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claudiab1973

I social media: una potenziale causa e un trattamento per i disturbi alimentari - 2 views

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    In questa recente ricerca, pubblicata l'11 luglio 2022, è stata esaminata la letteratura presente sulla relazione tra disturbi alimentari e social media in un campione di ragazzi di età compresa tra i 13 e i 18 anni con e senza disturbi alimentari. Sono stati esaminati 8 articoli che descrivono gli esperimenti condotti da vari studiosi al fine di trovare le evidenze dell'influenza negativa dei social media sugli adolescenti in particolare nel campo dei disturbi alimentari. Gli esperimenti descritti negli articoli mostrano che i social media hanno una relazione diretta con i disturbi alimentari tra gli adolescenti, che i commenti alle fotografie postate sono un fattore che ha una forte influenza su di loro; l'abitudine di postare fotografie porta infatti all'insorgenza di un qualche sintomo di disturbo alimentare. È stato dimostrato come i social media portino a dare troppa importanza al proprio corpo facendo sviluppare problemi psicologici e mentali. Alcuni di questi esperimenti hanno indagato anche i fattori che influenzano la guarigione e si è visto che i fattori cognitivi comportamentali e sociali sono correlati con la capacità di recupero dei pazienti. Si è quindi ritenuto efficace un utilizzo dei social media nella futura progettazione del trattamento dei disturbi alimentari. La conclusione della ricerca è stata che i social media possono essere una potenziale causa dell'insorgenza dei disturbi alimentari, è importante però considerare il limite della ricerca che è rivolto ad una popolazione di ragazzi adolescenti e potrebbe non adattarsi agli adulti. L'altro dato importante è che i social media possono essere anche una soluzione efficace per risolvere i problemi legati ai disturbi alimentari.
Valentina Sebastiani

Disturbi alimentari e social network: i rischi della fitispiration - 3 views

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    Articolo centrato sull'influenza dei Social network nei disturbi alimentari. Nell'articolo viene presentato il tema altamente sviluppato attraverso i Social Network della "fitispiration", che rappresenta la tendenza a ispirare le persone a raggiungere obiettivi inerenti alla forma fisica o alla salute attraverso l'esercizio fisico o la dieta, e di come questa influenzi i disturbi alimentari negli adolescenti. Si è constatato che anche se il messaggio iniziale dei social è positivo, spesso tende ad insinuare nel ricevente un senso di inadeguatezza fisica. L'articolo puntualizza però che il cliente del Social network dovrebbe tener presente che tutti i messaggi pubblicitari o i contenuti dei cosiddetti Influencer sono quasi sempre immagini o video che vengono modificati o ritoccati per mostrare solamente il meglio!
martinelligiulia

Immagini mediatiche del corpo e disturbi alimentari negli adolescenti - 2 views

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    In questo articolo viene analizzata l'influenza delle immagini mediatiche sull'immagine corporea degli adolescenti, prendendo in esame come, prima la televisione, poi i social network, hanno aumentato la preoccupazione estetica nei giovani. L'articolo è accompagnato da esperimenti e teorie.
ninatos

COVID-19, SOCIAL MEDIA E DISTURBI DEL COMPORTAMENTO ALIMENTARE - 1 views

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    I Disturbi del Comportamento Alimentare (DCA) sono patologie psichiatriche caratterizzate da una alterazione delle abitudini alimentari e da una eccessiva preoccupazione per il peso e per le forme corporee. Il Disturbo Alimentare Evitante Restrittivo compare frequentemente nell'infanzia mentre L'Anoressia Nervosa, la Bulimia Nervosa e il Disturbo da Alimentazione Incontrollata compaiono maggiormente con la crescita (adolescenza e prima età adulta). Come si evince da questo articolo aggiornato al 09/03/2023 a cura di Giulia Spina Unità Operativa di Pediatria Generale in collaborazione con Bambino Gesù Istituto per la Salute, uno studio della Società Italiana di Pediatria ha evidenziato come la pandemia da Covid-19 abbia incrementato lo sviluppo dei DCA in bambini ed adolescenti con il 78.4% negli accessi in pronto soccorso. Isolamento e distanziamento sociale hanno contribuito a trasformare i social media nelle uniche finestre sul mondo in cui i teenagers hanno visto proposti modelli di magrezza e bellezza inarrivabili, influenzando la percezione fisica e psicologica del singolo. Studi recenti hanno dimostrato come si siano diffusi in rete immagini e video pro-anoressia. La colpa è quindi unicamente dei social media? Sicuramente no ma certa è l'influenza che questi possono aver avuto su situazioni già delicate, rafforzando la fragilità di una salute mentale già precaria e aggravandone la sintomatologia.
biancascartoni

The impact of the media on eating disorders in children and adolescents - 3 views

