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claudiainfusino

Mental health awareness su TikTok, quando si sa troppo e non abbastanza. - 2 views

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    L'articolo pubblicato dal sito della CNN risale a questo settembre (2021) e la giornalista, Kristen Rogers, con il contributo di due psicologi John Duffy e Mike C.Parent, affronta come la piattaforma TikTok abbia impattato nella diffusione di informazioni riguardanti la salute mentale nei più giovani. Lo psicologo John Duffy in particolare discute l'ambivalenza che libertà di pubblicazione offerta dalla piattaforma implica, per Duffy è positivo che i giovani abbiano la possibilità di accedere a questo tipo di informazioni e in qualche modo costruire una community in grado di offrire supporto e condividere esperienze, tuttavia lo psicologo sottolinea quanto pericoloso possa essere la mancanza di limiti su chi possa effettivamente pubblicare informazioni riguardanti la salute mentale. Duffy riporta infatti non sia raro che ragazzi si auto-diagnostichino e auto-medichino dopo essere entrati in contatto con suddetti contenuti. In conclusione entrambi gli specialisti riconoscono l'utilità nel poter costruire e far parte di una community che offra supporto e informazione, nessuno dei due psicologi propone come soluzione quella di censurare determinati argomenti, piuttosto invitano i genitori e i ragazzi ad informarsi ulteriormente sul funzionamento del social e nel caso di disagio di cercare supporto da parte di specialisti.
eleonorazirone

L'impatto dei social media sulla salute mentale dei giovani: rischi e benefici - 6 views

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    I social media giocano un ruolo centrale nella vita dei giovani: le statistiche suggeriscono che il 95% degli adolescenti statunitensi ha accesso ad uno smartphone. Ma quali sono le conseguenze dei social media sulla salute mentale dei giovani? L'articolo sottolinea il fatto che ci sia una correlazione tra uso dei social media e aumento dei disturbi mentali tra i giovani ,ma anche che abbiano introdotto numerosi benefit. Essi, infatti, promuovono il senso di appartenenza e supporto tra pari, danno l'opportunità di prevenzione e sensibilizzazione e permettono screening e trattamento online
saragabrielli

TikTok and Attention-Deficit/Hyperactivity Disorder: A Cross-Sectional Study of Social ... - 8 views

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    Questo articolo del 2022 tratta lo studio della qualità e comprensibilità delle informazioni riguardanti la salute mentale, in particolare il disturbo da deficit di attenzione/iperattività (ADHD, attualmente il settimo hashtag relativo alla salute mentale più visualizzato), contenute su TikTok. I ricercatori, Anthony Yeung, Enoch Ng e Elia Abi-Jaoude, hanno classificato, secondo criteri e strumenti di riferimento, i 100 video (dei milioni presenti) più popolari sulla prevenzione, sui sintomi, sulla diagnosi e sul trattamento dell'ADHD (escludendo video senza audio o testo, non in inglese, duplicati): il 52% è stato classificato come fuorviante (contengono informazioni prive di prove scientifiche o non specifici dell'ADHD), il 27% come esperienza personale dell'utente (sono quelli con più "mi piace" e visualizzazioni, quindi più coinvolgenti), il 21% come utile (contenenti informazioni corrette, probabilmente video caricati da operatori sanitari). Questo comporta che, data la popolarità della piattaforma e l'elevata comprensibilità, c'è il rischio concreto di auto-diagnosi o di errata percezione del problema, sulla base di informazioni fuorvianti che l'algoritmo di TikTok tende a riproporre agli utenti attraverso video simili nel tempo. Con questo si vuole enfatizzare la preoccupazione per l'ampia visualizzazione e diffusione di disinformazione sanitaria sulle piattaforme dei Social Network e il potenziale impatto sull'assistenza clinica come conseguenza della "cyberchondria". I nuovi media, tuttavia, riducono lo stigma della salute mentale e migliorano l'alfabetizzazione sanitaria. Infatti, i ricercatori di questo studio riconoscono che probabilmente modificando i target di ricerca riguardo chi pubblica e il fine dei video (umoristici o divulgativi) potrebbero esserci risultati diversi.
patriziamercuri

Overuse of Social Media Affects the Mental Health of Adolescents and Early Youth - 4 views

