Le psico-tecnologie sono le tecnologie che estendono la mente così
come altre tecnologie ‘fisiche’, come la macchina o la bicicletta, estendono il
corpo. La TV è una psico-tecnologia, il computer è una psico-tecnologia. Io penso che le
psico-tecnologie siano le tecnologie che estendono la mente, come l'automobile è la
tecnologia che estende il piede e la pelle è la tecnologia che estende la mano. Lo
schermo, adesso, ci dà due forme di ‘mentalità’: una, quella della TV, che è
pubblica e l'altra, quella del computer, che è privata. I contenuti per l'immagine sullo
schermo sono trattati da me attraverso il computer, mentre nel caso dell'immagine
televisiva tutto è creato dalla produzione esterna. In entrambi i casi, comunque, si
tratta di estensioni della mente, estensioni della psicologia ovvero di psico-tecnologie.
Non valeva la pena di coniare questo nuovo termine se non ci fosse stata l’enorme
diffusione di ‘psicotecnologia’ rappresentata da Internet. Internet è proprio
una forma di estensione dell’intelligenza e della memoria privata ma fatta
collettiva. Cosa dire, poi, della realtà virtuale? Si tratta di un'altra forma di
estensione psico-tecnologica che ci permette di penetrare nello schermo e di accedere ad
un mondo che è come un immaginario oggettivo. Oggi stiamo vivendo la rivoluzione della
tecnica, stiamo passando dal mondo della TV a quello di Internet; dal mondo del pensiero
pubblico, della coscienza, della mente pubblica della TV, alla mente privata del computer.
Il nome del vostro programma, MediaMente, vuol dire psico-tecnologia: mediamente è
insieme ‘media e mente’: la connessione tra il linguaggio e l'organizzazione
mentale.