Skip to main content

Home/ Media Education/ Group items tagged pandemia

Rss Feed Group items tagged

silviabiassoni

I ragazzi hikikomori e la pandemia: "Ora non siamo più solo noi ad avere paur... - 7 views

  •  
    Hikikomori, è questo il termine giapponese usato per definire quei ragazzi che, volontariamente, scelgono di isolarsi dal mondo e vivere la loro vita tra quattro mura, quelle della loro stanza. Il loro solo contatto con l'esterno ? Un computer. Gli hikikomori scelgono la reclusione, la reclusione all'interno delle loro case, protetti da quel mondo a cui non sentono di appartenere, sostituendo la vita sullo schermo alla vita reale. Con l'avvento della pandemia, purtroppo il fenomeno degli Hikikomori è aumentato, confermando ciò che questi ragazzi già penavano prima del coronavirus; il mondo è un posto ostile, meglio evitare di venirne a contatto, preferendo il freddo e sterile mondo della tecnologia. In questo articolo sono riportate le testimonianze di due ragazzi, a cui la pandemia non ha minimamente cambiato la vita, erano isolati prima e continueranno ad esserlo, virus o meno. Lo psicologo Crepaldi spiega come la pandemia abbia in un qualche modo "aiutato" questi ragazzi, togliendo dalle loro spalle la pressione dell'essere diverso; tutti chiusi in casa per mesi, abbiamo vissuto come loro vivono da anni. Ma è stato un momento passeggero, nel momento in cui la vita tornerà quella di prima questi ragazzi torneranno a loro volta ad essere i diversi, gli isolati, troppo fragili e sensibili per riuscire ad affrontare un mondo che non sentono loro. Crepaldi stima che le richieste di aiuto da parte di genitori che vedono i loro figli, costretti dalla pandemia ad isolarsi, aumenteranno in maniera esponenziale una volta che questa situazione volgerà al termine. Bisogna quindi sensibilizzare questo fenomeno in continuo aumento, aiutando questi ragazzi, e anche lo loro famiglie a trovare un punto di contatto, sia all'interno della famiglia stessa, sia con il mondo che, volenti o nolenti, circonda questi ragazzi.
draghici

Pandemia, controllo digitale e democrazia: un\'esperienza DaD di Filosofia e Media educ... - 5 views

  •  
    L'articolo è stato pubblicato da '' Firenze University Press'' nel mese di Dicembre del 2020. L'esperienza sulla: Pandemia, controllo digitale e democrazia. L'articolo appartiene a: Media Education: studi, ricerche, buone pratiche. Lo studio è stato svolto da: Lia De Marco al liceo '' G. Bianchi Dottula'' a Bari con due classi : 5A e 5B nei mesi di Marzo- Aprile 2020 attraverso l'esperienza di didattica a distanza(DAD), per il periodo di lockdown a causa di emergenza COVID-19, con la combinazione dei metodi della ricerca -azione che consiste nella trattazione di tematiche filosofiche in un ottica trasversale attraverso l'approccio DAD con altri ausili come: Google Classroom, Meet, Rai scuola ed altri. L'articolo presenta le domande che i ragazzi delle classi si sono poste: la pandemia e l'uso dei big data cambieranno la partecipazione e la democrazia?
robertapontani

Le Fake News nell'era Covid - 3 views

  •  
    E' boom di notizie false riguardanti il vaccino Covid. La metà riguardano la pericolosità del vaccino stesso; segue la sua natura sperimentale, la relativa composizione e gli interessi delle case farmaceutiche. Per finire, la fake news legata al rischio di autismo. Gli utenti dei social che seguono e discutono l'argomento sono circa 900.000, di questi poco meno della metà seguono gruppi "no vax" avendo portato una crescita del 136%, negli ultimi mesi, dei relativi seguaci. Una pandemia nella pandemia, che rischia di creare danni equivalenti considerato il successivo rallentamento delle vaccinazioni. Si rende, perciò, necessario e prioritario combattere una tale disinformazione, lotta che negli USA viene gestita decisamente meglio che in Italia con azioni di contrasto mirate, atte a confermare che il vaccino non è indispensabile solo per la sopravvivenza umana ma anche per quella economica.
valeee

