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Home/ Psicotecnologie e Processi Formativi - Uninettuno/ Group items tagged #

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roberto de luca

Psicotecnologie - 8 views

Psicotecnologia Da Wikipedia, l'enciclopedia libera. Abbozzo psicologia Questa voce sull'argomento psicologia è solo un abbozzo. Contribuisci a migliorarla secondo le convenzioni di Wikipedia. Seg...

Psicotecnologie

started by roberto de luca on 24 Sep 12 no follow-up yet
Pamela Rogiani

Il pensiero laterale: sei cappelli per pensare [E. de Bono] | Pensiero, Per, Che, Con |... - 4 views

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    Secondo De Bono affrontare i problemi con gli abituali metodi razionali produce risultati limitati dalla rigidità dei modelli logici. Per trovare soluzioni davvero innovative bisogna uscire dagli schemi prefissati, mettere in dubbio le presunte certezze e affidarsi ad associazioni di idee inedite.
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    Certamente pensare è la massima risorsa dell'uomo, una delle conquiste più recenti, una facoltà ancora giovane da mettere a punto. La difficoltà maggiore nel pensare ritengo sia la confusione. Spesso si tenta di fare troppe cose alla volta: informazioni, emozioni, logica, aspettative ecc. Si affollano in noi e confondano la mente. Credo che avere un metodo per pensare da applicare alla risoluzione dei problemi sia molto importante soprattutto nei gruppi di lavoro. Quello che mi lascia perplesso è l'applicazione del pensiero laterale alla vita di tutti i giorni, non sarebbe difficile applicare il pensiero creativo in "sé"ma trascinati dalla routine e dai nostri schemi strutturati ce ne dimentichiamo. Preconcetti e abitudini credo siano la resistenza maggiore al "buon pensare".
Pamela Rogiani

SW gratuito Free Mind per costruire le mappe - 3 views

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    le mappe sono molto efficaci perchè sfruttano il medesimo meccanismo di funzionamento del cervello, basato su associazioni mentali Il pensiero radiante si combina benissimo con la tecnica delle mappe. Il software che utilizzo per costruire le mappe è gratuito e si chiama free mind, consente di creare le mappe attraverso il computer. Questi sw sono comodi perchè permettono di determinare il colore e la lunghezza dei rami e dei sottorami. L'uso dei colori è molto importante perchè danno la possibilità di stimolare il nostro emisfero creativo
Marco Tambara

3D. Dimensione. Distorsione. De Kerckhove - 4 views

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    Segnalo la mostra 3D. Dimensione. Distorsione. De Kerckhove alla Centrale Montemartini di Roma Il titolo della mostra, "3D. Dimensione. Distorsione. De Kerckhove", nasce dalla doppia interpretazione dell'acronimo "3D", leggibile al tempo stesso sia come terza dimensione che come tre volte D, ovvero le iniziali delle parole che identificano le tematiche del percorso espositivo. Attraversando le varie sezioni, il visitatore verrà dunque accompagnato in un viaggio nella tridimensionalità, che lo condurrà dalle più importanti teorie percettive ad alcune esperienze artistiche, per approdare, infine, alle riflessioni sull'argomento del 3D di Derrick De Kerckhove, noto massmediologo allievo di Marshall McLuhan.
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    la visione 3d è una caratteristica propria dello schermo come supporto trasmissivo dell'informazione. La sua evoluzione porta al total surround ed alla realtà virtuale, nella quale i confini tra schermo e realtà finoscono per identificarsi con i confini del nostro campo visivo. Second Life, quale realtà parallela tridimensionale, rappresenta quindi un'importante evoluzione di internet ed è simbolica della tendenza umana ad estendere ed esternalizzare le proprie capacità sensoriali e cognitive, probabilmente motivato dall' incoercibile bisogno di superare i propri limiti, financo la propria mortalità.
Romina Mandolini

