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Home/ Groups/ Psicotecnologie e Processi Formativi - Uninettuno
Alessandro Bigarelli

La pedagogia della postmodernità e i media tecnologici - 4 views

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    Panoramica ben corredata di riferimenti bibliografici contestuali a noi noti: da McLuhan(Psicotecnologie) a Bourdon (Sociologia), con tanta Pedagogia e Antropologia. La scuola dovrebbe prendere definitivamente atto che i nuovi media sono in grado di creare immaginari stra-ordinari, che modellano, plasmano ed educano gli individui (nuovo senso della soggettività). Di conseguenza, l'individuo dovrebbe essere educato ai media (cuore della New media education) in quanto educazione alla fruizione con l'obiettivo di costruire una "cittadinanza digitale".
CARMEN FALCONE

Il grande muro di stelle una suggestiva immagine di Piero Fantastichini che rappresen... - 2 views

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    Taggare è Il sistema di classificazione dei contenuti presenti sulla rete attraverso una parola chiave .Ogni informazione: un post,un blog,un video, una foto, un link, viene generalmente associata ad una categoria. Il tag è una categorizzazione che nasce dal basso. Gli utenti possono navigare nei contenuti attraverso i tag messi dagli autori e possono, a loro volta, inserire dei tag di fruizione .Si creano categorie personali e una costruzione collettiva del sapere tramite una collaborazione spontanea e collaborativa, che porta come risultato ad una forma di intelligenza connettiva e che trova nel tag il suo elemento centrale. Organizzare i tag in strutture gerarchiche è un modo di procedere simile a come il nostro cervello elabora le informazioni tramite strategie cognitive di classificazione e selezione.
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    Questo contributo è molto adeguato rispetto ai contenuti del corso ,in quanto giustamente riferendosi alla definizione di taggare cita i concetti di: parola chiave, classificazione che nasce dal basso, possibilità per gli utenti di navigare agevolmente tramite i taggs e di inserirne di nuovi, personali, costruzione collettiva del sapere, collaborazione spontanea. I contenuti e le informazioni sono corretti e si completano con la metafora esplicativa finale tra la classificazione tramite tag e quella effettuata dal nostro cervello.
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    Ormai il tagging è all'ordine del giorno. Tutti attraverso Blog, Web, Social network taggano, creano e commentano tag. Come dice il professor De Kerchkove il medium è il tag, è partito tutto dal medium e poi con l'economia mobile si è avuto uno sviluppo forte dell'ambiente del tag tramite connettività, interattività
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    Il contributo è appropriato rispetto al contenuto del corso in quanto rispecchia le classificazioni di tagging fornite, con particolare riferimento al metatag, a cui l'articolo si riferisce. L'opera unisce la tecnologia e l'arte moderna, richiamando "una forma di intelligenza connettiva" giustamente citata dal contribuente.
valeria de luca

Tonino Cantelmi "Esserci, con e per progressione magnifica. La riscoperta del... - 2 views

Esserci, esserci-con, esserci-per: questa è la "progressione magnifica" che permette di partire da un Io (l'esserci), per passare ad un Tu (l'esserci-con) e infine giungere ad un Noi (l'esserci-per...

started by valeria de luca on 12 Mar 12 no follow-up yet
ale_p

TELeurope: Grand Challenges - 2 views

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    The scientific work of STELLAR is conceptualised within a 'Grand Challenge' Framework, organised around the three themes, Connecting Learners, Orchestrating Learning and Contextualising Learning. This framework provides structure for our thinking towards developing 'Grand Challenge Problems'. These are problems that foster scientific and technological innovation to solve key problems in technology enhanced learning.
Valeria Vangone

WRO 01: Erkki Huhtamo "Elements of Screenology" - 2 views

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    Elements of Screenology. A covered framework, partition, or curtain, either movable or fixed, which serves to protect from the heat of the sun or of a fire, from rain, wind, or cold, or from other inconvenience or danger, or to shelter from observation, conceal, shut off the view, or secure privacy; as, a fire-screen; a folding-screen; a window-screen, etc.; hence, such a covered framework, curtain, etc., used for some other purpose; as, a screen upon which images may be cast by a magic lantern; in general, and shelter or means of concealment.
Sara Bertola

