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lucreziamele

Tech UN PATTO GENITORI-FIGLI PER IL BENESSERE DIGITALE IN FAMIGLIA - 1 views

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    L'articolo spiega il progetto attraverso cui migliorare il benessere digitale nelle famiglie a partire dai primi workshop mai tenuti sull'argomento col benestare di insegnanti, psicologi e psicoterapeuti e esperti in media education. Il progetto è ancora ai suoi albori, tuttavia si auspica una grande diffusione ottenibile "facendo rete". Il workshop non ha la pretesa di stabilire regole rigide per l'utilizzo di internet in famiglia, bensì evidenziare dei principi generali che possano essere spunto di riflessione e discussione. Viene illustrato inoltre lo svolgimento del workshop stesso con un iniziale momento di lavoro in gruppi e un successivo confronto fra genitori e figli. L'articolo risale all'8 dicembre 2019.
agiugovaz

L'intelligenza artificiale aiuta i bimbi a parlare - 2 views

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    Dalla collaborazione tra IBM (International Business Machines Corporation) e l'organizzazione Sesame Workshop (organizzazione non-profit che produce il programma televisivo per bimbi Sesame Street) è nata negli Stati Uniti un'app che aiuta i bambini dai 0 ai 5 anni ad imparare a parlare nel modo corretto. È stato condotto un progetto pilota per l'insegnamento personalizzato coinvolgendo bambini di età prescolare e insegnanti di uno dei distretti scolastici più importanti degli US tramite il quale sono stati raccolti 18mila feedback positivi. I bambini sono stati in grado di imparare termini piuttosto difficili, come «aracnide» o «mimetizzare» (in inglese NdR). L'app è una piattaforma di giochi didattici intelligenti, su cui lavora una comunità multidisciplinare che include sviluppatori, ricercatori, educatori. Questo è solo l'inizio: IBM e Sesame Workhop stanno lavorando per soddisfare al meglio esigenze individuali degli studenti, sfruttando i dati che vengono raccolti dalle sessioni di apprendimento per un crescente adattamento alle conoscenze possedute.
saracatenaro

Narrowing the gaps? | David Buckingham - 1 views

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    L'articolo fa parte di un ambizioso progetto portato avanti da David Buckingham 'Childhood, Youth and Popular Culture Since 1945' che si propone di ricostruire storicamente il rapporto tra media e infanzia. Buckingham è professore, scrittore e pioniere della Media Education. Sul suo blog è possibile trovare questo ed altri articoli che fanno parte del progetto e una serie di contenuti video e contributi da scaricare. In particolare il testo 'Bridging the gaps? Sesame Street, race and educational disadvantage' analizza innovazione e criticità di un rivoluzionario programma televisivo andato in onda in America a metà degli anni '60, il Sesame Street, che si è proposto (grazie a Joan Ganz Cooney e alla Children's Television Workshop che hanno ideato il programma) di colmare il divario tra i bambini svantaggiati, in particolare di colore, e quelli del ceto medio. La Cooney ritiene questo obbiettivo fondamentale in quanto, come afferma "le risorse della scuola pubblica non sono adeguate… e il Laboratorio di Televisione per Ragazzi, potrebbe fornire una risposta immediata". Tenta di farlo rappresentando la diversità razziale e tentando di aumentare il rendimento scolastico dei bambini più emarginati. E' interessante come si sia ritenuto più utile investire in un progetto televisivo e non in un progetto educativo istituzionale, utilizzando come mezzo proprio la televisione, del quale negli '60 non si conoscevano ancora le potenzialità. Nonostante le innovative premesse che guidarono il progetto, non mancarono le criticità: il non aver visto nel gap dei bambini svantaggiati un problema più ampio in termini sociali e aver posto l'accento solo sul cognitivismo, ignorando aspetti più emotivi come l'autostima, o sociali come la tolleranza razziale. La TV del resto, a detta della stessa produzione, era un mezzo "adatto a vendere cose più che a incoraggiare il pensiero critico e non essendo un mezzo interattivo, poco adatto ad affrontare
aleale2022

Apprendimento Internazionale e Pedagogia Partecipativa per mezzo dei Social Media - 7 views

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    L'articolo, pubblicato sull' Italian Journal of Health Education, Sports and Inclusive Didactics a cura delle Dott.sse universitarie Gabriella Rodolico, Neeraja Dashaputre, Rhona Brown e Abimbola Abodunrin, espone i risultati di uno studio condotto sull'impatto dei social media nell'applicazione dell'innovativo modello di internazionalizzazione e apprendimento collaborativo online "COIL" (Collaborative Online International Learning). I feedback dei partecipanti ai workshops basati su tale modello, realizzati per consolidare la collaborazione tra quattro istituti formativi, due scozzesi e due indiani, nell'ottica di un progetto di potenziamento (STEM), hanno mostrato come i social media (nello specifico WhatsApp, Zoom, e-mail e Google Classroom) siano efficaci nel migliorare la comunicazione e nell'incentivare la partecipazione attiva facilitando lo scambio di conoscenze in contesti interculturali. L'accessibilità e fruibilità dei media ha permesso una diffusione trasversale delle conoscenze e competenze tra gli istituti, aprendo al dialogo e aumentando la consapevolezza sull'importanza delle esperienze di apprendimento positive. Tuttavia lo studio ha riscontrato anche alcune difficoltà nella sperimentazione di tale modello legate alle limitazioni imposte dai diversi governi all'utilizzo delle piattaforme online (p.e. Meet, Teams, WhatsApp, Facebook,...). La tecnologia dunque offre molti vantaggi nella collaborazione internazionale anche in ambito formativo ma diverse questioni pratiche, etiche e legali devono essere gestite al meglio per poterne sfruttare a pieno le potenzialità.
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