La Natura dell'Intelligenza - 3 views

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    In linea generale, possiamo definire l'intelligenza umana come quella facoltà che consente di conoscere la realtà in cui siamo immersi e di interagire con essa a diversi gradi e livelli. Sulla natura di questa la scienza non è ancora unanime, poiché sono troppi e complessi gli interrogativi che essa suscita. L'Intelligenza non è il risultato di un'analisi lineare della realtà, ma il prodotto di una pluralità di strategie cognitive che integrano più livelli di analisi, in funzione della complessità di ciò che ci troviamo a dover affrontare. Per riuscire in questo si serve del raziocinio, delle emozioni e di tutti quegli strumenti tipicamente animali, come memoria, impulso, sensazione, istinto, che questa combina per il raggiungimento dei suoi scopi, secondo schemi organizzati così complessi che ancor'oggi sfuggono a una costruzione teorica univoca. Gli studi sull'Intelligenza artificiale e i numerosi successi non hanno fatto altro che evidenziare ancora di più i divari sostanziali che permangono tra i processi cognitivi umani e quelli artificiali. Non è stato ancora possibile catturare l''intelligenza umana all'interno di un algoritmo, per la troppa complessità delle gerarchie di intrecci, dei fattori che vi concorrono. Tuttavia, questa complessità sotto altri aspetti ha aperto nuove possibilità, in quanto ha permesso ad alcuni studiosi di mostrare cosa l'intelligenza di certo "non era". I lavori di Howard Gardner, i suoi studi sull'intelligenza multipla e i contributi di Daniel Goleman con la sua intelligenza emotiva, hanno contrapposto all'idea riduzionista, meccanica e semplicistica dell'intelligenza, una rinnovata concezione che tenesse conto delle complesse interazioni tra mente e uomo, tra mente e mondo.
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    Alcune considerazioni conclusive: Daniel Goleman con i suoi studi sull'intelligenza emotiva: http://www.humantrainer.com/articoli/recensione-libro-intelligenza-emotiva.html Ha avuto il merito di aver portato all'attenzione del dibattito scientifico, la valenza delle emozioni in quanto strumenti di indagine della realtà individuale e sociale, ambito ritenuto esclusivo del raziocinio. Mostrandone il valore, ha fatto si che esse si trasformassero da agenti perturbanti del pensiero razionale, in un potente strumento di conoscenza. Howard Gardner con le sue teorizzazioni sull'intelligenza multipla: http://education.jhu.edu/PD/newhorizons/future/creating_the_future/crfut_gardner.cfm ha restituito una realtà molto più articolata, strutturata e organica, che nella sua concezione ha saputo conciliare unicità individuali, aspetti socio-culturali (contesto) e interazioni dei singoli. A questo proposito risultano molto interessanti le sue intuizioni su quella che lui chiama, Intelligenza distribuita, che ben si riallacciano alle teorizzazioni di De Kerckhove, sull'intelligenza connettiva e Levy sull'intelligenza collettiva: http://zope.unimc.it/elphd/Members/Emifor/Intelligenza%20connettiva.rtf Secondo questa concezione dell'intelligenza, nell'attività cognitiva individuale ogni idea ridefinisce conoscenze acquisite dal passato e nello stesso tempo apre prospettive inedite per il futuro, cui si connettono altri individui che a loro volta, rinnoveranno con i propri contributi, la rappresentazione che ci facciamo del mondo e della realtà. Questo processo di scoperta, di partecipazione collettiva, che non ha nulla a che fare con il collettivismo che come noto fa prevalere il gruppo sul singolo, può essere visto come l'Anima mundi dei filosofi platonici, ciò che in poche parole accomuna l'intera umanità attraverso il valore di ogni singola specificità.
Sonia Fiora