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    Il risultato di una ricerca apparso su The International Journal of Indian Psichology nel 2016 mostra come il tema dell'uso eccessivo dei Social Media e delle sue conseguenze sulla salute mentale degli adolescenti sia un tema diffuso a livello mondiale, anche in paesi come l'India dove ci sono forti influenze culturali e condizionamenti famigliari. La premessa importante è che la natura dei Social Media di per sé non crea problematiche particolari, anzi, possiamo constatare come un uso appropriato di tali mezzi possa aiutare a costruire ponti per superare difficoltà e inuguaglianze, a rafforzare o creare relazioni, cultura partecipativa e auto-stima, ad aumentare il senso di auto efficacia condividendo i propri potenziali e talenti. Con l'uso eccessivo, invece, la situazione si trasforma in dipendenza, in scarsa, se non nulla, partecipazione alla vita sociale reale con le conseguenti difficoltà relazionali a casa, a scuola e tra i pari. In casi estremi, ma non rari, si arriva al cyber bullismo, alla persecuzione sulla base di rumours, all'usurpazione di identità, ad una comunicazione violenta (hate speech) e altre patologie mentali e sociali. Un uso eccessivo dei media soprattutto durante la notte può portare a problemi di insonnia, d'ansia e di depressione in quanto i giovani si investono emozionalmente sui Social Media. Hanno inoltre maggiore bisogno di dormire degli adulti. Ciò può compromettere un armonioso sviluppo emotivo e sociale perché la maggior parte del tempo viene vissuto in un ambiente virtuale. La facilità di condivisione di foto o propositi non calibrati non consente lo sviluppo dell'empatia e del reale ascolto di sé e degli altri, ciò che conta sono i like, il numero di commenti ricevuti e non l'impatto che i propositi esternati può avere nella vita reale presente e futura dei vari partecipanti. Un altro aspetto importante è la privacy e questo articolo sottolinea come sia possibile che l'impatto di una rottura sentime
giorgiapastore

Instagram, il social della perfezione che ci rende infelici - 8 views

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    Questo articolo dimostra come i social hanno portato numerosi cambiamenti nella vita di tutti i giorni e nelle interazioni sociali, specialmente dei più giovani. Instagram, in particolare, nasce come piattaforma su cui poter postare le proprie foto personali per il piacere di poterle condividere con gli altri. Tra i giovani, in particolare tra i "millenials" è il social più utilizzato. Il problema cardine del soprannominato "social della perfezione" è proprio la possibilità di postare foto perfettamente ritoccate e filtrate che possono alterare la percezione della realtà. Grazie ad un sondaggio fatto dalla Royal Society for Public Health (Rsph) su 1.500 giovani del Regno Unito, Instagram è risultato particolarmente negativo per i suoi effetti sulla qualità del sonno, sull'immagine del corpo e sul Fomo (Fears of missing out, ovvero la paura di essere tagliati fuori), quella che Novak definisce la paura di "non essere ok". Solo grazie ad uno studio longitudinale di medio-lungo termine si potrà stabilire quanto tutto questo sia correlato a un maggiore rischio di depressione e ansia dovuti alla paura di non sentirsi all'altezza e di non potersi permettere lo stile di vita ( nella maggior parte dei casi, finto) che osservano sul social. Per prevenire questi rischi è fondamentale il lavoro di esperti di Media Education già nei primi anni di scuola.
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    Questo articolo ci porta a comprendere come i social network in particolare Instagram, social più utilizzato oggi giorno dei giovani, abbia sia aspetti positivi come: la socializzazione, il divertimento e la possibilità di autocelebrarsi ma anche molti negativi: privacy, geolocalizzazione e salute mentale. Prendiamo nello specifico la compromissione della salute mentale, Instagram porta ad ansia, depressione, ossessione, stress, poca autostima e scarso senso di soddisfazione personale considerando che tendiamo a confrontare la nostra vita con le vite "perfette" di celebrity e influencer e a mettere a paragone il nostro corpo con quello di modelli/e parzialmente ritoccati. Strumento preventivo: Media Education.
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    Articolo interessante soprattutto nell'era dei social che stiamo vivendo, dove tutto viene vissuto in modo accellerato e amplificato e spesso fa perdere il senso anche alle cose semplici che non viviamo più a livello diretto ma viviamo maggiormente a livello virtuale, mi riferisco alle cose semplici che possono essere gli auguri di compleanno che vengono inviati attraverso le piattaforme social, ciò dimostra il fatto che stiamo perdendo sempre di più il contatto umano.Ciò preoccupa e non poco...
letiziafer

Tik Tok e disturbo da deficit di attenzione/iperattività: uno studio trasvers... - 4 views

