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isabellavano

CREATIVITA' IN EVOLUZIONE: Uno studio sul ruolo del contesto educativo scolastico e fam... - 1 views

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    Articolo pubblicato da Donega Ambra su "Padua Thesis and Dissertation Archive Tesi Lauree Magistrali". Si tratta di una tesi di laurea magistrale del 2021 che affronta il tema della creatività in ampie sfacettature, esplorando il valore che la creatività riveste per lo sviluppo personale, sociale ed economico. Viene proposto un approccio evolutivo e sistemico alla studio della creatività e presentato uno studio esplorativo su 25 bambini e bambine con l'obiettivo di indagare lo sviluppo della creatività in relazione alle caratteristiche del contesto educativo, scolastico e del contesto familiare.
robsant

Le tecnologie digitali nei servizi educativi 0-6 anni: il ruolo della Media E... - 3 views

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    Il tema dei media digitali nell'infanzia è sempre stato delicato, in quanto in media digitali sono visti come un fattore di rischio, un pericolo, dal quale proteggere i bambini. Tuttavia, come dice Jenkins, bisogna considerare l'educazione mediale come componente fondamentale per la costruzione di una cittadinanza attiva, partecipativa e responsabile. Il problema principale degli educatori, soprattutto nell'asilo nido, è quello dello scetticismo, derivato da risultati di test contrastanti. Per tale motivo, uno dei primi obbiettivi della Media Education della prima infanzia, è quello di formare inizialmente educatori e genitori, rendendoli consapevoli della presenza e delle potenzialità delle tecnologie nella vita quotidiana. L'Università di Firenze, dal 2016 al 2018, ha svolto alcuni interventi in nidi e scuole per l'infanzia, coinvolgendo bambini e adulti organizzando laboratori, se pur molto limitati da questioni di tempo. I risultati sono stati incoraggianti, le attività hanno coinvolto positivamente i bambini, sperimentando la loro creatività servendosi delle nuove tecnologie. Una delle utilità pedagogiche delle nuove tecnologie, sta nel fatto che esse siano associate all'intrattenimento, "alleggerendo" il peso cognitivo dei metodi classici. I laboratori hanno anche aiutato i bambini a sviluppare uno spirito critico e hanno favorito il dialogo sia fra pari, che con gli adulti. Sebbene siamo solo agli inizi dei metodi della Media Education, può essere molto utile insegnarla, non vietando l'uso delle tecnologie, ma un bilanciamento del loro utilizzo, affinché vengano prevenuti i rischi e facendo in modo che diventino una risorsa formativa.
lofabi

I media possono educare alla creatività positiva? - 3 views

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    Gli autori Izabela Lebuda e Simon Majed Ceh presentano questo saggio che tratta i potenziali benefici dell'uso passivo e attivo dei media per migliorare pensiero e comportamento creativo, inoltre sottolinea la possibilità di guardare ai media come un'opportunità contrariamente al pensiero generale,il quale vengono definiti una perdita di tempo passiva per gli adolescenti. Attraverso la teoria socio- cognitiva presentano come i contenuti dei media potrebbero aumentare attraverso il modellamento e il rinforzo vicario la convinzione creativa su se stessi e possibilmente aumentare la probabilità di produrre attività creative, favoriti anche da un accesso immediato al feedback che restituiscono i media e alla possibilità che forniscono non solo in termini di utilizzo dei contenuti ma anche nella co-creazione di essi. Le autrici definiscono il consumo dei media solo un aspetto del rapporto tra creatività e media, anche la realtà virtuale e il gioco sono possibili ponti per favorire lo sviluppo di idee, generando abilità della vita reale, producendo così un valore educativo.
anonymous

"Media education": la piccola grande rivoluzione dei giornali scolastici - 9 views

