Skip to main content

Home/ Psicotecnologie e Processi Formativi - Uninettuno/ Group items tagged sito

Rss Feed Group items tagged

Mannuzza Salvatore

Tagging: una questione di etichette - 12 views

  • homepage appunti al lavoro! scrivere per il web i quaderni del MdS riscritture link glossario litbits caro visitatore blog libri sala stampa home servizi professionali scrittura formazione scrivere per il web Tagging: una questione di etichette di Alberto Falossi Su internet c'è tutto: chi vede il web per la prima volta rimane colpito proprio da questo. È sorprendente trovare siti dedicati a qualsiasi argomento, non importa quanto strambo o di nicchia. Ma in questo mare di informazioni è difficile navigare: trovare un sito, una persona, un'email, può diventare letteralmente un'impresa. Non è un caso che Google abbia fatto la sua fortuna "semplicemente" realizzando un motore di ricerca che funzionava meglio dei concorrenti. Tuttavia, le informazioni sono in costante crescita, e i motori di ricerca tradizionali non sono abbastanza intelligenti da capirne il significato e poterle metterle in relazione tra loro. L'avvento del cosiddetto Web 2.0 – con i (tanti) contenuti generati dagli utenti nei blog, wiki, forum, social network – ha ulteriormente complicato la situazione. È in questo contesto che nascono i tag e il fenomeno del tagging: gli utenti di internet catalogano personalmente i singoli contenuti, applicando delle etichette (tag, in inglese) a siti, blog, post, video, foto, musiche. L'obiettivo è aggiungere alla rete quella intelligenza che un software ancora non può avere, dare un significato preciso ai contenuti e migliorare la ricerca delle informazioni. Questo articolo spiega cosa sono e come si utilizzano i tag.   Cosa sono i tag Un tag è un'etichetta (per esempio: jazz, amici, cucina e così via), che può essere applicata a un elemento, sia esso una pagina web o un file musicale. Può riguardare il genere, l'argomento, l'autore, e in generale qualsiasi parola chiave associata a quel contenuto. I tag servono per ritrovare facilmente i contenuti. I siti e le applicazioni permettono infatti di “cercare per tag” (per esempio "elenca i siti c
  • ossono essere applicati diversi tag allo stesso contenuto, in modo da rappresentarne tutti i suoi aspetti e significati.
  •  
    Categorizzare e Taggare sono le attività basilari per far giungere le le informazioni ad un maggior numero di persone. "Categorizzare", suddividere le informazioni nelle categorie opportune e solitamente sono sezioni stabili; ad esempio se parlo di sport posso categorizzare le varie attività, calcio, golf, ecc. "Taggare" selezionare le parole chiave migliori che devo riconoscere come le più presenti nell'immaginario comune. Nel sito fatto da me per raccontare gli sport principali della mia citta: Http://persicetanacalcio.jimdo.com ho individuato e taggato alcune parole chiave, nomi di squadre, presidenti, categorie e in breve tempo ho portato il mio sito in cima alle ricerche di Google. In questo sito "il mestierediscrivere" ci sono tutte le informazioni sommarie utili a chi vuole scrivere sul web e raggiungere il maggior numero di persone.
  • ...5 more comments...
  •  
    Un articolo esaustivo e di facile comprensione che spiega cosa è il tagging e cosa sono i tag. Nella grande dispensa di internet è ormai indispensabile catalogare ed etichettare ogni prodotto per poterlo identificare facilmente.
  •  
    L'articolo scritto da Alberto Falossi, consulente informatico, esperto di Web 2.0 e nuovi meda, già professore a contratto alla facoltà di Economia dell'Università di Pisa, è semplice ed efficacie. Poche righe che aiutano a comprendere il significato, l'utilizzo e l'importanza del TAG, di un costrutto, ma ancor prima di un concetto, applicabile ai settori più diversi (l'etichetta e l'etichettare o categorizzare). L'utilizzo dei TAG sta prendendo sempre più piede, facilitando le ricerche di quanti navigano in internet e nei social. E' uno strumento la cui diffusione garantirà visibilità maggiore ad argomenti e prodotti (di qualsiasi tipo) semplificando le prassi e riducendo i tempi di ricerca.
  •  
    Trovo particolarmente utile la spiegazione dell'aspetto applicativo, "come scegliere i tag". Perché se è vero che quando scegli un tag è bene mettersi dalla parte dell'utente è anche utile il contrario: Capire come e perché chi condivide del materiale lo etichetta nella maniera più appropriata (dal suo punto di vista) aiuta a capire la funzione e l'importanza dei tag
  •  
    Approfondimento molto interessante sul tema "TAG" aspetto molto importante per utilizzare al meglio le risorse offerte dalla rete.
  •  
    Grazie mille del contributo , ho trovato molto pratico e per me molto interessante, argomenti (prima di questa materia) dei quali prima non sapevo quasi l'esistenza. Molto fruibile.
  •  
    Grazie anch'io lo ritengo un utilissimo contributo anche perchè molto spesso abbiamo a disposizione degli strumenti che non sappiamo sfruttare al meglio anche per attività di uso quotidiano
  •  
    Ottimo articolo,preciso e chiaro
De Rose Mario