Ragazzi e tecnologia, la scuola è impreparata: che dicono i dati - 1 views

  •  
    Attraverso questo articolo, l'autore Paolo Ferri cerca di portare uno spunto di riflessione sull'impatto della pandemia da Covid-19 sull'uso della tecnologia digitale dei bambini tra i 0 e i 10 anni, e soprattutto delle loro principali figure educative, come maestri e genitori. La maggior parte di questi ultimi rientrano nella generazione dei cosiddetti millenials, persone nate tra il 1980 e la metà degli anni '90, che anche se non si possono definire "nativi digitali" come i loro figli, hanno conosciuto in età adolescenziale la tecnologia, la comunicazione e il web: tutti elementi che hanno scandito sempre di più la loro quotidianità fino a diventarne oggi una parte integrante. La ricerca "Bambini e lockdown" presentata nell'articolo, condotta dalla Società Italiana delle Cure Primarie Pediatriche con la collaborazione di un gruppo di ricercatori dell'Università di Milano-Bicocca e della spin-off dell'Università di Milano-Bicocca "Bambini Bicocca", si pone l'obiettivo di indagare i ritmi, le regole, le routine, l'esperienza educativa e didattica e gli stati emotivi dei bambini e dei genitori durante il lockdown, utilizzando dati raccolti in due indagini (2020, 2021) attraverso questionari. Attraverso l'approfondimento dei risultati, l'autore cerca di consapevolizzare il pubblico sull'importanza di formare insegnanti e genitori ad educare i piccoli a un uso ponderato e creativo dei dispositivi digitali e del web. In particolare, dai dati presentati si evince come le famiglie con bambini tra 0 e 10 anni, siano attrezzate dal punto di vita del possesso di device e di connessione internet, con un numero di strumenti tecnologici che tende a crescere con l'aumentare dell'età dei bambini, i quali non solo nel 2021 hanno trascorso più tempo davanti allo schermo rispetto all'anno precedente, ma sono anche sempre più spesso gli unici possessori ed utilizzatori delle loro periferiche digitali. L'autore ha voluto più v
  •  
    [continua] L'autore ha voluto più volte rimarcare l'importanza di intendere i dati e i relativi risultati, come generati all'interno di un processo di "naturalizzazione" della vita sullo schermo dei bambini nelle opinioni dei genitori, che porterebbe a delle distorsioni nella loro percezione dell'effettivo tempo di utilizzo di questi dispositivi. Nella seconda parte della ricerca, emerge l'evidenza di una generalizzata carenza di strutture e formazione metodologica sulla didattica aumentata dalle tecnologie. Infatti, il tempo impiegato in attività di DAD/DDI è aumentato nel 2021, ma nonostante ciò, le metodologie impiegate non sembrano aver avuto alcuna evoluzione o adattamento alle nuove esigenze dei bambini e delle loro famiglie. Il principale problema, segnalato anche dai genitori, sembra essere l'ostinazione nell'adottare un approccio trasmissivo e nozionistico, tipico delle classiche lezioni frontali in presenza, che lascia poco spazio all'interazione e all'interattività, e che rischia di appesantire ulteriormente il carico cognitivo del bambino, di limitarne le capacità di attenzione e di comprometterne l'apprendimento. L'autore alla fine evidenzia la presenza di una correlazione negativa tra il titolo di studio dei genitori e il tempo di utilizzo dei device, prima di concludere rimarcando l'importanza di un'educazione all'utilizzo creativo, critico e costruttivo delle tecnologie digitali, che deve necessariamente passare per i genitori e gli insegnanti e quindi le istituzioni, per poter essere davvero efficace ed influenzare l'interazione quotidiana dei propri figli con la tecnologia.
monicapaba

Impatto psicosociale e comportamentale di COVID-19 nel disturbo dello spettro autistico... - 3 views

