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msiracusano

Didattica a Distanza: pro e contro a posteriori - SinaPsyche - 4 views

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    Ho scelto un articolo che tratta da un punto di vista psicologico, i pro e i contro della DAD, più in generale della FAD (Formazione a distanza) ripercorrendone gli sviluppi fin dalle origini. Mi ha colpito questo articolo proprio perché ci ricorda che quello che oggi sembra essere un fenomeno nuovissimo e venuto a galla solo a causa dell'emergenza sanitaria in corso, in realtà trova origini più profonde. Partendo già alla fine dell' 800 con i corsi per corrispondenza, via via andando sviluppandosi parallelamente allo sviluppo tecnologico, e quindi l'utilizzo di radio, video cassette, e-learning. La vera novità della DAD rispetto la FAD è la digitalizzazione e la possibilità di modellare e personalizzare il progetto formativo in base alle esigenze. Al fine di approfondire i pro e i contro della DAD una ricerca dell'università di Bologna ha somministrato un questionario a circa 16.000 insegnanti dal quale è emerso un maggiore coinvolgimento, partecipazione e migliore relazione tra insegnanti e studenti, per lo più dovuto a un aumento del senso di responsabilizzazione della gestione del tempo e delle attività che la DAD richiede. Questo aspetto, nato per necessità, può se coltivato, rappresentare una evoluzione e un'arricchimento anche per il ritorno alle dinamiche in presenza. Ripartire consapevoli dei successi raggiunti durante il periodo di emergenza, può costituire un punto di forza e sviluppo senza precedenti.
anastasi1

Scuola e Didattica a Distanza - 8 views

Nell'articolo riportato dal magazine Io Donna, viene affrontato il tema della DAD e di come le scuole si sono preparate alla riapertura. Nello specifico viene descritto il modello organizzativo del...

media education tecnologia New Media scuola

started by anastasi1 on 19 Dec 20 no follow-up yet
Emanuela Ippoliti

"La scuola tra DAD e DDI":le differenze tra didattica a distanza e didattica digitale i... - 3 views

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    A causa della tristemente nota pandemia dovuta al "Covid 19", lo scorso anno scolastico si è svolto (almeno in parte) e poi concluso con l'ormai nota DAD (Didattica a distanza), Il nuovo anno scolastico si è invece aperto con uno scenario migliore in cui si è inserita anche la DDI (Didattica Digitale Integrata); Quali sono le differenze? La DAD sostituisce interamente la didattica in presenza creando classi virtuali a cui studenti e insegnanti partecipano da casa attraverso l'utilizzo dei MEDIA. La DDI ,invece, come suggerito dallo stesso nome, è una INTEGRAZIONE della necessaria didattica in presenza, possibile anch'essa attraverso l'ausilio dei MEDIA; Attivata nella maggior parte dei casi nelle scuole superiori, è stata oggetto di particolare attenzione da parte del Ministero dell'istruzione , che ha chiesto agli istituti di dotarsi di un piano per l'attivazione in modo da non trovarsi in difficoltà in caso di necessità. Considerando le abilità che gli utenti hanno indubbiamente dovuto sviluppare in questi mesi in tema di "media literacy" (alfabetizzazione ai media) con il conseguente sviluppo di capacità di comprensione, fra le altre cose ,del contesto sociale e del momento storico, ritengo si possa pensare ad un futuro in cui la "Didattica Digitale Integrata" sia una parte fondamentale del processo educativo diminuendo il gap esistente tra l'educazione formale e la vita quotidiana dei ragazzi, già da tempo incentrata sul costante utilizzo dei media.
lorenarughetti

La DAD rivoluzionerà le università italiane - BuoneNotizie.it - 2 views

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    Le risorse ella DAD
giadamureddu1

DAD: UN'OFFERTA DIDATTICA SOSTENIBILE - 4 views

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    La docente di Sociologia dei media digitali e Sociologia dell'educazione nell'Università di Torino, Simona Tirocchi, è stata protagonista di un'intervista durante la quale si sono esplorati vari aspetti relativi all'incontro tra la didattica tradizionale e la DAD, provocato dall'emergenza Covid-19. Si tratta di una vera e propria rivoluzione sociale, che porta con sé il totale sconvolgimento di luoghi e tempi, abitudini, relazioni e codici comunicativi tra insegnanti e studenti. Se da un lato la didattica a distanza, cui caratteristica peculiare la flessibilità, va incontro ad esigenze proprie di alunni con disabilità e bisogni educativi speciali, dall'altro ha evidenziato digital divide e knowledge divide, dettati rispettivamente da accesso diseguale alle tecnologie digitali e differenti competenze relative all'utilizzo strategico delle stesse. Non è certo che si adotterà una didattica completamente digitale in futuro ma è indubbio, ad avviso della Dott.ssa che da tempo si occupa della Media Education, che tutto ciò ha comportato un irrevocabile cambiamento della didattica in sé, delle modalità di insegnamento/apprendimento e delle consapevolezze relative all'utilizzo di una tecnologia che favorisce la relazione sociale, della quale non siamo fattore subordinato ma protagonisti.
eleonoracascone

