per leggere e scrivere, allo stesso modo è indispensabile acquisire delle competenze, sia di base che specifiche, per utilizzare i media in maniera consapevole, critica e produttiva attraverso la cosiddetta Media literacy ovvero l'alfabetizzazione ai media. Ed è proprio il percepire le cose da punti di vista diversi che darà la possibilità di sviluppare o acuire il senso critico e riuscire a diventare attivo nei confronti dei media piuttosto che subirne soltanto gli effetti, specie quelli negativi generati per esempio dalle fake news ovvero le false notizie.
irissalvadori

I videogiochi aiutano l'apprendimento - 2 views

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    L'articolo parla di come i videogiochi possano diventare strumenti per l'apprendimento e di come si possano utilizzare anche nelle scuole. Vengono messi in luce solo gli aspetti positivi, dato che i videogiochi solitamente vengono visti in un'accezione negativa, futile. Invece, dopo questa lettura si evince quanto sia importare integrare il divertimento con l'educazione, prova ne sia che favorisca: la motivazione, il problem solving, la cooperazione, adottare altri e nuovi punti di vista, inoltre sono in grado di sviluppare anche il pensiero critico. Che poi, si è soliti pensare che gli utilizzatori siano i bambini/ragazzi, invece, dal rapporto dell'AESVI risulta che anche gli adulti ne facciano un largo uso. L'articolo, inoltre, fornisce un nuovo lessico inerente alla sfera dei videogame.
robsant

Le tecnologie digitali nei servizi educativi 0-6 anni: il ruolo della Media E... - 3 views

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    Il tema dei media digitali nell'infanzia è sempre stato delicato, in quanto in media digitali sono visti come un fattore di rischio, un pericolo, dal quale proteggere i bambini. Tuttavia, come dice Jenkins, bisogna considerare l'educazione mediale come componente fondamentale per la costruzione di una cittadinanza attiva, partecipativa e responsabile. Il problema principale degli educatori, soprattutto nell'asilo nido, è quello dello scetticismo, derivato da risultati di test contrastanti. Per tale motivo, uno dei primi obbiettivi della Media Education della prima infanzia, è quello di formare inizialmente educatori e genitori, rendendoli consapevoli della presenza e delle potenzialità delle tecnologie nella vita quotidiana. L'Università di Firenze, dal 2016 al 2018, ha svolto alcuni interventi in nidi e scuole per l'infanzia, coinvolgendo bambini e adulti organizzando laboratori, se pur molto limitati da questioni di tempo. I risultati sono stati incoraggianti, le attività hanno coinvolto positivamente i bambini, sperimentando la loro creatività servendosi delle nuove tecnologie. Una delle utilità pedagogiche delle nuove tecnologie, sta nel fatto che esse siano associate all'intrattenimento, "alleggerendo" il peso cognitivo dei metodi classici. I laboratori hanno anche aiutato i bambini a sviluppare uno spirito critico e hanno favorito il dialogo sia fra pari, che con gli adulti. Sebbene siamo solo agli inizi dei metodi della Media Education, può essere molto utile insegnarla, non vietando l'uso delle tecnologie, ma un bilanciamento del loro utilizzo, affinché vengano prevenuti i rischi e facendo in modo che diventino una risorsa formativa.
faustinemercier

Cinema e autismo, un possibile incontro fecondo - 5 views

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    L'articolo che segue presenta l'attività svolta di Media Education con un ragazzo che presenta disturbi dello spetro autistico che ha prodotto nei suoi esiti finali un corto metraggio d'animazione. Oggetto di una tesi magistrale in Scienze dell'Educazione, che ha vinto il Premio Giannatelli nel 2018. L'articolo evidenzia come attraverso l'uso dei media si può lavorare sui deficit relazionali e comunicativi che caratterizzano alcune patologie come l'autismo. Si tratta di un percorso attraverso l'uso delle arti terapie: un laboratorio video e cinematografico che avrà esiti formativi e riabilitativi. L'articolo descrive un'esperienza che utilizza linguaggi multimodali (scrittura, musica, fotografie, montaggio) e mette in evidenza come questa varietà di codici e tecnologie ha permesso un'estensione di un Sè corporeo e psicologico, permettendo di uscire dall'isolamento.
beatricebisanti