  •  
    Lo studio di Marco Colizzi e collaboratori, pubblicato sulla rivista Brain Science il 03/06/2020, cerca di esplorare quale sia stato l'impatto psicosociale e comportamentale del Covid-19 sulle persone con disturbo dello spettro autistico, attraverso un sondaggio online fatto compilare ai genitori dei bambini e ragazzi con autismo. Lo scopo era quello di individuare se ci fossero delle caratteristiche sociodemografiche e cliniche che, in qualche modo, potessero determinare un esito particolarmente negativo del Covid nelle loro vite. L'ipotesi, infatti, era quella per cui dei problemi psicologici precedenti all'emergenza potessero prevedere un esito sfavorevole. Sono stati raccolti i dati offerti da 527 famiglie del Nord Italia (zona maggiormente colpita dalla pandemia) attraverso un sondaggio composto da 40 domande su aspetti socio-demografici e clinici. I risultati hanno rilevato come il 93% delle famiglie stessero vivendo una maggiore difficoltà nella gestione delle attività quotidiane, sia nel tempo libero sia nelle attività più strutturate. Inoltre, quasi il 40% dei bambini presentava problemi comportamentali più intensi e più frequenti. Si è visto come i problemi comportamentali precedenti al periodo dell'emergenza Covid-19 prevedevano un rischio più elevato, più frequente, più intenso, di manifestazioni di comportamenti dirompenti. In conclusione, è stato possibile affermare che l'epidemia da Covid-19 abbia indubbiamente provocato un aumento delle difficoltà tra le persone con Disturbo dello Spettro Autistico.
  •  
    L'articolo parla di uno studio condotto nel Nord Italia per indagare l'impatto della pandemia COVID-19 sui soggetti con disturbo dello spettro autistico (DSA) e sulle loro famiglie. L'indagine ha raccolto i dati di oltre 500 genitori e tutori di persone neurodivergenti ed ha rilevato che la pandemia ha portato a maggiori difficoltà nella gestione delle attività quotidiane e a problemi di comportamento per la maggior parte delle persone con DSA. I bambini con problemi comportamentali preesistenti sono risultati particolarmente a rischio. Lo studio ha inoltre identificato la necessità di un maggiore supporto sanitario e di interventi per affrontare gli effetti dirompenti della quarantena. Tuttavia, l'indagine presentava alcuni limiti, tra cui la mancanza di una valutazione standardizzata delle caratteristiche cliniche e di informazioni sul sesso dei bambini DSA.
ninatos

COVID-19, SOCIAL MEDIA E DISTURBI DEL COMPORTAMENTO ALIMENTARE - 1 views

  •  
    I Disturbi del Comportamento Alimentare (DCA) sono patologie psichiatriche caratterizzate da una alterazione delle abitudini alimentari e da una eccessiva preoccupazione per il peso e per le forme corporee. Il Disturbo Alimentare Evitante Restrittivo compare frequentemente nell'infanzia mentre L'Anoressia Nervosa, la Bulimia Nervosa e il Disturbo da Alimentazione Incontrollata compaiono maggiormente con la crescita (adolescenza e prima età adulta). Come si evince da questo articolo aggiornato al 09/03/2023 a cura di Giulia Spina Unità Operativa di Pediatria Generale in collaborazione con Bambino Gesù Istituto per la Salute, uno studio della Società Italiana di Pediatria ha evidenziato come la pandemia da Covid-19 abbia incrementato lo sviluppo dei DCA in bambini ed adolescenti con il 78.4% negli accessi in pronto soccorso. Isolamento e distanziamento sociale hanno contribuito a trasformare i social media nelle uniche finestre sul mondo in cui i teenagers hanno visto proposti modelli di magrezza e bellezza inarrivabili, influenzando la percezione fisica e psicologica del singolo. Studi recenti hanno dimostrato come si siano diffusi in rete immagini e video pro-anoressia. La colpa è quindi unicamente dei social media? Sicuramente no ma certa è l'influenza che questi possono aver avuto su situazioni già delicate, rafforzando la fragilità di una salute mentale già precaria e aggravandone la sintomatologia.
beatricefocardi

Smartphone and social media use contributed to individual tendencies towards social med... - 2 views

  •  
    Questo articolo riprende un'estratto dal manuale " Addictive Behaviors" a cura di Davide Marengo ,Matteo Angelo Fabris, Claudio Longobardi e Michele Settanni. Che hanno voluto evidenziare come l'uso degli smartphone e dei social media negli adolescenti italiani, sia peggiorato durante la pandemia di Covid-19 e su come l'istruzione a distanza abbia incrementato ancora di più a una dipendenza dai social media e quali in particolare. Secondo la teoria della compensazione sociale (Valkenburg, Schouten, & Peter, 2005), quando gli adolescenti percepiscono la loro realtà come socialmente deludente , possono ripararsi dietro ai social media come alternativa per mantenere e formare nuovi legami sociali (Badenes-Ribera et al. , 2019, O'Day e Heimberg, 2021). Quindi se da una parte internet accorcia le distanze e riduce la solitudine dall'altra il rischio di dipendenza dai social media si trova dietro l'angolo. Uno studio ha condotto un'esperimento su un campione da 765 adolescenti italiani tra maschi e femmine , che hanno riferito di utilizzare lo smartphone in particolare le piattaforme : Instagram , Snapchat , Telegram , Youtube ,WhatsApp, Tik Tok , Twitter. I risultati hanno riportato che tutti i soggetti che usufruiscono solamente delle piattaforme : WhatsApp, Youtube hanno una minore dipendenza dai social , rispetto ai coetanei che utilizzano piattaforme come : Instagram, Twitter, rivelandosi i più forti predittori della dipendenza dai social media seguiti poi da Facebook e Tik Tok. Concludendo che però l'applicazione più avvincente di tutte durante la pandemia è stata Tik Tok ,mettendo senza dubbio in ombra altre app popolari con offerte visive simili.
tizianocausin