Web Design e apprendimento nei bambini - 2 views

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    Da una ricerca pubblicata sulla rivista "Piscologia & Marketing" è emerso che l'interfaccia grafica di un sito web influisce sul modo di assimilare le informazioni da parte dei bambini (meppe di contenuti facilitano l'apprendimento nei bambini da 7 a 9 anni, liste di contenuti facilitano l'apprendimento nei bambini da 10 a 13 anni)
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    L'uso delle interfacce grafiche è utilizzato anche per i bambini con problemi specifici dell'apprendimento in particolar modo la dislessia, il problema dei saccadici con questi strumenti permette di migliorare la fase di lettura, variando con l'esercizio le dimensioni e le distanze dei caratteri
rosalba furnari

Intervista a Derrick De Kerckhove: l'intelligenza della blogosfera - 2 views

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    l'erede intellettuale di McLuhan, parla di blog, politica, tagging, intelligenza connettiva e del futuro della comunicazione mediata dalle tecnologie.
Giuseppe Del Grosso

Cognizione distribuita - 4 views

Molti trovano alquanto strano parlare di cognizione distribuita perché sono abituati a ritenere l'atto intellettivo e cognitivo un fatto personale, individuale, interno. D'altra parte sono abbastan...

started by Giuseppe Del Grosso on 24 Apr 12 no follow-up yet
Mauro Rossi

Creative brains imagine a smarter tomorrow - 2 views

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    The graduate students at New York's Interactive Telecommunications Program - also known as the "centre for the recently possible" - barely think about the present. They are on a mission to explore the use of today's communications technologies - and how they might augment, improve and bring art into people's lives tomorrow. Often defined as "an art school for engineers or a tech school for artists", ITP is a two-year graduate programme at the Tisch School of the Arts, and is the birthplace of successful applications like FourSquare. It is a place where almost a decade ago, students were already working on how to connect social media and mobile devices. Every semester, the school opens its doors to showcase its students' most innovative ideas. This year many projects focus on the interaction between body and virtual world, using the body as the controller.
Giovanni Acunzo

McLuhan predice '"connettività mondo" - 2 views

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    Breve video (in lingua originale) in cui Marshall McLuhan predice in un'intervista alla CBC la connettività che in futuro caratterizzerà il mondo
Giuseppe Del Grosso

Intelligenza emotiva e e-learning - 2 views

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    Intelligenza emotiva e e-learning ShareIl coinvolgimento e la motivazione dei corsisti, anche di quelli più "difficili", interessati solo all'ottenimento del titolo rimane una delle problematiche che il progettista e-learning deve affrontare. (pubblicato originalmente su Idearium) PROGETTAZIONE E-LEARNING PER VALORIZZARE L'INTELLIGENZA EMOTIVA: STRATEGIE PER L'APPRENDIMENTO IN RETE di G. R. Mangione e C. Policaro Dallo schema narrativo … Per rendere conto dell'organizzazione di corsi per l'apprendimento in rete, è utile punto di partenza il confronto con la semiotica (Propp,1996) dal quale ricaviamo la definizione di "racconto" come sequenza di episodi formali interdefiniti, dotati di un senso, di una direzione[1] e ci domandiamo in che misura è possibile che l'articolazione dello schema narrativo caratterizzi anche un corso e-learning? La Morfologia della fiaba indica la ricorrenza di tre grandi prove: una prova qualificante nella quale il soggetto si rende competente, atto a fare, attraverso esami e riti di iniziazione; una prova decisiva nella quale il soggetto si realizza compiendo un certo numero di azioni; una prova glorificante nella quale il soggetto ottiene il riconoscimento di ciò che ha fatto, e di conseguenza di ciò che è. L'eroe vi si deve sottoporre (Floch, 1997), e dalla articolazione delle stesse prende forma una storia completa. Appare evidente una correlazione con un corso di formazione in rete. La prova qualificante ha l'obiettivo di qualificare il corsista, suggerendo un punto di partenza che rispecchi le sue conoscenze pregresse. La prova decisiva rappresenta il cuore della didattica on line che cerca di utilizzare al meglio le potenzialit? delle nuove tecnologie e coinvolgere l'utente mediante la partecipazione attiva all'interno del percorso formativo condiviso con altri utenti, sia attraverso uno storyboarding con intreccio narrativo in prima persona, sia attrave
Enza Avino