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    L'articolo spiega come un'ottima base di "Media education" nasca dalla rete di testate scolastiche. Due recenti iniziative, "Penne Sconosciute" di Osa Onlus, "GiornaliNoi" promossa dal mensile Okay!, avvalorano questa tesi. Il giornale scolastico, che vede protagonisti docenti, alunni e genitori, rappresenta una valvola di sfogo per le creatività, antidoto alla noia da aula scolastica. Una grande rivoluzione già in atto dentro e le scuole che mira a rafforzare il senso di appartenenza e di partecipazione dei giovani alle attività sociali attraverso una rete definita "buona informazione". E' inevitabile, se le nuove forme di comunicazione vorranno recuperare rapporto con i soggetti destinatari del messaggio, non potranno ignorare questa realtà in grado di unire aspettative e speranze delle generazioni.
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    L'articolo parla di come il giornalismo scolastico sia una concreta applicazione della media education. Esso espone dei progetti che mobilitano la creatività giovanile già da 15 anni. La redazione di un giornale scolastico è un'attività molto utile per avvicinare gli studenti al lavoro del giornalista, per dare spazio a pensieri, constatazioni, notizie, novità, per raggiungere i vertici dell'istituto e farsi portavoce di iniziative, raggiungendo allo stesso tempo ogni singolo studente e creare un senso di appartenenza. Attraverso questo mezzo i giovani possono comprendere e analizzare il senso dei messaggi dei mass media. L'autore di questo articolo fornisce anche dei esempi concreti di come la stampa scolastica abbia rivelato delle realtà sorprendenti, parlando di temi sociali e attuali dal punto di vista di ragazzi giovani. L'articolo, infine, sottolinea l'importanza di che quest'attività ha sugli studenti, che sono prima di tutto cittadini, per metterli a contatto con la buona informazione.
loredanagiustino

Prof. Luciano Floridi - L'opera d'arte nell'epoca della sua manipolabilità di... - 2 views

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    Questo video è tratto dall'inaugurazione dell'anno accademico 2016-2017 dell'Alma Mater Studiorum Università di Bologna, avvenuta in data 18/11/2016, in cui è intervenuta un'autorità a livello internazionale, docente di filosofia ed etica dell'informazione all'Università di Oxford, ossia il filosofo Prof. Luciano Floridi, il quale in forma molto ironica, mantenendo in tal modo attiva l'attenzione del suo pubblico compresente e non, ha parlato dell'opera d'arte e del suo significato nell'epoca digitale. Si può considerare la natura di questo intervento, interdisciplinare, in quanto il Prof. Floridi, ha integrato filosofia, scienza, antropologia, religione, arte e tecnologia. Egli sottolinea che con la "secolarizzazione" si è intrapreso un percorso nel quale l'essere umano si è considerato un essere potente, speciale, al centro del mondo, ma che in realtà studi specifici hanno "smontato" tale convinzione, portando l'individuo a comprendere di essere semplicemente in periferia, di essere "l'organizzatore di una festa piuttosto che il festeggiato". Nell'era attuale si potrebbe dire che l'essere umano sia un "open software" o più elementarmente un viaggiatore che segue un percorso al quale vuole dare un significato in tanti modi ed uno di questi è l'arte. Egli afferma che l'opera d'arte nell'era digitale sia un'informazione che ha tre visioni: Informazione "come", "su" e "per" qualcosa.
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    Tra i vari esempi che cita vi è la "mesin art", ovvero un nuovo movimento artistico che consta nel ridisegnare certi contenuti in vista creativa. Concretamente ciò significa utilizzare la creatività per decidere cosa selezionare, come mettere insieme i pezzi etc. che evoca l'intelligenza ipertestuale (innata, presente anche negli animali) e quella che De Kerckhove definiva connettiva e che altri autori definivano cognizione distribuita, sviluppatasi maggiormente nell'era della digitalizzazione. Ciò è strettamente inerente alle abilità di base della media litercy, tra cui "l'appropriazione", ossia l'abilità di campionare e miscelare contenuti mediali dando loro un significato. Gli artisti infatti, soprattutto all'inizio si appropriano e trasformano le opere di altri artisti e la digitalizzazione rende il tutto più semplice. Ma anche nei classici ciò era presente, si pensi ad Omero che ha miscelato i miti greci per costruire l'Iliade e l'Odissea. Si può dire essere una base da cui parte la creatività. Al contempo però, il Prof. Floridi evidenzia che il digitale si presta abbastanza bene anche a creare la "cattiva" arte che identifichiamo nel falso, nella copia e nel cattivo gusto, sottolineando che non si può per questo pensare che il digitale distrugga l'arte, perché queste forme di "bruttezza" vi erano anche in assenza di digitale, seppur meno presenti e meno facili da attuare. Egli conclude il suo intervento ricordando al pubblico che "l'arte è parte della dignità umana" e che tra le altre capacità, l'umanità ha anche la capacità di esprimere se stesso in modo artistico e ciò continua ad essere valido anche nell'era digitale nelle modalità spiegate.
martytro

