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martinelligiulia

Immagini mediatiche del corpo e disturbi alimentari negli adolescenti - 2 views

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    In questo articolo viene analizzata l'influenza delle immagini mediatiche sull'immagine corporea degli adolescenti, prendendo in esame come, prima la televisione, poi i social network, hanno aumentato la preoccupazione estetica nei giovani. L'articolo è accompagnato da esperimenti e teorie.
irenebianconi

Da nativi digitali a hikikomori - 4 views

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    Un articolo molto interessante e di immediata comprensione sul rischio che possono correre i nostri ragazzi con l'abuso dei media e l'utilità dell'intervento educativo e psicologico come prevenzione.
alessandro_ferla

Gaming ed Educazione: il rapporto tra gioco e ragazzi - 0 views

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    Nella media education un ruolo di sicuro rilievo è svolto da Gaming: il videogioco è uno strumento potentissimo e pervasivo che ormai interessa tutte le fasce di età (dal bambino di pochi anni alle persone più anziane). Il videogioco va visto solo come causa di malattie e dipendenza oppure può essere visto sotto aspetti differenti? L'OMS in passato lo considerava esclusivamente un male, ma più di recente ha assunto una visione più articolata a 360°: «i videogiochi hanno un efficace potere terapeutico per gli utenti, in quanto permettono loro di distrarsi e tenersi impegnati con attività coinvolgenti e social - questo anche grazie alla presenza di modalità multiplayer online di molti videogiochi, che permettono di giocare insieme e condividere l'esperienza - ma al tempo stesso di garantire il distanziamento sociale» Un videogioco può essere educativo o diseducativo e sta alla società nella sua declinazione più ambia saper cogliere questi aspetti e condurli verso un fine positivo. La fonte e di tipi secondario non essendo testi accademici o studi sul tema, ma recente e attendibile, facendo anche riferimento all'OMS e a progetti di natura sociale che sono seguiti in prima persona dall'autrice. L'autrice (Nicoletta Daldanise) non è un accademica, ma ha maturato molta esperienza nel settore dell'arte e della comunicazione, sviluppando molti progetti personali e in team. L'articolo è sicuramente un punto di vista interessante perché è aperto a nuovi modi di interpretare la Media Education attraverso strumenti spesso eccessivamente demonizzati e che fanno ormai parte rilevante del vissuto delle nuove generazioni. Sicuramente uno spunto di riflessione e il possibile inizio di un approfondimento.
silvia71

Competenze digitali e Media Education nel Piano Nazionale Scuola Digitale - 5 views

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    Già da tempo è stata evidenziata la necessità di adottare, sin nei primi cicli di istruzione, pratiche educative volte all'uso consapevole delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione (ICTs). Nell'articolo si descrive come i nuovi fruitori non possiedono le risorse necessarie per acquisire autonomamente una Digital Media Literacy adeguata alle esigenze del XXI secolo e superare le nuove forme di digital divide che si vanno diffondendo. La diversa posizione sociale degli utenti pare correlata alle differenti forme di digital divide che per molti diventa impedimento o limitazione nell'accedere alle risorse disponibili o, comunque, difficoltà ad affrontare situazioni particolari. Vengono quindi presentate le principali indicazioni provenienti dall'Unione Europea in materia di educazione digitale e la loro ricezione nel contesto italiano, in particolare nella scuola, attraverso il Piano Nazionale Scuola Digitale (PNSD).
foscaro

