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picfab

Intervista con Mario Aldo Cedrini, economista dell'Università di Torino: Il s... - 0 views

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    Nel suo Saggio sul dono, Marcel Mauss sosteneva che nelle società arcaiche non c'era lo scambio di mercato, che esso non era affatto naturale come affermava Adam Smith nella Ricchezza delle nazioni. Al contrario, agli albori delle Civiltà, c'era una società basata sul principio del dono. Questo principio trova oggi una nuova forma di espressione nei nuovi media, nella misura in cui rendono possibile la condivisione spontanea di giudizi, commenti, informazioni, testi digitalizzati, risorse bibliografiche, ecc. Accanto agli usi commerciali della Rete, esiste infatti chi gratuitamente offre in dono il frutto del proprio lavoro di ricerca e di elaborazione agli altri utenti di Internet. Questa condivisione rafforza i legami sociali e comunitari.
marziachecchini

Etica hacker - Wikipedia - 3 views

  • Etica hacker Da Wikipedia, l'enciclopedia libera. Jump to navigation Jump to search Con l'espressione etica hacker si fa riferimento all'etica emersa nelle prime comunità virtuali o "cyber communities", dedite alla programmazione informatica. Indice 1 Etimologia e storia 2 L'etica hacker 2.1 Condivisione 2.2 L'imperativo: "Hands on!" 2.3 "Community" e collaborazione 3 I "veri hackers" secondo Levy 4 L'opera di Himanen 5 Altri lavori 6 Un caso italiano 7 Note 8 Bibliografia 9 Voci correlate 10 Collegamenti esterni Etimologia e storia
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    ho postato quest'articolo di wikipedia che ho ritenuto interessante perchè fornisce una visione alternativa della definizione di hacker che non conoscevo e che, come tante persone, interpretavo solamente nell'accezione negativa del termine di distruttore di sistemi e diffusore di virus informatici. Tra i principi fondamentali dell'etica hacker riportati in quest'articolo, c'è invece il miglioramento del mondo e delle condizioni di vita dell'essere umano attraverso la liberta', la passione e la coscienza sociale. Aggiungo anche che l'hacking è utilizzato spesso nel testare la sicurezza di programmi e la tutela della riservatezza di dati sensibili come trattato da Jon Erickson nella sua pubblicazione "l'arte dell'hacking"
massimomoretti

L'innovazione tecnologica nella scuola italiana. Per un'analisi critica e storica - 8 views