Aspetto semantico delle folksonomies - 2 views

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    "Questa sera si cataloga a soggetto. Breve analisi delle folksonomies in prospettiva bibliotecaria" E' il titolo di questo interessante articolo sul valore semantico del tagging e delle prospettive - anche pratiche - nel campo della catologazione del sapere
Barbara Bellot

cos'è un learning object - 2 views

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    descrizione un po' datata ma, a mio avviso, sempre valida su cos'è un learning object per capire le sue potenzialità didattiche.
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    E' una risorsa molto importante, fruibile via web e usato nei contesti di apprendimento per un unico obiettivo didattico; questa è come lo si definisce, è similea dei piccoli CD multimediali, si discostano poco dalle pagine di un libro a schede e poi anche dotato di verifiche test.Solo che ho letto che questa risorsa ci sarà ancora da lavorare per essere resa secondo come viene c definita.
Walter Tabbi

Il Cervello Multi-Tasking - 16 views

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    Si dice che Napoleone fosse in grado di fare cinque cose contemporaneamente. In particolare, sembra fosse in grado di dettare ai suoi segretari fino a cinque lettere, saltando dall'una all'altra senza perdere il filo del discorso.
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    Non conosco le straordinarie capacità di Napoleone. Sarà stata la sua epoca diversa! La nostra è una condizione ben diversa per alcuni ricercatori che hanno stabilito che un uso eccessivo della tecnologia è pericoloso come una dieta ricca di zuccheri o grassi. Il principale artefice è il multitasking, che sottrae attenzione nei compiti di tutti i giorni e peggiora le prestazioni cerebrali.
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    Ribadisco quello che ho detto più su: non dettava cinque lettere contemporaneamente (neanche gli sciamani siberiani riescono ad emettere più di due suoni contemporaneamente!). Semplicemente passava da un dettato all'altro. Ma davvero ci avrebbe messo di più, dettando una dopo l'altra le cinque lettere? Davvero ci mettiamo di più, se facciamo le cose una dietro l'altra, anziché una incastrata nell'altra? Non voglio dire che io ci riesca, ma mi chiedo se non sarebbe meglio vivere così. Quanto c'è di reale necessità e quanto invece di fuga?
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    Si è tentati di dire che il nostro cervello non va al passo coi tempi. Una ricerca della Carroll School of Management di Boston firmata da Adam Brasel e James Gips sentenzia che il multitasking non può che distrarre. Per arrivare a questa conclusione, i ricercatori - che hanno pubblicato i risultati sulla rivista Cyberpsychology, Behavior and Social Networking -hanno registrato lo sguardo di un gruppo di volontari che utilizzavano contemporaneamente televisione e computer, senza alcun vincolo. Spiega Brasel: "ci aspettavamo che l'utilizzo simultaneo di questi due mezzi portasse a una riduzione dell'attenzione, ma non credevamo fino a questo punto. In 27 minuti i volontari in media hanno spostato 120 volte gli occhi da uno schermo all'altro, senza peraltro rendersene conto: quando abbiamo chiesto loro quante volte erano passati dalla TV al Pc e viceversa, hanno dichiarato di averlo fatto una averlo fatto una quindicina di volte al massimo. Dieci volte meno rispetto a quanto era accaduto in realtà. E pur togliendo gli sguardi rapidi, di durata inferiore a un secondo e mezzo, restano comunque 70 cambi di attenzione nella mezz'ora di test". Stando a quanto afferma un'altra ricerca, questa volta francese, l'organo che garantisce tutte le nostre attività non riuscirebbe a pensare o a compiere più di due azioni per volta. Quantomeno non riuscirebbe a farlo senza scadere nella mediocrità. A sostenerlo, ricercatori guidati da Sylvain Charron dell'Institute National de Santé et de la Recherche Medicale e da Etienne Koechlin dell'Ecole Normale Supérieure di Parigi, i quali hanno pubblicato i risultati ottenuti sulla prestigiosa rivista Science. Correre dietro a decine di cose - scrivere una mail, rispondere al telefono, ascoltare musica - nello stesso momento crea un deficit di concentrazione e un abbassamento dei livelli di attenzione, con il risultato che molte cose e informazioni ci scivolano addosso senza incidere in profondità. Secondo i ricercato
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    Fare troppe cose insieme non è così produttivo, troppe cose e fatte male. L'eseguire diverse attività contemporaneamente comporta una eccessiva frammentazione delle attività, danni per la produttività e per i rapporti interpersonali. A Alcuni studi hanno messo in evidenza che il cervello sia in grado di eseguire bene solo due attività.