NATIVI DIGITALI - 3 views

#APPRENDIMENTO

started by Sonia Fiora on 09 Nov 12 no follow-up yet
Maurizio Aucone

definizione di Psicotecnologie - 1 views

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    Trovo interessante la "riduzione" di Mirco Franceschi del saggio di Pierre Lévy: "L'intelligenza collettiva, per una antropologia del cyberspazio". Si parla di "psicotecnologie" per indicare un nuovo modo di accedere alle informazioni, le quali agiscono a livello cognitivo-celebrale nel singolo, mentre in ambito collettivo Levy lintroduce il concetto di "Intelligenza collettiva" di fatto superiore a quella dei singoli e che, prima dell'avvento di internet, non poteva nemmeno essere concepita. Levy asserisce: "Bisogna, innanzitutto, riconoscere che l'intelligenza è distribuita ovunque ci sia umanità, e che questa intelligenza, distribuita dappertutto, può essere valorizzata al massimo attraverso le nuove tecniche, e mettendola soprattutto in sinergia. Oggi, se due persone distanti sono a conoscenza di due dati complementari, per il tramite delle nuove tecnologie possono entrare in comunicazione l'una con l'altra e scambiare il loro sapere, in una parola sola: cooperare. È questa, detto in modo molto generale, l'intelligenza collettiva. Il concetto viene ampliato con De Kerckhove e le teorie delle "intelligenze connettive" che, come suggerisce il termine stesso, sottolinea l'importanza della connessione, del collegamento, della messa in relazione delle intelligenze, ne sottolinea il "rapporto" che esse intrattengono. L'intelligenza connettiva fa maggior riferimento alla "moltiplicazione" delle intelligenze (favorita appunto dalla connessione) piuttosto che alla loro somma.
Roberta Pinelli

Filosofia dell' apprendimento collaborativo - 0 views

#Collaborative Learning

started by Roberta Pinelli on 06 Nov 12 no follow-up yet
Roberta Pinelli

http://www.studiovirtualedipsicologia.com/naturaintelligenza.html - 1 views

La natura dell' intelligenza nella psicologia generale

#intelligence

started by Roberta Pinelli on 06 Nov 12 no follow-up yet
Maurizio Aucone

Più multitasking Meno ricordi... - 4 views

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    Per James Flynn emerito Professor of Political Studies all' Università of Otaga in Nuova Zelanda, il fatto di essere multitasking, ha permesso alla donna di esprimersi al meglio e di avere più intelligenza dell'uomo. Indubbiamente, le donne sanno organizzarsi meglio, gestire un maggiore carico di lavoro e impegni. Lo studio condotto da Flynn, esperto in materia, ha calcolato il Q. I. secondo il genere, giungendo alla seguente conclusione: nei casi di parità dei sessi, le donne sono più intelligenti degli uomini. Nonostante i numerosi impegni, affrontano grintose ogni imprevisto e riescono a portare avanti le proprie prerogative, non si arrendono e non mollano facilmente. Si dividono tra casa, lavoro, hobby e amicizie senza trascurare la famiglia e le responsabilità che essa impone. La donna divenuta multitasking per necessità o virtù ha superato le barriere sociali ed è divenuta "competitiva" in campi solitamente maschili. Cambia il modo di comunicare, cambiano i ruoli e le strategie, salgono le soglie di stress e di depressione del genere maschile (dati CENSIS) normalmente geneticamente meno incline a questa patologia. Il fenomeno "multitasking" nell'era dell' moltiplicazione dei flussi di informazione, inteso come tendenza a utilizzare nello stesso istante più supporti tecnologici, per fruire di un numero sempre maggiore di informazioni, andrebbe analizzato nella sua interezza e con il giusto distacco. Elias Aboujaoude, direttore della Impulse Control Disorders dell'università di Stanford ed autore del libro Virtually you: Internet and the fracturing of the self, sostiene che la possibilità di archiviare contenuti online in maniera pressocchè illimitata porta a conservare praticamente tutto, ogni foto, ogni video ed a dimenticare però quelli che sono i momenti che andrebbero veramente ricordati. Ciò porterebbe quindi il cervello ad una fase di stallo limitando le reali possibilità di concentrazione. A complicare ulteriormente le cose
alessandra de vico