Educazione motoria, è possibile farla con didattica a distanza? - 5 views

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    Come ormai noto, la pandemia mondiale ha comportato una vera e propria rivoluzione nel mondo dell'istruzione a tutti i livelli. Il personale docente si è trovato in prima linea sia nel dover recepire le nuove metodologie di didattica a distanza, sia nel reinventare a proprio modo il metodo di insegnamento della propria materia, essendo tutto accaduto senza preavviso e in un arco temporale brevissimo. L'educazione fisica è da sempre materia curriculare, amata dagli alunni perchè percepita come attività di svago, libera da carichi cognitivi, ancora non percepiscono l'importanza dell'attività fisica legata alla salute e dello sviluppo psicofisico. L'articolo riporta la testimonianza di una professoressa di educazione fisica e di come essa abbia ricollocato la sua materia d'insegnamento all'interno della dad, essendo vietato lo svolgimento di esercizi fisici a distanza, la ri-progettazione è stata occasione per far sì che emergessero aspetti caratterizzanti della persona quali esercizio fisico, nutrizione e dipendenza e che l'attività didattica seguisse un percorso a moduli, la cui comprensione potesse essere verificata con google-models o test online. Esempio perfetto di crisi trasformato in opportunità, l'impossibilità di svolgere un'attività che lascia spazio a un nuovo punto di vista, il media che veicola un nuovo messaggio e che amplia il concetto pre esistente dell'ora di educazione fisica degli alunni.
lubetta

Guarda I nuovi media come possibili strumenti di "alfabetizzazione" per i tempi moderni - 3 views

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    L'articolo di Luisa Zinant parla di come i nuovi media possano diventare strumenti di alfabetizzazione e di come le tecnologie abbiano cambiato questo concetto,illustrando l'idea di Freire che vede l'alfabetizzazione come mezzo di coscientizzazione,parola che mostra la relazione tra pensiero e azione.Lo scopo dell'alfabetizzazione per Freire è la partecipazione e la trasformazione. Viene poi illustrato come è cambiato il concetto di alfabetizzazione nei tempi moderni in cui le tecnologie diventano strumenti per leggere meglio il mondo che ci circonda.Da qui la necessità di una nuova competenza,quella digitale, che consente di utilizzare con dimestichezza e spirito critico le nuove tecnologie, che sono fondamentali anche per una costruzione collettiva della conoscenza. Per questo la media education diviene una forma mentis con cui intendere il processo di insegnamento e apprendimento.
letizia74

Le fake news influenzano i nostri comportamenti? | Recenti Progressi in Medicina - 3 views

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    Questo articolo vuole mettere in evidenza l'influenza che le fake news hanno sul pensiero delle persone e che spesso uno dei motivi è la poca trasparenza da parte degli organi istituzionale. L'articolo fa riferimento al nesso tra vaccini, nello specifico il trivalente, e lo spettro autistico e alla pandemia del Coronavirus. I media oggi forniscono una moltitudine di informazioni e tendenzialmente ognuno di noi le analizza di più in base alla propria emotività piuttosto che in base alla razionalità.
omarmazzucchelli

Glocalizzazione della Media Education nei paesi post-coloniali: sfide e prospettive. - 6 views

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    Questa revisione di articolo universitaria espone una prospettiva di approccio ed educazione ai media che per la maggior parte ricalca quella del mondo occidentale, come conseguenza delle ideologie e pratiche post coloniali. Viene richiamato il concetto antropologico di glocalizzazione per identificare il processo di diffusione su scala mondiale di elementi culturali, idee, stili di realtà locali. Tuttavia questo può rappresentare delle potenziali minacce o delle opportunità per quel che concerne lo sviluppo di relazioni e comunicazioni: ad esempio Jenkins fa riferimento al concetto di "gap partecipativo" ossia l'ineguale possibilità di accesso attraverso i media a conoscenze che permetterebbero una partecipazione più attiva e un dialogo interculturale più fruttuoso. Questa lacuna comporta di conseguenza l'aumento d'ineguaglianza, conflitti e scontri. Solo attraverso una buona educazione ai media, che sono alla base delle nostre relazioni sociali, è possibile trasformare questi punti negativi in opportunità di crescita e comprensione. L'autore ribadisce quanto sia importante rivalutare gli aspetti locali ed "indigeni" di una determinata cultura, non per sostituirli ai paradigmi occidentali, ma per poterli rileggere in una chiave che tenga conto del contesto culturale di appartenenza. Infine viene denunciato quanto la media education nel mondo orientale ( in questo caso in Pakistan ) sia ancora incatenata a processi ed idee occidentali che non le appartengono. L'obiettivo della media education è quindi quello di fornire conoscenze e competenze tali da valutare e riflettere in maniera critica, potendo così abbracciare altre prospettive e punti di vista che talvolta sembrano molto lontani dai propri.
giannib71

