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alexaballarin

Minori ed internet educazione ad un uso consapevole del web - Net Reputation - 18 views

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    Internet è uno strumento indispensabile e a disposizione di tutti, minori compresi. Qualche spunto per una educazione ad un uso consapevole del web e dei social network. Sempre più le vicende di cronaca rendono fondamentale affrontare le questioni dell'educazione ai nuovi strumenti di comunicazione (e fruizione dell'informazione) che internet ci mette a disposizione. Siamo connessi h 24 grazie a Smartphone che per prestazioni (velocità CPU, memorie, dimensioni schermo) e per connettività (spesso in Italia le connessione ad internet da cellulare risultano anche più veloci delle "adsl normali") sono molto più potenti dei "vecchi pc" e ci consentono di fare acquisti, chattare, leggere, comunicare, cercare musica online, formarci ecc. ecc. Questi processi cambiano il nostro modo di pensare, il nostro modo di relazionarsi agli altri, di acquistare, di studiare ecc. E' quindi necessario un "supporto" che vada in tante direzione, non solo tecnico informatico (come si usa un determinato software o un determinato dispositivo) ma più profondo, "olistico", che possa andare in profondità, per esempio spiegando come funzionano davvero i social, quali sono i meccanismi che sottintendono alla pubblicità e al marketing sui social network e sul web, come individuare una fonte attendibile ed evitare "fake news" e bufale, come utilizzare in sicurezza un motore di ricerca, le regole da tenere in ambito social, comprendere le dinamiche dietro al "gaming" e alle chat nei giochi online ecc. In questo processo di comprensione non devono esser coinvolti solo i ragazzi ma è fondamentale coinvolgere anche i docenti ed i formatori e i genitori.
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    Gli adolescenti devono imparare ad essere critici nei confronti del materiale che trovano su internet, ma devono essere anche creativi. Poichè i ragazzi, di tutte le età, passano sempre più tempo davanti al loro smarthphone, gli adulti (genitori, docenti e formatori) sono tenuti ad agire come "interpreti": devono saper comunicare la molteplicità della realtà , rendere pubblico il pericolo nascosto dietro la community. I giovani sono sempre più esposti, tramite l'accesso alla rete, ad immagini di violenza, sesso, droga. I confini tra infanzia ed età adulta diventano sempre più confusi ed i ragazzi non sempre sono pronti ai cambiamenti repentini proposti dalla rete. In un tempo come il nostro, dove entrambi i genitori lavorano, i ragazzi passano parecchio tempo da soli, imparando ad usare i media attraverso l'esplorazione ed il gioco, anche attraverso gli errori. La scuola, tramite gli insegnanti, dovrebbe insegnare agli alunni a sviluppare il proprio senso critico, a prendere coscienza della complessità dei media, della diversità offerta, per poter agire secondo la propria coscienza ed i propri valori. Ma è difficile per le istituzioni scolastiche formare i ragazzi se non si hanno a disposizione, nelle proprie strutture, gli strumenti necessari (computer, LIM, ecc.): solo lavorando a contatto coi giovani, sulla rete, si possono valutare insieme caratteristiche, pregi e difetti. Gli insegnanti dovrebbero essere più formati al mondo digitale, spesso troviamo insegnanti che non hanno mai visto un computer, che utilizzano un cellulare di vecchia generazione e quindi trovano difficoltà a trasmettere nozioni che non hanno!
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    Si tratta di un articolo scritto da Marco Pini, formatore e consulente web, pubblicato da Net Reputation, del cui team Pini fa parte. Il link di questo post è suggerito da MiurIstruzione.it, nell'ambito dell'articolo:" La Media Education nelle scuole, ecco perchè è importante". L'accento è posto sulla centralità di un supporto in ambito educativo, genitoriale e scolastico, nell'utilizzo dei media. Questo supporto deve andare in tante direzioni, e non deve essere solo tecnico informatico ma più profondo e "olistico". Non serve reprimere o censurare, ma FORMARE e la scuola deve essere all'avanguardia nelle competenze e nelle conoscenze dei nuovi strumenti digitali. Sono inseriti , all'interno di questa presentazione, anche due video e delle interviste sul bullismo e sul cyber bullismo, più la possibilità di scaricare gratuitamente un e-book sullo stesso argomento. Inoltre troviamo il link di un interessante video " della Stampa sulla reputazione digitale e sul recruitment e un link che collega alla traduzione dall'inglese di una lettera/contratto su cui troviamo 18 regole sull'utilizzo del primo smartphone, scritte, come biglietto di accompagnamento al regalo, da una madre al figlio tredicenne. Per concludere troviamo un video del Garante per la protezione dei dati personali dal titolo: Social network: quando ti connetti, connetti anche la testa!
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    L'articolo pone l'evidenza sull'utilizzo del web da parte dei minori, essendo internet uno strumento di conoscenza ormai indispensabile per la vita di tutti i giorni è necessario farne la sua conoscenza e, soprattutto è importante utilizzare con consapevolezza tutti i dispositivi che ci permettono di essere connessi h24. Il Web viene fruito dai minori tramite dispositivi mobili che aumentano la portata e la possibilità di navigare sulla rete in occasioni diverse ed alle volte, fuori dal controllo di un adulto. Ad oggi si parla spesso di cyberbullismo , una forma di bullismo digitale ma comunque reale; inoltre molto frequente è la nomofobia, una patologia che si manifesta come la paura di restare disconnessi dal proprio cellulare. Quindi, la conoscenza è la miglior soluzione per un utilizzo intelligente e consapevole del Web. Tuttavia, dai giovani, non viene ancora concepito come uno spazio reale al 100% , ma come un luogo privo di regole grazie al quale è possibile sfogarsi. L'educazione ai nuovi media è quindi indispensabile e l'articolo elenca una serie di consigli (legati soprattutto al rispetto della privacy), per imparare ad utilizzarli.
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    Questo articolo si propone di Marco Pini (formatore, divulgatore, consulente Seo) di dare consigli utili e pratici alle famiglie per educare i minori ad un uso consapevole del web. Da una prima infarinatura di cos'è la media education, quali sono i rischi ma anche i tanti vantaggi per l'apprendimento. Alla fine, parte che ho trovato molto interessante, mette a punto una serie di consigli pratici per poter aiutare le famiglie ad indirizzare i propri figli nella direzione dell'utilizzo consapevole del web.
massimomoretti

