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alexaballarin

Minori ed internet educazione ad un uso consapevole del web - Net Reputation - 18 views

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    Internet è uno strumento indispensabile e a disposizione di tutti, minori compresi. Qualche spunto per una educazione ad un uso consapevole del web e dei social network. Sempre più le vicende di cronaca rendono fondamentale affrontare le questioni dell'educazione ai nuovi strumenti di comunicazione (e fruizione dell'informazione) che internet ci mette a disposizione. Siamo connessi h 24 grazie a Smartphone che per prestazioni (velocità CPU, memorie, dimensioni schermo) e per connettività (spesso in Italia le connessione ad internet da cellulare risultano anche più veloci delle "adsl normali") sono molto più potenti dei "vecchi pc" e ci consentono di fare acquisti, chattare, leggere, comunicare, cercare musica online, formarci ecc. ecc. Questi processi cambiano il nostro modo di pensare, il nostro modo di relazionarsi agli altri, di acquistare, di studiare ecc. E' quindi necessario un "supporto" che vada in tante direzione, non solo tecnico informatico (come si usa un determinato software o un determinato dispositivo) ma più profondo, "olistico", che possa andare in profondità, per esempio spiegando come funzionano davvero i social, quali sono i meccanismi che sottintendono alla pubblicità e al marketing sui social network e sul web, come individuare una fonte attendibile ed evitare "fake news" e bufale, come utilizzare in sicurezza un motore di ricerca, le regole da tenere in ambito social, comprendere le dinamiche dietro al "gaming" e alle chat nei giochi online ecc. In questo processo di comprensione non devono esser coinvolti solo i ragazzi ma è fondamentale coinvolgere anche i docenti ed i formatori e i genitori.
  • ...2 more comments...
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    Gli adolescenti devono imparare ad essere critici nei confronti del materiale che trovano su internet, ma devono essere anche creativi. Poichè i ragazzi, di tutte le età, passano sempre più tempo davanti al loro smarthphone, gli adulti (genitori, docenti e formatori) sono tenuti ad agire come "interpreti": devono saper comunicare la molteplicità della realtà , rendere pubblico il pericolo nascosto dietro la community. I giovani sono sempre più esposti, tramite l'accesso alla rete, ad immagini di violenza, sesso, droga. I confini tra infanzia ed età adulta diventano sempre più confusi ed i ragazzi non sempre sono pronti ai cambiamenti repentini proposti dalla rete. In un tempo come il nostro, dove entrambi i genitori lavorano, i ragazzi passano parecchio tempo da soli, imparando ad usare i media attraverso l'esplorazione ed il gioco, anche attraverso gli errori. La scuola, tramite gli insegnanti, dovrebbe insegnare agli alunni a sviluppare il proprio senso critico, a prendere coscienza della complessità dei media, della diversità offerta, per poter agire secondo la propria coscienza ed i propri valori. Ma è difficile per le istituzioni scolastiche formare i ragazzi se non si hanno a disposizione, nelle proprie strutture, gli strumenti necessari (computer, LIM, ecc.): solo lavorando a contatto coi giovani, sulla rete, si possono valutare insieme caratteristiche, pregi e difetti. Gli insegnanti dovrebbero essere più formati al mondo digitale, spesso troviamo insegnanti che non hanno mai visto un computer, che utilizzano un cellulare di vecchia generazione e quindi trovano difficoltà a trasmettere nozioni che non hanno!
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    Si tratta di un articolo scritto da Marco Pini, formatore e consulente web, pubblicato da Net Reputation, del cui team Pini fa parte. Il link di questo post è suggerito da MiurIstruzione.it, nell'ambito dell'articolo:" La Media Education nelle scuole, ecco perchè è importante". L'accento è posto sulla centralità di un supporto in ambito educativo, genitoriale e scolastico, nell'utilizzo dei media. Questo supporto deve andare in tante direzioni, e non deve essere solo tecnico informatico ma più profondo e "olistico". Non serve reprimere o censurare, ma FORMARE e la scuola deve essere all'avanguardia nelle competenze e nelle conoscenze dei nuovi strumenti digitali. Sono inseriti , all'interno di questa presentazione, anche due video e delle interviste sul bullismo e sul cyber bullismo, più la possibilità di scaricare gratuitamente un e-book sullo stesso argomento. Inoltre troviamo il link di un interessante video " della Stampa sulla reputazione digitale e sul recruitment e un link che collega alla traduzione dall'inglese di una lettera/contratto su cui troviamo 18 regole sull'utilizzo del primo smartphone, scritte, come biglietto di accompagnamento al regalo, da una madre al figlio tredicenne. Per concludere troviamo un video del Garante per la protezione dei dati personali dal titolo: Social network: quando ti connetti, connetti anche la testa!
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    L'articolo pone l'evidenza sull'utilizzo del web da parte dei minori, essendo internet uno strumento di conoscenza ormai indispensabile per la vita di tutti i giorni è necessario farne la sua conoscenza e, soprattutto è importante utilizzare con consapevolezza tutti i dispositivi che ci permettono di essere connessi h24. Il Web viene fruito dai minori tramite dispositivi mobili che aumentano la portata e la possibilità di navigare sulla rete in occasioni diverse ed alle volte, fuori dal controllo di un adulto. Ad oggi si parla spesso di cyberbullismo , una forma di bullismo digitale ma comunque reale; inoltre molto frequente è la nomofobia, una patologia che si manifesta come la paura di restare disconnessi dal proprio cellulare. Quindi, la conoscenza è la miglior soluzione per un utilizzo intelligente e consapevole del Web. Tuttavia, dai giovani, non viene ancora concepito come uno spazio reale al 100% , ma come un luogo privo di regole grazie al quale è possibile sfogarsi. L'educazione ai nuovi media è quindi indispensabile e l'articolo elenca una serie di consigli (legati soprattutto al rispetto della privacy), per imparare ad utilizzarli.
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    Questo articolo si propone di Marco Pini (formatore, divulgatore, consulente Seo) di dare consigli utili e pratici alle famiglie per educare i minori ad un uso consapevole del web. Da una prima infarinatura di cos'è la media education, quali sono i rischi ma anche i tanti vantaggi per l'apprendimento. Alla fine, parte che ho trovato molto interessante, mette a punto una serie di consigli pratici per poter aiutare le famiglie ad indirizzare i propri figli nella direzione dell'utilizzo consapevole del web.
alesalerno

