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Home/ Media Education/ Group items tagged pensiero critico

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fabioconte

La scuola italiana non insegna il pensiero critico - 5 views

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    Significato di crìtica: arte del giudicare. Facoltà intellettuale che rende capaci di esaminare e valutare gli uomini nel loro operato e il risultato o i risultati della loro attività per scegliere, selezionare, distinguere il vero dal falso, il certo dal probabile, il bello dal meno bello o dal brutto, il buono dal cattivo o dal meno buono ecc..(Estratto da www.treccani.it). L'articolo si concentra sul pensiero critico, in cui l'autrice effettuando un paragone tra l'esperienza accademica in UK e le modalità di insegnamento utilizzate in Italia evidenzia la mancanza di applicazione di tale concetto nel nostro paese. Nell'ambito della Media Education si è riscontrato quanto sia importante istruire, ed essere istruiti, a relazionarsi con i contenuti dei media utilizzando il pensiero critico, a patto però che tale modalità cognitiva sia già presente e se ne abbia consapevolezza. A tal proposito l'autrice ritiene che le modalità di studio utilizzate nell'università inglese, che ha frequentato, l'abbiano aiutata al punto da evidenziare l'inadeguatezza delle modalità d'insegnamento della scuola italiana. In modo particolare viene messo in discussione l' apprendimento meccanico che risulta essere la pratica didatticamente eletta nel contesto scolastico italiano e non solo (vedasi critiche di Novak al sistema scolastico USA). Nell'esperienza descritta si evidenzia come la possibilità di simulare ricerche sia risultata utile per prepararsi alle attività post-accademiche e come tutto ciò abbia consentito lo sviluppo di un ragionamento critico e creativo. Questa esperienza così come l'utilizzo e la creazione di mappe concettuali suggeriti da Novak portano a dedurre che per apprendere in maniera ottimale è anche necessario lavorare sui e con i concetti ed il materiale didattico in generale. Tornando al problema dell'educazione scolastica, ci si potrebbe chiedere se questa parola "critico"
massimomoretti

L'innovazione tecnologica nella scuola italiana. Per un'analisi critica e storica - 8 views

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    L'articolo, pubblicato nel 2016, evidenzia la rilevanza dell'introduzione delle tecnologie nella scuola italiana, processo che si è sviluppato negli ultimi quarant'anni. Inizialmente molti insegnanti furono influenzati dalle innovazioni modificando atteggiamenti e metodologie; tuttavia, a mano a mano che l'introduzione delle ITC nella scuola si andava affermando, emersero criticità e contraddizioni provocate da problemi tecnici, incompatibilità, mancanza di tempo e carenza di preparazione degli insegnanti. L'esperienza del passato, a fronte delle difficoltà verificate, rischia di passare in second'ordine o - addirittura - di essere dimenticata, unitamente al portato teorico e didattico caratterizzante la fase precedente. S'impone pertanto una riflessione critica attraverso la presentazione di alcuni lineamenti della storia dell'introduzione delle ITC nella scuola, delle concezioni che l'hanno accompagnata e dei rapporti che spesso, anche all'insaputa degli innovatori, si mantengono tra passato e presente. La tecnologia informatica fu introdotta ufficialmente nella scuola italiana nel 1985 (primo Piano Nazionale Informatica - PNI 1), affiancata agli insegnamenti di matematica e fisica del primo biennio della scuola superiore. Il PNI 1 nacque dall'idea che l'alfabetizzazione informatica costituisse l'unica via d'accesso alla società dell'informazione e dalla fiducia nella possibilità per gli strumenti e le tecniche dell'informatica di favorire lo sviluppo cognitivo degli studenti. In seguito, l'introduzione del linguaggio di programmazione, dei videogiochi e degli ambienti di scrittura indussero a ritenere il computer uno strumento di supporto per l'apprendimento, capace di dilatare la conoscenza e il processo per acquisirla, favorendo l'autonomia e la creatività, secondo un approccio cognitivistico-costruttivista. Negli anni Novanta, con l'avvento dell'ipertestualità, la tecnologia venne accolta nella scuola
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    con lo scopo di avvicinarla alla realtà vissuta dagli studenti a casa e in altri ambienti, contraddistinta dall'interazione tra parola orale, testi scritti, suoni e immagini. Le più recenti iniziative ministeriali da un lato spingono verso limiti più avanzati l'idea della partecipazione sociale, dall'altro sembrano riscoprire il valore di pratiche già sperimentate negli anni Ottanta e in parte dimenticate dalla scuola. L'articolo, in particolare, pone l'accento sulla pratica del coding, vale a dire sul processo finale di programmazione, quello della scrittura del codice attraverso l'uso di un determinato linguaggio. In sostanza, questa analisi storico-critica mette in evidenza come nel nostro Paese la normativa che regola l'introduzione del digitale nella scuola insegua l'innovazione tecnologica, tentando di stare al passo con questo processo fluido, rapido e costante.
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    FORM@RE - Open Journal per la formazione in Rete L'innovazione tecnologica nella scuola italiana. Per un'analisi critica e storica Technological innovation in the Italian school. A critical and historical analysis Camilla Moricca - Università degli Studi di Firenze, camilla.moricca@unifi.it Abstract L'introduzione tecnologica nella scuola è caratterizzata da ondate che si succedono conservando scarsa consapevolezza e ricordo della fase precedente. Il lavoro ripercorre in modo sintetico le principali iniziative istituzionali e le più note teorie di riferimento che le hanno accompagnate nell'ottica di favorire una consapevolezza storico-critica su ciò che l'esperienza ci può aver insegnato. Nell'ultima parte ci si sofferma su riferimenti oggi in voga, quali il coding e la robotica, chiedendoci se siano davvero nuovi e se poggino su criteri pedagogici fondati. Parole chiave: tecnologie dell'educazione; analisi storica; coding; robotica. Abstract Technological introduction into school takes place in the form of innovations that maintaining low awareness and memories of the previous phases. The work recalls briefly the main institutional initiatives and best-known theories of reference in order to foster a historical-critical awareness of what the experience may have informed us. In the last part we focus on references in vogue, such as coding and robotics, wondering if they are really innovations and if they are based on valid educational criteria. Keywords: educational technology; historical analysis; coding; robotics. 1. Introduzione L'introduzione delle tecnologie nella scuola ha rappresentato un avvenimento rilevante negli ultimi quarant'anni e il processo che l'ha accompagnata ha coinvolto direttamente molti insegnanti, influenzando i loro atteggiamenti e le loro concezioni metodologiche. Sembra quindi ragionevolmente importante soffermarsi a riflettere su questo percorso per comprenderne meglio la natura. Tuttavia sono carenti i lavori
vevy92