Epistemic responsibilities in the COVID-19 pandemic: Is a digital infosphere a friend o... - 3 views

  •  
    Nel paper da me riportato (datato marzo 2021), gli autori si interrogano sulle responsabilità degli intermediari digitali ai tempi del COVID-19. Per arginare la pandemia, molti governi hanno adottato delle misure restrittive volte a limitare i contatti interpersonali. Anche per questo motivo i media hanno ricoperto un ruolo, se possibile, ancor più rilevante nell'acquisizione, analisi e produzione delle informazioni su larga scala. Da un lato ci sono state la preziose collaborazioni internazionali tra moltissimi ricercatori scientifici di tutto il mondo nel tentativo di "addomesticare" il virus; dall'altro, questa dipendenza strutturale dalle informazioni online ha prestato il fianco ad un'enorme ondata di misinformazione e disinformazione. Accanto alla pandemia, è quindi proliferata l'infodemia. Vista l'imponente mole di dati prodotti dal sistema, per il cittadino comune è divenuto molto difficile decidere a quale fonte affidarsi. Siccome gli intermediari digitali intervengono proprio in questo processo di scelta (semplificando la complessità per renderla comprensibile e modificando la presentazione delle informazioni in modo personalizzato), gli autori ritengono che sia necessario istituire delle politiche di regolamentazione etica in tema. Propongono, ad esempio, un sistema di valutazione dell'affidabilità delle fonti. Questo genere di interventi a supporto del consumatore, sarebbe determinante per la buona riuscita dei provvedimenti statali volti a contrastare il COVID-19 (tra questi, la campagna vaccinale).
astrobaldo

I media ai tempi della pandemia - 12 views

Dovendo stabilire i rischi ed i benefici delle informazioni dei media mi è sembrato opportuno paragonarlo ai tempi della pandemia da covid.La domanda che sorge spontanea e' se i media hanno dato in...

started by astrobaldo on 09 Oct 24 no follow-up yet
marmandi

Il punto di vista dei genitori sull' uso dei media da parte dei bambini durante la pand... - 2 views

  •  
    La chiusura delle scuole ha portato i bambini a trascorrere più tempo davanti ai media rispetto al passato, anche a causa della didattica a distanza. L'obiettivo di questa ricerca, è quello di capire come i genitori hanno affrontato questa nuova situazione e come percepiscono il consumo dei media da parte dei loro figli. La pandemia covid-19 ha portato profondi cambiamenti e i genitori si ritrovano a ricoprire il ruolo di "insegnanti" dei loro bambini.. Gli autori di questo studio Petra Ambrožová, Petra Eisenkolbová, Iva Junová, Leona Stašová svolto presso University of Hradec Králové (REPUBBLICA CIECA), hanno esaminato 191 genitori con bambini di età compresa tra 6-15 anni. I genitori si differenziavano in base all' età, al livello di istruzione, al tipo di lavoro. La ricerca è stata effettutata durante il periodo del primo lockdown (marzo 2020). I risultati dimostrano che l'87% dei genitori dedicano più tempo ai bambini, grazie al lockdown, l' 81% dei genitori è convinto che il tempo che i propri figli spendono nell'uso dei media sia aumentato, il 43% aiuta i propri figli ogni giorno nell'apprendimento online indipendentemente dal tipo di lavoro, il 57% dei genitori non ha modificato l' utilizzo dei media durante il lockdown e le regole con i propri figli e infine per quanto riguarda il tempo libero, il 60% delle famiglie preferisce passarlo all'aria aperta o passeggiando. In conclusione, l'articolo è molto interessante e dimostra l'importanza dell'educazione ai media. I genitori devono essere in grado di combinare al meglio il lavoro con la cura quotidiana dei loro bambini. I genitori devono diventare " insegnanti efficaci". Bisogna educare e sostenere le famiglie verso una partecipazione attiva nell' influenzare la produzione e la diffusione di programmi di qualità per tutte le età, in modo da rendere l'uso dei media da parte dei bambini, il più proficuo e responsabile possibile.
nazarenatrimboli

