Psicotecnologie definizione Branca della psicologia generale che s'interessa dell'aspetto cognitivo delle tecnologie come il linguaggio. Le psicotecnologie indagano le ripercussioni nella stabilizzazione e sedimentazione dei prodotti delle tecnologie che si ripercuotono sul cervello. In fondo, secondo MacLuhunan, le tecnologie sono una estensione, una accentuazione della mente. Una estensione come la scrittura era una svolta di individualizzazione del pensiero, così le psicotecnologie, che sono sempre influenti sui processi mentali. Le psicotecnologie rappresentano l'incontro fra psicologia e tecnica proprio perchè vi è l'aspetto cognitivo, l'interfaccia cognitiva attraverso il linguaggio.
La natura dell'intelligenza L'intelligenza significa raccogliere un gran numero di informazioni, portarle e rielaborarle col proprio intelletto e cercare di applicarle alle situazioni ambientali che richiedono l'adattamento. Etimologicamente si riferisce all'avverbio "intus" che significa dentro e al verbo latino "legere": comprendere, accumulare idee e informazioni. Da cio' ne scaturisce che significa andare in profondità, in cose non immediatamente evidenti. In alternativa ad "intus" l'intelligenza utilizzata è "inter tra". Come capacità di vedere le interconnessioni dei vari aspetti, per concludere in modo più ampio e completo le cose da cui inferire. Essa sarebbe una direzione da fuori a dentro, una dimensione attiva di trasformazione e creativa di un'attitudine irripetibile, un sentire unico singolare: fisico, emotivo, cognitivo, spirituale attraverso i propri diversi vissuti. Le differenze con l'intelligenza umana: mentre l'intelligenza umana è frutto dell'evoluzione di processi naturali di adattamento, l'intelligenza artificiale poggia su programmi basati su statistiche, su programmi prestabiliti. Non si può fare domande nell'algoritmo o motivare immediatamente nella sua variabilità dinamica. Noi possiamo sapere come apprende un robot sociale gli stati d'animo, grazie a dei programmi, ma non potrà il robot sentire spontaneamente gli stati d'animo, l'amore, la motivazione ad apprendere. In passato, prima degli anni '80, si pensava che l'intelligenza si identificasse con un numero quantificabile generale, il famoso quoziente d' intelligenza. Ma, poi, con l'avvento della teoria di Gardner, con il testo "Forma Mentis" si dedusse, almeno secondo la sua scuola, che l'intelligenza non è quantificabile unica, ma multipla. Gardner ne individua 8 tipi: intelligenza musicale, quella visuospaziale, cenestesica, interpersonale intrapersonale, naturalistica, verbale. L'intelligenza musicale è l'intelligenza che, secondo Gardner, è uno dei primi talenti che risalta negli individui. Da' importanza al ritmo e la capacità di riprodurre modelli e di comporre note musicali: ne sono in possesso i musicisti, i direttori di orchestra. E' l'intelligenza che apprezza la melodia e i ritmi, i toni. L'intelligenza visuospaziale è utile per il coordinamento e l'equilibrio, ne sono in possesso gli atleti e i chirurghi. Si utilizzano mappe diagrammi ecc… Intelligenza cenestesica è quella che parte dal corpo esprimendo idee e sentimenti. Si caratterizza per l'abilità di equilibrio e autocontrollo, coordinazione, flessibilità, grande percezione della dimensione. E' tipica degli atleti, dei ballerini, dei chirurghi. L'intelligenza logico matematica è impiegata per risolvere problemi di logica ed eseguire calcoli aritmetici. Si riferisce a persone che hanno a che fare con problemi astratti matematici, propri degli scienziati. L'intelligenza interpersonale è quella dell'empatia: provare a mettersi nei panni degli altri e sentire le proprie e le altrui emozioni. Le persone che la possiedono sono persone che mostrano una forte sensibilità nell'intuire gli stati d'animo dalle espressioni facciali, dal tono di voce, dai gesti, dalla postura, oltre ad avere attitudine per il lavoro di gruppo. L'intrapersonale è l'intelligenza che riguarda se stessi, le proprie emozioni ed ha a che fare con l'intelligenza emotiva, la capacita di avvertire i problemi filosofici, di sentire le emozioni. E' l'abilità di capire se stessi, capendo le proprie paure e motivazioni, con la riflessione e l'autostima. E' propria dei filosofi. L'intelligenza verbale è quella che riguarda il linguaggio, le parole, nella loro articolazione. E' presente negli scrittori, negli avvocati, nei giornalisti. E' presente, anche, in studenti che hanno un talento per le lingue straniere, per le materie umanistiche e in quelli che coltivano la passione per la lettura. L'intelligenza naturalistica è relativa alla natura ed è la capacita di conoscere le cose naturali.