Preadolescenti e smartphone | Labalestra | International Journal of Developme... - 5 views

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    L'articolo ha come oggetto la preadolescenza e lo smartphone. L'uso di tablet o smartphone a questa età viene considerata un'attività naturale dei ragazzi già alla nascita ("digital born").C'è chi ritiene che utilizzare lo smartphone a 11 anni sia prematuro poiché i giovani non hanno acquisito ancora gli strumenti cognitivi per farne buon uso e chi ritiene che sia una sicurezza per coloro che lo possiedono. I giovani manifestano la necessità di essere connessi a qualcosa o qualcuno, il bisogno di far parte di un gruppo che li accetti e accolga e non permetta loro di soffrire l'esclusione o il disinteresse. Per questo i ragazzi cominciano a reclamare il diritto alla privacy inserendo codici di blocco.Ma possedere uno smartphone non sempre significa conoscerne le potenzialità ed i rischi. I ragazzi hanno bisogno di comunicare e lo fanno attraverso uno schermo, hanno la necessità di condividere in rete emozioni, i pensieri, l'immagine di sé, ma spesso attuano un uso improprio e pericoloso di tali strumenti. Questo anche perché da ciò che emerso, intervistando le famiglie, il posto occupato dalle ICT non è percepito come critico solo una piccola percentuale di genitori ne permette l'uso con regole. La connessione non è solo prerogativa dei giovani, ma anche dei genitori che si sentono più tranquilli potendo ritracciare i propri figli quando sono lontani. E' difficile controllare gli accessi alle applicazioni poiché i ragazzi possono farlo inserendo false identità. E' come è possibile spiegare ad un bambino di 11 anni i comportamenti virtuali di una chat ? Credo sia importante che i genitori, nella consapevolezza della difficoltà che incontreranno nel voler controllare ciò che fanno figli, spesso più preparati di loro nell'utilizzo di tali strumenti, dovrebbero adeguarsi tempi e più che mettere in pratica regole restrittive, condividere con i ragazzi le loro esperienze virtuali e spiegare le conseguenze reali e non, dei loro comportamenti in rete.
lidiabonifazi

Noam Chomsky - Il mito dei media liberi - 2 views

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    I media riempiono il nostro quotidiano ormai da moltissimo tempo. Sono perfettamente integrati nelle nostre vite al punto da scandirle e condizionarle senza che ce ne rendiamo conto. Il loro ruolo a differenza di quanto appaia è ben diverso da quello di informare i cittadini e di divulgare notizie. Sia che si definiscano liberali oppure conservatori, i principali media sono delle grandi aziende possedute da società ancor più grandi. Come tutte le imprese vendono un prodotto sul mercato. Il mercato in questione è la pubblicità, il prodotto venduto è il pubblico, l'audience. Il sistema dottrinale produce propaganda di comune accordo con le istituzioni statali, le grandi imprese, il mondo culturale e scolastico. Come tutte le propagande mira a colpire un bersaglio preciso che è diviso in due parti: la prima è quella della classe politica, ovvero gruppo ristretto di individui colti ed istruiti che spesso hanno il compito di amministrare uno Stato; la seconda è quella composta da quelli che Walter Lippmann chiama semplici spettatori, ovvero la maggior parte degli individui, il gregge smarrito, da viziare e coccolare. Da loro ci si aspetta che obbediscano e che ricevano il giusto indottrinamento, in cambio di soap opere, film, Super Bowl, Champions League etc. etc.Insomma, distrazioni. Il linguista e filosofo Noam Chomsky ha riassunto tutto il ruolo dei media e del loro rapporto con il potere in dieci punti essenziali. Sono le dieci regole per il controllo sociale, una spiegazione semplice e mirata in modo da capire perfettamente come i media controllano la nostra vita per riflesso condizionato. Con queste dieci regole,Chomsky ci apre le porte verso il mondo della consapevolezza. Ci invita a non finire come la sua rana bollita, a compiere un grande salto per uscire dal pentolone d'acqua bollente prima che sia troppo tardi. I media, di comune accordo con il potere, gestiscono la nostra vita e influenzano le nostre scelte, soprattutto nella politica. L'unico
jessicabottarini