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    L'articolo di Anthony Yeung, psichiatra del Canada, indaga circa la qualità dei video pubblicati su Tik Tok relativi al disturbo ADHD, e di quanto questi producono sempre più consapevolezza e, al contempo, disinformazione sull'ADHD, problema che risulta anche comune ad altri ambiti di salute, come ad esempio il diabete, l'acne e la chirurgia estetica. Da questo studio trasversale è emerso che tra i 100 video più visualizzati in piattaforma sull'ADHD, solo il 21% è utile, il 27% è esperienza personale dell'utente e il 52% è fuorviante (dal contenuto semplice e riduzionista). La disinformazione porta di conseguenza ad accrescere ansie e ad una maggiore richiesta di assistenza sanitaria per fare diagnosi. In sintesi, questo studio dimostra che i video, seppur fuorvianti sull'ADHD, vengono ampiamente diffusi su Tik Tok. I video utili e di qualità superiore caricati dai medici potrebbero essere un valido aiuto per correggere la disinformazione.
ninatos

COVID-19, SOCIAL MEDIA E DISTURBI DEL COMPORTAMENTO ALIMENTARE - 1 views

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    I Disturbi del Comportamento Alimentare (DCA) sono patologie psichiatriche caratterizzate da una alterazione delle abitudini alimentari e da una eccessiva preoccupazione per il peso e per le forme corporee. Il Disturbo Alimentare Evitante Restrittivo compare frequentemente nell'infanzia mentre L'Anoressia Nervosa, la Bulimia Nervosa e il Disturbo da Alimentazione Incontrollata compaiono maggiormente con la crescita (adolescenza e prima età adulta). Come si evince da questo articolo aggiornato al 09/03/2023 a cura di Giulia Spina Unità Operativa di Pediatria Generale in collaborazione con Bambino Gesù Istituto per la Salute, uno studio della Società Italiana di Pediatria ha evidenziato come la pandemia da Covid-19 abbia incrementato lo sviluppo dei DCA in bambini ed adolescenti con il 78.4% negli accessi in pronto soccorso. Isolamento e distanziamento sociale hanno contribuito a trasformare i social media nelle uniche finestre sul mondo in cui i teenagers hanno visto proposti modelli di magrezza e bellezza inarrivabili, influenzando la percezione fisica e psicologica del singolo. Studi recenti hanno dimostrato come si siano diffusi in rete immagini e video pro-anoressia. La colpa è quindi unicamente dei social media? Sicuramente no ma certa è l'influenza che questi possono aver avuto su situazioni già delicate, rafforzando la fragilità di una salute mentale già precaria e aggravandone la sintomatologia.
ppitzalis

Neuroscienze e Neuropsicologia - Corriere della Sera - Ultime Notizie - 9 views

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    La parola "Multitasking" è usata sempre più spesso per descrivere il tipo di attività mentale che i ragazzi adottano quando utilizzano le nuove tecnologie. In realtà il termine più idoneo per descrivere questo neologismo inglese sarebbe "multi attività" o "multi compito", la capacità di svolgere più attività contemporaneamente. Questo articolo l'ho trovato molto interessante in quanto ci induce a riflettere sul modo in cui tutti noi siamo abituati a organizzare le nostre attività illudendoci di risparmiare non solo del tempo ma anche di essere più efficienti. Cercare delle informazioni su Internet e contemporaneamente rispondere a delle email o a un messaggio in realtà riduce non solo le nostre performance, perché il cervello può concentrarsi soltanto su una cosa alla volta, ma ricerche hanno dimostrato che si può ridurre il Q.I. Da queste ricerche è quindi evidente che le persone costantemente bombardate da molteplici flussi d'informazioni elettroniche non riescono a prestare attenzione, ricordarsi le informazioni e passare da un lavoro all'altro come chi, invece, porta a termine un compito alla volta. La sfida è quindi quella di saper utilizzare i media senza che siano loro, le nuove (ormai neanche più tanto "nuove") tecnologie ad "usare" noi e ad assumere il controllo della nostra vita.
mezzogori