L'intelligenza artificiale è costituita da programmi predeterminati con gli algoritmi, i cui processi sono velocissimi. Si evince dal confronto con l'intelligenza umana che gli algoritmi sono basati sul modello di informazione più limitata a livello di decisione di scelta. Negli algoritmi non si elabora, non si critica, non si fanno domande. Secondo me l'intelligenza artificiale non potrà sostituire completamente l'intelligenza umana, proprio per quest'aspetto decisionale dinamico, la cui competenza è soltanto umana. La coscienza resta sempre l'unica ad affrontare le situazioni nella loro dinamicità, col potere decisionale umano.
Cognizione distribuita Sarebbe la cognizione situata di un ambiente materiale e immateriale. Hutchins lo spiegò con la complessità della costruzione della conoscenza. Si supera l'idea che i processi di elaborazione siano individuali. Si va oltre il singolo. I processi mentali sono sociali: si rifanno alla scuola storico culturale di Wygosky, il quale vedeva che l'uomo prima è sociale, cioè incorpora gli altri col linguaggio, poi diventa introverso. Lo studio dell'ambiente è sociale. La cognizione distribuita enfatizza la natura distribuita, nel tempo e nello spazio, della cognizione ed estende la cognizione oltre il singolo, connettendo il pensiero con le risorse sociali. Le nostre conoscenze, i nostri funzionamenti cognitivi sono situati in contesti interattivi. La teoria ha rilevanza per lo studio delle tecnologie, di come le tecnologie, ambienti materiali, sostengono i processi cognitivi.
Dal pensiero lineare a quello ipertestuale C'è un impatto sul modo di pensare. Si distinguono in nativi digitali e migranti digitali. I nativi sono multitasking hanno, cioè, un'elaborazione dell'informazione non lineare: se la mente è sovraccarica si rinuncia all'elaborazione, se la mente è frammentata si generano ipertesti. I nativi digitali sono quelli immersi nelle nuove tecnologie e gli immigrati digitali sono quelli che apprendono solo in un secondo momento, con i metodi tradizionali. I nativi digitali hanno un pensiero multitasking, sono iperconnessi che socializzano, usano ipertesti e ricorrono al feedback immediato di ciò che fanno. Gli immigrati digitali, invece, hanno un approccio sequenziale. Sono orientati alla staticità, alla riflessione. Nei multitasking la mente è così sovraccarica da rinunciare all'elaborazione a favore dei collegamenti. Molti si chiedono se siamo di fronte alla fine del libro: ciò ha dato vita a due modi di pensare: uno in maniera apocalittica che guarda le trasformazioni con cinismo e 'altro, quello degli integrati che guardano alle trasformazioni come potenzialità. Si pensa al possibile diverso rapporto fra l'individuo e la conoscenza, fra l'individuo e l'informazione.