"Dipendenza da Internet e psicopatologia web-mediata" - 2 views

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    L'articolo, scritto da Federico Tonioni e Stefano Corvino (due rappresentanti dell'Unità di Dipendenza da Internet del Policlinico Gemelli, Roma), si presenta come una sorta di carta di identità dell'abuso di Internet, una forma di dipendenza tanto giovane quanto attiva nella popolazione mondiale, soprattutto tra gli adolescenti. Ciò che colpisce di questo articolo è la sua capacità, attraverso un'impostazione didattica e imparziale dei contenuti, di rendere il lettore consapevole e incline ad un atteggiamento critico nei confronti del problema avanzato. Internet viene rappresentato come uno strumento rivoluzionario nei suoi effetti, in grado di inserire, con violenza, tutti i propri fruitori in una dimensione globale, estranea a gran parte dei vincoli reali (vedi spazio e tempo) e capace di accogliere qualsiasi soggetto che vi si interfacci. Quando, tuttavia, l'accoglienza si traduce in una sensazione di cura e quando Internet acquista tonalità e funzionalità esistenziali, l'uso diventa abuso, dipendenza che gratifica, appaga. Ecco che, quindi, i soggetti si dedicano totalmente a cercare, rinnovare il proprio senso di sé e l'autostima in e attraverso Internet, costruendo e moltiplicando, ad esempio, relazioni sociali virtuali o dando continuamente sfogo ad una fame istintuale che diventa sempre più vorace. Inoltre, così come sottolinea questo articolo, "come ogni dipendenza patologica [...] media sempre angosce più profonde : l'oggetto di dipendenza patologica si prende cura del dipendente, pur con effetti collaterali a volte devastanti". E', pertanto, intuibile come Internet, in alcune situazioni, possa costituire apparentemente una soluzione attrattiva, facile, veloce ai propri bisogni (sani e non), mentre, concretamente può rappresentare la nicchia ecologica per eccellenza delle fragilità dell'uomo moderno, sempre più restio a fermarsi, interrogarsi, conoscersi, accettarsi e valorizzarsi.
giucosta

Disturbi dovuti allo smart workink - 2 views

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    Malattie professionali e disturbi associati allo smart working Come sta cambiano il lavoro e il suo ambiente per effetto del Covid. Nell'ultimo periodo ho scambiato opinioni con parenti e amici che durante le varie limitazioni, dovute alla pandemia si sono trovati ad dover lavorare da casa. In un primo momento quasi tutti hanno avvertito i vantaggi, di non doversi recare sul posto di lavoro e di non essere costretti a prendere l'automobile o mezzi pubblici di trasporto. E' stato evidenziato come è possibile recuperare le ore di vita dovute agli spostamenti che per chi lavora nelle grandi città possono incidere anche oltre le due ore. Per non parlare dallo stress da lavoro correlato, dovuto al rispetto rigido degli orari, ambienti di lavoro poco confortevoli, tensioni tra superiori e colleghi.. Nella prima fase dell'applicazione dello smart working quasi tutti hanno manifestato un sentimento favorevole a tale pratica anche per l'aspetto di assoluta novità. Ma a distanza di qualche mese in molti casi l'aspetto di positività di lavorare da casa è venuto meno. Qualcuno ha manifestato aspetti di natura depressiva, altri di solitudine, altri non trovano concentrazione, uno ha manifestato attacchi di panico. Ovviamente l'esperienza di pochi amici e di qualche parente non può essere presa in riferimento su larga scala ma tuttavia a seguito di questa esercitazione ritengo utile approfondire l'argomento smart working e i suoi effetti collaterali. Ritenendo personalmente che gli esseri umani si adattano a tutto, mascherina compresa ma rimaniamo sempre esseri sociali, che fanno fatica a recepire la pratica del distanziamento sociale.
zanacap

Il tempo passato davanti allo schermo modifica il cervello dei bambini - Sanità ... - 3 views