Usabilità dei siti web - 2 views

  •  
    Un concetto molto importante è quello dell'usabilitá dei siti web di come l'utente immagina di come dovrebbe essere quel sito web, quindi non è facile per gli inventori dei siti web arrivare a tali compromessi ma se si riesce quel sito avrà un buon successo perché soddisfa l'utente finale
  •  
    Al giorno d'oggi non si può più prescindere dall'usabilità dei siti web perché in rete sono molte, se non troppe, le proposte che ci vengono offerte. Chi desidera fare centro e colpire i potenziali clienti con il suo sito deve renderlo necessariamente usabile. Statisticamente il 45% dei navigatori in rete non vanno oltre la visita superficiale del sito se non ne vengono subito attratti. Questo, nei casi in cui il sito sia commerciale, si traduce in perdite economiche che potrebbero anche compromettere le sorti delle aziende. Io sono del parere che sia necessario investire in questo ambito, per raccogliere i frutti in futuro.
Claudia Sbuelz

How How The Left/ Right Brain Theory Improves The User Experience - 1 views

  •  
    In questo blog si parla della teoria sviluppata da Robert Sperry negli anni 60, relativa alle diverse caratteristiche dell'emisfero sinistro e dell'emisfero destro, il primo più "oggettivo", analitico, razionale, logico, focalizzato, il secondo più intuitivo emozionale, soggettivo, dalla visione d'insieme. Nell'articolo viene trattato l'approccio al web design: nella progettazione di un sito vanno tenute in conto entrambe le disposizioni del nostro cervello: ci vuole la parte logica, le soluzioni più dirette, le informazioni chiare basate sui fatti e i dettagli ben curati e una struttura funzionale di navigazione classica a cui si possa essere già abituati. La parte sinistra decide se un sito web è "amichevole" e utilizzabile. La parte destra viene invece colpita maggiormente dal look e dal design, dai colori o altri elementi estetici, dalle intuizioni geniali e dalla parte emozionale: un segreto è coinvolgere la gente, guadagnare la fiducia, tramite tocchi personali e proponendo parti sperimentali e divertenti. Quindi la parte destra decide se un sito è piacevole e riconoscibile. In pratica vanno usati tutti gli accorgimenti graditi a parte destra e sinistra perché solo così si offre un'esperienza positiva completa a chi visita il sito, tanto da farlo tornare o consigliarlo ad altri utenti.
Marco Tambara

Sull'uso sociale della rete - 0 views

  •  
    Alexis Madrigal è un editorialista responsabile del canale tecnologia per la rivista americana "The Atlantic". Nata nel 1857, la rivista d'opinione si occupa di cultura e letteratura. Nell'articolo l'autore ripercorre le tappe della sua adolescenza "in rete", analizzando i meccanismi che permettono l'aumento della visibilità di un sito. Attualmente l'esistenza di un sito viene veicolata tramite facebook o altri social network che favoriscono questa visibilità.Il meccanismo definito "direct social" si oppone a quello del "dark social" che prende in considerazione quei link che sono raggiunti direttamente. Queste due modalità sono state misurate da una famosa azienda di analisi dei dati in tempo reale: Chartbeat. I risultati hanno evidenziato queste percentuali: 43,5% per il "direct social" e il 56,5% per il "dark social". Attraverso i social network rendiamo pubblici i dati che vogliamo condividere con gli amici.Questa pratica era già in essere prima dell'avvento di facebook & co.ma senza cedere i dati a organizzazioni private.
Massimo Billia