Videogiochi: spunti teorici e aspetti posivi - 4 views

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    L'attività ludica include aspetti psicologici, educativi e sociali di fondamentale importanza, poiché stimola la formazione della personalità, l'apprendimento di regole e l'integrazione sociale. Oggi il gioco è, sempre più spesso, costituito dal "videogioco" in grado di rispondere al "bisogno ludico" sia negli adulti che nei bambini e nei ragazzi. "Il gioco, attività naturale e fondamentale per i bambini, svolge delle funzioni insostituibili anche in età adulta in cui trova delle modalità di manifestazione e degli spazi diversi, rivelandosi come un'esigenza ed una capacità intrinseca all'essere umano in tutto l'arco della vita" (Singer D.G., Singer I.L., 1995). Il gioco è fortemente alimentato dal bisogno di movimento e di esplorazione presente nell'infanzia, che trova soddisfazione nei caratteristici "giochi sensomotori", ossia quei giochi che J. Piaget definiva anche "giochi-esercizio" in grado di favorire l'apprendimento e perfezionamento di gesti, movimenti, schemi motori e altri tipi di conoscenze relative al mondo. In seguito, dietro la spinta dell'impulso creativo, compare il "gioco simbolico", "giochi di ruolo" e "giochi con regole" importantissimi strumenti per sviluppare e perfezionare le abilità sociali. Il "bisogno di giocare" permane nell'adulto manifestandosi con modalità e in misure diverse e trasformando le possibilità simboliche in attività creative di scrittura, sportive, musicali, artistiche e rispondendo alla voglia di confrontarsi e di mettersi alla prova sospendendo le conseguenze delle azioni, attraverso la cosiddetta "funzione di moratoria del gioco" (Bruner J. e al., 1981). Il videogioco possiede potenzialmente anche degli effetti positivi che possono essere: 1)stimolo ad alcune abilità manuali e di percezione. 2) sostiene le forme induttive di pensiero. 3) aiuta a gestire gli obiettivi, individuando dei sotto-obiettivi. 4) autocontrollo e della gestione delle emozioni. 5)
ivanamantero

Il Calvino Rampante - Netlit - 2 views

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    La produzione e la simulazione sono delle tecniche didattiche della media education che più facilmente incontrano l'entusiasmo degli studenti.L'uso pratico delle tecnologie dei media offre il modo più diretto ed efficace per lo studio di un determinato argomento.Il lavoro di produzione dei testi mediali spesso implica una collaborazione in gruppo che deve essere acquisita in modo strutturato e graduale. I ragazzi apprendono abilità comunicative, di gestione del tempo,di cooperazione, la media education permette ai discenti di imparare a esprimere se stessi a livello creativo e ad usare i media per comunicare e riflettere su aspetti importanti della realtà. Io ho voluto condividere questo link riguardante un'esperienza di studenti del Liceo Calvino di Genova riguardante un format radiofonico. E' un'attività di produzione , riflessione,comunicazione riguardante l'articolo 17 della Direttiva Europea sul diritto d'autore.Questa attività è stata organizzata grazie a Netlit media Literacy, un network nazionale dedicato all'educazione all'uso consapevole dei media, produttore e distributore di trasmissioni radiofoniche di informazione, cultura musica. I ragazzi sono stati protagonisti e conduttori di una trasmissione radiofonica rivolta a insegnanti e pari riguardante l'articolo 17. Esso riguarda l'utilizzo di contenuti online da parte dei creatori ed è diviso in 10 punti. I primi tre determinano i rapporti tra i creatori di contenuti e i suoi fruitori in base allo scopo del servizio, se ricreativo o di lavoro. Dal quarto al sesto riguarda i per messi che vengono forniti a chi riutilizza un contenuto di un altro creatore.Specifica le regole di controllo e di sanzioni in caso di violazione di tali regole.Gli ultimi quattro impongono a ogni servizio di condivisione come YuoTube o Facebook, l'istituzione di un algoritmo di controllo che rimuova o prevenga il caricamento di opere che non rispettino il copyright. Questo articolo è stato approvato nel 2019 con modifiche
faithmost