La Media Education come priorità dell' Animatore Digitale - 2 views

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    In questo articolo viene trattato il ruolo importante che l'animatore digitale (educatore) riveste nelle istituzioni scolastiche. Tale figura sta ricevendo una formazione da parte del ministero al fine di incrementare le sue competenze tecniche e per renderla una figura di riferimento all'interno del sistema scolastico sia per la formazione che per l'innovazione. Il ministero prevede tre linee di intervento: formazione interna, creazione di soluzioni innovative e coinvolgimento della comunità scolastica( genitori, imprese, associazioni culturali etc). A tal proposito la scuola viene considerata uno spazio aperto al confronto con tutti gli altri attori esterni, coinvolti nel processo educativo. La formazione degli animatori digitali all'utilizzo dei vari softward, indirizzati all'innovazione didattica, ha permesso agli studenti di trarne beneficio. Inoltre altro aspetto importante sono state le creazioni di nuovi spazi di apprendimento ad esempio aule aumentate dalle tecnologie ed infine l'introduzione di metodologie didattiche innovative come il "pensiero computazionale". Tuttavia all'interno di questo quadro è necessario ridefinire le priorità mettendo al centro l'educazione ai media ovvero la "media education" poiché nessuno di noi fino ad ora è stato mai educato all'uso consapevole e ragionato dei nuovi strumenti di comunicazione. Occorre invece, sin dalla scuola primaria, educare le nuove generazioni ad un uso sensato e accorto degli strumenti che quotidianamente adoperano (smartphone, tablet, etc.).L' animatore digitale a tal proposito dovrà sviluppare un pensiero critico negli studenti ed una maggiore consapevolezza degli strumenti a loro disposizione. Dal mio punto di vista questo articolo rispecchia molto la realtà del momento, nella quale siamo immersi nell 'utilizzo continuo di tecnologie, senza aver avuto un'adeguata formazione precedente al loro utilizzo. Tecnologie che non abbiamo mai usato adeguatamente in modo didattico e che senza aver a
jbarillari

Debunking Handbook 2020 | Center For Climate Change Communication - 5 views

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    Cosa sono le fake news? Quali effetti hanno sulla società? Perchè è importante agire a riguardo? Il Debunking Handbook è un piccolo manuale di 20 pagine completamente gratuito, realizzato dal Prof. Stephan Lewandosky (professore di Psicologia Cognitiva e più volte invitato in Italia dal CICAP) in collaborazione con diversi altri colleghi di università mondiali, in cui viene non solo affrontato il tema delle fake news, spiegando cosa sono e quali effetti nocivi hanno sulla società ma viene anche indicata una strategia per poterle combattere. Le fake news portano le persone a prendere decisioni sulla base di dati sbagliati: quando questo accade in campi delicati - come ad esempio la salute - o di importanza globale - come il surriscaldamento - le conseguenze sono dannose per tutta la società. Comprendere le fake news è vitale in un mondo connesso in cui i media digitali sono degli amplificatori che fanno parte costantemente della vita di ciascuno: chiunque è esposto a notizie false e da esse in qualche modo infettato. Ma proprio come per i virus, anche per le fake news è possibile un vaccino: pensiero critico, verifica delle fonti e conoscenza dei bias cognitivi. Il Debunking Handbook è un piccolo tesoro che presenta il tema con semplicità andando direttamente al punto, senza perdere professionalità.
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    Grazie per questo contributo, mi sarà utile per la stesura della mia tesi sul pensiero critico.
daniacappa