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    Anche a lavoro, adesso, fanno molti corsi sul tema dei danni del multitasking e di quanto sia importante eseguire le attività più o meno in serie, pianificandole, senza "distrazioni laterali" che fanno perdere tempo e deconcentrano... come rispondere al telefono, ascoltare un collega, leggere una @ mentre si scrive una relazione... anche se, in realtà, spesso siamo costretti a tutto ciò e, dunque,.... come si fa? Il compromesso, la soluzione ideale per tutto!
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    L'articolo che propongo è una sintesi degli studi di Koechlin, il quale conclude che il cervello non è fatto per il multi-tasking. Conclusione opposta rispetto agli studi condotti da Gary W. Small, Susan Y. Bookhaiemer e Teena D. Moody e illustrati da De Kerckhove. Secondo questi ultimi, infatti, la struttura del cervello dei giovani sta cambiano in quanto questi, essendo di fatto multitasking, stanno sviluppando maggiormente i neurotrasmettitori. Koechlin, viceversa, ritiene che il multitasking non sia congenitamente possibile se non al prezzo di risultati insoddisfacenti. Cosa ne pensate?
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    La tecnologia e le invenzioni, nei secoli, hanno permesso all'uomo di realizzare le proprie "fantasie". Le tecnologie, infatti, vengono in aiuto e nascono per un determinato scopo, per servire l'uomo, per aiutarlo a superare limiti non solo fisici. La nascita e lo sviluppo della rete, è uno degli usi del computer, una macchina che nasce anche per superare i limiti del nostro cervello. Oggi siamo giunti a quel processo che determina l'esteriorizzazione della mente, spostandosi dal soggetto allo schermo, dalla rappresentazione della mente divisa in 3 spazi : fisico, mentale e virtuale, che trova come luogo d'incontro lo schermo. Sembra però che tutto questo non basti più, l'uomo non vuole restare più in "cabina di regia" vuole appropriarsi delle tecnologie e integrarle nel suo corpo, sperimentare dal vivo queste esperienze. Come fa Stelarc da buon sperimentatore estremo, nel suo caso la tecnologia non è vista come qualcosa di opprimente e castrante, bensì come mezzo per amplificare l'azione corporea ed arrivare alla costruzione di un "organismo nuovo", un cybercorpo..... http://www.edueda.net/index.php?title=Stelarc Il nostro cervello multitasking ? Personalmente, non penso si possa essere in grado di potere dare la giusta attenzione a più problematiche contemporaneamente, quindi svolgere più attività che richiedano la necessità di prendere decisioni . E' vero, ci sono gesti abitudinari che diciamo "scorrono in pieno automatismo", ad es la mattina mi trovo a guidare l'auto e fare in contemporanea altre cose, parlare, ascoltare la radio, tf, lo faccio ormai istintivamente, tanto che a volte mi trovo a percorrere la stessa strada (sbagliando), anche se dovevo andare da un'altra parte!!!. Morale sono tutte cose ripetitive e istintive, ormai memorizzate, che non prevedono "percorsi agionati". Penso che in futuro, le new generation, potranno
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    Oggi siamo tutti multitasking: le donne indaffaratissime a dividersi tra lavoro, casa e famiglia; i giovani studiano con il pc da un lato ed il telefonino dall' altro; al lavoro ci si divide tra telefono fisso, mobile, e_mail etc. Ma l' essere umano ed il suo cervello si abituano a tutto. E' ovvio che se si fanno tante cose contemporaneamente se ne perde in qualità ma, dove davvero occorre raggiungere risultati che siano "validi", basta un pizzico di volontà e concentrazione in più ed il gioco è fatto! Speriamo....
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    Interessante è leggere l'articolo nel sito riportato http://www.mindcheats.net/2012/01/il-multitasking-e-una-droga.html Si parla del fatto che il mulitasking può diventare una vera droga. Il cervello è fatto per concentrarsi.Fare più cose contemporaneamente manda in tilt il cervello. Si molto probabilmente dobbiamo riflettere su questo aspetto, non è forse meglio puntare sulla qualità piuttosto che sulla quantità di cose effettuate male?
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    Riporto la parte finale del commento che nel post precedente viene "troncata" ( forse per limite max di caratteri) Penso che in futuro, le new generation, potranno "studiare" come meglio organizzare i propri cervelli, in modo da potere svolgere, contemporaneamente + azioni complesse, forse anche con l'aiutino dell'innesto di un bel "scheduler" e perché no un bel po' di "memoria" che può sempre servire.
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    Il problema del multitasking è la dipendenza che crea. Chi si abitua a fare più cose contemporaneamente ogni giorno farà fatica a staccarsi dall'abitudine e pertanto anche quando dovrebbe concentrarsi o prendersela con calma, non riesce a focalizzare l'attenzione laddove veramente servirebbe. Il cervello ha una specie di centro di controllo, all'interno del quale vengono smistate le informazioni e viene deciso come e quando processarle ma la nostra mente nella storia della sua evoluzione non si è mai trovata a dover fare i conti con una così grande mole di dati e informazioni, e se non stiamo attenti potrebbe addirittura andare in tilt.