L'innovazione tecnologica nella scuola italiana. Per un'analisi critica e storica - 8 views

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    L'articolo, pubblicato nel 2016, evidenzia la rilevanza dell'introduzione delle tecnologie nella scuola italiana, processo che si è sviluppato negli ultimi quarant'anni. Inizialmente molti insegnanti furono influenzati dalle innovazioni modificando atteggiamenti e metodologie; tuttavia, a mano a mano che l'introduzione delle ITC nella scuola si andava affermando, emersero criticità e contraddizioni provocate da problemi tecnici, incompatibilità, mancanza di tempo e carenza di preparazione degli insegnanti. L'esperienza del passato, a fronte delle difficoltà verificate, rischia di passare in second'ordine o - addirittura - di essere dimenticata, unitamente al portato teorico e didattico caratterizzante la fase precedente. S'impone pertanto una riflessione critica attraverso la presentazione di alcuni lineamenti della storia dell'introduzione delle ITC nella scuola, delle concezioni che l'hanno accompagnata e dei rapporti che spesso, anche all'insaputa degli innovatori, si mantengono tra passato e presente. La tecnologia informatica fu introdotta ufficialmente nella scuola italiana nel 1985 (primo Piano Nazionale Informatica - PNI 1), affiancata agli insegnamenti di matematica e fisica del primo biennio della scuola superiore. Il PNI 1 nacque dall'idea che l'alfabetizzazione informatica costituisse l'unica via d'accesso alla società dell'informazione e dalla fiducia nella possibilità per gli strumenti e le tecniche dell'informatica di favorire lo sviluppo cognitivo degli studenti. In seguito, l'introduzione del linguaggio di programmazione, dei videogiochi e degli ambienti di scrittura indussero a ritenere il computer uno strumento di supporto per l'apprendimento, capace di dilatare la conoscenza e il processo per acquisirla, favorendo l'autonomia e la creatività, secondo un approccio cognitivistico-costruttivista. Negli anni Novanta, con l'avvento dell'ipertestualità, la tecnologia venne accolta nella scuola
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    con lo scopo di avvicinarla alla realtà vissuta dagli studenti a casa e in altri ambienti, contraddistinta dall'interazione tra parola orale, testi scritti, suoni e immagini. Le più recenti iniziative ministeriali da un lato spingono verso limiti più avanzati l'idea della partecipazione sociale, dall'altro sembrano riscoprire il valore di pratiche già sperimentate negli anni Ottanta e in parte dimenticate dalla scuola. L'articolo, in particolare, pone l'accento sulla pratica del coding, vale a dire sul processo finale di programmazione, quello della scrittura del codice attraverso l'uso di un determinato linguaggio. In sostanza, questa analisi storico-critica mette in evidenza come nel nostro Paese la normativa che regola l'introduzione del digitale nella scuola insegua l'innovazione tecnologica, tentando di stare al passo con questo processo fluido, rapido e costante.
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    FORM@RE - Open Journal per la formazione in Rete L'innovazione tecnologica nella scuola italiana. Per un'analisi critica e storica Technological innovation in the Italian school. A critical and historical analysis Camilla Moricca - Università degli Studi di Firenze, camilla.moricca@unifi.it Abstract L'introduzione tecnologica nella scuola è caratterizzata da ondate che si succedono conservando scarsa consapevolezza e ricordo della fase precedente. Il lavoro ripercorre in modo sintetico le principali iniziative istituzionali e le più note teorie di riferimento che le hanno accompagnate nell'ottica di favorire una consapevolezza storico-critica su ciò che l'esperienza ci può aver insegnato. Nell'ultima parte ci si sofferma su riferimenti oggi in voga, quali il coding e la robotica, chiedendoci se siano davvero nuovi e se poggino su criteri pedagogici fondati. Parole chiave: tecnologie dell'educazione; analisi storica; coding; robotica. Abstract Technological introduction into school takes place in the form of innovations that maintaining low awareness and memories of the previous phases. The work recalls briefly the main institutional initiatives and best-known theories of reference in order to foster a historical-critical awareness of what the experience may have informed us. In the last part we focus on references in vogue, such as coding and robotics, wondering if they are really innovations and if they are based on valid educational criteria. Keywords: educational technology; historical analysis; coding; robotics. 1. Introduzione L'introduzione delle tecnologie nella scuola ha rappresentato un avvenimento rilevante negli ultimi quarant'anni e il processo che l'ha accompagnata ha coinvolto direttamente molti insegnanti, influenzando i loro atteggiamenti e le loro concezioni metodologiche. Sembra quindi ragionevolmente importante soffermarsi a riflettere su questo percorso per comprenderne meglio la natura. Tuttavia sono carenti i lavori
claudiainfusino