Sviluppare le abilità di pensiero critico attraverso l'uso creativo dei meme - 3 views

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    In questo articolo di luglio 2023 vengono illustrati i risultati di di uno studio relativo all'utilizzo dei meme come strumento didattico su un campione di studenti universitari. La ricerca analizza come i meme, che spesso vengono utilizzati online per diffondere disinformazione e fake news, possano favorire lo sviluppo del pensiero critico se si viene "educati" a costruire e decostruire il loro significato. Attraverso apposite rubriche per l'analisi dei meme, questionari somministrati ai partecipanti allo studio, laboratori sull'utilizzo dei meme, gli studenti hanno evidenziato come, lo studio di questa particolare forma di comunicazione li stimolasse ad interessarsi agli argomenti trattati anche grazie all'umorismo e al clima rilassato che si creava in aula.
marcom1982

La media education a scuola: buone pratiche e strategie didattiche - 13 views

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    I nuovi media occupano gran parte del nostro tempo sociale e sono fortemente presenti, ed utilizzati, anche a scuola da bambini e adolescenti. Spesso e purtroppo, però, li utilizziamo in modo spropositato ed errato e ciò può avere gravi conseguenze per le persone e per la società. Ora più che mai è importante parlare delle nuove tecnologie: solo così sarà possibile conoscerle, comprenderle, per utilizzarle in modo consapevole, critico e cosciente. Ciò deve avvenire sia a scuola che in famiglia, allo stesso modo e nello stesso tempo, per educare i bambini e gli adolescenti alla cosiddetta Media Education. In questo articolo viene approfondita la Media Education tra formazione e scuola, offrendone un primo sguardo, un'introduzione, focalizzando l'attenzione sui suoi aspetti teorici.L'educazione ai media deve essere intesa come insegnamento di tipo trasversale, in quanto non vuole ottenere un posto a sé nel programma scolastico, questo è il punto predominante dell'articolo. La tecnologia deve essere un uso pratico, coinvolgente e diretto . I media possono, e devono, essere pensati come trasversali al programma, come elementi imprescindibili e come dimensione aggiuntiva, valorizzante e ispiratrice. I bambini sono continuamente esposti ed influenzati dalle informazioni che ottengono dalle nuove tecnologie e ciò può portare a conseguenze molto negative, anche al cyberbullismo. Educare bene alla tecnologia non favorendo l'indipendenza della stessa aiuta il bambino ad emergere e saper usare notevolmente i media come risorsa e non come opera distruttiva.
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    Giulia Piazza scrisse l'articolo in questione esaminando alcune possibili strategie didattiche da usare per proporre l'educazione dei media a scuola. Ci spiega perché è importante insegnare la media education a scuola e il ruolo delle influenze sociali nella comprensione del mondo e nella costruzione del senso di identità, così come l'importanza del prestare attenzione all'influenza che i bambini ottengono dalle nuove tecnologie. L'approccio pedagogico della media education valorizza alcuni principi per l'educazione quali l'apprendimento centrato sul bambino, l'apprendimento trasversale ecc. approccio dunque non autoritario, che favorisce la motivazione e aiuta i bambini a indagare e riflettere da soli. Ci spiega quali sono le buone pratiche dell'educazione ai media e l'importanza dell'argomento di analisi del testo e del contenuto, quali sono quindi le tecniche utili per insegnare i media tramite analisi testuale e di contenuto così da sviluppare una conoscenza della grammatica mediale. Vengono presi in esame anche il case study e la simulazione, quindi l'uso del gioco di ruolo e della sfida che agiscono sulla motivazione e sulla conoscenza proprio come l'aiuto dello studio di un caso specifico vada ad incoraggiare gli studenti a condurre ricerche approfondite. L'articolo inoltre sottolinea uno degli aspetti centrali e indispensabili della Media Education: la produzione, che comporta l'uso pratico, coinvolgente e diretto delle tecnologie, avendo un valore educativo importante in quanto va a garantire comprensione e critica del linguaggio mediale.
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    L'articolo discute l'importanza dell'educazione ai media nelle scuole. L'autore sostiene che i mezzi di comunicazione sono una parte fondamentale dell'ambiente culturale di ciascun individuo, compresi i bambini e gli adolescenti. Ciò significa che la media education è importante per aiutare i giovani a decostruire i testi mediali e a comprendere i valori trasmessi. Inoltre, l'articolo sostiene che l'educazione ai media valorizza alcuni principi fondamentali per l'educazione, come l'educazione alla cittadinanza e alla partecipazione attiva, l'apprendimento centrato sul bambino, l'imparare ad imparare e l'apprendimento di tipo trasversale. L'articolo sottolinea che la media education promuove un esercizio critico da parte dei bambini, aiuta i bambini ad imparare a imparare e cerca di generare l'atteggiamento interrogativo, accompagnato dal dialogo e dal pensiero critico. L'autore conclude sostenendo che l'educazione ai media dovrebbe essere inclusa come curricolo trasversale a tutte le discipline di insegnamento, per incrementare e migliorare l'insegnamento e l'educazione. L'articolo fornisce alcune "buone pratiche" per la realizzazione dei percorsi di Media Education, come la costituzione di un gruppo docenti e la collaborazione tra pedagogisti, educatori, insegnanti e genitori.
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    Il testo parla dell'importanza dell'insegnamento della Media Education per aiutare i bambini e gli adolescenti a comprendere i messaggi mediatici e sviluppare una comprensione critica dei media. L'approccio pedagogico della Media Education si basa su principi come l'educazione alla cittadinanza, l'apprendimento centrato sul bambino, l'imparare ad imparare e l'apprendimento di tipo trasversale. L'educazione ai media deve essere sistematica e continua, e il curriculum dovrebbe essere considerato trasversale a tutte le discipline di insegnamento. Le buone pratiche dell'educazione ai media includono la collaborazione tra pedagogisti, educatori, insegnanti e genitori, la definizione chiara dei tempi e degli spazi per le attività, la documentazione e la valutazione dell'esperienza, la condivisione con i genitori e la creazione di un prodotto di comunicazione da condividere con la comunità scolastica. L´ autrice infine descrive alcune tecniche utili per l'insegnamento dei media, come l'analisi del testo e del contenuto, il case study, la simulazione e la produzione.
chinellato