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    L'articolo, pubblicato nel 2016, evidenzia la rilevanza dell'introduzione delle tecnologie nella scuola italiana, processo che si è sviluppato negli ultimi quarant'anni. Inizialmente molti insegnanti furono influenzati dalle innovazioni modificando atteggiamenti e metodologie; tuttavia, a mano a mano che l'introduzione delle ITC nella scuola si andava affermando, emersero criticità e contraddizioni provocate da problemi tecnici, incompatibilità, mancanza di tempo e carenza di preparazione degli insegnanti. L'esperienza del passato, a fronte delle difficoltà verificate, rischia di passare in second'ordine o - addirittura - di essere dimenticata, unitamente al portato teorico e didattico caratterizzante la fase precedente. S'impone pertanto una riflessione critica attraverso la presentazione di alcuni lineamenti della storia dell'introduzione delle ITC nella scuola, delle concezioni che l'hanno accompagnata e dei rapporti che spesso, anche all'insaputa degli innovatori, si mantengono tra passato e presente. La tecnologia informatica fu introdotta ufficialmente nella scuola italiana nel 1985 (primo Piano Nazionale Informatica - PNI 1), affiancata agli insegnamenti di matematica e fisica del primo biennio della scuola superiore. Il PNI 1 nacque dall'idea che l'alfabetizzazione informatica costituisse l'unica via d'accesso alla società dell'informazione e dalla fiducia nella possibilità per gli strumenti e le tecniche dell'informatica di favorire lo sviluppo cognitivo degli studenti. In seguito, l'introduzione del linguaggio di programmazione, dei videogiochi e degli ambienti di scrittura indussero a ritenere il computer uno strumento di supporto per l'apprendimento, capace di dilatare la conoscenza e il processo per acquisirla, favorendo l'autonomia e la creatività, secondo un approccio cognitivistico-costruttivista. Negli anni Novanta, con l'avvento dell'ipertestualità, la tecnologia venne accolta nella scuola
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    con lo scopo di avvicinarla alla realtà vissuta dagli studenti a casa e in altri ambienti, contraddistinta dall'interazione tra parola orale, testi scritti, suoni e immagini. Le più recenti iniziative ministeriali da un lato spingono verso limiti più avanzati l'idea della partecipazione sociale, dall'altro sembrano riscoprire il valore di pratiche già sperimentate negli anni Ottanta e in parte dimenticate dalla scuola. L'articolo, in particolare, pone l'accento sulla pratica del coding, vale a dire sul processo finale di programmazione, quello della scrittura del codice attraverso l'uso di un determinato linguaggio. In sostanza, questa analisi storico-critica mette in evidenza come nel nostro Paese la normativa che regola l'introduzione del digitale nella scuola insegua l'innovazione tecnologica, tentando di stare al passo con questo processo fluido, rapido e costante.
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    FORM@RE - Open Journal per la formazione in Rete L'innovazione tecnologica nella scuola italiana. Per un'analisi critica e storica Technological innovation in the Italian school. A critical and historical analysis Camilla Moricca - Università degli Studi di Firenze, camilla.moricca@unifi.it Abstract L'introduzione tecnologica nella scuola è caratterizzata da ondate che si succedono conservando scarsa consapevolezza e ricordo della fase precedente. Il lavoro ripercorre in modo sintetico le principali iniziative istituzionali e le più note teorie di riferimento che le hanno accompagnate nell'ottica di favorire una consapevolezza storico-critica su ciò che l'esperienza ci può aver insegnato. Nell'ultima parte ci si sofferma su riferimenti oggi in voga, quali il coding e la robotica, chiedendoci se siano davvero nuovi e se poggino su criteri pedagogici fondati. Parole chiave: tecnologie dell'educazione; analisi storica; coding; robotica. Abstract Technological introduction into school takes place in the form of innovations that maintaining low awareness and memories of the previous phases. The work recalls briefly the main institutional initiatives and best-known theories of reference in order to foster a historical-critical awareness of what the experience may have informed us. In the last part we focus on references in vogue, such as coding and robotics, wondering if they are really innovations and if they are based on valid educational criteria. Keywords: educational technology; historical analysis; coding; robotics. 1. Introduzione L'introduzione delle tecnologie nella scuola ha rappresentato un avvenimento rilevante negli ultimi quarant'anni e il processo che l'ha accompagnata ha coinvolto direttamente molti insegnanti, influenzando i loro atteggiamenti e le loro concezioni metodologiche. Sembra quindi ragionevolmente importante soffermarsi a riflettere su questo percorso per comprenderne meglio la natura. Tuttavia sono carenti i lavori
donnarumma

Il marketing sportivo e il ruolo dei social media - Sport Business Management - 0 views

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    I social media negli ultimi anni hanno completamente cambiato la visione del mondo,se prima potevamo definire uno spettatore passivo adesso non è più cosi,le persone partecipano in modo attivo alla condivisione di notizie scambi di messaggi. In questo articolo si capisce come lo sport sia un'elemento chiave per attrarre milioni di users e far si che le pubblicità vengano visualizzate da milioni di persone. Se prima si discuteva da vicino sul commento della partita oggi non è più cosi,in tempo reale si hanno notizie dei risultati si commenta la partita sui social e tutto cio non fa altro che giovare le inserzioni pubblicitarie . La centralità di tutto cio è che la gente vuole sentirsi libera di esprimere le proprie idee in maniera libera e costruire un rapporto di fratellanza con chi condivide i suoi stessi pensieri.
isabellarossi68

L'infanzia rappresentata dai genitori nei social network: riflessioni pedagogiche sullo... - 7 views