Mental health awareness su TikTok, quando si sa troppo e non abbastanza. - 2 views

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    L'articolo pubblicato dal sito della CNN risale a questo settembre (2021) e la giornalista, Kristen Rogers, con il contributo di due psicologi John Duffy e Mike C.Parent, affronta come la piattaforma TikTok abbia impattato nella diffusione di informazioni riguardanti la salute mentale nei più giovani. Lo psicologo John Duffy in particolare discute l'ambivalenza che libertà di pubblicazione offerta dalla piattaforma implica, per Duffy è positivo che i giovani abbiano la possibilità di accedere a questo tipo di informazioni e in qualche modo costruire una community in grado di offrire supporto e condividere esperienze, tuttavia lo psicologo sottolinea quanto pericoloso possa essere la mancanza di limiti su chi possa effettivamente pubblicare informazioni riguardanti la salute mentale. Duffy riporta infatti non sia raro che ragazzi si auto-diagnostichino e auto-medichino dopo essere entrati in contatto con suddetti contenuti. In conclusione entrambi gli specialisti riconoscono l'utilità nel poter costruire e far parte di una community che offra supporto e informazione, nessuno dei due psicologi propone come soluzione quella di censurare determinati argomenti, piuttosto invitano i genitori e i ragazzi ad informarsi ulteriormente sul funzionamento del social e nel caso di disagio di cercare supporto da parte di specialisti.
ericalegari

Disturbi specifici dell'apprendimento e uso di tecnologie come supporto - 4 views

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    L'articolo tratta il tema dell'uso delle tecnologie nelle scuole, come strumento compensativo e di supporto per alunni DSA ovvero con disturbi specifici di apprendimento. In questo articolo si vuole sottolineare il ruolo fondamentale della tecnologia, utilizzata per migliorare e facilitare l'apprendimento dell'alunno con difficoltà e soprattutto aiuta a creare un clima di inclusione e appartenenza al gruppo. Spesso infatti, i bambini con difficoltà vengono isolati dal contesto classe, costretti a lavorare singolarmente con l'insegnante di sostegno e non partecipare alle attività della classe, ma questi strumenti compensativi vogliono proprio essere strumenti di "autonomia" per favorire appunto una ricerca autonoma e personalizzata, per far si che gli alunni possano affrontare gli stessi argomenti semplicemente con strumenti più adatti alle proprie capacità. Vengono illustrati molti strumenti compensativi tra cui computer e tablet che con i loro programmi facilitano l'apprendimento del bambino. Esistono ad esempio programmi di videoscrittura con correttore ortografico, libri digitali, audiolibri, software per mappe digitali che facilitano lo studio e così via. È molto importante però istruire gli insegnanti alle competenze tecnologiche per essere anche loro strumento di aiuto e non di ostacolo per i bambini con bisogni educativi speciali.
angelamaesano