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    Sono sposata e ho due figli piccoli. Troppe volte ci capita di "parcheggiarli" davanti a uno schermo, pur di guadagnare un po' di tempo in più per me stessa. Mi viene comodo tenerli fermi in questo modo. Ma sorge una domanda: come mai, noi genitori, pur sapendo che tutto questo tempo nuoce allo sviluppo cognitivo dei nostri figli, li lasciamo all'esposizione davanti lo schermo? Gli scienziati affermano che l'esposizione precoce allo schermo impedisce la creazione delle sinapsi che sono responsabili dello sviluppo delle emozioni, delle reazioni e del linguaggio. Il tempo che i bambini dovrebbero passare con i care-givers alla scoperta del mondo insieme, sviluppando l' intersoggettiva e l' attaccamento sicuro, passano intere giornate da soli davanti allo schermo. I circuiti dei neuroni specchio vengono attivati sempre meno. Di questo passo rischiamo di fare crescere una generazione di individui ,probabilmente molto intellettuali, ma poco empatici, senza pensiero critico e adattivo. Non so' se prevale il senso di egoismo o menefreghismo nel trascurare una verità così allarmante. A volte mi "sveglio" e spengo lo schermo ai miei figli, per aiutarli a scoprire questo mondo insieme nella realtà e non tramite lo schermo. Riesco quasi a sentire come quei bellissimi momenti si " sedimentano nella memoria a lungo termine". Auguro a tutti i genitori di "svegliarsi" più spesso, perché la responsabilità della generazione futura è nostra.
antoniolionti

Giovani, ansia e social media: uno sguardo al mondo adolescenziale e all'utilizzo dei s... - 3 views

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    In questo contributo pubblicato su "Culture digitali" si vuol porre l'attenzione su un tema che tocca da vicino i giovani e l'utilizzo dei social media. In particolare si sottolineano le conseguenze di questo rapporto costante con i social media; i dati emersi da ricerche in ambito clinico come quella condotta dalla psicologa clinica Lindsey Giller del Child Mind Institute specializzata in disturbi dell'umore nei giovani, mostrano un trend in crescita per quanto riguarda disturbi d'ansia sociale, insicurezza e scarsa autostima; il continuo confronto con i pari e i meccanismi che si innescano da questa costante connessione virtuale sono elemento di stress, che se sottovalutato può tramutarsi in forme di dipendenza. Non mancano gli aspetti positivi dei social media che facilitano il relazionarsi tra i giovani, soprattutto per coloro che hanno difficoltà nel socializzare e per i gruppi marginalizzati. Un corretto utilizzo dei social media è la nuova sfida da affrontare per le nuove generazioni, che però necessitano di una formazione attraverso progetti di Media Education che possano fornire loro una comprensione critica dei media, intesi non solo come strumenti, ma come linguaggio e cultura.
riccardobivona

Social Media in the Times of COVID-19 - 3 views

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    Questo articolo è stato scritto l'8 giugno 2020 nel sito della National Center for Biotechnology Information, si evidenzia come il ruolo dei Social Media ha cambiato l'umanità e tutti i suoi contesti negli ultimi anni, ridisegnando se non addirittura in qualche caso abbattendo i confini spaziali che separano diverse realtà. Nel caso specifico si parla di come in piena pandemia mondiale conosciuta con il nome di COVID-19, portò alla riduzione della mobilità fisica (lockdown) spinse gli umani a ricorrere a intensificare l'uso degli strumenti tecnologici e dei social media. Nell'ambito medico questi strumenti hanno avuto un ruolo centrale nella formazione medica, nelle diffusioni delle informazioni scientifiche, nelle discusioni e molti altri dati medico-scientifici. Oltre a tutte questi numerosi vantaggi e innovazioni vengono messi in evidenza dei limiti legati a questo contesto, in particolare alla grande mole di informazioni, che seppur facilmente reperibili, potrebbero essere non affidabili.
alessandra123

