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nazagiu

Fake news sul coronavirus, bastano 12 influencer a inquinare i social - 4 views

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    Sono 12 i profili social responsabili del 65% della disinformazione e fake news sui vaccini in lingue inglese. Lo dice il dossier pubblicato a marzo dal Center for Countering Digital Hate. Con la variante Delta che fa aumentare del 400% i positivi, si torna a puntare il dito sui propagatori delle fake news. Per colpa dei social che non li silenziano, complice pure un giro d'affari che vale un miliardo l'anno, fra quanto le piattaforme guadagnano grazie a chi vuole farsi pubblicità e quanto spendono gli stessi No Vai per avere più visibilità. Tanto che Joe Biden li ha accusati affermando che la disinformazione da loro diffusa, uccide; concetto affermato anche dal virologo Anthony Fauci, il quale ribadisce che se anni fa fossero circolate informazioni di oggi, avremmo ancora il vaiolo. Il più noto dei 12 profili social è Robert F. Kennedy Jr, il quale espone la tesi secondo cui nei vaccini c'è un composto mercuriale, capace di provocare l'autismo. Ci sono molti altri personaggi noti, tutti No Vax, la maggior parte dei quali sono osteopatia e naturopati.
letizia74

Le fake news influenzano i nostri comportamenti? | Recenti Progressi in Medicina - 3 views

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    Questo articolo vuole mettere in evidenza l'influenza che le fake news hanno sul pensiero delle persone e che spesso uno dei motivi è la poca trasparenza da parte degli organi istituzionale. L'articolo fa riferimento al nesso tra vaccini, nello specifico il trivalente, e lo spettro autistico e alla pandemia del Coronavirus. I media oggi forniscono una moltitudine di informazioni e tendenzialmente ognuno di noi le analizza di più in base alla propria emotività piuttosto che in base alla razionalità.
Francesco Italiano

Uso dei social media come fonte di informazione sulla salute per i propri figli - 2 views

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    L'articolo del 2022 pubblicato sulla rivista medica "Academic Pediatrics" (a cura di un gruppo australiano i cui diversi autori si occupano di salute pubblica, comunicazione e scienza della salute) è una revisione basata su 42 studi condotti dal 2011 al 2020 che esplorano l'utilizzo, da parte di genitori, dei social media come fonte di informazione su tematiche di salute per i propri figli. Gli studi selezionati sono stati eseguiti soprattutto negli Stati Uniti, Australia ed Europa. I social media e siti più utilizzati sono stati Facebook, Twitter, Youtube e Wikipedia per la ricerca di informazioni su particolari patologie o condizioni (tra le voci più ricercate: vaccini, traumi, allattamento al seno, malattie genetiche rare, cancro infantile, obesità infantile) ma anche per motivazioni legate al supporto generale, assistenza sanitaria autogestita, processo decisionale autodiretto, informazioni post-diagnosi. Gli autori hanno cercato di valutare la qualità delle informazioni reperite sui social media ed internet e le modalità di verifica e condivisione di tali informazioni con i sanitari di riferimento. In molti casi, infatti, i risultati delle ricerche non vengono condivisi con i sanitari con il rischio di poter accedere sia ad informazioni basate sull'evidenza ma anche (inconsapevolmente) ad opinioni contraddittorie non supportate da ricerche scientifiche rigorose, potendo quindi creare confusione, ritardare l'accesso alle cure sanitarie o incoraggiare trattamenti senza un controllo medico con possibili danni. Le conclusioni dell'articolo suggeriscono che sia necessaria un'adeguata educazione sanitaria di base per promuovere una navigazione sicura ed efficace per la ricerca di informazioni inerenti alla salute.
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