associare categorie e tag ad un articolo - 4 views

  •  
    Nel tutorial postato tutte le istruzioni per organizzare e rintracciare i contenuti sul web. Le categorie servono per classificare i contenuti per argomento e sono sostanzialmente "stabili". Rappresentano quindi uno strumento utile per organizzare le informazioni pubblicate sul proprio sito; ogni nuovo contenuto verrà ricondotto alla categoria di appartenenza, eventualmente articolata secondo una modalità gerarchica a più livelli (es: sport -> tennis). I tag sono in pratica delle "parole chiave" o "etichette" da abbinare ai contenuti pubblicati, operazione questa definita con il termine "taggare". Per una classificazione efficace è indispensabile saper scegliere i tag più appropriati, senza sovrapporre questo tipo di classificazione dei contenuti con quello basato sulle categorie.
  • ...1 more comment...
  •  
    L'attività di tagging di assegnare a documenti parole chiave, dette tags, e di elaborarle è sempre più diffusa. In Italia il sito RadioRadicale.it fu tra i primi ad etichettare i propri contenuti.Molti software per gestire blog supportano gli standard che si sono sviluppati attorno ai tags, in modo che gestendo contenuti si memorizzino subito le parole chiavi.
  •  
    Ripropongo un mio contributo sullo stesso argomento con l'intenzione di aggiungere qualcosa di significativo ad una visione pratica ed a una "chicca storica": #Tagging http://www.infotel.it/it/articoli/tag-e-categorie-due-metodi-complementari.html "Una classificazione dei contenuti non idonea può diventare causa di insuccesso di un sito web. I metodi più utilizzati per rendere ben organizzati e facilmente rintracciabili i contenuti sono la categorizzazione e il tagging: vediamo di cosa si tratta e come utilizzarli al meglio." A tal fine può esser utile una semplice classificazione tra Categoria e TAG. Categorie Servono per classificare i contenuti per argomento e sono sostanzialmente "stabili". Rappresentano quindi uno strumento utile per organizzare le informazioni pubblicate sul proprio sito; ogni nuovo contenuto verrà ricondotto alla categoria di appartenenza, eventualmente articolata secondo una modalità gerarchica a più livelli (es: sport -> tennis)." Tag Sonodelle "parole chiave" o "etichette" da abbinare ai contenuti pubblicati, operazione questa definita con il termine "taggare". Per una classificazione efficace è indispensabile saper scegliere i tag più appropriati, senza sovrapporre questo tipo di classificazione dei contenuti con quello basato sulle categorie. Un utilizzo complementare dei due metodi è possibile, e nasce dalle rispettive specificità:      - le categorie sono classificazioni per argomento a livello macro (generale);      - i tags sono classificazioni per argomento a livello micro (specifico). Entrambi i metodi, essendo classificazioni per argomento, riguardano il singolo contenuto o articolo.      - Categorizzare significa individuare per il singolo articolo la giusta categoria, tra quelle esistenti;      - Taggare significa applicare al singo
  •  
    Nella pagina web allegata vengono spiegati in modo semplice le definizioni di categorizzazione e tagging, in che modo procedere e gli accorgimenti da prendere
lucacivitelli

Tag e marketing online - 0 views

Anche nel mondo del marketing online i tag rivestono una importanza sempre crescente. La gestione dei tag risponde alla necessità di misure di marketing più agili e di un tracciamento delle attivit...

#Tagging

started by lucacivitelli on 10 Jan 18 no follow-up yet
Rocco Massimo Palumbo

Un modo per fare "Conoscenza distribuita" - Condividere un tag cluod Diigo su un sito e... - 5 views

  •  
    Anche questo è un modo di realizzare "Conoscenza diistribuita"! Ho utilizzato uno dei web services messi a disposizione da Diigo, "Tagrolls" per pubblicare una "tag cloud" su un sito da me realizzato qualche anno fa. Ovviamente la tag cloud è gestita e aggiornata automaticamente da Diigo. N.B. Il sito è stato realizzato con un sistema di CMS (Content Management System) per supportare un'idea personale che per vari motivi non sono più riuscito a portare avanti così come era nei miei progetti. Per chi fosse interessato mi offo e offro il mio sito come "Cavia" per analisi e considerazione sull'usabilità, ergonomia, etc, etc.
Giacomo Parrini