View of PREVENZIONE DEL CYBERBULLISMO: L'USO DEL BLOG PER EDUCARE I RAGAZZI A... - 4 views

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    In questo articolo pubblicato su "Media Education" - Edizioni Centro Studi Erickson Spa , si racconta un progetto di cittadinanza digitale, svolto dalla classe seconda C dell'IPSSEOA di Polignano a Mare (BA) nell'ambito dell'attività di prevenzione e contrasto al cyberbullismo. Il progetto ha il merito di aver orientato gli alunni verso un'educazione al digitale e di aver puntato a renderli cittadini digitali consapevoli. Interessante e innovativo si è dimostrato l'uso della social classroom e del blog come luoghi per sperimentare le modalità corrette di approccio ai social network e al web e promuovendo un linguaggio adeguato contro ogni forma di cyberbullismo e ogni forma di discorso d'odio. I ragazzi, a conclusione del percorso, hanno anche realizzato un video dal titolo "Le parole fanno più male delle botte. Ma a voi non fanno male?"
eleonoracascone

Tecnologia, "lingua morta" della scuola italiana: da dove ripartire | Agenda Digitale - 3 views

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    In questo articolo del 4 settembre 2020 Lorenza Saettone, filosofa specializzata in Epistemologia e Cognitivismo, affronta alcune importanti questioni sulla DAD utilizzata durante l'emergenza Covid-19. Gli entusiasmi iniziali dovuti alla DAD hanno lasciato il posto ai dati registrati in questi mesi, dai quali è emerso come un elevato numero di studenti italiani non abbia preso parte alle lezioni .Ciò ha posto l'attenzione sul divario socio economico esistente tra gli alunni . Il Word Wild Web , nato per essere gratuito ed accessibile a tutti, purtroppo ancor oggi non è precluso ai ragazzi meno abbienti. Un altro spunto di riflessione nasce dalla mancata preparazione degli insegnanti a svolgere DAD e, quindi la necessità di formare docenti e studenti. Ad oggi la tecnologia appare come "inapplicabile " nella scuola italiana.
gmuglia

L'educativo digitale prima, durante e dopo il Coronavirus - Tuttoscuola - 4 views

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    Nell'articolo del 05 maggio 2020, l'autore pone un'interessante spunto di riflessione, se pur basato su posizioni e vedute che possono risultare soggettive, su quanto di positivo si può estrapolare, nel campo dell'educazione e dell'apprendimento supportato da media e tecnologia, anche in un momento ed una situazione difficili come quelli attuali. Nello specifico sottolinea l'opportunità venutasi a creare per rivalutare, favorire ed implementare l'utilizzo di tecnologia e media che promuovono innovazione e facilitazioni nell'ambito dell'istruzione a distanza, della ricerca di contenuti, del lavoro collaborativo e dell'ottimizzazione di spazi e tempo, che nonostante l'introduzione e lo sviluppo oramai portati avanti da anni, continuano ancora oggi a trovare le resistenze di un sistema scolastico classico e per lo più incentrato su un tipo di apprendimento meccanico.
alebernardo98

Come riconoscere ed evitare le fake news - 4 views

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    L'autrice dell'articolo di "Focus" pubblicato il 26 marzo 2020, pone sicuramente la sua attenzione su ciò che abbiamo vissuto, e che stiamo ancora vivendo in questo periodo di emergenza. Nonostante ciò però le fake news continuano ad essere protagoniste del web. Queste notizie false si diffondono molto velocemente in rete e in gran parte anche sui social network. Per riconoscerle ed evitarle è necessario concentrarsi su alcuni elementi importanti come: la verifica delle fonti da cui provengono, la grammatica utilizzata nel testo, i falsi account e anche nuove tecnologie che "supportano" il riconoscimento di queste notizie.
andrea-bertoli1