Tecnologia, "lingua morta" della scuola italiana: da dove ripartire | Agenda Digitale - 3 views

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    In questo articolo del 4 settembre 2020 Lorenza Saettone, filosofa specializzata in Epistemologia e Cognitivismo, affronta alcune importanti questioni sulla DAD utilizzata durante l'emergenza Covid-19. Gli entusiasmi iniziali dovuti alla DAD hanno lasciato il posto ai dati registrati in questi mesi, dai quali è emerso come un elevato numero di studenti italiani non abbia preso parte alle lezioni .Ciò ha posto l'attenzione sul divario socio economico esistente tra gli alunni . Il Word Wild Web , nato per essere gratuito ed accessibile a tutti, purtroppo ancor oggi non è precluso ai ragazzi meno abbienti. Un altro spunto di riflessione nasce dalla mancata preparazione degli insegnanti a svolgere DAD e, quindi la necessità di formare docenti e studenti. Ad oggi la tecnologia appare come "inapplicabile " nella scuola italiana.
draghici

Pandemia, controllo digitale e democrazia: un\'esperienza DaD di Filosofia e Media educ... - 5 views

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    L'articolo è stato pubblicato da '' Firenze University Press'' nel mese di Dicembre del 2020. L'esperienza sulla: Pandemia, controllo digitale e democrazia. L'articolo appartiene a: Media Education: studi, ricerche, buone pratiche. Lo studio è stato svolto da: Lia De Marco al liceo '' G. Bianchi Dottula'' a Bari con due classi : 5A e 5B nei mesi di Marzo- Aprile 2020 attraverso l'esperienza di didattica a distanza(DAD), per il periodo di lockdown a causa di emergenza COVID-19, con la combinazione dei metodi della ricerca -azione che consiste nella trattazione di tematiche filosofiche in un ottica trasversale attraverso l'approccio DAD con altri ausili come: Google Classroom, Meet, Rai scuola ed altri. L'articolo presenta le domande che i ragazzi delle classi si sono poste: la pandemia e l'uso dei big data cambieranno la partecipazione e la democrazia?
nazagiu

DIVARIO GENERALE E DAD - 6 views

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    L'emergenza sanitaria ha costretto la scuola ad utilizzare la didattica a distanza, che ha subito evidenziato il problema del divario digitale. Questo termine comprende non solo coloro che sono svantaggiati economicamente e che hanno quindi più probabilità di non poter accedere ad Internet, ma anche tutti coloro che non hanno le competenze necessarie ad utilizzare le piattaforme digitali in modo adeguato. Per garantire un'uguaglianza in questo ambito sarà quindi necessario implementare gli insegnamenti riguardanti i media digitali, concentrandosi non solo sugli aspetti tecnici ma anche sulla costruzione di nuove conoscenze attraverso le tecnologie.
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    Questo articolo mi ha molto colpito e interessata, in quanto, quest'anno posso vantare di un'esperienza come insegnante alla scuola Primaria. A Marzo 2021 il Presedente della Regione Piemonte Alberto Cirio ha predisposto la chiusura di tutti gli istituti di ogni ordine e grado in zona rossa, ho vissuto in prima persona la Dad. Da ragazza di 23 anni, cresciuta insieme alla tecnologia, ho osservato tutto ciò che accadeva attorno me e ne sono rimasta scioccata. La cosa più impressionante è stata che a Marzo 2021 le criticità erano le stesse presenti a Marzo 2020. Struttura scolastica e famiglie non attrezzate opportunamente, senza PC/tablet (o di vecchia data), senza connessioni efficaci e, la cosa più grave a parer mio, senza interesse a rinnovarsi dal punto di vista tecnologico. Possibile che nell'anno 2021 esiste ancora questo divario digitale? Possibile che le persone non capiscono quanto la tecnologia può semplificare azioni della vita quotidiana? Questo un mio parere, ovviamente molti sono contrari a tutto ciò, ma ne vale la pena fermarsi e riflettere.
beatricebisanti