ATTIVITÁ DI MEDIA EDUCATION NELLA SCUOLA DELL'INFANZIA - 6 views

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    In questo articolo è descritto il progetto di media education attuato in una scuola dell'infanzia italiana e poi ripetuto in un altro istututo in tempi diversi tenendo conto del contesto socio-economico del territorio e delle fasce d'età dei bambini coinvolti. E' emerso che a tre anni è opportuno lavorare con le immagini e le fotografie (la funzione espressiva, la dimensione etica, l'importanza del sé e della propria immagine), a quattro anni con la televisione (selezione dei contenuti, tempi di visione, problemi di proiezione e identificazione) e a cinque anni con il tablet attraverso specifiche attività. Inoltre è risultato cruciale il coinvolgimento collettivo delle famiglie (meeting, questionari, lavori di gruppo) per la discussione e la riflessione sui problemi correlati alla gestione degli strumenti digitali. Presupposto che il livello di civiltà di una società è direttamente proporzionale all'importanza e la cura dell'aspetto educativo-formativo delle nuove generazioni, considerando il fortissimo impatto che lo sviluppo tecnologico e la media education hanno su di esse, si ritiene auspicabile una corretta declinazione della stessa, al fine di perseguire il suddetto obbiettivo formativo. Considerando l'evidente difficoltà del sistema scolastico ad essere all'unisono con lo sviluppo e l'utilizzo tecnologico, nonostante i progressi degli ultimi anni, e considerando anche la differenza tra i contenuti a cui i bambini sono esposti quando sono a casa e quelli affrontati in classe, è fondamentale comunque che ci sia una volontà di miglioramento, con un atteggiamento di critica e di costruttivo orientamento della funzione e dell'utilizzo della media education. Pertanto essendo il sistema scolastico un sistema complesso, è evidente che possa mostrare delle criticità nell'adeguamento immediato ai tempi dello sviluppo tecnologico, è però fondamentale che come struttura formativa non rinunci alla propria funzione educativa e di orientamento consapevole de
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    L'articolo illustra un'esperienza di ME in un'ottica di curriculum digitale verticale, svolta presso due scuole d'infanzia in due comuni del varesotto, durante gli A.S. 2017/18 e 2018/19. Essa nasce dalla consapevolezza che i bambini in età pre-scolare sono già immersi nelle nuove tecnologie e le utilizzano spesso in maniera impropria, mentre i genitori sembrano poco consapevoli dell'importanza di dare loro delle regole. La sfida è stata quella di intraprendere un simile progetto con bambini così piccoli, coinvolgendo le famiglie attraverso attività pratiche che li aiutino a ragionare e a dare loro consigli utili per un'educazione digitale adeguata da impartire ai loro figli. Le finalità sono: sviluppare una cittadinanza digitale attiva e realizzare specifici obiettivi di apprendimento come saper riconoscere il valore di una foto; prendere consapevolezza della necessità di tutelare la propria immagine e rispettare quella altrui; dare valore al tempo che si dedica ai dispositivi tecnologici e limitare l'uso dei media; ecc.. Il metodo didattico sperimentato è l'EAS di Rivoltella. Il lavoro svolto con i bambini e con i loro genitori è stato significativo; dalla riflessione nei gruppi è stato possibile trarre spunti rilevanti, che sono stati tradotti in un decalogo digitale.
federicavarone

https://milano.corriere.it/notizie/cronaca/20_maggio_08/milano-navigli-affollati-all-or... - 1 views

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    Questo articolo datato 8/5/20 ha creato al termine della quarantena, non pochi scompigli, dissapori e malumori. Mostrando una foto di una delle sponde del Naviglio accusa i milanesi di essere non curanti delle regole e del distanziamento sociale, prevedendo un repentino ritorno alla quarantena "stretta". Credo che questo articolo sia un perfetto esempio di fake news inerente un fatto sociale situato. Il giornalista, con l'aiuto del fotografo hanno fatto credere al mondo intero, grazie al buon uso della prospettiva, che la movida Milanese fosse ripresa senza alcun rispetto di quanto accaduto e delle istituzioni. I giorni dopo sono stati un susseguirsi di smentite e spiegazioni di come la giusta inquadratura potesse distorcere o modificare la realtà. Personalmente avevo data per attendibile questa informazione in quanto proveniente dal Corriere della Sera.
maruschkaserone

Impatto di Training attraverso Videogame sulle Performance e sull'Apprendimento - 3 views

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    I videogame non sono più un semplice passatempo, ma ad oggi vengono utilizzati come strumento di insegnamento in molti ambiti lavorativi, per esempio quello medico. Grazie ad una simulazione della realtà sempre più raffinata e al contenimento di eventuali tragiche conseguenze negative in caso di errore, si cerca di implementare questi training virtuali per aderire sempre meglio alle richieste delle organizzazioni. In questo recentissimo esperimento del 2022 della San Francisco State University, un videogame sviluppato dalla NASA è stato somministrato a 553 studenti di età media di 19 anni, in condizioni diverse. Lo scopo è stato quello di indagare quali caratteristiche dei videogame utilizzati per insegnare permettono di ottenere le performance più alte. Il training inizia con l'impatto di un meteorite che ha disabilitato il sistema di rifornimento di ossigeno per l'avamposto Moonbase; per sopravvivere, i partecipanti devono portare a termine diversi compiti, in presenza o assenza di regole/obbiettivi chiari e con o senza un team, valutando la loro performance sia durante che dopo il training. I risultati ha mostrato che: 1) durante il training, regole/obbiettivi chiari e lavoro individuale permettono performance più elevate, 2) dopo il training, queste caratteristiche non sono più rilevanti, né per compiti familiari, né per compiti nuovi.
giuliagerardi