Progettazione orientata all'usabilità - 1 views

  •  
    L'articolo introduce il concetto di usabilità, facendo riferimento in particolare a linee guida utili alla realizzazione di un sito web che sia fruibile a tutti, facendo leva su elementi che catturano l'attenzione del visitatore: design accattivante, link organizzati gerarchicamente, informazioni riguardanti l'autore e la dimensione spazio-temporale dei contenuti. E' particolarmente utile, al momento della realizzazione di un sito internet, tenere presenti una serie di passaggi fondamentali: - Definizione dello scopo: quali sono le aspettative dei potenziali visitatori? le risorse dovranno ovviamente soddisfare le aspettative e fornire al lettore anche qualche elemento in più, in modo tale da coinvolgerlo direttamente e motivarlo ad un ulteriore approfondimento. - Definizione delle risorse: come ogni articolo giornalistico che si rispetti, anche un sito web deve presentare l'autore e collocare i contenuti in un contesto spazio-temporale specifico. - Definizione della struttura:si tratta di creare una struttura in cui i link sono collegati tra loro e organizzati gerarchicamente, in modo da rendere note al lettore le macrocategorie e le sottocategorie in cui è collocata l'informazione di suo interesse. - Definizione dell'interfaccia:un design elegante e ben strutturato è indispensabile ad orientare il visitatore alla navigazione. I contenuti testuali al suo interno inoltre, devono essere chiari e leggibili, per rendere capace l'utente di raggiungere con facilità e rapidità tutto ciò che desidera.
Alessandro Bambini

Uno strumento di successo per un sito web: avere un'ottima guida ai contenuti - 0 views

  •  
    Attraverso l'inserimento di una categoria e/o di un tag in un sito web o in un blog si aiuta il navigatore a trovare facilmente quel che si cerca e spesso un errore nella scelta di uno di questi due elementi distintivi puo' determinare il successo o no del sito web stesso. Nell'articolo vengono sintetizzati in poche parole e secondo me efficacemente le differenze fondamentali tra questi due strumenti di categorizzazione ed evidenziati gli eventuali rischi.
Antonella Cavallaro

Condivisione di un sito web internazionale di pubblicazioni scientifiche : PubMed - 3 views

Cari colleghi volevo condividere con voi questa enorme banca dati di pubblicazioni scientifiche internazionali, il sito è tutto in inglese per una questione di universalizzazione dei risultati ma c...

#psicologia #psicotecnologie #pubmed #ricerca scientifica #pubblicazioni

started by Antonella Cavallaro on 29 May 13 no follow-up yet
Luciano Di Mele

Articolo sulla raccomandazione in e-learning - 12 views

  •  
    L'articolo suggerisce metodi per aiutare gli studenti alla ricerca di learning object di loro interesse
  •  
    Un Learning Object (oggetto didattico) è una risorsa educativa, principalmente digitale, di cui l'insegnante, il tutor o lo studente si servono per studiare. Si può definire anche come un blocco, un'unità di contenuto a sè stante, sulla quale si basa un percorso di apprendimento. Ogni LO è costituito da varie parti: slides, foto, testo, grafica ecc. Combinando o scomponendo i diversi oggetti, l'insegnante può creare percorsi di apprendimento ogni volta diversi l'uno dall'altro, pertanto i LO godendo di questa struttura modulare e flessibile sono spesso utilizzati per una didattica individuale e personalizzata. Lo scopo del LO è quello di dare un'informazione strutturata tale che al termine del servizio formativo il fruitore abbia acquisito esperienza, conoscenza e arricchito la propria cultura. Dal punto di vista pratico, invece, un LO è progettato per essere riusato e operabile su diverse piattaforme di e-learning, con grande risparmio di costo e tempo. Oggi i LO sono sempre più sofisticati, studiano infatti il profilo del fruitore sia dal punto di vista delle sue conoscenze pregresse sia dal punto di vista meta-cognitivo, in questo modo il risultato finale risulta più che efficace.
  •  
    Che cos'è un Oggetto Didattico (OD)? Reperire in Internet risorse educative di cui l'insegnante o lo studente possano servirsi per studiare, autoformarsi o insegnare non è cosa semplice, anche perché le pagine presenti nel web aumentano sempre di più e i motori di ricerca forniscono informazioni soltanto sulle pagine web più superficiali di un sito, tralasciando quelle che l'utente raggiungerebbe se approfondisse la navigazione. La progettazione di un OD, invece, è mirata a superare tali ostacoli tecnici e documentari. Un Oggetto Didattico è un blocco di apprendimento autonomo, coerente, unitario e riusabile che risponde a un singolo determinato obiettivo di apprendimento/insegnamento. Un Oggetto Didattico è come una molecola Una metafora aiuterà a capire meglio. Un Oggetto Didattico viene spesso paragonato a una molecola. Così come questa è composta da atomi (fatti di elettroni, protoni, quark, eccetera), ogni singolo Oggetto è costituito da varie parti (foto, testo, suono, grafica). L'insegnante è, quindi, il chimico che conosce le formule e la materia, ossia le tecniche e i metodi d'insegnamento ed è esperto della propria disciplina. In sostanza è in grado di utilizzare uno o più Oggetti, scomporli e crearne di nuovi. Combinando insieme Oggetti diversi si possono realizzare percorsi di apprendimento diversi. Un docente può creare un iter di apprendimento/insegnamento legando Oggetti nell'ordine che soddisfa specifici obiettivi didattici e che meglio si adatta agli stili cognitivi e di apprendimento degli specifici allievi cui si rivolge. Gli Oggetti Didattici, per la loro natura modulare, semistrutturata e flessibile sono di enorme supporto alla didattica individualizzata e possono quindi essere utilizzati così come sono oppure scomposti e i singoli elementi utilizzati per costruirne di nuovi. La riusabilità innanzitutto Da un punto di vista tecnico, invece, un Oggetto Didattico è progettato in modo da essere riusabile e int
emanuele battista