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    Questo articolo, pubblicato nel 2003 per la rivista accademica "Pediatrics & Child Health" e scritto da Anne M. Morris e Debra K. Katzman, propone una serie di studi epidemiologici che evidenziano come i media possano svolgere un ruolo centrale nel creare e intensificare il fenomeno dell'insoddisfazione per il proprio corpo e, di conseguenza, possano essere in parte responsabili dell'aumento dell'incidenza di disturbi alimentari. L'articolo dimostra come l'esposizione a modelli considerati "perfetti" proposta quotidianamente dai media sia lesiva per i bambini e gli adolescenti che, trascorrendo dalle cinque alle sei ore di fronte allo schermo, vengono profondamente influenzati da ciò che vedono e sviluppano ansie e preoccupazioni riguardo alla propria immagine corporea, che appare inadeguata e deludente. La letteratura scientifica conferma che questi soggetti sono particolarmente vulnerabili ai messaggi e alle immagini veicolate attraverso i media, e molto spesso non riescono a discriminare tra ciò che vedono e ciò che invece è reale. In ultima battuta, l'articolo si focalizza sull'importanza di media education e media literacy come strumenti per sensibilizzare a un uso più consapevole e critico dei media.
antonellasip

Social media literacy protects against the negative impact of exposure to appearance id... - 1 views

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    Questo studio analizza l'impatto dei social media sulla soddisfazione sul proprio corpo in giovani donne e uomini. Si tratta di uno studio sperimentale pubblicato sulla rivista scientifica "Body Image" del 2018. Lo studio ha incluso 187 donne e 187 uomini tra i 18 e 30 anni. Ai partecipanti sono stati somministrati diversi strumenti, tra cui il VAS, per la valutazione della soddisfazione/percezione del proprio corpo, il SML (social media literacy), un test per valutare il livello di media literacy, che analizza il pensiero critico e lo scetticismo nei confronti dei media, e il SATAQ per analizzare il grado di approvazione e interiorizzazione degli ideali di bellezza. Il gruppo sperimentale è stato esposto a stimoli visivi di pubblicità sull'alcol con protagoniste celebrità che incarnano l'ideale di bellezza attuale. Dai risultati emerge che le donne con bassi livelli di social media literacy (calcolata con il SML) hanno avuto una diminuzione significativa della soddisfazione sul proprio corpo dopo l'esposizione, al contrario delle donne con alti livelli di social media literacy. Tale effetto protettivo non è stato registrato negli uomini. Da questo studio, dunque, emerge che la media literacy può rappresentare un fattore protettivo all'esposizione dei social media commerciali. Questo risultato è coerente con studi precedenti sui media tradizionali che hanno rilevato che alti livelli di alfabetizzazione mediatica, in particolare il pensiero critico, sono in grado di moderare l'effetto negativo dell'esposizione a immagini che mostrano ideali di bellezza stereotipata. In conclusione, questi risultati mettono in luce l'importanza di implementare strategie di intervento di alfabetizzazione ai social media in un'ottica preventiva, per contrastare i problemi di immagine corporea negli adolescenti e i conseguenti disturbi alimentari, derivanti dal sempre crescente uso dei social media.
gsessarego

Giuseppe Riva: Tecnologie trasformative per il benessere | Giuseppe Riva | TEDxMestre |... - 6 views

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    Il Prof. G. Riva in questo intervento ci dimostra come possiamo trarre grandi vantaggi dall'uso dei media digitali, nello specifico la realtà virtuale. Nonostante uno studio americano abbia dichiarato che tutte le fasce d'età guardano il cellulare entro i primi cinque minuti dal risveglio e che lo controllano circa 150 volte al giorno, citando il polo negativo della dicotomia rischi-benefici che comunque D.D.Buckingham ci suggerisce di evitare, possiamo affermare che quel bicchiere mezzo vuoto lo possiamo riempire, e il Prof. Riva lo rabbocca a dovere! È entusiasmante scoprire che la tecnologia virtuale, essendo simulativa, può essere utilizzata per correggere le simulazioni del nostro cervello e quindi che può essere impiegata per trattare anoressia e altri disturbi alimentari, fobie, convinzioni autolimitanti, dolori acuti e cronici. Il presupposto di base è che qualsiasi cambiamento è efficace quando riesce a toccare la dimensione intuitiva e razionale contemporaneamente. La forma più efficace di cambiamento quindi è quella esperienziale. Infatti, grazie a Steve Jobs, sappiamo che la tecnologia ha successo quando è esperienziale, ovviando alle criticità di quell'esperienza basata invece sul meccanismo basico di prova ed errore. All'interno della realtà virtuale ci si sente in un mondo diverso, i sensori dei dispositivi rilevano i movimenti del soggetto e il computer ricalcola il proprio punto di vista, dando l'impressione che il mondo intorno al soggetto sia cambiato. Il Prof. Riva riporta l'esempio di un caso di anoressia e di un caso convinto di non essere abile nei compiti matematici (citato anche sulla seguente fonte: PubMed.gov "Virtually Being Einstein Results in an Improvement in Cognitive Task performance and a Decrease in Age Bias"). Personalmente ho rivalutato l'importanza di questa dimensione che erroneamente avevo giudicato distorcente e alienante, frutto di una profonda ignoranza della materia. La sfida, a parer mio, è
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