IS MEDIA LITERACY STILL ONE OF THE PRIORITIES FOR POLICY MAKERS? - 5 views

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    L'intervista di Norbert Vrabec, professore dell'Università di Ss. Cirillo e Metodio di Trnav in Slovacchia, ai colleghi David Buckingham, insigne pubblicista, esperto di Media Education e Prof. emerito dell'Università di Loughborough del Regno Unito, ed a Alexander Fedorov, scienziato russo, specializzato in educazione ai media, critico cinematografico, insegnante presso l'istituto statale di Pedagogia di Taganrog della Federazione Russa, offre due punti di vista importanti rispetto al ruolo che la Media Literacy ha per il mondo politico dei rispettivi paesi di appartenenza. L'intervista è stata prodotta in occasione della conferenza internazionale sulle tendenze e sui media tenutasi il 19-20 Aprile 2016 nel Castello di Smolenice in Slovacchia. Nell'intervista emerge una sostanziale convergenza rispetto al ruolo della Media Education e sulla posizione dei politici che non spingono per lo sviluppo della educazione ai media e del pensiero critico, ma piuttosto per la competenza digitale e tecnologica. Questo conviene probabilmente ai politici perché preferiscono confrontarsi con cittadini facilmente influenzabili. Mancano così sia politiche adeguate a formare i docenti che programmi di insegnamento appropriati a fronteggiare la sfida. Questa mancanza di progettualità e qualità si avverte anche da parte dei produttori di media, compresi quelli a capitale pubblico, che spesso realizzano prodotti di scarsa qualità. La via verso l'educazione ai media, e quindi ad una cittadinanza più consapevole e competente, risulta perciò in salita e non priva di avversità.
mariagraziano

Media Education a scuola: perché è importante insegnare i media a scuola - 7 views