Tagging - 26 views

Proprio questo sito che stiamo utilizzando vive soprattutto sulla importante funzione che rivestono i TAG. Cliccare sulla parola chiave e trovarsi immersi in una serie di articoli, contributi, comm...

Tag tagging

francesco scarfo

Tag e categorie: due metodi complementari. - 10 views

Interessante conoscere la categoria dei i meta-tag. I meta- tag sono sono dei comandi HTML che vengono inseriti all'interno delle pagine di un sito per fornire maggiori informazioni riguardanti i...

Tassonomia Etichetta macro micro

alessio martinelli

Avanza l'uomo multitask - 1 views

  •  
    Un articolo di Livio Diamanti, giornalista di Repubblica che cura la sezione Bussole sul sito del quotidiano. La sua visione delle "abitudini multitask" è molto critica e personalmente non la condivido. Forse perché io e l'autore abbiamo 30 anni di differenza, forse perché sono più integrato in questo tipo di abitudini. In effetti, mentre ho scritto queste poche righe, ho dato un'occhiata ad almeno altre due o tre schede del mio browser... troppa distrazione? Non ci vedo nulla di male!
  •  
    Me ne accorgo soprattutto durante lo studio: il browser del computer ha più schede aperte, una per il sito dell'università, una per youtube con un video in pausa, una per la mia posta personale, un altro paio per i vari siti da cui vado a rubare informazioni. Dopo aver inviato un paio di messaggi con Whatsapp, prima di riporre il telefono controllo le notifiche di Facebook e mi ricordo che devo aggiornare il mio blog. Devo anche scrivere una mail per lavoro, poi una rapida ricerca sui consigli per la preparazione della cena. Alla fine mi sono dimenticato che cosa stavo studiando e che video stavo guardando su youtube, riparto da capo. Eppure a fine giornata, riesco quasi sempre a fare tutto.
Simona Maggioni