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    Un secondo contributo alla ricerca sul funzionamento del nostro cervello. Nel precedente intervento avevo sostenuto che più ricerche avevano dimostrato che il cervello umano non è strutturato per operare in multitasking. Alcuni individui possono, ma sono una minoranza (circa 3 su 100) poiché la maggioranza registra cali di attenzione e di concentrazione. L'articolo che allegho in questo secondo intervento, spiega al meglio il motivo delle nostre risposte cognitive monotaking.
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    riguardo il discorso multitasking devo raccontare un episodio che vivo quotidianamente da circa 4 giorni... fa un pò ridere ma credo che sia esemplificativo di quanto siamo immersi nel mare delle tecnologie... sto facendo l'aerosol appunto da 4 giorni: il mio apparecchio per farlo però è un pò vecchio: cioè appena lo accendo il tubicino che collega la struttura alla boccetta, si toglie al gettito d'aria. In pratica con una mano devo reggere il tubicino e con l'altra la mascherina che ho alla bocca: immaginate che in tutto questo io non posso nè usare il pc, nè rispondere a un sms, nè guardare la tv perchè fa rumore... posso dire che sono un "carcerato dell'aerosol"?. questo esempio pietoso lo riporto spiegandolo: almeno io, ormai, uso pc, iphone e tv insieme: è diventata routine rispondere a mail contemporaneamente a sms guardando la tv o ascoltando musica...e quando ti ritrovi nell'impossibilità di farlo, soffri... come si fa a dire che il nostro cervello non è strutturato per operare in multitasking? mi chiedo cosa cavolo facesse anni fa, quando facevamo una sola cosa alla volta!!! :)
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    Ho trovato molto interessante questo articolo dello psicologo, psicoterapeuta e giornalista Francesco Albanese, direttore della rivista on line "neuroscienze.net" - http://www.neuroscienze.net, in cui si parla di "cervello multitasking". Si dice che Napoleone fosse in grado di fare cinque cose contemporaneamente. In particolare, sembra fosse in grado di dettare ai suoi segretari fino a cinque lettere, saltando dall'una all'altra senza perdere il filo del discorso. Di testimoni oculari in grado di confermare questa sua capacità oggi non ce ne sono più e pertanto non sappiamo quanto di questa affermazione sia leggenda e quanto verità, anche se in definitiva la questione non appare poi così improbabile. La cosa certa è che l'imperatore francese non sapeva che ai giorni nostri questa sua capacità avrebbe preso il nome di multi-tasking. Parlando di multi-tasking oggi giorno viene automatico associare al termine la parola computer ed inevitabilmente ci troviamo a pensare al cervello umano. Ma il triangolo che abbiamo ottenuto Cervello-Computer-Multitasking è veramente una figura chiusa? oppure no? Certamente il nostro cervello, diversamente dal computer, non ha il tasto reset! Buona lettura
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    Trovo estremamente chiari i contenuti dell'articolo. Il nostro cervello, contrariamente al computer, è in grado di ragionare e di mettere in campo azioni non previste in precedenza.
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    un articolo davvero interessante che ha dato risposte ad alcuni dubbi relativi al nostro cervello. Il computer è chiaro che lavora in sequenza, il multitasking in realtà si realizza grazie alla spaventosa velocità di elaborazione di una CPU che ci fa vedere tanti task che funzionano contemporaneamente quando in realtà il dispatchere presenta alla CPU i task singolarmente uno dopo l'altro per farne eseguire un po'. L'estrema velocità di ogni pezzo di processo da l'impressione che tutto si svolga fluidamente e in modo esclusivo. Basti pensare ad un pc non molto potente che ha un video in esecuzione e opero una pesante copia dati da disco esterno; la CPU non regge il carico e si vede la velocità di trasferimento dei dati calare drasticamente e si noterà soprattutto che il nostro video va a scatti. Interessante capire invece come funziona il nostro cervello, che anche quando facciamo più cose nello stesso tempo, al massimo riusciamo a farne due, perchè appena il numero delle attività cresce si abbassa la soglia di attenzione e facciamo male tutto. Questo non è ancora chiaro se deriva dal fatto di avere due emisferi. a tale proposito interessante l'articolo di Italiasalute.it http://www.italiasalute.it/news.asp?ID=10366
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    Interessante articolo che affronta il tema del multi-tasking anche rispetto alle modalità di funzionamento del cervello umano
ornella corrado