Generazione Digitale - Media Education - 4 views

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    L'intervento di Massimiliano Andreoletti ricercatore universitario sottolinea l'importanza dell'approccio ai media: nè positivo né negativo ma utile all'uomo per amplificare i suo mezzi di comunicazione e di pensiero, e soprattutto per esprimere se stessi come cittadini e uomini; sono uno strumento che fa parte della nostra vita ed è necessario educare a tale strumenti sia gli adulti che i ragazzi. La scuola stessa ha capito che deve mettersi "in mezzo" tra i ragazzi e il mondo esterno, attraverso una media education. Alla maggior parte degli adulti mancano delle competenze e questo impedisce ai ragazzi di interagire con loro e di rivolgersi a loro in caso di necessità. Ciò che diventa necessario è anche intervenire sugli adulti/genitori per una media education, così da renderli in grado di diventare un supporto nei confronti dei ragazzi.
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    Oggigiorno la televisione, da sempre cattiva maestra (e mass media per eccellenza ), internet e i media in generale, fanno parte a pieno titolo degli strumenti della didattica. Il dibattito riproposto da Rai educational vede presenti figure di spicco, tra cui Mario Morcellini. Per prima cosa si insiste sul fatto che non è esatto considerare, come si faceva tempo fa, la tv un virus di cui sbarazzarsi. Una visione del tutto negativa dei media non è dunque adeguata. Vanno presi in considerazione anche gli aspetti positivi. I media si potrebbero infatti considerare anche un' estensione dell'uomo, che ne facilita la vita. E' però necessario che i giovani vengano guidati nel loro uso. Il professor Mandarano insiste sul fatto che il mondo reale e quello virtuale siano ormai in stretta connessione, anche se spesso non riusciamo a capirlo. Ciò in conseguenza de fatto che il modo in cui i genitori si approcciano ai media è ambiguo. C'è chi è entusiasta e chi è allarmato dal fatto che Internet possa sostituire i vecchi libri di testo. La paura è una conseguenza della scarsa conoscenza che si ha in merito alla modalità attraverso cui andrebbe considerato e indagato il web. Esso può essere utilizzato adeguatamente solo se se ne conoscono pro e contro. Le posizioni estreme, come sempre, non hanno ragion d'essere. Perchè si possa prender coscienza degli aspetti positivi e negativi del web è dunque necessaria la formazione sia dei genitori che dei ragazzi. A tal proposito negli ultimi anni sono stati stanziati dei fondi a favore dei progetti di educazione ai media. Tra questi viene citato il progetto "scuole aperte" (2009). Secondo MARIO MORCELLINI i media andrebbero considerati non di fronte ai bambini ma di fianco come fossero un loro supporto. Il professor Mandarano insiste invece sul fatto che il medium venga spesso considerato un gioco. Non ci si rende invece conto che si compiono degli illeciti anche sul web. La polizia postale ha un ruolo di primo piano e dunque
mirkatempra

Clash-Back, un videogame per dialogare con adolescenti in difficoltà. - 4 views

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    Ci sono giochi e giochi e questo non è un classico gioco bensì giocando vengono simulati comportamenti. Clash Back è un simulatore per adolescenti in difficoltà con l'obiettivo di entrare in contatto sul terreno digitale con i giovani di questa nuova generazione, sempre iperconnessi. Questo gioco mette in risalto un aspetto di oggi dell'era digitale : i rapporti tra figli adolescenti e genitori diventa virtuale, cercando di stabilire un dialogo. C'è il supporto online di uno psichiatra che valuta la situazione e lascia commenti, ovviamente anche lui fornito del suo avatar.
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    Come bene esprime il titolo, è il gioco che dà la chiave d'accesso al mondo ermetico dei giovani, che oggi più che mai è ostico in quanto i giovani oltre a vivere lontano dal mondo adulto la loro adolescenza con le difficoltà annesse al periodo che vivono,sono catapultati nelle loro realtà virtuali. Ritengo che Clash-Back è un valido supporto per il terapista.
ndrndr21

Minecraft education edition come supporto tecnologico nell' E-Learning - 3 views

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    Minecraft education edition viene considerato al giorno d'oggi all'interno dell'ambito educativo un potente supporto per l' E -Learning, proprio come per noi studenti più "anziani" è stata la piattaforma di Second Life recentemente. All' interno del gioco viene accentuata una delle più importanti soft skill, ovvero; la creatività, la quale dirige lo studente a sperimentare un tipo di apprendimento più profondo e persistente. L'insegnante tramite dei compiti più o meno semplici durante il percorso educativo chiede ai suoi discenti di costruire scenari in maniera creativa e condivisa, viene prediletta la chat istantanea perchè possa essere accentuato il lavoro di gruppo. Con l'intento che nessuno studente debba rimanere indietro od escluso dal progetto. Questa piattaforma che riguarda principalmente i " New Media" viene utilizzata per insegnare fisica, storia, chimica, inglese e geometria.
ptoma78uni