Dall'innocenza tradita alla consapevolezza ritrovata - 5 views

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    Questo progetto è stato presentato Dal Prof. Benussi nella Webinar del 28 maggio organizzata da MED Associazione Italiana per l'Educazione ai Media e alla Comunicazione che trovate in forma completa all'indirizzo https://classeweb.adobeconnect.com/p6u1u6y6mu3/?launcher=false&fcsContent=true&pbMode=normal in cui si presentavano alcune interessanti esperienze di Media Education nella scuola. Questo studio si propone di rendere gli studenti maggiormente capaci a una lettura critica dei media che usano quotidianamente, rendendoli consapevoli di tutti i dati che si danno e ricevono dalla rete, utilizzando spiegazioni e approfondimenti tecnici per rilevare nei siti internet forme di "pedinamento on line"e analizzando la funzione di marketing delle imprese commerciali interessate a sapere come l'utente si muove. Lo scopo del progetto è creare consapevolezza nei confronti della rete e aumentare le capacità di individuare alcune regole di fruizione dei servizi internet, si è svolto attraverso dei laboratori di analisi di siti per bambini in parte a scuola e in parte a casa.
patrizia1

bambini e social, il farwest di regole e contenuti - 2 views

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    Questo interessante articolo apparso oggi su Repubblica e' un'analisi di quanto accade relativamente ai social networks ed i suoi utilizzatori piu' giovani (addirittura al di sotto dei 13 anni) ma anche, finalmente..., il punto su quanto si sta facendo e si voglia fare a tutela proprio dei minori che accedono ai socials. Ed e' particolarmente interessante il punto di vista di Valentina Sellaroli del Tribunale dei Minori. A voi la parola.
filomenatarsi

Giochi di scuola: videogiochi, un' idea di percorso didattico - Scuola e Tecnologia (BLOG) - 3 views

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    L'articolo che è postato da un'insegnante fa parte del blog 'Scuola e Tecnologia' in cui vengono postati consigli, commenti, articoli per delle migliori soluzioni tecnologiche per la scuola. La qualità della fonte è secondaria, perchè non ci sono casi studi che vadano a validare l'idea, ma supposizioni, idee per migliorare. Si parla della possibilità d'inserire i videogiochi come giochi di scuola per intraprendere un percorso didattico per apprendere. I videogiochi andrebbero a produrre i percorsi narrativi e contenutistici e a creare nuove grammatiche e nuove sintassi oltre che sviluppare il "pensiero parallelo", che garantisce l'acquisizione di una pluralità di fonti e di stimoli in grado di implementare la flessibilità intellettuale e l'autonomia. Il videogioco permette di affiancare apprendimento e gioco (apprendimento per ricerca o per problemi). In questo articolo vengono approfondite le modalità di creazione del percorso didattico che verrà sviluppato in classe.
ioneaguglia

GIOCARE A COMPORTARSI BENE | Portale Bambini - 3 views

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    L'ambiente scolastico ha un importante potenziale: pensato per essere sereno e accogliente, può (e deve) facilitare l'apprendimento e promuovere comportamenti adattivi. Tuttavia, la mancanza di strumenti validi per l'insegnamento di nuove abilità da parte degli insegnanti può trasformarlo in una vera e propria prigione, un luogo frustrante per piccoli e adulti. Ecco piccoli ma importanti consigli per poter migliorare il proprio ambiente scolastico. L'articolo che ho scelto è stato pubblicato sul sito Portale Bambini che si occupa di fornire materiale di apprendimento per i bambini, pubblicare novità in merito all'educazione, organizzare corsi di formazione. Scopo dell'articolo è la diffusione nelle scuole del behavior game: giocare a comportarsi bene. Il gioco si svolge in 4 semplici passaggi. Innanzitutto vengono stabilite delle regole (dall'insegnante o dalla classe) e divisa la classe in piccoli gruppi. Ciascun team riceverà un punto negativo se uno dei partecipanti infrange una regola, chi ha meno di 4 punti negativi riceverà un premio concordato con l'insegnante. è un metodo non competitivo (più di una squadra può vincere) che facilita la cooperazione e che evita all'insegnante di usare sistemi punitivi.
desolina71