Nuovi orizzonti del Collaborative learning nell'era del Web 2.0 - 2 views

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    Il processo educativo degli individui è influenzato da diversi fattori tra cui l'ambiente.Oggi l'interpretazione del termine ambiente come luogo ben preciso e delineato potrebbe risultare troppo restrittiva, è necessario infatti considerare che con l'avvento di Internet, lo spazio (inteso come ambiente) si è contratto a tal punto che le distanze si sono completamente azzerate.......
Antonella Schiavone

Le donne multitasking - 2 views

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    Nei giornali, nelle notizie e anche nel cinema sono sempre più frequentemente rappresentate le donne multitasking, costrette da un'impari ripartizione del lavoro ad occuparsi di più impegni contemporaneamente. dati Istat sulla 'divisione dei ruoli nelle coppie' sono una pesante conferma dell'esistenza delle donne multitasking che hanno una giornata lavorativa fatta di 27 ore durante le quali gestiscono in parallelo: computer, telefono, casa, cucina e cura dei figli, senza contare il tempo speso per gli spostamenti. Il multitasking viene sostenuto e alimentato da una divisione asimmetrica del lavoro familiare che è presente trasversalmente in tutto il Paese e che peggiora quando sono presenti dei figli. Anche la cura dei bambini non è gestita in modo paritario, dato che ad oggi, i papà mediamente passano meno tempo con i propri figli. Oltre ai dati sociologici le ricerche cercano di spiegare come le donne affrontino la sfida del multitasking. AstraRicerche ha messo in luce che le donne sarebbero dotate di una maggiore 'sensibilità temporale' che le aiuta a scandire in modo più consapevole il ritmo delle proprie attività rispetto agli uomini. L'Università di Stanford mette in guardia, invece, sulle conseguenze di questo tipo di attività. Nel tempo il cervello risente del lavoro in parallelo e fatica a distinguere tra ciò che è importante e ciò che non lo è, impedendo un'organizzazione ordinata delle attività. Anche la concentrazione con il tempo si affievolisce con conseguenze su tutte le attività cognitive in cui è coinvolta. Il quadro che ne emerge vede le donne come grandi organizzatrici (anche se queste doti non sono considerate, né valorizzate socialmente o in ambito lavorativo) frustrate che vivono ogni giorno alla rincorsa delle attività. L'altro volto delle donne multitasking è la valutazione negativa che loro stesse danno di questa frenesia che le obbliga a non fermarsi mai, né per godersi ogni singolo momento, né per fe
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    E' una cosa che spesso ho provato, quella di "lasciare indietro la mia anima" perchè faccio troppe cose. Non so se è corretto dire questo, o se è un'affermazione un po' troppo filosofico-teologica! Parlo di anima nel senso di "la più profonda me stessa". Quando do tempo a questa mia anima, perchè faccio le cose lentamente, mi sento in pace con me stessa. Mi sento realizzata. Quando corro come una pazza e faccio mille cose, è come se mi staccassi da me. Come se la parte più profonda di me, che ha un suo ritmo lento, fosse rimasta indietro. Credo davvero che sia il problema di molte donne. Mi chiedo se non sia un'educazione sbagliata o se invece non sia una diversa struttura mentale (cognitiva?) che abbiamo. Osservo le bambine e vedo che sono capaci di fare più cose in un tempo breve, mentre i maschi sono più "tontoloni". Ma è così, o non è la pressione sociale che spinge le bambine ad essere più reattive? Sarebbe interessante capirlo. I bambini "tontoloni" riescono però ad impegnarsi più profondamente in qualcosa e alla fine possono arrivare a risultati migliori. E' come se noi gareggiassimo per il decathlon: facciamo dieci cose