Apprendimento collaborativo Nell'apprendimento collaborativo c'è l'interdipendenza, il mutuo aiuto e il lavoro di responsabilità. Si ha una comunicazione sincrona e asincrona. Nella comunicazione sincrona si è in tempo reale con i docenti, si è in chat, nei video virtuali. La comunicazione asincrona consente una revisione dell'apprendimento per i fatti propri, perché la comunicazione non è in tempo reale. Ad esempio, ciò si verifica nelle mail, nei file. La comunicazione asincrona si basa sulla collaborazione, consente un apprendimento più inclusivo e coinvolgente. Si enfatizza l'intelligenza collettiva di gruppo, la cui filosofia si riferisce agli studenti che credono di costruire insieme, attraverso condivisioni, discussioni, problem solving, sia in ambito scolastico, sia nelle riunioni. Le diverse teorie di psicologia spiegano il successo dell'intelligenza collettiva: la teoria dell'apprendimento sociale sviluppata da Bandura. Secondo questa teoria le persone non imparano solo dalle proprie esperienze ma, anche, osservando e imitando gli altri. Nelle aziende avviene quando i dipendenti imitano e modellano le competenze dei colleghi. La teoria del carico cognitivo si ha quando gli individui possono distribuire, condividere i compiti, risolvere collettivamente i problemi, in modo da ridurre il carico cognitivo. I vantaggi dell'apprendimento collaborativo. E' efficace per trattare argomenti complessi favorendo la collaborazione. Si riescono a risolvere compiti complessi. Insieme ai colleghi che offrono punti di vista differenti. Coinvolgimento L'Apprendimento collaborativo aumenta la motivazione intrinseca. Vengono soddisfatti bisogni di autonomia, competenza, relazione. Migliora la prestazione con l'autodeterminazione che consiste nel potenziamento delle competenze e dell'autonomia, grazie alla collaborazione. Migliora il senso critico. Tramite i diversi punti di vista, la messa in discussione delle proprie ipotesi: si è notato che l'apprendimento collaborativo migliora il pensiero critico: nel problem solving e nel pensiero creativo. Migliora la capacità di comunicazione. Stando e lavorando insieme vengono potenziate la comunicazione verbale e non verbale. Gli individui imparano ad esprimersi chiaramente ed essere attivi ascoltando e comprendendo prospettive diverse. Anche l'intelligenza emotiva migliora stando in gruppo. In questo modo s'impara a costruire la fiducia, a gestire i conflitti e a sviluppare empatia. CARMELO LOMBARI
Psicotecnologie definizione
Branca della psicologia generale che s'interessa dell'aspetto cognitivo delle tecnologie come il linguaggio. Le psicotecnologie indagano le ripercussioni nella stabilizzazione e sedimentazione dei prodotti delle tecnologie che si ripercuotono sul cervello. In fondo, secondo MacLuhunan, le tecnologie sono una estensione, una accentuazione della mente. Una estensione come la scrittura era una svolta di individualizzazione del pensiero, così le psicotecnologie, che sono sempre influenti sui processi mentali. Le psicotecnologie rappresentano l'incontro fra psicologia e tecnica proprio perchè vi è l'aspetto cognitivo, l'interfaccia cognitiva attraverso il linguaggio.
La natura dell'intelligenza
L'intelligenza significa raccogliere un gran numero di informazioni, portarle e rielaborarle col proprio intelletto e cercare di applicarle alle situazioni ambientali che richiedono l'adattamento. Etimologicamente si riferisce all'avverbio "intus" che significa dentro e al verbo latino "legere": comprendere, accumulare idee e informazioni. Da cio' ne scaturisce che significa andare in profondità, in cose non immediatamente evidenti. In alternativa ad "intus" l'intelligenza utilizzata è "inter tra". Come capacità di vedere le interconnessioni dei vari aspetti, per concludere in modo più ampio e completo le cose da cui inferire. Essa sarebbe una direzione da fuori a dentro, una dimensione attiva di trasformazione e creativa di un'attitudine irripetibile, un sentire unico singolare: fisico, emotivo, cognitivo, spirituale attraverso i propri diversi vissuti. Le differenze con l'intelligenza umana: mentre l'intelligenza umana è frutto dell'evoluzione di processi naturali di adattamento, l'intelligenza artificiale poggia su programmi basati su statistiche, su programmi prestabiliti. Non si può fare domande nell'algoritmo o motivare immediatamente nella sua variabilità dinamica. Noi possiamo sapere come apprende un robot sociale gli stati d'animo, grazie a dei programmi, ma non potrà il robot sentire spontaneamente gli stati d'animo, l'amore, la motivazione ad apprendere. In passato, prima degli anni '80, si pensava che l'intelligenza si identificasse con un numero quantificabile generale, il famoso quoziente d' intelligenza. Ma, poi, con l'avvento della teoria di Gardner, con il testo "Forma Mentis" si dedusse, almeno secondo la sua scuola, che l'intelligenza non è quantificabile unica, ma multipla. Gardner ne individua 8 tipi: intelligenza musicale, quella visuospaziale, cenestesica, interpersonale intrapersonale, naturalistica, verbale.