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    Nell'articolo viene evidenziata la necessità di una riflessione pedagogica sulle strategie utili ad educare all'uso consapevole dei media, soprattutto dei social network, da parte dei minori e dei loro genitori, attraverso un dibattito tra pericoli e vantaggi. Il codice deontologico per i professionisti della comunicazione dà l'opportunità di riflettere sulla necessità di tutela dell'infanzia ai giorni nostri, non solo per quel che riguarda il lavoro dei giornalisti, ma anche per il comportamento messo in atto dai genitori. Di frequente i minori rappresentano non solo utenti dei social, ma anche il contenuto delle informazioni postate dagli adulti, tracce spesso indelebili che raccontano esperienze, condivise con amici e conoscenti della rete, e con tutti quei soggetti protagonisti dei legami forti e deboli, ormai indifferenziati nel mondo digitale. Si dibatte sul nuovo fenomeno chiamato "sharenting", sul quale emergono necessarie riflessioni psicologiche e sociologiche e interventi educativi, che possano, secondo l'ottica della Media Education, rendere anche gli adulti consapevoli e responsabili all'utilizzo dei social. L'obiettivo è sensibilizzare la pratica di una genitorialità rispettosa del bambino, oggetto di comunicazione di cui spesso ne viene violata la privacy, e arrivare ad una condivisione con il network che non sfoci in forme eccessive di narcisismo. Secondo il nuovo approccio didattico e pedagogico proposto dai Cultural Studies è opportuno non demonizzare la partecipazione alla cultura digitale, ma valutarne le modalità di fruizione e gli effetti in termini di "rischi" che, se affrontati in modo efficace, possono tramutarsi in "opportunità". Sarebbe auspicabile, a parere della Media Education, tentare di mantenere un equilibrio tra rischi e opportunità, attraverso formazione di buone pratiche orientate alla tutela dell'infanzia, che allontanino dal panico morale e da colpevolizzazioni e considerino i potenziali benefici degli strumenti social
maripedretto

Il Digital Video Sharing come pratica educativa - 3 views

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    Ho trovato in rete questo articolo del Prof. Filippo Ceretti, dell'Università di Bolzano, che affronta il tema delle condivisioni in rete dei video, tema molto diffuso, soprattutto da parte delle nuove generazioni, che viene indicato con il nome di digital video sharing. Il fenomeno, grazie alla sempre maggiore facilità di produzione (soprattutto attraverso la foto-videocamera del cellulare) e alle comode possibilità di trasmissione dei propri contenuti attraverso i blog e le piattaforme social, come Facebook, Twitter, Youtube, è divenuto dilagante. Questo articolo lo considera da un punto di vista prettamente educativo ed evidenzia come tale pratica possa essere messa al servizio della costruzione e trasmissione culturale. Si avvicina all'idea di "Educare i Media", rispetto a "Educare ai Media" si tratta di una ricerca ancora in corso ma, a mio avviso, interessante.
orchidea72

Quaderno di educazione ai media - 16 views

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    Ottima Raccolta di schede-Progetto Ai Media, per scuole di ogni ordine e grado, a cura del Corecom dell'Emilia Romagna.
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    In questa pubblicazione vi è descritta l'esperienza del Corecom Emilia-Romagna impegnato da anni nella promozione di progetti di media education all'interno degli istituti scolastici di ogni ordine e grado della Regione. L'intento è quello di portare avanti quanto stabilito dallaLegge Regionale n. 14 del 2008, la quale attribuisce al Corecom specifiche funzioni di educazione ai media. Ogni singolo progetto o laboratorio è stato importante per insegnare agli studenti e alle studentesse come utilizzare le differenti tipologie di media, quali potenzialità e opportunità potessero derivarne, quali fossero i rischi connessi al loro utilizzo. E` un tentativo di gettare le basi per portare avanti un discorso più ampio di riflessione e condivisione di buone pratiche, per far sì che i ragazzi potessero sviluppare quel senso critico e quell'esperienza necessaria all'utilizzo consapevole dei media.Questo progetto non è fine a se stesso ma, l'intento è quello di dare continuità al percorso intrapreso,con la speranza che possa essere replicato in molti altri contesti.(Vi lascio anche il link del meraviglioso Centro di Bellaria : www.zaffiria.it)
montanod

Alfabetizzare ai dati nella società dei big e open data:una sfida formativa - 2 views

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    Il tema della Big data è stato ampiamente trattato nell'elaborato di tesi di Juliana E. Raffaghelli, ricercatrice presso il Dipartimento di Scienze della Formazione e Psicologia dell'Università di Firenze e membro del Comitato Editoriale della Rivista internazionale di scienza dell'educazione e della formazione "FORMAZIONE E INSEGNAMENTO" dove è stata pubblicata. La rivista è promossa dalla SIREF (Società Italiana per la Ricerca Educativa e Formativa), sostenuta dal CISRE (Centro Internazionale di Studi sulla Ricerca Educativa). Il file dell'elaborato è scaricabile in formato PDF attraverso l'indirizzo URL della piattaforma di condivisione sociale RESEARCHGATE, social network ad accesso gratuito con tecnologia web 2.0 dedicato a tutte le discipline scientifiche. Nel testo, del dicembre 2017, viene analizzato il modo con cui i Big Data vengono generati ed utilizzati a seguito della progressiva digitalizzazione dei servizi nella società contemporanea. Si presenta la necessità di pensare ad una formazione di tipo educativo volto all'uso dei dati disponibili in rete e la creazione di nuove professionalità. L'analisi pone le basi per la definizione di specifici frameworks per l'alfabetizzazione di base, sia di livello scolastico che di formazione continua, facendo ricorso ad un approccio interdisciplinare che permetta di affrontare i problemi legati ai diversi ambiti sociali e culturali. L'obiettivo principale è quello di creare competenze necessarie per permettere di operare in nuovi contesti proponendone in particolare lo sviluppo verso una cittadinanza attiva digitale.
SILVIA DENINI