contemporaneamente e molto bene, ma speso non arriviamo all'eccellenza in nessuna. E' la nostra struttura mentale, è che abbiamo più interessi o è che siamo più "pressate" dall'ambiente? Un maschio, fin da piccolo, che si concentra su un'unica cosa è accettato, mentre ad una femmina viene imposto di essere "più veloce"? Me lo chiedo da tanti anni. Fatto sta che, quando decido di fermarmi e di concentrarmi su una sola cosa (quando riesco a farlo, il che non è scontato...!) mi sento bene. Con me stessa e col mondo. E' per questo che, in tutti questi miei inserti, critico il multitasking. A me pare semplicemente la follia di questo mondo folle. Tanto, non è vero che facciamo più cose contemporaneamente: siamo solo capaci di fare tante cose, continuando a cambiare attività. Non esiste il multitasking. Esiste solo il time
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    Le donne da sempre hanno dovuto fare più degli uomini per ritagliarsi uno spazio nel mondo lavorativo. Ancora oggi possiamo dire che non esiste la parità dei sessi; e allora per raggiungerla le donne si impegnano tutti i santi giorni non si arrendono e combattono senza dimenticarsi mai che a casa le aspetta un altro lavoro, o più lavori, come la casalinga, la madre, la moglie. Le donne infatti sono multitasker proprio per quello, perché sanno fare più compiti contemporaneamente e tutto nelle 24 ore del giorno. Il problema è che si dimenticano poi di pensare a sè stesse, quindi non si fermano mai e davvero non riescono a godersi ogni singolo momento. Penso a me, che studio alla Uninettuno la sera e nei weekend e durante il giorno lavoro quasi 10 ore. Non ho figli ma comunque una casa da gestire e teoricamente una vita sociale che attualmente non ho o diciamo che non riesco a godermi soprattutto nei periodi di maggior lavoro e di preparazione all'esame, come adesso!
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    Donne multitasking:fino al 70% in più rispetto agli uomini Ottengono gli stessi risultati se si tratta di risolvere esercizi di matematica o se si deve interpretare una cartina geografica, ma sono più brave e ottengono fino al 70% di performance migliori se si tratta di organizzare compiti e pianificare strategie: le donne, rispetto agli uomini, eccellono in strategia, e risultano molto più "multitasking" dell`altra metà del cielo. A sostenere per la prima volta la prova evidente che le donne sono più "multi-compito" degli uomini è Keith Laws dell`University's School of Psychology dell`University of Hertfordshire (Regno Unito): "Nonostante l`idea universale che le donne siano in grado, più degli uomini, di tenere testa a più compiti contemporaneamente, fino a oggi la letteratura scientifica non aveva mai provato questa loro presunta caratteristica", spiega Laws. I partecipanti allo studio - 50 studenti e 50 studentesse dell`università - in otto minuti dovevano risolvere alcuni problemi di matematica, interpretare una cartina, rispondere al telefono, svolgere quiz di cultura generale e pianificare la strategia per il recupero di un`immaginaria chiave perduta in un campo: i ricercatori hanno rilevato che, sebbene i due sessi ottenessero le stesse performance quando si trattava della risoluzione dei compiti di matematica e della lettura delle cartine, le donne ottenevano invece risultati di gran lunga migliori (fino al 70%) quando si trattava di pianificare, sebbene sotto pressione a causa degli altri compiti da svolgere, la strategia per il recupero della chiave. "Lo studio ha rivelato che le donne sono più strategiche degli uomini - conclude Laws -. Siamo rimasti molto sorpresi da questo risultato, dato che diversi studi sostengono le migliori abilità spaziali degli uomini rispetto alle donne". di Miriam Cesta (03/08/2010)
Andrea Andrenelli