Hikikomori Italia - 3 views

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    Questo sito è il portale ufficiale italiano per la sensibilizzazione sul tema dell'isolamento sociale volontario. Come introduzione all'argomento il sito propone una panoramica su chi sono gli hikikomori, dettagliando sia le cause che le conseguenze di questo comportamento anomalo. Nella Home Page troviamo un articolo recente dove viene spiegato come questo periodo di quarantena ha avuto conseguenze sull'isolamento sociale volontario e come queste persone hanno vissuto. Racconta anche quali problemi hanno affrontato gli hikikomori che stavano combattendo contro la propria condizione di isolamento sociale, oppure stava cercando di resiste alla pulsione di ritiro, quelli al primo stadio e quelli che non stavano provando a uscirne. L'articolo chiarisce la differenza tra isolamento volontario e forzato e si sofferma anche sul concetto di solitudine psicologica, proprio perché la pandemia ha in qualche modo "forzato" un isolamento sociale collettivo. Viene anche descritto come la quarantena abbia influito sull'atteggiamento delle persone che vivino intorno agli hikikomori, sia perché le pressioni per uscire da quella situazione si allentano, sia perché potrebbe verificarsi una sottovalutazione del fenomeno con conseguenze anche sulla possibile tempistica di risoluzione del problema. L'analisi prosegue analizzando i rischi del contraccolpo psicologico, l'impatto sulla famiglia della pandemia e della quarantena. Della quarantena vengono citati sia gli effetti negativi che positivi, per esempio la maggiore empatizzazione della società sul fenomeno degli hikikomori. Un'altra sezione del sito è dedicata alle lettere di persone che raccontano le loro storie e la loro vita: queste persone si sentono hikikomori e in questa sezione chiedono aiuto e consigli per affrontare il futuro. Il sito offre anche supporto real time offerto tramite chat diretta con un operatore. L'associazione ha anche una onlus per supportare i genitori e i parenti di persone con
Francesco Italiano

Uso dei social media come fonte di informazione sulla salute per i propri figli - 2 views

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    L'articolo del 2022 pubblicato sulla rivista medica "Academic Pediatrics" (a cura di un gruppo australiano i cui diversi autori si occupano di salute pubblica, comunicazione e scienza della salute) è una revisione basata su 42 studi condotti dal 2011 al 2020 che esplorano l'utilizzo, da parte di genitori, dei social media come fonte di informazione su tematiche di salute per i propri figli. Gli studi selezionati sono stati eseguiti soprattutto negli Stati Uniti, Australia ed Europa. I social media e siti più utilizzati sono stati Facebook, Twitter, Youtube e Wikipedia per la ricerca di informazioni su particolari patologie o condizioni (tra le voci più ricercate: vaccini, traumi, allattamento al seno, malattie genetiche rare, cancro infantile, obesità infantile) ma anche per motivazioni legate al supporto generale, assistenza sanitaria autogestita, processo decisionale autodiretto, informazioni post-diagnosi. Gli autori hanno cercato di valutare la qualità delle informazioni reperite sui social media ed internet e le modalità di verifica e condivisione di tali informazioni con i sanitari di riferimento. In molti casi, infatti, i risultati delle ricerche non vengono condivisi con i sanitari con il rischio di poter accedere sia ad informazioni basate sull'evidenza ma anche (inconsapevolmente) ad opinioni contraddittorie non supportate da ricerche scientifiche rigorose, potendo quindi creare confusione, ritardare l'accesso alle cure sanitarie o incoraggiare trattamenti senza un controllo medico con possibili danni. Le conclusioni dell'articolo suggeriscono che sia necessaria un'adeguata educazione sanitaria di base per promuovere una navigazione sicura ed efficace per la ricerca di informazioni inerenti alla salute.
ornelladelcore

Digital World - Telmo Pievani. L`ecosistema del web. Come il digitale ci fa evolvere - ... - 2 views

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    Questo breve video introduce un 'aspetto molto interessante dell'evoluzione tecnologica e delle sue influenze sulla psiche umana. Parla,dunque, di ecologia dei nuovi media al fine di costruire dei "salvagenti" che minimizzano i loro aspetti negativi. In effetti sono decenni che si parla di creare leggi che regolino il web o di attenzioni maggiori all'uso che fanno adolescenti e bambini di ogni supporto tecnologico, ma la parola " ecologia" è la più appropriata e gli ultimi studi rimarcano questa esigenza.
lgrandi