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    La Media Education (o educazione ai media) è il processo d'insegnamento e apprendimento centrato sui media. La Media Literacy è saper leggere e scrivere i media. Questo articolo tratta di quanto sia importante l'insegnamento della Media Education nelle scuole in quanto come sosteneva D. Buckingham la M.E dovrebbe configurarsi come un metodo per esplorare la conoscenza, critico e creativo. Molte scuole creano un giornalino scolastico su cui poi verrà effettuata un'analisi fatta in classe e questo rappresenta un ottimo esempio di attività per costruire un progetto di media education. Anche se alcune scuole ancora non organizzano laboratori con editori ed esperti del settore che invece aiuterebbero moltissimo per una maggiore comprensione. L'insegnamento che viene fatto è di tipo trasversale in quanto può essere applicato sia alla letteratura quanto alla storia e alla scienza è importante inoltre insegnare ai bambini il ciclo delle notizie. Questo argomento riguarda tutte le età non solo i bambini ma anche adulti in quanto attraverso delle bufale presenti su diversi siti sono stati imbrogliati per questo è bene che questo insegnamento sia aperto a tutti, quindi non c'è miglior modo di insegnare già dall'infanzia ai bambini questo tipo di informazioni cosicché raggiungano anche i loro genitori. Quindi per concludere possiamo dire che quel pensiero critico-creativo obiettivo della media education deve essere insegnato con abilità ed ingegno.
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    Nell'era della generazione 3.0 diventa sempre più indispensabile inserire la media education in ambito scolastico. Puntare attraverso la scuola all'acquisizione di competenze mediali consente di avere già in età scolare maggiore consapevolezza e responsabilità nell'uso dei media sviluppando il senso critico verso tutte le informazioni con cui vengono in contatto.I messaggi mediali hanno sempre più capacità di influenzare il nostro pensiero e il nostro comportamento, basti vedere l' impatto e gli effetti psicologici delle cosidette bufale o fake news che assumono valenza sulla base del mezzo di comunicazione usato. Attraverso la media education i bambini possono essere educati a verificare le fonti, e la qualità dei contenuti per una corretta elaborazione dei messaggi. Apprendere lo stile comunicativo dei media consente non solo la giusta lettura ma consente di possedere adeguate competenze per crearne di nuovi in corrispondenza agli scopi.
saramucedola

Diritto all'educazione e nuove tecnologie. Sulla necessità di un approccio co... - 4 views

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    L' articolo vuole mostrare come l'avvento dei nuovi media e la grande distribuzione tra i giovani di nuove tecnologia debbano andare di pari passo, per quanto possibile, con gli ambienti e i processi educativi ed istruttivi. L'autore mette in risalto i pregi di delle nuove tecnologie come ad esempio l'e-learning e di come la tecnologia favorisca l'affermazione di un livello di didattica personalizzata oltre che permettere a milioni di individui di accedere ad un'esperienza ritagliata sulle proprie esigenze; cosi' come la possibilita' di avere una memoria ''esterna'', online e come questa memoria esterna possa favorire un approccio troppo frettoloso alle informazioni difettando l' attivita' di ricerca e di come le nuove tecnologie vadano ad influenzare i processi mentali ed il pensiero. Seppur vi sono dei rischi quali appunto quello di non allenare la memoria, e' anche vero che nessun sapere puo' chiudersi esclusivamente all'uso delle nuove tecnologie. L'educazione digitale rimane un terreno di dibattito e confronto che separa non solo insegnanti ed educatori ma anche giuristi, informatici e sociologi che provano ad orientarsi tra le possibili minacce e i vantaggi di cui i new media dispongono. Urge quindi un approccio ponderato ed equilibrato: il primo compito degli educatori e' quello di non affidare il controllo totale ai mezzi tecnologici omettendo di vigilare sui linguaggi, divulgazioni e contenuti, ciò che conta è cercare di favorire un'apertura consapevole verso le ICT, mantenendosi fedeli ai principi educativi e, al contempo, scongiurando l'adozione di atteggiamenti troppo ingenui oppure esageratamente critici. Emerge l'importanza di un'educazione che sappia guardare al digitale e che, al contempo, sia capace di farsi essa stessa digitale. L'informazione rispetto ai pericoli legati all'uso improprio dei mezzi e delle strumentazioni possono concretizzarsi solo nel caso in cui l'educatore si sottragga al
antonellasip

Social media literacy protects against the negative impact of exposure to appearance id... - 1 views

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    Questo studio analizza l'impatto dei social media sulla soddisfazione sul proprio corpo in giovani donne e uomini. Si tratta di uno studio sperimentale pubblicato sulla rivista scientifica "Body Image" del 2018. Lo studio ha incluso 187 donne e 187 uomini tra i 18 e 30 anni. Ai partecipanti sono stati somministrati diversi strumenti, tra cui il VAS, per la valutazione della soddisfazione/percezione del proprio corpo, il SML (social media literacy), un test per valutare il livello di media literacy, che analizza il pensiero critico e lo scetticismo nei confronti dei media, e il SATAQ per analizzare il grado di approvazione e interiorizzazione degli ideali di bellezza. Il gruppo sperimentale è stato esposto a stimoli visivi di pubblicità sull'alcol con protagoniste celebrità che incarnano l'ideale di bellezza attuale. Dai risultati emerge che le donne con bassi livelli di social media literacy (calcolata con il SML) hanno avuto una diminuzione significativa della soddisfazione sul proprio corpo dopo l'esposizione, al contrario delle donne con alti livelli di social media literacy. Tale effetto protettivo non è stato registrato negli uomini. Da questo studio, dunque, emerge che la media literacy può rappresentare un fattore protettivo all'esposizione dei social media commerciali. Questo risultato è coerente con studi precedenti sui media tradizionali che hanno rilevato che alti livelli di alfabetizzazione mediatica, in particolare il pensiero critico, sono in grado di moderare l'effetto negativo dell'esposizione a immagini che mostrano ideali di bellezza stereotipata. In conclusione, questi risultati mettono in luce l'importanza di implementare strategie di intervento di alfabetizzazione ai social media in un'ottica preventiva, per contrastare i problemi di immagine corporea negli adolescenti e i conseguenti disturbi alimentari, derivanti dal sempre crescente uso dei social media.
vgaristina