Social Media e Schermo Cambiano il Cervello? - 10 views

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    Grazie Desi della condivisione di questo articolo. Trovo molto interessante che stiano cercando di definire un documento interdisciplinare con le opinioni di esperti in diverse discipline
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    La scelta dell'articolo nasce da uno spunto di riflessione legato alla mia esperienza lavorativa come docente, tra i banchi di scuola ho potuto vedere l'evoluzione e il condizionamento che i media e successivamente i social media hanno avuto negli alunni i quali nel corso del tempo hanno manifestato problematiche soprattutto relative all'aspetto sociale, cognitivo ed emotivo e non ultimo attentivo, in parte ciò dagli studi scientifici viene attribuito anche all'uso, ma oserei dire talvolta mal uso e abuso dei mezzi digitali. Da decenni schermi televisivi, social media, era digitale influenzano l'interpretazione umana, la percezione, l'attribuzione di significati, ma negli ultimi anni in maniera ancora più massiccia e pressante. È curioso il dato emerso nell'articolo "Social media e schermo cambiano il cervello?" a cura Derrick de Kerckhove e altri studiosi dei media digitali. In tanti sottolineano il fatto che da più parti si lamenta la ridotta capacità di attenzione e l'influenza nei processi di memoria da parte nei giovani che utilizzano in maniera eccessiva dell'informazione digitale, ciò è sentito anche e soprattutto negli ambienti educativi, essendo l'attenzione un'abilità indispensabile per l'apprendimento ciò preoccupa non poco gli educatori. Dall'incontro a Roma fra i più grandi studiosi della scienza dei media emerge il bisogno di educare sempre più consapevolmente le persone all'uso dei media attraverso un lavoro di regole d'uso e di corretta informazione.
marmandi

Il punto di vista dei genitori sull' uso dei media da parte dei bambini durante la pand... - 2 views

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    La chiusura delle scuole ha portato i bambini a trascorrere più tempo davanti ai media rispetto al passato, anche a causa della didattica a distanza. L'obiettivo di questa ricerca, è quello di capire come i genitori hanno affrontato questa nuova situazione e come percepiscono il consumo dei media da parte dei loro figli. La pandemia covid-19 ha portato profondi cambiamenti e i genitori si ritrovano a ricoprire il ruolo di "insegnanti" dei loro bambini.. Gli autori di questo studio Petra Ambrožová, Petra Eisenkolbová, Iva Junová, Leona Stašová svolto presso University of Hradec Králové (REPUBBLICA CIECA), hanno esaminato 191 genitori con bambini di età compresa tra 6-15 anni. I genitori si differenziavano in base all' età, al livello di istruzione, al tipo di lavoro. La ricerca è stata effettutata durante il periodo del primo lockdown (marzo 2020). I risultati dimostrano che l'87% dei genitori dedicano più tempo ai bambini, grazie al lockdown, l' 81% dei genitori è convinto che il tempo che i propri figli spendono nell'uso dei media sia aumentato, il 43% aiuta i propri figli ogni giorno nell'apprendimento online indipendentemente dal tipo di lavoro, il 57% dei genitori non ha modificato l' utilizzo dei media durante il lockdown e le regole con i propri figli e infine per quanto riguarda il tempo libero, il 60% delle famiglie preferisce passarlo all'aria aperta o passeggiando. In conclusione, l'articolo è molto interessante e dimostra l'importanza dell'educazione ai media. I genitori devono essere in grado di combinare al meglio il lavoro con la cura quotidiana dei loro bambini. I genitori devono diventare " insegnanti efficaci". Bisogna educare e sostenere le famiglie verso una partecipazione attiva nell' influenzare la produzione e la diffusione di programmi di qualità per tutte le età, in modo da rendere l'uso dei media da parte dei bambini, il più proficuo e responsabile possibile.
lucreziamele

Tech UN PATTO GENITORI-FIGLI PER IL BENESSERE DIGITALE IN FAMIGLIA - 1 views

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    L'articolo spiega il progetto attraverso cui migliorare il benessere digitale nelle famiglie a partire dai primi workshop mai tenuti sull'argomento col benestare di insegnanti, psicologi e psicoterapeuti e esperti in media education. Il progetto è ancora ai suoi albori, tuttavia si auspica una grande diffusione ottenibile "facendo rete". Il workshop non ha la pretesa di stabilire regole rigide per l'utilizzo di internet in famiglia, bensì evidenziare dei principi generali che possano essere spunto di riflessione e discussione. Viene illustrato inoltre lo svolgimento del workshop stesso con un iniziale momento di lavoro in gruppi e un successivo confronto fra genitori e figli. L'articolo risale all'8 dicembre 2019.
simonamariani