Scuola, il sussidiario in una «app» - Corriere.it - 10 views

  •  
    Giunti, Intel, Microsoft e Paperlit insieme per una piattaforma «touch», pensata per Windows8 ... sarebbe ora. Un ragazzo delle scuole medie porta mediamente 15-20 kg di libri nel suo zaino .. spesso più di metà del suo peso corporeo. Prepariamoci, il futuro è questo .... un tablet per ogni bambino/ragazzo.... uomo .... se alfabetizzato. I libri scompariranno, lentamente ma scompariranno. Il tablet sarà libro, gioco, connessione alla rete ...sarà social....fortemente social. I nativi digitali non potranno farne a meno ... una vera e propria estensione del cervello ...fuori dal corpo .....con tanti saluti alla memoria. Ciao Max
  • ...5 more comments...
  •  
    interessante sperimentazione. Ma continuo a pensare che questo non faccia altro che ampliare il divario o digital divide cognitivo tra chi si può permettere le nuove tecnologie e chi invece non può.
  •  
    ciao, sono d'accordo con federica, la tecnologia deve aiutare l'apprendimento ma senza diventare indispensabile, una delle svolte dell'umanità è stata la stampa per la sua possibilità di mantenere traccia di tutto, davvero ci dobbiamo fidare dei bit? uno dei vantaggi del digitale è la sua facilità di modifica, ma applicata alla storia questo rappresenta un grande pericolo
  •  
    Ciao, la tecnologia anche se eviterà il peso dei libri negli zaini cancellerà quelle emozioni, odori tipiche dei libri sia nuovi che antichi. Siamo sicuri che il bit si conservi più facilmente di un libro? Siamo sicuri delle tecnologia?
  •  
    La tecnologia, se utilizzata in modo corretto, ci mette a disposizione le informazioni, condivise in modalità informatizzata, che risidedono nelle menti umane di tutto il globo terrestre. Pensiamo alla enciclopedia Wikipedia che viene tenuta aggiornata con le informazioni condivise da milioni di persone.
  •  
    Saluti alla memoria, tecnologia sicura SI-NO, mancanza di investimenti e altro... tutte argomentazioni su cui riflettere. Vorrei però andare oltre: ma i docenti, i professori, i tutor saranno all'altezza? ma soprattutto ci sono? Una indagine dell'IPSOS (azienda specializzata in indagini e sondaggi), " I nativi digitali e la scuola: un confronto tra insegnanti, studenti e genitori digitalizzati", riporta che gli studenti appaiono critici nei confronti delle poltenzialità tecnologiche dei loro insegnanti tendendo a ridimensionarle: se il 93% si autostima "molto o abbastanza abile", la stima degli studenti scende al 57%. Per i genitori solo il 47% degli insegnanti dei loro figli sarebbe competente. Considerando poi che i dati relativi ai "libri misti", che dal 2013 sostituiranno i libri tradizionali, rilevano che alla domanda sull'utilità a stimolare l'attenzione e migliorare l'apprendimento il 58% degli insegnanti esprime " abbastanza" ma solo il 37% rivela di conoscerli e utilizzarli coi ragazzi in classe, mi sembra logico avere dei dubbi. aggiungo il link relativo all'indagine su citata. http://www.semidas.it/news/categorie-specifiche/ipsos-i-nativi-digitali-e-la-scuola-un-confronto-tra-insegnanti-studenti-e
  •  
    Una proposta e un progetto interessante ma con tutti i pro e i contro che le nuove tecnologie impongono nella vita quotidiana. Meno peso per i nostri figli che se la potrebbero cavare con qualche quaderno, meno carta stampata, più possibilità che i nostri figli siano invogliati a studiare da uno strumento tecnologico con cui hanno familiarità, che è interattivo. Altri vantaggio sono la possibilità di fare compiti ed esercitazioni online magari interagendo direttamente con i propri professori, ma gli svantaggi ci sono e sta solo a noi fare in modo che non prendano il sopravvento. Quali? Intanto lo strumento che deve supportare questa piattaforma deve essere scelto in campo ampio nel senso che non occorre un tablet da 1000 euro ma il sistema deve funzionare anche su un hardware da 100, ci sono e funzionano egregiamente. Altro svantaggio che i nostri figli, tecnologicamente avanzatissimi, e già molte ore al giorno su strumenti informatici diventino schiavi di internet e del mezzo tecnologico, vivendo i social network, le chat, i blog in ogni momento della giornata e perdano contatto con la realtà. Toccherà a noi, questa volta, come genitori, insegnati (che si dovranno preparare il più presto possibile) far si che la tecnologia questa volta crei solo benefici
  •  
    Segnalo l'articolo apparso sul sito del corriere della sera il 7 dicembre 2012 (http://www.corriere.it/tecnologia/provati-per-voi/12_dicembre_07/giunti-paperlit-ebook-scuola-antonella-de-gregorio_b05ed45c-405a-11e2-abcd-38132480d58e.shtml), nella sezione "Provati per Voi" relativo alla Tecnologia. Viene analizzato un progetto pilota sulla "Scuola 2.0", basata su una nuova piattaforma digitale sviluppata dalla collaborazione tra Giunti Scuola, Intel e Paperlit, per permettere un modo interattivo e collaborativo per un apprendimento di alcune materie della scuola secondaria (Scienze, Matematica, Storia e Geografia). Mi sembra una iniziativa interessante, sia perché utilizza le tecnologie che maggiormente attraggono l'attenzione dei ragazzi di oggi, sia perché introducono nuovi metodi di apprendimento e collaborazione, anche da remoto, in particolare nei casi in cui vi siano impedimenti temporanei (es. motivi di salute).
elisabetta scattolin