Come riconoscere le notizie false e insegnare agli studenti a gestire i mezzi di comuni... - 5 views

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    Oggi è estremamente facile trovare informazioni e acquisire conoscenze in quanto la nostra vita quotidiana è invasa da notizie, dati e comunicazioni varie che ci arrivano da diverse fonti quali la televisione, facebook, la radio, la stampa e così via. Riceviamo infatti tantissimi stimoli informativi, anche nell'arco di poche ore, e diventa perciò difficile distinguere ciò che è realmente importante da ciò che non lo è, ciò che è vero e attendibile da ciò che invece è falso. Tutto ciò è ancora più vero per i giovani che spesso non possiedono gli strumenti giusti per farlo, le competenze necessarie a comprendere i meccanismi dei mezzi di comunicazione e a saperli usare e interpretare nel modo giusto. In questi ultimi tempi si sente spesso parlare di notizie false, di "bufale", che vengono divulgate volontariamente per generare disinformazione. Questo fenomeno è particolarmente attivo sui social network e questo è molto preoccupante se si pensa che tali strumenti online sono sempre più spesso utilizzate per tenersi informati. E' necessario che tutti, e in particolar modo i più giovani, imparino a interrogarsi su ciò che leggono attraverso domande del tipo: "Chi è l'autore di questo articolo?" L'articolo che ho scelto di condividere con voi propone anche qualche "trucco" per individuare facilmente le notizie false ragionando sulle fonti. Per concludere, è importante e necessario insegnare ai ragazzi ad applicare il pensiero critico alle comunicazioni e ai messaggi che inevitabilmente ricevono quotidianamente e che non sempre riescono a comprenderne appieno il significato.
massimo61

Media education, come creare il "cittadino scientifico" nella società digitale - 8 views

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    L'orizzonte della Media Education non è riducibile al solo fare qualche "buona esperienza" utilizzando una certa strumentazione tecnologia, ma a come l'organizzazione sociale e le istituzione delegate alla formazione sono in grado di assumere i media come parte integrante della propria fisiologia d'inclusione sociale e di metodologie apprenditive, investendo risorse e competenze per migliorare la formazione nelle conoscenze e nelle competenze di cui la scuola ha la prerogativa pedagogica. La Pedagogia della Media Education mette in evidenza la necessità di uscire dal paradigma difensivista, tipico di una cultura che vedeva nei media soprattutto i caratteri dell'aggressione culturale. La Media Education ,oggi si propone come strategia di empowerment, di emancipazione culturale, persino di uscita dalla subalternità d'una gerarchia sociale cristallizzata.
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    Interessante e attuale articolo scritto dal professore Giovanni Dursi docente di Filosofia e Scienze umane. L'articolo tratta i seguenti punti: - La network society e le sue contraddizioni - La media education vista come capacità di critica e gestione delle tecnologie - L'identità epistemologica della media education: la media literacy e il "pensiero critico" - L'oligarchia planetaria delle produzioni digitali
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    La Media Education concorre alla formazione del "cittadino scientifico" della network society proprio perché l'uso delle nuove tecnologie deve comportare un'attitudine critica e riflessiva nei confronti delle informazioni, l'uso responsabile dei mezzi di comunicazione, un interesse a impegnarsi in reti con scopi culturali
lubetta

Guarda I nuovi media come possibili strumenti di "alfabetizzazione" per i tempi moderni - 3 views

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    L'articolo di Luisa Zinant parla di come i nuovi media possano diventare strumenti di alfabetizzazione e di come le tecnologie abbiano cambiato questo concetto,illustrando l'idea di Freire che vede l'alfabetizzazione come mezzo di coscientizzazione,parola che mostra la relazione tra pensiero e azione.Lo scopo dell'alfabetizzazione per Freire è la partecipazione e la trasformazione. Viene poi illustrato come è cambiato il concetto di alfabetizzazione nei tempi moderni in cui le tecnologie diventano strumenti per leggere meglio il mondo che ci circonda.Da qui la necessità di una nuova competenza,quella digitale, che consente di utilizzare con dimestichezza e spirito critico le nuove tecnologie, che sono fondamentali anche per una costruzione collettiva della conoscenza. Per questo la media education diviene una forma mentis con cui intendere il processo di insegnamento e apprendimento.
barbara12345