TikTok? una risorsa educativa. - 3 views

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    La creatività insieme allo spirito critico è una delle 10 life skills che l'OMS ha indicato come fondamentali. Entrambe sono parte del focus della media education e fulcro del lavoro del Centro Studi dell'Università Cattolica che guidato dal prof Piercesare Rivoltella ha aperto un canale su TikTok nelle scorse settimane. Nello stesso periodo in cui il nuovo social è stato messo sotto accusa per via dei risvolti tragici legati al suo utilizzo, il Centro di Ricerca sull'Educazione ai Media all'Innovazione e alla Tecnologia ha dato vita al canale @cremit_ presentando esplicitamente Tiktok come risorsa educativa. Michele Marangi, membro del Cremit, docente di Media e Intercultura in Cattolica ed esperto di media education spiega i motivi che hanno portato alla decisione di esporsi sul nuovo social. Apparentemente "leggero", caratterizzato da contenuti brevi, balletti e coreografie di pochi secondi, è riuscito in pochi anni a catalizzare l'attenzione di milioni di bambini e ragazzi. Il Prof. Marangi ne sottolinea l'immensa possibilità offerta: oltre la sperimentazione di nuovi linguaggi anche la mediazione medieducativa di starci in maniera etica, consapevole e critica fondendo il tutto con la dimensione estetica e di coinvolgimento. Sempre il Prof. Marangi inoltre sottolinea come sulla piattaforma non si trovino solo balletti ma anche espressioni di creatività pura. L'idea di fondo è "non posso dirti tutto in pochi secondi ma ti offro lo spunto per approfondire". Il vero protagonista del processo comunicativo è il fruitore, non l'attore. Un contenuto per funzionare deve essere "coinvolgente" che è uno dei parametri più importanti dell'efficienza comunicativa. Ancora una volta i media si dimostrano uno strumento educativo se usati in modo consapevole e vissuti dall'interno grazie ad processo di preparazione ed meducazione adeguato.
sofiamanca

Come le "Media Resources" influenzano lo sviluppo personale - 2 views

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    L'articolo è stato scritto dal Dottor Muslimov e dalla sua studentessa Dottoranda Umarova, provenienti dalla Tashkent State Pedagogical University, in Uzbekistan. L'articolo tratta l'importanza e la valorizzazione dell'informazione attraverso i media nel contesto educativo attuale, concetto ribadito anche dall'UNESCO che riconosce appunto il grande potere comunicativo della Media Education. La Media Education viene descritta in questo articolo come uno strumento per incrementare le proprie capacità critiche ed espressive, strumento che riguarda sia lo sviluppo intellettuale che quello emotivo di chi sta apprendendo. Il focus dell'articolo è quindi principalmente sullo sviluppo intimo e personale dello studente, attraverso il metodo della cosiddetta "Self-Education", basata appunto su un'elevata indipendenza dello studente. L'uso di questo metodo ha sortito risultati notevoli sia per quanto riguarda le conoscenza degli studenti, ma anche per quanto riguarda lo sviluppo della loro individualità, creatività e indipendenza di pensiero, oltre che essere un metodo molto pratico e di semplice accesso. Un forte messaggio di speranza e fiducia in questo nuovo metodo e mezzo educativo, che ha un grande potenziale per il miglioramento del livello di qualità dell'apprendimento.
angeloguarnieri

Analisi critica vs. produzione creativa. Le nuove sfide della media education nell'era ... - 4 views

