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Paolo Pietrantonio

Adolescenti a rischio depressione: colpa dei social network - Psicotecnologie.it - 5 views

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    "Se chiedi a un ragazzo chi veramente potrà essere lì con lui nei momenti difficili della vita, farà fatica a dirti il nome di qualcuno che possa davvero chiamare in quelle circostanza". Questa è la vera causa della depressione e della solitudine dei giovanissimi che fanno uso dei social network.
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    I social network sono dei potenti mezzi di comunicazione che possono rivelarsi utili e produttivi, ma possono trasformarsi in un'arma pericolosa. La maggiorparte dei ragazzi sostituiscono del tutto la loro vita reale con il mondo fittizio dei social network. Ci sono sempre più individui soli, e sempre più passivi al mondo reale. Se da una parte il social network facilità e permette all'individuo di stare a contatto con persone, di manifestarsi e farsi conoscere più facilmente, dall'altra affievolisce sempre di più le sue emozioni trasformandolo in un macchina umana.
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    sono d'accordo con Ester, ma bisogna anche aggiungere che i social network e la rete più in generale, da cui sempre "persone" e non solo ragazzi dipendono, produce anche gli effetti di bullismo e di violenza che ritroviamo sempre più diffusi ed in età precoce (anche nell'articolo se ne parla); ed inoltre ben venga tutto ciò che può aiutarci a condividere, ad imparare e ad allargare i nostri orizzonti, ma quello che secondo me dovrebbe preoccuparci di più, è la "dipendenza" che si ha dalla tecnologia.
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    Non penso ai social-network come a un problema. Ritengo siano semplicemente una nuova forma di comunicazione. Se il 90% del campione esaminato usa e si connette a facebook vuol dire che impiega una parte del suo tempo libero in attività sociali. Quindi è possibile che sottragga questo tempo da altri svaghi più solitari e meno attivi, come ad esempio guardare la TV. Credo sia naturale la presenza nel campione esaminato di personalità più sensibili o individui che esagerano, ma sono una minoranza. La media dei ragazzi estende semplicemente la propria catena di contatti. Tra questi contatti naturalmente saranno presenti amicizie più intense e semplici conoscenze. Per tornare all'articolo, mi sembra di ricordare decine di articoli simili pubblicati negli anni ottanta, dove si lamentava il disagio dei giovani di fronte a un periodo anche breve senza TV. Nell'insieme mi pare un passo avanti. Ragazzi che soffrivano per l'assenza di Tv oggi soffrono per l'impossibilità di comunicare. Sembra meglio oggi.
alfonsina longobardi

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started by alfonsina longobardi on 12 Mar 13 no follow-up yet
Eleonora Zaraffi

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started by valeria de luca on 09 Mar 12 no follow-up yet
marisaccomani

Privacy online: decisioni e consapevolezza nell'utilizzo di Internet - 0 views

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    Questo articolo, tratto dal sito "State of mind", descrive quali sono i pericoli derivanti dalla condivisione dei dati personali on line. Quando ci colleghiamo ad un sito, quando decidiamo di acquistare qualcosa on line o scarichiamo un "app", ci viene richiesto non solo di pubblicare i nostri dati personali, ma di accettare quello che di questi dati ne verrà fatto. La tempestività con cui accettiamo deriva da un processo decisionale che segue la via breve, un processo cognitivo rapido ed economico, non privo di conseguenze. Internet non dimentica, la cancellazione di un applicazione, non implica la cancellazione delle nostre informazioni, Essere consapevoli delle nostre azioni potrebbe aiutarci ad evitare errori e ad imparare ad utilizzare al meglio uno strumento che altrimenti diventerebbe un potenziale nemico.
barbararughetti

Tagging sensitive data in life science research - 0 views

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    L'articolo descrive un progetto realizzato dall'UE per i ricercatori delle scienze biologiche che desiderano condividere dati sensibili nel cloud senza infrangere la legge. La soluzione è una rete di infrastrutture di ricerca che abbia accesso a un set di strumenti progettati appositamente per la condivisione tramite tagging di informazioni in un ambiente protetto, l'European Open Science Cloud.
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