GIOVANI SGUARDI SULLA MEDIA EDUCATION - 3 views

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    Articolo di Cosimo Marco Scarcelli Università degli Studi di Padova Mediascapes journal del 5/2015 L'articolo riporta una ricerca su circa 300 studenti di un istituto scolastico secondario di primo grado in cui è stato svolto un progetto di digital media education rivolto a ragazzi, insegnanti e genitori. L'obiettivo della ricerca, che parte dalla voce dei giovani, è comprendere cosa pensano della media education, le loro aspettative e come rispondano agli stimoli e alle attività proposte. Il fine è fornire strumenti volti a creare una linea di comunicazione e pratiche capaci di integrare l'educazione attraverso i mediali e le attività quotidiane dei giovani.
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    Scarcelli, C. M. (2015). Giovani sguardi sulla media education. Mediascapes Journal, 5, 164-177. Nell'occidente i bambini e gli adolescenti sono i più grandi consumatori dei media digitali che entrano a far parte in modo sempre più pervasivo della vita dei giovani. La Media Education (ME) pone tra i suoi obiettivi proprio quello di promuovere lo sviluppo delle competenze necessarie per leggere e analizzare i messaggi veicolati dai media e per entrare attivamente a far parte del loro processo produttivo. Questo articolo descrive i risultati di una ricerca che ha coinvolto un istituto scolastico secondario di primo grado in cui è stato svolto un progetto di digital media education rivolto a ragazzi, insegnanti e genitori. L'obiettivo della ricerca era quello di comprendere cosa i ragazzi pensassero della media education e quali fossero le loro aspettative. La ricerca, inoltre, evidenzia come l'educazione ai media dovrebbe essere implementata in un'ottica dinamica e dialogica, in modo da calarsi nelle esperienze dei giovani e modellarsi attorno ai loro bisogni.
ainnocenti1

Diner for two: so far so close. Rachel Lee Hovnanian - 6 views

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    L'artista mette in scena una installazione, costituita da una tavola riccamente imbandita, alla quale siedono due commensali presenti solo virtualmente e rappresentati dai volti visibili su due tablet. Più in là, drammaticamente lontano, un seggiolone sul quale poggia un tablet dove è visibile una bimba, anch'essa intenta a digitare su una tastiera. L'autrice intende rappresentare l'incomunicabilità indotta dall'utilizzo sempre più pervasivo dei device tecnologici, che a suo dire: "instillano nelle persone un torpore narcisistico, che mina alla radice le relazioni interpersonali e le dinamiche interattive". Sebbene l'opera abbia il merito di indurre delle opportune riflessioni, a me sembra che la visione proposta dell'influenza della tecnologia sulle relazioni sia piuttosto ingenua, oltrechè catastrofista. L'artista cita Marshall Mc Luhan, ma sembra averne ascoltato solo metà delle sue riflessioni, tralasciando le opportunità di sviluppo positivo indicate dall'autore. Ad esempio, io suggerisco una interpretazione diversa, anzi diametralmente opposta. Le tre persone sono separate fisicamente, ma raccolte intorno allo stesso "desco virtuale" proprio grazie alla tecnologia, come avvenuto per esempio di recente in occasione del lockdown: So far, so close.
stefano-benini

How VR Education Will Change How We Learn & Teach | Adobe XD Ideas - 2 views

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    L'attuale metodo di apprendimento e' ancora efficace come lo era un tempo? Grazie alle ultime tecnologie possiamo spingere l'esperienza di apprendimento ad un livello superiore, ad esempio grazie al VR (abbreviativo di Virtual Reality - Realtà virtuale) possiamo insegnare geografia agli alunni e, mentre parliamo di un paesaggio in particolare grazie all'equipaggiamento VR gli studenti possono avere l'esperienza educativa in maniera immersa (magari passeggiare virtualmente nel bosco di cui stiamo parlando), quindi l'educazione passa dal classico studio sui libri allo studio immersivo (nel vero senso della parola). Un altro esempio e' quello degli studenti di medicina, si prenda uno studente che si stia specializzando nello studio del cuore umano, grazie al VR potrà esercitarsi in una camera operatoria virtuale (dove magari sarà presente in forma digitale anche il pubblico ed il professore) dove potrà esercitarsi su un paziente virtuale con caratteristiche molto simili a quelle di una persona vera, questo permetterebbe agli studenti di esercitarsi ripetutamente in maniera virtuale prima di esercitarsi nella realtà. Questo e' solo un piccolo inizio a come le nuove tecnologie possono rivoluzionare ed aumentare l'esperienza di apprendimento degli studenti.
marcoborriello