cognizione distribuita - 1 views

  •  
    Ripensando agli studi che ho fatto precedentemente ho pensato al lavoro di Vygotskij gia nei primi anni del '900 e come sia attuale il suo pensiero riguardo agli artefatti culturali e l'importanza delle relazioni sociali nello sviluppo. Ho trovato questo materiale che ritengo interessante riguardo appunto la cognizione distribuita e la condivisione delle conoscenze. Il concetto di 'cognizione distribuita' propone un ampliamento del concetto di 'cognizione situata' in quanto prende in considerazione tutte le componenti materiali e immateriali dell'ambiente in cui si sviluppa l'apprendimento. L'idea di distributed cognition è utilizzata da Hutchins (1995) fin dalla metà degli anni '80 per spiegare la complessità dei processi di costruzione di conoscenza poiché si ritiene insufficiente l'interpretazione fornita dagli approcci convenzionali secondo i quali essi sono assimilabili a processi individuali di elaborazione di informazioni e, metaforicamente, localizzati nella mente della singola persona. L'approccio della distributed cognition enfatizza la natura 'distribuita' nel tempo e nello spazio dei fenomeni della cognizione ed estende l'ambito di ciò che è considerato cognitivo oltre il singolo individuo, riconnettendo l'attività del pensare con le risorse e i materiali presenti nel contesto sociale e culturale. Questa tesi può essere fatta risalire alla scuola storico-culturale sovietica la quale sosteneva che tutti i tipi di attività umana cosciente sono sempre formati con l'appoggio di strumenti esterni. Un primo contributo che ha fornito le basi per spiegare il costrutto di 'cognizione distribuita' è quello di Vygotskij (1974), il quale definendo il principio dell'organizzazione extracorticale delle funzioni mentali complesse, getta le basi per interpretare i processi mentali come fenomeni sociali. Secondo questa prospettiva, la conoscenza umana e la sua rappresentazione non è confinata nella mente di un individuo ma è presente negli altri, negli str
  •  
    scusate mi sono accorta che l'articolo non è arrivato completo, provo a ripostarlo. Il concetto di 'cognizione distribuita' propone un ampliamento del concetto di 'cognizione situata' in quanto prende in considerazione tutte le componenti materiali e immateriali dell'ambiente in cui si sviluppa l'apprendimento. L'idea di distributed cognition è utilizzata da Hutchins (1995) fin dalla metà degli anni '80 per spiegare la complessità dei processi di costruzione di conoscenza poiché si ritiene insufficiente l'interpretazione fornita dagli approcci convenzionali secondo i quali essi sono assimilabili a processi individuali di elaborazione di informazioni e, metaforicamente, localizzati nella mente della singola persona. L'approccio della distributed cognition enfatizza la natura 'distribuita' nel tempo e nello spazio dei fenomeni della cognizione ed estende l'ambito di ciò che è considerato cognitivo oltre il singolo individuo, riconnettendo l'attività del pensare con le risorse e i materiali presenti nel contesto sociale e culturale. Questa tesi può essere fatta risalire alla scuola storico-culturale sovietica la quale sosteneva che tutti i tipi di attività umana cosciente sono sempre formati con l'appoggio di strumenti esterni. Un primo contributo che ha fornito le basi per spiegare il costrutto di 'cognizione distribuita' è quello di Vygotskij (1974), il quale definendo il principio dell'organizzazione extracorticale delle funzioni mentali complesse, getta le basi per interpretare i processi mentali come fenomeni sociali. Secondo questa prospettiva, la conoscenza umana e la sua rappresentazione non è confinata nella mente di un individuo ma è presente negli altri, negli strumenti e negli artefatti appartenenti all'ambiente. Difatti la conoscenza che una persona è in grado di utilizzare per affrontare le situazioni reali e risolvere problemi non è solo quella della sua struttura cognitiva (mente/memoria), ma anche in altre menti/memorie e prodotti
GIOVANNI LA FALCE

Smart City Exhibition 2012 - 1 views

  •  
    A bologna fiere si è svolta il 29-30-31 ottbre la Smart city exhibiotion 2012. Sulla home page del sito ne viene indicata con queste parole la Vision: le molteplici modalità di comunicazione locale e globale, l'innesto di moderne tecnologie nell'agire quotidiano, la presenza di una strategia condivisa e partecipata, determinano la capacità del territorio di trasformarsi da semplice agglomerato di cose e persone a smart community efficiente e socialmente innovativa, dove ogni euro investito in tecnologie è in grado di incidere direttamente sulla qualità della vita dei cittadini. Quello che mi ha colpito è l'uso pervarsivo del termine inglese SMART (intelligente) che viene fatto nel sito. Nel mio piccolo ero fermo alla Smart famosa autovettura ed agli smartphone. In questo congresso però si è discusso di "smart mobility", "smart people and living", "smart building", "smart City" (naturalmente) affrontando per esempio il tema dei social network nelle smart city. Da quello che capisco "smart" è una parola di confine che attiene contemporaneamente ad ambiti diversi (tecnologia, processi cognitivi, ecologia ed ergonomia, psicologia di comunità) e per questo probabilmente diventerà sempre più di uso comune.
ROBERTA BADARACCO

20lines: la scrittura collettiva cresce in Rete - 1 views

La piattaforma di scrittura collaborativa nata in H-Farm lancia un inedito con Faletti e un redesign. Anche le startup sui contenuti funzionano. BUSINESSWEB E SOCIALSTARTUP Marco Viviani, 25 giugn...