La metodologia EAS e il progetto "Smart Future" - 0 views

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    L'articolo, pubblicato nel Maggio 2018 su "Bricks", descrive il progetto "Smart Future" e la sperimentazione della metodologia EAS (Episodi di Apprendimento Situato) nelle classi quarta e quinta elementare di un istituto di Agnone (IS). La metodologia EAS è stata introdotta dal prof. Rivoltella, e offre agli studenti la possibilità di un apprendimento situato e significativo, che porti alla realizzazione di artefatti digitali, e ad un'appropriazione personale dei contenuti. Uno degli scopi del progetto è la diffusione dell'innovazione tecnologica nella didattica, con particolare attenzione a disabilità e disagio, cercando con l'utilizzo delle Nuove Tecnologie da parte di alunni "svantaggiati", di garantire pari possibilità di beneficio. I risultati positivi della sperimentazione sottolineano l'importanza dell'innovazione digitale a supporto della didattica.
robertobrunelli

Hikikomori. La solitudine degli adolescenti giapponesi. - 2 views

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    marinamarina on 21 Nov 15 Il fenomeno hikikomori, che in giapponese significa stare in disparte, isolarsi, è una sindrome sociale particolarmente diffusa in Giappone, che coinvolge specialmente adolescenti e post-adolescenti: giovani tra i 14 e i 30 anni, di estrazione sociale medio-alta, nel 90% dei casi maschi, di solito figli unici di genitori laureati, con il padre che ricopre spesso un ruolo dirigenziale ed è molto assente, vittima di una forte pressione sociale dovuta alla competitività e dedizione al lavoro, e la madre che si occupa totalmente della gestione della famiglia, dei figli e della casa. Il fenomeno si sviluppa di solito dopo un lungo periodo di assenza da scuola da parte del giovane. I dati reperiti dai centri di Supporto No-Profit e dal ministero della Salute, Sanità e Lavoro nel 2010 parlano di una cifra ufficiale di oltre un milione di persone che in Giappone praticano l'hikikomori, ma si tratta di un fenomeno in espansione in Corea, in Cina e anche nella cultura occidentale. Il termine è stato coniato agli inizi degli anni '80 da un noto psichiatra giapponese, Saito Tamaki, e identifica una forma di isolamento dal contesto sociale e di rifiuto totale per ogni tipo di relazione, e anche per la luce del sole. La vita di questi giovani si svolge all'interno della propria camera, dormono di giorni e vivono solo di notte, e le uniche forme di interrelazione avvengono attraverso Internet, videogiochi o libri. La reclusione è sostenuta dai genitori, che mantengono come unica forma di contatto il passaggio del cibo attraverso la porta della camera del giovane.
gasaparo

Educazione e nuovi media - diritti e responsabilità verso una cittadinanza di... - 9 views

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    Questo documento, realizzato con il supporto dell'Ufficio Comunicazione di Save the Children Italia, "si propone di offrire agli insegnanti strumenti didattici per intraprendere con i propri alunni, bambini ed adolescenti, un percorso verso la consapevolezza dei propri diritti online nell'utilizzo delle più recenti tecnologie, in particolare Internet e cellulari". Ho ritenuto giusto postare questo testo, per due motivi:innanzitutto perché riassume brevemente dei punti-chiave del corso Educazione e nuovi media, poi perché nella seconda parte sono illustrati i motivi per cui Save the Children si occupa di Media e dell'approccio basato sui diritti e gli strumenti utilizzati. Inoltre, nell'appendice sono presenti il testo della Convenzione ONU sui diritti dell'Infanzia e dell'Adolescenza (1989) e una possibile carta dei diritti online per l'infanzia. Quello che viene sottolineato in questo documento, e che anch'io vorrei evidenziare, è che "il problema della "sicurezza", associato all'utilizzo dei Nuovi Media da parte dei giovani, non è riconducibile esclusivamente all'esistenza in sé di alcuni rischi, ma anche alla possibilità che l'utilizzo di tali strumenti tecnologici cominci a prevalere a scapito di spazi di aggregazione concreti, di attività sociali, ricreative, sportive". Guardando alle "nuove generazioni" si può notare che i ragazzi sono sempre più plasmati dalle celebrità e dal loro mondo, attenti più ad apparire che ad essere. Per citare il politologo Sartori, l'uomo è diventato "Homo Videns", una nuova specie generata dalla televisione, che si limita a vedere; "Il bambino, la cui prima scuola è la televisione, è un animale simbolico che riceve il suo "imprinting", il suo stampo formativo, da immagini di un mondo tutto centrato sul vedere. E questo atrofizza la capacità di capire". Ecco che nasce la necessità di andare oltre ciò che si vede, di "rendere estraneo ciò che è familiare", come dice Buckingham, e cercare di far c
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    Da diversi decenni, prima nel resto d'Europa e poi anche nel nostro Paese, la Media Education si è proposta come strumento attraverso cui l'educazione possa tutelare i diritti dei più giovani, ad oggi rappresentando strumento di potenziamento dei soggetti che si propone lo sviluppo di consapevolezza e di pensiero critico, creando le condizioni affinchè il bambino si possa difendere da sé. Un approccio che mira a controllare il rapporto tra media e i suoi destinatari e che delinea tre caratteristiche pedagogicamente rilevanti di questa svolta digitale: portabilità, interattività e generatività. La Rete e il telefonino sono migrati nelle nostre vite, le costituiscono dall'interno, sono parte del nostro essere cittadini. Come tali vanno considerati resistendo alla tentazione di farli depositare all'ingresso della scuola (nella speranza mal celata di chiudere furoi, con essi, il problema) e conferendo alla Media Education lo status di educazione civica del Nuovo Millennio
elisamaesano