Review of the book La media education nella scuola multiculturale. Teorie, pratiche, st... - 1 views

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    L'articolo di Cristina Nesi pubblicato dal "Between " Journal of the italian association for the theory and Comparative History of Lyterature è una review del libro "La media education nella scuola multiculturale. Teorie, pratiche, strumenti. Gli obiettivi di formazione che hanno mosso il nuovo percorso imposto dall'emergenza Covid-19 hanno preso in considerazione la continuità nel perseguire il compito sociale formativo del fare scuola, il coinvolgere in attività significative dal punto di vista dell'apprendimento attraverso diverse opportunità e mezzi, l'importanza di rimodulare la progettazione garantendo un'interazione tra docenti e alunni scegliendo con cura le competenze da implementare, tenendo conto del nuovo contesto di apprendimento. Tuttavia, affinché la media education possa declinarsi concretamente in una pratica significativa di educazione alla cittadinanza sono necessari un maggiore investimento sul piano delle politiche educative, un ripensamento dei suoi strumenti in chiave interculturale, una progettazione della didattica mediale particolarmente attenta all'inclusione degli allievi svantaggiati e una formazione sistematica.
giadamureddu1

DAD: UN'OFFERTA DIDATTICA SOSTENIBILE - 4 views

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    La docente di Sociologia dei media digitali e Sociologia dell'educazione nell'Università di Torino, Simona Tirocchi, è stata protagonista di un'intervista durante la quale si sono esplorati vari aspetti relativi all'incontro tra la didattica tradizionale e la DAD, provocato dall'emergenza Covid-19. Si tratta di una vera e propria rivoluzione sociale, che porta con sé il totale sconvolgimento di luoghi e tempi, abitudini, relazioni e codici comunicativi tra insegnanti e studenti. Se da un lato la didattica a distanza, cui caratteristica peculiare la flessibilità, va incontro ad esigenze proprie di alunni con disabilità e bisogni educativi speciali, dall'altro ha evidenziato digital divide e knowledge divide, dettati rispettivamente da accesso diseguale alle tecnologie digitali e differenti competenze relative all'utilizzo strategico delle stesse. Non è certo che si adotterà una didattica completamente digitale in futuro ma è indubbio, ad avviso della Dott.ssa che da tempo si occupa della Media Education, che tutto ciò ha comportato un irrevocabile cambiamento della didattica in sé, delle modalità di insegnamento/apprendimento e delle consapevolezze relative all'utilizzo di una tecnologia che favorisce la relazione sociale, della quale non siamo fattore subordinato ma protagonisti.
elipianta

NATIVI DIGITALI: GENERAZIONE TOUCH E SOCIAL MEDIA - 2 views

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    Mark Prensky ha introdotto la metafora di nativi digitali per indicare la generazione di chi è cresciuto immerso nel mondo trasformato dalla rivoluzione informatica. Gli studi e i lavori pubblicati in lingua italiana nell' ultimo decennio sul rapporto tra la generazione Touch (Riva, 2019) dei nativi digitali e i social media, mettono in evidenza i loro comportamenti di apprendimento non lineari e non alfabetici e uno stile di comunicazione ludico che permette diverse rappresentazioni di sé, la costruzione di reti di relazioni (gaming on line), lo scambio tra pari. In tale contesto di utilizzo è utile una media education da parte delle diverse agenzie educative, familiari e scolastiche e una riflessione sulla possibilità di creare spazi di crescita in responsabilità e impegno dentro l'esperienza dei social media. La scuola, in particolare, dovrebbe diventare luogo di apprendimento significativo: potranno avere un ruolo importante in questo i serious games e gli strumenti virtuali collaborativi.
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