SMART WORKING E NUOVE TECNOLOGIE COME CAMBIA IL MONDO DEL LAVORO - 6 views

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    Si parla spesso di tecnologie in grado di migliorare la vita di ogni giorno,ma in realtà quanto siamo in grado di sfruttarle al meglio?Se ci pensiamo c'è tutta una generazione che si è trovata di colpo in un mondo popolato di nuovi media senza "media education".Si tratta quindi di una generazione per la quale la qualità del lavoro veniva intesa in termini di presenzialismo in ufficio.Questa generazione ha per forza di cose tentennato nel considerare le nuove tecnologie come dei mezzi non solo di comunicazione,ma mezzi per ridurre il tempo dedicato agli spostamenti,l'inquinamento e per lavorare con maggiore concentrazione.Il lavoro "agevolato" dai nuovi media trova ancora in Italia resistenze soprattutto da parte di numerosi uffici del personale che vedono nel lavoro da casa essenzialmente la perdita del controllo diretto sul lavoratore.Invece il cosiddetto smart working potrebbe costituire la svolta per quei lavoratori che necessitano di maggiore flessibilità negli orari,che abitano distanti dal luogo di lavoro ecc. Io credo che anche il lavoro di gruppo ne gioverebbe in quanto a volte il deteriorarsi dei rapporti è dettato anche da una condivisione troppo frequente degli spazi.L'articolo che allego parla del nuovo decreto in uscita in Italia per regolamentare la nuova visione dello "smart job" che non è un lavoro da casa 7 gg su 7 ma consente di concordare con l'azienda i tempi di lavoro da casa e lavoro in ufficio quindi venendo incontro in parte al lavoratore e in parte alle aziende.
luciaiantorno95

Il potere del mi piace nell'adolescenza - 3 views

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    Alcuni studiosi hanno analizzato il modo in cui l'influenza dei pari adolescenti avviene sui social media. Utilizzando Instagram, un popolare strumento di condivisione di foto sociali hanno misurato le risposte comportamentali e neurali degli adolescenti ai mi piace. Gli adolescenti sono stati sottoposti a fMRI durante la visualizzazione di foto apparentemente inviate a Instagram. Hanno constatato come agli adolescenti piacessero foto con molti Mi piace rispetto alle foto con pochi Mi piace; La visualizzazione di foto con molti (rispetto a pochi) mi piace era associata a una maggiore attività nelle regioni neurali implicate nell'elaborazione della ricompensa, nell'imitazione e nell'attenzione.
agiovanelli

''CyberPlant": tra natura e tecnologia - 3 views

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    Il 3 novembre 2015 presso "Technotown", la ludoteca tecnologico-scientifica di Villa Torlonia, è stata inaugurata la sala "CyberPlant", uno spazio per i ragazzi dedicato interamente a natura e biodiversità con sei percorsi ludico-didattici. Diverse strutture hanno partecipato alla creazione: l'Accademia Nazionale delle Scienze, il Dipartimento Scienze della Vita dell'Università di Trieste, il Dipartimento di Biologia Ambientale della Sapienza Università di Roma e l'Anisn-sezione Lazio, nel contesto della Infrastruttura Europea LifeWatch. Lo scopo del progetto è unire natura e tecnologia, due mondi così distanti che complici possono garantire una maggiore comprensione del mondo e dei suoi aspetti naturali. Bambini e ragazzi entrano in contatto con la natura attraverso giochi, attività e strumenti tecnologi. Si tratta di una modalità differente rispetto alle tradizionali lezioni sulla flora del pianeta perché è possibile sperimentare e toccare con mano come funziona il ciclo vitale di una pianta o il suo nutrimento. Ciò stimola e incoraggia comprensione ed apprendimento. Inoltre viene utilizzato Twitter per monitorare just in time il corso della vita di una pianta. Il fatto di rimanere in contatto con il centro, oltre ad essere importante per lo specifico progetto, contribuisce ad educare i ragazzi all'utilizzo dei social-network non esclusivamente per divertimento ma come modalità di sensibilizzazione e condivisione del benessere globale. CyberPlant non è l'unico progetto creato da Technotown. Esistono numerose attività dedicate a scuole e famiglie che possono essere visionate nel website sotto riportato: http://www.technotown.it/
robertobrunelli