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    Il consumo dei media è diventato parte importante della vita pubblica e privata delle persone e soprattutto dei minori. Per i ragazzi i media sono parte indispensabile della loro vita e vengono utilizzati sia per gioco, piacere e comunicazione. Considerato questo, l'articolo vuole evidenziare che se l'educazione scolastica formale non riconosce il ruolo dei media, il divario con quest'ultimi è destinato ad aumentare. Una risposta a questo problema può essere data dall'introduzione della media education, la quale però deve combinare l'analisi critica alla produzione degli studenti. Combinare i due elementi è fondamentale ed indispensabile perché la preferenza dei media educator per l'analisi critica, non riconoscendo a pieno il valore delle esperienze modali degli studenti, risulta poco significativa nei vissuti degli stessi. L'autrice sostiene così che l'analisi critica finisce o per zittire gli studenti o per spingerli a dare delle risposte preconfezionate. Allo stesso modo anche la sola attività creativa è limitata perché può trasformarsi in un gioco soggettivo ed autoreferenziale. La media education, combinando i due elementi, può aprire nella scuola uno spazio dove gli studenti siano capaci di esplorare gli aspetti piacevoli della propria esperienza mediale ma, allo stesso tempo, riescano ad analizzare criticamente la loro condizione nella società contemporanea. Pertanto, all'interno della media education, gli insegnanti devono fare un passo indietro perché la produzione creativa necessità che agli studenti sia dato lo spazio per l'autoespressione e la responsabilizzazione personale. In pratica, gli studenti devono usare i media per comunicare, esprimersi e sviluppare la loro creatività accompagnando a ciò con la riflessione e l'autovalutazione, in modo da essere cittadini capaci di prendere decisioni libere ed informate.
dalilapaneroni

Ambienti di apprendimento prescolari: il sostegno delle tecnologie digitali - 5 views

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    Questa tesi di laurea magistrale redatta da una studentessa dell'Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia, trae spunto da diversi autori (tra cui di spicco G. Riva, Jenkins, Rivoltella) per affrontare una tematica di grande attualità. L'obiettivo che si prefigge è quello di proporre un'analisi degli aspetti positivi e delle potenzialità che le tecnologie digitali possono fornire all'interno degli ambienti di apprendimento prescolari, con particolare attenzione ai progetti proposti all'interno dell'asilo nido "Faber" di Reggio Emilia. Una diffusione della Media Education, in tal senso, è ritenuta essenziale per far sì che la fruizione quotidiana delle tecnologie si caratterizzi come un'esperienza costruttiva e positiva, che consenta di perseguire la creatività e l'apprendimento di conoscenze e competenze da parte non solo degli infanti, bensì anche degli adulti: il rischio che si configura per i nativi digitali, è rappresentato dal fatto che questi possano cadere in un vortice di dipendenza da queste tecnologie, senza però trarne un vantaggio per la crescita e lo sviluppo cognitivo e affettivo.
massimomoretti

L'innovazione tecnologica nella scuola italiana. Per un'analisi critica e storica - 8 views