Tecnologia piu' condivisione: così si può fare buon e-learning - 6 views

  •  
    In questo articolo emerge, in modo inequivocabile, l'importanza, o meglio, come sia stato indispensabile ricorrere al digitale per garantire un minimo di normalità nella vita di tutti. La pandemia ha sconvolto repentinamente le nostre abitudini ed i nostri inesorabili ritmi costringendoci, chi più e chi meno, ad adeguarci. Possiamo affermare, in termini di certezza, che con l'uso dei media digitale, siamo riusciti a mantenere i nostri impegni, anche se, come ricorda l'autore, l'esperienza non è nuova e dall'excursus che viene fatto dal dopoguerra a qualche decennio fa, si evince la bontà del mezzo utilizzato che, non può che trovare conferma nei nostri giorni, soprattutto nella scuola con la didattica a distanza. Quindi, è prematuro, da parte mia, dare un giudizio su un processo di cambiamento ancora in atto, pieno di pareri, per lo più discordanti, essendo consapevole che, solo alla fine, si potrà concludere con una valutazione oggettiva. Ciò, però, non mi può esimere dall'esprimere un'opinione. Secondo me, questi strumenti, da un lato, ci hanno messo in condizioni di comunicare e lavorare, snellendo grandemente, il sistema burocratico, ma anche le difficoltà minime dell'organizzazione quotidiana; dall'altro, hanno penalizzato la parte relazionale che non è garantita solo perché si ha la parola, quando il tono della voce viene attenuato dal volume dell'audio e la gestualità confusa dallo schermo. Manca, in effetti, la vivacità dello studio che cammina in stretta correlazione con quella "regia metodologica", a cui si fa riferimento nell'articolo, necessaria affinchè, in particolare, i ragazzi, non debbano essere considerati meri contenitori in cui i docenti riversano nozioni, o soldati che rispondono con coraggio e dignità alla chiamata. Per alcuni versi, la DAD potrebbe creare delle situazioni di comodo, che si manifestano con la scelta di ogni studente di cercare delle scorciatoie per una buona interrogazione o
michelegiaconi2

View of La didattica universitaria a distanza durante e dopo la pandemia: impatto e pro... - 18 views

  •  
    Anderson: definisce la didattica online come una tra le tante possibilità di insegnamento e apprendimento attualmente esistenti, avente come peculiarità la possibilità di offrire un accesso all'esperienza educativa più flessibile per quanto riguarda gli spazi e i tempi, dal momento che non implica la compresenza in un determinato luogo di docente e discenti e contempla la fruizione asincrona; tale caratteristica le consente di essere potenzialmente accessibile a un numero incredibilmente elevato di utenti, raggiungendo soggetti ai quali la frequenza a forme in presenza sarebbe preclusa, per motivi personali, lavorativi, economici, geografici . Sempre secondo Anderson, un ulteriore aspetto che la contraddistingue è il superamento del testo scritto come unico ambiente di apprendimento lineare e la proposta di un approccio multimediale, che sappia "abbandonare la logica sequenziale del manuale" per procedere in modo ipertestuale e reticolare, favorendo l'interazione tra i saperi e una concezione della conoscenza come costante costruzione e ridefinizione attuata dal soggetto in modo attivo, opportunamente sollecitato da stimoli provenienti sia dalla cosiddetta educazione formale, sia da quella informale e non formale. L'efficacia dei percorsi di e-Learning poggia in buona parte sul grado di autonomia che il fruitore sa esercitare e padroneggiare , in quanto egli stesso, libero da controlli e condizionamenti, è responsabile del successo del proprio processo di apprendimento. Arriverà speriamo il prima possibile, il tempo in cui verranno trovate e messe in atto contromisure al coronavirus "Covid-19" e assestamenti organizzativi e logistici efficaci al punto tale da consentire un ritorno alla piena frequentazione delle lezioni in presen
ptoma78uni