L'intelligenza musicale è l'intelligenza che, secondo Gardner, è uno dei primi talenti che risalta negli individui. Da' importanza al ritmo e la capacità di riprodurre modelli e di comporre note musicali: ne sono in possesso i musicisti, i direttori di orchestra. E' l'intelligenza che apprezza la melodia e i ritmi, i toni.
L'intelligenza visuospaziale è utile per il coordinamento e l'equilibrio, ne sono in possesso gli atleti e i chirurghi. Si utilizzano mappe diagrammi ecc…
Intelligenza cenestesica è quella che parte dal corpo esprimendo idee e sentimenti. Si caratterizza per l'abilità di equilibrio e autocontrollo, coordinazione, flessibilità, grande percezione della dimensione. E' tipica degli atleti, dei ballerini, dei chirurghi.
L'intelligenza logico matematica è impiegata per risolvere problemi di logica ed eseguire calcoli aritmetici. Si riferisce a persone che hanno a che fare con problemi astratti matematici, propri degli scienziati.
L'intelligenza interpersonale è quella dell'empatia: provare a mettersi nei panni degli altri e sentire le proprie e le altrui emozioni. Le persone che la possiedono sono persone che mostrano una forte sensibilità nell'intuire gli stati d'animo dalle espressioni facciali, dal tono di voce, dai gesti, dalla postura, oltre ad avere attitudine per il lavoro di gruppo.
L'intrapersonale è l'intelligenza che riguarda se stessi, le proprie emozioni ed ha a che fare con l'intelligenza emotiva, la capacita di avvertire i problemi filosofici, di sentire le emozioni. E' l'abilità di capire se stessi, capendo le proprie paure e motivazioni, con la riflessione e l'autostima. E' propria dei filosofi.
L'intelligenza verbale è quella che riguarda il linguaggio, le parole, nella loro articolazione. E' presente negli scrittori, negli avvocati, nei giornalisti. E' presente, anche, in studenti che hanno un talento per le lingue straniere, per le materie umanistiche e in quelli che coltivano la passione per la lettura.
L'intelligenza naturalistica è relativa alla natura ed è la capacita di conoscere le cose naturali.
L'intelligenza artificiale è costituita da programmi predeterminati con gli algoritmi, i cui processi sono velocissimi. Si evince dal confronto con l'intelligenza umana che gli algoritmi sono basati sul modello di informazione più limitata a livello di decisione di scelta. Negli algoritmi non si elabora, non si critica, non si fanno domande. Secondo me l'intelligenza artificiale non potrà sostituire completamente l'intelligenza umana, proprio per quest'aspetto decisionale dinamico, la cui competenza è soltanto umana. La coscienza resta sempre l'unica ad affrontare le situazioni nella loro dinamicità, col potere decisionale umano.
Cognizione distribuita
Sarebbe la cognizione situata di un ambiente materiale e immateriale. Hutchins lo spiegò con la complessità della costruzione della conoscenza. Si supera l'idea che i processi di elaborazione siano individuali. Si va oltre il singolo. I processi mentali sono sociali: si rifanno alla scuola storico culturale di Wygosky, il quale vedeva che l'uomo prima è sociale, cioè incorpora gli altri col linguaggio, poi diventa introverso. Lo studio dell'ambiente è sociale.