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    L'articolo, pubblicato nel 2016, evidenzia la rilevanza dell'introduzione delle tecnologie nella scuola italiana, processo che si è sviluppato negli ultimi quarant'anni. Inizialmente molti insegnanti furono influenzati dalle innovazioni modificando atteggiamenti e metodologie; tuttavia, a mano a mano che l'introduzione delle ITC nella scuola si andava affermando, emersero criticità e contraddizioni provocate da problemi tecnici, incompatibilità, mancanza di tempo e carenza di preparazione degli insegnanti. L'esperienza del passato, a fronte delle difficoltà verificate, rischia di passare in second'ordine o - addirittura - di essere dimenticata, unitamente al portato teorico e didattico caratterizzante la fase precedente. S'impone pertanto una riflessione critica attraverso la presentazione di alcuni lineamenti della storia dell'introduzione delle ITC nella scuola, delle concezioni che l'hanno accompagnata e dei rapporti che spesso, anche all'insaputa degli innovatori, si mantengono tra passato e presente. La tecnologia informatica fu introdotta ufficialmente nella scuola italiana nel 1985 (primo Piano Nazionale Informatica - PNI 1), affiancata agli insegnamenti di matematica e fisica del primo biennio della scuola superiore. Il PNI 1 nacque dall'idea che l'alfabetizzazione informatica costituisse l'unica via d'accesso alla società dell'informazione e dalla fiducia nella possibilità per gli strumenti e le tecniche dell'informatica di favorire lo sviluppo cognitivo degli studenti. In seguito, l'introduzione del linguaggio di programmazione, dei videogiochi e degli ambienti di scrittura indussero a ritenere il computer uno strumento di supporto per l'apprendimento, capace di dilatare la conoscenza e il processo per acquisirla, favorendo l'autonomia e la creatività, secondo un approccio cognitivistico-costruttivista. Negli anni Novanta, con l'avvento dell'ipertestualità, la tecnologia venne accolta nella scuola
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    con lo scopo di avvicinarla alla realtà vissuta dagli studenti a casa e in altri ambienti, contraddistinta dall'interazione tra parola orale, testi scritti, suoni e immagini. Le più recenti iniziative ministeriali da un lato spingono verso limiti più avanzati l'idea della partecipazione sociale, dall'altro sembrano riscoprire il valore di pratiche già sperimentate negli anni Ottanta e in parte dimenticate dalla scuola. L'articolo, in particolare, pone l'accento sulla pratica del coding, vale a dire sul processo finale di programmazione, quello della scrittura del codice attraverso l'uso di un determinato linguaggio. In sostanza, questa analisi storico-critica mette in evidenza come nel nostro Paese la normativa che regola l'introduzione del digitale nella scuola insegua l'innovazione tecnologica, tentando di stare al passo con questo processo fluido, rapido e costante.
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    FORM@RE - Open Journal per la formazione in Rete L'innovazione tecnologica nella scuola italiana. Per un'analisi critica e storica Technological innovation in the Italian school. A critical and historical analysis Camilla Moricca - Università degli Studi di Firenze, camilla.moricca@unifi.it Abstract L'introduzione tecnologica nella scuola è caratterizzata da ondate che si succedono conservando scarsa consapevolezza e ricordo della fase precedente. Il lavoro ripercorre in modo sintetico le principali iniziative istituzionali e le più note teorie di riferimento che le hanno accompagnate nell'ottica di favorire una consapevolezza storico-critica su ciò che l'esperienza ci può aver insegnato. Nell'ultima parte ci si sofferma su riferimenti oggi in voga, quali il coding e la robotica, chiedendoci se siano davvero nuovi e se poggino su criteri pedagogici fondati. Parole chiave: tecnologie dell'educazione; analisi storica; coding; robotica. Abstract Technological introduction into school takes place in the form of innovations that maintaining low awareness and memories of the previous phases. The work recalls briefly the main institutional initiatives and best-known theories of reference in order to foster a historical-critical awareness of what the experience may have informed us. In the last part we focus on references in vogue, such as coding and robotics, wondering if they are really innovations and if they are based on valid educational criteria. Keywords: educational technology; historical analysis; coding; robotics. 1. Introduzione L'introduzione delle tecnologie nella scuola ha rappresentato un avvenimento rilevante negli ultimi quarant'anni e il processo che l'ha accompagnata ha coinvolto direttamente molti insegnanti, influenzando i loro atteggiamenti e le loro concezioni metodologiche. Sembra quindi ragionevolmente importante soffermarsi a riflettere su questo percorso per comprenderne meglio la natura. Tuttavia sono carenti i lavori
cimpina

Sir Ken Robinson: Porta la rivoluzione nell'apprendimento! - 2 views

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    Questo discorso è stato presentato in una conferenza TED ufficiale nel febbraio del 2010, eppure lo trovo ancora più attuale che mai. Parla Sir Ken Robinson, un educatore britannico, che spiega l'esigenza di passare radicalmente dalle scuole standardizzate all'apprendimento personalizzato, creando le condizioni in cui i talenti naturali dei bambini possano prosperare. Secondo l'autore, abbiamo costruito i nostri sistemi educativi sul modello del fast food. Dobbiamo passare a un modello basato più sui principi dell'agricoltura. Dobbiamo riconoscere che la fioritura umana non è un processo meccanico; è un processo organico. Al centro della sfida, la necessità di ricostituire il nostro senso di abilità e di intelligenza.
ariannavib