Educazione motoria, è possibile farla con didattica a distanza? - 5 views

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    Come ormai noto, la pandemia mondiale ha comportato una vera e propria rivoluzione nel mondo dell'istruzione a tutti i livelli. Il personale docente si è trovato in prima linea sia nel dover recepire le nuove metodologie di didattica a distanza, sia nel reinventare a proprio modo il metodo di insegnamento della propria materia, essendo tutto accaduto senza preavviso e in un arco temporale brevissimo. L'educazione fisica è da sempre materia curriculare, amata dagli alunni perchè percepita come attività di svago, libera da carichi cognitivi, ancora non percepiscono l'importanza dell'attività fisica legata alla salute e dello sviluppo psicofisico. L'articolo riporta la testimonianza di una professoressa di educazione fisica e di come essa abbia ricollocato la sua materia d'insegnamento all'interno della dad, essendo vietato lo svolgimento di esercizi fisici a distanza, la ri-progettazione è stata occasione per far sì che emergessero aspetti caratterizzanti della persona quali esercizio fisico, nutrizione e dipendenza e che l'attività didattica seguisse un percorso a moduli, la cui comprensione potesse essere verificata con google-models o test online. Esempio perfetto di crisi trasformato in opportunità, l'impossibilità di svolgere un'attività che lascia spazio a un nuovo punto di vista, il media che veicola un nuovo messaggio e che amplia il concetto pre esistente dell'ora di educazione fisica degli alunni.
valeee

Ragazzi e tecnologia, la scuola è impreparata: che dicono i dati - 1 views

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    Attraverso questo articolo, l'autore Paolo Ferri cerca di portare uno spunto di riflessione sull'impatto della pandemia da Covid-19 sull'uso della tecnologia digitale dei bambini tra i 0 e i 10 anni, e soprattutto delle loro principali figure educative, come maestri e genitori. La maggior parte di questi ultimi rientrano nella generazione dei cosiddetti millenials, persone nate tra il 1980 e la metà degli anni '90, che anche se non si possono definire "nativi digitali" come i loro figli, hanno conosciuto in età adolescenziale la tecnologia, la comunicazione e il web: tutti elementi che hanno scandito sempre di più la loro quotidianità fino a diventarne oggi una parte integrante. La ricerca "Bambini e lockdown" presentata nell'articolo, condotta dalla Società Italiana delle Cure Primarie Pediatriche con la collaborazione di un gruppo di ricercatori dell'Università di Milano-Bicocca e della spin-off dell'Università di Milano-Bicocca "Bambini Bicocca", si pone l'obiettivo di indagare i ritmi, le regole, le routine, l'esperienza educativa e didattica e gli stati emotivi dei bambini e dei genitori durante il lockdown, utilizzando dati raccolti in due indagini (2020, 2021) attraverso questionari. Attraverso l'approfondimento dei risultati, l'autore cerca di consapevolizzare il pubblico sull'importanza di formare insegnanti e genitori ad educare i piccoli a un uso ponderato e creativo dei dispositivi digitali e del web. In particolare, dai dati presentati si evince come le famiglie con bambini tra 0 e 10 anni, siano attrezzate dal punto di vita del possesso di device e di connessione internet, con un numero di strumenti tecnologici che tende a crescere con l'aumentare dell'età dei bambini, i quali non solo nel 2021 hanno trascorso più tempo davanti allo schermo rispetto all'anno precedente, ma sono anche sempre più spesso gli unici possessori ed utilizzatori delle loro periferiche digitali. L'autore ha voluto più v
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    [continua] L'autore ha voluto più volte rimarcare l'importanza di intendere i dati e i relativi risultati, come generati all'interno di un processo di "naturalizzazione" della vita sullo schermo dei bambini nelle opinioni dei genitori, che porterebbe a delle distorsioni nella loro percezione dell'effettivo tempo di utilizzo di questi dispositivi. Nella seconda parte della ricerca, emerge l'evidenza di una generalizzata carenza di strutture e formazione metodologica sulla didattica aumentata dalle tecnologie. Infatti, il tempo impiegato in attività di DAD/DDI è aumentato nel 2021, ma nonostante ciò, le metodologie impiegate non sembrano aver avuto alcuna evoluzione o adattamento alle nuove esigenze dei bambini e delle loro famiglie. Il principale problema, segnalato anche dai genitori, sembra essere l'ostinazione nell'adottare un approccio trasmissivo e nozionistico, tipico delle classiche lezioni frontali in presenza, che lascia poco spazio all'interazione e all'interattività, e che rischia di appesantire ulteriormente il carico cognitivo del bambino, di limitarne le capacità di attenzione e di comprometterne l'apprendimento. L'autore alla fine evidenzia la presenza di una correlazione negativa tra il titolo di studio dei genitori e il tempo di utilizzo dei device, prima di concludere rimarcando l'importanza di un'educazione all'utilizzo creativo, critico e costruttivo delle tecnologie digitali, che deve necessariamente passare per i genitori e gli insegnanti e quindi le istituzioni, per poter essere davvero efficace ed influenzare l'interazione quotidiana dei propri figli con la tecnologia.
beatrice9

Le ricadute della Didattica a Distanza sulle relazioni e sul benessere emotivo degli ad... - 3 views