Multitasking: altro che le donne, sono gli uomini a far meglio - 8 views

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    Curioso articolo sulla capacità di essere multitasking
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    La capacità che ha l'essere umano di eseguire piu' compiti in contemporanea porta ad effettuare un paragone fra l'uomo e un sistema operativo, definito multitasking in quanto capace di eseguire nello stesso tempo più programmi. E poco importa se sono gli uomini o le donne i migliori a lavorare simultaneamente su piu' fronti.
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    Multitasking: altro che le donne, sono gli uomini a far meglio Nella "gara" su chi è più performante nel lavorare in multitasking vincerebbe l'uomo (ma solo per una parte del mese) Il mito della donna capace di lavorare in multitasking - una definizione che in generale indica la capacità di eseguire più compiti contemporaneamente - può essere nato dalla necessità di potersi destreggiare tra il lavoro e la famiglia cui, in genere, è soggetta la donna.
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    ....mi è cascato un mondo!!!
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    Se avete 3-4 minuti a disposizione date uno sguardo al seguente video: http://www.youtube.com/watch?v=34OZ-dsNkBw
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    Molto simpatico il video....ottima capacità comunicativa e didattica
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    Sono in vacanza e al relax associo lo studio....anche questo può essere considerato un multitasking?
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    ho trovato un altro articolo sul Multitasking: questa volta riguarda i bambini nati dopo il 2000: Com'è mutato il cervello dei "nativi digitali": più rapido e multitasking. «Quello dei nativi digitali, ragazzini nati dopo il 2000, è differente rispetto a quello dei loro genitori: studi condotti in Asia hanno mostrato che siamo di fronte a una mutazione, una sorta di evoluzione dell'umanità, diventata mentalmente più rapida e davvero multitasking. Parliamo di ragazzini cresciuti a latte e tablet, in grado fin da piccoli di integrare meglio realtà e tecnologie, dominandole e rischiando molto meno rispetto agli altri di sviluppare una dipendenza da Internet, chat e giochi online». A disegnare l'identikit di «nativi digitali, immigrati digitali e generazione pre-digitale» è lo psichiatra Tonino Cantelmi, professore di psicologia dello sviluppo alla Lumsa. Cantelmi affronta il fenomeno anche nel volume Tecnoliquidità (che sarà presentano in un Social Event, organizzato dall'Istituto di terapia cognitivo interpersonale - Itci, il 14 dicembre a Roma, alle 19, presso Eataly, Piazzale XII Ottobre 1492). (link: http://www.lastampa.it/2012/12/11/scienza/com-e-mutato-il-cervello-dei-nativi-digitali-piu-rapido-e-multitasking-KXMCv3pT4k2pTz9yIsMSMJ/pagina.html)
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    rimango sempre perplessa su questo tipo di ricerca ritenendo che in ogni tecnologia ci sia una parte che porta all'evoluzione della persona ma nel contempo distoglie creatività
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    non ci credo !!Rivalsa degli uomini??
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    Interessante ed originale articolo sulla differenza tra uomo e donna nell'essere multitasking.
andrea pidoto

Le tecnologie di rete - 1 views

E-learning: le tecnologie di rete a supporto dell'apprendimento. Strumenti e modelli per la didattica universitaria Ci troviamo oggi di fronte a un cambiamento di dimensioni epocali, oltre che ...

tesi e-learning tecnologie web

started by andrea pidoto on 06 Nov 12 no follow-up yet
alessandra de vico

Tagging - Wikipedia - 2 views

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    nel mare di definizioni prolisse che il web propone, trovo che questa sia la più chiara, almeno per un profano come me.
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    L'attività di tagging (dall'inglese "tag", contrassegno; in italiese taggare: in italiano questo verbo non esiste, meglio usare " contrassegnare") consiste nell'attribuzione di una o più parole chiave, dette , che individuano l'argomento di cui si sta trattando, a documenti o, più in generale, file su internet.
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    L'attività di tagging (dall'inglese "tag", contrassegno; in italiese taggare: in italiano questo verbo non esiste, meglio usare " contrassegnare") consiste nell'attribuzione di una o più parole chiave, dette , che individuano l'argomento di cui si sta trattando, a documenti o, più in generale, file su internet.
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    A prescindere dall'argomento, WIKIPEDIA fornisce le migliori informazioni per una infarinatura di base.
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    con WIKIPEDIA si è realizzata la profezia tanto invocata da Mac L. in epoca passata
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    ma partendo dall'analisi di questa definizione di Tag, si risale anche all'uso che se ne fa in Facebook?
emanuele battista

Cosa immaginavano i nostri antenati - 4 views

Una domanda che mi ricorre spesso è che cosa immaginavano i nostri antenati quando leggevano notizie accadute in altri luoghi distanti dalle proprie residenze, o addirittura in altri continenti. Pe...