Aula 3.0, la classe flessibile del futuro - 5 views

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    Aula 3.0 è un progetto che ha come obiettivo la trasformazione della classe scolastica in un laboratorio in cui gli studenti possono creare ricerche,indagini e apprendere al meglio attraverso la collaborazione. Quando pensiamo ad una scuola, siamo soliti avere in mente una struttura composta da apposite stanze caratterizzate da una cattedra, da banchi e da una lavagna con gessetto. Proviamo ora ad immaginare uno spazio completamente diverso, in cui non esiste una forma fissa per prendere posto nel banco assegnato, ma una classe componibile a proprio piacimento. La trasformazione dei banchi rettangolari in tavoli di forma circolare consente una migliore interazione tra gli studenti, una partecipazione attiva e lo svolgimento in gruppo degli esercizi assegnati.Immaginiamo ora di sostituire le classiche cartine geografiche sui muri con dei pannelli scrivibili e magnetici e di sostituire la lavagna col gessetto con lavagne interattive connesse ad un computer e accessibili ad internet.I mezzi di comunicazione interattivi e digitali consentono agli studenti di imparare tramite l'apprendimento fondato sull'esperienza e sull'indagine, abolendo cosi' la classica interrogazione che gli studenti sono soliti studiare a memoria. Le esperienze messe in atto dal MIUR hanno dimostrato che l'apprendimento avviene sempre più in ambienti virtuali. Pensare quindi ad un insegnamento di questo tipo è decisamente stimolante e gratificante; gli insegnanti possono sfruttare la loro creatività per realizzare percorsi didattici sempre nuovi con l'obiettivo di stimolare l'attenzione,la collaborazione e il raggiungimento di un obiettivo da parte degli studenti i quali sono più motivati nel condurre ricerche scolastiche in internet e/o attraverso la realizzazione digitale di questionari.I ragazzi si sentono cosi' seguiti e non abbandonati nelle loro insufficienze,si sentono parte di un gruppo sviluppando certezze,una migliore comunicazione e aumentando l'autoefficacia.
manufoli

Tik Tok: App pericolosa! - 5 views

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    Quest'applicazione è il riflesso di ciò che la società attuale infligge alle ragazzine, e a ciò cui esse sembrano aspirare. Queste ragazze sono sempre piu immerse negli stereotipi sociali che diffondono un concetto di realtà mitigato da filtri e disegnini. Sembra che anche solo semplicemente per esistere ed essere notata, per essere accettata e ben voluta la nuova generazione debba riflettere i miti maschili o suscitare il desiderio degli uomini. La femminilità è tristemente ridotta all'immagine di un corpo ben tornito vestito di abiti sexy. e la mascolinità è ridotta ad un rozzo scimmiottamento di stereotipi senza anima ne volto. Questo è il modello a ci aspirano le nuove generazioni Contro il diktat delle apparenze, tocca agli insegnanti e ai genitori promuovere i valori dello spirito e della benevolenza. Io da mamma di due bambini ancora piccoli per questo mondo ma sicuramente più addentro ai social di me, mi sento davvero inquieta a riguardo. credo sia necessario e doveroso informare i ragazzi dei rischi dei social network cercando il più possibile di controllarne i contenuti. Non credo basti solo applicare tutti i filtri privacy necessari, credo sia doveroso spiegare ai ragazzi cos'è la bellezza della diversità, dell'unicità e dell'essere se stessi anche se per esserlo occorre staccarsi dalla massa..
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    Insegnare l'autenticità,Sono d'accordo.Giocare con l'immagine può essere divertente ma è necessario imparare a decidere consapevolmente cosa si vuole far trapelare. L'App di per se è solo un mezzo,tra l'altro molto utile. Molteplici possono essere invece,gli scopi. Grazie Manu per il tuo contributo
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    Non conoscevo questa applicazione, ti ringrazio del contributo. Aggiungerei ai tag "Cyber bullismo"
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    E' un articolo senza riferimenti a ricerche con metodi scientifici e sembra scritto solo con obiettivi #moralistici e per spaventare i genitori, invece che promuovere l'educazione alla #Media Literacy, TikTok come qualunque #tecnologia, compresa la tecnologia della scrittura, può essere usato per scopi #educativi e creativi oppure per danneggiare, come fanno tantissimi genitori pubblicando le foto dei propri figli su Facebook e/o Instagram senza la loro autorizzazione. TikTok piace tanto anche ai giovanissimi, perché è molto divertente, infatti utilizza moltissimo i principi della #gamification, arrivando anche a far guadagnare € reali se ogni giorno si effettuano alcune azioni. Consiglio a tutte/i di provare TikTok prima di farsi contaminare dagli #stereotipi altrui e di cercare di capire la creatività dei #cosplayer e diventare consapevoli che la maggior parte gli utenti di TikTok sono ironici come in questo video: https://vm.tiktok.com/xpdUCL/ Ecco una ricerca scientifica su TikTok da studiare: Understanding User Behaviors of Creative Practice on Short Video Sharing Platforms - A Case Study of TikTok and Bilibili https://etd.ohiolink.edu/pg_10?0::NO:10:P10_ACCESSION_NUM:ucin155421202112545
crileone