MEDIA LITERACY AND THE IMPACT ON YOUTH BODY IMAGE - 4 views

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    Le strategie di marketing sono sempre più integrate con le tecnologie sociali emerse nell'ultimo decennio. I materiali di marketing vengono ora forniti attraverso i metodi tradizionali (ad es. Radio, stampa e televisione) ma anche attraverso piattaforme e dispositivi social. I giovani sono sempre stati esposti a immagini e pubblicità di marketing, ma ora con i giovani che usano la tecnologia mobile (smartphone) su base giornaliera, la pubblicità è indirizzata direttamente a loro perché possa essere assimilata e interiorizzata. Storicamente e nel presente, le ragazze hanno lottato con l'immagine del corpo e l'autostima; lotte che possono manifestarsi come problemi patologici di salute mentale. Questo documento esamina come l'integrazione nel curriculum di un corso di media literacy possa aiutare a mitigare questi effetti negativi vissuti dalle ragazze.
benedettaferrari

Utilizzo dei dispositivi mobili in età prescolare: raccomandazioni della SIP ... - 5 views

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    Questo articolo uscito su " Italian Journal of Pediatrics " é stato presentato a Roma in occasione del 74° congresso italiano di pediatria; è il frutto di un' analisi della letteratura scientifica ed ha indagato gli effetti sia positivi che negativi dell' uso di media devices in età prescolare. La ricerca ha analizzato gli effetti documentati dell'esposizione dei dispositivi mobili sulla salute mentale e fisica dei bambini. I risultati hanno dimostrato che i MD (media devices) possono interferire con l'apprendimento, lo sviluppo dei bambini, il benessere psico-fisico, il sonno, la vista, l'ascolto e la relazione genitore-figlio. Nella conclusione viene analizzato il ruolo del pediatra come colui che dovrebbe essere consapevole sia degli effetti benefici/educativi che collaterali dei MD e dare consigli alle famiglie, in base all'età dei bambini. A questo proposito la Società Pediatrica Italiana suggerisce che l'esposizione dei dispositivi multimediali durante l'infanzia dovrebbe essere modulata dai supervisori e rispettare tempistiche e fasce d' età.
giannib71

The Social Dilemma - Film documentario completo in streaming ITA Download - PeerTube It... - 4 views

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    Il film esamina la diffusione dei social media e il danno che essi causano alla società, concentrandosi particolarmente sullo sfruttamento e sulla manipolazione degli utenti, attraverso l'utilizzo di tecniche come il data mining e la vendita dei dati personali. The social dilemma approfondisce alcuni aspetti dei social media: la dipendenza che provocano, in particolare nei più giovani, l'uso in politica, il contributo alla diffusione di teorie complottistiche, gli effetti sulla salute mentale. Il documentario presenta allo spettatore, attraverso una serie di interviste, un ritratto dei social media e delle problematiche che causano, sostenendo che siano una minaccia, ma il documentario non prevede solamente l'argomentazione di antitesi riguardanti l'uso dei social media, ma molto spesso si parla di Internet in generale. Il primo problema è il fatto che miliardi di persone vengono influenzate da pochi cervelli che stanno dietro alle aziende come Facebook, Google e Twitter. Il secondo problema è quello della dipendenza dai social. Gli intervistati spiegano che il creare una sorta di dipendenza verso i social è una caratteristica voluta e non un errore. La manipolazione del comportamento umano a scopo di lucro è di primaria importanza per le aziende e ciò viene attuato grazie allo scorrimento infinito e alle notifiche push, che mantengono gli utenti costantemente impegnati. I consigli personalizzati forniti da questi siti aiutano non solo a prevedere le azioni svolte dagli utenti, ma anche a influenzarle, rendendo gli utenti delle facili prede per inserzionisti pubblicitari o propagandisti Il documentario si muove in parallelo su due filoni: quello razionale delle interviste con figure di rilievo nella creazione dei social media: ex dipendenti, dirigenti e altri professionisti delle principali aziende tecnologiche. Gli intervistati descrivono le proprie esperienze di lavoro all'interno del mondo dei social, affermando che la nascita dei social è avvenuta per mi
danielapanucci

Nuove forme di violenza nei social media - 2 views

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    L'articolo, della professoressa Anna Grazia Lopez dell'università di Foggia, denuncia il tema della violenza online. Vittime di questo fenomeno sono principalmente soggetti di sesso femminile e adolescenti, che si trovano a combattere contro giudizi stereotipati legati al corpo a discapito di una personale realizzazione identitaria. Questa problematica si riscontra attraverso i social network, piattaforme sempre più utilizzate anche da un pubblico maggiormente giovane, dato il facile accesso ai dispositivi tecnologici. Si evidenzia quanto sia urgente definire e sostenere un piano educativo rispetto la costruzione della body image, con lo scopo di tutelare la vulnerabilità degli utenti più sensibili. Azioni come like e commenti, che siano positivi o negativi, possono essere determinanti a definire una personale consapevolezza fisica che influenzi la salute mentale. La media education si propone di far apprendere alle giovani donne gli strumenti di resistenza all'oggettivazione del corpo e sostenere la propria autostima.
contribuire