"Media Education: più' consapevolezza,piu'opportunita',piu'futuro - 2 views

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    Al convegno voluto dalla ministra dell'istruzione Azzolina(Febbraio 2020) e' emersa l'urgenza di una educazione ai media che partisse dalla scuola.Come il ministero intende affrontare questa urgenza? Partendo dall'ascolto e dal dialogo portando al centro la formazione a scuola. Docenti universitari hanno portato il loro contributo fornendo spunti per iniziare questa educazione.Si chiede alla politica di dare il buon esempio per l'uso responsabile dei media, ci sono molti strumenti digitali, ma come ci dobbiamo educare oggi? Il governo deve fornire dei punti di riferimento agli insegnati . Come cogliere le opportunita'? Opportunita' che non sono solo lavorative ma riguardano anche la cittadinanza , cioe' la consapevolezza di avere il diritto di costruire e di esercitare il proprio pensiero critico. I media come forme culturali , come linguaggio , come oggetto di studio che richiedono competenze . Queste competenze dovranno sostenere lo studente nella codifica e nella comprensione delle forme testuali che sempre piu' sono fuori dalle scuole nei terzi spazi.I ragazzi elaborano i significati in questi spazi in cui i testi sono mischiati con la vita di tutti i giorni.
flyingsimon

Teaching social media 5: reflections | David Buckingham - 3 views

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    Ultimo di cinque articoli dedicati all'insegnamento dei social media, Buckingham conclude con una riflessione di ampio respiro, che prende in analisi le criticità che la media education ha da sempre incontrato, le difficoltà di concettualizzarla per poterne assicurare un'istitualizzazione a livello governativo. L'avvento del web 2.0 ha in parte messo in discussione la media Education "vecchio stile", ma Buckingham sottolinea che i concetti chiave rimangono gli stessi, riconoscendo la necessità di declinarli in un contesto più ampio per attualizzarli con i nuovi media. I quali, divenendo sempre più accessibili, permettono un massiccio coinvolgimento degli studenti nella produzione dei media, la qual cosa è auspicata e sostenuta dall'autore per garantire lo sviluppo di quel pensiero critico che è fondamento della media education.
aliceice

Impatto degli influencer sul materialismo e le intenzioni di acquisto tra gli adolescen... - 4 views

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    Studio condotto presso: Nanyang Technological University, a Singapore, indaga il fenomeno degli influencer, come questi riescono ad influenzare e plasmare gli atteggiamenti d'acquisto negli adolescenti. Si indaga, inoltre, l'influenza dei genitori in quanto figura di mediatori. I social media sono diventati una presenza onnipresente nella vita di tutti gli adolescenti. Oggi si è diffusa sempre di piú una strategia di marketing rivelatasi molto proficua: la promozione di prodotti e brand da parte di influencers sui social media, detto "influencer marketing". Gli influencer, visti come: generatori di contenuto in grado di influenzare le attitudini dei propri followers e conseguenzialmente le loro decisioni di acquisto. Al contrario delle celebrità tradizionali che hanno avuto successo tramite i cosiddetti "mass media" e che intrattengono interazioni con i fans soltanto di tipo unidirezionale, non reciproco, gli influencer ottengono la loro fama coltivando una relazione di tipo bidirezionale con i followers, fatta di interazione e di reciprocità, attraverso i social media. Questo permette l'instaurarsi di un tipo di relazione fittizia e illusoria detta: relazione parasociale (PSR) che i followers instaurano con gli influencer e che sembra correlare positivamente con le intenzioni di acquisto e l'insorgere del materialismo nei piú giovani. Pertanto coltivare una relazione con i propri followers diventa una strategia di marketing fondamentale.Fattori quali intrattenimento del contenuto, credibilitá, attrattivitá e somiglianza percepita dai followers, correlano positivamente con lo sviluppo di una relazione parasociale. Infine è stato studiato lo stile di mediazione genitoriale, ovvero, la capacitá di mediare l'impatto che gli influencers hanno sulle intenzioni di acquisto dei propri figli. Lo stile di mediazione attivo (basato su un dialogo), al contrario di quello restrittivo (basato sul controllo), correla negativamente con il materialismo negli adolesce
danielapasqua

studio basato su un programma di media literacy education sulla salute sessuale degli s... - 3 views