scrittura-collettiva

started by ROBERTA BADARACCO on 26 Jun 13 no follow-up yet
Donatella Fantozzi

Tagging: una questione di etichette - Mds - 10 views

  •  
    Tagging: una questione di etichette di Alberto Falossi Su internet c'è tutto: chi vede il web per la prima volta rimane colpito proprio da questo. È sorprendente trovare siti dedicati a qualsiasi argomento, non importa quanto strambo o di nicchia. Ma in questo mare di informazioni è difficile navigare: trovare un sito, una persona, un'email, può diventare letteralmente un'impresa.
  • ...8 more comments...
  •  
    Nel mare delle informazioni, la catalogazione per argomenti, i TAG, sono il salvagente ideale per trovare quello che si sta cercando.
  •  
    Il tag è vero viene usato per trovare quello che si sta cercando nel mare magnum di internet però può anche essere uno strumento che fornisce indicazione sull'opinione dell'utente.
  •  
    Il tag è uno dei protagonisti principali del web 2.0. L'articolo del Prof. Falossi è molto chiaro ed interessante, e nel proporre degli esempi utilizza gli stessi siti citati dal Prof. De Kerckhove nelle videolezioni. Davvero utili sono i consigli dell'autore su come scegliere i tag giusti.
  •  
    anch'io ho trovato questo articolo davvero utile per capire uno dei fenomeni più pervasivi e sfuggenti della rete : la possibilità di tutti di proporre un propria catalogazione e, nello stesso tempo, di renderne il criterio condivisibile agli altri utenti
  •  
    Interessante senz'altro, anche se molti suoi suggerimenti non sono ben usati dagli utenti!
  •  
    Quando le categorie sono numerose e le informazioni di un determinato argomento sono consistenti il tag è sicuramente lo strumento più utile per la gestione delle informazioni. I tag sono delle etichette che forniscono significato ai contenuti per la ricerca delle informazioni, basata su parole chiave per recuperarle più facilmente e relativamente ad un argomento preciso.
  •  
    Dedicherei particolare attenzione al paragrafo consigli per il Tagging, così come esiste una netiquette per i forum, credo sarebbe opportuno che tutti gli utenti prima di taggare "selvaggiamente" si attenessero a quelle poche e semplici regole che determinano un tagging "responsabile" e rendono lo strumento efficace. Mi è capitato più volte in passato, in diverse situazioni, di trovare così tanti tag su un oggetto che alla fine i tag non determinavano più una corretta discriminazione dell'argomento ricercato ma semplicemente riproponevano sempre lo stesso oggetto per qualunque ricerca proposta, invalidando così la funzione del tag. In breve direi "Tagga responsabilmente!"
  •  
    Il termine si fa risalire a Richard Saul Wurman che, in un suo saggio del 1996, parla per la prima volta di "information architects" Il problema di definire cosa sia l'architettura dell'informazione e a chi serva è ancora irrisolto, a più di 15 anni dalla sua prima formulazione. Possiamo fare rientrare sotto il termine architettura dell'informazione: 1.I sistemi di organizzazione, labeling, e gli schemi di navigazione di un sistema informativo 2.Lo schema che sta dietro uno spazio informativo per facilitare lo svolgimento deicompiti che si prefigge e che fornisce un accesso intuitivo ai contenuti 3.L'arte e la scienza di classificare e strutturare siti web e intranet per aiutare le persone a trovare e gestire le informazioni 4.Una disciplina emergente e una comunità di pratica volta a applicare i principi del design e dell' architettura nel contesto digitale Architettura dell'informazione è quindi un termine circoscritto che caratterizza una materia che richiede un approccio multidisciplinare che si situa alla convergenza di molti saperi e professionalità.
  •  
    Credo che in futuro si debba regolamentare anche quei nuovi lavori scaturiti dalle nuove tecnologie. tutti i giorni continuo a sentir parlare di SEO ma di veri professionisti non ne sto incontrando, molti sono semplici programmatori che si sono convertiti.
  •  
    Interessante articolo specialmente quando parla di Tag cloud: un nuovo codice di comunicazione. La dimensione delle parole dipende dalla frequenza del tag all'interno del sito: più il tag è grande, più contenuti ci sono con quel tag. A colpo d'occhio l'utente può avere un'idea degli argomenti più trattati. Ogni parola della nuvola di tag è un link, che visualizza la lista filtrata per quel tag. Grazie all'interfaccia intuitiva, gli architetti dell'informazione stanno sempre più ricorrendo alle tag cloud nella progettazione dei siti.
1 - 20 of 89 Next › Last »
Showing 20 items per page