Exploring Situated Empathy through a Metaverse Campus | Proceedings of the 26th Interna... - 0 views

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    In questo recentissimo paper si esplora il contributo che la realtà virtuale può apportare nell'aiutare le persone ad immedesimarsi nelle difficoltà altrui, sviluppando empatia. In particolare, si analizzano ostacoli e disagi incontrati da una comunità di immigrati in una micro-società all'interno di un campus universitario finlandese. L'esperimento è stato condotto su 18 soggetti per vivere le situazioni che hanno creato difficoltà attraverso interazioni con avatar in una versione di realtà virtuale, entro il campus dove si trova la comunità. I risultati preliminari tratti dai questionari suggeriscono che la conoscenza dei partecipanti e la tendenza alla volontà di discutere delle difficoltà sono migliorate grazie alla partecipazione all'esperienza. Inoltre, le interviste semi-strutturate riflettono positivamente sulla 'memorabilità' dell'esperienza fatta nella realtà virtuale, sulla plausibilità delle storie e sull'aumento dell'empatia situata e della consapevolezza dei partecipanti riguardo alle difficoltà della comunità internazionale locale. L' empatia è descritta come un fenomeno multidimensionale che include componenti cognitive ed emotive, con implicazioni per la salute mentale, le relazioni interpersonali e il benessere sociale. Vengono condivisi i risultati delle misurazioni e le osservazioni sul fatto che molto rimane da fare sia in termini di perfezionamento tecnologico che di riflessioni su aspetti etici e di privacy. Il tema è di particolare rilievo in società sempre più multiculturali, dove l'utilizzo dei media e new media può essere strumento critico di educazione e socializzazione
faustinemercier

Cinema e autismo, un possibile incontro fecondo - 5 views

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    L'articolo che segue presenta l'attività svolta di Media Education con un ragazzo che presenta disturbi dello spetro autistico che ha prodotto nei suoi esiti finali un corto metraggio d'animazione. Oggetto di una tesi magistrale in Scienze dell'Educazione, che ha vinto il Premio Giannatelli nel 2018. L'articolo evidenzia come attraverso l'uso dei media si può lavorare sui deficit relazionali e comunicativi che caratterizzano alcune patologie come l'autismo. Si tratta di un percorso attraverso l'uso delle arti terapie: un laboratorio video e cinematografico che avrà esiti formativi e riabilitativi. L'articolo descrive un'esperienza che utilizza linguaggi multimodali (scrittura, musica, fotografie, montaggio) e mette in evidenza come questa varietà di codici e tecnologie ha permesso un'estensione di un Sè corporeo e psicologico, permettendo di uscire dall'isolamento.
mariastella13

Eager to belong: Social cyberloafing as a coping response to workplace ostracism - 4 views

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    In una ricerca condotta nel 2021, in Cina, gli studiosi Hu,Chene e Ye, nel contesto delle organizzazioni sostengono il cyberloafing sociale, l'uso di internet per interagire sui social network durante il lavoro, che si differenzia dal cyberloafing riferito all'utilizzo della rete ,dai lavoratori, per cercare informazioni personali. Mentre altri ricercatori ritengono che il cyberloafing diminuisca la produttività, quindi va scoraggiato o eliminato. Secondo Hu e colleghi, invece, il cyberloafing sociale,aumenta la produttività, in quanto contrasta l'ostracismo, inteso come esclusione o isolamento percepito, e la solitudine sul posto di lavoro, misurata da scala di solitudine standard. Le organizzazioni dovrebbero capire il motivo di questo comportamento e affrontare le cause. Con il crescere del lavoro da remoto, durante la pandemia di covid-19 e succesivamente, sono diminuite le interazioni per i dipendenti, questo potrebbe produrre solitudine, incidendo sulla salute mentale. Anche se il cyberloafing sociale , può portare a tempi di improduttività, i benefici a lungo termine superano i costi. Questo studio apre le porte per la ricerca, dopo la pandemia, sulla percezione di comportamenti accettabili sul posto di lavoro e l'uso dei social media.
mariannasulpry

Sexting e adolescenza: processo di maturazione sessuale o cattivo utilizzo dei media di... - 4 views