"Blue whale", il gioco della morte. - 3 views

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    Le balene blu a volte si spiaggiano, lasciandosi morire senza un apparente motivo. Prende spunto da questo il gioco tremendo che nasce in Russia e ha iniziato a "spopolare" tra gli adolescenti sul web. Ci sono molte indagini in corso e punti controversi sulla questione. Ma un punto fermo su queste morti è che sono avvolte da un grande mistero. Gli adolescenti che cadono nelle maglie di questa rete mortale, devono affrontare un gioco costituito da 50 step sempre più pericolosi, dal farsi un graffio fino a lanciarsi giù nel vuoto di un palazzo. Viene sfruttato il periodo di estrema fragilità e cambiamento che gli adolescenti attraversano, costellati da necessità, bisogni e problematiche sempre più intense. É una generazione sempre più iper-connessa, ma al contempo sempre più sola. Si tratta di un fenomeno nuovo e pericoloso, una anonima rete criminale contro uno, contro anche la sua fragilità di essere accettato. Questo è uno dei tanti aspetti del dark web. Il grande rischio del web è quello di essere virale e di conseguenza i fenomeni diventano di massa e incontrollabili, basti ricordare il fenomeno del contest virale che incitava i ragazzi a bere fino allo sfinimento sotto lo sguardo di tutta la rete. È importante sensibilizzare gli studenti sul corretto uso di internet, sulle insidie che si annidano sulla rete. Il messaggio che deve passare forte e chiaro, è che la vita non è il numero di "like" ricevuto, ma quello che uno fa concretamente nella propria quotidianità.
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    Io credo che la voglia di trasgressione nei giovani sia sempre esistita con la differenza che, mentre prima era limitata ad un gruppo ristretto, oggi grazie al web che funge da diffusore, si è amplificata anche l'esibizione. Questo può indurre ad effetti negativi e distruttivi. Le responsabilità sono molteplici, della famiglia che non impone più regole, del fatto che i bambini già a tre anni dispongono del cellulare o della scuola che manca di un programma nella didattica, adeguato ai tempi. Ma Oltre le responsabilità occorre capire come affrontare il problema che è reale. Ragazzi, docenti, educatori devono acquisire le giuste competenze per comprendere e interpretare quelli che sono i nuovi scenari della comunicazione digitale, muoversi correttamente all'interno dei social, individuando "fake news", contrastando fenomeni come il cyber-bullismo, comprendendo e utilizzando, pertanto, appieno, le possibilità enormi che il digitale offre. Ecco l'utilità dell'educazione ai media tramite attività formative sia per studenti, sia per docenti sia per famiglie, tramite esperti della comunicazione digitale con l'obiettivo di contribuire a sviluppare la cultura della comunicazione efficace attraverso l'utilizzo corretto dei social e del web verso anche una "comunicazione gentile ".
emilia73

Media Education e infanzia - 4 views

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    I bambini già in età pre-scolare usano la tecnologia digitale, e troppo spesso vengono lasciati "in compagnia" di tablet, smartphone, Ipad, o davanti alla TV, per farli stare buoni. I genitori non sempre riescono a dare loro delle regole e questo rende difficile la gestione del tempo che i bambini trascorrono con questi strumenti. Questi presupposti hanno dato il via ad una attività educativa svolta in una scuola dell'infanzia di Ferno(Varese), che ha visto coinvolti educatori, bambini e genitori, allo scopo di sottolineare l'importanza di un'adeguata educazione digitale ai bambini. Il progetto si è basato sul metodo EAS di C.Rivoltella, che punta ad un apprendimento significativo e alla conoscenza situata. L'esperienza è stata ripetuta con successo in altre scuole.
cfilocamo

Four causes for 'Zoom fatigue' and their solutions | Stanford News - 2 views

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    A seguito della pandemia abbiamo acquisito familiarità con Zoom e altre piattaforme di video chat (Skype/Teams). Ma quanta consapevolezza abbiamo di questi strumenti? L'articolo scelto, basato sul lavoro del Professore Bailenson fondatore dello Stanford Virtual Human Interaction Lab, esamina quattro fattori di stress generati dall'uso di video chat e offre alcuni spunti per meglio gestirli: 1) Eccessivo contatto oculare: durante una video chat anche chi ascolta è continuamente sotto osservazione; questo genera uno stato di iper-vigilanza sociale che alla lunga crea stress. Gli autori suggeriscono di uscire dal Menù "Schermo Intero" e minimizzare l'icona del volto. 2) Osservare la propria immagine in tempo reale è faticoso: se in una situazione sociale qualcuno ci seguisse con uno specchio per mostrarci costantemente la nostra immagine nelle varie interazioni, questo ci darebbe molto fastidio. Guardarci continuamente può generare stati emozionali negativi. Gli autori raccomandano di utilizzare la funzione "nascondi immagine" per evitare sovra-esposizione alla propria immagine 3) Durante le video chat la nostra mobilità è ridotta: in una conversazione in presenza o al telefono, abbiamo ampie possibilità di movimento. Durante una video chat siamo invece invitati alla staticità. É importante limitare questa staticità attraverso l'utilizzo di tastiere separate e fissando delle regole che consentano a tutti i partecipanti di spegnere le video-camere. 4) Il carico cognitivo è più alto nelle video chat: durante le interazioni in presenza tutta la comunicazione non verbale si svolge in maniera naturale. Quando siamo in video chat vi è un lavoro extra per mandare e ricevere segnali. Se siamo d'accordo alziamo in alto i pollici o enfatizziamo il nostro gesto di approvazione con un ripetuto movimento del capo. In sostanza bruciamo molte più calorie per comunicare in video chat; delle pause solo con audio offrono riposo al corpo.
valeee