The Social Dilemma - Film documentario completo in streaming ITA Download - PeerTube It... - 4 views

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    Il film esamina la diffusione dei social media e il danno che essi causano alla società, concentrandosi particolarmente sullo sfruttamento e sulla manipolazione degli utenti, attraverso l'utilizzo di tecniche come il data mining e la vendita dei dati personali. The social dilemma approfondisce alcuni aspetti dei social media: la dipendenza che provocano, in particolare nei più giovani, l'uso in politica, il contributo alla diffusione di teorie complottistiche, gli effetti sulla salute mentale. Il documentario presenta allo spettatore, attraverso una serie di interviste, un ritratto dei social media e delle problematiche che causano, sostenendo che siano una minaccia, ma il documentario non prevede solamente l'argomentazione di antitesi riguardanti l'uso dei social media, ma molto spesso si parla di Internet in generale. Il primo problema è il fatto che miliardi di persone vengono influenzate da pochi cervelli che stanno dietro alle aziende come Facebook, Google e Twitter. Il secondo problema è quello della dipendenza dai social. Gli intervistati spiegano che il creare una sorta di dipendenza verso i social è una caratteristica voluta e non un errore. La manipolazione del comportamento umano a scopo di lucro è di primaria importanza per le aziende e ciò viene attuato grazie allo scorrimento infinito e alle notifiche push, che mantengono gli utenti costantemente impegnati. I consigli personalizzati forniti da questi siti aiutano non solo a prevedere le azioni svolte dagli utenti, ma anche a influenzarle, rendendo gli utenti delle facili prede per inserzionisti pubblicitari o propagandisti Il documentario si muove in parallelo su due filoni: quello razionale delle interviste con figure di rilievo nella creazione dei social media: ex dipendenti, dirigenti e altri professionisti delle principali aziende tecnologiche. Gli intervistati descrivono le proprie esperienze di lavoro all'interno del mondo dei social, affermando che la nascita dei social è avvenuta per mi
aspenga

Educazione in tempo di pandemia: riflessioni di studenti e docenti sull\'educazione vir... - 3 views

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    La globalizzazione, l'interattività, l'accessibilità, ha portato ad un maggior utilizzo di internet, dei social network e questo è risultato molto più evidente con la pandemia dove, in ambito scolastico, ha richiesto un apprendimento della media literacy sia per gli insegnanti che per i discenti, portando alla luce anche i disagi associati alla riprogettazione della didattica, alla disponibilità delle risorse telematiche e la necessità di abilità e competenze nel cyberspazio. Gli autori della ricerca proposta "Education in times of pandemic: reflections of students and teachers on virtual university education in Spain, Italy, and Ecuador" hanno effettuato un sondaggio online con risposte da 300 studenti (100 per nazione) e 196 insegnanti di tre università (Barcellona, Torino e Machala) nel periodo tra Marzo e Aprile 2020, per analizzare la percezione dei docenti e discenti in merito all'insegnamento virtuale durante la crisi del Coronavirus. I risultati della ricerca hanno avuto una valutazione negativa per gli studenti che vedono la formazione virtuale associata ad un maggior carico didattico e la necessità che i docenti siano flessibili nel rinnovare le proposte didattiche adattandosi alla trasformazione della società, dall'altra parte gli insegnanti hanno una valutazione meno critica e abbastanza indifferente a questo cambiamente, ma ritengono che sia necessario un aumento delle competenze, non solo strumentali, ma anche di cittadinanza digitale attiva.
aspenga