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    Nell'epoca della digitalizzazione sta diventando sempre più frequente il tema dei rischi e dei benefici dei media digitali. Nell'articolo le autrici Katalin Parti, Cheryl E Sanders e Elizabeth Kandel Englander affrontano il tema del sexting durante la preadolescenza e l'adolescenza, evidenziando come tale fenomeno possa condurre a cattive conseguenze sulla salute mentale dei giovani adulti. La condivisione di contenuti sessuali attraverso l'uso dei media sta diventando una pratica sempre più frequente negli ultimi anni, diverse ricerche hanno infatti dimostrato che si sta incrementando tra gli adolescenti l'invio e la ricezione di materiali sessuali, soprattutto tra gli adolescenti delle scuole superiori rispetto ai preadolescenti delle scuole medie. Il sexting è stato descritto come una naturale conseguenza e parte del processo di maturazione sessuale, allora perché è importante ridurlo? L'utilizzo di questa sessualità digitalizzata potrebbe sfociare in abusi quali ricatti, vendetta ad una conseguente rottura di una relazione oppure inoltro delle immagini per vantarsi con i coetanei. A ricevere materiali sessuali sembrano essere più i ragazzi rispetto alle ragazze, le quali si sentono pressate nel dover inviare immagini sessuali ai propri ragazzi per paura di essere lasciate. Le conseguenze sono reazioni emotive negative quali imbarazzo e paura, gli studi hanno infatti dimostrato che la messa in atto di tale comportamento può portare ad ansia, depressione e pensieri di suicidio. Il fatto che il fenomeno del sexting possa iniziare in una fase della vita molto giovane, già dal periodo delle scuole medie, evidenzia quanto sia importante la prevenzione attraverso la media education associata ad una buona educazione sessuale.
lauracavazzini

Effetti dei social media sugli utenti: dal cyberbullismo all'utilità per scop... - 8 views

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    L'articolo evidenzia la relazione tra l'uso dei Socia Madia nelle nostre vite e come essi siano in grado di cambiare la nostra percezione del mondo in termini emotivi, che talvolta sfociano in patologie associate come ansia e depressione. Leggendo l'articolo ci si pone la domanda "fino a che punto questi spazi virtuali possono influenzare la nostra vita?" L'articolo continua soffermandosi sulle tesi di diversi ricercatori, in particolare il dottor B. Primack afferma : «I social sono spazi virtuali ma producono emozioni reali» dove gli utenti ne sono gli attori. La Royal Society descrive infatti come i Social siano in grado di condizionare la salute mentale degli utenti. Coloro che fanno un uso attivo dei social network hanno pertanto la tendenza a "filtrare " la propria vita , la quale pubblicamente appare sempre particolarmente positiva. Ci sono state diverse campagne che, negli anni, anno cercato di svestire i social di questa tendenza alla positivita' e perfezione, sottolineando il fatto che "la vita perfetta non esiste". Ma quali sono le conseguenze di questa ricerca della perfezione? Studi hanno evidenziato particolari atteggiamenti legati ad essa come : la propensione a paragonare la propria vita a quella degli altri contatti, una compromissione dell'autostima, con conseguente depressione , una correlazione tra le scarse ore di sonno e la compulsiva "fear of missing out" ovvero il bisogno di controllare il social per non perdersi qualcosa. Ma cosa spinge le persone ad affezionarsi al mondo dei social? Secondo il Professore M. Delgado, il soggetto ritrova nella notifica dello smartphone un sensi di gratificazione che comporta "riconoscimento sociale". Gli input dei social, detti "Like" potrebbero innescare delle dinamiche che favorirebbero il rilascio di dopamina un neurotrasmettitore complesso che risult
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    Ho trovato questo articolo molto interessante e di grande attualità. Il tema principale è relativo all'utilizzo dei media, con particolare focus sui social media. La ricchezza dell'articolo sta nel fatto di illustrare i rischi relativi all'uso, o per meglio dire, abuso, ma anche gli aspetti positivi che derivano dal loro utilizzo. Leggendo tra le righe, è così possibile comprendere l'immenso potenziale e ricchezza insita nei nuovi media, che se utilizzati in modo corretto, sono fonte di cultura e divertimento. Da qui, è naturale comprendere quanto sia importante l'insegnamento dei media, soprattutto a livello scolastico, andando ad istruire bambini e ragazzi, ovvero quelle categorie che ne sono più attratte. ma anche più esposte ai diversi rischi. E' importante che i giovani imparino a farsi domande e riflettere sui media di cui usufruiscono affinché ne abbiano una profonda comprensione.
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