Hikikomori Italia - 3 views

  •  
    Questo sito è il portale ufficiale italiano per la sensibilizzazione sul tema dell'isolamento sociale volontario. Come introduzione all'argomento il sito propone una panoramica su chi sono gli hikikomori, dettagliando sia le cause che le conseguenze di questo comportamento anomalo. Nella Home Page troviamo un articolo recente dove viene spiegato come questo periodo di quarantena ha avuto conseguenze sull'isolamento sociale volontario e come queste persone hanno vissuto. Racconta anche quali problemi hanno affrontato gli hikikomori che stavano combattendo contro la propria condizione di isolamento sociale, oppure stava cercando di resiste alla pulsione di ritiro, quelli al primo stadio e quelli che non stavano provando a uscirne. L'articolo chiarisce la differenza tra isolamento volontario e forzato e si sofferma anche sul concetto di solitudine psicologica, proprio perché la pandemia ha in qualche modo "forzato" un isolamento sociale collettivo. Viene anche descritto come la quarantena abbia influito sull'atteggiamento delle persone che vivino intorno agli hikikomori, sia perché le pressioni per uscire da quella situazione si allentano, sia perché potrebbe verificarsi una sottovalutazione del fenomeno con conseguenze anche sulla possibile tempistica di risoluzione del problema. L'analisi prosegue analizzando i rischi del contraccolpo psicologico, l'impatto sulla famiglia della pandemia e della quarantena. Della quarantena vengono citati sia gli effetti negativi che positivi, per esempio la maggiore empatizzazione della società sul fenomeno degli hikikomori. Un'altra sezione del sito è dedicata alle lettere di persone che raccontano le loro storie e la loro vita: queste persone si sentono hikikomori e in questa sezione chiedono aiuto e consigli per affrontare il futuro. Il sito offre anche supporto real time offerto tramite chat diretta con un operatore. L'associazione ha anche una onlus per supportare i genitori e i parenti di persone con
bellimarino

Disparità di apprendimento in tempi di pandemia. La situazione in Svizzera. - 3 views

  •  
    L'apprendimento a distanza non sembra essere risultato completamente efficace, almeno non come unica forma di apprendimento. In questo articolo si è cercato di analizzare la situazione nella realtà delle famiglie in Svizzera. Nonostante le differenze linguistiche e culturali il verdetto sembra essere unanime: la sola didattica a distanza crea o meglio, aumenta, delle differenze di approccio all'educazione scolastica che si ripercuotono senza appello sul livello di apprendimento del singolo studente. La differenza di tempo dedicata allo studio, ma anche la qualità sembrano troppo ampie per poter gestire dei programmi di apprendimento generali. Nota positiva: i genitori hanno aumentato l'apprezzamento del lavoro degli insegnanti e ai ragazzi é mancata molto la scuola come luogo di aggregazione e riconoscimento sociale.
alessandrolillu

Hikikomori e la pandemia COVID-19: non lasciare indietro il socialmente ritirato - 2 views

  •  
    L'articolo approfondisce il rapporto in essere tra la situazione pandemica contemporanea dovuta a Covid-19 e il fenomeno degli adolescenti ritirati, meglio conosciuti come Hikikomori. Viene evidenziato come gli approcci terapeutici utilizzati con questa condizione psicopatologica siano molto scarsi, dovuti principalmente sia ad una mancanza di studi specifici in merito a questo argomento e sia ad aver ritenuto questo fenomeno come ascrivibile al gruppo culturale nippo-asiatico. Questa pandemia sta mutando profondamente le nostre abitudini, si sta passando ad una modalità esistenziale sempre più online da una face-to-face; questo forte cambiamento, in futuro, potrebbe vedere la crescita vertiginosa di casi di Hikikomori tra gli adolescenti. Sono presenti anche dei consigli ai genitori con figli socialmente ritirati (con una notevole promozione di attività all'aria aperta e l'interazione faccia a faccia) volti a scardinare questi comportamenti disfunzionali, che creano notevole sofferenza all'adolescente stesso e, di riflesso, alla sua famiglia.
aspenga

Educazione in tempo di pandemia: riflessioni di studenti e docenti sull\'educazione vir... - 3 views