Usare il TAG per portare test psicologici e di valutazione sul Web (I parte) - 3 views

Il TAG è uno strumento concettuale ed informatico così diffuso e conosciuto che spesso ci sfuggono molte sue possibilità di utilizzo e ci dimentichiamo della sua reale origine (per lo meno nel mond...

#Tagging

started by Andrea Andrenelli on 13 Jun 12 no follow-up yet
fabio montani

apprendimento percettivo e simbolico - 2 views

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    un richiamo concreto a quelle che sono le applicazioni della tecnologia nella scuola e nell'apprendimento. Forse il passaggio dalla società analogica a quella digitale.
Mauro De Merulis

GARDNER HOWARD Intelligenza Multipla.flv - YouTube - 6 views

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    una traduzione di una interessante intervista sull'intelligenza, l'ho trovata un contributo interessante e chiaro.
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    Veramente molto chiara ed interessante l' intervista a Gardner e la sua teoria delle Intelligenze multiple. Egli identifica su soggetti affetti da lesioni di interesse neuropsicologico diverse tipologie di intelligenza deputata a differenti settori dell'attività umana:logico-matematica- linguistica- spaziale-musicale- procedurale-interpersonale-intrapersonale-naturalistica e quella esistenziale. Grazie
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    Anch'io mi unisco al plauso dei colleghi. Un punto di vista interessante del prf. Gardner.
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    Ciao, confermo molto interessante
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    Intelligenza multipla secondo Howard Gardner
aleksandra ewa uninettuno

.::La città digitale::. Rai Educational Trasmissioni - 2 views

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    Puntata numero 1 La città digitale, la città intelligente Riassunto della puntata: Lo scenario: Nella attuale società di massa, il rapporto tra Cittadino e Stato è venuto a rappresentare un elemento tipico nella stessa caratterizzazione esistenziale dell'uomo contemporaneo: basta considerare l'estensione della produzione artistica ed della discussione filosofica e sociologica relative all'argomento per rendersi conto della rilevanza del tema nella sensibilità post-moderna.
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