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    In questo studio, condotto su oltre 1300 studenti/esse delle scuole secondarie di secondo grado della provincia di Udine, è stato indagato l'impatto della didattica a distanza (DAD) sulle relazioni e sul benessere emotivo. Gli autori di questo studio pubblicato nel 2022 sono: Marco D'Agostini, Damiano Cantone, Stefania Pascut, Andrea Paschetto e Susanna Feruglio. L'analisi di due questionari compilati anonimamente da studentesse e studenti ha messo in luce un rilevante vissuto di sofferenza. In particolare, dallo studio è emerso che un numero cospicuo di studenti e studentesse ha sentito la mancanza della dimensione sociale della vita scolastica, si distraeva regolarmente durante le lezioni e ha subito un calo della motivazione allo studio. Inoltre, in generale, gli studenti e le studentesse hanno riportato una riduzione delle emozioni positive come concentrazione, attenzione e interesse e hanno dichiarato di aver provato spesso emozioni negative: erano nervosi, agitati, turbati e angosciati. Questo studio apre una riflessione critica sulle sfide che il sistema scolastico è chiamato ad affrontare dalla fine della pandemia.
nazarenatrimboli

Tecnologia piu' condivisione: così si può fare buon e-learning - 6 views

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    In questo articolo emerge, in modo inequivocabile, l'importanza, o meglio, come sia stato indispensabile ricorrere al digitale per garantire un minimo di normalità nella vita di tutti. La pandemia ha sconvolto repentinamente le nostre abitudini ed i nostri inesorabili ritmi costringendoci, chi più e chi meno, ad adeguarci. Possiamo affermare, in termini di certezza, che con l'uso dei media digitale, siamo riusciti a mantenere i nostri impegni, anche se, come ricorda l'autore, l'esperienza non è nuova e dall'excursus che viene fatto dal dopoguerra a qualche decennio fa, si evince la bontà del mezzo utilizzato che, non può che trovare conferma nei nostri giorni, soprattutto nella scuola con la didattica a distanza. Quindi, è prematuro, da parte mia, dare un giudizio su un processo di cambiamento ancora in atto, pieno di pareri, per lo più discordanti, essendo consapevole che, solo alla fine, si potrà concludere con una valutazione oggettiva. Ciò, però, non mi può esimere dall'esprimere un'opinione. Secondo me, questi strumenti, da un lato, ci hanno messo in condizioni di comunicare e lavorare, snellendo grandemente, il sistema burocratico, ma anche le difficoltà minime dell'organizzazione quotidiana; dall'altro, hanno penalizzato la parte relazionale che non è garantita solo perché si ha la parola, quando il tono della voce viene attenuato dal volume dell'audio e la gestualità confusa dallo schermo. Manca, in effetti, la vivacità dello studio che cammina in stretta correlazione con quella "regia metodologica", a cui si fa riferimento nell'articolo, necessaria affinchè, in particolare, i ragazzi, non debbano essere considerati meri contenitori in cui i docenti riversano nozioni, o soldati che rispondono con coraggio e dignità alla chiamata. Per alcuni versi, la DAD potrebbe creare delle situazioni di comodo, che si manifestano con la scelta di ogni studente di cercare delle scorciatoie per una buona interrogazione o
saradevirgilio94

Studentessa bendata durante interrogazione: "Mi sono sentita umiliata" - 4 views

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    Con il termine "didattica a distanza" si indica un percorso educativo mediato dal computer e da Internet in cui il docente organizza le attività in un percorso online a cui gli studenti accedono in modo autonomo. Si tratta in sostanza, di un metodo di autoapprendimento che porta a rafforzare il sistema di formazione aperta e continua, progettato secondo quanto richiesto dal M.I. Aumentano, in questo momento storico, però, gli illeciti, piccoli e più evidenti, di tipo comportamentale che nella formazione a distanza, evidentemente, si ripropongono come a scuola: copiare. Così la docente ha chiesto a questa studentessa di bendarsi gli occhi e non è un episodio isolato. Questi ragazzi non sono come noi, studenti UNI Nettuno, dotati di un bagaglio di conoscenze ed esperienze alle spalle, per sostenere una didattica di questo tipo. Inoltre, un conto è seguire delle video-lezioni di massimo 45 minuti, tempo massimo in cui riusciamo ad essere attivamente attenti, che puoi interrompere e riprendere quando vuoi, un conto è sostenere per lo più 5h di lezione continuative su programmi che, sostanzialmente, sono stati organizzati in modo improvvisato, ovvero non si basano su delle metodiche di apprendimento certificate e sperimentate negli anni. Secondo la mia opinione queste notizie dovrebbero far riflettere il M.I. per riprogettare la DAD attraverso un uso più consapevole dei mezzi che la scuola a distanza ha a disposizione, senza arrivare ad umiliare i propri studenti, perché ricordiamolo: sono gli adolescenti che soffrono di più in questa pandemia!
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