Mediamente-progetto di media education - 2 views

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    Gli obiettivi del progetto "MediaMente" sono: avvicinare gli adulti a tematiche sconosciute e aumentare le competenze degli adolescenti. Vengono coinvolte 11 classi.,per un totale di 850 studenti della scuola primaria e secondaria. Le tematiche trattate durante gli incontri spaziano dal cyberbullismo al sexting, dalla privacy all'adescamento online, dalla web reputation all' assuefazione in rete. Si e' proceduto per prima cosa all'alfabetizzazione di base per poi passare alla produzione di elaborazioni digitali. Cio' al fine di descrivere il proprio rapporto con i media ( io e il mio rapporto con i media). Nella realizzazione del progetto e' stato fondamentale il supporto dei peer educator. Di certo un progetto di questo tipo giova ai nostri giovani e ancor piu' alle famiglie che spesso non conoscono i rischi della rete. Infatti, attuatosi il passaggio dalla modernita' alla post-modernita' e dai mass media ai digital media si e' andati incontro a problematiche sconosciute ai piu'. La sensibilizzazione e la conoscenza possono dunque rappresentare l' unica soluzione per valorizzare cio' che di buono i personal nedia sanno offrirci, tenendo lontani i rischi che essi comportano.
albertogiuseppe

Criteria for A Successful Media Education Program - 2 views

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    L'articolo, scritto da John Pungente(ph.D)e intitolato 'Criteri per un efficace programma di Media Education", espone nove criteri e condizioni cruciali per lo sviluppo di un programma di Media Education per le scuole secondarie. 1. Il programma deve nascere in modo autonomo e spontaneo, e gli insegnati devono avere un grande ruolo di iniziative per avviarlo. 2. Le autorità educative devono supportare il programma, richiedendo l'insegnamento di studio dei Media nei curriculum e stabilendo materiale, risorse, libri e linee guida. 3. Le strutture educative devono basarsi su personale in grado di generare futuri insegnanti nella stessa area e offrire corsi in Media Education. Ci deve inoltre essere supporto accademico da instituzioni terziarie nella scrittura di curricula. 4.Addestramento durante-servizio è parte integrante per l'implementazione di un programma di Media Education. 5.Le strutture scolastiche hanno bisogno di consulenti esperti nel campo di Media Education che stabiliranno reti di comunicazione. 6. Devono essere disponibili libri di testo e materiale audio-visivo rilevante al paese o all'area di interesse. 7.Una organizzazione di spporto deve essere stabilita al fine di creare laboratori e conferenze. 8.Si devono stabilire appropriati strumenti di valutazione adatti alle qualità uniche dei Media Studies. 9.Poichè i Media Education richiedono una vasta diversità di abilità e conoscenze, ci deve essere una collaborazione tra insegnanti, genitori, ricercatori e professionisti nel campo del Media.
minabertele

Facebook: emotività, atteggiamenti e comportamenti degli adolescenti - 4 views

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    Interessante studio sugli adolescenti e l'uso dei Social Network dal quale emerge che il modo in cui un adolescente sceglie di presentarsi su una piattaforma come Facebook dipende da tante variabili personali, come il suo livello di narcisismo o la sua personalità. In tale studio sono indagati gli aspetti e i costrutti che gravitano intorno alle emozioni e ai comportamenti più frequenti di una determinata popolazione di utenti in relazione all'uso dei Social Network.
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    Facebook è il social network più utilizzato dagli adolescenti e dai giovani; a tal proposito negli ultimi anni sono state condotte diverse ricerche da numerosi studiosi per comprendere le emozioni, gli atteggiamenti, comportamenti e modalità di apprendimento legati all'utilizzo di questo strumento. L'articolo presenta una sintesi di quanto rilevato dalle numerose ricerche, le evidenze più importanti sono focalizzate sostanzialmente sulle motivazioni che spingono i giovani all'utilizzo del social network ovvero il bisogno di appartenenza riconducibile al bisogno di accettazione e di supporto da parte dei pari e all'autopresentazione attraverso la quale vengono comunicati interessi e preferenze. Gli studi hanno inoltre evidenziato la correlazione positiva tra il modello di personalità del Big Five e le modalità di interazione utilizzate
rosamaria62