Ragazzi e tecnologia, la scuola è impreparata: che dicono i dati - 1 views

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    Attraverso questo articolo, l'autore Paolo Ferri cerca di portare uno spunto di riflessione sull'impatto della pandemia da Covid-19 sull'uso della tecnologia digitale dei bambini tra i 0 e i 10 anni, e soprattutto delle loro principali figure educative, come maestri e genitori. La maggior parte di questi ultimi rientrano nella generazione dei cosiddetti millenials, persone nate tra il 1980 e la metà degli anni '90, che anche se non si possono definire "nativi digitali" come i loro figli, hanno conosciuto in età adolescenziale la tecnologia, la comunicazione e il web: tutti elementi che hanno scandito sempre di più la loro quotidianità fino a diventarne oggi una parte integrante. La ricerca "Bambini e lockdown" presentata nell'articolo, condotta dalla Società Italiana delle Cure Primarie Pediatriche con la collaborazione di un gruppo di ricercatori dell'Università di Milano-Bicocca e della spin-off dell'Università di Milano-Bicocca "Bambini Bicocca", si pone l'obiettivo di indagare i ritmi, le regole, le routine, l'esperienza educativa e didattica e gli stati emotivi dei bambini e dei genitori durante il lockdown, utilizzando dati raccolti in due indagini (2020, 2021) attraverso questionari. Attraverso l'approfondimento dei risultati, l'autore cerca di consapevolizzare il pubblico sull'importanza di formare insegnanti e genitori ad educare i piccoli a un uso ponderato e creativo dei dispositivi digitali e del web. In particolare, dai dati presentati si evince come le famiglie con bambini tra 0 e 10 anni, siano attrezzate dal punto di vita del possesso di device e di connessione internet, con un numero di strumenti tecnologici che tende a crescere con l'aumentare dell'età dei bambini, i quali non solo nel 2021 hanno trascorso più tempo davanti allo schermo rispetto all'anno precedente, ma sono anche sempre più spesso gli unici possessori ed utilizzatori delle loro periferiche digitali. L'autore ha voluto più v
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    [continua] L'autore ha voluto più volte rimarcare l'importanza di intendere i dati e i relativi risultati, come generati all'interno di un processo di "naturalizzazione" della vita sullo schermo dei bambini nelle opinioni dei genitori, che porterebbe a delle distorsioni nella loro percezione dell'effettivo tempo di utilizzo di questi dispositivi. Nella seconda parte della ricerca, emerge l'evidenza di una generalizzata carenza di strutture e formazione metodologica sulla didattica aumentata dalle tecnologie. Infatti, il tempo impiegato in attività di DAD/DDI è aumentato nel 2021, ma nonostante ciò, le metodologie impiegate non sembrano aver avuto alcuna evoluzione o adattamento alle nuove esigenze dei bambini e delle loro famiglie. Il principale problema, segnalato anche dai genitori, sembra essere l'ostinazione nell'adottare un approccio trasmissivo e nozionistico, tipico delle classiche lezioni frontali in presenza, che lascia poco spazio all'interazione e all'interattività, e che rischia di appesantire ulteriormente il carico cognitivo del bambino, di limitarne le capacità di attenzione e di comprometterne l'apprendimento. L'autore alla fine evidenzia la presenza di una correlazione negativa tra il titolo di studio dei genitori e il tempo di utilizzo dei device, prima di concludere rimarcando l'importanza di un'educazione all'utilizzo creativo, critico e costruttivo delle tecnologie digitali, che deve necessariamente passare per i genitori e gli insegnanti e quindi le istituzioni, per poter essere davvero efficace ed influenzare l'interazione quotidiana dei propri figli con la tecnologia.
paribeni

Social Withdraw e Hikikomori: in cosa consiste, definizione e ipotesi d'intervento - 5 views

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    Articolo pubblicato dal giornale delle scienze psicologiche State of Mind il 26 Aprile 2017, che parla di un fenomeno riscontrato negli adolescenti. Con il termine Social withdrawal si intende una condizione sociale caratterizzata prevalentemente da sentimenti di solitudine, isolamento, ritiro dalla società e dalle relazioni interpersonali. Il termine hikikomori è stato formulato dallo psichiatra Saito Tamaki, direttore del dipartimento psichiatrico dell'Ospedale Sofukai Sasaki di Chiba, per riferirsi al fenomeno di persone che hanno scelto una condizione di autoreclusione permanente al fine di ritirarsi dalla vita sociale. La dimensione del gruppo sulla piattaforma virtuale crea un senso di appartenenza e di accettazione immediata che non sembra essere caratterizzato dai tempi e dalle regole più severe a cui sottostanno i gruppi nella realtà quotidiana ( Lavenia 2012). La cura terapeutica per questo fenomeno criticamente diffuso non consiste nel portare il giovane dallo psicologo ma portare lo psicologo dal giovane, nella sua stanza, nel suo mondo con l'obbiettivo di avere da lui il permesso di stare lì. Uscire e tornare al mondo reale avverrà successivamente e gradualmente. Non bisogna portare fuori il ragazzo bruscamente perché in questo modo non si ottiene niente, c'è bisogno di calma e tempo per riportarlo in una condizione di sicurezza e tranquillità nei confronti del resto del mondo dal quale si è isolato per paura di essere inadeguato.
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