Zygmunt Bauman: "Il futuro non esiste, va creato" - 3 views

"Devo deludervi, non sono un guru", ha esordito Zygmunt Bauman, aprendo il suo intervento milanese a Meet The Media Guru: "non vi dirò come condurre la vostra vita". La conferenza di Bauman, uno de...

Guru Futuro Social Network Relazioni Conoscenza Media education

started by crileone on 24 Mar 15 no follow-up yet
ndrndr21

Minecraft education edition come supporto tecnologico nell' E-Learning - 3 views

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    Minecraft education edition viene considerato al giorno d'oggi all'interno dell'ambito educativo un potente supporto per l' E -Learning, proprio come per noi studenti più "anziani" è stata la piattaforma di Second Life recentemente. All' interno del gioco viene accentuata una delle più importanti soft skill, ovvero; la creatività, la quale dirige lo studente a sperimentare un tipo di apprendimento più profondo e persistente. L'insegnante tramite dei compiti più o meno semplici durante il percorso educativo chiede ai suoi discenti di costruire scenari in maniera creativa e condivisa, viene prediletta la chat istantanea perchè possa essere accentuato il lavoro di gruppo. Con l'intento che nessuno studente debba rimanere indietro od escluso dal progetto. Questa piattaforma che riguarda principalmente i " New Media" viene utilizzata per insegnare fisica, storia, chimica, inglese e geometria.
grassilaura

Nicholas Carr: Internet ci rende stupidi? Repubblica.it - 3 views

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    Otto anni fa Nicholas Carr scatena un dibattito che ancora divide gli appassionati: "Mi manca il mio vecchio cervello, Google ci rende stupidi", disse lo scrittore americano in un ormai celebre articolo dal quale ricavò anche un libro. Il sociologo Derrick de Kerckhove parte dalla tesi di Carr ma la contesta. Il web può essere una opportunità: più informazioni da condividere, più creatività, un "nuovo Rinascimento" tuttavia consiglia di non essere schiavi del cellulare, staccarsi un attimo, fare passeggiate, leggere, ascoltare musica, parlare con qualcuno senza controllare il telefonino.
samuele11

I giovani e le nuove tecnologie: cosa c'è di buono da prendere? - 1 views

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    Mentre leggevo questo articolo trovato su internet ,mi sono accorto che faccio parte dell'ultima generazione cresciuta prima di questa esplosione nel mondo sociale della tecnologia . Le nuove tecnologie , sviluppatesi dopo i vari step di informazioni di massa , come la stampa, la radio , la tv , ora sono presenti nel nostro mondo quasi come una necessità per la nostra realtà,il nostro mondo . Ma quanto è giusto o sbagliato lo sviluppo così veloce e persuasivo della tecnologia nella nostra società ? Vari autori hanno espresso il proprio concetto a riguardo , come Postman , contrario a questo a boom tecnologico , favorevole si valori tradizionali e autorevoli oramai in parte decentralizzati dall'utilizzo sbagliato della tecnologia nei confronti dei bambini, giovani . A pro di questo aspetto è invece Tapscott , favorevole al cambiamento in quanto porta all'arricchimento dei giovani , come idee, come accessibilità alle info , creatività . Quindi la tecnologia non esprime solo aspetti ludici e sociali ma anche offrono opportunità di accessibilità e di accrescimento rapido di informazioni del mondo reale , passato, presente e futuro . È importante che si faccia il giusto utilizzo affinché porti aspetti, idee e comportamenti antisociali nei giovani .
aspenga