  •  
    La globalizzazione, l'interattività, l'accessibilità, ha portato ad un maggior utilizzo di internet, dei social network e questo è risultato molto più evidente con la pandemia dove, in ambito scolastico, ha richiesto un apprendimento della media literacy sia per gli insegnanti che per i discenti, portando alla luce anche i disagi associati alla riprogettazione della didattica, alla disponibilità delle risorse telematiche e la necessità di abilità e competenze nel cyberspazio. Gli autori della ricerca proposta "Education in times of pandemic: reflections of students and teachers on virtual university education in Spain, Italy, and Ecuador" hanno effettuato un sondaggio online con risposte da 300 studenti (100 per nazione) e 196 insegnanti di tre università (Barcellona, Torino e Machala) nel periodo tra Marzo e Aprile 2020, per analizzare la percezione dei docenti e discenti in merito all'insegnamento virtuale durante la crisi del Coronavirus. I risultati della ricerca hanno avuto una valutazione negativa per gli studenti che vedono la formazione virtuale associata ad un maggior carico didattico e la necessità che i docenti siano flessibili nel rinnovare le proposte didattiche adattandosi alla trasformazione della società, dall'altra parte gli insegnanti hanno una valutazione meno critica e abbastanza indifferente a questo cambiamente, ma ritengono che sia necessario un aumento delle competenze, non solo strumentali, ma anche di cittadinanza digitale attiva.
spoletti93

L'uso dei media da parte dei musei nell'era della pandemia Covid-19 - 3 views

  •  
    L'emergenza sanitaria dovuta al COVID-19 ha costretto molti musei da un lato a chiudere le porte ma dall'altro è emersa la necessità di aprirsi a nuove forme di comunicazione. Diversi sono stati i tentativi di fornire un accesso differente: molti musei infatti hanno aperto nuovi canali YouTube, proponendo video per bambini con finalità ludiche, e interventi per adulti; molto utilizzati sono stati gli hashtag 'racconto' e 'storia' usati per raccontare opere, collezioni e archivi ricchi di arte; numerose sono state le dirette Facebook attraverso le quali è stata data la possibilità di eseguire veri e propri tour virtuali e di partecipare alle mostre online. Le strategie adottate aprono prospettive forse prima inimmaginabili e hanno consentito di raggiungere un nuovo pubblico, travalicando spesso quei confini localistici che solo la rete ci consente di travalicare. Le organizzazioni culturali hanno sicuramente mostrato un rinnovato impulso all'innovazione, intraprendendo una strada mai effettivamente compiuta, quella della trasformazione digitale, realizzando in poche settimane un programma di proposte e attività destinate a rimodulare in maniera significativa la loro idea di comunicazione, di valorizzazione e di promozione. Fondamentale quindi sarebbe non disperdere lo straordinario impulso al digitale emerso in questi mesi e aiutare anche i musei di piccole e medie dimensioni che costituiscono una parte estremamente considerevole del panorama italiano.
miriam24

Fake news durante la Pandemia da COVID 19 - 8 views

Questo articolo mette in evidenza come durante la Pandemia da Covid 19 siano state diffuse molte informazioni dannose per sconfiggere il virus: Per evitare errori non irrilevanti è necessario esser...

"Fake news" Social Network new media media education nuovi media

Giulia Tocchetti

UN TENTATIVO DI MEDIA EDUCATION: IL CASO DELLE FAKE NEWS DURANTE LA PANDEMIA COVID-19 - 4 views

  •  
    In questo articolo le autrici partono da alcune considerazioni: nell'infosfera in cui ci muoviamo oggi siamo sottoposti più che mai a una grande quantità di notizie, specialmente visto l'irrompere della pandemia globale Covid-19 - per questo, sostengono, è fondamentale sviluppare le capacità critiche degli utenti, affinché possano analizzare tali testi, valutarne l'autenticità, la parzialità e identificare le rappresentazioni che forniscono della realtà: solo così si formano cittadini attivi e consapevoli, capaci di navigare nel nuovo panorama sociale. Nello studio discusso all'interno dell'articolo, in una classe di lingua inglese, di terza superiore, di un istituto bilingue brasiliano, viene effettuato un intervento pedagogico che, sfruttando materiali direttamente presi dal web, si pone l'obbiettivo di stimolare l'occhio critico degli studenti proprio rispetto alle fake news: viene creato un contesto di apprendimento collaborativo dove i discenti sono invitati ad analizzare tali materiali e discutere sul fenomeno della disinformazione online, dando ciascuno il proprio personale contributo. L'obbiettivo dell'articolo è dimostrare la realizzabilità e la fruttuosità di una simile pratica formativa, ai fini di alfabetizzare i giovani in senso ampio e renderli cittadini liberi.
1 - 20 of 52 Next › Last »
Showing 20 items per page