Psicotecnologie

started by emanuele battista on 14 Nov 12 no follow-up yet
Davide Dellai

L'intelligenza, che cos'è? - 1 views

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    Un interessante intervista radio circa le diverse forme d'intelligenza. Ottima sintesi di molte cose affrontate durante il corso che unisce una acuta riflessione sull'emotività, la creatività e l'energia che anima la vita. Sperando di evitare la realizzazione di questo proverbio: "La somma dell'intelligenza sulla Terra è costante; la popolazione è in aumento" Anonimo
amerigo fanella

social media e intelligenza - 0 views

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    tutto è sociale, tutto è media e tutto è intelligenza: un articolo molto interessante sull'importanza dell'aspetto e dei linguaggi aziendali
Romina Mandolini

"Ospedale globale" - 9 views

A testimonianza dell'appropriatezza di questo contributo, segnalo "GigaScience", una piattaforma open source inaugurata quest'anno, dietro alla quale c'è "BioMedical Central", il grande database p...

#DistributedCognition

federica rossi

web semantico - 0 views

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    Documento tecnico ma interessante sul websemantico. Per visualizzarlo premere "page down". Il documento spiega su quali basi si fonda il web semantico (URI/RDF/XLM), quali sono le componenti necessarie (dichiarazioni), qual è lo step successivo all'RDF (Ontologie), cosa sono le Ontologie, quali sono i loro limiti e fa parecchi esempi in merito. A me sembra che la possibìilità di creare un quadro esaustivo di ontologie sia utopistico oltre che difficile controllare le dichiarazioni messe in rete.
De Rose Mario

Golemam, l'intelligenza emotiva - 2 views

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    Goleman individua 5 ambiti principali. 1. Conoscenza delle proprie emozioni-consapevolezza di sè (capacità di riconoscere un sentimento nel momento in cui si presenta). 2. Controllo delle emozioni-padronanza di sè. 3 Motivazione di se stessi, sapendo ritardare la gratificazione e controllando gli impulsi. 4. riconoscimento delle emozioni altrui-empatia. 5 gestione delle relazioni-abilità sociali. Il nostro livello di intelligenza emotiva non è fissato alla nascita, questa continua a svilupparsi tutta la vita attraverso l'esperienza. Ogni essere umano ha livelli di competenze diverse nei 5 ambiti ma con l'allenamento adeguato possono essere sviluppati.
  • ...3 more comments...
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    Molto interessante l'approccio di Goleman che mette al centro l'individuo e la percezione del se, da invididuare e perfezionare in un percorso a step o meglio anche un percorso da intendere in maniera circolare la cui l'apparente fine o conclusione non è altro che l'inizio di un'altra esperienza cognitivo-emozionale riconducibile alla vita stessa.
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    L'approccio di Goleman all'intelligenza emotiva sembra aprire ampie possibilità di miglioramento delle competenze emotive che l'individuo può sviluppare nel corso della propria esistenza. In realtà quando ci confrontiamo con persone in diversi ambiti quello che si nota è una sorta di approccio mentale a problemi, situazioni, stress che raramente si modifica nel corso della vita. E' vero credo che l'intelligenza emotiva si possa coltivare e stimolare ma al tempo stesso, essendo legata alle emozioni, alla consapevolezza di se stessi e degli altri è anche molto condizionata dalle esperienze nell'infanzia. Tra gli studiosi delle origini e dello sviluppo delle strutture mentali, verso l'ottimalità piuttosto che verso la patologia, del bimbo e poi dell'adulto, esiste ormai da molti lustri una convergenza nell'affermare che la qualità delle strutture interne della personalità, e l'intelligenza stessa, dipendono da quanto si è strutturato nelle interazioni precoci del bimbo con i suoi caregivers. Allego un link con qualche dettaglio in più sul tema: http://www.psychomedia.it/pm/lifecycle/perinatal/imbasc6.htm
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    L'intelligenza emotiva, per Goleman è un insieme di specifiche capacità (consapevolezza e padronanza di sé, motivazione, empatia, abilità nelle relazioni interpersonali). Queste capacità sono fondamentali per ogni essere umano, possono essere sviluppate da chiunque a prescindere dalla cultura, dal ceto sociale, dal credi religiosi, dal sesso ecc., divenendo così competenze emotive e sociali. Apprendiamo ad essere emotivamente intelligenti attraverso l'educazione e lo sviluppo di queste abilità, quindi è indispensabile che queste siano educate e sviluppate a partire dalla nascita in modo che diventino competenze. Goleman scrive il libro in un momento in cui la società civile americana è attraversata da una crisi profonda; aumento dei crimini, dei suicidi ed altri indicatori di malessere che si registrano soprattutto nei giovani. Il consiglio proposto dall'autore è che per guarire da questi mali sociali occorre prestare più attenzione alla componente sociale ed emozionale nostra e dei nostri figli, con l'impegno a coltivare queste abilità. L'autore suggerisce anche di insegnare ai bambini l'alfabeto emozionale, inteso come capacità interpersonali essenziali, che servono a equilibrare la razionalità con passione. Oggi le emozioni sono oggetto di studio delle neuroscienze. "Non si vede bene che col cuore. L'essenziale è invisibile agli occhi"
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    Per Goleman l'intelligenza emotiva è tutto ciò che nella nostra mente concerne il capire e controllare i propri sentimenti, entrare in empatia con gli altri, essere ottimisti e realisti, avere fiducia in sé stessi. Insomma, tutto quello che attiene al governo delle emozioni. Goleman non si limita a descriverla in maniera teorica ma la analizza e la declina in 25 vere e proprie competenze con le rispettive abilità. Raccogliendole tutte si può ottenere una vera e propria griglia di valutazione composta da: nome della competenza, relativa descrizione e griglia dei comportamenti che la identificano e la misurano.
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    Leggendo delle varie forme di intelligenza ovviamente si deve citare l'intelligenza emotiva quella di Goleman che è quella che pone l'accento prorpio sull'individuo che deve prendere coscienza di sè ed essere al centro delle proprie emozioni per poter vivere meglio ed allontanare gli eventi frustanti, avendo un controllo sulle proprie emozioni e sugli eventi, qui di sapersi gestire ed autoregolarsi.
Romina Mandolini