Mobile learning: esempi di buona pratica basata sull'uso dello smartphone - 1 views

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    La necessità di una didattica che sia inclusiva, motivante, con discenti attivi, può essere colmata con l'uso di un ambiente tecnologico. In questo articolo, redatto da Luigina Maria Gabriella Da Pra che dal 2017 sta svolgendo un dottorato di ricerca presso l'Università per Stranieri di Siena, vengono portati degli esempi sull'uso dello smartphone come un nuovo ambiente di apprendimento grazie all'accessibilità delle funzioni, alla maneggevolezza e alle apps che consentono una buona autonomia e creatività.
cfilocamo

Four causes for 'Zoom fatigue' and their solutions | Stanford News - 2 views

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    A seguito della pandemia abbiamo acquisito familiarità con Zoom e altre piattaforme di video chat (Skype/Teams). Ma quanta consapevolezza abbiamo di questi strumenti? L'articolo scelto, basato sul lavoro del Professore Bailenson fondatore dello Stanford Virtual Human Interaction Lab, esamina quattro fattori di stress generati dall'uso di video chat e offre alcuni spunti per meglio gestirli: 1) Eccessivo contatto oculare: durante una video chat anche chi ascolta è continuamente sotto osservazione; questo genera uno stato di iper-vigilanza sociale che alla lunga crea stress. Gli autori suggeriscono di uscire dal Menù "Schermo Intero" e minimizzare l'icona del volto. 2) Osservare la propria immagine in tempo reale è faticoso: se in una situazione sociale qualcuno ci seguisse con uno specchio per mostrarci costantemente la nostra immagine nelle varie interazioni, questo ci darebbe molto fastidio. Guardarci continuamente può generare stati emozionali negativi. Gli autori raccomandano di utilizzare la funzione "nascondi immagine" per evitare sovra-esposizione alla propria immagine 3) Durante le video chat la nostra mobilità è ridotta: in una conversazione in presenza o al telefono, abbiamo ampie possibilità di movimento. Durante una video chat siamo invece invitati alla staticità. É importante limitare questa staticità attraverso l'utilizzo di tastiere separate e fissando delle regole che consentano a tutti i partecipanti di spegnere le video-camere. 4) Il carico cognitivo è più alto nelle video chat: durante le interazioni in presenza tutta la comunicazione non verbale si svolge in maniera naturale. Quando siamo in video chat vi è un lavoro extra per mandare e ricevere segnali. Se siamo d'accordo alziamo in alto i pollici o enfatizziamo il nostro gesto di approvazione con un ripetuto movimento del capo. In sostanza bruciamo molte più calorie per comunicare in video chat; delle pause solo con audio offrono riposo al corpo.
mancimanci

Dissemination: divulgare l'informazione scientifica attraverso i social - 7 views

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    Si scrive Dissemination, si pronuncia alfabetizzazione scientifica digitale. Una strategia che si avvale dei canali social per diffondere una corretta informazione e divulgare in modo mirato i risultati ottenuti dalla scienza. L'obiettivo è quello di superare la diffidenza di scienziati e ricercatori verso i media digitali e di combattere la disinformazione nel luogo in cui essa si manifesta in modo spesso incontrollato. Se fake news e bufale complottiste proliferano in rete, i social media sono anche il luogo possiamo neutralizzare informazioni non corrette, dubbi ed emozioni 'eversive'. La Dissemination si basa su un'idea tanto semplice quanto rivoluzionaria: per ottenere maggiore consapevolezza nell'opinione pubblica, è importante che chi si occupa di scienza spieghi cosa fa, per ottenere quali risultati e perché è possibile fidarsi di scienziati ed esperti. Il tema è oggi ritenuto così importante che bandi europei ed enti privati rifiutano a volte di finanziare un progetto scientificamente valido ma non supportato da una specifica strategia di Dissemination. Si tratta di quindi di una sfida verso l'integrazione di canali accademici e diffusione digitale delle informazioni, a vantaggio di una più ampia alfabetizzazione scientifica alla portata di tutti.
luanasam

Is your school district in Rhode Island teaching media literacy? - The Boston Globe - 2 views