Ogni giorno condividiamo un milione di articoli sui social network - Wired - 2 views

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    L'articolo è tratto da un sondaggio su come si sono informati gli italiani nel 2015. La ricerca è stata effettuata su un campione di 1600 persone e affronta la Newsruption (report sull'evoluzione dell'informazione d'attualità online) dal punto di vista di Burson-Marsteller (comunicazione) e da quello di Human Highway (digital economy). Si evince che l'informazione digitale sta prendendo sempre più il sopravvento sulla carta stampata, dal sondaggio emerge comunque che non siamo dei grandi lettori, I mezzi di condivisione maggiori risultano i social network (Facebook in particolare). Gli italiani affezionati alla carta stampata sono solo il 16% ed emerge che ogni giorno si condividono in rete un milione di articoli.
lucreziabiffi

Il museo partecipativo sul web: forme di partecipazione dell'utente alla produzione cul... - 2 views

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    L'articolo sopra riportato ha la scopo principale di analizzare il nuovo rapporto tra contenuticulturali e fruizione di essi da parte dagli utenti del web. Analizza la risposta del pubblico al valore dei social media impiegato nello sviluppo di una diversa partecipazione museale, inquadrando una vera e propria reinterpretazione dei "valori culturali" come noi tutti li immaginiamo, nel più classico dei modi. Si prende in considerazione come l'ultilizzo e l'impiego di nuove tecnologie possa creare un coinvolgimento e fidelizzazione del pubblico verso questo "Museo 2.0", un'evoluzione di quello che comunemente è inteso come Museo. Adattandosi ed evolvendosi insieme alla nuova e ormai dominante realtà digitale è anche la cultura e i suoi contenuti, entrata, come prima accennato, nella fase 2.0 punta al rinnovamento di tutte le componenti che formano la classica fruizione di essa. Introduce il Museo Partecipativo che, assieme alle nuove concezioni di "Archivi 2.0" e "Biblioteche 2.0" vivono e si plasmano attorno ad una nuova era basata sulla rivoluzione digitale. Attraverso questi nuovi strumenti si coinvolge e incoraggia alla partecipazione dell'utenza, aumentando e personalizzando l'appeal dell'offerta culturale.. I canali del web, i nuovi social media di tipo partecipativo offrono enormi potenzialità rivolti alla comunicazione culturale, anche in termini di visibilità e distribuzione grazie alla forma comunicativa facilitata da ogni tipo di strumento digitale che favorisce maggiormente la creazione, la condivisione e la diffusione di questi contenuti.
a_caporuscio

Media Education Research Journal - 4 views

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    una interessante raccolta di articoli e saggi sul tema della media education. A cura di Richard Berger e Julian McDougall (the Centre for Excellence in Media Practice, Bournemouth University), MERJ rappresenta un forum per lo scambio e la condivisione delle ricerche accademiche nel campo della media education.
a_caporuscio

media education foundation - 7 views

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    il link è alla pagina di presentazione della fondazione, il sito con il materiale audiovisivo che veicola si rivolge agli adulti, cui cerca di espandere il campo visivo sulle nuove culture e lifestyle in cui le nuove generazioni sono immerse, e ai giovani verso i quali attua il tentativo di amplificare la lettura critica dei media attraverso la condivisione partecipata dei contenuti disponibili nella library della fondazione.
chinellato