Multitasking, Switching e Mente Ipertestuale - 1 views

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    Prima di comprendere cosa è il multitasking, dobbiamo capire cosa è un ipertesto, fondamento del pensiero reticolare. Si tratta di una modalità di produrre "significato", utilizzando non solo testi scritti ma video, brani musicali, immagini e svariate altre risorse, collegandoli l'uno all'altro attraverso parole chiavi o tag. Quando parliamo di mente ipertestuale dunque, ci riferiamo alla capacità di collegare queste diverse parti, ciascuna dotata di un proprio senso, all'interno di un'unica visione e di saper trarre da tutto ciò conoscenza. Il multitasking non è altro che questa capacità che la mente ha, di funzionare su più livelli contemporaneamente ed effettuare le necessarie connessioni tra questi livelli. La capacità di rispondere in maniera efficace ed efficiente a più stimoli sensori, quando questi si manifestano contemporaneamente. E' la base dell'intelligenza connettiva, nella quale l'interazione implica diverse sollecitazioni. La mente umana non sembra essere strutturata per operare su più di due attività contemporaneamente, se non al prezzo di un deficit di attenzione e di concentrazione. Eppure nella ricerca di due studiosi americani: http://www.psych.utah.edu/lab/appliedcognition/publications/supertaskers.pdf Un 2,5% del campione ha dimostrato, straordinarie capacità di adattamento. Ciò ha provocato un grande interesse scientifico sui meccanismi che hanno caratterizzato questi supertaskers. L'articolo iniziale, scelto per introdurre l'argomento invece, ci illustra come questa facoltà venga utilizzata per migliorare la formazione e l'apprendimento.
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    Molto interessante il passaggio sull'utilizzo del multitasking in ambito metacognitivo. La piattaforma DIIGO che utilizziamo sembra proprio la realizzazione pratica, proprio in ambito didattico come si parla nell'articolo, di un ambiente cognitivo in cui le capacità di scelta, di valutazione, di decisione e di controllo nella selezione degli input di noi studenti possano essere potenziate. Proprio come si dice nell'articolo, infatti, gli studenti sono portati a sviluppare le capacità di scelta, di selezione, di decisione e controllo degli argomenti di interesse e del corso e, man mano che si entra nella logica del sistema, si riesce a capire meglio cosa fare e come usare gli strumenti a disposizione per aumentare l'efficacia nell'apprendimento. Inoltre, penso sia importante ciò che viene affermato e cioè che "non è tanto importante effettuare "scelte corrette" quanto, piuttosto, attribuire un significato alle singole decisioni e trarre da esse conseguenze interpretative ed operative (Cunti, Lo Presti, & Sabatano, 2005)".
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