Apprendimento significativo mediato dalla tecnologie - 7 views

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    Il presente articolo si propone di andare ad analizzare il modello di apprendimento significativo come un percorso percorribile soprattutto nel contesto formativo e scolastico, al fine di avviare nel discente la competenza del saper costruire da se le proprie conoscenze, tale concetto è visto come un è un processo di costruzione di significato da parte del soggetto, che rielabora in maniera personale. Il soggetto è visto come soggetto attivo e propulsore del proprio apprendimento, qui viene introtto anche il concetto di cooperazione, l'insegnante, non più visto come trasmettitore di conoscenza, adesso assume un ruolo secondario, diventa un tutor (supporto) al processo di costruzione di conoscenza. Le tecnologie in questa nuova prospettiva giocano un ruolo importantissimo, la classe diventa knowledge-building community, dove i diversi membri interagiscono attivamente grazie all'utilizzo di queste e arricchiscono il loro personale bagaglio così da apprendere attraverso la ricerca.
ilariagiuseppini

Cittadini in Crescita numero unico del 2013-Raccolta di approfondimenti a cura del Cent... - 3 views

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    Questa pubblicazione del Centro Nazionale di Documentazione e Analisi per l'Infanzia e l'Adolescenza raccoglie una serie di contributi significativi sul tema bambini, adolescenti e nuovi media. In particolare la prima parte (fino a pag. 42) riporta: esperienze di innovazione in campo scolastico grazie all'introduzione e utilizzo di media e tecnologia; l'utilizzo di tecnologie e media a supporto di bambini e ragazzi con DSA; punti di vista diversi, supportati da ricerche scientifiche, sul rapporto tra i giovani e i media (in particolare social network); la trasformazione che dovrebbero subire la scuola e il metodo di insegnamento per integrare e sfruttare le possibilità offerte da tecnologia e media; progetti di ricerca-intervento realizzati, volti all'utilizzo responsabile e consapevole della rete da parte dei ragazzi, con attenzione ai rischi connessi; l'azione "Cl@ssi 2.0" promossa dal Miur con lo scopo di portare la tecnologia nelle aule formando il personale docente e coinvolgendo vari attori sul territorio.
giuseppepiazza

Association of Maltreatment With High-Risk Internet Behaviors and Offline Encounters - 3 views

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    Si tratta di una ricerca realizzata nel 2013 negli Stati Uniti dalla Accademia Americana dei Pediatri che parte dal seguente presupposto fattuale: il 95% degli adolescenti americani ha un accesso a Internet e l'80% utilizza siti di social networking come MySpace o Facebook. Obiettivo della ricerca è la valutazione dei comportamenti a rischio attuati sulla rete Internet, tra cui: la visualizzazione di contenuti sessuali espliciti, la realizzazione di profili personali considerabili provocanti o la partecipazione diretta o indiretta a momenti di incontro/scambio caratterizzati sessualmente. Lo studio ha inteso valutare due ipotesi principali:1) Le esperienze di maltrattamento sono l'unica causa dei comportamenti a rischio su Internet? 2) La qualità della funzione genitoriale è correlata negativamente alla propensione degli adolescenti di attivare comportamenti a rischio su Internet e di partecipare a successivi incontri di persona con individui precedentemente conosciuti sulla rete? La ricerca è stata realizzata su 251 adolescenti femmine, tra i 14 e i 17 anni, di cui 130 avevano subito maltrattamenti mentre le rimanenti 121 sono state utilizzate come campione di confronto. Sono state raccolte informazioni sui comportamenti degli adolescenti, sia quando sono su Internet sia nelle attività "off-line", unitamente alle qualità genitoriali manifestate in famiglia. Sono stati valutati anche gli incontri che gli adolescenti hanno avuto con persone originariamente conosciute attraverso Internet con una dilatazione temporale tra 12 e 16 mesi. I risultati mostrano che il 30% degli adolescenti riporta di aver avuto incontri di persona successivi al contatto via Internet. Esperienze di maltrattamento, problemi comportamentali adolescenziali e bassa abilità cognitiva sono state direttamente correlate con comportamenti a rischio sulla rete. L'esposizione a contenuti sessuali, la creazione di profili personali ad alto rischio, e il ricevere sollecitazioni sessuali nella
marinauninettuno

Mamme su Internet - 4 views

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    Google è il loro oracolo, lo smartphone l'oggetto feticcio, al punto che tante pur di averlo lo baratterebbero persino con l'anello di fidanzamento. Benvenuti nella "mom economy", la nuova economia tutta al femminile fondata sulla condivisione di idee e informazioni tra madri e sull'uso del web e dei social media per creare una rete di supporto alle donne 2.0.
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