La cognizione distribuita enfatizza la natura distribuita, nel tempo e nello spazio, della cognizione ed estende la cognizione oltre il singolo, connettendo il pensiero con le risorse sociali. Le nostre conoscenze, i nostri funzionamenti cognitivi sono situati in contesti interattivi. La teoria ha rilevanza per lo studio delle tecnologie, di come le tecnologie, ambienti materiali, sostengono i processi cognitivi.
Dal pensiero lineare a quello ipertestuale
C'è un impatto sul modo di pensare. Si distinguono in nativi digitali e migranti digitali. I nativi sono multitasking hanno, cioè, un'elaborazione dell'informazione non lineare: se la mente è sovraccarica si rinuncia all'elaborazione, se la mente è frammentata si generano ipertesti. I nativi digitali sono quelli immersi nelle nuove tecnologie e gli immigrati digitali sono quelli che apprendono solo in un secondo momento, con i metodi tradizionali. I nativi digitali hanno un pensiero multitasking, sono iperconnessi che socializzano, usano ipertesti e ricorrono al feedback immediato di ciò che fanno. Gli immigrati digitali, invece, hanno un approccio sequenziale. Sono orientati alla staticità, alla riflessione.
Nei multitasking la mente è così sovraccarica da rinunciare all'elaborazione a favore dei collegamenti.
Molti si chiedono se siamo di fronte alla fine del libro: ciò ha dato vita a due modi di pensare: uno in maniera apocalittica che guarda le trasformazioni con cinismo e 'altro, quello degli integrati che guardano alle trasformazioni come potenzialità. Si pensa al possibile diverso rapporto fra l'individuo e la conoscenza, fra l'individuo e l'informazione.
Apprendimento collaborativo
Nell'apprendimento collaborativo c'è l'interdipendenza, il mutuo aiuto e il lavoro di responsabilità. Si ha una comunicazione sincrona e asincrona. Nella comunicazione sincrona si è in tempo reale con i docenti, si è in chat, nei video virtuali. La comunicazione asincrona consente una revisione dell'apprendimento per i fatti propri, perché la comunicazione non è in tempo reale. Ad esempio, ciò si verifica nelle mail, nei file.
La comunicazione asincrona si basa sulla collaborazione, consente un apprendimento più inclusivo e coinvolgente. Si enfatizza l'intelligenza collettiva di gruppo, la cui filosofia si riferisce agli studenti che credono di costruire insieme, attraverso condivisioni, discussioni, problem solving, sia in ambito scolastico, sia nelle riunioni. Le diverse teorie di psicologia spiegano il successo dell'intelligenza collettiva: la teoria dell'apprendimento sociale sviluppata da Bandura. Secondo questa teoria le persone non imparano solo dalle proprie esperienze ma, anche, osservando e imitando gli altri. Nelle aziende avviene quando i dipendenti imitano e modellano le competenze dei colleghi. La teoria del carico cognitivo si ha quando gli individui possono distribuire, condividere i compiti, risolvere collettivamente i problemi, in modo da ridurre il carico cognitivo.
I vantaggi dell'apprendimento collaborativo. E' efficace per trattare argomenti complessi favorendo la collaborazione. Si riescono a risolvere compiti complessi. Insieme ai colleghi che offrono punti di vista differenti.
Coinvolgimento
L'Apprendimento collaborativo aumenta la motivazione intrinseca. Vengono soddisfatti bisogni di autonomia, competenza, relazione. Migliora la prestazione con l'autodeterminazione che consiste nel potenziamento delle competenze e dell'autonomia, grazie alla collaborazione.
Migliora il senso critico. Tramite i diversi punti di vista, la messa in discussione delle proprie ipotesi: si è notato che l'apprendimento collaborativo migliora il pensiero critico: nel problem solving e nel pensiero creativo.
Migliora la capacità di comunicazione. Stando e lavorando insieme vengono potenziate la comunicazione verbale e non verbale. Gli individui imparano ad esprimersi chiaramente ed essere attivi ascoltando e comprendendo prospettive diverse.
Anche l'intelligenza emotiva migliora stando in gruppo. In questo modo s'impara a costruire la fiducia, a gestire i conflitti e a sviluppare empatia.
CARMELO LOMBARI