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    La reporter Alexa Gagosz in questo recente articolo scritto per il Boston Globe nella rubrica settimanale "Innovators", solleva un'importante questione diretta alla comunità del Rhode Island, U.S.A. "Is your school district in Rhode Island teaching media literacy?" Il suo articolo è basato su un resoconto rilasciato dal Media Education Lab della Rhode Island University guidata dal direttore Renee Hobbs, che attesta la mancanza di una educazione nell'alfabetizzazione mediatica nella scuola elementare e secondaria, seppur nel 2017 sia stata emanata una legge, approvata dall'Assemblea generale del Rhode Island, che impone al dipartimento dell'istruzione statale di considerare l'inclusione dell'alfabetizzazione mediatica nel piano di istruzione di base dello stato. Nell'articolo vengono riportati diversi studi tra cui uno del professore della Massachusetts Institute of Technology, David, G., Rand che provano come Toxic News, disinformazione e incomprensione dei media possono influenzare il benessere economico, sociale e politico aumentando la discrepanza nel giudizio tra ciò che è vero e ciò che non lo è. La reporter conclude l'articolo con una serie di domande rivolte alla Hobbs, direttore della RI University, riguardo la ricerca. L'articolo riporta inoltre, in forma completa di 28 pagine, la Statewide Survey di Renee e colleghi sponsorizzata dalla Social Science Institute for Research Education and Policy (SSIREP)
mprandina

Terza età (65+ anni) - Digitabilis - 2 views

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    "Non c'è nulla di più vecchio del non voler invecchiare" Cit. Marie De Hennezel. L'articolo vuole porre in evidenza come gli anziani spesso disorientati di fronte alle tecnologie, possano avere un ruolo attivo e migliorare la qualità della vita, restituendo loro un senso di indipendenza e controllo. Così l'empowerment rende le persone in grado di autodeterminarsi nelle scelte di alfabetizzazione dei media che, nonostante l'età, prevedono apprendimento.
celesther

https://insegnantiduepuntozero.wordpress.com/2015/02/18/digital-storytelling-cose-come-... - 5 views

L'articolo mette in luce l'importanza della narrazione nel processo educativo, sottolineando come tale metodologia non sia figlia dell'epoca digitale ma onnipresente nella storia dell'uomo e nella ...

digital storytelling education apprendimento significativo web tool

started by celesther on 30 Nov 21 no follow-up yet
jbarillari

Debunking Handbook 2020 | Center For Climate Change Communication - 5 views

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    Cosa sono le fake news? Quali effetti hanno sulla società? Perchè è importante agire a riguardo? Il Debunking Handbook è un piccolo manuale di 20 pagine completamente gratuito, realizzato dal Prof. Stephan Lewandosky (professore di Psicologia Cognitiva e più volte invitato in Italia dal CICAP) in collaborazione con diversi altri colleghi di università mondiali, in cui viene non solo affrontato il tema delle fake news, spiegando cosa sono e quali effetti nocivi hanno sulla società ma viene anche indicata una strategia per poterle combattere. Le fake news portano le persone a prendere decisioni sulla base di dati sbagliati: quando questo accade in campi delicati - come ad esempio la salute - o di importanza globale - come il surriscaldamento - le conseguenze sono dannose per tutta la società. Comprendere le fake news è vitale in un mondo connesso in cui i media digitali sono degli amplificatori che fanno parte costantemente della vita di ciascuno: chiunque è esposto a notizie false e da esse in qualche modo infettato. Ma proprio come per i virus, anche per le fake news è possibile un vaccino: pensiero critico, verifica delle fonti e conoscenza dei bias cognitivi. Il Debunking Handbook è un piccolo tesoro che presenta il tema con semplicità andando direttamente al punto, senza perdere professionalità.
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    Grazie per questo contributo, mi sarà utile per la stesura della mia tesi sul pensiero critico.
elisa-bargigia

https://nonsolopedagogia.it/media-education-a-scuola-pratiche-strategie/ - 6 views

L'articolo evidenzia l'importanza della media education all'interno delle scuole, non come materia a sé stante, ma come insegnamento trasversale. Questo tipo di approccio stimola la curiosità e la ...

#scuola #strategiedidattiche #approcciopedagogico

started by elisa-bargigia on 29 Nov 21 no follow-up yet
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