RIFLESSIONI BREVI SU DIGITAL LITERACY E DIGITAL COMPETENCE - 4 views

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    L'articolo del Prof. G. Olimpo, del Institute for Educational Technology ITD, descrive le potenzialità educative connesse alla digital literacy e alle digital competence. Due aspetti che possono portare a conseguenze importanti in termini educativi. E' indubbio che il mondo dei media sia estremamente pervasivo ed abbia trasformato le vite di ognuno di noi. I giovani sono i primi ad essere attratti dalle loro rilevanti implicazioni, dalla semplicità con cui possono attraverso i media rimanere sempre in contatto, cercarsi, trovare informazioni, scambiarsi oggetti digitali, risolvere problemi. Questa facilità di approccio ai media può diventare, per chi educa, un'occasione per accrescere nei ragazzi nuovi modi di apprendere e sviluppare competenze, quali: gestione dell'informazione, collaborazione, comunicazione e condivisione, creazione di contenuti e conoscenza, etica e responsabilità, valutazione e problem solving. Oggi queste competenze possono trovare, proprio nella tecnologia, un importante acceleratore. Ciò significa che i sistemi educativi possono e devono assumersi anche la responsabilità di integrare gli apprendimenti informali a quelli formali per favorire e preparare il cittadino di domani all'apprendimento permanente autonomo e creativo.
marydelucma2

Verso la blended education. Riflettendo su immaginari, media e apprendimento - 4 views

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    Fino all'avvento della rete la situazione era definita; da una parte la cultura ufficiale e istituzionale, veicolata dai media della stampa (una cultura fatta di astrazione, analisi, riflessione ) e dall'altra la cultura sociale, fatta di abitudini, credenze (una cultura fatta di azione, partecipazione, condivisione), veicolata dai media dell'audiovisione. Con l'avvento del digitale queste distinzioni saltano. Il sapere che porta alla luce la tecnologia digitale è fatto di partecipazione e di astrazione, di analisi/riflessione e di azione. Da qui nasce la necessità di modificare il paradigma dell'educazione che deve considerare, come protagonista, il soggetto che acquisisce le conoscenze prodotte e accumulate attraverso l' esperienza personale della ricerca di senso tramite lo scambio con gli altri. In questo contesto, l'articolo mette in evidenza l'importanza della relazione fra educazione e immaginari/media. Vengono citate alcun esperienze positive di flipped classroom in cui il docente che assume un ruolo di "guida", per incuriosire gli studenti, deve partire da ciò che fa parte del loro immaginario di riferimento e dai media che utilizzano per poi costruire insieme teorie e analisi più astratte.
marinauninettuno

Mamme su Internet - 4 views

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    Google è il loro oracolo, lo smartphone l'oggetto feticcio, al punto che tante pur di averlo lo baratterebbero persino con l'anello di fidanzamento. Benvenuti nella "mom economy", la nuova economia tutta al femminile fondata sulla condivisione di idee e informazioni tra madri e sull'uso del web e dei social media per creare una rete di supporto alle donne 2.0.
francescaaruna

Bambini tecnologici - Rapporto con i media - 8 views

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    L'articolo, preso dal giornale la Repubblica, tratta l'argomento, attuale, del rapporto tra giovani e media, attraverso l'intervista allo psicologo Giuseppe Riva, docente di psicologia dei nuovi media di Milano , che spiega quanto è delicato il legame tra i vari supporti high tech e il cervello dei nostri figli e di come gestire al meglio il rapporto dei minori con Internet . Inoltre apre una discussione sui vantaggi e svantaggi dell'utilizzo dei computer e dei social, da parte dei giovani. Senza demonizzare l'uso dei social e internet è importante per i giovani poter avere sempre lo stimolo dalla famiglia a relazionarsi in modo diretto con la realtà e i propri coetanei.
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    Da una ricerca condotta da Lenzi e coll. presso l'Università di Padova nel giugno del 2015 intitolata ' Facebook ha lo scopo informativo di favorire l'impegno civico negli adolescenti?' dimostra l'associazione tra siti di social networking e l'impegno civile sono mescolati. Il presente studio si propone di valutare un modello teorico che collega l'uso informativo di Internet-based social media (in particolare, Facebook) con competenze civiche e le intenzioni per il futuro impegno civico, tenendo conto del ruolo di mediazione delle discussioni civili con la famiglia e gli amici e la condivisione della news online.I partecipanti sono stati 114 gli studenti delle scuole italiane di età compresa tra 14-17 anni (57% maschi). Il percorso di analisi è stato utilizzato per valutare il modello teorico proposto. I risultati hanno mostrato che lo scopo informativo di Facebook è stato associato con livelli più elevati competenza percepita di azione civica in età adolescenziale, sia direttamente che tramite la mediazione di discussione civica con i genitori e gli amici (offline).Livelli più elevati di competenze civiche, poi, sono stati associati con un intento più forte di partecipare al dominio civico in futuro. I nostri risultati suggeriscono che Facebook può fornire agli adolescenti ulteriori strumenti attraverso i quali possono imparare attività civiche o sviluppare le competenze necessarie per il futuro.
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