Mobile learning: esempi di buona pratica basata sull'uso dello smartphone - 1 views

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    La necessità di una didattica che sia inclusiva, motivante, con discenti attivi, può essere colmata con l'uso di un ambiente tecnologico. In questo articolo, redatto da Luigina Maria Gabriella Da Pra che dal 2017 sta svolgendo un dottorato di ricerca presso l'Università per Stranieri di Siena, vengono portati degli esempi sull'uso dello smartphone come un nuovo ambiente di apprendimento grazie all'accessibilità delle funzioni, alla maneggevolezza e alle apps che consentono una buona autonomia e creatività.
nicolecanale1

Guarda Promuovere l'innovazione nell'educazione STEM utilizzando i giochi come catalizz... - 7 views

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    L'articolo proposto è recente, risale al 2020 e ci spiega come i giochi digitali possano diventare una strategia didattica andando a migliorare l'apprendimento degli studenti e ad incrementare la loro motivazione e le loro capacità creative. In particolare, l'articolo ci propone uno studio sull'educazione ambientale attraverso un famoso video gioco che si è dimostrato molto efficace per scopi didattici. Lo studio è stato condotto dall'INDIRE (Istituto Nazionale di Documentazione, Innovazione e Ricerca Educativa) in collaborazione con Microsoft e ha coinvolto 20 ragazzi tra i 14-15 anni, i quali hanno utilizzato questa piattaforma di gioco all'interno di un'esperienza di apprendimento relativa ad un progetto di Geografia in lingua inglese sui cambiamenti climatici e sulla sostenibilità. Gli studenti e i loro lavori sono stati poi valutati e i risultati sono riportati qui nell'articolo.
adelaide nucera

Analisi critica vs. produzione creativa. Le nuove sfide della media education nell'era ... - 10 views

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    Negli ultimi decenni la funzione socializzante svolta dalle agenzie educative tradizionali (in primis, scuola e famiglia) è stata messa in discussione da altre, più informali (e spesso più efficaci) agenzie: il gruppo dei pari, le sub-culture, le organizzazioni politiche, i movimenti sociali e soprattutto i media. In particolare per la scuola, il successo dei media ha sollevato una serie di riflessioni sui processi educativi nella società contemporanea Primo: i media attivano forme di apprendimento che - a differenza del tradizionale apprendimento alfabetico - interpellano intelligenze multiple e multisensoriali . Secondo: i media mettono in discussione l'idea stessa di ciò che significa oggi essere «istruiti» in quanto richiedono nuove forme di alfabetizzazione che vanno ben oltre il tradizionale saper leggere e scrivere, Terzo: la media education implica lo sviluppo di competenze di «lettura» e «scrittura» dei media, aspira cioè a sviluppare sia la comprensione critica dei media sia la partecipazione attiva in una società altamente mediatizzata. Quarto: la media education sfida apertamente la retorica tecno-utopica, spesso dominante nei discorsi dei politici, degli insegnanti, dei professionisti/imprenditori dei media, secondo la quale le tecnologie digitali «rivoluzioneranno» la scuola.
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    L'intento di questo articolo è quello di avvicinare la didattica al mondo dei giovani. Si evidenzia come la " media education" può ridurre il gap tra la vita quotidiana dei ragazzi impregnata dall'utilizzo dei nuovi media e l'educazione formale che spesso non riconosce l'importanza che i media hanno e il ruolo che rivestono. Per far si che ciò avvenga gli studenti devono poter creare, esplorare e vivere esperienze mediali piacevoli e nel contempo sviluppare un senso critico verso l'utilizzo dei media.
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