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    Il presente contributo riguarda uno studio americano pubblicato sul Journal of Youth and Adolescence, studio che descrive gli effetti del programma "Media Aware". I messaggi veicolati dai media, infatti, spesso fanno sembrare attraenti comportamenti sessuali rischiosi e relazioni non sane. "Media Aware" è un programma di salute sessuale diffuso via web e rivolto agli studenti delle scuole superiori che promuove il pensiero critico verso i messaggi veicolati dai media e diffonde informazioni medicalmente corrette riguardo alla sessualità. Uno studio randomizzato controllato è stato condotto nel 2019-2020 negli USA con gli studenti di 17 scuole superiori. Lo studio riguardava gli effetti immediati e nel breve periodo (3 mesi) del programma Media Aware. Il programma ha avuto un forte impatto già nell'immediatezza: è stato infatti dimostrato che "Media Aware" ha migliorato le conoscenze degli studenti in materia di salute sessuale e il pensiero critico circa i messaggi veicolati dai media, aiutandoli a sviluppare competenze che permettano loro di decostruire i messaggi ricevuti; ha inoltre corretto le loro credenze sbagliate riguardanti i rischi legati ai comportamenti sessuali. Ci sono state differenze legate al sesso dei partecipanti: per quanto riguarda le femmine, il programma ha migliorato la loro comunicazione con le figure familiari riguardo alla salute sessuale e le loro credenze riguardo al sesso. Per quanto concerne i maschi, il programma ha permesso loro di rivedere le loro credenze circa la violenza nelle relazioni. Gli studenti hanno dato un feedback positivo riguardo a questo programma, dimostrando di apprezzare particolarmente il fatto che si sia svolto on line. In definitiva, il programma Media Aware ha dimostrato di migliorare la salute sessuale e la comunicazione circa la salute sessuale negli studenti delle scuole superiori.
irissalvadori

I videogiochi aiutano l'apprendimento - 2 views

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    L'articolo parla di come i videogiochi possano diventare strumenti per l'apprendimento e di come si possano utilizzare anche nelle scuole. Vengono messi in luce solo gli aspetti positivi, dato che i videogiochi solitamente vengono visti in un'accezione negativa, futile. Invece, dopo questa lettura si evince quanto sia importare integrare il divertimento con l'educazione, prova ne sia che favorisca: la motivazione, il problem solving, la cooperazione, adottare altri e nuovi punti di vista, inoltre sono in grado di sviluppare anche il pensiero critico. Che poi, si è soliti pensare che gli utilizzatori siano i bambini/ragazzi, invece, dal rapporto dell'AESVI risulta che anche gli adulti ne facciano un largo uso. L'articolo, inoltre, fornisce un nuovo lessico inerente alla sfera dei videogame.
eleonoraboi

View of IL VALORE EDUCATIVO DEL DIGITAL STORYTELLING | Media Education - 5 views

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    La narrazione è un tema molto antico che ha percorso tutti i tempi, compresi i giorni nostri grazie ai nuovi media, dando un contributo storico e culturale notevole. La narrazione è un potente mezzo di espressione che da voce non solo ai pensieri ma anche alle emozioni degli individui. Già Bruner nel 1991 aveva identificato due modalità riferite alle nostre strutture cognitive: una legata al pensiero razionale e la modalità del pensiero narrativo attraverso cui possiamo strutturare la nostra esperienza e interagire con il mondo sociale. Il digital storytelling si avvale di più codici comunicativi e permette di apprendere competenze alfabetiche, compositive/espressive, tecnologiche, ma anche critiche e partecipative, non è un semplice prodotto multimediale, ma uno strumento di partecipazione nella sua realizzazione. La sua natura partecipativa, combinata con la componente narrativa e la dimensione emozionale, la sua autenticità, il suo aspetto creativo, la sua predisposizione al lavoro di gruppo, risulta essere per il discente stimolante e motivante e per questi motivi può innescare un processo di apprendimento significativo. Il digital storytelling facilita l'acquisizione di competenze metacognitive come una migliore comprensione, la capacità di selezionare le fonti, lo sviluppo del pensiero critico, la competenza etica e favorisce l'alfabetizzazione tecnologica. Per queste caratteristiche può essere uno strumento prezioso per la didattica e un valido supporto per gli insegnanti, che possono aiutare lo studente ad avere un ruolo attivo nell'apprendimento. D'altronde anche se in modo inconsapevole lo storytelling ha sempre fatto parte della didattica, con il digital l'insegnante ha la possibilità di sperimentare nuove modalità di insegnamento.
gscarpi

Evaluating Information: The Cornerstone of Civic Online Reasoning - 6 views

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    Una ricerca della prestigiosa Stanford University fa davvero cascare le braccia. Gran parte degli studenti di scuola superiore e perfino universitari fanno fatica a identificare fake news e articoli sponsorizzati, o peggio ancora "bevono" le informazioni in modo del tutto acritico. Ricercatori della Stanford hanno selezionato notizie, tweet e fotografie su internet, chiedendo poi a studenti di varia età ed estrazione sociale di spiegare se le fonti fossero attendibili o no, e perché. Vi invito a scaricare il PDF che trovate nella web page e leggerlo. Non spaventatevi per le 29 pagine, l'articolo è pieno di immagini ed è molto divertente! Il "sugo di tutta la storia" (come direbbe il Manzoni) è che bisognerebbe educare le giovani generazioni ad un uso critico dei media online - e questo penso valga non solo per gli amici americani ma anche per i nostri ragazzi. Su un solo punto dissento con gli autori: la loro speranza che i "policy maker" siano interessanti ad avere attorno a sé persone con il cervello acceso.
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